Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Stile Classico E Stile Sintetico A Confronto


ymalpas
 Share

Messaggi consigliati/raccomandati

Ma certo Sam, hai fatto bene ad intervenire, anche se il discorso mi sembrava procedere in modo calmo! :)Certamente il Tex da prendere come riferimento è quello classico di Galep del periodo d'oro, qui penso che quasi tutti saranno d'accordo! Ovviamente qualsiasi disegnatore dovrebbe fornire un'interpretazione personale della sua figura in modo da mantenerlo comunque riconoscobile, che non significa uguale a quel Tex che per la maggior parte dei lettori (anche per me) è il Tex ideale. Se l'interpretazione del disegnatore rende il volto dei Nostri irriconoscibile alla maggior parte dei lettori, allora è giusto dire che quel particolare disegnatore non è adatto alla nostra serie, può benissimo capitare anche se l'artista in questione è di livello mondiale! E' chiaro che non basta disegnare un fazzoletto alla camicia di Tex o una faccia con i baffi per raffigurare Kit Carson!! :indianovestito: Come Font, ad esempio: i "suoi" pards non mi sono mai piaciuti, e credo che la mia opinione sia largamente condivisa, così come quella sull'ultimo Ortiz, che credo farebbe meglio a ritirarsi finch? è in tempo, in modo da lasciarci solo ricordi positivi. Mastantuono, invece, così come i Cestaro, li vedo come dei disegnatori innovativi ma che ben si sposano con il volto e la figura classici di tutti i pards (per Mastantuono il discorso vale solo per la sua ultima storia, almeno secondo me).

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Risposte 70
  • Created
  • Ultima risposta

Top Posters In This Topic

Poi con il passaggio di mano in mano ai diversi artisti che si sono cimentati, il vero volto di Tex non esiste più! :)

Straquoto!... in maniera più chiara e concisa,Sam sostiene quello che sostengo anch'io:Tex non è Diabolik, e i disegnatori sono sempre stati liberi di interpretare il personaggio dal loro punto di vista (e quindi tutte le modifiche ai volti di Tex disegnati da Muzzi,De La Fuente,Wilson, sono del tutto inspiegabili!). Comunque quel volto di Carson (che potrebbe essere di Font,Bernet,Mastantuono e perfino Cestaro)a me sembra più che altro uno schizzo.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

