Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

[606/607/608]Caccia Infernale


Sam Stone
 Share

[606/607/608]Caccia infernale (di M. Boselli e Y. Ginosatis)  

96 utenti hanno votato

Non sei abilitato/a a votare al sondaggio o a vederne i risultati. Si è pregati di collegarsi o iscriversi per poter votare in questo sondaggio.

Messaggi consigliati/raccomandati

Il tema del viaggio negli Inferi, tanto evocato (tanto che -mi ripeto, ma il paragone è fondamentale- avevo pensato a Kurtz di "Cuore di tenebra" e "Apocalypse Now" come modello di riferimento di Boselli), si risolve veramente nel nulla. Revekti "Il diviso" ( ridicolo: un nome tanto misterioso che indica? Un po' di pittura), nascosto in un covo impenetrabile circondato da arie malsane e enigmatiche sculture in pietra, venerato e temuto dagli indiani presso cui vive e a cui fornisce una potentissima droga: ce ne sarebbe per creare una storia epica. E invece, ecco che facciamo conoscenza di un laido affarista, dal nullo spessore psicologico, impegnato a ragionare sui possibili proventi del traffico di droga. Questa sarebbe la discesa agli Inferi? Questa la vera catarsi per torturatori e massacratori che, resi puri dalla missione infernale, si immolano per la causa e, nel caso di Parkman, si meritano pure una bella stretta di mano? Più che un incontro ravvicinato con Ade, mi sembra una capatina al circo.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Per me il terzo capitolo della storia è stato deludente: Revekti si rivela un capo poco carismatico e fin troppo facile da prendere per il naso (nonchè da uccidere), Parkman cova odio per 150 pagine e poi se ne dimentica, Goyaklee addirittura diventa una giacca blu per onorare il fratello (questa mi è parsa un'altra forzatura).

Il terzo capitolo ha deluso anche me, ma è soltanto un impressione a prima lettura, dovrei rileggere il tutto ma sinceramente non mi va. Non sono tanto d'accordo con questi tuoi 3 pensieri (quotati).1)Revetky viene forse ucciso troppo facilmente,? vero.. ma da chi?Da Tex!(che puo essere il protagonista o meno). Non si fa prendere per il naso dalla banda di Cunnigham, ma al contrario è lui che li mette in seria difficolt?, e se non fosse per l'arrivo dei navajos...2)Sinceramente a me Parkman non ha dato l'impressione di provare odio, ma solo un leggero rimorso (puo darsi che sbaglio ripeto, dato che ho ricordi vecchi)...3)Se un fratello, in punto di morte, ti chiede una volont? è difficile dirgli di no. Non mi sembra una forzatura. Concordo con te, per il fatto del ravvedimento di Parkman:far finire a tarallucci e vino il futuro del ex tenentino mi pare si una forzatura, soprattutto dopo lo sterminio dei Pima.-E' vero, "il rimorso lo tormenter? finch? campa", ma noi tutto questo non lo vedremo.- Modificato da carson00
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Non sono tanto d'accordo con questi tuoi 3 pensieri (quotati).1)Revetky viene forse ucciso troppo facilmente,? vero.. ma da chi?Da Tex!(che puo essere il protagonista o meno). Non si fa prendere per il naso dalla banda di Cunnigham, ma al contrario è lui che li mette in seria difficolt?, e se non fosse per l'arrivo dei navajos...2)Sinceramente a me Parkman non ha dato l'impressione di provare odio, ma solo un leggero rimorso (puo darsi che sbaglio ripeto, dato che ho ricordi vecchi)...3)Se un fratello, in punto di morte, ti chiede una volont? è difficile dirgli di no. Non mi sembra una forzatura.

Ciao Carson, ti rispondo per punti.1) Non mi riferivo all'uccisione in sè, quanto al fatto che per arrivare a Revekti sia stato sufficiente un diversivo non particolarmente originale o elaborato... Riguardo al prendere per il naso, mi ha lasciato interdetto il modo in cui Cunningham quasi infinocchiava Revekti: pensavo che "il diviso" lo facesse parlare per prendersi gioco di lui, invece sembrava starci, non si è adirato, non ha reagito come avrebbe dovuto fare di fronte all'assassino di sua madre. Un punto che non mi ha convinto.2) Quella era una mia impressione, è probabile che Boselli volesse dare tutta un'altra idea... io però l'ho percepita e vissuta così.3) Non mi convince la tua argomentazione. Basta la richiesta di un fratello morente, che per tutta la vita ha percorso una strada che si reputa sbagliata, a far cambiare un'idea profondamente radicata? Io penso di no. Poi ovviamente sono opinioni, a me è parsa una forzatura (non ce lo vedo un patriota irlandese arruolarsi nell'esercito britannico su richiesta di un fratello soldato, per dire) e a te no, ci sta.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

TEX AI CONFINI DEL MONDO




Immagine postata




Nelle storie di Boselli sono frequenti, e tuttavia in linea con la tradizione bonelliana e nizziana, diversi ?lociò che di volta in volta si presentano come ?locus amoenusè oppure ?locus horridusè.

Localit? idilliache come la Lonesome Prairie di ?La mano del morto? o tenebrose come le miniere di San Rafael in ?Vendetta per Montalesè.

La loro peculiarit? è quella di essere delle regioni o dei posti che si differenziano dal resto dell'ambiente circostante per vegetazione, clima ecc e che permettono la presenza di insediamenti umani in rottura con il mondo esterno.

