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TWF - Tex Willer Forum

Stile Classico E Stile Sintetico A Confronto


ymalpas
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Nei giorni scorsi è nata una frizzante discussione sui diversi stili grafici presenti nella collana del Tex.

Semplificando di molto, ho individuato uno stile "classico" ( Galep, Ticci, Nicol', Letteri, Civitelli, Villa, e la maggior parte dei nuovi disegnatori ) e uno stile "sintetico", pesantemente influenzato da Giraud e dalla scuola ispanica dei Font e Bernet ( l' esponente maggiore della corrente sintetica in Italia è Corrado Mastantuono ).

Il secondo stile, specie quando appare nelle sue forme più esasperate, risulta complessivamente poco gradito alla maggioranza dei lettori, alcuni dei quali lo ritengono addirittura estraneo ai canoni di Tex che per treantacinque anni ha visto alternarsi autori "classici".

E' noto che con la comparsa dei texoni è iniziata una fase sperimentale e il successo degli stessi ha spinto l'editore a proporre alcuni autori sulla serie regolare, rivoluzionandola dal punto di vista grafico.

Illegittimamente aggiungiamo noi. E tutto questo, paradossalmente, è avvenuto dopo la morte del creatore grafico di Tex, Aurelio Galleppini, che aveva imposto al personaggio e alla serie delle caratteristiche ben precise, alle quali ( nonostante le grandi differenze che è possibile ravvisare tra lo stesso Galep e per esempio, un Ticci o un Fusco ) tutti gli autori si erano religiosamente rifatti fino a quel momento.


Caratteristiche salienti che riepilogo nella lista seguente, che costituir? la base di partenza per una discussione finalmente chiarificatrice delle varie posizioni, dal momento che sembra regnare tra di noi sovrana la confusione:


a ) rispetto delle proporzioni nell'anatomia umana.

b ) imitazione fedele della natura e degli ambienti antropizzati.

c ) armonia compositiva del dinamismo.

d ) ricchezza del tratteggio.

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Iniziamo dal primo punto: l'ANATOMIA UMANA e precisamente dal VOLTO.


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Le fisionomie del Tex di Nicol' e di Torricelli ( l'autore più vicino alla resa grafica di Galep ) mostrano un tratto fine e pulito, rispettoso dell'anatomia facciale. Il tratteggio è armonico, composto da linee sinuose e ininterrotte, si apprezza cioè lo scorrere del pennello sulla tavola e il virtuosimo degli autori.



Immagine postataImmagine postata

Le fisionomie del Tex di Font e Mastantuono suggeriscono più che definirle le componenti del volto del personaggio. Il tratto è disarmonico con il volto, tozzo, che sembra abbozzato e non rifinito. Come l'ha definito Pedro Galindez esso appare ligneo, cioè quasi intagliato nel legno a colpi di accetta.
Font lo ricopre di infiniti segni ( esattamente come fa Niccolo col negro per suggerirne la colorazione della pelle), col risultato di invecchiare Carson ( che ha al massimo una sessantina di anni e ha invece più rughe di una vecchietta che fa disperare l'INPS ).
Il Tex di Mastantuono è invece pulito ( ciò che contribuisce a renderlosenz'altro più gradevole ), ma guardate la bocca, gli occhi, le sopracciglia alla Giuseppe Bergomi... possono definirsi davvero una perfetta imitazione della realtà e soddisfare gli occhi di un lettore?

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Il volto di Tex di Ticci, tratto da una storia della fascia 300, potrebbe suggerire erroneamente un'accostamento con lo stile sintetico. Se è vero che questa faccia è arricchita da un insieme di linee che appesantiscono il volto, è da notare comunque il fatto che tutti gli elementi del viso, come il naso e la bocca, sono assolutamente regolari e non hanno nulla che suggerisca un'idea di grottesco, di confuso, di disordinato, di... detto in una sola parola: pasticciato.

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Perchè Mastantuono no e i Cestaro si.

L'immagine che ho scelto è quella di un loro Tex tratta dal secondo albo della loro ultima storia, quindi al culmine della loro evoluzione stilistica.

Evoluzione che, partendo da un'imitazione dello stile cvilliano, li ha portati a fondere questo tratto con un segno... mastantuoiano!!!


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Le differenze però sono immediatamente percepibili. E' vero che il loro Tex non è realizzato fluidamente con delle linee uniformi, bensi spezzettate tanto da dare l'illusione di essere quasi tagliate, ma tuttavia i fratelloni restano ancora fermamente ancorati ad un'impiostazione tutto sommato classica. Se osserviamo i lineamenti del volto, solo le voluminose sopracciglia sono ricongiungibili al Tex della vignetta di Mastantuono, naso e bocca, ( seppure squadrate ), sono regolari e non hanno niente di "scimmiesco". L'aderenza alla realta rest? ancora profonda dunque, non c'è niente di - impressionistico - in questo volto, che certamente non è classico al 100% ma si situa su una via di mezzo ( stesso discorso per Ticci ) accettabilissima anche per i lettori più esigenti.