I miei gusti e le mie impressioni personali ( le uniche cose in base alle quali valuto i disegni texiani ) non mi rendono eccessivamente incline ad apprezzare le versioni dei principali personaggi texiani fornite da Font e ( in una versione per me leggermente più gradevole ) da Mastrantuono; stesso discorso debbo però fare per l'evoluzione ( IMHO definibile piuttosto come "involuzione" ) subita dallo stile di Ticci, che nelle sue ultime prove lo ha a mio avviso portato al paradossale risultato di accumulare linee e tratteggi per ottenere figure scarsamente definite e/o invecchiate ( certe sue versioni di Tex e Carson potrebbero a mio parere far testo in proposito; probabilmente, però, nel caso del disegnatore senese occorre mettere in conto anche l'età sempre più avanzata, come a suo tempo per Galep e Letteri ). Anche l'evoluzione stilistica dei fratelli Cestaro non manca di suscitare in me qualche perplessit?: è comprensibile che i due artisti campani, dopo le loro due prime prove, abbiano cercato una strada più nettamente personale e distinguibile da quella dei "numi tutelari" dello stile classico texiano nella sua versione moderna, ossia il Ticci del periodo di mezzo e Claudio Villa ( vi ricordate tutte le accuse di scopiazzare Ticci che furono a suo tempo rivolte a Della Monica è ); il problema è però che le tavole de "Lo sceriffo indiano" mostrano ( come detto del resto da Ymalpas ) linee più spezzate e anatomie più irrigidite, che talvolta lasciano al lettore l'impressione di figure scolpite nella pietra (anche se non nel legno di Mastrantuono ); si tratta al momento di una sensazione ancora relativamente fuggevole, ma non mi augurerei affatto che i due disegnatori continuassero in questa direzione. Più favorevole è invece l'impressione che mi lascia Ortiz, il quale, pur con un segno "sporco" la sua parte, mi sembra sia riuscito nelle sue prove migliori ( il Texone, "Sulla pista di Fort Apache", "La miniera del fantasma" e "La maschera dell'orrore" ecc. ) a mantenere quel minimo di contatto con i disegnatori della scuola classica sufficiente a farsi apprezzare da gran parte dei lettori; la sua involuzione attuale mi pare più che altro figlia dell'età avanzata e del superlavoro. Quanto a Fusco, mi pare non si possa negare come anche lui ( proprio come attualmente Font, Mastrantuono e Ortiz ) sia stato per lungo tempo oggetto "d'invincibil odio e d'indomito amor", per giunta sulla base di motivazioni in parte paragonabili, dato che la nerboruta struttura del suo Tex ( ma anche dei pards e della maggior parte dei comprimari e degli antagonisti ) appariva assai fumettistica e ben poco realistica ( oltrech?, in talune occasioni, non molto rispettosa delle proporzioni ), senonchè, almeno IMHO, queste enormi corporature rimanevano comunque "carnose" e non "petrigne" o "lignee", tanto da poter essere comunque osservate con molto piacere ( non disgiunto, talora, da un sorriso tra il divertito e l'ammirato ). Per quanto riguarda la situazione attuale, non mi pare che Sergio Bonelli abbia molte possibilità di non continuare ad alternare disegnatori di stile "classico" e "sintetico". Tex non è più quella realtà semiartigianale che era fino agli anni Settanta, giacch? i lettori si aspettano disegni molto curati e privi della minima imperfezione e approssimazione. Ciò porta spesso i disegnatori a lavorare a ritmi inferiori alle 10 tavole al mese, talch? risulta inevitabile per la SBE tenere sotto contratto almeno una decina di disegnatori texiani, la cui cultura grafica non può non essere poco omogenea, tanto più in quanto nell'ambito della critica texiana l'accusa di epigonismo può essere più letale per un disegnatore di quella di "mancato rispetto della tradizione" ( un po' come, se vogliamo, fino a qualche tempo fa è capitato con Nizzi e Boselli a proposito delle sceneggiature :indianovestito: ): oltre alle critiche piovute anni fa su Della Monica, si possono citare in proposito le accoglienze realtivamente tiepide fatte alla prova fornita da Piccinelli in "Vendetta per Montales" e le accuse di plagio nei confronti di Galep rivolte a Torricelli a proposito della sua ancora inedita fatica texiana. Insomma, nel futuro prossimo, penso che la veste grafica delle storie texiane continuerà ancora a variare e a far discutere.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Rangers

Come Font, ad esempio: i "suoi" pards non mi sono mai piaciuti, e credo che la mia opinione sia largamente condivisa, così come quella sull'ultimo Ortiz, che credo farebbe meglio a ritirarsi finch? è in tempo, in modo da lasciarci solo ricordi positivi.

Anche a me Font non piaceva granch?, sempre parlando dei volti dei pards. Soprattutto nel suo Texone (la sua prima prova d'altronde) li trovavo troppo fuori dal canone cui ero abituato. Ma piano piano ho cominciato ad apprezzarlo, anche perchè ha trovato un suo segno con il passare delle storie!Oggi non mi fa ancora impazzire, ma non trovo le sue tavole così indigeste. Trovo molto più "fastidioso" il volto sempre diverso da una pagina all'altra, dell'ultimo Ortiz. Se vogliamo confrontare i due: Font ha trovato un suo stile personale e una sua visione che piaccia o meno originale dei volti dei pards!Mentre Ortiz è secondo me in caduta libera. Non so se per l'età o per la voglia di macinare tavole su tavole!Peccato comunque perchè al suo West polveroso, sporco e violento, mi ero affezionato moltissimo!! :trapper:
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Virgin, con queste tue affermazioni lapidarie mi costringi ad andare un attimo off topic:sarai anche un esperto grecista, e quindi in questo hai tutta la mia stima, ma di arte e poesia non capisci una mazza.

