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TWF - Tex Willer Forum

[Texone N. 24] I Ribelli Di Cuba


Sam Stone
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Voto alla Storia  

48 utenti hanno votato

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Quanto al resto, la strapotenza delle storie boselliane dei primi tempi soprattutto era dovuta a una trama super avvincente ed equilibrata nelle parti, vedi passato di Carson, Helltown, Fort Apache, gl'Invincibili, i Lupi Rossi, ma anche quella del treno deragliato, Matador e forse altre che non mi vengono in mente, il texone sugli assassini, e Patagonia, per venire all'attualit?. Di fronte a una trama coinvolgente che t?incolla alla sedia, eventuali possibili difetti, vedi troppi comprimari e troppo presenti se non ingombranti, vedi un Tex magari non proprio al centro della storia, per me svaniscono, vanno in terzo-quarto-quinto piano.

Eh no, amigo..... Va bene l'innovazione ma dissento totalmente da te riguardo la figura di Tex e dei troppi comprimari. Tex è Tex e se è da 60 anni in sella un motivo ci deve pur essere. O no ?Ci son già stati 15 anni di buio, ora facciamolo riemergere e non "nascondiamolo" in mezzo a tanti altri personaggi piu' o meno famosi ... :colt: Fine OT ( parziale ).
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Eccomi ad un commento un pochino più approfondito su questo Texone. Premetto che questa Storia mi è piaciuta come, ma non di più, di ?Patagonia?. Effettivamente, come dice Don Fabio, Boselli ha rischiato di creare un po' di confusione, ma non tanto per colpa della trama in sè, quanto per il titolo poco azzeccato. Infatti, se mi trovo davanti un fumetto con un titolo come ?I Ribelli Di Cuba?, io penso subito che il motivo principale per cui si svolge la vicenda è la guerra d'indipendenza. Invece, come ben sappiamo, non è affatto così. Però, l'autore, è stato bravissimo a mettere tanti scenari di contorno, per accompagnare Tex in questa ricerca al figlio di Picard. Il Tex che agisce in questa storia somiglia -come ho già detto nel mio precedente commento- molto a quello di GLB. Bellissima la scena in cui Tex, al suo arrivo a Cuba, si confronta con il tenente, facendoci rivedere, dopo secoli, la sua aria quasi da ?padreterno?. Forse, l'unico difetto di questa storia, è il finale, un po' troppo tirato via. Anche l'antagonista principale di questa storia, ovvero Rayado, a mio modo di vedere è stato poco utilizzato e poco approfondito, se non nel finale. I disegni, beh, che dire, se non che sono fantastici! Disegnatore perfetto per questa storia. Chi, meglio di un cubano, può disegnare una storia ambientata a Cuba? E, oltre ai bei paesaggi, è importante sottolineare quanto il volto del Tex di Suarez sia molto originale, senza ?copiare? eccessivamente da altri, un po' come il grande Civitelli, il quale non si è eccessivamente ispirato a qualcuno. Un difetto, l'unico, è il volto di Montales, che è troppo invecchiato rispetto a come ce lo ha presentato il bravissimo Piccinelli più di un anno fa. Sarebbe stato meglio dare una certa continuit? grafica al personaggio, cosa che Suarez non ha fatto. Ma, comunque, su questo piccolo errore si può chiudere un occhio, perchè, per il resto, il lavoro del disegnatore è stato perfetto! Il voto? I disegni si meritano ampiamente un 8. La trama, invece, si merita un 8- .

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  • Collaboratori

La sceneggiatura è poi infarcita di tutte le soluzioni boselliane che detesto: il continuo uso dei nomi di battesimo per i personaggi secondari

A me invece, da un po' fastidio (ma non e' il termine esatto)l'inverso, e cioe', quando un personaggio di contorno da' subito del "tu" a Tex chiamandolo per nome e non come Willer. Dciamo che e' un altra caratteristica di Boselli che non adoro molto.
Nell'albo n° 261 ho trovato questa striscia che calza a pennello con quanto Anthony voleva dire...



