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Della Decadenza Di Galep


ymalpas
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Della decandenza di Aurelio Galleppini si è parlato, in questo forum, in maniera soffusa.

Compito ingrato e anche indelicato, nei confronti di un disegnatore che ha dedicato la sua vita al mito che aveva creato e che negli ultimi anni era stato malato.

Agli occhi di molti, in maniera neppure tanto velata, la critica è piovuta sulle tavole del terzo texone, pubblicato nel 1989.

L'ultimissimo Galleppini, cioè, o quasi.

Alzi la mano chi non ha mai pensato, almeno una volta, quanto sarebbe stata bella una tal copertina disegnata dal Galep classico o da un altro disegnatore.

Il lavoro del Galep, come è accaduto anche al tardivo Letteri ( e oggi Ticci ) non è stato certo esente dai dubbi di lettori colmi di perplessit?. Che si domandano cosa è bello e cosa non lo ?.

Il Galep del numero 200 è quello della maturit? compiut?, già leggermente inferiore al periodo immediatamente precedente, se è vero che il capolavoro assoluto si fa risalire al numero 134 "Condor Pass".


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La mano, però, come si evince anche dalla successiva vignetta a colori, è ancora ferma, armoniosa, in una sola parola, classica. Si guardi il volto di Kit Carson, che come vedremo sarà un prezioso indicatore nella nostra indagine.


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Capirete, arrivando alla conclusione di questo messaggio, che il mio obiettivo non è tanto discutere della decadenza di un Grande al quale è ancor oggi associata l'icona di Tex nonostante i capolavori sfornati, a cadenza quasi giornaliera, dall'altrettanto Grande Claudio Villa...


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Da vecchio lettore posso dire che incominciai a notare delle incertezze nel segno di Galleppini già a partire da "Il segno di Cruzado". Se osserviamo la striscia postata sopra, è il volto di Tex, non più caratterizzato da una linea decisa, ma da un insieme disarmonico di tratti che specialmente a partire dalla mascella ( o dalla tempia ) contribuiscono a invecchiare l'età del personaggio ( e a denotarne quasi un'abbondante adiposit? ), a tradire l'invecchiamento del disegnatore. E' un tratto, questo, che finora era stato una caratteristica quasi costante di alcuni personaggi secondari, specialmente antagonisti come lo stregone degli hualpai Thulsar nel numero 200. Ma il Galep de "Il segno di Cruzado" rimane tutto sommato ancora gradevole se non ci soffermiamo troppo sui dettagli anatomici. Come dimostra anche quest'altra vignetta d'insieme...


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Il Galleppini della storia successiva, "L'ombra di Mefisto", nonostante delle discutibili copertine ( si veda in particolare "La strega" ) si conferma nella media del periodo, anzi, forse il confronto con la grande nemesi di Tex, riesce a giovare al suo tratto, specialmente in quelle vignette dove utilizza delle tecniche particolari per ottenere certi effetti grafici... Inserisco una vignetta che presenta riuniti i pards nella "tana" del Morisco...


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Ho scelto questa vignetta non a caso. E' il volto del padrone di casa che mi ha incuriosito. In attesa del Morisco di Fabio Civitelli, premetto che la raffigurazione meno convincente del terzetto composto anche da Letteri e Marcello, è proprio quella di Galep! Ma in questo profilo quasi "aquilino" del vecchio negromante egiziano, si ravvede già un inequivocabile segnale dell'insicurezza ( o stanchezza ) galleppiniana nello stabilire le giuste proporzioni.


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Qualcuno parla della storia "Gli strangolatori" come uno dei lavori texiani di Galepancora gradevoli. Devo dire che queste affermazioni mi sorprendono non poco anche perchè tendo a far partire la fase decandente dell'artista proprio da questa storia, che fantasiosamente immagino sempre di più forte bellezza se disegnata da un'altro disegnatore. La vignetta sottostante, tanto per cambiare sembra categoricamente smentirmi, se non fosse per quello sgraziato tronco in primo piano...


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Ma la storia mostra purtroppo altre pecche, anche se non del tutto evidenti. Curiosamente, il volto di Tex in un'altra vignetta postata sotto, sembra ritornato quello dei tempi migliori, nonostante l'antagonista Raymangan e molti dei suoi thugs siano a dir poco debolmente caratterizzati.


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Nella mia ricerca sulla crisi galleppiniana sono così giunto a "I diavoli rossi" che è una storia più o meno contemporanea al succitato texone. Nella striscia sottostante ancora un bel Tex nella prima vignetta, ma non si può dire altrettanto del personaggio della seconda!


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I dubbi sono confermati da questa successiva vignetta.