La mia analisi sui volti di Tex può considerarsi finita, mi riservo comunque di ritornarci se qualcuna delle osservazioni che i dissdenzienti si sentiranno di fare me ne dar? l'occasione.

Resta inteso che non sto criticando ne i disegnatori, ne il loro stile, cioè il loro stile si ma soltanto su Tex.

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eccolo il primo dissidenziente : secondo il mio modestissimo parere se vogliamo metterla su stili : classico e sintetico anche il grande ticci andrebbe raggruppato nei proseguitori dello stile sintetico come uniche differenze tra il volto texiano di font e quello di ticci vedo solo alcune ombre e linee apprezzo ugualmente lo stile sintetico e vi diro' che in alcune storie cascherebbe a pennello ! p. s. e' un off topic ma rimango paralizzato vedendo il tex di torricelli , uguale a quello di galep non vedo l'ora di vedere le sue tavole su faccia di cuoio

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Beh, la considerazione di Lupo su Ticci mi sembra condivisibile solo per l'evoluzione espressionista del disegnatore senese. Il primo Ticci è molto attento al dettaglio. Una sola altra, piccola, considerazione. Nonostante non condivida l' impostazione logica di Ymalpas nel chiedere ' è possibile che Mastantuono soddisfi il palato del lettore? ' , domanda con cui si universalizza il proprio giudizio, devo dire che c'è un punto fondamentale oggettivo e indiscutibile: Tex non è un fumetto umoristico. Quella bocca che non si chiude nel disegno postato di Mastantuono è antitetica al nostro ranger. Queste sperimentazioni tendenti all'astrattismo dovrebbero, a mio giudizio, essere affidate agli speciali ( che, mi ripeto, erano nati proprio a tal fine) piuttosto che alla serie regolare.

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E' noto che con la comparsa dei texoni è iniziata una fase sperimentale e il successo degli stessi ha spinto l'editore a proporre alcuni autori sulla serie regolare, rivoluzionandola dal punto di vista grafico. Illegittimamente aggiungiamo noi.

Onestamente queste frasi non le capisco. Perchè è stata una scelta illegittima? La mia domanda ?: chi decide cosa è legittimo e cosa non lo ?? I lettori?Pu? essere, però ho l'impressione che i lettori di Tex siano troppo tradizionalisti, ma nel contempo sono dei tradizionalisti che di tanto in tanto vogliono delle innovazioni, senza però staccarsi dalla tradizione. E questo io lo vedo impossibile, perchè se devi seguire un modello avrai sempre dei limiti, più o meno definiti. Il fatto ?: vogliamo un Tex sempre uguale a sè stesso oppure no? Vogliamo che quasiasi disegnatore che si avvicina al mondo di Tex debba sacrificare il suo stile (se si discosta dai canoni classici) per entrare a far parte dello staff della serie regolare? So che alcuni mi risponderebbero "per questo ci sono gli speciali", però siamo sicuri di non privarci, in questo modo, di grandissimi maestri che potremmo invece ammirare regolarmente?Se la risposta è sè, allora prendiamone atto, e prepariamoci ad accogliere tutti i disegnatori disposti a seguire lo stile classico: se ce l'hanno già nella loro mano, tanto di guadagnato, piace anche a me, altrimenti o lo accettano o non lavoreranno mai per Tex. In questo caso, comunque, di certo non smetter? di comprarlo. Però io sono dell'idea che le cose sempre uguali a sè stesse stancano, alla lunga: per questo preferirei una specie di alternanza tra i vari stili, anche se forse non sono le parole giuste per trasmettervi il concetto... Diciamo che bisognerebbe valutare se il Tex (e i pards) di ciascun disegnatore siano credibili, senza però valutarli con pregiudizi o con preconcetti. Se un certo tipo di Tex piace, ben venga, anche se è lontano dal tipico Tex Galleppiniano. Se alla stragrande maggioranza dei texiani non piace, allora c'è poco da fare. Ci saranno sempre dei disegnatori che hanno un tratto simile a quello dei maestri del passato (e anche del presente) che tanto amiamo, però non trovo giusto privarci di tanti altri artisti solo perchè hanno uno stile diverso da quello che siamo abituati a vedere. Con questo non voglio dire che siano tutti i benvenuti: Font non piace neanche a me, così come l'ultimo Ortiz. Ma su questi disegnatori il 90% dei messaggi di chi li ha letti concorda su questo fatto! Io, invece, vedo Mastantuono come il tentativo di introdurre qualcosa di molto innovativo, tentativo che molti lettori apprezzano, mentre molti altri no: a differenza di Font e del'ultimo Ortiz, che non piacciono praticamente a nessuno.
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E' noto che con la comparsa dei texoni è iniziata una fase sperimentale e il successo degli stessi ha spinto l'editore a proporre alcuni autori sulla serie regolare, rivoluzionandola dal punto di vista grafico. Illegittimamente aggiungiamo noi.

