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TWF - Tex Willer Forum

Storia O Geografia?


Cheyenne
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Spiego subito la strana domanda. Personalmente, pur non avendo nulla contro le avventure texiane inserite in eventi storici, non le considero tra le mie preferite perchè a mio parere impastoiano lo sceneggiatore. Preferisco quindi che lo sceneggiatore si lasci guidare dall'estro, anche quando mette tra i protagonisti o tra le comparse qualche personaggio realmente esistito. Amo moltissimo, invece, i riferimenti geografici, e mi fa piacere quando vedo che sono precisi (chiaramente devo accontentarmi delle mappe su google, perchè non sono mai stata in America). Ritengo che leggere "A sud del Gila River" o "A due miglia da Kaibito" faccia volare la fantasia visualizzando i luoghi dove Tex & co. agiscono. Per voi, invece? :trapper:

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Io le vicende storiche realmente accadute non le considero una specie di limitazione per gli sceneggiatori, o perlomeno le storie di questo genere non mi hanno mai dato l'impressione di essere riuscite meno di quello che mi sarei aspettato solo perchè sono state ambientate in questi momenti particolari!Anzi, se penso ad alcuni titoli mi viene in mente che appartengono a questo filone alcune tra le più belle della serie, come per esempio "Tra Due Bandiere", oppure gli ultimi due Texoni!Piuttosto, credo che lo sceneggiatore che si cimenta con questo tipo di storie si trovi davanti ad una bella sfida con se stesso, e indubbiamente deve avere molta fiducia nei suoi mezzi, visto che è necessario conciliare la realtà storica con la finzione!Per quanto riguarda invece i vari luoghi geografici, devo ammettere che molto raramente vado a cercare dove siano (e se esistano!) in realtà. Un p? rimpiango i vecchi tempi, quando Galep disegnava le cartine tra una vignetta e l'altra, però sapere esattamente le città o i canyon dove si svolge la vicenda non ha mai suscitato particolarmente la mia curiosità!Mi basta vedere se è ambientata nel deserto, tra i ghiacci o nelle praterie!

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Io non ho alcun problema con le storie "storiche":"Apache Kid" e "La mano del morto" le ritengo due capolavori... e anche "Congiura contro Custer", dopo averla riletta, l'annovero nel gruppo dei capolavori. Per quanto riguarda i luoghi geografici, ho sempre amato molto l'usanza bonelliana di mettere le cartine;mentre, al contrario, mi ha sempre annoiato il momento in cui Tex e Carson, per andare da qualche parte, fanno la descrizione dettagliata del percorso, come avviene ne "L'enigma della lancia", che ho riletto da poco...

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Devo precisare che non escludo sicuramente dal novero dei capolavori, o comunque autentici pezzi di bravura, storie come "Tra due bandiere" piuttosto che "Apache Kid". Dico solo che per ragioni che si comprendono fin troppo bene, a Tex in quegli episodi è concesso solo di fare la figura dell'eroe, o dell'antieroe, o semplicemente dell'Uomo con la U maiuscola... ma non del vincitore. Mentre nei racconti di pura fantasia Tex potr? anche avere dei momenti "no", prendersi pure un liscio e busso o fare la figura del piccione che tanto pesa a qualcuno, ma alla fine chi la spunta è lui. Naturalmente anche in queste storie si possono trovare eccezioni come Fuga da Anderville, ma in quel caso non parlerei di una sconfitta. Le indicazioni geografiche consentono di cavalcare idealmente con Tex, se così si può dire, in luoghi che per un lettore western sono leggenda, come per un appassionato di storie di pirati potrebbe essere seguire una rotta tra la Tortuga e Maracaibo

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Tutto dipende da com'? il contesto "storico". Tex legato a vicende di contorno della guerra di secessione ci sta tutto... Un Tex che combatte fianco a fianco con Custer per uscirne magari illeso non ci sta assolutamente. In altre parole, la storia, se usata bene, non diventa un limite castrante per l'autore, anzi! (ed al tempo stesso può dare ottimi spunti)Per quanto concerne il paesaggio ammetto di soffermarmi meno, e magari più che il paesaggio le finezze... quali le abitazioni dei nativi. Chiaramente c'è il rischio che la volta in cui dovessi andare finalmente in USA mi ritrover? ben altro che i paesaggi di Tex, ma reputo che la Storia meriti un'attenzione maggiore. Si, do sicuramente maggior peso alla storia, lasciando invece galoppare la fantasia con i panorami :)

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Le indicazioni geografiche consentono di cavalcare idealmente con Tex, se così si può dire, in luoghi che per un lettore western sono leggenda, come per un appassionato di storie di pirati potrebbe essere seguire una rotta tra la Tortuga e Maracaibo

