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TWF - Tex Willer Forum

[600] I Demoni Del Nord


Sam Stone
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Voto alla Storia?  

95 utenti hanno votato

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Io sono d'accordo con Paco, dopotutto l'ipotesi è abbastanza verosimile, perciò che problema ci sarebbe se nella realtà questa cosa potrebbe anche non verificarsi? ;)E' un ottimo stratagemma, se usato con moderazione, e nel numero in questione l'ho trovata un'ottima idea, così come nel film che cita (e che ha in firma) Don Fabio! :indianovestito:

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Parentesi dinamitarde a parte, eccomi a commentare questo nuovo capitolo di Tex nel Grande Nord. Primo elemento di discussione: il soggetto, assai ricco, avrebbe meritato uno spazio più ampio per il suo sviluppo. Questa strana tribù antropofaga rimane a noi totalmente sconosciuta ( anche nel nome) : è un gruppo di persone, tutte uguali nell'aspetto esteriore, mancante di una minima identit?. E' una scelta stilistica cui, a mio giudizio, Boselli è stato costretto più di quanto l' abbia ricercata : troppo poche centodieci pagine per una storia che avrebbe potuto riallacciarsi al filone bonelliano di 'Sulle Piste Del Nord' . Con il soggetto tipicamente bonelliano ( pensiamo anche a Tex 200 o alla seconda avventura di Mefisto) della tribù primitiva, sorprende una sceneggiatura più nolittiana di Nolitta. Incredibile in tal senso la prima parte, specie nella scena che si apre a pagina 25: frequenti esclamazioni e soprattutto punti di sospensione, dialoghi lunghi cui partecipano anche personaggi secondari. Inoltre, i tre giovani Dogrib che assaltano la comitiva dei nostri mi han ricordato tanto Hayoka, figlio di Ska-Wom-Dee, e i suoi amici Sioux in ' Assalto Al Forte' , ma anche i due ragazzotti che cercano di eliminare Tex e Carson all'inizio di ' Golden Pass' . L' attacco di un gruppetto di giovani 'teste calde' ai nostri è del resto un topos nolittiano , se pensiamo anche a 'Missione Suicida' , ' Contro Tutti' e ' Il Cowboy Senza Nome'. Come in tutti i casi suddetti, anche qui Tex perdona i malintenzionati (fiducia che risulter? ben riposta, così come per Hayoka) . Ciò detto, è una sceneggiatura non priva di certi difetti tipicamente boselliani (sento stucchevoli i consueti complimenti ai pards, specie se da parte di Lontra, sul punto di essere mangiato; le scene di battaglia sono eccessivamente movimentate ) ma anche ricca di pregi, capace com'? di trasmettere una sensazione di mistero, di paura primordiale nel lettore. Pur non caratterizzati ( o forse proprio per questo) , questi 'guerrieri della nebbia' incutono davvero timore. In tal senso, ottima la scelta della gamma cromatica, tutta composta da tonalit? fredde ( ad eccezione del rosso fuoco delle giubbe dei Mounties, che spicca assai ) e piuttosto adatta ai disegni di Ticci , il cui tratto, specie nella versione sintetica attuale (da me poco gradita), si addice di per sè poco al colore . Ottimamente gestiti, peraltro, i quattro pards, tutti in gran forma, mentre la presenza di Jim Brandon sembra utile solo a giustificare la venuta in Canada del nostro quartetto. Belle certe atmosfere nebbiose ( specie nella scena del massacro all'avamposto rievocata da Lontra ), che mi han fatto pensare alla splendida scena iniziale di 'Patagonia' . Finale forse un po' affrettato, ma era inevitabile con così poco spazio. In sintesi: Soggetto : 8Sceneggiatura: 7,5Disegni: 6,5

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... omissis... le scene di battaglia sono eccessivamente movimentate ... omissis...

Scusami ma cosa intendi per "eccessivamente movimentate". Perchè le battaglie, secondo me, sono di per se movimentate ma credo che tu ti riferissi ad altro. Forse ti riferivi ai disegni ma non credo visto che stavi parlando di Boselli e non di Ticci. Puoi chiarire il concetto?
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Non avevo ancora commentato quest'albo celebrativo. Non e' mio costume scrivere commenti lunghi e articolati, quindi saro' abbastanza telegrafico, a maggior ragione quando si tratta di una storia di appena 110 pagine. Ho trovato un po' stonata l'idea di scegliere un soggetto del genere per un albo celebrativo, avrei preferito qualcos'altro. Detto questo, la storia e' discreta, buon ritmo, molta azione e soprattutto un ottimo utilizzo dei quattro pards. Son felice che Boselli abbia dato un po' di spazio in piu' a Tiger, che in questa avventura e' stato quasi uno spettacolo. Forse vi e' stato un Jim Brandon messo un po' in ombra ma va bene lo stesso. Una buona storia (anche se non mi sento di condividere tutto il grande entusiasmo letto in giro per la rete) che avrebbe fatto la sua figura anche in un albo normale. Andiamo ai disegni. Il Ticci attuale, come ho gia' avuto modo di dire in precedenza, a me non piace. Il suo tratto sintetico mi ha fatto perdere "l'amore" che provavo per questo disegnatore quando vedevo quelle sue tavole straordinarie degli anni 70/80. Trovo giusto moralmente che sia lui a disegnare questi albi celebrativi, dato che e' l'ultimo superstite di un epoca texiana che non c'e' piu', ma tecnicamente non lo trovo adatto, visto che si tratta di storie a colori, ed il suo tratto attuale mal si sposa con il technicolor.