Onestamente queste frasi non le capisco. Perchè è stata una scelta illegittima? La mia domanda ?: chi decide cosa è legittimo e cosa non lo ?? I lettori?
Cioè, lasciami capire, non capisci la legittimit? della pretesa di lettori come me che chiedono un tratto pulito e classico ( che hanno autori tra loro diversissimi come Bruzzo, Leomacs, Piccinelli, Rossi --> sai che monotonia ci vedo io! bah! <-- ). Faccio un piccolo esempio solo per chiarirti le idee. Mettiamo per assurdo che un nuovo autore, tal Maciste, incanti i lettori e Sergio Bonelli sugli albi di Topolino. Ad un certo punto Bonelli lo invita a disegnare storie su Tex e naturalmente gli dice: stai attento, Maciste, soprattutto non snaturare il tuo stile, disegnalo pure con il tuo solito stile disneyano. Oppure, sempre per assurdo, Bonelli lo chiede a Yoshihiro Togashi, fanmoso autore di Manga. Anche in questo caso gli lascia libertà di scelta, compresa quella di mandare aff... anche la griglia della tavola. Nel loro piccolo, autori come Diso, Font, mettiamoci anche Mastantuono, hanno rivoluzionato lo stile originario del fumetto Tex, imponendo quello di altri eroi western pubblicati all'estero e completamente estranei al nostro fumetto western, e Bonelli glielo ha permesso solo perchè lui è un fanatico ammiratore di quella scuola, ma la legittimit? della scelta di aver spostato questi auitori sulla serie regolare non ce l'avrà mai!
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eccolo il primo dissidenziente : secondo il mio modestissimo parere se vogliamo metterla su stili : classico e sintetico anche il grande ticci andrebbe raggruppato nei proseguitori dello stile sintetico apprezzo ugualmente lo stile sintetico e vi diro' che in alcune storie cascherebbe a pennello !

Che Ticci abbia raggiunto un certo sintetismo nelle sue tavole è indubbio, che sia un autore sintetico tout court giammai. mi sa che la differenza non ti è ancora del tutto chiara se vedi Ticci uguale a Font. Continua a seguire la discussione, chissà che alla fine non cambni anche idea.

apprezzo ugualmente lo stile sintetico e vi diro' che in alcune storie cascherebbe a pennello !

Anche io lo apprezzo. Ma non su Tex. E' questo il punto focake della discussione, se ti è sfuggito. Non ho aperto di certo questo topic per sparare a zero su un autore che ci onora, tra l'altro, della sua presenza ed è troppo signore nel non intervenire, lasciando a noi soli lettori il tirare le somme.
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Sandro, pur concordando con te su molte considerazioni, il discorso della legittimit? non è per me condivisibile. In che senso illegittimit?? Mi sembra che consideri illegittimo ciò che non piace a te. Già la formulazione di alcune tue domande fa sè che diventino retoriche: chiedere 'Mastantuono può piacere? ' (certo che può piacere, ognuno ha i suoi gusti; che non piaccia neppure a me è un altro discorso) è un modo di dichiarare un fatto oggettivo quello che è solo un tuo gusto personale.

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Sandro, pur concordando con te su molte considerazioni, il discorso della legittimit? non è per me condivisibile.
In che senso illegittimit?? Mi sembra che consideri illegittimo ciò che non piace a te. Già la formulazione di alcune tue domande fa sè che diventino retoriche: chiedere 'Mastantuono può piacere? ' (certo che può piacere, ognuno ha i suoi gusti; che non piaccia neppure a me è un altro discorso)  è un modo di dichiarare un fatto oggettivo quello che è solo un tuo gusto personale.

Allora vediamo di essere ancora più chiaro. Quella che posto sotto è una tavola di Giraud, inutile dire che MI PIACE. Noterete osservandola meglio che ricorda un po' lo stile di certi autori che lavorano su Tex. Ora se mi piace Blueberry, perchè questo stile non deve piacermi anche su Tex è Semplice, Tex non è Blueberry. Io Tex l'ho sempre conosciuto nella purezza del tratto di Galep, Letteri, Nicol', l'ho amato con questi autori. Perchè da una decina d'anni devo vedermelo disegnato come Blueberry è E' normale che all'improvviso abbia una faccia che sembra sia uscito da un bagno con qualche strano acido corrosivo, come dice giustamente qualcuno da qualche parte in questo forum è E' legittimo aspettarsi che Tex sia disegnato come lo disegnavano venti, trent'anni fa, oppure è una pretesa assurda è Il discorso è tutto racchiuso qui.