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La sceneggiatura è poi infarcita di tutte le soluzioni boselliane che detesto: il continuo uso dei nomi di battesimo per i personaggi secondari

A me invece, da un po' fastidio (ma non e' il termine esatto)l'inverso, e cioe', quando un personaggio di contorno da' subito del "tu" a Tex chiamandolo per nome e non come Willer. Dciamo che e' un altra caratteristica di Boselli che non adoro molto.
Nell'albo n° 261 ho trovato questa striscia che calza a pennello con quanto Anthony voleva dire...



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In questo momento non ho il tempo per un'analisi approfondita, ma non mi sembra casuale l' esempio fornito da Ymalpas: il linguaggio ( e non solo il linguaggio, ma anche i ritmi d'azione) boselliano è chiaramente nolittiano, non bonelliano...

Nei giorni prossimi, con più tempo a disposizione, prover? a proporvi una ricerca di tal genere...

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Riguardo al fatto di chiamare Tex "mister Willer" o meno, prover? a dire la mia. Secondo me, che uno sconosciuto chiama Tex per nome e non per cognome, è una mancanza di rispetto per il personaggio, perchè, così facendo, viene messo sullo stesso piano degli altri. Quindi, per essere una cosa negativa, certo, è negativa!Però, questo si ricollega alla discussione "Tex vs. lettori esigenti"! Perchè dobbiamo cercare il pelo nell'uovo?! Se una storia è bella, chi se ne frega che Tex viene chiamato in un certo modo?Per questo ci sono migliaia di critiche, e ci sono quelli a cui non piace più Tex, e non lo leggono più: perchè i lettori non leggono con il pensiero di passare il tempo, ma leggono per vedere se tutto è a posto, o c'è qualcosa che l'autore si è scordato, o che ha sbagliato. Si tratta pur sempre di un fumetto; è Tex, ma è sempre un fumetto!Questo, detto con il massimo rispetto di tutti, sia chiaro :)