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... omissis... le scene di battaglia sono eccessivamente movimentate ... omissis...

Scusami ma cosa intendi per "eccessivamente movimentate". Perchè le battaglie, secondo me, sono di per se movimentate ma credo che tu ti riferissi ad altro. Forse ti riferivi ai disegni ma non credo visto che stavi parlando di Boselli e non di Ticci. Puoi chiarire il concetto?
In effetti, così come ho scritto non si capisce nulla. Meglio parlare di 'scene d'azione' , piuttosto che di 'scene di battaglia' : intendo dire che certe scene d'azione mi sembrano eccessivamente movimentate, tanto da essere irreali: un esempio su tutti, esterno alla storia, il modo in cui Tex si libera dalla gabbia su cui è sospeso in 'Il Diavolo Della Sierra' . Se hai l'albo, capirai quel che intendo!
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un esempio su tutti, esterno alla storia, il modo in cui Tex si libera dalla gabbia su cui è sospeso in 'Il Diavolo Della Sierra' . Se hai l'albo, capirai quel che intendo!

Ok, però cos'è esattamente che non andava in questo tipo di scene nel n.600?Cio?, quali hai trovato talmente movimentate da essere irreali?
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un esempio su tutti, esterno alla storia, il modo in cui Tex si libera dalla gabbia su cui è sospeso in 'Il Diavolo Della Sierra' . Se hai l'albo, capirai quel che intendo!

Ok, però cos'è esattamente che non andava in questo tipo di scene nel n.600?Cio?, quali hai trovato talmente movimentate da essere irreali?
Ad esempio, non mi convincono le prodezze di Kit e Tiger in fuga con Danglard, n° certi 'salvataggi' dei nostri nell'assedio dei cannibali al forte. Sono scene da film d'azione ( avete presente il finale di 'Collateral' è ), che non si accordano col mio ideale di western 'compassato' fordiano e hawksiano, in cui l'eroe è eroe ( talvolta antieroe, vedasi Ethan Edwards/John Wayne in 'Sentieri Selvaggi' ) e non supereroe. Ho chiarito tante volte questa mia idea... Devo comunque essere sincero, è un difetto marginale, in questa storia.
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Vabb? Don Fabio, non è mica la prima volta che i nostri fanno i supereroi... anzi, fin dall'inizio della saga Tex e pards riescono a sbaragliare numeri abnormi di nemici e a fare cose che nei western cinematografici John Wayne non faceva. E sinceramente in tutto quersto non riesco a vederci un difetto.

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Vabb? Don Fabio, non è mica la prima volta che i nostri fanno i supereroi... anzi, fin dall'inizio della saga Tex e pards riescono a sbaragliare numeri abnormi di nemici e a fare cose che nei western cinematografici John Wayne non faceva. E sinceramente in tutto quersto non riesco a vederci un difetto.

Chiaro che gente che ha saputo schivare 300000 proiettili ( ci fu anche un pazzo che li calcol' con esattezza) non è cosa di tutti i giorni !Tuttavia, nell' irrealtà del fumetto , le sparatorie di un tempo avevano, a mio giudizio, una dose di realismo maggiore; le scene d'azione (concitatissime) del Tex boselliano ( ma già nolittiano, in misura minore) riflettono i canoni del film d'azione, non del western. Ne viene fuori un Tex a mio giudizio snaturato, simile a Superman più che a sè stesso. Ciò detto, è una cosa che ho notato anche in questa storia, ma in misura assai minore rispetto ad altre occasioni.
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Mah... Don Fabio io non ci vedo questa grande differenza fra le storie di GLB e "I demoni del nord". Come dice giustamente Paco non è la prima volta che i nostri fanno i supereroi. Le scene d'azione mi sembrano nella norma, per quanto normale si possa considerare come dici giustamente tu, una persona che ha schivato tanti proiettili e che dopo così tanti duelli e sparatorie è ancora vivo e vegeto. Ma veramente c'è stato qualcuno che si è preso la briga di contare le pallottole schivate?Comunque qui entriamo nel campo soggettivo di ognuno di noi e trovo normale che io o paco possiamo considerare le scene d'azione nella norma e tu li possa trovare un p? troppo "d'azione". :trapper:

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Mah... Don Fabio io non ci vedo questa grande differenza fra le storie di GLB e "I demoni del nord". Come dice giustamente Paco non è la prima volta che i nostri fanno i supereroi. Le scene d'azione mi sembrano nella norma, per quanto normale si possa considerare come dici giustamente tu, una persona che ha schivato tanti proiettili e che dopo così tanti duelli e sparatorie è ancora vivo e vegeto. Ma veramente c'è stato qualcuno che si è preso la briga di contare le pallottole schivate?Comunque qui entriamo nel campo soggettivo di ognuno di noi e trovo normale che io o paco possiamo considerare le scene d'azione nella norma e tu li possa trovare un p? troppo "d'azione". :trapper:

Se ti interessa, a riguardo mi sembra che vi sia un topic più adeguato : http://www.texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=2307 . Per quanto riguarda il suddetto calcolo, qui a Milano gira una voce metropolitana per cui un vecchio texofilo avrebbe calcolato in 3791 i colpi schivati da Tex, mentre sarebbe di 6013 il numero complessivo dei 'confetti' schivati dai quattro pards. La fonte è un mio amico, ma non so quanto sia vero :D . Infine, i difetti che ho visto in questa storia non mi ha impedito di darle un bel voto!Tendenzialmente , come più o meno tutti sanno, sono critico verso il Tex boselliano, ma questo non mi impedisce, quando invece una storia mi piace, di godermi la lettura!
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Vi segnalo questo bell'articolo, molto esauriente, scritto da Saverio Ceri e apparso sul blog di Moreno Burattini, in cui viene compilata la classifica completa del numero di pagine realizzate dagli autori di Tex nel corso di 600 albi e oltre!http://morenoburattini. blogspot.com/

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Bella storia "centenaria" ricca d' azione e mistero disegnata, con maestria, dal grande Ticci. Certamente ?, fra i numeri con 2 zero usciti in poco piu' di 60 anni, degna di essere ricordata con i precedenti albi n. 100 e 200. Boselli, questa volta, sceneggia l'albo in maniera ottimale soprattutto nei dialoghi ( decisamente piu' brillanti e "texiani" del solito ) e nel porre al centro della vicenda il nostro Tex ed i pards anche se l'avrei sfidato a fare il contrario in un albo di 110 pagine !Vedremo pero' cosa ci proporr? nel prossimo albo in uscita a novembre. Certo che proprio non gli riesce di far esclamare ai comprimari delle sue storie : "Willer" anzich? quel fastidioso ( per me ) e troppo confidenziale "Tex" ! :capoInguerra: Storia: 7/8Disegni: 7/8

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voto al Tex 600 30 e lode:-) la 2a parte è tutta azione pura.. le storie avvincenti di Boselli riservano sempre ottime sorprese e gli attacchi dei "demoni del nord" :indiano: nei disegni di Ticci sono grandiosi:-) l'immagine in cui circondano il forte è un vero spettacolo per gli occhi.....:-)

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  • Rangers

Comunque il punto cui voglio giungere è che quella precisa frase pronunciata da Kit Willer a pagina 81 o è un'incongruenza di per se, oppure mette in discussione tutta una serie di avventure di Tex in cui la dinamite esplode d'incanto quando colpita da un proiettile. Forse la precisazione era fuori luogo o forse no. Parliamone.

Anch'io sono d'accordo con Paco e AtTheRocks. Quando leggo Tex non st? l' a pensare se quella determinata sequenza può essere reale oppure no. Se mai capiter? ancora di vedere Tex far saltare come in passato un candelotto di dinamite con una fucilata, ne sarà ben felice. D'altronde era una scena classica che abbiamo visto decine e decine di volte sia con GLB che con Nizzi. Se poi Boselli vuole seguire la via realistica, va bene comunque.... anche se preferisco un p? più di "leggerezza e tranquillit?", nel senso che ci sta anche qualche "irrealismo" da parte dell'autore di tanto in tanto! :DDi sicuro c'è solo che è sempre più difficile scrivere Tex... un esempio è nella recente "La Prova del Fuoco", qualche utente aveva addirittura calcolato se la direzione del proiettile era esatta!! :indiano::trapper:
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voto alla storia ho dato un bel otto, ai disegni darei un bel 10 , per me Ticci è uno dei migliori! la sceneggiatura invece la giudico sufficiente. Questi fantomatici "cannibali" usciti dalle viscere di un vulcano si adattano di piu' a un "B movie" che al classico western texiano e non mi hanno convinto molto.