P. s. La mia domanda non è se Mastantuono può piacere oppure no. Perderei subito la scommessa. Il quesito è se il suo Tex con le sopracciglia foltissime debba essere per forza accettato come una versione di Tex plausibile. Idem, posso dirlo oppure no che il pizzetto di Carson assomiglia a quello di una capra e che non ha NIENTE in comune con quello che gli disegnano i vari Galep, Ticci ecc E' legittimo aspettarsi maggior cura nei dettagli della faccia dei protagonisti è Non parlatemi di universalizzazione dei miei gusti, por favor.


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Un'immagine di Carson:

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  • Rangers

Beh il discorso è interessante, ma al contempo complesso. Sicuramente anche in casa Bonelli qualcosa è cambiato nell'ultimo ventennio. Ricordate Muzzi? Sergio fece ridisegnare completamente i volti perchè temeva una rivoluzione da parte dei lettori. Poi ogni disegnatore che veniva "assunto" sulle pagine di Tex per dare un attimo di respiro all'attivissimo Galep, veniva in qualche modo costretto a "piegarsi" nello stile più classico Galeppiniano!La domanda ?: perchè Sergio Bonelli ha poi permesso una variazione degli stili, soprattutto quella dei volti dei pardsèSecondo me semplicemente perchè dopo che i vari Letteri, Ticci e Fusco, diedero prova di saper dare una propria visione convincente dell'universo Texiano, meno lettori si inviperirono, e anzi molti cominciarono ad affezionarsi alle nuove leve. Però anni dopo Sergio fece ridisegnare anche i volti di De La Fuente. Forse perchè in lui era rimasta una piccola scintilla di paura.. quella paura di vedere centinaia di lettori sfilare in rivolta sotto la redazione. Oggi tutto è cambiato, forse Sergio preferisce lasciar più spazio alle diverse interpretazioni, anche perchè il modello Galeppiniano ormai è perso da tempo... e pure Ticci volenti o nolenti dobbiamo ammettere che è notevolmente cambiato. Oggi su Tex abbiamo tantissimi modelli di ispirazione: quello Ticciano (Rossi, Leomacs, ecc), quello Villiano (Piccinelli, ecc.), quello degli artisti spagnoli (Font, Ortiz, ecc.), quello Civitelliano e via così. Non so se è un bene o un male, sicuramente il lettore è un p? più spiazzato da una storia all'altra, nel riconoscere e affezionarsi ai personaggi. A me comunque non dispiace leggere storie con visioni grafiche diverse... purch? comunque non si cada troppo in basso!! :trapper:

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Sandro, pur concordando con te su molte considerazioni, il discorso della legittimit? non è per me condivisibile.
In che senso illegittimit?? Mi sembra che consideri illegittimo ciò che non piace a te. Già la formulazione di alcune tue domande fa sè che diventino retoriche: chiedere 'Mastantuono può piacere? ' (certo che può piacere, ognuno ha i suoi gusti; che non piaccia neppure a me è un altro discorso)  è un modo di dichiarare un fatto oggettivo quello che è solo un tuo gusto personale.

Allora vediamo di essere ancora più chiaro. Quella che posto sotto è una tavola di Giraud, inutile dire che MI PIACE. Noterete osservandola meglio che ricorda un po' lo stile di certi autori che lavorano su Tex. Ora se mi piace Blueberry, perchè questo stile non deve piacermi anche su Tex è Semplice, Tex non è Blueberry. Io Tex l'ho sempre conosciuto nella purezza del tratto di Galep, Letteri, Nicol', l'ho amato con questi autori. perchè da una decina d'anni devo vedermelo disegnato come Blueberry è E' normale che all'improvviso abbia una faccia che sembra sia uscito da un bagno con qualche strano acido corrosivo, come dice giustamente qualcuno da qualche parte in questo forum è E' legittimo aspettarsi che Tex sia disegnato come lo disegnavano venti, trent'anni fa oppure è una pretesa assurda è Il discorso è tutto racchiuso qui.


P. s. La mia domanda non è se Mastantuono può piacere ioppure no. Perderei subito la scommessa. Il quesito è se il suo Tex con le sopracciglia foltissime debba essere per forza accettato come una versione di Tex plausibile. Idem, posso dirlo oppure no che il pizzetto di carson assomiglia a quello di una capra e che non ha NIENTE in comune con quello che gli disegnano i vari Galep, Ticci ecc E' legittimo aspettarsi maggior cura nei dettagli della faccia dei protagonisti è Non parlatemi di universalizzazione dei miei gusti, por favor.