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Sinceramente, non credo si tratti di una questione di "innamoramento di sè" o chissà che altro. Quando scrive, se fa il proprio lavoro con passione, uno deve essere convinto di dare vita a qualcosa di bello: sono innamorato io della mia scrittura, figuriamoci se non dovrebbe esserlo borden ^_^. Considerando le preoprie capacità mentre scrive, uno scrittore è ovviamente civettuolo: assapora, ripassa ciò che vuole scrivere prima ancora di versarlo sulla carta, si osserva voluttuoso come fa una donna allo specchio dopo essersi truccata. L'arte è vanit?, punto. Ma anche sentimento o, quantomeno, divertimento. Le storie di borden non sono mai state incentrate sul divertimento, e parlo di quel divertimento quasi infantile che provocavano le storie del Nizzi di un tempo, che ti facevano mugolare di piacere soltanto con i gesti dei personaggi, con la soddisfazione del buono che schiaccia il cattivo. Le storie di borden hanno sempre avuto due punti forti: l'intrigo e la profondit? spontanea dei sentimenti. Queste due componenti c'erano fino a quando Boselli è stato una presenza secondaria nella serie, una valida alternativa al sempre più zoppicante ed ansimante Nizzi. Poi è successo qualcosa. I sentimenti si sono asciugati, i personaggi sono diventati sempre più piatti. Dite il nome di un personaggio di una storia di borden pubblicata negli ultimi novanta numeri. Voi non so, io semplicemente non ci riesco, e certamente non perchè ho una cattiva memoria. Impossibilitati ad affezionarsi a personaggi privi di profondit?, ci si è riversati sull'intrigo, giustamente. Col risultato, però, che una storia sta in piedi soltanto se l'intrigo è talmente complesso da rimediare alla pochezza dei personaggi. Vedere l'ultima "La mano del morto", che oltre ad un intrigo complicatissimo, insieme a tanti personaggi dallo spessore nullo ospita due figure carismatiche e vive come Deadwood Dick e, soprattutto, la prostituta Lory. Proprio "La mano del morto" mi fa essere ottimista al riguardo: grazie alla velocit? di disegno di Font (che vista la qualità dei disegni non avrà impiegato più di una settimana a terminare le 330 tavole della storia), "La mano del morto" dovrebbe essere più recente delle ultime avventure come "I ribelli di Cuba", dunque può darsi che negli ultimi tempi borden stia avendo un'inversione di tendenza. No, questo texone proprio non mi è piaciuto: è realizzato benissimo, ma non comunica niente. E' come un vestito costoso, un gioiello o un articolo di lusso: è inutile ed è impossibile affezionarcisi. Secondo il mio personalissimo parere, ovvio. Le figure sono appena abbozzate, sembrano cattivi attori che recitano parti scritte da uno sceneggiatore alla ricerca dell'effetto, anche sensazionale, senza riuscire a ricavarne nient'altro che manierismo sterile. Vedere la scena dell'incendio della tenuta: avrebbe potuto essere una scena struggente, e invece riesce ad essere soltanto noiosa. Salta fuori il signorotto che concede la libertà agli schiavi, il ribelle che si mette a piangere, commosso. Tutto finto, tutto assurdo, tutto esteriore. Sembra di leggere un pessimo romanzo. (Non è un caso se non cito i nomi dei personaggi. Ho letto il texone domenica e me li sono già dimenticati)Probabilmente parte della responsabilità è da addebitare anche al fatto che il soggetto non sia di Boselli stesso. Tuttavia, la storia presenta, soltanto spinti al parossismo come già era successo con "Missouri", i difetti del Boselli più recente, ed ha molti punti in comune con la stucchevole "Buffalo Soldiers", con la quale condivide un continuo insistere sul politicamente corretto decisamente insopportabile. Sono combattuto: una tale freddezza e una tale meccanicit? mi inquietano anche più del disinteresse di Nizzi. Se l' lo sfacelo è evidente anche a livello tecnico, qui colpisce la perfezione della grammatica narrativa. Una grammatica che nulla esprime, e ciò è agghiacciante. Non me ne voglia l'autore. So che non è bello essere criticati, non fa mai piacere. Ma ho voluto essere sincero. Se voglio leggere puro manierismo mi compro gli "Opuscula" di Ausonio, non certamente un texone. Signor Boselli, "I ribelli di Cuba" secondo me è una magnifica occasione perduta. Speriamo che le sue prossime siano meglio. Lo spero sia per me (? infatti una gioia comprare un Tex e sentirsi soddisfatti dell'acquisto dopo averlo letto) che per lei (così, infatti, ricever? un ulteriore complimento e, spero, se ne rallegrer? almeno un poco di più :trapper: ).

Modificato da virgin
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  • 1 mese dopo...

Boselli raramente ama i suoi personaggi (in questo è simile a Manfredi)... si limita a costruire situazioni. non si chiede mai "cosa mi piacerebbe scrivere" o "cosa i lettori vorrebbero leggere", lui pensa "cosa va scritto adesso?"Non ama Tex o Zagor... questi sono character necessari per scrivere le sue storie. il risultato è la mancanza di vita propria, di calore, di vero carattere... Grande tecnica, ma poco sentimento insomma. secondo me... PSciò non toglie che alcune storie del Bose, come il maxi di Font, siano dei piccoli capolavori. non sono tra quelli che rimpiangono lo stanco Nizzi che ha scritto storie vergognose come il texone di Parlov, ma vorrei un Tex più vicino all'originale nel carattere. e credo lo vogliano in tanti!

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Boselli raramente ama i suoi personaggi (in questo è simile a Manfredi)... si limita a costruire situazioni. non si chiede mai "cosa mi piacerebbe scrivere" o "cosa i lettori vorrebbero leggere", lui pensa "cosa va scritto adesso?"Non ama Tex o Zagor... questi sono character necessari per scrivere le sue storie. il risultato è la mancanza di vita propria, di calore, di vero carattere... Grande tecnica, ma poco sentimento insomma. secondo me...