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Un difetto non da poco è quello temporale: se la visione di Nuvola Rossa avviene a settembre, alcune settimane più tardi corrisponde a ottobre e alle latitudini di quei posti desolati, a ottobre c'è già una bella coltre di neve; in mancanza di essa per qualsiasi motivo, il terreno è comunque ben gelato.

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Secondo me,Ticci in questo albo realizza l'ennesimo capolavoro grafico della sua carriera. Quegli elementi che costituiscono la straordinarietà del suo ultimo periodo anche qui fanno bella mostra di sè, aiutati tra l'altro da una sceneggiatura che li ha saputi mettere in evidenza- il dinamismo estremo delle scene di battaglia, per esempio.
I colori potevano rappresentare un ostacolo alla resa delle tavole, ma così non è stato:essi hanno servito alla perfezione i segni tracciati da Ticci, esaltandoli in un risultato finale che appare molto migliore di quello ottenuto nel n.500:forse perchè l' a prevalere erano i toni accesi (la storia si svolge sotto il sole dell'Arizona), toni cioè che per costituzione tendono a prevalere e a richiamare l'attenzione dell'occhio su di sè. Questa volta, invece, i colori freddi del Canada si sono rapportati al segno in modo assolutamente armonico, non mettendolo in secondo piano proprio per il loro rifiuto di porsi di prepotenza alla ribalta. Un equilibrio e una sintonia magistrali.
Tra l'altro (e forse è un'impressione solo mia), questa gamma prevalentemente fredda ha contribuito ad attenuare l'aspetto radicalmente sintetico dei disegni. La compostezza visiva dei colori ha cioè restituito una certa dose di realisticit? alle sintetizzazioni ticciane:rispetto a ?Buffalo soldier? gli ambienti scenici, gli oggetti, gli stessi personaggi, sembrano aver ritrovato una maggior concretezza, una più spiccata verosimiglianza.
Ma se questa considerazione è giusta, allora si deve ritenere che se la storia fosse stata in bianco e nero avremmo avuto lo stesso grado di sintetismo visto in ?Buffalo soldier?-e che comunque si ripresenter? nuovamente in pieno nella prossima storia scritta da Manfredi.

Uno dei motivi per cui aspettavo questo albo con curiosità consisteva nel fatto che in esso Ticci si sarebbe confrontato, praticamente per la prima volta se escludiamo le poche pagine di ?Santa cruz?, con atmosfere orrorifiche o comunque soprannaturali. In un certo senso, era come se Ticci dovesse vincere una sfida:dimostrare che lui è non solo il (forse) disegnatore western definitivo, ma anche un disegnatore straordinario tout court.
Ebbene,Ticci la sfida l'ha vinta alla grandissima:questo è il motivo principale per cui considero questo numero 600 come uno dei migliori albi che il senese abbia mai disegnato-e quindi, capolavoro grafico.
E l'albo, in questo senso, si apre nella maniera migliore:dopo la prima ampia veduta (splendida come ogni veduta paesaggistica di Ticci) del villaggio centrale (bellissimo e tipicamente ticciano l'albero in primo piano) compare il motivo della nebbia:ecco che l'inquietante, il misterioso, l'inconcepibile, fa capolino nella classica scena western di cui Ticci sa tutto?ed è una nebbia davvero inquietante:assistiamo alla sua nascita, la vediamo avvolgere pian piano tutto il paesaggio, finch? all'improvviso ci troviamo all'interno di una grotta anch?essa invasa dalla nebbia e piena di strani e macabri totem.
Non c'è nulla di concretamente mostruoso (a parte il ?cattivo spirito?) in questi disegni;eppure essi riescono a farci percepire tutta la carica di malignit? del momento.
Questa vignetta credo parli da sola...
Immagine postata

Ancor più belli sono i disegni della scena raccontata da Lontra con l'assalto al forte da parte dei demoni;credo che questa sia la scena più inquietante di tutta la storia, o comunque la più soprannaturale:qui Ticci sale in cattedra!
Pag.41, ultima vignetta: quel forte immerso nella nebbia è semplicemente un capolavoro! Un capolavoro di inquietudine che non ha nulla da invidiare ai paesaggi inquietanti con castelli o croci solitarie immersi nella nebbia o nella neve realizzati a inizio ottocento dal grande pittore romantico Friedrich.
Pag.47, prima vignetta:qui l'orrore si palesa? ed è un orrore veramente bestiale e selvaggio:hanno davvero qualcosa di primordiale- di spaventosamente primordiale- questi corpi che si lanciano dalla palizzata, che si attestano carponi e curvi, come se il loro stato evolutivo ancora non comprendesse la posizione retta come posizione naturale dell'uomo. E Ticci è geniale nel distendere sotto questi corpi dalle movenze bestiali un tappeto fitto di quella nebbia maligna che ormai conosciamo
bene:essa contribuisce a rendere ancor più spettrali e diabolici quei demoni, che sembrano non toccare terra, come se del contatto col terreno non ne avessero bisogno.

