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TWF - Tex Willer Forum

[600] I Demoni Del Nord


Sam Stone
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95 utenti hanno votato

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Finalmente una storia centenaria di cui mi ricorder? bene i particolari anche fra qualche anno. Se penso agli altri albi full color mi ricordo bene solo il 200 e parti del 500 perchè il più vicino cronologicamente. Finalemente qualcosa di nuovo, che può piacere o meno ma comunque lascia il segno!

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Non ho ancora letto l'agognato albo- non lo farà prima che siano calate le tenebre :cowboy: -però una cosa la posso dire:che dopo averla vista concretamente, dopo averla presa in mano e saggiata materialmente, dopo aver visto tutti i particolari... questa copertina di Villa è non solo bellissima:? un autentico CAPOLAVORO!!Lo sfondo bianco è geniale, davvero Tex risalta in tutta la sua monumentalit?!... credo che chiunque si trovi di fronte ad un capolavoro simile, anche se non amasse Tex, la tentazione di comprare l'albo l'avrebbe, eccome se l'avrebbe!!Una delle copertine più belle dell'intera serie! :inch::inch:

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Degna celebrazione del sesto centinaio e grande prologo per il settimo. Se il buongiorno si vede dal mattino possiamo nutrire grosse speranze per il futuro.

Le storie con gli indiani già mi predispongono bene alla lettura, poi abbiamo un'ambientazione accattivante, la tundra canadese finora quasi inesplorata, i quattro pards in azione, una rarit? al giorno d'oggi, comprimari che funzionano, un velo di mistero quasi tinto di horror, tanta azione come si conviene alle storie brevi, e quando viene voglia di sfogliare la pagina seguente con l'ansia di sapere cosa succeder? e come andr? a finire, allora non si può chiedere di più a una storia celebrativa di un albo secco. L'idea della tribù di antropofagi è stata interessante, anche il velo di mistero che li circonda e che non permette mai di rivelarsi in toto, neanche nell'aspetto fisico, è stato vincente. Interessante poi vedere per la prima volta etnie quasi sconosciute e mai apparse nella serie, immerse in un paesaggio desolato che aumenta il senso di mistero della storia. Finalmente vediamo i quattro pards tutti insieme, ognuno ha una sua funzione e non vediamo in Kit e Tiger delle semplici comparse come in altre storie, anche l'amico Jim Brandon e i vari comprimari sono ben centrati e caratterizzati nonostante la brevit? della storia. L'azione poi, in particolare l'assalto al forte, può ricordare altre avventure, in particolare un'altra avventura canadese ai primordi di Tex. Non manca neanche una consueta, per l'autore, sèintende, esibizione di scienza, in questo caso delle nozioni etnografiche in bocca a una giubba rossa, ma qui non pesano perchè sono stemperate da altri personaggi che lo zittiscono quasi subito. Non ho molto da dire, un albo da leggere tutto d'un fiato lasciandosi trasportare dalla storia. Se la media delle storie post 600 fosse questa, saremmo a cavallo per lungo tempo.?Levati di mezzo, scimmia!? Finalmente, alla faccia del politicamente corretto.--Visto che il 600 ha parlato di indiani antropofagi, i guerrieri della nebbia, il 700 parler? di indiani aerofagi, i guerrieri del vento, che combattono con le puzzette. Si salvi chi può.
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Sottoscrivo paco ordonez, la copertina è davvero favolosa nella sua semplicit?. Peccato che il bianco tenda a sporcarsi facilmente, ma mi sono premunito con tre copie. Tra ieri ed oggi non ho avuto un secondo libero, legger? l'albo domani. Sono impaziente perchè i commenti sono unanimi, sembra proprio il centenario migliore assieme al 200!

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  • Rangers

.... ma sono un lettore che segue Tex da oltre trent'anni e penso di avere il diritto di esprimere in piena libertà il mio disaccordo (per una volta nella mia vita) su una storia, forse l'unica del nostro amico Borden, che mi ha lasciato con l'amaro in bocca.