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Il volto di Carson, se paragonato a quello del numero 200 ( e qui chiudiamo il cerchio ) è praticamente irriconoscibile e mostra un personaggio con tutti i limiti dell'età, che sono anche quelli del disegnatore. Ma paradossalmente, se aguzzate la vista, i tratti del viso di questo Carson non sono poi così distanti da quelli del celebrato ( e in altre sedi ) osannato ) maestro iberico FONT!


Vorrei spendere, infine, anche qualche parola sulle copertine, che diventano sempre più indifendibili mano a mano che avanziamo verso la soglia del quattrocentesimo numero. Con una diversa colorazione, avrebbero di gran lunga guadagnato dei punti nella stima dei lettori, come si evince da questa copertina brasiliana de "La minaccia invisibile".


http://i49.tinypic.com/21kjh2v.gif
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Io credo che il periodo discendente di Galep non sia stato poi così disastroso. Certamente le differenze sono evidenti e si paragonano i suoi ultimi lavori e le sue opere dei primi decenni; e ammetto che la sua decadenza sia stata (almeno a mio parere) più marcata di quella di un altro autore storico di Tex, vale a dire Guglielmo Letteri. In tutte le vignette postate da ymalpas non vedo comunque grossi segni di peggioramento (a parte l'ultimo Carson), e in generale salvo anche le sue ultime storie, compresi il Texone e il numero 400, dove secondo me l'artista toscano riesce a raggiungere la sufficienza (anche se il 400 a fatica). Devo però ammettere che il mio parere sul tardo Galleppini è influenzato da quello che ha fatto in passato, anche perchè non credo sia giusto valutare ogni storia a sè, i meriti passati devono comunque avere il loro giusto peso.

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Nulla da eccepire sulla decadenza Galleppiniana, ma è un processo che è toccato un p? a tutti gli autori storici di Tex, quali Ticci (confrontare quello di Terra promessa - straordinario - con l'ultimo - quasi irriconoscibile) e Letteri (vedi suo ultimo Maxi). In fondo è abbastanza normale che ciò accada, soprattutto se un autore è vecchio e/o malato, ma non bisogna mai dimenticare i capolavori che ha realizzato in passato. Pagine che per un appassionato di Tex hanno rappresentato dei veri e propri capolavori!

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Questo della decadenza di Galep è un discorso secondo me molto complesso.
Molto complesso perchè è difficile stabilire se un disegnatore è entrato in un periodo di crisi o ha semplicemente avuto una svolta stilistica(che può piacere o meno):l'esempio odierno è dato da Ticci, il cui ultimo periodo è secondo me tutt?altro che definibile come ?decadente?.
Lo stesso vale per Galep, perchè anche lui è stato un disegnatore che, in un certo senso, non si è mai accontentato dei risultati ottenuti, non si è mai fermato in uno stile univoco.
Parlando del suo periodo d'oro,?Sangue navajo? e ?Il grande re? mi sembrano storie che presentano un tratto tra loro leggermente diverso, più preciso e pignolo nella seconda storia;così come ?SuperTex? e ?Il giuramento? mi sembrano diversi da ?Gli sterminatori?.
Io vedo il percorso di Galep come un'evoluzione continua.
Il problema è determinare quando si ferma l'evoluzione e comincia la decadenza.
Per quanto mi riguarda ?Tex 200? da un punto di vista grafico è un ?autentico Capolavoro:Galep si scatena in scene di battaglia con decine e decine di personaggi, tratteggia ambienti selvaggi e maestosi, caratterizza con la solita maestria(nel campo delle caratterizzazioni ineguagliabile!)lo stregone dei navajos e quello degli hualpai.
La scena in cui i nostri fanno irruzione nel villaggio nemico è spettacolare!
Ditemi voi se questa vignetta non è un autentico gioiello! ( Clicca sulle immagini per ingrandirle )


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Nel periodo d'oro galeppiniano c'è stato invece un breve momento in cui, secondo me, si è visto un leggero calo qualitativo.
Mi riferisco a ?Il ritorno di Montalesè e a ?I cacciatori di scalpiù:per quanto le tavole del Maestro rimangano splendide, con i soliti meravigliosi dosaggi delle ombre e delle luci, e per quanto(soprattutto nella storia messicana) le scene di battaglia siano sempre grandiose, in queste due storie si vede una certa difficolt? nel tratteggiare i volti dei pards(alcuni volti sono sinceramente brutti)e una certa tendenza al ?tirar via?.
Attenzione, il segno evocativo di Galep non è mai stato il segno preciso e maniacale di un Villa, ma in queste due storie io vedo un approssimazione maggiore, un disinteresse più accentuato per il dettaglio.
Date un'occhiata a questa vignetta:


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Con ?El Muerto? Galep ritorna assolutamente straordinario in tutto!Sono convinto che quella storia sia uno dei più grandi Capolavori grafici della serie, il lavoro migliore di Galep insieme a ?Il grande re?,?Tra due bandiere? e ?Gli sterminatori?.
Ed è qui che si apre il nuovo periodo galeppiniano, che si manifesta pienamente con ?L'aquila e la folgore?:il tratto si fa più evocativo e morbido;le vignette, sia che si tratti di primi piani che di campi lunghi, vengono solcate da un tratteggio più fitto, che rendono le ombreggiature ancora, se possibile, più maestose.
Questo periodo galeppiniano, che coincide col terzo centinaio della serie, io semplicemente lo adoro:i personaggi si fanno più espressivi, le pose nelle scene d'azione più plastiche e dinamiche.
Tra quelli che posiamo considerare come Capolavori io aggiungo una storia, in cui tutto quello che ho elencato su dispiega in una maniera straordinaria:questa storia è ?Grido di guerra?:guardate questa vignetta, anzi, questo quadro;guardate le espressioni dei volti, la plasticit? dei corpiù. e ditemi se non è una cosa meravigliosa!


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E se Corvo annovera ?Gli strangolatori? tra i Capolavori del Maestro, io ne aggiungo un altro, un altro capolavoro dimenticato:il numero 300.
Questa è l'albo con cui Galep chiude il cerchio aperto con ?Gli sterminatori?:la stessa libertà compositiva, la stessa gabbia bonelliana giunta quasi al limite della sua completa rottura?. paesaggi meravigliosi, corpi resi nel pieno del dinamismo con una potenza plastica straordinaria, scene notturne sotto la pioggia che quasi sembrano vere.


Immagine postata


La decadenza comincer? di l' a poco.
Ma come ho detto qualche altra volta, quando un disegnatore ti piace(o meglio, lo adori come io adoro Galep) ti piace anche nella decadenza.
Il segno, seppur involuto, rimane comunque quel segno di cui ti sei innamorato?come dire, la donna della tua vita ha preso qualche chiletto?... ok, ti piacer? di meno, ma l'amerai e ti piacer? comunque.
Diverso il caso di un disegnatore che non hai mai amato neanche nel suo periodo migliore:io non reggo l'Ortiz di ?Mescalerosè, come posso reggere l'Ortiz di ?Evasione??

Ultimo aneddoto(e concedetemi un piccolo ot) personale:i primi mesi in cui leggevo Tex,Galep lo odiavo:quando lessi ?Tex 200? i disegni mi fecero schifo?avevo poco più di 7 anni. Dopo qualche tempo lessi il Galep della della decadenza, in ?I diavoli rossi?:semplicemente mi innamorai di lui!
Galep è stato il disegnatore che mi ha insegnato a disegnare:ho copiato così tante volte i suoi disegni che ancora oggi, quando schizzo un volto, i punti salienti del viso(occhi, naso)sono quasi uguali a quelli di Galep-questo tanto per farvi capire quanto lo amo.
Concludo ribadendo un fatto:Tex ha avuto tanti disegnatori straordinari, forse anche migliori di Galep?ma il più grande disegnatore della storia di Tex, l'unico ed inimitabile, rimane comunque lui, il grande Galep!

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che intendessi "Gli Sterminatori" e non "Gli strangolatori" :indianovestito:? eh, sicuramente si, anche perchè l'apice Galep lo ha raggiunto tra Black Baron e Condor Pass, La storia con Montales del nr 137 già segna il passo e quella de "I cacciatori di scalpi" mostra ancora le difficolt? della non buona salute del maestro. Secondo me anche El Muerto ha refusi di una mano che deve ancora riprendersi a pieno e da "l'Aquila e la folgore" si può godere un galep più pittorico e meno d'avventura, i volti sempre segnati da intense espressioni e unacapacità di "seguire" il Tex di Nolitta come nessuno avrebbe fatto. non vorrei paragonare i volti del Galep decadente, dopo 35 anni di bellezze grafiche, con quelli del maestro Font che ancora deve azzeccarne una (in fatto di volti). Mi ripeto fino all noia altrimenti possono nascere dei fraintesi: Font per me non è ADATTO A FARE TEX, come non lo sarebbero Hugo Pratt e Moebius! :indianovestito: ma parliamo di Galleppini, che avrei sicuramente non avrei apprezzato a fare donnine e astronavi su "Eternauta"

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  • Collaboratori

Esco un po' dal seminato per soffermarmi su questa magnifica vignetta postata da Paco:


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I pards creano lo scompiglio nel campo hualpai mostrando una sincronia incredibile nell'azione:

a ) Tiger elimina con una fucilata l'avversario più pericoloso,

b ) Tex, finite le munizioni, si serve del fucile come meglio può,

c ) ma guardate Carson e la sua vittima! Il povero hualpai si copre la testa rassegnato ormai al suo destino, mentre gli altri indiani si danno a un disordinato fuggi fuggi per scampare al pericolo!!!