Ne troviamo diversi nel primo centinaio, l'isola di Tiburon, la Città d'oro, le terre dell'abisso. Sono uno degli elementi tipici di quel Tex, che il creatore ha estrapolato dalla letteratura romanzesca, che permettono l'evasione di chi legge nella finzione letteraria.

Ai continuatori di Bonelli non è sfuggita la possibilità di sfruttare un è altrove è che ponesse Tex ai confini del mondo. Basta rileggere ?Gli spiriti del deserto? o lasciarsi condurre in un affascinante viaggio nei cunicoli intarsiati della montagna in cui si situa il covo orientaleggiante de ?La Tigre Nera? nella prima storia del ciclo malese disegnata da Villa.

Boselli ama molto porre i suoi personaggi in degli ambienti estremi e fuori dal comune e ?La valle degli dei? è solo l'ultimo esempio di una lunga serie.

Però ?Caccia infernale? non sarà ricordato per i sinistri faccioni del canyon e neppure per la palude fumante, che costituiscono i due accessi alla valle segreta nel cuore della Sierra Madera.

Sono degli elementi lontani dall'essere preponderanti e che fanno parte della ricchezza compositiva delle opere dell'autore. Nella narrazione prendono rilievo graficamente ma appaiono secondari nello sviluppo dell'azione. Ed è un peccato. Non a caso nessuno ne fa riferimento, nessuno di noi ne parla.

Eppure una valle inaccessibile dove crescono dei cactus dalle radici con proprietà allucinogene dovrebbe di per se costituire il motivo d'interesse principale della storia.

Cosè non ?. I faccioni restano muti, privi di segreti, come tanti elementi decorativi posti sulle pareti. Non sapremo mai se sono opera di Revekti o rappresentino un semplice monito dal lontano passato e  avvertano così i viandanti dal non avventurarsi in delle terre maledette.

Foriere di morte sono anche le acque fumanti poste a ovest della sierra. Ma la presenza dei paletti con i teschi appesi non deve ingannare. Questa volta infatti non sono un simbolo di morte, bensì l'unica via di salvezza per giungere dall'altra parte.

E? curioso il rovesciamento di valori che possiamo attribuire agli oggetti o alle sculture, che da sole costituiscono una chiave di lettura del mondo alla rovescia in cui Tex e gli uomini di Cunningham si stanno avventurando.

Non stupisce che in un viaggio all'inferno, si parlo proprio di un viaggio in un ade malefico e ostile, eden solo apparente, regno non dei vivi ma dei non morti, geenna certo simbolica ma la cui evocazione assume però tratti fin troppo realistici, non stupisce - dicevo - che solo i puri di spirito sopravvivano e alla fine possano fare ritorno a casa.

Parkman, Ethan, Goyaklee. Erano uomini imperfetti e ora, superata la prova in faccia alla morte, possono finalmente avventurarsi rigenerati in una nuova vita. La grandezza della storia sta tutta in questa bellissima parabola.

La logica conclusione non poteva e non doveva essere il duello tra il giovane tenente degradato e l'odiato Laredo che molti si auguravano, ma proprio quella stretta di mano così ricca di significato, che da sola d' credibilit? e un è senso è alla storia che Boselli ci ha fatto leggere. Che non è barocca e fallace come sembra illusoriamente ad una prima lettura, ma è ben ancorata nella classicit? di Tex.

Come sempre avviene, la lettura di una storia dell'autore milanese, pur essendo a volte ridondante, nasconde tanti motivi d'interesse insiti nella trama che valgono nella mia modesta opinione molto di più del prezzo di copertina. E non ?, sèintende, un complimento da poco.

E? vero che questa è una storia poco texiana e sono stato il primo a non risparmiare le critiche, ma la sufficienza di lettura che ne viene fatta in siti anche autorevoli mi fa sorridere e mi conferma ancora una volta la bontà della mia valutazione alla faccia delle accuse di malafede che mi sono recentemente piovute addosso.

Davvero bello questo tuo post, Ymalpas. Lo è in assoluto, perchè dimostra la tua conoscenza di un topos importtante nella narrativa e nel fumetto d'avventura quale la "valle nascosta", l'altrove che prefigura l'aldil'...

E poi perchè a te (proprio a te!) :generaleS: sono arrivati alcun dei significati della storia che invece, stavolta, sono sfuggiti ai più (e ancora mi domando il perchè di tanto insuccesso, che va al di l' della relativa assenza di Tex). Il voluto capovolgimento dei caratteri nella Valle degli Dei era previsto, ma a molti è sembrato comportamento illogico...
Ma non è così. Reno, che faceva mostradi disprezzare Parkman, alla fine si dimostra vigliacco. Il grande Cunningham sbaglia strategia... Era voluto e studiato. Mah!
Trovo incredibile che il simpatico Freddo ai piedi pensi che Parkman dovesse duellare con Laredo alla morte, quando almeno in questo caso, era ovvio, fin da subito, che si sarebbe, in qualche modo, redento!

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Trovo incredibile che il simpatico Freddo ai piedi pensi che Parkman dovesse duellare con Laredo alla morte, quando almeno in questo caso, era ovvio, fin da subito, che si sarebbe, in qualche modo, redento!