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Io non metto minimamente in dubbio la legittimit? dei tuoi gusti, Ymalpas: semmai mi sembra sia tu a farlo con quello altrui! Nel momento in cui definisci 'illegittime' alcune versioni di Tex che non gradisci fai proprio questo.
Te lo dico, peraltro, condividendo i tuoi gusti. Quel pizzetto di Carson mi sembra buttato l' e non mi piace per nulla; e tuttavia non lo dichiaro illegittimo.
Quel Tex che sembra scolpito a martellate nella pietra idem.

Il dato oggettivo è semmai che la tradizione grafica del personaggio è totalmente contraria alla tendenza espressionistica-sintetica, nonostante negli anni una colonna come Ticci si sia spinta in tale direzione.
In questo senso, la bocca appena abbozzata di Tex di Mastantuono è totalmente agli antipodi del nostro ranger. Ma puoi ben capire che esprmere considerazioni tavole alla mano è ben diverso di pretendere che il proprio gusto personale sia l'ortodossia.

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Io non metto minimamente in dubbio la legittimit? dei tuoi gusti, Ymalpas: semmai mi sembra sia tu a farlo con quello altrui! Nel momento in cui definisci 'illegittime' alcune versioni di Tex che non gradisci fai proprio questo. Ma puoi ben capire che esprmere considerazioni tavole alla mano è ben diverso di pretendere che il proprio gusto personale sia l'ortodossia.

E' quello che ho percepito anch'io. Non volevo dire che la tua (ymalpas) richiesta di leggere storie disegnate con un certo stile è illegittima, ci mancherebbe altro!! Se a te piace leggere esclusivamente storie disegnate in un certo modo (un modo che, tra l'altro, piace anche a me, sia chiaro) la tua pretesa è perfettamente rispettabile!Volevo solo dire che non penso che ci sia qualcuno veramente in grado di dire cosa sia legittimo pubblicare e cosa no. Ovviamente è l'editore che ha in mano le redini della faccenda, e se a lui piace uno stile, prova a proporlo: se poi ci sono delle sommosse popolari è ovvio che è indice di qualcosa che non va. Però mi pare comprensibile che sia più facile avere un numero di lettori insoddisfatti dei disegni più alto, se si pubblicano dei disegni con un'interpretazione non classica. Ma il fatto che ci siano più lettori perplessi, non vuol dire che quel cambiamento sia illegittimo. Anche in molti altri campi si introducono nuovi modelli di prodotti che al primo impatto disorientano un p?, però dopo qualche tempo si finisce per apprezzarli. In Tex credo che potrebbe succedere lo stesso, con l'unica differenza che il "vecchio modello" non passer? di moda. Tutta la questione si riduce a un punto molto semplice: vogliamo che si possa disegnare Tex in modo diverso da quello che ci ha accompagnato per decenni o no?
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Tutta la questione si riduce a un punto molto semplice: vogliamo che si possa disegnare Tex in modo diverso da quello che ci ha accompagnato per decenni o no?

Su questo punto, a mio giudizio, c'è da riflettere. Penso che la soluzione sia da trovare in un compromesso: innovare ma non stravolgere. Se da un lato è assurdo rimanere incollati a quei tre - quattro modelli fissi ( peraltro molto variegati tra loro : cosa c'entra Galep con Ticci, ad esempio? ) , dall'altro ci si deve attenere ad alcuni canoni di base, tra cui il principale è che Tex non è un fumetto umoristico e quindi il dettaglio deve essere realistico. Questa tendenza espressionista, pur a mio giudizio niente affatto priva di fascino, è IMHO più adatta agli speciali, piuttosto che alla serie regolare.
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Quella che Ymalpas ci propone ?-nella sua semplicit? e indeterminatezza- una vera e propria teoria estetica. Una teoria estetica sul modo in cui gli albi di Tex Willer dovrebbero essere disegnati.
Una teoria che, per quanto la si possa rispettare, non ha nulla a che vedere con la (fantomatica) ?tradizione grafica texiana?. Ymalpas ha i suoi gusti, rispettabilissimi, e ce li illustra attraverso quei punti. Stop!
Pretendere che quei punti costituiscano il canone texiano, o la storia del canone grafico texiano,? puro arbitrio.

Premesso questo, veniamo ai punti.
Il quarto è divertente, perchè contraddice l'idea che Font non sia adatto a Tex. Chi più dello spagnolo, infatti, è dotato di ?ricchezza del tratteggio??
Per quanto riguarda il terzo, io non riesco a dargli un senso:proprio non capisco cosa vuol dire ?armonia compositiva del dinamismo?. Sembra quasi la frase programmatica di una nuova estetica, che però ci dovrebbe essere spiegata.
Nel secondo invece si tocca un tema che ha fatto spendere fiumi d'inchiostro a storici dell'arte, estetologi, artisti, filosofi, e che è meglio lasciarlo l', nella sua indeterminatezza (a meno che non si voglia cominciare a parlare della condanna platonica dell'arte e di altre pippe filosofiche che non ci riguardano)-anche se, a pensarci bene, almeno di striscio,? un argomento che dovr? toccare
E? sul primo punto che mi soffermer?, perchè lo trovo molto interessante! Interessante ma posto male, perchè Ymalpas commette l'errore di pensare che le proporzioni umane siano un qualcosa di stabilito, assodato, chiaro per ogni epoca e artista, una regola universale da rispettare.
Non è così:non c'è nulla di stabilito, non c'è un modo univoco di pensare le proporzioni.
Anzi, proprio la storia delle proporzioni ci insegna che l'arte è sempre stata libera e priva di costrizioni, capace di distruggere vecchie leggi per crearne di nuove. L'arte è libera:anche i disegnatori di Tex hanno diritto a essere liberi!