E' una vignetta molto ironica e testimonia del perchè del grande successo avuto da questa serie. Oggi difficilmente vedremo cose simili sul nostro Tex mensile. G. L. Bonelli e Galep lavorano coralmente assecondandosi a vicenda con risultati strepitosi: che bell'esempio di coppia, la più grande, senz'ombra di dubbio, nel panorama fumettistico degli ultimi 100 anni!

E' un piacere per gli occhi e per l'anima.

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  • Collaboratori

che intendessi "Gli Sterminatori" e non "Gli strangolatori" :indianovestito:?

Una svista da parte mia, scusami Corvo, ho modificato il messaggio iniziale. Leggo con piacere che la pensiamo più o meno allo stesso modo su "Gli strangolatori" e anche su "Gli sterminatori". Voglio soffermarmi su quella sceneggiata da Nizzi, che nell'altro forum, sono in tanti a declamare e che secondo me è la più debole del primo periodo nizziano: per la sceneggiatura mal riuscita, ma anche per i disegni che sono ben lontani da quel capolavoro grafico che è "Magia Nera".
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ma anche per i disegni che sono ben lontani da quel capolavoro grafico che è "Magia Nera".

Sono d'accordo sul fatto che "Gli strangolatori" non è uno dei capolavori di Galep, però secondo me quella storia è disegnata comunque molto bene.

E' vero, alcuni visi sono imperfetti, però le ambientazioni sono magnifiche:la giungla, il covo dei thugs sono splendidi.
Poi Galep da ancora prova della sua maestria nelle scene di massa, che sono splendide.
E anche la caratterizzazione dei personaggi io la trovo splendida:i thugs fanno davvero impressione, la ragazza da salvare è proprio bella e verginea come deve essere,Raymangan e Murdo hanno le giuste facce da bastardi.

E poi c'è uno dei più bei ritratti galeppiniani di Tex

Immagine postata

Non è magnifico??

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ecco, cliccate su questa striscia per ingrandirla e vi renderete conto di quale Galep sto parlando (forse è tratta proprio dall'albo Magia Nera o Il Veliero M).
? un originale, e vi assicuro che vedere gli originali fa cambiare parere! :indianovestito:

(ad esempio gli orginali di Bruzzo Fusco e Letteri sono molto meglio dello stampato)

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gia, il figlio di mefisto... incipit, che stupido. si, gli originali di certi autori sono di gran lunga più "significativi" della tavola stampata. Bruzzo, che potrebbe passare per uno "normale" e molto più accattivante visto sull'originale! Per non parlare di Fusco, cui darei sempre qualche punto in più per la bellezza del suo tratto "live".

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Ragazzi stavo seguendo la discussione su Galep e volevo una vostra opinione sulla cover del numero 256 "Indian Agency", vistosamente Tex è fuori proporzione vista la lunghezza errata delle braccia protese verso l'alto, già in questo periodo Galep mostra il suo declino nel disegno,... ma a parte questo e a parte il fatto che comunque personalmente lo adoro, l'editore cosa ha pensato nel momento di decidere la pubblicazione?.. Non si cerca di rifare la cover o i tempi di pubblicazione di allora non lo permettevano?

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  • Collaboratori

Si il braccio è corto ma è anche la camicia a mettere il particolare in risalto. Comunque dal numero 250 circa le copertine risultano di un pelo inferiori alla media. Lontane dalla perfezione sono infatti "Giungla crudele", "La Strega", "Il sepolcro azteco", "Il colonnello Watson", "Gli ostaggi", Territorio nemico" e tutte quelle dal 301 in su, con rare eccezioni.