Caro sig. Boselli, innanzi tutto mi lasci dire che è veramente un piacere poter dialogare direttamente con lei! Non lo dico per piaggeria, ma tra le storie che più apprezzo di Tex molte portano la sua firma. Ciò premesso, vado a risponderle. Molto probabilmente l'aspettativa che mi ero creato sul confronto Parkman-Laredo (e che, in tutta evidenza sbagliando, avevo vista confermata dall'andamento della trama) era frutto della mia antipatia per Parkman sin dai tempi di "Sulla pista di Fort Apache"; in ogni caso, non ho notato nei primi due albi i segni inequivocabili di una possibile redenzione del nostro ex tenentino, per cui auspicavo una rapida fine causata dalle pistole di Laredo. Per tutta la durata della storia ho visto un Parkman arrogante e pure un po' duro di comprendonio, visto che si ostinava a voler ragionare con delle belve sanguinarie (che però, alla prova dei fatti, non hanno mai provato a sfiorarlo: perchè?); mai ho avuto indizi sul fatto che avesse intrapreso un percorso interiore di redenzione. Sarà stato un limite mio, come ho specificato, ma proprio non l'ho visto. Insomma, il finale per me non è stato all'altezza dei primi due albi, che avevano creato un bel po' di pathos, e ha finito per risolvere in maniera forse troppo semplicistica dei conflitti che avrei voluto veder arrivare a ben altra conclusione. Tutto questo, ovviamente, IMHO. Sarà che sono abituato troppo bene con le sue storie, ma questa mi ha lasciato l'amaro in bocca :indianovestito: Detto questo, la saluto e spero di avere preso i permessi per accedere alla sezione delle domande, ch? ne ho alcune da rivolgerle urgentemente!Cari saluti.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Borden, il guaio è che non si può puntare così in alto (la valle nascosta, un nome misterioso [Revekti, "Il Diviso&quot], un bianco che tiene soggiogati gli indiani tramite una droga potentissima, etc) partorendo un personaggio di nullo spessore. O si punta al capolavoro, creando un personaggio della forza e del livello di Kurtz, o è meglio puntare sul classico canovaccio di agricoltori contro allevatori, compagnie ferroviarie rivali, etc. etc. . E' chiaro che se sali più in alto, quando cadi sprofondi: è la forza di gravit?. Proprio perchè hai affrontato un topos della letteratura ( e anche di Tex, se pensiamo a "Le terre dell'abisso", "La città d'oro", ma anche "Sulle piste del Nord", "Zhenda!" e sicuramente anche altre storie), che rimanda addirittura a "Medea" e alla Colchide (sinceramente, parlo del film di Pasolini: non so se nell'opera di Euripide fosse presente una così magica descrizione di una terra selvaggia), il confronto con alti modelli risulta IMHO del tutto impietoso nei confronti di "Caccia infernale". Peraltro, si poteva puntare sullo scontro a distanza tra Tex e Revekti, escludendo totalmente la masnada di caricature agli ordini di Cunningham. Il soggetto-base poteva esser splendido, in tal modo. Un viaggio alla ricerca di un covo nascosto che diventa un viaggio dentro di sè, come in "Cuore di tenebra". Che potenziale e che spreco di possibilità, con una storia che invece si perde in descrizioni tanto sfaccettate quanto fasulle di mille inutili comprimari e (quello che sarebbe dovuto essere) il vero antagonista di (un peraltro inesistente) Tex che si rivela di nullo spessore, o al massimo al livello di un ciarlatano alla Ho-Kuan o di un laido affarista come Big Cisco!P. S. Concordo con Freddo Ai Piedi. La metamorfosi psicologica di Parkman (e non solo sua) mi sembra del tutto innaturale, inspiegabile, privo com'? il personaggio di un reale sviluppo psicologico. Forse la colpa di ciò è anche nel modo di procedere alla scrittura di Borden, che si impegna su una ventina di sceneggiature insieme e si trova costretto a rileggere ognuna dall'inizio ogni qualvolta deve procedere alla sua stesura. Forse i personaggi si perdono proprio per questo (e perchè sono troppi). P. P. S. Non comprendo assolutamente le sufficienze a questa storia. Che non si pone di per sè come canonica. Un progetto così ampio o lo si boccia in toto o lo si esalta al massimo. In generale, credo che i voti dal 5,5 al 7 siano adatti a quei riempitivi di una volta (e che oggi, con 'la regola delle storie da centodieci pagine o multipli', non esistono quasi più e che comunque non sono nelle corde degli attuali autori) che, magari ben scritte, puntavano comunque sul solito canovaccio in attesa della grande avventura: chessè, penso a "Scacco Matto", "La città corrotta" o "Soldati a cavallo". Valutare 6 una storia di Boselli, che cerca sempre un po' di sorprendere (il che IMHO non è affatto sempre un bene, in un fumetto come Tex) con le sue sceneggiature, secondo me non ha senso, nella maggior parte dei casi (tra cui, certamente, questa storia).

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

3)Se un fratello, in punto di morte, ti chiede una volont? è difficile dirgli di no. Non mi sembra una forzatura.

