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TWF - Tex Willer Forum

Tito Faraci


Mister P
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  • 1 mese dopo...

Caro Tito, ho da farti un serio rimprovero: come farò ora senza il Generale? Non puoi dare vita a un personaggio così penetrante e poi esaurirne la vicenda in poco più di 200 pagine, che peraltro si divorano con una velocità impressionante, tanta è la voglia di leggere quello che accadrà dopo. Mi sento già orfano di questa figura e della bellissima lettura che ha rappresentato il tuo romanzo, che intriga sin dall'inizio per poi avvilupparti nell'avvincente vicenda (nella sua forma e nella sua struttura, nel suo cerchio) fino al crescendo di colpi di scena finale, una vera e propria appagantissima batteria di fuochi d'artificio. Quel "grazie" di Repetti, poi (personaggio tra i più interessanti del romanzo, insieme a Rasori e allo Squalo), mi ha dato una soddisfazione inesprimibile, ottimo coronamento di una psicologia ben sviluppata nel suo gelo in tutte le pagine del libro, dall'episodio della pecora in poi.
Sì, va bene, complimenti, ma mo' che faccio? Dove lo ritrovo un Generale?

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  • 4 mesi dopo...

Complimenti per Partita Pericolosa!
Ho letto la prima parte e devo dire che è stata scritta molto bene.
Come avevo già scritto nel post relativo alle "Storie nuove" le tue correzioni di cui avevi parlato, avrebbero portato a leggere una storia interessante.
Attendo con impazienza il prossimo numero per rinnovarti i complimenti.

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  • 1 mese dopo...

Scusate, mi sono perso questa parte di forum…
Grazie a Leo, che ha letto e apprezzato il mio romanzo, a cui tengo moltissimo (anche se mi ha fatto un po' trascurare i sempre amatissimi fumetti).
E spero che Francob sia rimasto soddisfatto anche dalla seconda parte (che io, personalmente, reputo peraltro pure migliore).

Ciao
Tito

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  • 3 mesi dopo...

Ciao Tito! Complimenti per Capitan Jack! Davvero un ottima sceneggiatura!
Una curiosità: prima di scriverla hai visto anche il film "Rullo di tamburi" con Alan Ladd e Charles Bronson?

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  • 2 settimane dopo...
  • 4 anni dopo...

Tito Faraci ha scritto un libro su un fumettista in crisi, che scrive storie del Ranger e del Vecchio Trapper, e descrive le sedute non proprio simpatiche con il Boss, vale a dire il curatore del fumetto Ranger per il quale il fumettista scrive. Per ora (sono agli inizi) è molto simpatico. C'è posto anche per gli esegeti dei forum pronti ad azzannare il povero fumettista. In qualche modo, il libro parla di noi, e devo dire che è molto onesto e ti apre un po' gli occhi sulle difficoltà di chi non riesce a fare il proprio lavoro come dovrebbe e sa di avere un mondo impietoso attorno (dal Boss ai forumisti, ecc.). Sono solo all'inizio, ma mi intriga parecchio: il precedente romanzo di Tito, La vita in generale, mi piacque molto.

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2 hours ago, Leo said:

Tito Faraci ha scritto un libro su un fumettista in crisi, che scrive storie del Ranger e del Vecchio Trapper, e descrive le sedute non proprio simpatiche con il Boss, vale a dire il curatore del fumetto Ranger per il quale il fumettista scrive. Per ora (sono agli inizi) è molto simpatico. C'è posto anche per gli esegeti dei forum pronti ad azzannare il povero fumettista. In qualche modo, il libro parla di noi, e devo dire che è molto onesto e ti apre un po' gli occhi sulle difficoltà di chi non riesce a fare il proprio lavoro come dovrebbe e sa di avere un mondo impietoso attorno (dal Boss ai forumisti, ecc.). Sono solo all'inizio, ma mi intriga parecchio: il precedente romanzo di Tito, La vita in generale, mi piacque molto.