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Comunque sia un errore prospettico o anatomico lo fa anche il disegnatore nel pieno della fase creativa!-anche in qualche copertina di Villa, per esempio, si possono notare errori anatomici. Però, in un certo senso, chi se frega?... mi spiego:se un disegno, per composizione, inquadratura, soggetto,? bello, si può anche passare sopra al piccolo errore. A me piacciono tantissimo le copertine di "Territorio nemico" e "Il colonnello Watson", e mi piace molto la penultima copertina di Villa per la serie di repubblica

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  • Rangers

Io invece qualcosa di diverso in Galep l'ho sempre avvertito dalla storia Missione Suicida. E' da l' che ho notato che qualcosa nel suo segno stava cambiando. Con questo non voglio dire che il suo tratto sia pessimo, ci mancherebbe.... solo che è diverso da quello che ero abituato a vedere nelle storie precedenti. Imho comunque quelle peggiori sono le sue ultimissime storie, in cui molte proporzioni sono sballate, ma fino ad allora (cioè dal numero 224) parlerei di maturazione più che di decadenza vera e propria. Un p? come con Ticci, poi i gusti son gusti... io ad esempio preferivo il Ticci di mezzo, come pure il Galep di "primo pelo"!! Detto questo aggiungo che la redazione ha compiuto uno scempio nel far ridisegnare completamente l'inizio di Golden Pass a cui Galep aveva cominciato a lavorare. Cosè come successe più avanti con Colorado Bell di Marcello, ridisegnata completamente da Font!!Fosse stato per me, di qualsiasi livello erano le tavole le avrei pubblicate, per rispetto verso gli autori che avevano speso le ultime energie (oltre ad essere malati e vicino alla fine) per regalare la loro ultima eredit? alla Storia del Fumetto, oltre che a noi lettori!!Se è stato fatto per Letteri, Sommer, Monti, Giolitti.... io l'avrei fatto anche per gli altri!! :trapper:

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Detto questo aggiungo che la redazione ha compiuto uno scempio nel far ridisegnare completamente l'inizio di Golden Pass a cui Galep aveva cominciato a lavorare. Cosè come successe più avanti con Colorado Bell di Marcello, ridisegnata completamente da Font!!Fosse stato per me, di qualsiasi livello erano le tavole  le avrei pubblicate,  per rispetto verso gli autori che avevano speso le ultime energie (oltre ad essere malati e vicino alla fine) per regalare la loro ultima eredit? alla Storia del Fumetto, oltre che a noi lettori!!

Questa di cui parli è una questione su cui, secondo me,? difficile dare un giudizio netto. Mettiamo il caso che l'ultima di Marcello fosse stata pubblicata:in ogni caso, come ci ha anche detto Boselli alcuni giorni fa, quelle tavole prima di essere pubblicate avrebbero comunque dovuto subire sostanziosi aggiustamenti... e quindi l'arte di Marcello sarebbe comunque stata tradita. Per quanto riguarda Galep non so cosa pensare bene... il cuore mi dice che quelle tavole dovevano essere pubblicate comunque;ma chi ci dice che pubblicandole non si sarebbe compiuto un'oltraggio ben più grave alla fama del Maestro?Non credo che noi, esterni alla casa editrice e ignari dei suoi meccanismi, possiamo giudicare:non sappiamo come si sono svolti i fatti. Io, su queste cose, credo di potermi/dovermi fidare delle scelte di Sergio Bonelli, che con i suoi collaboratori ha sempre dimostrato di essere un signore... e credo che mai sia stata sua intenzione "oltraggiare" la figura di Galep, con cui aveva collaborato per anni e verso cui, credo, doveva anche provare un sentimento d'amicizia Modificato da paco ordonez
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Anche a mio parere è innegabile che l'ultima parte dell'attività di Galep abbia visto un calo certo graduale, ma pienamente avvertibile rispetto ai tempi de "Il Giuramento", "Tra due bandiere", "Il figlio di Mefisto" e "Gli sterminatori". IMHO la prima storia in cui anche il lettore distratto rischia di farci caso è "L'ombra di Mefisto" nella quale si notano già chiaramente alcune facce di Tex rese sgradevoli dallo sforzo fatto dall'artista per conferire loro espressivit? ( soprattutto nella scena del rito vodoo che la mambo Louise effettua ai danni del ranger ); sempre qui per la prima volta il volto di Carson appare molto invecchiato a causa di un tratteggio più fitto, pesante ed insistito; per contro il suo Morisco non mi pare così malvagio, specie se si tiene conto che è la prima ( e unica ) volta che il brujo compare in una storia disegnata da Galep. Anche dopo questa svolta negativa, comunque, condivido l'opinione di Paco secondo cui Galep è riuscito ad ottenere risultati di livello assai buono anche dopo, in particolare in "Grido di Guerra" e ne "Gli strangolatori" ( che, pur presentando lievi difetti, mi sembra eccellente anche a livello di sceneggiatura ); soltanto "Soldati a cavallo" e il n. 400 , come si è in parte già detto , mi paiono davvero di livello modesto ( anche se, nel secondo caso, il colore d' una certa mano nel mascherare le difficolt? del disegnatore nella resa dei volti e nel rispetto delle proporzioni delle figure ). In sostanza, comunque, la decadenza di Galep mi appare comunque più che decorosa, al pari di quella di Letteri ( per quanto riguarda Fusco sarei persino più positivo, dato che mi pare abbia accusato soltanto lievi flessioni nelle sue ultime prove ) e in ogni caso meno netta di quella IMHO accusata dal Ticci del sesto centinaio: se non è piacevole passare da "Gli sterminatori" a "Soldati a cavallo" ( o, quanto a questo, da "Il laccio nero" a "A sud del Rio Grande" ), è ancor meno allegro IMHO arrivare a "Buffalo Soldiers" da "Sulle piste del Nord" o da "Il cerchio di sangue".