Nel celebre saggio ?La storia della teoria delle proporzioni del corpo umano come riflesso della storia degli stili? Erwin Panofsky passa in rassegna le modalit? per cui in epoche diverse i modi di intendere le proporzioni dell'uomo sono divenuti canoni.
Attenzione:canonI, e non canonE?. la questione è tutta qui.

Immagine postata
In questo disegno abbiamo lo schema compositivo che gli artisti bizantini applicavano per realizzare un volto. E? lo ?Schema dei tre cerchi?, così chiamato proprio perchè la costruzione del volto si basa su tre cerchi aventi il loro centro comune nella radice del naso, di cui il primo delinea fronte e guance.
Uno schema che portava a ritratti standardizzati, che non avevano nulla a che vedere con l'imitazione della natura di matrice classica.

Immagine postata
Questi schizzi invece fanno parte del quaderno di schizzi dell'architetto francese Villard de Honnecourt, esponente del Gotico. Quello che è interessante notare è che lo schema costruttivo di volti e animali non ha proprio niente a che vedere con la ?natura?. Infatti vengono prese delle figure geometriche, alcune delle quali complesse o comunque strane (addirittura una stella a cinque punte!), e vengono poste a fondamento della rappresentazione umana.
Ancora una volta la ?natura? non ha parte nella rappresentazione, o comunque ha un ruolo secondario rispetto al protagonismo di elementi a lei estranei (figure geometriche):l'effetto è sicuramente astratto, semplificato, sintetico.
Osserva Panofsky:<<[?] fondamentalmente diverse, erano le possibilità nel proporsi una ?teoria delle proporzioni umane?. Tale teoria poteva mirare alla definizione delle proporzioni ?oggettive?,[oppure] poteva mirare a fissare proporzioni ?tecniche? senza preoccuparsi del loro rapporto con quelle ?oggettive?>>.
Cio?: da un lato l'arte greca, interessata al dato oggettivo:la natura, l'imitazione fedele della natura.
Dall'altro, l'arte bizantina e medievale, che lasciarono perdere la natura e l'imitazione della natura, per crearsi un sistema tecnico che portasse alla rappresentazione umana in maniera ?autonoma?, quasi contro-natura.

Morale della favola:ci sono tanti modi di giungere al ?rispetto delle proporzioni nell'anatomia umana?. I bizantini, che a noi sembrano sproporzionati, in realtà sono a loro modo proporzionati-così come i greci che, a loro modo (e solo a loro modo, non in senso universale!), sono proporzionati.

Torniamo a Tex:dove sta scritto che un disegnatore texiano debba per forza imitare la natura e le anatomie umane naturali?
Vi pare così illogico pensare che un disegnatore possa avere il suo schema personale (o anche desunto dalla storia dell'arte) per rappresentare le persone?... o davvero credete che lui, vignetta per vignetta, personaggio per personaggio, se ne vada in giro ritraendo le persone nella metro o sul pulman, alla ricerca della ?esatta proporzione anatomica??
Il disegno dei fumetti in genere, a mio modo di vedere,? più vicino all'arte bizantina che all'arte greca:perchè questo tipo di disegno, nel ritrarre corpi e persone, ha i suoi schemi definiti che, in quanto tali, sono comunque contro-natura (non a caso, quando all'Istituto d'Arte i professori rimproverano l'allievo, lo fanno accusandolo di avere un ?disegno fumettistico?).
Come Villa o Civitelli,Font ha il massimo rispetto per le proporzioni anatomiche.

Modificato da paco ordonez
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Una teoria che, per quanto la si possa rispettare, non ha nulla a che vedere con la (fantomatica) ?tradizione grafica texiana?. Ymalpas ha i suoi gusti, rispettabilissimi, e ce li illustra attraverso quei  punti. Stop!