La capacità eccelsa di Ticci di far recitare i suoi personaggi:anche in questa storia il senese la mette in mostra in più occasioni.
Per esempio nella vignetta qui sotto:Nuvola Rossa non dice una parola e non c'è balloon che ci informi su quello che sta pensando;ma l'espressione che ha dipinta sul volto vale davvero molto più di mille parole:? un'espressione insieme spaventata e sorpresa, sorpresa da quello spettacolo sconosciuto e pauroso. Geniale inoltre la scelta di inserire nella vignetta le mani:esse sembrano voler fermare, bloccare, la scena che si presenta sotto gli occhi dello stregone, conferendo così ancor più carica emotiva a quegli orrori che ancora non riusciamo a vedere. E? una scelta anche ardita, volendo, dato che lo spazio della composizione è molto angusto, e l'inserimento di ulteriori elementi avrebbe potuto far venir meno la carica espressiva del viso. E allora Ticci mitiga il fatto che le mani sono in primo piano con una resa molto semplificata delle dita- degli elementi, cioè, più invadenti. L'equilibrio compositivo è salvaguardato, allo stesso modo del protagonismo del viso e della sua espressione.
Immagine postata
Altro esempio:pag.15, quarta vignetta. Anche qui non vediamo le mostruosit? che si palesano di fronte agli occhi del personaggio, e anche qui non percepiamo i suoi pensieri ;ma ancora una volta il viso e la sua espressione dicono tutto! Questa volta Ticci si affida unicamente all'espressione facciale, rinunciando quindi all'aiuto di mani o altre parti anatomiche;e ci lascia vedere poco, poich? mette il viso in penombra:l'occhio destro, apertissimo, e la bocca coi denti digrignanti, elementi visibili e sottolineati, formano così una maschera di terrore e ribrezzo.
E non solo i sentimenti di terrore vengono resi splendidamente! Proviamo a guardare il primo piano di Tiger a pag.58;secondo me non è molto chiaro quale sia il sentimento che agita il navajo:l'espressione del suo viso non rivela uno stato d'animo immediatamente percepibile (certo,? chiaro che Tiger ha tutti i sensi all'erta, ma sembra che abbia captato un pericolo vicino che però non c'è:dunque, perchè quell'espressione?Cosa significa esattamente? E? l'espressione di chi ha percepito un pericolo, o di chi semplicemente ha tutti i sensi all'erta?). Eppure questo è un viso intensissimo, e il modo ambiguo in cui esprime i sentimenti lo rende ancor più impressionante.

Il dinamismo. Una delle ?tesi? dell'articolo apparso sul terzo numero del ?Tex Willer Magazine? sosteneva che nel suo periodo attuale l'artista senese ha raggiunto il top nella resa dinamica delle scene d'azione e/o con un gran numero di personaggi.
Proviamo a dare un'occhiata a questa vignetta:
Immagine postata
qui i personaggi in movimento non sono certo molti, ma la loro azione è la più importante della vignetta. I due guerrieri in primo piano spuntati dal terreno sono il fulcro tutt?altro che stabile della composizione:? su tale azione, cioè, che in primis il nostro occhio cade. Il linearismo veloce di Ticci, insieme alle pose instabili dei due personaggi, riesce in maniera eccelsa a evidenziare la dinamicit? dell'azione. E Ticci è bravissimo a dominare la scena, e a darle, addirittura, una certa compostezza:i due indiani che si avventano su Tex formano una sorta di piramide tronca, la cui base è la linea inferiore della vignetta, e il cui vertice tagliato potrebbe costituirsi dai prolungamenti immaginari dei corpi dei due indiani. In questa semplice forma geometrica si inseriscono Tex e Tiger, che vengono così come incorniciati e messi in risalto.
Tra le scene più belle, in quanto a dinamismo, non si può che citare la lunga sequenza in cui Tiger e Kit si trovano ad affrontare i demoni nel bel mezzo della boscaglia. Ovviamente, una scena del genere richiede e permette una resa fortemente dinamica, e Ticci la ottiene anche permettendo molte
volte ai personaggi di sfondare il perimetro della vignetta a cui appartengono per invadere quella successiva- esempio:l'ultima striscia di pag.60.
Tra le altre, due vignette mi sembrano assolutamente spettacolari- e a ben vedere, sono praticamente uguali per soggetto e inquadratura:pag.81, ultima vignetta;e pag.111, prima vignetta;in entrambe abbiamo un gran numero di corpi che salta per aria a causa di un'esplosione;ed entrambe le scene sono riprese frontalmente, come a sbatterci in faccia lo scoppio e i suoi effetti disastrosi; e ancora una volta il tratto di Ticci veloce, sintetico, dinamico per natura, riesce a rendere scene del genere come nessun'altro! E c'è una piccola differenza tra le due vignette:nella prima, l'esplosione è in primissimo piano e leggermente in basso, con l'effetto che essa sembra avere il suo fulcro fuori dalla pagina, nello spazio concreto del lettore;mentre nella seconda vignetta l'esplosione è in un piano lontano, mentre i primi piani sono del tutto dominati dai corpi che saltano in aria, ripresi nelle pose più diverse e dinamiche (mi piace tantissimo il primo corpo a sinistra, che sembra davvero alla merc? di una forza troppo grande!).
E pi abbiamo le scene con battaglie di massa-e qui, ci sarebbero vignette e vignette che meriterebbero un'analisi particolareggiata!... Eccovi questa.
Immagine postata
Me ne sono accorto dopo, ma anche qui vale molto di quanto detto a proposito delle due vignette precedenti:abbiamo infatti numerosi corpi ritratti nelle pose più dinamiche, e posti ancora una volta in primo piano- anzi, ancora una volta il primo piano viene ?sfondato? dai corpi a noi più vicini che danno la solita impressione di occupare il nostro spazio reale. E a ben vedere, questi corpi non sono poi così tanti:solo che il loro sovraffollamento in primo piano, la pienezza con cui le loro pose solcano lo spazio, e il dinamismo esasperato, creano come un inganno ottico che ne aumenta illusoriamente il numero (o forse sono solo io che inizialmente ho guardato male).
E una menzione speciale non può che meritarla la vignettona di pag.87! Vignettona in tutti i sensi, perchè qui ci troviamo a un vero e proprio quadro- tra l'altro, qui i corpi sono davvero tanti:approssimativamente più di 80!