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Guest Gilbertfan

Detto questo aggiungo che la redazione ha compiuto uno scempio nel far ridisegnare completamente l'inizio di Golden Pass a cui Galep aveva cominciato a lavorare.
Cosè come successe più avanti con Colorado Bell di Marcello, ridisegnata completamente da Font!!

Fosse stato per me, di qualsiasi livello erano le tavole  le avrei pubblicate,  per rispetto verso gli autori che avevano speso le ultime energie (oltre ad essere malati e vicino alla fine) per regalare la loro ultima eredit? alla Storia del Fumetto, oltre che a noi lettori!!

Se è stato fatto per Letteri, Sommer, Monti, Giolitti.... io l'avrei fatto anche per gli altri!!  :trapper:

Potresti anche aver rgione, Sam, ma è evidente che l'avvicinarsi della morte per disegnatori quali Letteri, Monti o Giolitti (soprattutto) non ha mutato radicalmente il loro stile.

Per quanto riguarda gli altri due artisti da te citati, Galep e Marcello, ci sarebbe un lungo discorso da fare...
Intanto, la le ultime tavole di Galep sono oggettivamente orribili, e probabilmente Aurelio avrebbe provato nient'altro che imbarazzo nel vedersele pubblicare.
Le tavole di Marcello, invece, sono rimaste inedite, ma come quelle di Galep sono state respinte in redazione per problemi riguardanti assialit? mancate od evidenti sproporzioni.
Tu hai fatto riferimento a Giolitti, come un disegnatore del quale sono state pubblicate le ultime opere, ma Alberto non è mai cambiato, è andato anzi in migliorare, direi!
http://www.google.it/url'source=imgres&ct=img&q=http://img228.imageshack.us/img228/7617/galep5dq4.jpg&sa=X&ei=fTYNTIjQMZeX_Qa5_sziDw&ved=0CAQQ8wc4Aw&usg=AFQjCNEIb49WquL4rk42HeUDeAIXNjsKMQ
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Anche a mio parere è innegabile che l'ultima parte dell'attività di Galep abbia visto un calo certo graduale, ma pienamente avvertibile rispetto ai tempi de "Il Giuramento", "Tra due bandiere", "Il figlio di Mefisto" e "Gli sterminatori". IMHO la prima storia in cui anche il lettore distratto rischia di farci caso è "L'ombra di Mefisto" nella quale si notano già chiaramente alcune facce di Tex rese sgradevoli dallo sforzo fatto dall'artista per conferire loro espressivit? ( soprattutto nella scena del rito vodoo che la mambo Louise effettua ai danni del ranger ); sempre qui per la prima volta il volto di Carson appare molto invecchiato a causa di un tratteggio più fitto, pesante ed insistito; per contro il suo Morisco non mi pare così malvagio, specie se si tiene conto che è la prima ( e unica ) volta che il brujo compare in una storia disegnata da Galep. Anche dopo questa svolta negativa, comunque, condivido l'opinione di Paco e secondo cui Galep è riuscito ad ottenere risultati di livello assai buono anche dopo, in particolare in "Grido di Guerra" e ne "Gli strangolatori" ( che, pur presentando lievi difetti, mi sembra eccellente anche a livello di sceneggiatura ); soltanto "Soldati a cavallo" e il n. 400 , come si è in parte già detto , mi paiono davvero di livello modesto ( anche se, nel secondo caso, il colore d' una certa mano nel mascherare le difficolt? del disegnatore nella resa dei volti e nel rispetto delle proporzioni delle figure ). In sostanza, comunque, la decadenza di Galep mi appare comunque più che decorosa, al pari di quella di Letteri ( per quanto riguarda Fusco sarei persino più positivo, dato che mi pare abbia accusato soltanto lievi flessioni nelle sue ultime prove ) e in ogni caso meno netta di quella IMHO accusata dal Ticci del sesto centinaio: se non è piacevole passare da "Gli sterminatori" a "Soldati a cavallo" ( o, quanto a questo, da "Il laccio nero" a "A sud del Rio Grande" ), è ancor meno allegro IMHO arrivare a "Buffalo Soldiers" da "Sulle piste del Nord" o da "Il cerchio di sangue".