Non credo che Goyaklee abbia più di tanto forzato la propria volont?. Aveva ben imparato ad apprezzare gli scout e il loro comandante; al massimo la richiesta del fratello gli ha dato un input in più. Con tutto il bene che voglio a mia sorella, non farei per lei qualcosa che ripugna alla mia coscienza, e spero che lei non faccia mai per me qualcosa che ripugna alla sua. Piuttosto faccio qualcosa che mi costa la vita, quello sè.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Borden, il guaio è che non si può puntare così in alto (la valle nascosta, un nome misterioso [Revekti, "Il Diviso&quot], un bianco che tiene soggiogati gli indiani tramite una droga potentissima, etc) partorendo un personaggio di nullo spessore. O si punta al capolavoro, creando un personaggio della forza e del livello di Kurtz, o è meglio puntare sul classico canovaccio di agricoltori contro allevatori, compagnie ferroviarie rivali, etc. etc. . E' chiaro che se sali più in alto, quando cadi sprofondi: è la forza di gravit?. Proprio perchè hai affrontato un topos della letteratura ( e anche di Tex, se pensiamo a "Le terre dell'abisso", "La città d'oro", ma anche "Sulle piste del Nord", "Zhenda!" e sicuramente anche altre storie), che rimanda addirittura a "Medea" e alla Colchide (sinceramente, parlo del film di Pasolini: non so se nell'opera di Euripide fosse presente una così magica descrizione di una terra selvaggia), il confronto con alti modelli risulta IMHO del tutto impietoso nei confronti di "Caccia infernale". Peraltro, si poteva puntare sullo scontro a distanza tra Tex e Revekti, escludendo totalmente la masnada di caricature agli ordini di Cunningham. Il soggetto-base poteva esser splendido, in tal modo. Un viaggio alla ricerca di un covo nascosto che diventa un viaggio dentro di sè, come in "Cuore di tenebra". Che potenziale e che spreco di possibilità, con una storia che invece si perde in descrizioni tanto sfaccettate quanto fasulle di mille inutili comprimari e (quello che sarebbe dovuto essere) il vero antagonista di (un peraltro inesistente) Tex che si rivela di nullo spessore, o al massimo al livello di un ciarlatano alla Ho-Kuan o di un laido affarista come Big Cisco!P. S. Concordo con Freddo Ai Piedi. La metamorfosi psicologica di Parkman (e non solo sua) mi sembra del tutto innaturale, inspiegabile, privo com'? il personaggio di un reale sviluppo psicologico. Forse la colpa di ciò è anche nel modo di procedere alla scrittura di Borden, che si impegna su una ventina di sceneggiature insieme e si trova costretto a rileggere ognuna dall'inizio ogni qualvolta deve procedere alla sua stesura. Forse i personaggi si perdono proprio per questo (e perchè sono troppi). P. P. S. Non comprendo assolutamente le sufficienze a questa storia. Che non si pone di per sè come canonica. Un progetto così ampio o lo si boccia in toto o lo si esalta al massimo. In generale, credo che i voti dal 5,5 al 7 siano adatti a quei riempitivi di una volta (e che oggi, con 'la regola delle storie da centodieci pagine o multipli', non esistono quasi più e che comunque non sono nelle corde degli attuali autori) che, magari ben scritte, puntavano comunque sul solito canovaccio in attesa della grande avventura: chessè, penso a "Scacco Matto", "La città corrotta" o "Soldati a cavallo". Valutare 6 una storia di Boselli, che cerca sempre un po' di sorprendere (il che IMHO non è affatto sempre un bene, in un fumetto come Tex) con le sue sceneggiature, secondo me non ha senso, nella maggior parte dei casi (tra cui, certamente, questa storia).

Ma il coporotagonista della storie è proprio Parkman. Non è certo Laredo. E nemmeno Revekti, che semmai è l'antagonista. Quello che volevi tu l'ho già fatta con Rayado e Golden Eye, mica potevo ripetermi!La tua elucubrazione sul fatto che non misi possa dare la sufficienza per troppa ambizione non mi vede affatto d'accordo! Io personalmente PREFERISCO chi osa a chi si accontenta. E l'ho già detto. :generaleN: Per il simpatico Freddo ai piedi aggiungo che io non trovo niente da eccepire nella mia caratterizzazione di Parkman, il quale ha visibilissimi tormenti. Se non ti è simpatco che ci posso fare? Avrà sbagliato a voler "riformare" un personaggio nato antipatico.. :generaleS:
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Rangers

Borden, il guaio è che non si può puntare così in alto (la valle nascosta, un nome misterioso [Revekti, "Il Diviso&quot], un bianco che tiene soggiogati gli indiani tramite una droga potentissima, etc) partorendo un personaggio di nullo spessore. O si punta al capolavoro, creando un personaggio della forza e del livello di Kurtz, o è meglio puntare sul classico canovaccio di agricoltori contro allevatori, compagnie ferroviarie rivali, etc. etc. . E' chiaro che se sali più in alto, quando cadi sprofondi: è la forza di gravit?. Proprio perchè hai affrontato un topos  della letteratura ( e anche di Tex, se pensiamo a "Le terre dell'abisso", "La città d'oro", ma anche "Sulle piste del Nord", "Zhenda!" e sicuramente anche altre storie), che rimanda addirittura a "Medea" e alla Colchide (sinceramente, parlo del film di Pasolini: non so se nell'opera di Euripide fosse presente una così magica descrizione di una terra selvaggia), il confronto con alti modelli risulta IMHO del tutto impietoso nei confronti di "Caccia infernale". Peraltro, si poteva puntare sullo scontro a distanza tra Tex e Revekti, escludendo totalmente la masnada di caricature agli ordini di Cunningham. Il soggetto-base poteva esser splendido, in tal modo. Un viaggio alla ricerca di un covo nascosto che diventa un viaggio dentro di sè, come in "Cuore di tenebra". Che potenziale e che spreco di possibilità, con una storia che invece si perde in descrizioni tanto sfaccettate quanto fasulle di mille inutili comprimari e (quello che sarebbe dovuto essere) il vero antagonista di (un peraltro inesistente) Tex che si rivela di nullo spessore, o al massimo al livello di un ciarlatano alla Ho-Kuan o di un laido affarista come Big Cisco!