Paesaggi e ambientazioni. Per quanto riguarda le ambientazioni, anche qui c'è l'imbarazzo della scelta: le ampie vedute del villaggio degli Yellowknife (splendida la prima vignetta di pag.37);oppure la foresta intricata e il forte in cui si svolgono alcune delle scene più spettacolari della storia;o ancora il villaggio abbandonato dei demoni. E non si possono passare sotto silenzio le ambientazioni delle ultima pagine, perchè ancora una volta l' Ticci dimostra quello che già aveva dimostrato nelle prime scene più soprannaturali:e cioè che lui non è solo un gran disegnatore western! Prima vignetta di pag.100:un vero e proprio paesaggio da incubo:qui il colore ha un ruolo fondamentale nel rendere la tetraggine innaturale del contesto in cui i nostri si muovono. Carson parla di inferno, e non ha torto, perchè un ambiente del genere sembra davvero molto difficile da catalogare come ?paesaggio naturale??
Terza vignetta di pag.103:ancora una volta siamo di fronte a un quadro vero e proprio! Sembra quasi che Ticci, al seguito di una spedizione di antropologi (e l'antropologia comincia a nascere proprio nella seconda metà dell'ottocento), abbia dipinto quella scena dal vivo! Io la trovo davvero stupenda, questa vignetta:soprattutto il particolare dello stregone danzante infonde un'aria di esotismo, e ricorda da vicino le fotografie ottocentesche scattate da quegli studiosi che visitando i popoli primitivi di mezzo mondo, ed essendo interessati ai loro riti religiosi e tradizionali, li fotografavano nel mentre delle cerimonie o coi loro abiti rituali tipici-vi mostro una delle fotografie che scatt? il grande critico d'arte Aby Warburg nel suo viaggio in Arizona del 1895, in cui visit? Oraibi, i Pueblo e i Navajos.
Immagine postata
Prima vignetta di pag.113. Paesaggio maestoso:il segno di Ticci riesce magistralmente a rendere la potenza incontrollata di un'eruzione vulcanica nella sua fase più violenta!