E' raro che io sia in disaccordo con Pedro, ma stavolta non condivido troppo la sostanza del discorso. Come ha intelligentemente notato Paco, si deve distinguere tra evoluzione e declino stilistici. Il Ticci odierno non piace neppure a me ( non avrei mai pensato di dover dire una cosa del genere! ) , ma qu? si tratta di un'evoluzione stilistica volutamente impressa dall' autore, in chiave espressionistica. Nel caso di Galep e Letteri, è un calo che avviene loro malgrado. Ad ogni modo, il declino del disegnatore romano mi sembra molto più accentuato di quello del suo collega sardo: non so come, l' ultimo Letteri mi risulta estremamente volgare, l 'ultimo Galep sproporzionato ma non sgradevole... Sproporzioni da cui il nostro Aurelio non è stato esente neppure nel periodo d'oro ( vedere per credere la mano del mescalero nella copertina di 'Odio Senza Fine' ) , senza che ciò mi abbia impedito di adorarlo. Quanto al Morisco, non appare solo in 'L' Ombra Di Mefisto' , ma anche nel texone : è un 'brujo' più magro, che tuttavia non mi dispiace... Ecco, il texone segna forse l'inizio di un calo importante, sebbene non ne abbia mai dato un giudizio così negativo come altri utenti han fatto... Le ultime copertine e 'Tex 400' , così come le prime tavole di 'Golden Pass' , sono effettivamente segnate in profondo dai problemi dell'artista sardo, ma proprio per questo hanno guadagnato un posticino dentro di me...
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  • Rangers

ma chi ci dice che pubblicandole non si sarebbe compiuto un'oltraggio ben più grave alla fama del Maestro?

Mah, al di l' delle scelte redazionali che comunque rispetto, dato che non sono un esperto, ma solo un lettore che si è affezionato alla serie e a quanti hanno contribuito a farla vivere ancora oggi nel 2010, io continuo a pensare che il modo per onorare al meglio il lavoro e la passione di questi grandi artisti, sarebbe stata quello di pubblicare i loro ultimi lavori. Le tavole di Marcello sono state ritoccate anche nella storia "La Grande Invasione" (da una donna oltretutto, caso rarissimo averne una nello staff Texiano :P , eppure io non l'avevo mai notato, forse perchè (a parte il mio occhio da inesperto) è stato fatto un lavoro delicato e di tutto rispetto!! :)Io avrei pubblicato Golden Pass così com'era, anche se la decadenza di Galep era ben visibile, con tutti i problemi di sproporzioni e visi tratteggiati in modo confuso. Le loro ultime opere incompiute le considero come un eredit?, vedi il Maxi di Letteri. Dato che alla fine un lettore si affeziona alle tavole e ai vari "cambi di mano", provo una stretta al cuore osservare le ultime opere di Letteri, Fusco, Monti ecc. Cosè come sarebbe stato un delitto non pubblicare le ultime storie (parole, scenette e quant'altro) scritte da Gianluigi Bonelli (anche se alla fine le storie sono state ritoccate da altri ghost writers)!Avrei preferito avere l'ultima eredit? anche di Galep, anche perchè lui è stato il creatore grafico di Tex, ed era una cosa che gli spettava di diritto (naturalmente imho ;) ) :trapper:
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Il caro Galep di sicuro una cosa che lo ha spinto a realizzare, anche se non con il suo stile più storico, le storie in cui si denota un evidente cambio del suo tratti grafico,? senza dubbio proprio nel suo caso quella famosa "simbiosi" che si era creata nel corso dei decenni con il suo personaggio. Secndo me era ben conscio di non avere più l'abilità di un tempo e ne ha voluto comunque trasmettere il significato tramite il suo disegno anche se non era più quello dei tempi d'oro. Simbiosi che si esplicava sia nei periodi più esaltanti che in quelli cagionati dalle sue condizioni di salute. La sua ultima copertina di Tex 400 rimarr? sempre nel mio cuore, e quando ripasso la mia collezione è una di quelle che voglio sempre rivedere, anche se ogni volta mi viene un groppo alla gola pensando a lui e a quel saluto pieno di significato che il nostro/suo Tex ci dava mentre cavalcava via per la sua ultima volta.