 

Ho letto finora solo il riassunto nelle librerie online. Che parla di un autore del Famoso Ranger che apre una pescheria. E a leggerlo, mi viene una domanda: chi è stato di voi nel forum a dirgli di "darsi all'ittica"?  :lol:

  • Haha (0) 2
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16 minuti fa, Diablero dice:

 

Ho letto finora solo il riassunto nelle librerie online. Che parla di un autore del Famoso Ranger che apre una pescheria. E a leggerlo, mi viene una domanda: chi è stato di voi nel forum a dirgli di "darsi all'ittica"?  :lol:

 

Come ho detto, ho già avuto modo di leggere un incontro-scontro col Boss che, tra le altre cose, lo accusa di rubare lo stipendio, il massacro cui il fumettista è sottoposto dagli "esegeti del Ranger", i dubbi che si fa nello scrivere una scena in cui il Ranger deve salvarsi da solo perché, se lo salva il Vecchio Trapper, il Ranger fa una  brutta figura. Poi incontra due blogger che sui rispettivi siti lo hanno massacrato ma poi si conoscono dal vivo e tutti e tre diventano amici (si tratta di qualcuno che conosciamo?). Ci sono anche riferimenti al primo personaggio del fumettista, che nel romanzo si chiama Doc Diablo. Ripeto, per ora è interessante.

 

Dalla lettura è evidente che, nonostante l'autore amasse scrivere fumetti, le regole troppo rigide, i troppi paletti, del Ranger, il suo canone, il giudizio impietoso degli esegeti, i "detestati ma ammirati colleghi", un po' tutto insomma, ha contribuito a farlo disamorare. 

 

La verità è che il nostro Ranger è davvero un aguzzino (lo si capisce bene da un altro dialogo che ha con un altro fumettista romano). Cioè, l'aguzzino non  è Boselli, è proprio il Ranger con le sue regole e i suoi vincoli. Ricordiamocelo quando Boselli lamenta la penuria di sceneggiatori...

 

Comunque a me Tito romanziere piace. Consiglio, oltre a questo libro che non ho letto ma che penso possa interessare a tutti i pards forumisti per il tema trattato, anche La Vita in generale, una lettura che trovai appagante.

Modificato da Leo
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16 minutes ago, Leo said:

Poi incontra due blogger che sui rispettivi siti lo hanno massacrato ma poi si conoscono dal vivo e tutti e tre diventano amici (si tratta di qualcuno che conosciamo?).

 

Uno dei due lo conosco, a dar credito a questa autodenuncia...  :lol:

http://www.obloaps.it/quasi/2020/07/05/col-bene-che-ti-voglio/#.XwF3besSftQ.twitter

 

Modificato da Diablero
  • Grazie (+1) 1
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On 7/7/2020 at 21:21, Leo dice:

 

Come ho detto, ho già avuto modo di leggere un incontro-scontro col Boss che, tra le altre cose, lo accusa di rubare lo stipendio, il massacro cui il fumettista è sottoposto dagli "esegeti del Ranger", i dubbi che si fa nello scrivere una scena in cui il Ranger deve salvarsi da solo perché, se lo salva il Vecchio Trapper, il Ranger fa una  brutta figura. Poi incontra due blogger che sui rispettivi siti lo hanno massacrato ma poi si conoscono dal vivo e tutti e tre diventano amici (si tratta di qualcuno che conosciamo?). Ci sono anche riferimenti al primo personaggio del fumettista, che nel romanzo si chiama Doc Diablo. Ripeto, per ora è interessante.

 

Dalla lettura è evidente che, nonostante l'autore amasse scrivere fumetti, le regole troppo rigide, i troppi paletti, del Ranger, il suo canone, il giudizio impietoso degli esegeti, i "detestati ma ammirati colleghi", un po' tutto insomma, ha contribuito a farlo disamorare. 

 

La verità è che il nostro Ranger è davvero un aguzzino (lo si capisce bene da un altro dialogo che ha con un altro fumettista romano). Cioè, l'aguzzino non  è Boselli, è proprio il Ranger con le sue regole e i suoi vincoli. Ricordiamocelo quando Boselli lamenta la penuria di sceneggiatori...