Tranquillo Winsor, qui nessuno ti attacca per i tuoi commenti e i tuoi gusti!! ;)Strano che il filone "fantastico - irreale" non ti stia simpatico. Quindi anche la storia delle mummie, Zhenda, Rakos e quant'altri non riesci a digerirle?Allora questo spiega le tue perplessit?. E' proprio quel filone che ti spinge a questo giudizio. Però allo stesso tempo mi sembra strano, perchè in questa storia a parte l'immagine inquietante dei "Demoni del Nord" non c'è nulla di "magico". Si tratta secondo me, solamente di una tribù selvaggia (notate che sono praticamente muti) e particolarmente aggressiva. A me è piaciuta l'idea che ha avuto Boselli di mostrarceli cannibali, proprio perchè accresce l'atmosfera e l'epicit?. Il lettore rimane col fiato sospeso e si chiede quale sarà il destino dei prigionieri, ma prima di tutto di Tex e pards!! :D:trapper:
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No, Sam, non è che il filone "fantastico-irreale" io non lo digerisca in toto, dipende. La storia di Zhenda mi è piaciuta tantissimo, così come adoro le storie che hanno avuto come protagonisti Mefisto e Yama (ma non solo), quindi, se mi parli di magia, soprannaturale, di storie irreali con atmosfere inquietanti, cavolo se mi piacciono e non parlo solo di Tex, ma in generale. Come disegnatore adoro disegnare questo genere di situazioni, tant'? vero che uno dei tanti progetti che ho nel cassetto (che spero un giorno di poter realizzare, quando mi sarà ripreso del tutto), ambientato nel cupo medioevo, ha a che fare proprio col mondo della magia e delle streghe. Però tante altre cose non le digerisco, soprattutto su Tex. Mi possono star bene, ogni tanto, anche personaggi come Rakos (che tu hai citato) , "La piramide misteriosa" e"L'orribile sortilego" sono albi che, quando li ho letti in passato, non mi hanno fatto affatto storcere il naso e poi in quell'avventura c'era El Morisco, personaggio che mi piace tantissimo. Ritornando ai "Demoni del Nord", è andata a finire proprio come avevo previsto, nel senso che sono rimasto veramente l'unica voce "fuori dal coro", visto che quest'albo celebrativo è piaciuto veramente a tutti. L'ho riletto proprio oggi per rigustarmi gli splendidi disegni di Ticci, ma a me questo tema relativo ad una tribù "muta" che pratica il cannibalismo, continua a non dirmi assolutamente nulla. Non è che la storia manchi di un un certo tipo di atmosfera, è che proprio non mi ha preso. Sulla linearit? e la semplicit? del soggetto mi sono già espresso, e sono anche d'accordo (come giustamente ha sottolineato qualcuno) sul fatto che in sole 110 pagine non è che si poteva fare molto di più. Di positivo posso dire invece di aver molto apprezzato il ritmo frenetico che Boselli è riuscito a imprimere alla storia e le straordinarie scene d'azione. Alla fine, rimane solo una semplice questione di gusti. Io Tex lo leggo sempre, mica posso pretendere che proprio TUTTE le storie vadano incontro ai miei gusti? Chissenefrega? Tex è Tex e io non lo abbandoner? mai!

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Contiene SPOILERDi solito sono scettico per quanto riguarda questi numeri, ma questa volta sono rimasto soddisfatto. Non so se le "stonature" che di solito avverto, derivano dal colore (ci vorrebbe la controprova) o altro, ma di fatto le storie contenute al loro interno, le trovo sempre estremamente semplici. Bench? anche questo caso non si discosta molto dai precedenti,? possibile comunque trovare dei pregi, come ad esempio il soggetto. Personalmente ho apprezzato molto l'idea di una popolazione che pratica cannibalismo. L'introduzione, al contrario, l'ho trovata un po inutile, o meglio esagerata. Come per il caso di "Oltre il fiume" , l'intervento di nuvola rossa è un po fuori posto visto che di soprannaturale c'è veramente poco all'interno di questi "demoni". Visto che come al solito mi butto nel trovare il famigerato pelo nell'uovo... non ho capito come sia potuto rimanere in vita il sergente Lautrec per due mesi dentro il covo degli "strani esseri". Al di la del fatto che con la media che portano in quanto a banchetti umani, questi demoni se lo sarebbero dovuti mangiare da un pezzo, non mi spiego come sia potuto rimanere integro senza mangiare e bere, mah... Fatto che comunque per me rimane trascurabile, in quanto fine a se stesso. Quando "incrocer?" il numero 600, penser? agli scontri e all'azione presente al suo interno, ai magnifici e adattissimi disegni di Ticci... non certo ad un miracolato. :)Voto:7