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La "decadenza" di Galep purtroppo e' un fatto assodato ed e' impossibilie non accorgersene. Ritengo che il tratto dell'artista sardo e' iniziato a "vacillare" gia' dagli anni '80, anche se storie come "Il segno di Cruzado","Grido di guerra","L'ombra di Mefisto" erano ancora un bel vedere. Il calo netto si ebbe dall'87 in poi con la storia "I diavoli rossi", dove le sproporzioni erano ormai in quasi tutte le vignette.

Secondo me, il generoso Galep doveva fermarsi gia' da allora o doveva essere fermato. Cosi' anche per le copertine. Dal numero 300 in poi lasciavano molto a desiderare e Villa doveva gia' subentrare dalla numero 350 o giu' di li'. Ma mi rendo conto che per Sergio Bonelli, visto cosa ha rappresentato Galep per i lettori di Tex, era difficile dire a quest'ultimo di appendere la matita al chiodo. Si e' deciso quindi, credo per gratitudine, di lasciarlo continuare fino al '94, e a mio avviso e' stato un grosso errore. Quando un artista, un calciatore, un attore, un cantante, non e' piu' in grado di continuare deve smettere. Per rispetto verso se stesso e verso i suoi fan. Io la penso cosi'.

Non e' stato bello vedere un cantante come Freddie Mercury con un aspetto spettrale che faceva fatica anche a reggersi in piedi, nell'ultimo video in cui e' apparso. A me piace ricordare i propri idoli nel massimo della loro forma. Si deve avere il coraggio di mettersi da parte, quando ci si rende conto di non rendere piu' come un tempo.

Modificato da Anthony Steffen
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Galep è un disegnatore che si è "fatto" da solo, si può dire un autodidatta, nel suo percorso artistico non è infrequente trovare disegni come dite voi "sproporzionati", anche quando era al massimo della forma. E di copertine con difetti se ne possono incontrare anche nel "secondo centinaio" (concordo su Odio senza fine, e se ne potrebbero citare delle altre, senza naturalmente togliere nulla all'epicit? della cover che rimane nel cuore di tutti noi ) però è anche giusto sottolineare che certe sproporzioni primo periodo sono il frutto di collage redazionali fatti alla bella e buona e/o da inchiostrazioni e matite non completamente eseguite da Galep. Anche la qui citata "Il Grande Re" è una storia dove a volte la faccia di Tex è fontiana, ma questo è dovuto ad interventi esterni.(Mettiamoci anche un rapporto qualità/quantit?, che d'accordo certo non vanno, e nel quale Galleppini ha convissuto per decenni, al contrario dei disegnatori ultima generazione o maestri del fumetto d'autore che magari di sproporzioni non ne fanno ma hanno a disposizione tutto il tempo necessario per rivedersi e correggersi... domandiamoci quanto tempo ci ha messo Magnus (o Kubert) per il suo texone e quanto Galep per il suo.... poi si grida al capolavoro per Magnus e Galep... uhm, ordinaria amministrazione. Per affondare il colpo, poche decine di giornate per la texiana "gli sterminatori", un capolavoro, 6-7-8 anni per il texone di Magnus, un altro capolavoro per gli amanti del ranger forse no per Magnus-ofili). Villa secondo me "assomiglia" moltissimo a Galep in quanto "prosecutore" moderno di un'antica avventura, ma questa è un'altra storia

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Galep è un disegnatore che si è "fatto" da solo, si può dire un autodidatta, nel suo percorso artistico non è infrequente trovare disegni come dite voi "sproporzionati", anche quando era al massimo della forma.

Sono d'accordo con questo che hai detto, e, ha conferma delle tue parole:


Immagine postata

Questa è un'alternativa alla cover "La Danza Del Fuoco", Tex N. 160. E in effetti questo albo è stato pubblicato nel periodo forse di maggiore ispirazione di Galep, però la gamba di Tex rispetto al corpo è molto sproporzionata!

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Questa è un'alternativa alla cover "La Danza Del Fuoco", Tex N. 160. E in effetti questo albo è stato pubblicato nel periodo forse di maggiore ispirazione di Galep, però la gamba di Tex rispetto al corpo è molto sproporzionata!

E' vero,Capitano;ma a parte il fatto che, come si diceva prima, anche nei disegnatori di oggi, più maniacali e accurati, si possono notare rari errori prospettici, quello che conta è l'effetto d'insieme della composizione. Forse anche la testa di Tiger è un p? troppo grande;ma ciò non toglie che questo disegno sia comunque molto bello, molto evocativo. Sicuramente questa copertina è molto superiore a quella definitiva, secondo me abbastanza anonima, a differenza di questa.
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