Non è la mia teoria. E' una teoria che affonda le sue radici nella storia di Tex. E cercher? di dimostrarlo. Poi uno che non vuole sentire è peggio di un sordo. Finora mi sono solo limitato al volto dei personaggi e ho posto un quesito molto semplice: dal momento che le differenze tra i due stili ci sono e cominciano ad emergere e che su Tex per quarant'anni ha dominato in via esclusiva un solo stile, quello che gli ha imposto il creatore grafico, è utile rileggere cosa racconta Corvo59 nel suo bellissimo articolo nell'ultimo numero della rivista: "Galep, uno che seguiva matite scrupolose, infastidito da chi gliele ricopriva in fretta e infastidito alla stessa maniera da chi le matite gliele faceva senza dedizione, senza qualità ma che ripassava lo stesso con meticolosa pazienza".


Matite scrupolose o matite senza qualità è Chi stabilisce a priori cos'è scrupoloso o cos'è senza qualità è Nessuno può affermarlo. Però se avete un minimo di onest? intellettuale, potete arrivare a capire qual'era l'idea di "scrupoloso" o "senza qualità" nella mente di Galep. E' legittimo che dopo la sua morte si sia fatto strada nella serie uno stile che ha le sue qualità ( nessuno nega questo dato ) ma non le qualità giuste per il fumetto Tex ?

Io non voglio imporre la mia idea, però sento che sono in tanti a condividere i miei ragionamenti. Parliamone dunque, fintanto che la discussione si mantiene calma e pacata, costituisce solo un arricchimento.


Premesso questo, veniamo ai punti.
Il quarto è divertente, perchè contraddice l'idea che Font non sia adatto a Tex. Chi più dello spagnolo, infatti, è dotato di  ?ricchezza del tratteggio??
Per quanto riguarda il terzo...

Calma, Paco. Finora sono solo al primo punto. Condivido con te che la ricchezza del tratteggio sia una caratteristica dell'autore spagnolo. Quando ci arriveremo, vedremo anche di quanti altri. La discussione è lunga, soffermiamoci a parlare dei singoli aspetti punto per punto. Nella mia testa ho le idee chiare e vedrai che le esporr? in maniera esauriente.



Anzi, proprio la storia delle proporzioni ci insegna che l'arte è sempre stata libera e priva di costrizioni, capace di distruggere vecchie leggi per crearne di nuove. L'arte è libera:anche i disegnatori di Tex hanno diritto a essere liberi!

Non condivido neanche una virgola di questo pensiero, ovviamente se applicato a Tex.
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L'arte è libera: anche i disegnatori di Tex hanno diritto a essere liberi!

Ritorno su questa frase di Paco e posto questo bel ritratto di Buffalo Bill. Se Tex fosse stato un fumetto umoristico ci sarebbe stato a pennello nell'albo "La mano del morto". Invece non è così, e come lettore mi sento tradito.


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Libertà assoluta di disegnare anche i pards come meglio l'autore preferisce, senza doversi rifare a uno stile già dettato da altri autori? Osserviamo queste due immagini di Kit Willer: onestamente, sono lo stesso personaggio ?


Immagine postata

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Ora ditemi perchè Villa deve superarsi ogni volta per strapparci gli applausi e gli artisti sintetici possono permettersi interpretazioni indecenti come quella del Kit Willer ( sempre di Font ) esemplificata sopra ( e poi ci lamentiamo se a qualcuno sta pure sui cosidetti, poveretto ).

Davvero Paco credi di aver il diritto di rivendicare tutta questa libertà per i disegnatori di Tex ?

Posso dirlo che "La mano del morto" è una bella storia affossata dai disegni ?

Io continuo a non capire il vostro personale punto di vista. Poi certo tutto rientra nel "De gustibus...".

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su Tex per quarant'anni ha dominato in via esclusiva un solo stile, quello che gli ha imposto il creatore grafico,

Cioè:davvero credi che lo stile di Galep sia stato dominante?Sinceramente:Ticci che cosa c'entra con Galep?... tra l'altro, pensa a "Terra promessa":non è quello il Tex più "caricaturale" della storia?... eppure lo disegnava il Ticci del centinaio d'oro!E a proposito di "caricaturale" e di onest? intellettuale:se si dice che Font è caricaturale, cosa dire di Fusco, uno che, deliberatamente, disegnava corpi esagerati con proporzioni pazzesche?E comunque:i pards di Fusco cosa c'entrano con quelli di Galep?Insomma:? l'idea di uno stile dominante a essere sbagliata. In primis, perchè Tex fortunatamente non è Diabolik. E in secondis, se stile dominante c'è stato (e ripeto:SE!), il nome da fare non è Galep, ma Ticci.
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Fusco non è stato un autore classico al 100%, questo è ovvio, ma paragonare le sue tavole a quelle di Font alle mie orecchie suona come una bestemmia. Io Fusco lo adoro e lo considero classico se il paragone devo farlo con altri disegnatopri che hanno estremizzato il discorso stilistico oltre il limite di una soglia che io considero di gran lunga oltrepassato. Comunque su Fusco e Font ci ritorneremo fra poco, mi hai suggerito un accostamento che avrei voluto fare con Civitelli. Nel frattempo spiegami cosa ci trovi di tanto bello e positivo nelle vignette di Font che ho postato sopra, nel nome di un ideale artistico saresti insomma disposto a passare sopra anche a queste scimmiesche caricature o sei anche tu del parere che servirebbe un minimo di cura in più nelle loro tavole?P. s. Non vorrei che la discussione si risolvesse in uno sterile scambio di battute tra me e Paco ( che siamo agli antipodi su questa questione ) e pochissimi altri, fosse così possiamo anche chiuderla subito, non ci sarebbe sinceramente l'utilit? di continuarla.