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Per quanto mi riguarda, questo non è stato solo il più bel ?centenario? di Tex, ma addirittura il più bello di tutti i ?centenari? Bonelli che mi sia capitato di leggere. Sono molti gli elementi che rendono questa storia quantomeno bella;e tale abbondanza in una storia di 110 pagine potrebbe anche stupire, se non fosse che Boselli ormai lo conosciamo!Lo sceneggiatore, cioè, non rinuncia nemmeno in questa occasione ad una trama con tanti elementi narrativi presi in prestito da generi diversi (dall'horror all'avventura pura) che si integrano alla perfezione, e ad una platea di personaggi di contorno che, non solo non tolgono niente al protagonismo di Tex e pards, ma che riescono a mostrare la propria personalit? nonostante le poche pagine a disposizione. E questo è un altro dei punti di forza di quest?albo:niente sembra tirato via o sbrigato alla meno peggio;al contrario, la narrazione è perfettamente dosata in modo che si giunga alla pagina conclusiva rispettando i tempi giusti. Probabilmente il fatto che Boselli sia da anni alle prese con sceneggiature (Dampyr) che si concludono a pag.94, lo ha ?allenato? a realizzare una storia completa sotto ogni punto di vista in un lasso di pagine brevi per la media texiana (che in ogni caso sono 10 in più rispetto a Dampyr). SPOILERGià l'inizio è spettacolare, con l'incubo di Nuvola Rossa, i pards svegliati in piena notte (scena che mi ha ricordato vagamente ?Incubo?-e non sto dicendo che la somiglianza sia voluta), e l'oscura profezia del vecchio stregone che parla di una terra lontana e misteriosa e di lupi che divorano ?immonde carogne??. Dopodich? abbiamo una scena spettacolare, probabilmente una delle più inquietanti mai viste su Tex:qui la grande bravura di Boselli si palesa:non ci fa vedere cosa ci sia di spaventoso dentro la locanda del fortino (immaginate se questa scena l'avesse sceneggiata Segura:sangue ovunque e corpi maciullati!-come minimo), ma sappiamo che qualcosa di enormemente orrendo l' dentro c'è:evidente il particolare del trapper che addirittura vomita!C?? davvero la sensazione che si stia per andare verso un mondo ignoto e crudele, spaventoso:le pagine in cui i nostri parlano non sono noiose per niente, ma danno proprio quel tocco di mistero a tutto il viaggio che dovranno intraprendere. Abbiamo così un primo assaggio dell'azione indiavolata che si svilupperò in seguito nella scena in cui Tex,Tiger e l'altro tizio subiscono l'assalto da parte dei giovani Dogrib (un tipo di attacco, se non sbaglio, del tutto inedito);qui abbiamo anche un assaggio del Tiger maestoso che vedremo successivamente:? lui, infatti, il primo a sospettare qualcosa mettendo in mostra la sua inarrivabilità come cercatore di piste. La scena in cui Lontra racconta dell'assalto al forte:SPETTACOLARE! Boselli e Ticci riescono a farti sentire la tensione e l'inquietudine di un momento come quello;? una scena che ti cattura, la suspance aumenta di vignetta in vignetta:perchè il nemico che si avvicina è silenzioso e sconosciuto? e fa esplodere l'orrore alle tue spalle quando meno te lo aspetti?Altrettanto inquietante, e soprattutto suggestiva,? la pagina in cui Kit osserva col binocolo le colline della nebbia:eccolo, il mondo sconosciuto e terribile, che non si lascia vedere bene perchè si protegge con la nebbia!Da pag.56 a pag.69. In una sola parola:CAPOLAVORO, da antologia!Da pag.73 a pag.94:altro capolavoro di scena, un