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TWF - Tex Willer Forum

[31/32] La Mesa Verde


Carlo Monni
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Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni : Aurelio Galleppini
Periodicità mensile: Maggio 1963 - Giugno 1963
Inizia nel numero 31 a pag. 45 e finisce nel numero 32 a pag. 13


Tex, Kit e Carson catturano Jim Burrows, omicida e rapinatore in coppia col fratello Rube: i gaglioffi hanno addirittura crocefisso un uomo dell'Agenzia Investigativa Pinkerton e Mac Parland, capo dei detective, invita Willer a concludere il caso, ottenendo la promessa che, anche in futuro, potr? sempre contare su di lui. Intanto, Rube si è alleato con la banda Culver?. Tex e i pards, spalleggiati dallo sceriffo di Cedarville, chiudono per sempre il conto!
 

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Davvero nessuno aveva mai commentato questa storia? Se è così, rimedio subito io.

Mi sorprende sempre quanto pochi siano i commenti a questi storie davvero storiche, se mi passate il gioco di parole.

Sono, per così dire, sentimentalmente affezionato a questa storia, la cui prima parte è contenuta in uno dei primi albi giganti di Tex che ho mai letto: "La Mesa Verde" e per me questo rimane il titolo di questa storia.

Un tragico incontro nel deserto porta Tex, Kit e Carson sulle tracce di due spietati banditi: Rube e Jim Burrows ed a conoscere un nuovo amico.

1) Il viaggio di ritorno verso la Riserva Navajo si sta rivelando per Tex d i suoi pards quasi peggio dell'Odissea: continuano ad incontrare imprevisti che li rallentano. :laugh:

2) Questa volta è il ritrovamento di un detective dell'Agenzia Pinkerton ritrovato morente legato ad una rozza croce. Stava dando al caccia ai fratelli Burrows, ma loro l'hanno sorpreso e l'hanno lasciato a morire di sete. Tex decide di informare l'Agenzia Pinkerton del fato del suo agente e ciò porta ad un incontro con uno dei suoi dirigenti.

3) C'è stato sul forum di TWO chi ha definito improbabile il fatto che I Burrows abbiano addirittura crocefisso l'agente della Pinkerton. Io dico: può anche darsi che fosse improbabile, ma ricordo benissimo quanto mi impressionò quando lessi la storia per la prima volta e tanto mi basta.

4) Per coloro (e dovrebbero essere pochi ormai) che si chiedessero cosìera la Pinkerton National Agency, risponderò che è la più antica agenzia di investigazione privata degli Stati Uniti e probabilmente del mondo. Il suo fondatore era un immigrato scozzese, Allan Pinkerton, che in breve tempo si guadagnò una solida reputazione. Punto di forza di Pinkerton fu l'uso di moderne tecniche di investigazione (moderne per l'epoca sèintende) e l'istituzione di un vero e proprio archivio segnaletico dei criminali, forse il primo del suo genere. Poiché il Governo Federale degli Stati Uniti era sorprendentemente privo di una vera polizia federale, Pinkerton ed i suoi uomini svolsero dapprima compiti di spionaggio per conto dell'Unione durante la Guerra Civile ed in seguito ebbero il compito di dare la caccia i criminali che avessero vilato le leggi federali, compito che svolsero praticamente sino alla creazione del FBI nel 1908. Oltre a questo, ebbero anche lucrosi contratti con banche e ferrovie per proteggerli e dare la caccia ad eventuali rapinatori.

5) Dopo una gustosa gag degli equivoci, facciamo finalmente la conoscenza di Mac Parland, direttore della filiale di Denver, che in pratica offre a Tex ed i pards un nuovo lavoro (come se non ne avessero già abbastanza :colt:). Tex accetta di dar la caccia ai rapinatori per conto di Mac Parland, ma alle sue condizioni e Mac Parland accetta.

6) L'allegro irlandese Mac Parland è ispirato alla figura di James McParland (scritto esattamente così), che fu effettivamente direttore della filiale di Denver dal 1885 sino quasi alla sua morte nel 1919. Fisicamente era diversissimo dalla sua controparte a fumetti. Era, infatti, più alto e portava folti baffi. Si spera che Mac Parland sia diverso da McParland anche nel carattere, visto che quest'ultimo non esitò ad usare tattiche sporche contro scioperanti e fu accusato anche di frode elettorale.

7) Se Mac Parland era ispirato a James McParland, a chi erano ispirati Rube e Jim Burrowsè Diamine ma Rube e Jim Burrow ed a chi se no? :lol2: G. L. Bonelli deve aver letto da qualche parte degli exploit di questa coppia di fratelli (soprannominati i Robin Hood dell'Alabama dal loro stato d'origine, ma attivi tra Texas ed Arkansas s dal 1886 al 1890) e deve averli trovati interessanti come antagonisti di Tex (Per la cronaca, anche se furono effettivamente braccati dall'Agenzia Pinkerton, non mi risulta che ne abbiano ucciso uno se non in regolari conflitti a fuoco), Oltre ad avergli cambiato leggermente il cognome (ma può anche darsi che fosse rimasto ingannato dalla pratica anglosassone di aggiungere la ?sè del plurale ai cognomi quando si parla di più componenti di una famiglia ed abbia equivocato sul termine ?Burrows Brothersè, ovvero Fratelli Burrow) GLB ne sposta le azioni in Colorado.