O forse ho un'idea d'arte diversa dalla tua, che ne diciò Credevo che dall'alto del tuo illuminismo potessi riuscire a capirlo... ma a quanto pare soltanto io, pure convinto anti-illuminista, riesco a capire che qualcuno può pensarla in modo diverso da me senza per questo avere torto? Ti ho mai accusato (seriamente, non bonariamente, intendo) di essere un incompetente? Non concordi con me, e questo vuol dire semplicemente che hai convinzioni diversi dalle mie, basta. Ma se vuoi attacco anch'io e buttiamo in vacca tutta la discussione, che ne diciò Non mi sembra il caso, però: basta che tu riesca ad applicare davvero il tuo caro motto "Non esiste un canone assoluto". A me piace molto, e a te? Poi sarei io l'integralista... :trapper:Se non esistono canoni assoluti, come possono i tuoi essere più veri dei miei?
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Virgin, io mi faccio il culo nello studiare seriamente l'arte. L'arte è la mia passione. Monet uno dei miei artisti preferiti. Quando incontro uno che, sull'arte, dice fesserie, e le dice con arroganza, sono di solito anche più duro e sferzante. Nello specifico, se uno mette in dubbio il fatto che Monet sia un grande artista, vuol dire che di arte non capisce una mazza. Non è una questione di gusti o idee estetiche o canoni diversi,? un fatto assodato. :cowboy:

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Collaboratori

Animo Virgin, la situazione è sfuggita un pochino di mano nella foga della discussione, da domani ricominciamo a discutere seriamente ( e in modo pacato ).

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Rangers

da domani ricominciamo a discutere seriamente ( e in modo pacato ).

Perchè aspettare domani?

Ragazzi non attaccatevi, discutete civilmente.

Sono argomenti interessanti, continuiamo a tirare fuori il meglio senza arrivare a liti personali!! :)

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Sarà meglio, Sandro. Torno a leggermi l' "Orlando Furioso", visto che avevo abbandonato Bradamante sul fondo del pozzo. Sperando che nessuno cerchi di convincermi che leggere l'"Ulisse" di Joyce vorrebbe dire impiegare meglio il mio tempo... Viva l'apertura mentale e l'interesse verso il diverso. Buenas tardes a todos.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Virgin, se ti ho offeso mi dispiace!E ovviamente le tue letture sono quantomeno rispettabilissime (caspita, l'Orlando Furioso è un capolavoro, mica lo devo dire io!:-)!Però non ti chiedo scusa, non posso chiederti scusa:se io, che di medicina non so assolutamente niente, andassi da un chirurgo per insegnarli il mestiere, il chirurgo mi manderebbe a quel paese. E avrebbe ragione!

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Tranquillo, Paco. Semplicemente, io ho sempre considerato le arti come una grande famiglia che racchiude letteratura, poesia, scultura e pittura. Insomma, quando io parlo di "arte", intendo tutte queste cose, non soltanto le arti figurative: tant'? che, quando scrivo, mi rifaccio non soltanto a prosatori (anzi... non mi rifaccio proprio a loro!), ma anche a poeti, pure molto diversi fra loro (Callimaco, Lucano, Ariosto, G?ngora, Monti), e soprattutto pittori (soprattutto nella descrizione dei paesaggi e degli effetti di luce, mi lascio suggestionare da Piero della Francesca, Giorgione, Raffaello e Tiziano... ma anche da "non-artisti" ;):D come Turner, Monet e Seurat). E mi pare anche ovvio che il classicismo sia una corrente non soltanto letteraria. Poi è ovvio che provo curiosità verso l'"arte post-neoclassica" e ne traggo diversi spunti. Probabilmente, è assurdo pretendere che anche chi la pensa in modo diverso da me provi curiosità verso le mie idee. Sono passate di moda più di due secoli fa, come notava Monti nel proprio struggente "Sermone sulla mitologia". E ora, scusatemi, ma citando quest'epistola mi salgono le lacrime agli occhi... e mi sale la voglia di tornare dalla mia adorata Bradamante! :D

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Ultimo ot:Virgin, io per le tue letture e i tuoi gusti artistici ho il massimo rispetto, pur non amandoli particolarmente. Mi hai mai visto sputare su Monti,Piero della Francesca (che amo!),Giorgione (che amo!), o Raffaello?E questo perchè, studiando, so che tutte queste cose meritano rispetto, anche non amandole. Lo stesso, e spero che un giorno lo capirai, vale per quell'arte post-classica che tu non ami:? grande arte che merita il massimo rispetto, anche se non la si ama. E un ultima cosa:le arti saranno anche una grande famiglia, ma hanno anche le loro specificit?. E vanno trattate in modo diverso, proprio perchè sono diverse. Come dire, io e mio padre ci somigliamo per certi versi (leggiamo Tex tutti e due), ma siamo comunque due persone molto diverse. :trapper:

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Lo stesso, e spero che un giorno lo capirai, vale per quell'arte post-classica che tu non ami:? grande arte che merita il massimo rispetto, anche se non la si ama.