Critica con cui dissento al 100%. Conosco Boselli personalmente e da tutti i suoi discorsi al riguardo traspare un indubbio amore e passione sia per Tex che per Zagor e gli stessi utenti di questo ed altri forum credo che abbaino avuto modo di constatarlo quando Borden si è lasciato andare a ricordi personali (tipo quelli sul suon incontro con Giorgio Bonelli e con suo padre, il grande GLB). Sono più che convinto che lui scriva in primo luogo le storie che a lui piacciono, con tutte le tematiche che a lui piacciono. Che a te sembri il contrario ?, con tutto il rispetto, un problema tuo. :colt:

PSciò non toglie che alcune storie del Bose, come il maxi di Font, siano dei piccoli capolavori. non sono tra quelli che rimpiangono lo stanco Nizzi che ha scritto storie vergognose come il texone di Parlov, ma vorrei un Tex più vicino all'originale nel carattere. e credo lo vogliano in tanti!

Resta da vedere cosa si intende per più vicino all'originale e qui i pareri sono spesso discorsi. Una cosa buffa è che mentre scriveva Zagor Boselli è stato spesso accusato di essere troppo GLBonelliano nel suo approccio alla storia, diversamente da Burattini, ritenuto più fedele alla traccia nolittiana. Curioso che su Tex, dov e pure, a mio parere, ha ridato grinta e carisma a Tex, rispolverandone le caratteristiche più epiche, lo si sia spesso giudicato poco vicino al modello bonelliano. Incidentalmente parlando, credo sia appena il caso di ricordare che nessuno scriver? mai come G. L. Bonelli e prentenderlo ?, per dirla alla Tex, pura follia. P. S. Io non sono un estimatore di Nizzi e lo sanno tutti, ma definire storia vergognosa il Texone di Parlov, una delle migliori storie che Nizzi abbai scritto dopo la crisi, mi fa chedere quali siano i tuoi parametri di giudizio. :colt:
  • +1 1
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Quoto integralmente Carlo!!Il fatto che l'accusa a Boselli di non amare Tex sia gratuita e infondata,? dimostrato non solo dai "dati biografici" dello sceneggiatore (ormai lo sanno tutti che Boselli è da sempre un appassionato del ranger)ma soprattutto dalle sue storie!!ps. se la storia del Texone di Parlov è vergognosa, mi chiedo quante siano le storie di Tex che ti piacciono,Donovan!

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Sul fatto che Boselli ultimamente mostri una certa freddezza mi trovo d'accordo... ma dire che non ami Tex è una bestemmia! Senn°, come avrebbe potuto procurarci capolavori a getto continuo per quasi dieci anni?Poi, anch'io mi trovo basito sull'affermazione che il Texone di Parlov sia vergognoso... :huh:

Modificato da virgin
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  • 1 mese dopo...

Questa è una storia che, sulle prime, non accingeva ad estasiarmi. Tuttavia, a poco a poco, mi ha coinvolto in maniera eclatante. Semplicemente stupenda l'ambientazione, nelle zone fittamente boscose di Cuba, in cui si passa dallo spionaggio all'azione pura in men che non si dica. Il manipolo di uomini guidati da Tex,Montales e Don R?fael si annidano con circospezione tra la vegetazione ed eludono la sorveglianza nemica fino a raggiungere il proprio obiettivo. Il tutto è ineluttabilmente concatenato al culto vodoo, i cui prodigi si intrecciano con la vicende dei protagonisti. Un finale d'ufficio, giusto e condivisibile. Ambientazione:8,5Storia:8Disegni:8+

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Ma non è possibile, Legend of the West! :D Dopo quello che hai detto de "La mano del morto" pensavo avresti stroncato senza pietà questa ninnananna e invece mi lasci solo a sostenere la bandiera del Cerbero... :(

Modificato da virgin
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Ma non è possibile, Legend of the West! :D Dopo quello che hai detto de "La mano del morto" pensavo avresti stroncato senza pietà questa ninnananna e invece mi lasci solo a sostenere la bandiera del Cerbero...  :(

Ho un metodo di valutazione molto personale ed intimistico :soldatoS: Guarda inizialmente quando ho notato l'assenza di Carson già stavo storcendo il naso ma poi è diventato un crescendo rossiniano.. sempre più bella, veramente. Ambientazione, trama, personaggi, caratterizzazione in generale.. un mezzo capolavoro.
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Ho un metodo di valutazione molto personale ed intimistico :soldatoS:

Niente di male in ciò, anzi! E cosa dovrei dire io, che a quanto pare sono stato l'unico essere aerobico nell'universo a trovare questa storia un capolavoro sè, ma di comicit? involontaria, con personaggi piatti e dialoghi che sembrano usciti dal peggior tortilla-western°Sinceramente mi sto preoccupando... sono abituato a trovarmi da solo nelle mie opinioni, ma mai fino a questo punto! Insomma, la storia è piaciuta ad Anthony Steffen e a Don Fabio, spesso in disaccordo con le scelte narrative di Boselli... perchè non piace a me? :unsure:
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  • 5 mesi dopo...
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Segnalo un'articolo dedicato al texone sul sito Fumettopoli.net.