Sono d'accordo su questo,Cheyenne;però alcune volte la cosa la trovo noiosa:ti faccio un esempio da "L'enigma della lancia", in cui Tex e Carson stanno ragionando sulla pista da percorrere, in cui, dopo aver scartato la pista dei Dragoon,Tex dice a Carson:"Molto più consigliabile passare per l'altopiano di Rosebud, scendere verso il San Pedro guadandolo all'altezza della pista di Benson, e poi puntare direttamente verso la riserva dei Papagos!"Cio?, questo balloon sicuramente dimostra il fatto che Bonelli sapeva documentarsi sui luoghi, e che quindi le sue storie sono geograficamente veritiere... però io questo balloon lo trovo noioso. Viceversa, il modo in cui Boselli racconta più o meno la stessa cosa in "Missione in Messico", l'ho trovato bellissimo. :indianovestito:
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D'accordo, questo è possibile, ma io parlavo molto più semplicemente di incipit come "In un caldo giorno d'estate, alle sorgenti del Pecos" oppure "Sulla pista per Dodge City" Non è una specie di lezione di geografia come nell'esempio che mi hai fatto, ma nomi che evocano veri e propri miti. Naturalmente ho semplificato al massimo. :)

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Bellissimo topic, Cheyenne: ricordo che alle elementari Storia e Geografia erano le mie materie preferite, perfino più di Italiano, dunque non posso esimermi dal dire la mia anche su questo argomento :D . Anch'io sono un nostalgico delle cartine che mostrano i luoghi nei quali avvengono le avventure dei nostri eroi!Ricordo, tanto per citare un esempio simile a quelli riportati da Cheyenne, che una delle mie caratteristiche preferite di "A sud di Nogales" era proprio lo splendido splash-panel col quale la storia si apriva, che Ticci aveva riempito con la magnifica riproduzione di una cartina. Provo la stessa emozione, oggi, riguardandomi i luoghi su Google Earth... anche se a volte mi chiedo come abbia fatto Tex a passare attraverso gli stabilimenti della Texaco senza vederli. :lol:La mia, però, è un'ossessione che risale all'infanzia: ricordo che quando ero piccolo una delle mie più grandi passioni era trascorrere ore a guardare cartine geografiche fantasticando sul nulla. haha :rolleyes: Per quanto riguarda le avventure storiche, io sono sempre stato favorevole. A parte la doccia fredda di "Missouri", i tentativi in tal senso hanno sempre dato ottimi risultati, almeno secondo me, ed è sempre affascinante documentarsi sul periodo storico e vedere in quali punti lo sceneggiatore ha maggiormente aderito alla realtà e in quali, invece, si è concesso maggiori libertà. Paco Ordonez ha citato "Congiura contro Custer", che io annovero fra le avventure storiche più affascinanti. Non la più epica, "Tra due bandiere" ha un respiro ben diverso, ma trasmette perfettamente quel lento senso di tragedia e di continua, inesorabile caduta che hanno le vicende storiche riviste ai giorni d'oggi. Dunque, memore delle mie antiche passioni, dico: non Storia O Geografia, ma Storia E Geografia! :italia:

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Ricordo, tanto per citare un esempio simile a quelli riportati da Cheyenne, che una delle mie caratteristiche preferite di "A sud di Nogales" era proprio lo splendido splash-panel col quale la storia si apriva, che Ticci aveva riempito con la magnifica riproduzione di una cartina. La mia, però, è un'ossessione che risale all'infanzia: ricordo che quando ero piccolo una delle mie più grandi passioni era trascorrere ore a guardare cartine geografiche fantasticando sul nulla.  haha  :rolleyes: Dunque, memore delle mie antiche passioni, dico: non Storia O Geografia, ma Storia E Geografia! :italia:

Ho trovato un mio clone! Come non capirti, Virgin° Ho passato l' infanzia nello stesso modo: atlante, atlante, atlante: poi, sguardo fermo su un punto del Sudamerica, o della Siberia, o di qualsiasi altro luogo, e partiva l' immaginazione su cosa ci fosse realmente in quell'angolo di mondo. E' stata una cosa tipicamente infantile, tant'? che conosco tutte le capitali del mondo , tranne quelle delle repubbliche ex-sovietiche ( son del 1983, e gli atlanti non le registravano, in quanto non ancora esistenti ). Beh, mi fa piacere scoprire che c'è qualcuno con le stesse mie fissazioni, Virgin!Ad ogni modo, anch'io sono per Storia e Geografia: ma se la prima non è , a mio giudizio, propriamente texiana, la seconda costituisce una componente essenziale del nostro fumetto, che è il fumetto della certezza spaziale ( e temporale, ma ciò non necessita di un contesto storico reale) . Quanto più dettagliata è la descrizione geografica, quanto più si è immersi nell' avventura e ci si impersonifica con Tex; l'esempio citato da Paco de 'L'Enigma Della Lancia' ( "Molto più consigliabile passare per l'altopiano di Rosebud, scendere verso il San Pedro guadandolo all'altezza della pista di Benson, e poi puntare direttamente verso la riserva dei Papagos!" ) è , contrariamente alla sua idea, a mio giudizio, la battuta più texiana che ci possa essere.
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  • Rangers