Per concludere, ritorno all'inizio del mio commento e all'inizio dell'albo, esattamente alla prima vignetta della prima pagina, per precisare meglio cosa intendevo quando parlavo della maggior concretezza realistica che il colore ha donato ai disegni sintetici di Ticci. E, particolarmente, voglio soffermarmi su quello splendido albero tipicamente ticciano di cui parlavo, perchè lui, proprio in quanto tipico del sintetismo di Ticci, ci permette di vedere bene in che misura l'intervento del colore sia risultato decisivo per un risultato più concreto e meno sintetico.
Vediamo che il ramo più alto dell'albero è composto alla tipica maniera di Ticci- per sottrazione quantitativa, potremmo dire. Nell'articolo della rivista dicevo che uno dei modi paradigmatici della maniera ticciana prevede la non completa chiusura degli oggetti:cosa che puntualmente avviene anche questa volta. Il ramo è dunque aperto, non ha limiti e non è chiuso da linee precise.
Ma è qui che interviene il colore:quel che era aperto il colore lo chiude di forza;quella linea che il segno non aveva voluto tracciare viene tracciata dal colore. Ecco allora che la resa sintetica delle tavole viene smorzata, ecco che il colore rende i disegni meno stilizzati e più realistici.
Questa limitazione al libero sintetismo ticciano ha avuto effetti dannosi? Io credo di no- e non perchè non ami il sintetismo estremo del Ticci attuale! Credo di no perchè le tonalit? prevalentemente fredde, quindi essenzialmente delicate, bene si sono amalgamate ai disegni:disegno e colore si sono ben tenuti a vicenda.

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Sarà sincero, Paco: a volte temo che tu abbia problemi di gestione del tempo libero, ma se i risultati sono questi... be', i suddetti problemi sono i benvenuti! :D(O, cavolo, parla quello che ha trascorso l'estate a leggersi le Dionisiache di Nonno di Panopoli :rolleyes:)Avrei voluto scrivere qualcosa sul superbo dinamismo che, nonostante l'evidente decadenza, Ticci continua ad elargire, ma mi trovo costretto a tacere!Parliamo, dunque, della sceneggiatura, che solitamente occupa i nove decimi dei miei interventi. Secondo alcuni Boselli è adatto a scrivere soprattutto storie lunghe? Io vado controcorrente e dico che lo trovo magistrale anche nelle storie da un albo solo. Senza andare a vedere le storie di Dampyr, cito "Eroe per caso", capolavoro di sole 102 pagine. Trovo che, sulla distanza ridotta, Boselli affronti la sceneggiatura in modo molto diverso rispetto a quanto fanno altri: ha una mente vulcanica, non si risparmia e guarnisce la storia con una sequenza incredibile di trovate e scene madri. Certo, non sempre il gioco gli riesce, vedi "Polizia Apache", ma quando gli ingredienti sono al posto giusto, il risultato è un concentrato di puro divertimento: una vicenda tersa, un ritmo entusiasmante che incalza se stesso, un andamento quasi concettoso, che si libera degli orpelli per procedere spedito in direzione dell'Avventura. Dimentichiamo la tediosit? de "I ribelli di Cuba". Dimentichiamo l'intensit? emotiva di "Matador!" e gli intrighi de "La mano del morto". Questa storia è un giocattolo, intrattenimento puro che non chiede altro che essere letto, guardato, intrattenendo senza dare il tempo di annoiarsi. Perchè, in fin dei conti, è ciò che fa la storia: funzionare a meraviglia. Offre suggestioni quasi d'altri tempi. In alcuni punti sembra un po' di trovarci in territorio bonelliano: le atmosfere del nord, l'inquietudine misteriosa, i disegni di Ticci... poi intervengono gli stacchi di scena, il taglio registico, e comprendiamo di essere al cospetto di Boselli. Cosa chiedere di più a una storia breve che diverte? Poco altro: i personaggi svolgono il proprio ruolo, non sono approfonditi, ma di un approfondimento non si sente in alcun modo il bisogno. Per alcuni il ruolo secondario di Jim Brandon è un difetto. Non giudico tale aspetto molto positivamente, ma non trovo sia poi così importante. La storia funziona e coinvolge, e tanto basta. Un grazie a Boselli per averci offerto uno scampolo così frizzante, che in alcuni punti fa sognare come le storie dell'età dell'oro. Come voto, do un 7 più che abbondante. Il miglior albo a colori dopo "L'idolo di cristallo", indubbiamente. Boselli mi ha confessato di avere delle idee molto buone per il numero 700: sarà una lunga attesa, ma certamente non ci annoieremo nel frattempo. Anzi, il bello comincia con un nuovo centinaio, nella speranza che sia memorabile!