assedio entusiasmante e violentissimo!Bella anche la scena finale con la discesa negli abissi (mi ha ricordato il finale di ?El Morisco?), in cui ancora una volta Tex non va tanto per il sottile e chiude la faccenda a suon dinamite!A questo punto devo dire una cosa:Boselli riconferma che, dopo Bonelli padre, lui è in assoluto il miglior sceneggiatore texiano nell'usare INSIEME i 4 pards. In queste 110 pagine, ognuno di essi ha il suo momento di protagonismo, nessuno di loro è superfluo. Volendo,Carson è quello che potrebbe sembrare più in ombra, perchè non gli vengono concesse azioni eclatanti:ma il vecchio cammello si rif? ampiamente nelle ?piccole cose?:nell'assalto al forte Boselli gira la telecamera su di lui e lo rende unico protagonista di alcune vignette;inoltre facciamo in tempo a vederlo salvare Kit e tirare un bello sganassone con battuta tutt?altro che politicamente corretta alla scimmia che non si toglieva di mezzo. Stesso discorso lo si potrebbe fare per Tex?ma anche no:per esempio nella scena dell'attacco dei Dogrib il nostro ne mette fuori combattimento tre;invita gli altri a scappare mentre lui rimane nelle retrovie;e nella scena finale sorprende tutti (almeno a me ha sorpreso) quando lancia il coltello per non sparare. Mi ha molto colpito (ma non sorpreso!) quando Tex lascia in bella vista il corpo del nemico ucciso:come dire che se gli avversari sono duri, lui lo è ancora di più!Il Kit di Boselli si riconferma ancora una volta straordinario, non solo scavezzacollo e spericolato, ma anche cresciuto:cresciuto nel senso che questo Kit propone, ha i suoi piani d'azione, in certi punti è lui stesso a decidere il da farsi;? un Kit che sempre più tiene in mano la situazione senza paura di tenerla;un Kit sempre più pronto a poter prendere il testimone dal padre. Tra le altre cose, mi è piaciuto molto il fatto che si sia rivista la coppia classica Kit-Tiger:spettacolare quando i due si lanciano a cavallo, urlando, contro i nemici!E veniamo finalmente al navajo! Non so quale sia, tra i pards, il più amato da Boselli;sta di fatto che con Tiger lo sceneggiatore ha un evidente feeling speciale (fin dai lontani tempi di ?Cercatori di piste?)! Il Tiger boselliano è semplicemente monumentale, punto. E lo è anche questa volta:dopo aver salvato Kit, decide di rimanere indietro per proteggerne la ritirata;e quando il serbatoio della carabina si scarica, non si perde d'animo:si alza in piedi e urlando sbatte il fucile in faccia all'avversario. Poi, di fronte a un numero di nemici così alto, coltello alla mano, li sfida. Spettacolare anche quando, nell'assalto al forte, si lancia urlando per difendere la madre e il suo bambino;e quando, negli abissi, mentre sembra che l'ultimo indiano sia ormai fuggito, esce lui lanciando l'ascia!Spettacolare davvero:basta leggere per concordare!Per concludere (di questo Ticci meraviglioso mi occuperò in prossimo post) io a questo albo celebrativo do un bel 10 tondo tondo. Ovviamente, questa storia non è un capolavoro, e ci sono decine e decine di storie molto migliori di questa! Ma se questo albo doveva celebrare qualcosa, lo ha celebrato nella maniera più felice:quindi, il suo scopo lo ha raggiunto pienamente! Ecco perchè dico 10, perchè questa storia, per i fini a cui doveva adempiere, si è rivelata assolutamente perfetta- oltre che bellissima in sè (come dicevo all'inizio, per quanto mi riguarda il più bel numero a colori della storia di Tex!). Complimenti a Boselli!!