Imho Revekti è invece un ottimo personaggio, che non vuol dire ottimo cattivo!Di certo non è all'altezza di Tex, non è uno di quei nemici pericolosissimi che hanno messo varie volte in difficolt? il ranger. La pericolosit? di Revekti sta appunto nell'essere riuscito ad attirare ai suoi piedi un gran numero di guerrieri appartenenti a varie tribù. La sua forza risiede nella droga "Il pane degli Dei", la sua abilità sta nell'aver fatto sognare e reso fanatici i suoi seguaci. Un vero e proprio profeta, come ne abbiamo già visti tanti. Tex ne ha già combattuti diversi e in tutti i casi cos'erano? una massa di cialtroni senza alcun potere!Qui l'intento di Borden (secondo me) non era propriamente quello di creare una storia su misura del profeta; insomma sempre secondo me questa non rientra esattamente nelle storie Tex vs Profeti (qualche esempio: Morte di un soldato in cui il Profeta Rosso era appunto un cialtrone, Il Profeta Hualpay, in qualche modo Cane Giallo nel suo ritorno e altri che non sto a citare)!Qui Mauro ha puntato i fari verso il rapporto di odio - vendetta tra Cunningham - Revekti (entrambi hanno un desiderio di vendetta verso l'altro). Come già detto da Ym (nei suoi bellissimi post), i riflettori sono puntati anche su Parkman. Che poi la storia presenti difetti non lo nego, ma li abbiamo già detti: Tex poco protagonista, Laredo quasi sempre fermo...... Però come protagonista a me Revekti è piaciuto, come ha detto Mauro non poteva creare un clone di Golden Eye. :trapper:
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Ma il coporotagonista della storie è proprio Parkman. Non è certo Laredo. E nemmeno Revekti, che semmai è l'antagonista. Quello che volevi tu l'ho già fatta con Rayado e Golden Eye, mica potevo ripetermi!

Uhm, non ho mica capito cosa c'entra con quello che ho scritto prima! :indianovestito: Evocare con tanto alone misterioso un nemico, senza che poi il personaggio abbia un bench? minimo spessore, è veramente un enorme punto debole (IMHO, visto che di questi tempi bisogna specificarlo!). Ymalpas ha parlato di una sorta di catartica discesa negli Inferi: ma che Inferi sono con un personaggio tanto debole (la cui misteriosa 'divisione' consiste in un po' di vernice!!!) è Non ho ben capito che c'entri il discorso su coprotagonisti, antagonisti, Rayado e Golden Eye.

La tua elucubrazione sul fatto che non misi possa dare la sufficienza per troppa ambizione non mi vede affatto d'accordo! Io personalmente PREFERISCO chi osa a chi si accontenta. E l'ho già detto. :generaleN:

Forse non hai capito il senso della mia osservazione, o forse mi son spiegato male. Ho parlato di sufficienza intesa come voti dal 5,5 al 7. Figuriamoci se non è giusto osare! Tuttavia, quando si osa tanto (e qui si è osato tanto, dati i precedenti culturali di un soggetto-base simile), o si riesce nell'impresa (e ci si merita un 9 o un 10) o si cade più fragoroisamente di quando si osa poco ( e ci si merita un 3 o un 4). Io la vedo così! E spero che la metafora sia abbastanza chiarificatrice!

Per il simpatico Freddo ai piedi aggiungo che io non trovo niente da eccepire nella mia caratterizzazione di Parkman, il quale ha visibilissimi tormenti. Se non ti è simpatco che ci posso fare?

A me Parkman non è affatto antipatico, ma mi sembra che il suo sviluppo psicologico sia assai improbabile, o quantomeno tanto repentino da essere inspiegabile. E francamente questo grande senso di colpa, dopo che il giorno prima ha massacrato senza eccessivi problemi i Pima, mi sembra un po' fasullo. Posso dirti la mia idea? Doveva morire per mano degli Apache come Henry Fonda in "Il massacro di Fort Apache". E non perchè sia un brutto personaggio, ma perchè, ben calato in "Sulla pista di Fort Apache" (che, se non si è capito, giudico agli antipodi di "Caccia infernale"), non era molto sensato un suo ritorno. L' avrebbe davvero trovato la catarsi, come Fonda/Turner nel film di Ford.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Imho Revekti è invece un ottimo personaggio, che non vuol dire ottimo cattivo!Di certo non è all'altezza di Tex, non è uno di quei nemici pericolosissimi che hanno messo varie volte in difficolt? il ranger. La pericolosit? di Revekti sta appunto nell'essere riuscito ad attirare ai suoi piedi un gran numero di guerrieri appartenenti a varie tribù. La sua forza risiede nella droga "Il pane degli Dei", la sua abilità sta nell'aver fatto sognare e reso fanatici i suoi seguaci. Un vero e proprio profeta, come ne abbiamo già visti tanti. Tex ne ha già combattuti diversi e in tutti i casi cos'erano? una massa di cialtroni senza alcun potere!Qui l'intento di Borden (secondo me) non era propriamente quello di creare una storia su misura del profeta; insomma sempre secondo me questa non rientra esattamente nelle storie Tex vs Profeti (qualche esempio: Morte di un soldato in cui il Profeta Rosso era appunto un cialtrone, Il Profeta Hualpay, in qualche modo Cane Giallo nel suo ritorno e altri che non sto a citare)!Qui Mauro ha puntato i fari verso il rapporto di odio - vendetta tra Cunningham - Revekti (entrambi hanno un desiderio di vendetta verso l'altro). Come già detto da Ym (nei suoi bellissimi post), i riflettori sono puntati anche su Parkman. Che poi la storia presenti difetti non lo nego, ma li abbiamo già detti: Tex poco protagonista, Laredo quasi sempre fermo...... Però come protagonista a me Revekti è piaciuto, come ha detto Mauro non poteva creare un clone di Golden Eye. :trapper:

Sam, il punto secondo me è che non si capisce dove la storia vada a parare. E penso che un tale alone di mistero nei confronti di Revekti e tutto ciò che evoca la sua figura (con tanto di importantissimi precedenti culturali), senza che sia uno dei perni dell'asse portante della narrazione (l'altro dovrebbe essere l'altrettanto nullo Tex), costituisca un enorme limite della storia. Senza che peraltro i personaggi che ne prendono le veci nel centro della narrazione siano minimamente caratterizzati.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

E' stato abbastanza evidente che il coprotagonista fosse Parkman, e non un Laredo che era l'ombra incerta del capo scout che avevamo conosciuto a Fort Apache. Senonchè chi ne aspettava il ritorno e si è trovato a confrontarsi con il ritorno di Parkman (e chi lo cercava quello? :lol: ) è rimasto un tantino perplesso :huh: Revekti è l'antagonista, non il coprotagonista. Giusto. Ma non è un antagonista degno del protagonista. I due dovrebbero essere se non allo stesso livello, almeno quasi, tenendo ovviamente conto che Tex deve vincere. Si potr? dire che nemmeno Narvaez, di cui avevo parlato alcuni giorni fa, era non dico a livello di Tex, ma nemmeno dei suoi speroni, ma almeno si è fatto vedere più a lungo e per un po', grazie anche alla terrorizzata sottomissione dei suoi yaqui, ha pure recitato la parte del nemico pericoloso.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Per il simpatico Freddo ai piedi aggiungo che io non trovo niente da eccepire nella mia caratterizzazione di Parkman, il quale ha visibilissimi tormenti. Se non ti è simpatco che ci posso fare? Avrà sbagliato a voler "riformare" un personaggio nato antipatico.. :generaleS:

Come detto nel mio post precedente può essere stato un mio limite non aver compreso appieno il personaggio di Parkman in questa storia. I tormenti erano visibili, il fatto è che li avevo interpretati in altro modo (odio dell'ex tenente verso Laredo e verso gli Apache). Ribadisco anche che per me è stata una storia discreta, per due terzi buona e deludente nel finale, ma comunque assolutamente leggibile. Diciamo che quando leggo "Testi: Boselli" mi aspetto sempre il massimo, ed è pur vero che non sempre si può stare su standard di eccellenza assoluti. Borden, posso passare al tu? :indianovestito:
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Per il simpatico Freddo ai piedi aggiungo che io non trovo niente da eccepire nella mia caratterizzazione di Parkman, il quale ha visibilissimi tormenti. Se non ti è simpatco che ci posso fare? Avrà sbagliato a voler "riformare" un personaggio nato antipatico..  :generaleS:

Come detto nel mio post precedente può essere stato un mio limite non aver compreso appieno il personaggio di Parkman in questa storia. I tormenti erano visibili, il fatto è che li avevo interpretati in altro modo (odio dell'ex tenente verso Laredo e verso gli Apache). Ribadisco anche che per me è stata una storia discreta, per due terzi buona e deludente nel finale, ma comunque assolutamente leggibile. Diciamo che quando leggo "Testi: Boselli" mi aspetto sempre il massimo, ed è pur vero che non sempre si può stare su standard di eccellenza assoluti. Borden, posso passare al tu? :indianovestito:
Ma certo! :trapper:
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Collaboratori

Concordo con te, per il fatto del ravvedimento di Parkman:far finire a tarallucci e vino il futuro del ex tenentino mi pare si una forzatura, soprattutto dopo lo sterminio dei Pima.

Parkman nelle pagine finali di "Fort Apache" era un uomo finito, che aveva toccato il fondo. Distrutto sul piano umano perchè consapevole dei suoi errori, aveva perso quello a cui più teneva al mondo: la divisa e la donna che amava. L'autore aveva tre possibilità: a ) lasciarlo nel limbo; b ) riutilizzarlo come antagonista in cerca di vendetta mantenendo immutato il personaggio; c ) ripresentarlo come un personaggio cambiato. Delle tre opzioni, la più originale e interessante è proprio quella alla fine scelta da Boselli. Ora ricordo ai più distratti che circa un anno fa abbiamo letto la storia del ritorno di Cane Giallo e prim'ancora quella della Tigre Nera, personaggi che con Parkman condividevano l'appartenenza a tre storie memorabili della serie. Ora, Nizzi ha riproposto, ahimè, in maniera stanca i due antagonisti distruggendone se possibile anche il bel ricordo legato al passato glorioso. Li ha tolti dal limbo senza avere un'idea degna del loro nome. Nelle nuove storie in cui figuravano avrebbero potuto essere sostituiti dal primo venuto e sarebbe stato anche meglio. Boselli, invece, che percorso ha seguito è Lo vogliamo dire cercando di essere coerenti con noi stessi è Mi sono riletto le pagine finali dell'albo e nulla è fuori posto. La scena che porta alla stretta di mano è trattata con molta delicatezza, con naturalezza, senza dare l'idea di essere pilotata dall'alto. Anche le parole sono adatte e sottolineano la virilit? di entrambi i personaggi. Il discorso interrotto della rivalit?, che è quello che ai più d' fastidio, sussiste tuttora. Chiamo in causa l'autore per una conferma ma a me sembra chiaro che Parkman non ha ancora abdicato. Ma ha capito anzi che risolverla con i pugni è esattamente il modo con cui Liz l'ha persa. Se vuole riconquistarla, dovr? giocare carte diverse. L'ha capito e Laredo, rude uomo del West, ha forse ritrovato un temile avversario. Ho aggiunto il - forse - perchè evidentemente il seguito lo scriver? Boselli e non io.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