E infatti, Paco, la rispetto. Ne nego il valore, ma capisco benissimo che qualcuno possa amarla e comprendo che ha le proprie buone, ottime ragioni per farlo. Poi la mia prima frase su Rimbaud e Font non aveva minimamente valore offensivo: notavo soltanto come tu sia coerente, perchè è evidente che se hai dell'arte una certa concezione, giungi a certe conclusioni, no?Il fatto che tu mi abbia dato dell'incompetente sulla poesia (il mio pane quotidiano, visti gli studi che faccio), però non nego che mi abbia un poco offeso. Ma se vogliamo continuare a parlarne, mi sa che sarà meglio farlo in privato per non far arrabbiare il buon Sandro. Se vuoi farlo sono disponibile. Modificato da virgin
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Collaboratori

Dell'ultimo Ticci, più o meno a ragione e più o meno a torto, è stato detto che ha stilisticamente subito un'involuzione, dovuta all'età. Alcuni addetti ai lavori vedono però nei suoi recenti lavori un invidiabile processo di sintesi, cioè un'evoluzione nella piena accezione del termine, da intendersi quindi in senso positivo.

Molto probabilmente la verità, come spesso accade sta nel mezzo.

Quello che mi preme sottolineare con questo messaggio non è il raggiunto sintetismo Ticciano odierno.

Questo punto di arrivo, che lascia insoddisfatti parecchi lettori, non coincide in un "tirar via..." ma corrisponde bensì alle aspirazioni di un autore perennemente insoddisfatto dei risultati raggiunti, che fa della sperimentazione uno dei cardini della sua attività artistica.

Nella sua arte c'è ancora tutto il rigore di una volta e il termine "sintetismo" può essere associato a questo autore solo per quella componente delle sue tavole che tende all'essenzializzazione del tratto, all'eliminazione del superfluo che non è però da leggersi come riduzione.

Le tavole di Ticci, nel 2010, sono ancora da osservare nella loro spettacolarizzazione, costituiscono motivo di ricerca per il lettore che porta ancor oggi a scoperte ricche di soddisfazione, perchè le sue tavole sfuggono alla gabbia del fumetto e si classificano come arte pura e cristallina.

Giovanni Ticci asseconda il lavoro dello sceneggiatore. Nelle sue tavole, il disegno NON è MAI secondario rispetto al testo. Tutto il contrario, è esso stesso veicolo di comunicazione latente per il lettore. Non è arte insomma improvvisata.

Osserviamo, a titolo d'esempio, una vignetta tratta dal numero 600.

Immagine postata

Il testo di Boselli mette in scena l'arrivo di Tex, Tiger e del terzo personaggio al campo indiano devastato. E' un luogo di morte.

Osserviamo adesso Ticci al lavoro:

Immagine postata

Ho usato un pennarello rosso per mettere in evidenza la convergenza di linee ( rappresentate dai pali ) su un punto della vignetta che è la pozzanghera con il teschio, simbolo di morte per l'appunto.

Notate adesso gli sguardi dei tre personaggi, convergono tutti sullo stesso identico punto.

Quel punto è focalizzato inconsciamente anche dall'occhio del lettore, proprio grazie all'impostazione data dal disegnatore ai vari elementi compositivi della vignetta.

La vignetta di Ticci trasmette un profondo senso di angoscia che non è suggerito dal testo di Boselli ma che viene a costruirsi matematicamente ( ma anche del tutto involontariamente ) nella mente del lettore.

Mi piacerebbe scoprire qualcosa di altrettanto innovativo anche nelle tavole degli autori "sintetici". Potrei postare delle tavole dove posso dimostrare che questo tipo di lavoro non solo non esiste, ma va anzi in una direzione del tutto opposta, che non accontenta l'occhio ma lo brutalizza.

Lascio però libera facolt? a chi contesta quelli che chiama "miei gusti" di rispondere per le rime a questo messaggio. Chissà che non finisca per scoprire qualcosa di nuovo, lo spero, ma non ci credo troppo.