 

Comunque a me Tito romanziere piace. Consiglio, oltre a questo libro che non ho letto ma che penso possa interessare a tutti i pards forumisti per il tema trattato, anche La Vita in generale, una lettura che trovai appagante.

 

 

L'ho letto anch'io. Carino, ma totalmente di fantasia. Infatti Tito non sì è dato all'ittica, continua a scrivere fumetti. I veri discorsi che gli facevo io non somigliano per nulla a quelli del personaggio (rubare lo stipendio? Figurarsi!) e ahimè, la strana descrizione che fa del Ranger, lo dico con amicizia, con quei problemi macchinosi da serial muto  degli anni Venti, dimostra ancora una volta, secondo me, che Tito Tex non l'ha proprio mai capito(e che neppure mi ascoltava). Chi legge questo libro si fa l'idea di un personaggio monolitico con due o tre scene fisse sempre uguali (a me pare più Diabolik). Devo dire, trasecolando, che forse Tito a questo punto neanche lo leggeva, il Tex! O ne aveva letto solo degli estratti Liebig. Altrimenti le idee alla fine forse gli sarebbero venute, no? Anche idee migliori per parodiarlo...:lol: 

 

PS Per capire questo mio post bisogna aver letto il libro. Credo che i veri fan di Tex non lo possano riconoscere nella descrizione dei quel ridicolo e antipatico Ranger dalle storie ripetitive e monotone con "agguati in canyon lunghi e stretti". . Pare una descrizione fatta da qualcuno che conosce Tex solo per sentito dire... e che per giunta lo detesta o lo giudica una cosetta per bambini scemi. Mah!.

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<span style="color:red;">51 minuti fa</span>, borden dice:

I veri discorsi che gli facevo io non somigliano per nulla a quelli del personaggio (rubare lo stipendio? Figurarsi!)

 

Sì, sullo stipendio si è presa una libertà creativa (credo che anche lui come tutti sia pagato a "cottimo").

 

Però il colloquio con "te" è istruttivo: ti fa passare come un "cerbero", ma un cerbero giusto, che pretende con fermezza e magari con toni non propriamente simpatici ma solo in nome della qualità che, come ruolo, sei chiamato ad assicurare. Mi pare che abbia riversato, nella descrizione di quell'incontro, non tanto una malevolenza nei tuoi confronti quanto una sorta di senso di colpa suo per ciò che non sta riuscendo a dare, oltre che una vera e propria insofferenza nei confronti del Ranger.

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, borden dice:

la strana descrizione che fa del Ranger, lo dico con amicizia, con quei problemi macchinosi da serial muto  degli anni Venti, dimostra ancora una volta, secondo me, che Tito Tex non l'ha proprio mai capito(e che neppure mi ascoltava). Chi legge questo libro si fa l'idea di un personaggio monolitico con due o tre scene fisse sempre uguali (a me pare più Diabolik). Devo dire, trasecolando, che forse Tito a questo punto neanche lo leggeva, il Tex! O ne aveva letto solo degli estratti Liebig. Altrimenti le idee alla fine forse gli sarebbero venute, no? Anche idee migliori per parodiarlo...:lol: 

 

PS Per capire questo mio post bisogna aver letto il libro. Credo che i veri fan di Tex non lo possano riconoscere nella descrizione dei quel ridicolo e antipatico Ranger dalle storie ripetitive e monotone con "agguati in canyon lunghi e stretti". . Pare una descrizione fatta da qualcuno che conosce Tex solo per sentito dire... e che per giunta lo detesta o lo giudica una cosetta per bambini scemi. Mah!.