c ) ripresentarlo come un personaggio cambiato.

Sarei stato d'accordo con te, se non ci fosse stato quello massacro dei Pima di mezzo. E' cambiato si,? vero... a livello di tattica ora è quello che ha ragione, si pente del suo vecchio comportamento e bla bla... ma mentre ammazzava indiani che non centravano nulla a che pensava?A Liz? (Si che è la donna più in gamba di tutto il West >:azz: ). Se "riconciliazione" doveva esserci, avrei preferito che avvenisse mentre Parkman moriva. Forse un classico, ma (per quanto mi riguarda) avrebbe avuto più senso. Sul fatto di una possibile riconquista mi viene da ridere (non per l'ipotesi di ymalaps naturalmente, ma per la cosa in se),? proprio Laredo infatti che gli dice che deve andare più lontano possibile da fort Apache!Ma immagino che anche questa era una battuta. A tal proposito, comunque Parkman avrebbe potuto chiedere aiuto a Tex. :lol2: Ma è andata in un altro modo, e a me sta bene uguale, l'importante è non aver incontrato Liz. :trapper:
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Vi diro.. a me questa storia non mi è piaciuta per niente.. forse all'inizio era intrigante.. ma verso l'ultimo albo mi è completamente calata.. un cattivo che non è un cattivo assolutamente.. il suo ruolo non mi sembra quasi nemmeno cosi necessario a questo punto.. se dicevano che erano capeggiati da qualcuno che abita nelle terre lontane era uguale.. l'assenza dello zio Carson si sente veramente tanto certe volte.. forse qua con il suo intervento e qualche sua battuta avrebbe fatto guadagnare punti alla storia.. Niente.. questa storia è da 5.5 secondo me.. Niente di speciale.. mi sa che mi dovro consolare con il Texone..

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Storia minore di Boselli, niente di entusiasmante, nonostate i 3 albi la storia scorre abbastanza monotona, il difetto principale è l'assoluta piattezza dei comprimari(solitamente punto forte di Boselli) dispiace che venga tutto sommato sprecata la figura di Laredo, precedentemente protagonista di una delle storie più belle dell'intera saga , che ci fosse stato lui o pincopallo Smith non cambiava niente, riguardo ai disegni c'è un calo evidente tra il primo albo e l'ultimo in cui praticamente scompaiono i primi piani alla C. Villa....

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

non do voto nel sondaggio ma un bel 7 a questa storia non glielo toglie nessuno. Ammetto che il Tex è calato dentro a martellate ma la storia è davvero bella. Boh se di fronte a caccia infernale storciamo il naso io non so cosa possa fare di più Borden di ORDINARIO. sparo che si arrivi ad apprrezzarla col tempo

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Qualcuno la vede anche così - dal sito mangaforever :roll:Nel covo del profetaAutori: Mauro Boselli (testo) e Yannis Ginosatis (disegni). Casa editrice: Sergio Bonelli Editore. Provenienza: Italia. Prezzo: 2,70 Euro. RecensioneDopo tre albi, giunge finalmente a compimento la sfida tra Tex e Revekti, il sedicente profeta che è riuscito a raccogliere intorno a sè decine e decine di indiani pronti a tutto pur di eseguire gli ordini del loro capo e ricevere da lui il pane degli dei, una potente droga. Ma Aquila della notte non deve fare i conti solo con l'indiano e i suoi seguaci. Sulle tracce di questi, infatti, vi sono anche gli uomini del colonnello Cunningham, smanioso di vendicare il rapimento e la morte della propria moglie per mano di Revekti. Talvolta, per raggiungere il proprio obbiettivo bisogna scendere a patti col diavolo. Capita a tutti, e anche Tex è costretto a farlo: dopo che la banda del colonnello è stata attirata in trappola da Revekti e per metà sterminata, Cunningham, suo figlio e il suo fedele uomo, Moses, vengono catturati e torturati. Tex, Laredo e gli scout di Fort Apache si uniscono con i sopravvissuti della spedizione punitiva, tra cui l'ex-tenente Parkman, per liberare i prigionieri e uccidere il profeta. Dopo tanto vagabondare per le immense e sconfinate lande americane, finalmente l'azione si sposta nel minaccioso covo del profeta è da qui il titolo dell'albo di giugno con testi di Boselli e disegni di Ginosatis è dove si scatener? una terribile battaglia. Niente più inseguimenti silenziosi, dunque, giochi d'astuzia e azioni misurate, ma rumore, piombo caldo, urla e frecce, sullo sfondo della notte americana illuminata da un gigantesco rogo. Decine di vignette piene di ?bang?, ?ziip?, ?zinng?, scene corali dense di uomini, cavalli e armi. Insomma, la lunga attesa dello scontro finale è di certo ripagata. E tra tanti colpi di arma da fuoco, non mancheranno i colpi di scena. E il lieto fine, naturalmente. Voto: 8Per la serie: fuori dai forum il pensiero non è condizionato (da aspettative, rimuginazioni, teoremi, ideologie, contrasti, voglia di apparire o di dire..)e la storia appare per quel che ?. Una normale storia a fumetti.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Per la serie: fuori dai forum il pensiero non è condizionato (da aspettative, rimuginazioni, teoremi, ideologie, contrasti, voglia di apparire o di dire..)