PS cercate nella vignetta altre linee convergenti, non le ho sottolineate tutte, osservate per esempio la disposizione degli uccelli nel cielo e delle foglie della pianta.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Sulla sapienza compositiva di Ticci non posso che straquotarti,Ymalpas :trapper: Il tuo stesso tipo di analisi formale, tra l'altro, lo feci anche io per l'articolo apparso sul "Tex Willer Magazine", quando, a proposito di una vignetta di "Gli eroi di Devil Pass", mettevo in rilievo come elementi lineari accompagnassero lo sguardo del lettore verso il centro della scena, verso i personaggi. Però, per come la vedo io, l'ultimo Ticci è anche disegnatore che sa fare a meno di costruzioni formali così raffinate e ricercate. Le scene di battaglia dicono tutto;soprattutto le scene di battaglia che si svolgono in notturno. L' sembra quasi che Ticci, interessato unicamente al dato dinamico, e alla ricerca della sua più piena espressione, faccia volntieri a meno di qualsiasi struttura. O quantomeno, se struttura c'è, viene come resa invisibile, cancellata dal dinamismo. Questo concetto lo espressi in maniera più ampia nel mio articolo, e misi una vignetta di "Buffalo soldier" a dimostrazione del fatto (vignetta che non posso postare). Io penso una cosa:che ogni disegnatore un minimo di costruzione la faccia;cioè, un minimo di struttura sottostante deve esserci. Mi risulta davvero difficile pensare a un Mastantuono come a un Piccinelli, a un Font come a un Rossi che si gettano allo sbaraglio. E non è detto che si debba per forza giungere a un qualcosa di innovativo!... mica sono tutti dei Picasso, mica sono tutti dei Ticci :trapper: In ogni caso, io credo che Ticci sia il disegnatore più sintetico della storia di Tex, uno che verso il sintetismo si è mosso fin dai tempi di "Assalto al treno". Credo che la sinteticit? e l'anti classicismo di Ticci difficilmente verranno eguagliati da altri (non mi dilungo, tutti i motivi sono spiegati nell'articolo della rivista).

Modificato da paco ordonez
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

In questi giorni non mi sono collegato al forum per cui ho scoperto solo oggi questa nuova interessante discussione che ho letto pazientemente, come mio solito, dall'inizio. Non mi è ancora capitato di leggere storie di Tex disegnate da Font o da Ortiz pur avendole, magari durante queste vacanze natalizie farà un eccezione alla mia regola di leggere in modo cronologico le storie, cercher? alcune disegni dei due e butter? un occhio alle loro tavole visto che mi sembrano quelli più additati come esponenti del tratto sintetico ed i più contestati. Per il momento io mi trovo d'accordo con quanto detto nell'intervento di Ymalpas di oggi. Ticci nel corso degli anni ha sicuramente modificato il suo stile, anche se non di molto, ma parlare di involuzione mi sembra improprio. Lo stile di Ticci ha subito un evoluzione e se ultimamente non è proprio il tratto classico, ben definito e ben dettagliato ha mantenuto comunque un'alta qualità ed è sicuramente rimasto classico. Io non ci trovo grande differenza tra vendetta navajo, assalto al treno o i demoni del nord. Intendiamoci la differenza c'è, molto probabilmente dovuta all'età e a una naturale evoluzione che c'è in tutti noi (provate voi tutti a guardare la vostra firma a 15, 25, 35 anni e così via non sarà sicuramente uguale anche se lo stile sarà lo stesso) ma lo stile è quello, la bellezza rimane, non vedo un involuzione anzi. Paco con tutto il rispetto che ho per i tuoi studi, e che per inciso non mi sogno nemmeno di mettere in discussione, non mi trovo d'accordo su quanto da te detto su Ticci. Io non trovo che Ticci possa essere catalogato fra gli esponenti del sintetismo e che sia un anticlassico. Analogamente per quanto riguarda il disegno a colori postato da ymalpas di Font con la donna legata dentro una nave non credo che sembri fatto bene solo perchè è a colori, ho visto disegni a colori orrendi, quel disegno è bello perchè è fatto bene ed anzi non mi sembra per niente sintetico.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

In ogni caso, io credo che Ticci sia il disegnatore più sintetico della storia di Tex, uno che verso il sintetismo si è mosso fin dai tempi di "Assalto al treno". Credo che la sinteticit? e l'anti classicismo di Ticci difficilmente verranno eguagliati da altri (non mi dilungo, tutti i motivi sono spiegati nell'articolo della rivista).