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Dai, Paco, non esageriamo... sono d'accordo che si tratti di una storia ben riuscita, che commenter? approfonditamente quando avrà un po' di tempo, ma secondo me "L'idolo di cristallo" è molto, molto meglio.

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Una storia non notevole, ma tutto sommato apprezzabile, anche se ho preferito di gran lunga "Uomini in fuga","La voce nella tempesta" e "Supertex".

Quei mezzi-uomini incappucciati, denominati "guerrieri della nebbia", non mi ispirano per niente.. poi, inutile sottolinearlo, solo una marmaglia di folli della loro specie può avere come rifugio un vulcano in attività, in "gestazione eruttiva" [ossia che si sta preparando ad un'eruzione]. Per il resto, i disegni non sono precisissimi ma comunque fatti abbastanza bene. Volgendo più dettagliatamente lo sguardo all'impianto tramistico, devo dire che non ci troviamo davanti ad una storia mastodontica.. cosa comprensibile dato che il tutto si conclude in un solo numero, ma c'è da dire che, ad esempio, in "Uomini in fuga" succedono talmente tante cose che pur concludendosi tutto in un numero è come se ce ne fossero 2 in 1. Comunque, nel complesso, discreta storia.. se non fosse a colori, sarebbe totalmente trascurabile. Ma le tavole a colori sono un valore aggiunto non indifferente.
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  • Collaboratori

Ho dato 8 a una bella storia, a tratti avvolgente ( letteralmente divorate alcune sequenze )!Vorrei fermare la mia attenzione su alcuni punti. Questi sono i primi tre:pag. 8 ) Nuvola Rossa, svenuto, dopo la visione. Sono accorsi i quattro pards, richiamati dall'urlo. Noto che gli altri navajos della tribu, incuranti, sono rimasti a dormire beati. Tex e il figlio a petto nudo ( siamo a settembre ), Carson con la canottiera, Tiger vestito di tutto punto con la divisa ufficiale. Ovviamente tutto questo per dire che Tiger è più freddoloso di Carson e non per insinuare nient'altro. :indianovestito: pag 17 ) ho riconosciuto subito il maggiore Tom Dickens seduto dietro la scrivania. Il colonnello Brandon invece è in piedi. I loro ruoli, leggi gradi, sembrano invertiti. Dickens sembra restio a dare molta importanza alla faccenda della scomparsa dei due mounties. Ma il bello deve ancora venire, girate la pagina, e trovate la confessione di Brandon sul suo coinvolgimento nello scottante "affaire" dei wolfers. C'è la mano di Boselli o Nolitta qui è Me lo domando. pag. 35 ) primo incontro col dogrib Gwinee. Per saperne di più sui dogrib leggete qui su wikipedia. L'articolo potrebbe essere stato scritto dallo stesso Boselli tanto è preciso ad avvalorare le sue tesi esposte nell'albo, o da un appassionato subito dopo la lettura del seicentesimo numero di Tex. La reazione del giovane dogrib è la stessa avuta anni fa da un suo simile in un'avventura di Sergio Bonelli ( "uccidere o morire" ). Semplice citazione o intervento diretto dell'editore sulla sceneggiatura ?Il resto del post, il cui tono vuole essere ovviamente scherzoso, lo inserir? in seguito, per dare la possibilità di intervento a tutti coloro che vorranno contrraddire la prima parte.

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Dai, Paco, non esageriamo... sono d'accordo che si tratti di una storia ben riuscita, che commenter? approfonditamente quando avrà un po' di tempo, ma secondo me "L'idolo di cristallo" è molto, molto meglio.

De gustibus ...:) Alcune sequenze dell'albo mi hanno semplicemente entusiasmato;una su tutte:quella con Kit e Tiger contro i demoni. Fondata la domanda di Ymalpas:chi, tra Nolitta e Boselli, ha fatto confessare Brandon°-confessione che non mi sarei mai aspettato!
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Voto 9!Ho letteralmente divorato le pagine di questo mitico 600. Beh, le vignette di Ticci aiutavano la mia lettura "stile aspirapolvere", e la sceneggiatura boselliana scorreva, a mio dire, molto fluida. Inoltre, l'aiuto dei colori trovo sia di fondamentale importanza per analizzare a fondo un fumetto. Il B/N senza dubbio rimane caratteristico, nonchè intrigante, con i suoi giochi di luce/ombra, ma vedere il mondo a colori è tutt'altra cosa, ammettiamolo!Mi è piaciuto l'incipit con (SPOILER) Nuvola Rossa in preda agli incubi. Bellissima la Luna con in risalto il teschio. Dava quel tocco di misterioso/macabro che ho ritrovato in molteplici vignette. A dir poco esaltante la battaglia a Fort Hope, con un finale al cardiopalma. Molto ben trovata l'alleanza dei Dogrib con i Nostri, un'ulteriore dimostrazione che il colore della pelle non impedisce un genuino rapporto di fratellanza e di rispetto. Finale forse un po' affrettato e confusionario, con una conclusione a suon di dinamite e terremoti, con l'eruzione a fare da ciliegina, ma mi rendo conto che protrarre la storia per pagine e pagine voleva dire rischiare di cadere nel banale.(FINE SPOILER)Mi è piaciuto! A questo punto, attendo con entusiasmo la prossima importante ricorrenza, per vedere quale altro capolavoro sforneranno!Nel frattempo, mi porto avanti con i Tex arretrati :DComunque, quanto alla domanda di ymalpas, sono curioso anche io di sapere cosa (o meglio: chi!) abbia spinto Jim a confessarsi così apertamente.