Mi ricollego a questa frase di Borden per dire di nuovo quello che penso da un bel p? di tempo, da quando cioè frequento i forum. Le anteprime fanno male, malissimo. Proprio perchè creano quelle aspettative, rimuginazioni, teoremi, di cui parla Borden. Nella fattispecie, il sapere da tempo che il titolo di lavorazione di "Caccia infernale" era "Il ritorno di Laredo" ha fatto malissimo alla storia:ci si è sentiti (giustamente) autorizzati a pensare a una storia incentrata sullo scout, e lo scoprire che così non ?, che egli è solo un personaggio tra i tanti e nemmeno tra i più importanti, può essere stato causa di delusione. Ancor di più, questo lo si vede nel trattamento riservato a Ginosatis. La lunga attesa, le grandi aspettative intorno al "disegnatore misterioso Y" hanno fatto solo del male al giovane esordiente;ancor di più, le due o tre tavole in anteprima. Questi due fattori hanno contribuito a far dimenticare alcuni fatti importanti:in primis che Ginosatis è un esordiente assoluto, per di più alle prese con una storia molto lunga e complessa-tanto che si è giunti, secondo me, a giudizi davvero troppo drastici- vedasi ubc, per esempio- o anche (forse) pregiudizievoli -vedasi baci&spari e la questione della coperta di Laredo. Mi do la zappa sui piedi, perchè anche io attendo sempre con trepidazione le news di Carlo Monni, ma ritorno a dire:al bando le anteprime!
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

hai detto bene Borden!

fuori dai forum il pensiero non è condizionato (da aspettative, rimuginazioni, teoremi, ideologie, contrasti, voglia di apparire o di dire..)e la storia appare per quel che ?. Una normale storia a fumetti

ciao, Neb

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Mah, Mauro, alla fine la tua chiosa conclusiva è condivisibile ma non più di tanto. Prendo me come esempio: sono nuovo del forum e ho scritto meno di 20 messaggi, tuttavia la mia recensione non è stata comunque entusiastica (neanche ho stroncato la tua storia, però). Evidentemente i preconcetti di cui parli, che sicuramente esistono, pesano fino a un certo punto; normale che un lettore appassionato di Tex, forum o non forum, sia portato a valutare le storie diversamente da quanto fanno gli appassionati di manga. Leggendo i vari thread mi sono fatto l'idea che in diversi ti abbiano criticato ingiustamente in passato, e mi dispiace aver esordito sul forum con la recensione di una storia a parer mio in tono minore; fossi capitato qui ai tempi degli Invincibili, ti avrei suonato una sviolinata degna di Paganini :indianovestito: Tutto questo per dire che con questi tre albi non sono partito da posizioni pregiudizialmente negative, anzi; il problema è che quando vedo una storia firmata Boselli sono portato a crearmi molte aspettative, che in questo caso non sono state del tutto soddisfatte. Capita. Paco: se posso, per me le anteprime non sono un male assoluto, personalmente le trovo molto "appetitose". Vero è che vanno valutate per quel che sono, magari potremmo inserire una clausola "no comment" per evitare di alimentare ipotesi che, se disattese, portano inveitabilmente a una delusione.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Per la serie: fuori dai forum il pensiero non è condizionato (da aspettative, rimuginazioni, teoremi, ideologie, contrasti, voglia di apparire o di dire..)e la storia appare per quel che ?. Una normale storia a fumetti.

E' un discorso che capisco poco, sinceramente. Fermo restando che ognuno di noi è condizionato dal momento in cui nasce, cosa significa che " una storia deve esser giudicata per quello che ?. Una normale storia a fumetti" è C'è fumetto e fumetto, storia e storia. Non capisco il senso del considerare ogni "racconto disegnato" uguale all'altro. Quanto al discorso sulle anteprime, qui concordo del tutto con Paco e mi riprometto di non visitare più il topic !
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

fuori o dentro i forum per me non cambia niente, le anteprime non le leggo o cerco di non leggerle mai, che ci sia dentro X o Y non m'importa nulla, aspettative sono portato a non farmele, sono condizionato, sè, dal fatto di volere una bella storia con un bel Tex, diciamo almeno da 7. questa storia vale per me un po' meno di 7, chiuso. tutti gli altri discorsi sono aria fritta. compreso la presunta supervalutazione a priori di Manfredi: La grande sete per me valeva 5,5, non mi era piaciuta. e poi basta coi discorsi tipo "se l'avesse scritta tizio sarebbe stata infamata/glorificata", con me non reggono.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

 Share

  • Recentemente attivi qui   0 Membri

    • Nessun membro registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.