 

Le regole del Ranger, il suo canone, il fatto che non possa essere salvato dal Vecchio Trapper, il fatto che debba fare spesso da solo, il fatto che non possa fallire in maniera troppo clamorosa, tutto questo il fumettista del romanzo non lo sopporta più, pare quasi che lo odi, il personaggio, e in questo senso è istruttivo il dialogo che ha con un collega (non meglio precisato) romano a cui chiede una mano, il quale sembra condividere una certa antipatia verso regole così rigide (in un caso dice: Il Boss non te lo passerà mai...)  e in un altro: oddio è vero non si può fare (o qualcosa del genere...).

 

La verità è che deve essere ben difficile scrivere per il Ranger. Se lui (Faraci) è stato spesso monotono, è perché evidentemente il personaggio non era nelle sue corde. Nel romanzo dice di averlo amato molto, da lettore, ma evidentemente da scrittore non ce l'ha fatta a farlo suo. Caro utente Borden, prendi l'autore Mauro Boselli, ad esempio: mentre il fumettista del romanzo si lamenta del suo...lavoro, io penso che Boselli si diverta ancora a farlo. Non che non gli pesi, o che qualche volta non si scoraggi, ma il suo segreto, della sua qualità e longevità, per me è il fatto che GLI PIACE, scriverlo. Che ancora ci si diverte. Che è per lui ancora il suo giocattolo, faticoso, certo, magari aguzzino come tutti i lavori, ma è pur sempre una delle sue grandi passioni.  

 

Comunque sono ancora all'inizio del romanzo, ma per ora è interessante.

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3 ore fa, Leo dice:

 

Sì, sullo stipendio si è presa una libertà creativa (credo che anche lui come tutti sia pagato a "cottimo").

 

Però il colloquio con "te" è istruttivo: ti fa passare come un "cerbero", ma un cerbero giusto, che pretende con fermezza e magari con toni non propriamente simpatici ma solo in nome della qualità che, come ruolo, sei chiamato ad assicurare. Mi pare che abbia riversato, nella descrizione di quell'incontro, non tanto una malevolenza nei tuoi confronti quanto una sorta di senso di colpa suo per ciò che non sta riuscendo a dare, oltre che una vera e propria insofferenza nei confronti del Ranger.

 

 

Le regole del Ranger, il suo canone, il fatto che non possa essere salvato dal Vecchio Trapper, il fatto che debba fare spesso da solo, il fatto che non possa fallire in maniera troppo clamorosa, tutto questo il fumettista del romanzo non lo sopporta più, pare quasi che lo odi, il personaggio, e in questo senso è istruttivo il dialogo che ha con un collega (non meglio precisato) romano a cui chiede una mano, il quale sembra condividere una certa antipatia verso regole così rigide (in un caso dice: Il Boss non te lo passerà mai...)  e in un altro: oddio è vero non si può fare (o qualcosa del genere...).

 

La verità è che deve essere ben difficile scrivere per il Ranger. Se lui (Faraci) è stato spesso monotono, è perché evidentemente il personaggio non era nelle sue corde. Nel romanzo dice di averlo amato molto, da lettore, ma evidentemente da scrittore non ce l'ha fatta a farlo suo. Caro utente Borden, prendi l'autore Mauro Boselli, ad esempio: mentre il fumettista del romanzo si lamenta del suo...lavoro, io penso che Boselli si diverta ancora a farlo. Non che non gli pesi, o che qualche volta non si scoraggi, ma il suo segreto, della sua qualità e longevità, per me è il fatto che GLI PIACE, scriverlo. Che ancora ci si diverte. Che è per lui ancora il suo giocattolo, faticoso, certo, magari aguzzino come tutti i lavori, ma è pur sempre una delle sue grandi passioni.  

 

Comunque sono ancora all'inizio del romanzo, ma per ora è interessante.

 

 

Ma sì, Tito non è affatto malevolo verso me o verso Tex, quel che dico è che non l'ha proprio capito, è evidente da ciò che scrive nel romanzo. Spero che  lui non rimanga male, se leggerà questo, ma ahimè, a me questo pare evidente. Il personaggio di  cui parla non è Tex, neppure lontanamente. L'ha sempre non compreso e frainteso!