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A una seconda rilettura, confermo il mio giudizio precedente. In confronto agli altri centenari (di cui non ho letto il 200 e il 300 ma provvederò il prima possibile), penso sia il migliore a pari col primo, superiore al 400 e avanti anni luce rispetto al 500. Lieto di eventuali confutazioni al mio giudizio. :)

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Dai, Paco, non esageriamo... sono d'accordo che si tratti di una storia ben riuscita, che commenter? approfonditamente quando avrà un po' di tempo, ma secondo me "L'idolo di cristallo" è molto, molto meglio.

De gustibus ...:) Alcune sequenze dell'albo mi hanno semplicemente entusiasmato;una su tutte:quella con Kit e Tiger contro i demoni. Fondata la domanda di Ymalpas:chi, tra Nolitta e Boselli, ha fatto confessare Brandon°-confessione che non mi sarei mai aspettato!
Non ci sono interventi di Nolitta, a parte lo spunto iniziale raccontato in trenta secondi. Borden
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  • Rangers

Curiosità che mi è venuta in mente mentre leggevo: le giubbe rosse Dicken, McDuff e Lautrec erano rpesenti anche nel Maxi "Nei Territori del NordOvest". :trapper:

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Continuo il mio giochetto alla ricerca di spunti per la discussione e arrivo fino a pagina 50. pag. 35 ) Fedeli alle indicazioni date nella notte da Volpe Nera, Tex e i suoi non voltano mai le spalle ai dogrib anche se li hanno appena disarmati. L'unico che lo fa è Tiger Jack nella prima striscia e questo perchè ha, come ben si sa, il privilegio delle sette vite ( anche se sappiamo che ora ne ha qualcuna di meno ). pag. 39 ) Tex incontra finalmente il trapper Danglard. Povrebbe ricordare il nostro Gros-Jean fosse solo per le origini francesi, ma niente! Il nome ricalca, forse, quello di un personaggio del film del 2007 "Pars vite et reviens tard", o meglio ancora, trae origine dalla letteratura: è infatti la storpiatura del cognome di uno degli antagonisti de "Il conte di Montecristo" di A. Dumas, il banchiere corrotto Danglars! Per Boselli non sarebbe la prima volta!pag. 41 ) Tex afferma di non credere negli spiriti maligni. Affermazione precipitosa e un po' paradossale per un tipo come lui che ha affrontato, oltre Mefisto, persino gli zombi!pag. 47 ) Il vigliacco Lontra, bell'esemplare che incarna il tipo medio yellowknife, cade in un pozzo e ha così salva la vita, messa in pericolo dalla presena nel forte degli spietati guerrieri della nebbia. Ancora una volta sembra una citazione da un lontano episodio di Tex, se non ricordo male forse contenuto nel n° 89 "Morte di un soldato". pag. 50 ) Viene posta un'interessante domanda: perchè i demoni del nord attaccano nelle notti di luna piena pontando con se delle torce accese è Nell'albo non è data la risposta ma forse solo suggerita, per semplice curiosità potrebbe darcene la conferma Borden in questa discussione!

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Mi sono avvicinato alla lettura di questo Tex con la sicurezza di trovare dei bei disegni di Ticci ma con qualche dubbio sulla storia che avrei potuto leggere per il fatto che era costretta a svolgersi entro un numero limitato di pagine. Invece sono stato piacevolmente sorpreso. Boselli ha fatto centro. A mio parere è riuscito benissimo nell'obiettivo di fare una storia interessante in un così piccolo numero di pagine. Di più è riuscito a dare spazio sufficiente a tutti e 4 i pard, alle giubbe rosse, a ben quattro comunit? di indiani, cinque se consideriamo l'inizio al campo dei navajo, ed ai trapper francesi e tutto questo in così poco spazio. Ha mantenuto alta la tensione per tutto il racconto ed è passato da una vicenda ad un altra senza dilungarsi ma dosando il giusto numero di vignette in modo che ogni azione fosse completamente delineata. Per me è stato perfetto. Questa storia merita un dieci tondo tondo anche per il solo motivo di aver fatto tutto questo così bene in così poche pagine. Ultima nota per il finale, più che da Tex mi sembra da Zagor.