Modificato da virgin
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Questo numero di Tex, davvero bello (8 pieno nella mia scala di valori "all-time") e disegnato splendidamente, mi ha posto una serie di interrogativi:1) perchè sprecare un soggetto di questo genere in una storia di appena 110 pagine? Intendiamoci, i tempi di sceneggiatura sono quasi perfetti, ma il numero e la statura dei personaggi avrebbero meritato un respiro più ampio, un avvicinamento più sofferto a posti tanto lugubri ed inquietanti, pause funzionali alle successive scene d'azione. Pensiamo a un capolavoro claustrofobico quale il nolittiano "il solitario del west", dove i dialoghi, le paure degli uomini, di un pugno di eroi prede di nemici-ombra e di un ambiente ostile, contribuivano ad accrescere il senso di tensione dei successivi, imminenti scontri. Ed in questo senso, perchè "sprecare" pagine per un incipit nel villaggio navajo che poteva essere tranquillamente evitato? Quest'avventura poteva, e doveva, iniziare con i pards già a colloquio con Dickens e Brandon, un po' come avveniva con tantissime delle avventure storiche di Bonelli. Si sarebbe recuperato spazio per cesellare meglio qualche personaggio, o per distendere la serratissima narrazione, e questo - ripeto - non al fine di annacquare la trama, ma di sfruttarne le caratteristiche misteriose (ed "ansiogene") insinuate nella mente del lettore.2) Solo a me questa storia ha rimandato echi di "Diablero"? Un nemico cattivissimo e misterioso, tra l'umano e la belva, divenuto all'improvviso cattivissimo e aggressivo, pur senza spiegazioni logiche (la carne umana conosciuta solo di recente? Mmm, molto strana come spiegazione, oltre che improbabile, per un popolo così numeroso e nemmeno poi tanto isolato, a ben vedere). Però va bene anche così, per spiegare il Male non occorrono ragionamenti scientifici.3) Pu? sembrare una domanda banale, ma mi è venuta in mente: se quest'avventura l'avesse disegnata Diso e il maxi l'avesse disegnato Ticci.... come si sarebbero evoluti i vari commenti?4) Non mi è molto piaciuto il finale, catartico e scontato, oramai, in tutte le storie che vedono popoli ed etnie misteriose incrociare la saga di Tex. E, in quanto tale, piuttosto scontato. Oltre che del tutto improbabile: Tex che getta la dinamite nella lava in un ambiente così ristretto? Ho pensato: "questo vuole suicidarsi". Vabb? che è un fumetto, però.... mi è parso un gesto piuttosto avventato.

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Ne ho messi solo 2 su 4 domande, una media onesta... :PE il secondo voleva essere più un complimento indiretto a Ticci (voto 9,5). Però sul soggetto mi è dispiaciuto davvero, una storia simile su due albi sarebbe entrata nell'olimpo dei capolavori sul serio.

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Postero' con il nr 600 il mio primo commento ad una storia di Tex. Altri ovviamente seguiranno. Ho dato un voto solo "buono" a questo episodio per questi motivi:1) tenendo conto che il racconto doveva essere contenuto in un solo numero, la storia non poteva essere espressa molto per esteso, per cui mancano alcuni approfondimenti tra un passaggio di scena ed un altro. 2) e' una storia "al limite" tra le storie di avventura tra cowbopy, indiani, esercito, banditi etc etc e le storie che sviluppano personaggi o situazioni di fantasia.3) l'ambientazione nel freddo e nebbioso Nord mi e' piaciuta, anche se le praterie sono un'altra cosa.4) i disegni in generale mi sono piaciuti, meno i lineamenti dei 4 pards nei primi piani, che secondo me sono un po' troppo "duri". Carson e' il meno peggio di tutti. Personalmente sono un fan del Tex tradizionale, quello che combatte con o contro gli indiani, i cattivi dell'esercito, i banditi fuorilegge etc etc. Le storie di Mefisto e Yama, quelle con il Vodoo o altro mi piacciono molto meno. Quindi a questa, con personaggi in bilico tra realta' e fantasia, piu' che "buono" non mi sento di dare. Alla prox.

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Dopo tanto tempo ci leggiamo un Tex molto vicino ai canoni classici e ancora andiamo a cercare il pelo nell'uovo?Personalmente mi sono goduto al massimo questo eccellente n. 600: sceneggiatura con i tempi giusti, ottimi disegni di Ticci, colorazione perfetta e i quattro pards in azione micidiali più che mai. L'unico neo è che lo spunto narrativo forse meritava più delle 110 pagine di un albo, ma va bene lo stesso.....

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Beh, che dire, per essere una storia racchiusa in sole 114 pagine, è davvero ottima. Molto bello lo spunto di questa tribù misteriosa, di cui non ci viene svelato niente fino alla fine della storia. E questo, secondo me, non fa altro che aumentare la tensione nel lettore. Ottimo l'uso di tutti e 3 i pards di Tex, i quali non ci sono solamente perchè si tratta di un numero centenario, ma, al contrario, hanno un loro ruolo all'interno della storia. La scena più bella, oserei dire quasi epica, è stata quella in cui gli Uomini Lupo attaccano il forte. Scena arricchita ancora di più dai disegni di un Ticci in grande spolvero. Ottimi anche i colori, molto dinamici, a differenza, imho, dei precedenti centenari. Peccato che non ci siano state le tavole ad acquarello come nel 500, ma non fa niente, perchè la storia non ha deluso le mie aspettative. E, per concludere, ecco i voti:Soggetto e sceneggiatura: 7,5Disegni: 8

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