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nel nome di un ideale artistico sei disposto a passare sopra anche a queste scimmiesche caricature o sei anche tu del parere che servirebbe un minimo di cura in più nelle loro tavole.

Te lo dico in maniera chiara:stai facendo dei tuoi personalissimi e discutibilissimi gusti un dogma. PER TE Font non è adatto a Tex. PER TE queste sono scimmische caricature. PER TE queste tavole non sono curate. Inoltre, se pensi che Fusco sia meno "strano" di Font, allora non mi resta che pensare che del tuo dogma non ci sia proprio niente di vero.
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Chissà perchè Font quando gli chiedono disegni più rigorosi riesce a sfornare cose come questa figliuola sotto... E' una mia idea, lo preciso prima che mi si accusi di voler generalizzare, ma secondo me questo autore su Tex smette i panni del grande artista internazionale giustamente osannato e indossa la tuta dell'operaio della catena di montaggio.


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[ è utile rileggere cosa racconta Corvo59 nel suo bellissimo articolo nell'ultimo numero della rivista: "Galep, uno che seguiva matite scrupolose, infastidito da chi gliele ricopriva in fretta e infastidito alla stessa maniera da chi le matite gliele faceva senza dedizione, senza qualità ma che ripassava lo stesso con meticolosa pazienza".

Guardiamo questa vignetta, tratta da "I cacciatori di scalpi".

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Sinceramente, a voi questo disegno sembra scrupoloso? Lo sfondo è affidato a una serie di segni e macchie, discontinui e imprecisi, sicuramente dinamici (ovvero:sintetismo).
Kit Willer pare che abbia la gobba-oppure che non ha il collo.
La faccia di Tex è a dir poco orrenda:semplicemente, mi da l'idea di un babbione. Questo è Tex?... eppure non l'ha disegnato Font.

Tutto questo per dire che Galep un periodo particolare lo passè:un periodo in cui era ancora più sintetico del solito e anche piuttosto approssimativo.
Credo che come facciamo le pulci ai disegnatori di oggi, alla stessa maniera dobbiamo farle a quelli di ieri, anche se si tratta di Galep.

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Quante tavole era costretto a fare Galep al mese è Nella vignetta non ci vedo sintetismo, bensì imprecisione ( nella gobba ), approssimazione ( nello sfondo ) dettata dalla fretta, dalla stanchezza. Erano altri tempi e dovresti citare Muzzi, non affidarti alle poche vignette di un autore che ha generosamente disegnato nella sua carriera un terzo degli albi di Tex. Se poi la tua pretesa è di dimostrare che anche Galep era un autore talvolta sintetico, forse stai confondendo sintentismo e strafalcioni, ma è un errore tutto tuo :rolleyes:

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, non affidarti alle poche vignette di un autore che ha generosamente disegnato nella sua carriera un terzo degli albi di Tex. Se poi la tua pretesa è di dimostrare che anche Galep era un autore talvolta sintetico, forse stai confondendo sintentismo e strafalcioni, ma è un errore tutto tuo :rolleyes:

Non sono poche vignette, ma tutto un periodo che comprende "La paga di Giuda","Il ritorno di Montales","I cacciatori di scalpi". Il senso è questo:se i disegnatori di oggi li crocifiggiamo, dobbiamo essere pronti afarlo, per onest? intellettuale, anche coi disegnatori del passato.

E comunque Galep era, essenzialmente, un disegnatore sintetico, lontanissimo dal "classico" (e nei prossimi post cercher? di spiegare cosa sono, secondo la tradizione storico artistica, gli stili classici).
L'errore è credere che il sintetismo non faccia parte della storia grafica di Tex, e vederlo come innovazione di autori attuali.
Non è così:? proprio con il tratto sintetico che comincia la storia di Tex!
E non ci interessa dire che il sintetismo poteva essere dettato dalla fretta:perchè in ogni caso abbiamo la dimostrazione che Font e Mastantuono non hanno fatto, in questo senso, niente di nuovo, e che il sintetismo non è fuorilegge.

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ps. Il fatto che quel disegno a colori di Font sembri diverso, dipende solo dal fatto che, appunto,? a colori. Il segno è tale e quale a quello che vediamo su Tex.

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