Ma siccome anche Sergio Bonelli l'aveva frainteso, Tito  è in buona compagnia,. tra gli  autori di Tex...

 

 

PS Quello che gli dicevo era un poco più intelligente e complesso, spero, delle frasi che mi  attribuisce nel romanzo. Ma siccome lui non ha evidentemente capito i consigli  che gli davo su come scrivere Tex (i miei discorsi non riguardavano mai trovate e meccanismi e trucchi, figurarsi, Tex non è quella roba lì!) credo che in buona fede lui creda di aver dato un ritratto veritiero.

 

 

 

Modificato da borden
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<span style="color:red;">16 minuti fa</span>, borden dice:

 

 

Ma sì, Tito non è affatto malevolo verso me o verso Tex, quel che dico è che non l'ha proprio capito, è evidente da ciò che scrive nel romanzo. Spero che  lui non rimanga male, se leggerà questo, ma ahimè, a me questo pare evidente. Il personaggio di  cui parla non è Tex, neppure lontanamente. L'ha sempre non compreso e frainteso!

 

Può essere, per usare un gergo calcistico che gli sia "pesata troppo la maglia" sulle spalle? Che scrivere Tex può spaventare e quindi inaridirti o non renderti sufficientemente lucido per capire come muoversi? 

 

<span style="color:red;">17 minuti fa</span>, borden dice:

Ma siccome anche Sergio Bonelli l'aveva frainteso, Tito  è in buona compagnia,. tra gli  autori di Tex...

 

Non è il topic giusto per replicare su Nolitta, ma io lì ci vedo non un fraintendimento, ma un tentativo premeditato di fare un Tex a propria immagine, in contrasto con la figura del padre e con quella del personaggio che nel padre si rifletteva. Faraci tentava, almeno, di proporre Tex; Nolitta invece lo travisava in maniera plateale, lo faceva ridere come un ebete, gli attribuiva una condotta per nulla coerente con il character. E poiché tutto era fuorché stupido  penso che Nolitta abbia un po' peccato di superbia nel volere a tutti i costi imporre un suo Tex così diverso da quello canonico (per inciso, parla uno che Nolitta lo ama, ad esempio quello del Colonnello Watson o di Paco Ordonez ma anche - con i vari distinguo- quello di Andy Wilson, e lo odia, con I ribelli del Canada, Cruzado, in parte Fort whoop up...)

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Finito il romanzo di Faraci che, come già il suo primo libro, si legge velocemente. Anche questo è stato una bella lettura, con la trama principale alternata alla sottotrama dello scrittore di fumetti di successo (con il personaggio di Doc Diablo disprezzato dal suo stesso autore, e a questo proposito chiedo ai meglio informati se davvero Faraci abbia una qualche forma di rifiuto di uno dei suoi primi personaggi, forse Brad Baron?) in uno stato di semicrisi per via del Ranger (che alla fine, peraltro, sarà in un certo senso decisivo per l'esito di questa storia).

 

La lontananza da Tex, insomma, ha giovato all'estro di Tito. Complimenti!

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54 minutes ago, Leo said:

(con il personaggio di Doc Diablo disprezzato dal suo stesso autore, e a questo proposito chiedo ai meglio informati se davvero Faraci abbia una qualche forma di rifiuto di uno dei suoi primi personaggi, forse Brad Baron?)

 

Non ho (ancora) letto il romanzo, quindi non so se ci sono indicazioni più precise per identificarlo, ma dal nome sembrerebbe Diabolik... però Faraci sta ancora scrivendo storie per Diabolik quindi magari è solo un depistaggio...

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<span style="color:red;">2 minuti fa</span>, Diablero dice:

 

Non ho (ancora) letto il romanzo, quindi non so se ci sono indicazioni più precise per identificarlo, ma dal nome sembrerebbe Diabolik... però Faraci sta ancora scrivendo storie per Diabolik quindi magari è solo un depistaggio...