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Veniamo al mio commento. Inizio dicendo subito una cosa: questa è una bella storia, non lo metto certo in dubbio, e mi è davvero piaciuta, ma... ma almeno secondo i miei parametri di giudizio non è una storia celebrativa, è soltanto un'altra bella storia di Tex arricchita dal colore. A mio modesto parere una storia celebrativa dovrebbe essere decisamente più simile a quella del n° 400 di Zagor, dove l'eroe eponimo affronta i fantasmi del suo passato e dopo essere venuto a patti con esso ne emerge rafforzato nella sua statura epica, oppure nel n° 500 della stessa serie, dove Zagor si ritrova di fronte praticamente tutti i suoi avversari storici più importanti. In questa storia non c'è nulla di tutto questo, avrebbe potuto essere benissimo pubblicata in qualunque altro punto della serie senza problemi. A voler ben vedere, i soli episodi celebrativi nel senso indicato sopra sono stati il n° 100 , che vedeva per la prima volta riuniti quasi tutti i comprimari storici di Tex (se non erro, mancava solo Montales) ed il n° 575, che narrava un episodio del passato di Tex. Detto questo, passiamo al commento vero e proprio. In genere i numeri "centenari" o comunque celebrativi di Tex soffrono di una strana sindrome per cui non sono mai storie memorabili, se non sono addirittura appena passabili. Non è questo il caso. Non star? qui a ripetere considerazioni fatte da altri utenti e che condivido al 100%, specie quelle di Lucero, con cui mi trovo d'accordo senza riserve per la prima volta da parecchio tempo (i suoi giudizi su alcune delle ultime storie sono stati decisamente più impietosi dei miei :wink:), mi limiter? a dire che il soggetto è interessante ed anche abbastanza originale (ok, il popolo misterioso e minaccioso non è certo originale, ma l'aggiunta del cannibalismo fa la differenza, secondo me :wink: ) e che Borden lo sceneggia da par suo, dando il giusto spazio a tutti e quattro i pards, anche se, purtroppo Jim Brandon rimane un p? troppo sacrificato. Devo dire, però, che ogni tanto si sente che l'autore ha, per così dire, il respiro corto. Boselli si dovrebbe esser capito, ormai, si sente molto più a suo agio con storie di ampio respiro e spesso, almeno in altre testate di cui era od ancora è il curatore, gli è capitato di allungare le sue trame oltre il numero di pagine inizialmente previsto. Da serio professionista qual'? Boselli sa comunque sempre calibrare le sue sceneggiature per il numero di pagine assegnato, ma qui si sente ogni tanto che la storia avrebbe effettivamente beneficiato di alcune pagine in più. Questo non ha nulla a che fare n° con il salto temporale che vede i quattro pards direttamente in Canada, non sento certo il bisogno che mi siano mostrati n° l'arrivo del dispaccio di Jim Brandon, n° il viaggio verso il Canada e non ah nemmeno a che fare col finale veloce, quello è un marchio di fabbrica di Boselli ed è indipendente dal numero di pagine che ha a disposizione, fossero pure 550. :lol: Diciamo che si sarebbe potuto approfondire meglio la questione degli indiani misteriosi. In pratica, non solo non sappiamo nulla di loro, ma nessuno di essi è veramente caratterizzato. Chissà, forse è meglio così, l'alone di mistero è bene che sia mantenuto. Nulla da dire sui disegni di Ticci: ottimi come sempre. :clap: :clap: E pensate che ha ormai 70 anni. Letteri nel 1996 era in questa forma? :capoInguerra: Ho molto apprezzato l'uso di Nuvola Rossa. Se non sbaglio, non era mai accaduto prima d'ora che apparisse in tre storie di seguito. La cosa è ovviamente frutto del caso, ma io l'ho apprezzata ugualmente. :indiano: Per finire, espongo una curiosità che ho da un p?, ovvero da quando mi è capitato di leggere un thriller ambientato in Canada ed ho approfondito un paio di cosette cercando su Wikipedia e che è stata risvegliata da questa storia . Ogni volta che su Tex appare la Northwest Mounted Police, ovvero le Giubbe Rosse, viene trattata come se fosse un corpo militare che usa gradi militari ed è parte delle forze armate (e difatti, per tacere degli altri, Jim Brandon è colonnello). Sapendo che l'attuale Royal Canadian Mounted Police usa, invece, sostanzialmente i gradi tipici della polizia britannica e delle sue ex colonie, Stati Uniti esclusi, e che seguendo quella gerarchia Brandon non sarebbe colonnello, ma Sovrintendente, mi è venuto da chiedermi: la NWMP usava veramente i gradi militari oppure è frutto di un iniziale errore di G. L. Bonelli, che ha confuso la Polizia a cavallo con un corpo militare, errore ormai perpetuato per tradizione. Ho cercato su Internet ma non sono riuscito a trovare nulla al riguardo. Forse solo Borden, con la sua cultura enciclopedica potrebbe riuscire a rispondere.