anch'io penso che ticci sia da identificare nei seguaci del sintetismo ma non penso proprio che sia il maggior esponente di questa categoria penso che seguaci del sintetismo siano ortiz , i cestaro , font e mastrantuono fusco , sejas credo che stiano uscendo da questa interessante discussione informazioni soggettive piuttosto che oggettive ad esempio il fatto che voi consideriate tex adatto solo con uno stile classico e' parere vostro non e' una considerazione oggettiva . perche' infatti ad alcuni il tex di ortiz font e compagnia bella puo' piacere e anche tantose poi reputiamo alcune storie addirittura ridicole e comiche per il modo in cui e' disegnato tex , be' allora non ci resta che spararci :colt: perche' penso che si possa dire tutto di mastantuono ( e altri ) tranne che facciano disegni comici se e' questo l'andazzo ( criticare il sintetismo , le ombre , le linee che ne conseguono )credo che non potrete proprio vederlo un tex fra un po' di decenni ( se il signore ci concede di rimanere su questa triste terra! :old: ) perche' nel futuro credo e ne sono convinto che il sintetismo dei maestri spagnoli e latini e innovatori italiani e il disordine dei manga giapponesi prendera' il sopravvento sul classicismo , e' questo il futuro e l'innovazione che ne conseguono ! :old: p. s. l'unica cosa che non mi e' mai piaciuta dei disegni di ticci e' il modo di disegnare carson rappresentato come un vecchio matusalemme sempre imbronciato !
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Collaboratori

Immagine postata


Da questo volumetto che ho recuperato nella mia biblioteca, libro che attraverso un'intervista ripercorre la carriera artistica di Mastantuono, estrapolo questa pagina, molto interessante per capire il punto di vista del disegnatore riguardo agli stili.


Immagine postata

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Premetto una cosa:non ho nessuna intenzione di fare il professore di storia dell'arte, n° di atteggiarmi a intellettuale. Quello che voglio fare, invece,? seguire il saggio consiglio di Ymalpas:parlare di cose concrete!
E, per come la vedo io, l'unico modo per essere concreti quando si parla di immagini e disegni con una certa componente artistica (e il fumetto secondo me ce l'ha!),? basarsi sulla storia dell'arte e sulla teoria dell'arte.
E? quello che cercher? di fare (e ovviamente potrete contestarmi a vostro piacimento!).

Dunque:credo che l'errore di fondo sia già nel nome di questo topic. Perchè non c'è uno stile classico contrapposto a uno stile sintetico;ma c'è uno stile classico contrapposto a una serie di stili anticlassici, di cui lo stile sintetico è solo una manifestazione tra le tante possibili.
Prima di tutto dovremmo chiarire così? lo ?stile classico?, per poi giungere alla sua antitesi, lo stile sintetico nelle sue molteplici manifestazioni.
Allora potremmo dire che lo stile classico si caratterizza per una resa delle proporzioni umane quanto più naturale possibile. E?il concetto di ?mimesisè, imitazione della natura. Lo stile classico, col Rinascimento, estremizzando il discorso classico, ad essere un qualcosa di quasi totalmente empirico, con Leonardo:la natura la si osserva e da essa si parte e si ritorna.
Tra i teorici dell'arte che maggiormente si sono interessati alla definizione di ?classico? e ?anti classico? c'è sicuramente Wolfflin, che nel suo fondamentale ?Concetti generali di storia dell'arte?, del 1915, cerc? di determinare le caratteristiche salienti degli stili. Ora, senza impelagarci troppo in questioni specificamente pittoriche,Wolfflin dice che caratteristica degli stili classici è la perfetta delimitazione formale (il ?lineare? contrapposto al ?pittorico?), la perfetta definizione formale- e anche se le teorie di Wolfflin sono state ampiamente superate, questo è rimasto un dato accertato tra gli storici dell'arte.
Lo stile classico si basa sul disegno, un disegno pulito e definito, netto e morbido insieme:da Raffaello a Ingres, questa rimane una delle caratteristiche fondanti degli artisti classicisti:la pefetta chiusura e definizione della forma.

Gli stili anticlassici, nelle loro molteplici manifestazioni, si muovono contro questo modus operandi. In alcuni casi abbiamo stili che adottano proporzioni umane che col naturalismo non hanno nulla a che fare (l'arte bizantina e medievale in genere;l'arte espressionista);in altri abbiamo la rottura della forma, la sua deflagrazione (il barocco, buona parte del romanticismo, l'impressionismo, ecc.).