 

Tra l'altro nel romanzo il personaggio è suo, creato da lui negli anni 90. Probabilmente è solo un elemento romanzesco, senza legami con la vita dell'autore.

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Letto. Doc Diablo non ha un riferimento preciso  (nel romanzo è un clone di Dylan Dog che ha un successo clamoroso, arrivando a vendere oltre 200.000 copie. Mai successo), ma è un riferimento a quei fumetti in formato Bonelli con nomi tipo "Dick Drago" "Demon Hunter", pubblicati da "cumenda" che si improvvisavano editori pensando di balzare "sull'affarone dei fumetti horror" (perchè è ovvio, che se la gente vuole fumetti horror come Dylan Dog, comprerà anche i tuoi, tanto sempre horror è, no?)

 

La descrizione del clima di quelle Lucche, e della robaccia che vendeva comunque un botto (a Lucca), coincide con quello che ricordo,  e la descrizione dell'incontro con il cumenda probabilmente viene da esperienze reali (troppo grottesca per essere inventata...) ma Faraci ha solo preso spunto da quella situazione per immaginare uno di quei cloni che avesse avuto un grande successo, invece di chiudere dopo pochi numeri...

 

 

Aggiungo una cosa, relativa a quello che dice borden qualche messaggio fa: l'accento sulla maniera di trovare sempre nuove soluzioni a situazioni ripetitive, trucchi, etc, mi fa pensare ai problemi nello scrivere Diabolik. E allora mi chiedo se Faraci abbia spostato la frustrazione da un personaggio all'altro, o se abbia affrontato la scrittura di Tex come se fosse Diabolik...

Modificato da Diablero
  • +1 1
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A.

1 ora fa, Diablero dice:

 

 

 

Aggiungo una cosa, relativa a quello che dice borden qualche messaggio fa: l'accento sulla maniera di trovare sempre nuove soluzioni a situazioni ripetitive, trucchi, etc, mi fa pensare ai problemi nello scrivere Diabolik. E allora mi chiedo se Faraci abbia spostato la frustrazione da un personaggio all'altro, o se abbia affrontato la scrittura di Tex come se fosse Diabolik...

 

Ribadisco. Questo mi conferma quanto Tito fosse "sordo" alla vera anima del nostro Tex. Su Diabolik non mi  pronuncio. Ma anche lì... qualunque personaggio non va scritto affastellando clichès come se non fosse nient' altro... Bisogna trascendere i clichès, dare un'anima al racconto!

Modificato da borden
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La cosa che mi ha lasciato sinceramente deluso è che Tito su Diabolik e Topolino ha fatto un ottimo lavoro, riconosciuto da tutti, nel cogliere la loro essenza e rivitalizzarli  Mi aspettavo che riuscisse a fare la stessa cosa con Tex ma dopo tre storie che a me sono piaciute molto, si è incartato in soggetti ripetitivi.

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Su Diabolik non mi pronuncio, non avendolo mai letto, ma purtroppo in ambito Disney Tito negli ultimi dieci anni è stato il più delle volte parecchio sottotono. In cose come la storia pubblicata su Topolino 3000 e "Universo PK" mostra sprazzi della vecchia attitudine introspettiva e del suo umorismo surreale, ma il risultato finale è un po' ingessato, poco spontaneo, lontano dall'autore spigliato, piacevole e imprevedibile che era negli anni Novanta su MMMM, PKNA e Topolino. Su Tex, come dice bene @Carlo Monni, ha iniziato bene: io ero uno dei suoi più accesi sostenitori, qui sul forum, e ho davvero apprezzato le sue prime storie. Purtroppo, come ho scritto in una discussione qualche mese fa, poi si è autodistrutto ed è stato un grandissimo peccato.

La mia impressione è che Tito sia andato in crisi anche fuori da Tex: l'essersi messo a scrivere romanzi, in questo senso, può anche ricondursi a una volontà di cercare nuovi stimoli e nuove sfide. Che poi Tito sia andato in crisi proprio confrontandosi con Tex o per cause esterne, proprio non so.

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