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  • Collaboratori

Vorrei parlare di alcuni altri particolari della storia. A pag. 81 e 82 l'autore mette per iscritto il teorema secondo il quale la dinamite esplode solo se incendiata. E' infatti Tiger a scagliare una freccia infuocata e non un preciso colpo di fucile di Tex a far scoppiare la "santabarbara" posta sotto la palizzata. In passato lo stesso Borden ( non ricordo se in questo o nell'altro forum ) aveva messo in dubbio l'errata pratica fino ad oggi usata dai vari sceneggiatori di Tex e in particolare da Nizzi, mettendo così la parola fine a una falsa credenza. La dinamite è un esplosivo "stabile" e questa è anche la ragione del suo successo commerciale, a differenza della nitroglicerina che era estremamente sensibile alle scosse o variazioni termiche.

Leggiamo sull'argomento quanto ci dice il "Nuovo dizionario di merceologia e chimica applicata", Volume 3, pag. 1293:


Immagine postata


Da quel poco che sono riuscito a capire nella lettura di questa pagina, la teoria di Borden non sarebbe a prova di bomba, visto che si afferma che una certa sensibilit? agli urti c'è pur sempre. Non sono un esperto, chi ne capisce di più ha libera parola di intervenire e contraddirmi.

Comunque il punto cui voglio giungere è che quella precisa frase pronunciata da Kit Willer a pagina 81 o è un'incongruenza di per se, oppure mette in discussione tutta una serie di avventure di Tex in cui la dinamite esplode d'incanto quando colpita da un proiettile. Forse la precisazione era fuori luogo o forse no. Parliamone.

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E' un'argomento interessante,Ymalpas, ma sinceramente a me la cosa non interessa poi molto. Voglio dire:tante belle storie di Tex hanno visto la dinamite esplodere per via di un proiettile, e a me la cosa non è mai sembrata così sballata. E se anche fosse davvero sballata, a me non me ne frega niente:mica il mio giudizio sul "Tempo di uccidere" cambier? per questo particolare! :D Se la storia è bella o brutta non dipende, secondo me, da un candelotto e un proiettile! :trapper: Poi nessuno impedisce a Boselli di tenerci così tanto a questo particolare-anche se a me questa cosa sembra una "velleit? realistica" dello stesso tipo della questione della scarsa capacità mimetica delle divise dei pards di cui parla Villa...

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Beh, la teoria non contraddirrebbe solo Nizzi e quant'altri, ma anche Howard Hawks, John Wayne e Walter Brennan in 'Un Dollaro D'Onore' , se non Boselli stesso! Credo tuttavia che la spiegazione sia la seguente: la dinamite, in 'I Demoni Del Nord', esploderebbe anche se colpita con un'arma da fuoco, ma non al solo passaggio delle persone. Nel nostro caso, tuttavia, si ricorre alle freccie incendiarie in quanto i candelotti son stati nascosti e sono invisibili agli occhi dei pards, impossibilitati al tiro preciso. Devo essere sincero, non sono un grande esperto di armi!

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