Ora, per come la vedo io, il perfetto artista classico texiano è Guglielmo Letteri:in lui io vedo vittoriosi entrambi i punti di cui parlavo sopra.-
Subito dopo abbiamo Civitelli e il primo Ticci-anche se sia Civitelli (negli ?agenti atmosferici) che quel Ticci (nei visi allungati innaturalmente) presentano caratteristiche anticlassiche.

Venendo agli stili pienamente anticlassici,Fusco ne è uno dei massimi esponenti texiani, soprattutto di quell'anticlassicismo che si fonda sull'antinaturalismo delle proporzioni umane.
Io credo che nessuno abbia mostrato su Tex lo stesso libero rapporto con le anatomie che ha mostrato lui;nessuno ha interpretato l'anatomia umana con la stessa libertà.
Basta guardare storie come ?Nelle paludi della Lousiana? o ?I predatori del grande Nord' per averne conferma.
Dal canto mio, vi mostro questa immagine che illustra una delle caratteristiche che più mi colpiscono dei corpi fuschiani:l'estrema e innaturale lunghezza e grandezza delle orecchie.

Immagine postata

Il problema che stiamo affrontando ?:gli stili anticlassici (e tra questi, lo stile sintetico) fanno parte della storia grafica texiana? Ci sono stati, tra coloro che hanno fatto la storia di Tex, disegnatori anticlassiciò
Se consideriamo Fusco un autore storico, la risposta non può che essere ?si?. E di conseguenza, anche gli stili anticlassici sono parte fondante della tradizione grafica di Tex Willer.

-per quanto riguarda la "rottura della forma", l'altra versione degli stili antclassicio, vi rimando al prossimo post. :trapper:

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Collaboratori

Qualche mese fa quando aprii il primo topic sul sintetismo nel fumetto Tex inserii tra gli autori anche il nome di Ticci. Non perchè sia da considerare nella pienezza del significato del termine un disegnatore sintetico, ma perchè il suo stile negli ultimi anni si è evoluto naturalmente verso una sempre più marcata semplificazione del tratto. Ho detto anche nel primo messaggio di questa discussione che le stesse definizioni di stile classico e sintetico erano nomi di comodo e che semplificavo di molto il discorso. Sono partito nell'individuare quattro punti, ne abbiamo trattati finora soltanto uno, quello che concerneva il rispetto delle proporzioni nell'anatomia umana. Lo stile "classico" su Tex ( che non corrisponde esattamenmte allo stile calssico della storia dell'arte e davo questo per scontato ) riunisce un insieme di autori che masnifestano nei loro disegni una certa aderenza alla realtà rispettandone le proporzioni. Gli autori sintetici, viceversa, si discostano dall'imitazione pedissequa per arrivare non a descrivere ma a suggerire. Dopo cinque pagine i miei "oppositori" sono arrivati a due conclusioni:- Ticci è un autore sintetico- Fernando Fusco nel rispetto delle proporzioni umane è stato se vogliamo anche più libero degli autori sintetici. Premettendo che manuali alla mano sarebbe difficile per lo stesso Paco Ordonez trovare un autore classico su Tex e che, anzi, lo stesso fumetto come forma artistica è già di per se anti-classica, da domani vorrei continuare il discorso proprio da Fusco, che innegabilmente mostra delle libertà, ma rimane ancora ancorato saldamente a quello che è il mio concetto di stile classico. Stesso discorso per Ticci, e giudico addirittura irriverente la classificazione che vorrebbe relegarlo in uno stile in cui rientra solo per alcune caratteristiche marginali del suo tratto, e questo dovrebbe essere un discorso chiaro a tutti quelli che si prendono la briga di osservare con cura le sue tavole o illustrazioni.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

quello che è il mio concetto di stile classico.

Scusami, amigo, ma se la imposti così è inutile continuare a parlarne. Perchè ancora una volta prenderemmo i nostri gusti personali come criterio per giudicare. E non può essere così. Non c'è una mia e una tua idea di classico:il classico è quello, punto. Come dicevo prima, nelle accademie e negli Istitui d'arte si parla di "disegno fumettistico" in maniera negativa. Quindi un autore pienamente classico su Tex non c'è... ma autori che fanno propria l'ESTETICA classica, questo assolutamente sè. Altrimenti di che stiamo discutendo?
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

 Share

  • Recentemente attivi qui   0 Membri

    • Nessun membro registrato sta visualizzando questa pagina.

×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.