L'ennesimo pregio di questo racconto corale è l'equilibrio tra narrazione realistica e sconfinamento nel mondo soprannaturale. E a Cuba quel miscuglio di paganesimo e di religione cattolica ha preso il nome di Santer?a. Guido Nolitta, tra l'altro, in diverse avventure di Mister No ha utilizzato un canovaccio realistico tra le cui pieghe si insinua il magico: uno degli esempi migliori è il primo speciale Magia nera (luglio 1986), dove l'autore esplora il controverso mondo del Candombl' in Brasile, il nome preso dalla Macumba a Bahia. Questo perchè nei Paesi dell'America Latina l'inconoscibile e la realtà materiale convivono, e un fedele cronista di storie immaginarie non può prescindere da questo. Come ha fatto, del resto, lo scrittore Garc?a M?rquez.

CLICCA QUI per leggere l'articolo!
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Questo perchè nei Paesi dell'America Latina l'inconoscibile e la realtà materiale convivono, e un fedele cronista di storie immaginarie non può prescindere da questo.

Bah... sarà per la nulla sensibilit? in materia del mio animo troppo cinico-scettico-nichilista, ma una frase del genere mi sembra una baggianata inqualificabile. :shock:


Come ha fatto, del resto, lo scrittore Garc?a M?rquez.

Ah, bene, bene... il mio odiato Garc?a M?rquez! Se non sapessi (per esperienza ahimè diretta) che non c'entra assolutamente nulla con questo texone, potrei illudermi di aver trovato le motivazioni del mio disamore... <_< Modificato da virgin
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Questo perchè nei Paesi dell'America Latina l'inconoscibile e la realtà materiale convivono, e un fedele cronista di storie immaginarie non può prescindere da questo.

Bah... sarà per la nulla sensibilit? in materia del mio animo troppo cinico-scettico-nichilista, ma una frase del genere mi sembra una baggianata inqualificabile. :shock:


Come ha fatto, del resto, lo scrittore Garc?a M?rquez.

Ah, bene, bene... il mio odiato Garc?a M?rquez! Se non sapessi (per esperienza ahimè diretta) che non c'entra assolutamente nulla con questo texone, potrei illudermi di aver trovato le motivazioni del mio disamore... <_<
Non hai letto Cien anos de soledad' :inch:

Prenditi una settimana e fallo!

Borden :old:

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Non hai letto Cien anos de soledad' :inch: Prenditi una settimana e fallo!Borden :old:

S?, l'ho letto... anzi, ad essere sinceri è l'unico suo libro che abbia letto :D , ma proprio non sono riuscito ad apprezzarlo. Non ho mai avuto un buon rapporto col cosiddetto "realismo magico", pensa che anche un libro di uno scrittore statunitense che ad esso si è ispirato, "Desolate città del cuore" di Lewis Shiner, sorta di marmellata hippie-beat-punk e realismo magico non mi è assolutamente piaciuto... e dire che avevo amato molto il suo racconto "Fin quando voci umane non ci sveglieranno". Mi interessa molto la cultura sudamericana, ma al momento a parte Vargas Llosa e Borges non ho trovato molti scrittori di mio gradimento. Anche perchè il tempo per le letture di piacere ultimamente scarseggia, e non sono neanche semplicissimi da trovare: pensa che una mia amica brasiliana mi ha consigliato autori che non sono neanche tradotti... :rolleyes:P. S.: negli ultimi giorni mi sto leggendo "Il destino del leone" di Wilbur Smith, dunque sto cadendo fra le braccia della paraletteratura più sfrenata! Però devo ammettere, con un pizzico di vergogna, che mi piace molto... :D
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Non hai letto Cien anos de soledad' :inch: Prenditi una settimana e fallo!Borden :old:

S?, l'ho letto... anzi, ad essere sinceri è l'unico suo libro che abbia letto :D , ma proprio non sono riuscito ad apprezzarlo. Non ho mai avuto un buon rapporto col cosiddetto "realismo magico", pensa che anche un libro di uno scrittore statunitense che ad esso si è ispirato, "Desolate città del cuore" di Lewis Shiner, sorta di marmellata hippie-beat-punk e realismo magico non mi è assolutamente piaciuto... e dire che avevo amato molto il suo racconto "Fin quando voci umane non ci sveglieranno". Mi interessa molto la cultura sudamericana, ma al momento a parte Vargas Llosa e Borges non ho trovato molti scrittori di mio gradimento. Anche perchè il tempo per le letture di piacere ultimamente scarseggia, e non sono neanche semplicissimi da trovare: pensa che una mia amica brasiliana mi ha consigliato autori che non sono neanche tradotti... :rolleyes:P. S.: negli ultimi giorni mi sto leggendo "Il destino del leone" di Wilbur Smith, dunque sto cadendo fra le braccia della paraletteratura più sfrenata! Però devo ammettere, con un pizzico di vergogna, che mi piace molto... :D
Io invece sto leggendo Oblomov / Monsieur La Souris di Simenon / Garibaldi di Lucy Riall / The Golden Fleece di Graves. ( e Vendetta di Marie Corelli!)
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No, seriamente borden... già scrivere non una, non due, non tre, ma quattordici storie contemporaneamente mi sembra un'impresa sovrumana... ma come puoi adottare lo stesso metodo anche con le letture? :shock:E poi sarei io a non avere molto tempo per leggere romanzi... :rolleyes::P

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  • 3 mesi dopo...

Un tempo riuscivo a leggere più libri contemporaneamente, nel senso che non appena un punto mi suggeriva una riflessione ne andavo a prendere un altro, poi un altro... mantenendo il ritmo. Oggi probabilmente i riflessi sono un po' più lenti, ma in parte ho conservato questa abitudine (che poi ho "ribaltato" anche sulla navigazione in rete). Però Cent'anni di solitudine no! Era solo un libro ma per quanto mi riguarda era più confuso di dieci volumi ammucchiati sul tavolo. E dato che. pur non sentendomi tra i più somari dell'orbe, amo la semplicit? e non mi piacciono troppo le inutili complicazioni, dopo ripetute letture alla ricerca dell'Aureliano e del Josè Arcadio di turno, ho lasciato il capostipite incatenato all'albero e il rampollo in bal'a delle formiche.

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Un tempo riuscivo a leggere più libri contemporaneamente, nel senso che non appena un punto mi suggeriva una riflessione ne andavo a prendere un altro, poi un altro... mantenendo il ritmo. Oggi probabilmente i riflessi sono un po' più lenti, ma in parte ho conservato questa abitudine (che poi ho "ribaltato" anche sulla navigazione in rete). Però Cent'anni di solitudine no! Era solo un libro ma per quanto mi riguarda era più confuso di dieci volumi ammucchiati sul tavolo. E dato che. pur non sentendomi tra i più somari dell'orbe, amo la semplicit? e non mi piacciono troppo le inutili complicazioni, dopo ripetute letture alla ricerca dell'Aureliano e del Josè Arcadio di turno, ho lasciato il capostipite incatenato all'albero e il rampollo in bal'a delle formiche.

