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TWF - Tex Willer Forum

[169/171] Sulle Tracce Di Tom Foster


bressimar
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13 minuti fa, dario63 dice:

Ho sempre pensato che in questa storia questo passaggio fosse un po' artificioso (anche se più che legittimo). A me pare che Bonelli utilizzi la sua presenza da un lato per confermare che l'eventuale "campagna indiana" (cui Tex si è riferito nel suo colloquio precedente con il capo indiano) sia un fatto reale e dagli effetti devastanti, corroborando quindi la prospettiva pacifica di cui lui si è fatto interprete. Secondariamente, mi pare serva per enfatizzare il senso di giustizia di Tex che, dopo una lunga e faticosa ricerca di un ragazzo ormai talmente ben integrato nella società indiana non può tornarsene indietro completamente "a mani vuote" e quindi, come dice lo stesso "Capelli gialli", riceve una vita per una vita come pegno di amicizia dei Comanches. Poi Tex ci aggiunge un suo tocco personale, dando una bella ripassata al "topastro" (altro gustoso epiteto usato da GLBonelli)  e rammaricandosi di non aver potuto salvare la vita di un uomo migliore (fra l'altro, Nicolò raffigura questo personaggio con una quantità di pelo - non solo sullo stomaco! - veramente impressionante e, direi, ributtante! :D)...

 

Ma infatti è come dici tu. Non è nemmeno una brutta sequenza, infatti non la boccio, l'ho trovata solo un "di più", come un'aggiunta per allungare un po' una storia che in realtà aveva già detto tutto.

Modificato da Leo
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  • 1 anno dopo...

In questa storia GLB ci promette una cosa (il ragazzo bianco rapito da piccolo dagli indiani, da ritrovare e riportare alla sua famiglia) e invece realizza una vicenda più o meno convenzionale di comancheros. Ci sarebbe da rimanere delusi o quantomeno perplessi.

Invece io lo trovo un episodio decisamente riuscito: non rientrerà tra i grandi classici ma non lo ritengo né una storia minore né tantomeno un riempitivo.

Qui, secondo me, si vede una volta di più la maestria (e anche il mestiere) del grande GLB nel far quadrare bene tutti i pezzi della storia, evitando eccessive discontinuità e, tutto sommato, rendendo credibile l'intera vicenda sceneggiata.

Già l'incipit della storia lo trovo affascinante, con Tex e Carson impegnati nel tranquillo scorrere della vita nella riserva, tra raccomandazioni a Kit e Tiger per il loro viaggio istituzionale, alle beghe tra i pastori navajo da sbrogliare e risolvere.

Insomma è un calarsi nella normale quotidianità dei nostri pard, così raramente mostrata nelle tante storie che ci sono state regalate.

 

Il personaggio chiave dell'intera vicenda è Rick Anders che, con la sua richiesta di aiuto, rompe la quiete della riserva e scombina i piani goderecci ideati dai due ranger (Carson in particolare...).

Trovo la sua caratterizzazione un altro dei punti vincenti della storia.

La sua presentazione non è proprio il massimo, anzi risulta quantomeno personaggio ambiguo se non proprio antipatico: facendo leva in modo alquanto maldestro sul presunto desiderio di denaro di Tex (desiderio in genere comune a tanti altri uomini), l'agente Pinkerton rimane spiazzato dopo che Tex legge la disperata lettera di aiuto della madre di Tom Foster.

"Il dolore di una madre non può lasciare indifferente nessuno, mister Anders. Vi è mai capitato di pensarlo?"

"Ho commesso un maledetto sbaglio e ve ne chiedo scusa Willer, mi spiace"

Dopo questa falsa partenza Anders si rivelerà degno compagno dei due pard, sorpreso e pure un pò scandalizzato per i metodi non convenzionali utilizzati da Tex (da antologia il trattamento riservato all'infido Crane con devastazione del locale annessa) ma anche buon uomo d'azione quando impegnato nella lotta contro i comancheros.

Tutti da gustare i suoi siparietti con Carson.

Ad esempio quando si avvicinano alla baracca di Shafter, esclama un preoccupatissimo Anders:

"Posso confessarvi che più ci avviciniamo a quel canyon e più mi si torcono le budella?"

"Allegro Rick, dopotutto si muore una volta sola"

"Grazie tante"

"Di niente. Ora andate avanti e non preoccupatevi, io vi sto alle spalle e vi copro."

"Grazie del fraterno suggerimento così il primo piombo me lo becco tutto io!"

E durante la sparatoria fuori dalla miniera:

"Carson, faccio una corsa verso l'ingresso se mi coprite!"

"Io vi copro di insulti se solo muovete un passo dal vostro riparo!"

 

In merito all'incontro con Tom Foster, Tex rimane quasi spiazzato dalla saggezza e dalla determinazione dimostrata dall'indiano bianco: è in qualche modo un finale che si poteva immaginare ma le parole utilizzate da "Yellow Hair" evitano (come in genere fa GLB) inutili patetismi e facile retorica.

Finale senz'altro poco originale (il già citato "Sentieri selvaggi" è lì ad un passo) ma secondo me azzeccato.

Nicolò (per il quale stravedo) è sempre bravissimo; il suo Tex "Gary Cooper style" è uno di quelli che amo di più ma, in generale, in Nicolò amo proprio tutto.

 

  • +1 1
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  • 1 anno dopo...

Allora...La forza di questa storia sono i dialoghi e le frasi ad effetto. GLB tra frasi, pestaggi, sparatorie ed azione ti cucina una buona pietanza. I disegni di Nicolò sono efficaci e precisi.

La storia prometteva altro ma alla fine si è rivelata un action contro i comancheros. 

Storia diretta con una mezza morale nel finale.

Modificato da Diablorojo82
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