8) Mac Parland parla della piaga del banditismo come di uno degli effetti nefasti della Guerra Civile. Si ufficializza quindi, quello che era implicito da diverso tempo: le attuali storie sono ambientate dopo la Guerra Civile, ma quanto dopo' I personaggi di questa storia sono ispirati a personaggi le cui vicende si sono intrecciate a partire dal 1886, dovremmo dunque essere in quell'anno? Questo dato sarebbe contraddittorio con le avventure dei numeri da 17 a 24, ma coerente con la datazione moderna. Che dire se non: Mah!

9) Vengono nominati due luoghi, uno dei quali addirittura centrale, nella vicenda: la Mesa verde e Cliff House. Due localit? che ritroveremo altre volte nella saga di Tex. In particolare: Cliff House, che qui è presentato come un comunissimo villaggio del Colorado con tanto di sceriffo, in ?Vendetta Indiana? ci verr? presentato nella sua vera veste di antico insediamento Anazasi.

10) Per la prima ed unica volta assistiamo ad un attentato ai danni di Tex a base di dinamite. Ricordo che la cosa colp? moltissimo la mia fantasia di bambino (Temo che se fossi diventato uno scrittore professionista, i miei personaggi avrebbero subito un bel po' di attentati a base di esplosivo :lol2:).

11) Disegni più che all'altezza di Aurelio Galleppini.

In sintesi: una storia davvero carina. ::evvai::

  • +1 1
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  • 2 anni dopo...

Le storie di questo periodo iniziano ad essere davvero interessanti una volta terminata la fase pioneristica. Visto che per questa avventura manca il sondaggio, assegno il voto direttamente in questo post. Buoni i disegni ed interessante lo sviluppo della trama, peccato per un finale affrettato come sovente accade in storie di questo periodo, alla faccia di chi si lamenta per i finali affrettati di Boselli. Voto 6

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  • 1 anno dopo...

Bella storia, a differnza delle ultime che ho letto, penso che la trama poteva essere sviluppata meglio e con più calma... ad esempio sui due fratelli ci sarei rimasto di più... ma tutto sommato la storia mi è piaciuta anche se non si tratta di niente di eccezionale... per ciò che riguarda i disegni devo ammettere che Gamba è un ottimo disegnatore ma il volto dei pard (in particolare quello di Tex) non è fedele a quanto fatto da Galep, e due volti diversi per uno stesso personaggio nella stessa storia non è molto carino a vedersi, ovviamente parere personale.
Sceneggiatura: 6,5
Disegni: 6,5
Tex: 6,5

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  • 10 mesi dopo...

Storia non particolarmente esaltante, sebbene anche qui come nell'avventura precedente i personaggi negativi siano piuttosto sfaccettati.

 

Uno dei fratelli Burrows, ad esempio, si dimostra meno ostile dell'altro ad un indiano al quale hanno sottratto la cacciagione.

 

Contrariamente a quanto stiamo leggendo nella testata Tex Willer, qui il nostro eroe sembra non aver avuto finora nulla a che spartire con l'Agenzia

Pinkerton.

Modificato da Jeff_Weber
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  • 5 mesi dopo...

I finali accelerati, con un ultimo albetto a striscia rapido come Marcell Jacobs, erano molto frequenti alle origini.

Anche la storia in questione non fa eccezione e in effetti gli episodi, letti con gli occhi di un lettore moderno, perdono parecchio con questi epiloghi affrettati.

 

"La Mesa Verde" è una storia passabile ma non trascendentale. Il soggetto è molto basilare e s'incentra tutto sulla caccia dei nostri eroi ai due fratelli Burrows.

Bonelli riesce comunque con la consueta abilità a sceneggiare al meglio e trasformare in una storia leggibile l'esile spunto, ma onestamente si era letto di meglio già allora. 

 

Fra sparatorie, tracce e inseguimenti, tutto scorre con fluidità ma senza eccessivi sussulti, però non posso non far notare quanto sia forte d'impatto emotivo la sequenza iniziale con l'agente Pinkerton crocefisso e lasciato a morire di sete nel deserto. A proposito dell'agenzia Pinkerton, è la prima volta che fa capolino nella saga e sarà anche la storia con l'esordio di Mac Parland, agente destinato a divenire una figura ricorrente nella serie. 

 

Proprio in questo albo Tex lega con Mac Parland e promette di aiutarlo nei casi più difficili sebbene da esterno. E così sarà sia con Bonelli che con altri autori successivi.

 

Altra particolarità che ho notato durante la lettura: per la prima volta si fa cenno al fatto che la guerra di Secessione sia finita. Non che fosse stato un episodio cardine di quelle storie, ma dapprima capitava di accennarne la presenza per poi finire nel silenzio più assoluto. Adesso, dopo quel dialogo, Bonelli ci fornisce la conferma che il periodo bellico è alle spalle. Tuttavia riuscire a stilare una continuity affidabile nelle storie originarie è un'impresa non da poco. :D

 

Per ciò che riguarda la parte grafica, ho trovato i disegni di Galep più curati rispetto ad altre occasioni ed è presente una vera rarità: l'abbozzo dell'uso di retini in alcune vignette! Saranno davvero pochissime le occasioni in cui i disegnatori ne faranno uso su Tex in seguito e, mi par di ricordare, che il papà grafico non li abbia più tenuti in considerazione nelle sue realizzazioni.  Il mio voto finale è 6 

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