Grave! Io ho aspettato vent'anni a leggerlo, ma poi l'ho letto. Per libri immensi come questo, o I Vicer? o Don Chisciotte o Orlando Furioso o Guerra e pace si deve fare uno sforzo, prendere qualche giorno sabbatico... non fare altro!
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Don Chisciotte e Orlando Furioso? Tra i miei preferiti. Guerra e pace, come tutta la letteratura russa, mi piace ma lo trovo pesante. I Vicer? devo ammettere di non averlo mai letto con attenzione. Purtroppo per quanto riguarda la lettura rischio di prendermi intere vite sabbatiche, se mi dessi retta non farei altro davvero hahaEhm ehm... moderatore, moderati!!! :angry: Sei OT che più OT non si può! <_<

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  • 3 mesi dopo...

scusate c'è stata una svista da parte mia con lo spoiler

Ho letto questa storia con molta passione ed entusiasmo, l'ho apprezzata per diverse ragioni che adesso vi espongo.1) L'ambientazione: l'ho trovata piuttosto originale, mi è piaciuto vedere Tex per la prima volta a Cuba e a conoscere quindi la gente cubana. Ho apprezzato che la prima parte è ambientata a New Orleans, già presente in diverse storie del passato, un buon incipit per introdurre il lato magico di questa storia. Sono presenti diversi scenar?, che a parer mio costituiscono un punto forte: le paludi Louisiana, il covo della setta Voodoo, la piantagione di Picard, il porto e la città de L'Avana, le foreste tropicali cubane, il rifugio dei ribelli, la piantagione di Serrano, il rifugio nelle montagne del pazzo Rayado.2) Il soggetto: finalmente Montales mostra la sua grinta, e le sue capacità iniziali di guerillero (vedi albi 3 e 4) non sono affatto sminuite malgrado la sua importante carica politica. Si dimostra una validissima spalla per Tex, sa sparare molto bene e ha fegato da vendere. E' un piacere vederlo all'azione :colt: Malgrado le differenze caratteriali fra Tex e Montales (Montales più pacato e diplomatico rispetto a Tex) i due amici combattono per una giusta causa di libertà, questo è un elemento tipicamente texiano. Sebbene Tex e Montales siano diventati negli anni figure importanti, non si fanno problemi nell'andare in una missione pericolosa e senza ufficialit? in un Paese straniero. Non mi è dispiaciuto l'elemento magico, è stato bello rincontrare i seguaci del Voodoo, anche se i seguaci della Santeria, elemento nuovo in Tex, si son mostrati più tosti. Figure interessanti son state Alonso "ex schiavo" e Don Serrano, proprietario terriero e ancora schiavista. Fra gli avversarà ne ho distinti due: il colonnello Agreda, ufficiale spagnolo e il sacerdote ribelle Rayado. Il primo, la cui funzione è debellare a ogni costo la ribellione, si mostra crudele e avversario vero e proprio quando ha ordinato di bruciare vivi gli schiavi e la moglie di Don Serrano che lo uccide in duello. Il secondo è un potente stregone, ha forse poteri simili a Mefisto, ed è sia pazzo che crudele, poich? vorrebbe diventare il capo della ribellione, ma i suoi metodi non si discostano per crudeltà da quelli degli ufficiali spagnoli.3) disegni: molto suggestivi, gli scenar? sono illustrati molto bene e le espressioni dei personaggi si adattano al loro stato d'animo e alle azioni in corso. Molto belli veramente. Voto: 10Non so se qualcuno ha segnalato questa incongruenza: a pagina 106 l'ispettore di polizia si rivolge a Montale chiamandolo col vero nome anzich? usare il nome dell'identit? fittizia ossia Corrientes.
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  • 5 mesi dopo...

Altro bel Texone in cui Tex agisce in trasferta, anche questa volta Boselli fa centro e secondo me supera in bellezza "Patagonia". Ne "I ribelli di Cuba" Tex agisce senza l'abituale presenza dei suoi pard, anche Carson non è al suo fianco ma è validamente sostituito dal buon Montales. La storia è caratterizzata anche dalla presenza di un tocco di magia che però non è eccessiva e non disturba. I disegni di Suarez sono ottimi, probabilmente disegnare la sua prima storia di Tex in paesaggi per lui familiari lo ha messo a suo agio. Il volto di Tex, che a me appare un p? imbolsito, è comunque accettabile. Il colore rende i disegni di questo Texone ancora più belli, ovviamente secondo me. :trapper: L'unica nota un p? stonata l'ho trovata nel finale con un Serrano un p? troppo su di giri per essere una persona a cui era da poco venuta a mancare la moglie in circostanze tragiche. Voto dieci meno sia alla storia che ai disegni.

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