Anche per me non c'è problema, mi piacciono sia le avventure mischiate con la Storia (con la S maiuscola :D ) sia quelle di pura fantasia con gli incipit geografici. Al proposito della Geografia anche a me piace molto pensare che lo scrittore prima di ambientare la sua avventura, si sia ben documentato studiandosi percorsi e villaggi - città - riserve - confini e quant'altro realmente esistiti, negli anni in cui i nostri pards erano ancora in sella per gli States e non! :D ;)Detto questo apprezzo moltissimo anche gli spruzzi di fantasia con cui Nizzi e GLB ogni tanto si lasciavano andare, ambientando le storie in villaggi dai nomi mai esistiti, oppure inserite in Stati addirittura lontanissimi dalla realtà. Quando leggo mi piace anche correre con la memoria alle storie passate, tipo: "se leggo che la storia è ambientata a Tucson (tanto per fare un esempio), cerco di ricordarmi le storie precedenti in cui Tex e pards ci sono passati, pensando a come erano raffigurate le piste, le abitazioni o i saloon!Che dite devo farmi ricoverare?? haha :lol::blink::trapper:

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Anche per me non c'è problema, mi piacciono sia le avventure mischiate con la Storia (con la S maiuscola :D ) sia quelle di pura fantasia con gli incipit geografici.

Al proposito della Geografia anche a me piace molto pensare che lo scrittore prima di ambientare la sua avventura, si sia ben documentato studiandosi percorsi e villaggi - città - riserve - confini e quant'altro realmente esistiti, negli anni in cui i nostri pards erano ancora in sella per gli States e non! :D;)

Detto questo apprezzo moltissimo anche gli spruzzi di fantasia con cui Nizzi e GLB ogni tanto si lasciavano andare, ambientando le storie in villaggi dai nomi mai esistiti, oppure inserite in Stati addirittura lontanissimi dalla realtà.

Quando leggo mi piace anche correre con la memoria alle storie passate, tipo: "se leggo che la storia è ambientata a Tucson (tanto per fare un esempio), cerco di ricordarmi le storie precedenti in cui Tex e pards ci sono passati, pensando a come erano raffigurate le piste, le abitazioni o i saloon!

Che dite devo farmi ricoverare?? haha :lol::blink::trapper:

Allora siamo in due. haha


Bonelli, per quanto non fosse mai andato negli USA, era meticolosissimo nel documentarsi. Si narra che prima di scrivere didascalie tipo: "Dopo ... giorni di viaggio" calcolasse, cartina e righello alla mano, quanto ci volesse effettivamente per coprire una certa distanza a cavallo o con i treni dell'epoca. :inch:

Da parte mia, ricordo che da ragazzo rimasi stupefatto nello scoprire che certi luoghi della Riserva Navajo, come il Ponte ad Arcobaleno e la Valle degli Scheletri (quella con i fossili di dinosauro affioranti dalla sabbia), esistevano sul serio. Ero convinto che se li fosse inventati lui. :o
Certo, non tutti i luoghi visitati da Tex, specie le piccole cittadine, erano reali, bensì inventati per l'occasione, ma questo è normalissimo in narrativa.

Da qualche parte devo aver letto che Nizzi, al contrario di Bonelli preferiva inventare i luoghi piuttosto che ambientare le storie in luoghi veramente esistenti e documentarsi al riguardo.
Non vuole essere una critica, ma solo la constatazione di un approccio diverso e non certo peggiore.

Personalmente io non sono molto rigido al riguardo. Mi vanno benissimo i luoghi "immaginari", ma quando si sceglie una localit? veramente esistente, vorrei che fosse raffigurata come realmente era all'epoca.

E ciò ci porta a parlare di Storia, argomento in cui sono ferrato più che in Geografia. Anche qui, io non ho problemi nel vedere Tex interagire con personaggi storici, ma anche qui mi aspetto da parte degli autori una documentazione ferrea (A proposito, ma con quanti e quali personaggi storici si è incontrato Tex fino ad oggià.

Per quanto riguarda il vedere Tex alle prese con un avvenimento storico, ci andrei con i piedi di piombo, perchè Tex non può certo cambiare la storia e quindi rischia di essere più spettatore che attore. La soluzione potrebbe essere quella di renderlo attore di un evento collaterale inserito nel contesto di un evento storico più grande (Ad esempio: l'incontro/scontro con il Tenente Beau Danville durante la ritirata dei Texani dopo la battaglia di Glorieta Pass nell'omonima storia dell'Almanacco 1998).
La mia soluzione preferita, però, è quella di creare una storia basata su eventi realmente accaduti, ma romanzata quanto basta. Per esempio: "Messaggero di morte" è basata sulla fuga di parte dei Cheyennes dall'Oklahoma per ritornare nei loro territori originari (storia che ha ispirato il film di John Ford "Il grande sentiero" ed un episodio della "Storia del West"), ma i nomi e parte del contesto sono diversi, cosa che ha permesso a Nizzi di far evolvere la vicenda in modo da rendere Tex risolutivo e non seguire pedissequamente il "copione storico" :capoInguerra:
Allo stesso modo si è comportato Boselli in "Buffalo Soldiers". Cambiando leggermente il nome dell'agente indiano Meeker e spostando di poco la sede dell'agenzia indiana Borden ha fatto sè che Tex potesse rovescaire le sorti di uno scontro che nella realtà storica vide uccisi l'agente indiano e chiunque altro fosse nell'agenzia con lui. :D

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