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TWF - Tex Willer Forum

[220/223] Sasquatch


due
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Voto alla storia  

48 utenti hanno votato

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Ah Nolitta Nolitta... con il suo stile mi ha fatto amare anche una storia non verosimile come questa. I suoi tempi dilatati, le sue didascalie, il suo pathos, il suo Tex salvato sempre da qualcun o da qualcos'altro, li ho sempre amati. Non è un caso che per lungo tempo la storia più amata dai fedeli lettori del ranger (El Muerto) non fosse del suo creatore ma dell'allora ghost writer Nolitta. I suoi elementi li ritrovi tutti, qui in Sasquatch, miscelati sapientemente ad un linguaggio meno esplosivo di quello del padre ma comunque molto texiano. Sasquatch è sempre una piacevole lettura, anche per i disegni di Nicolò, il cui stile è sicuramente datato ma sempre suggestivo.

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  • 3 anni dopo...

Storia davvero bella, ottimamente  disegnata  da Nicolò  che rende a meraviglia sia i personaggi  sia l' atmosfera  del West. Sicuramente atipica, é  ricca di ottime sequenze, come l' attacco dell' orso , la sparatoria  iniziale  e quella  in cui si scopre  la verità sul Sasquatch. Ricche di pathos numerose sequenze, come sempre  in Nolitta. Ottimi anche  i suoi tipici  dialoghi. Eccellente  il finale con il saluto del Sasquatch  e le magnifiche, epiche e nostalgiche didascalie finali, che mi ricordano quelle finali, altrettanto magnifiche, del" Bisonte Bianco".

Voto: 8.5

P.S l' albo " Sasquatch" è  uno dei primi che lessi, e naturalmente  per un sacco di tempo cercai gli albi precedenti perché ero molto curioso di sapere bene cosa fosse successo prima.

P.P.S. Io amo le storie  lunghe, specie se scritte da Nolitta, perché  mi piacciono anche e soprattutto quando sono dilatate, ma nel contempo ben calibrate.

Anzi ADORO  le storie lunghe.

Modificato da Grande Tex
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Altra storia discreta di un Nolitta ispirato da un soggetto avvincente ma che al solito viene svolto in modo troppo diluito e a tratti soporifero.

Il Sasquatch, l' uomo dei boschi con poteri taumaturgici, assume in questa storia la valenza di un feticcio che i soliti bianchi assetati di soldi e gloria vorrebbero trasformare in un'attrazione da baraccone.Non si possono non vedere alcune analogie con la saga di King Kong.

La spedizione, composta da scampaforche e piedidolci dell' Est,oltre a Tiger e a Tex, si addentra nel territorio dei Klamath che venerano questo scimmione antropomorfo.lo svolgimento non è malvagio,ma c è almeno un mezzo albo di troppo.il finale è buonista ma necessario.

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Altro capolavoro di Nolitta che, su Tex, continua a non sbagliare un colpo. Soggetto scopiazzato da King Kong, ma sviluppato in maniera diversa con un Tex zagoriano che più non si può, e devo ammettere che la cosa comincia a dar fastidio anche a me che sono un Nolittiano per tutta la vita. E' vero, le reazioni del Tex di GLB non sarebbero queste (per esempio, durante il primo scontro con i membri della carovana, Tiger viene colpito alla testa da uno di loro, ma nessuno gliela fa pagare. Il Tex originale gli avrebbe mollato un cazzotto da farlo saltare in aria), ma la storia é proprio bella. Avventura con la A maiuscola.

Voto alla storia: 9,2

Voto ai disegni: 9

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  • 1 anno dopo...

Riletta questa storia dopo boh...30 anni o forse più.

Me la ricordavo come una delle storie che più raccolsero il mio interesse da bambino, d'altra parte con la presenza di uno scimmione è abbastanza comprensibile e devo dire che l'ho trovata ancora godibile.

Certamente si tratta di una storia insolita e di un soggetto ardito. Siamo ai temi di King Kong e questo forse puà aver ispirato Nolitta. In ogni caso ci si rifà certamente alla leggenda di Bigfoot, che è tuttora molto popolare negli Stati Uniti.

L'unicità di questa soggetto, ad ogni modo, ne fa una storia difficilmente dimenticabile e, a suo modo, appassionante. Diverse sono le scene belle, specialmente quella dell'arrivo del Sasquatch quando i nostri sono legati al palo della tortura.

Che Tex si comporti da Tex non è sempre vero. Molte reazioni di Tex sono assolutamente Nolittiane. E' un Tex troppo buono e impietosito, in diverse situazioni, ma ripeto, a me interessa soprattutto avere belle storie e questa lo è, indubbiamente e comunque non succede nulla di così scandaloso da dover crocifiggere Nolitta.

Interessante il desueto duo Tex-Tiger.

I disegni di Nicolò sono buoni. Molto elementari, soprattutto pensando a certi altri autori, ma efficaci.

Nolitta 8

Nicolò 7

 

 

Modificato da valerio
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  • 3 mesi dopo...
  • Sceriffi

Altra storia nolittiana "leggendaria", quella del Sasquatch. Sfido chiunque l'abbia letta da bambino a dire di non ricordarsi dell'incontro con Tex e il Bigfoot!

 

Nolitta riprende una diffusissima leggenda popolare della costa ovest e la contamina con elementi fantastico/soprannaturali, dotando il Sasquatch di poteri taumaturgici e telepatici. Trovo molto riuscita l'atmosfera di mistero che si inizia a respirare quando la storia decolla, dopo un lungo "prologo" come nel puro stile Nolitta. Nel rileggerla dopo tanti anni, l'ho trovata davvero affascinante, tanto da rimanere incollato alle pagine fino alla memorabile scena finale.

 

Bella anche la scelta di utilizzare la coppia Tex-Tiger. Devo dire che qui Tex è piuttosto riconoscibile e trovo che non si allontani più di tanto dal modello glbonelliano, se non nella scena - questa sì, decisamente poco texiana - in cui non impedisce a Lacey di far secchi due o tre degli innocenti indiani sorpresi nella loro cerimonia, il quale anzi viene solo rimbrottato a cose fatte. Altro momento "sbagliato" è la battuta "Ai balordi come te, non si dovrebbe nemmeno concedere l'onore di un processo, ma solo il regalo di una solida corda pendente da un robusto ramo d'albero", che in bocca a Tex non si può sentire.

Purtroppo, non so se consapevolmente o proprio per scarsa comprensione del personaggio, Nolitta scrive sempre un Tex con carattere e atteggiamenti lontani da quello di GLB; a volte con effetti tutto sommato trascurabili sul risultato finale, mentre in altre storie - come la successiva, che commenterò a breve - sono davvero irritanti. Credo che se ci fosse stato un curatore con la possibilità di correggere queste scene, avremmo avuto in questo caso una splendida storia veramente texiana.

 

In ogni caso, qualunque sia il voto finale alla storia, per me non può essere meno di 8 grazie ai disegni del grande Nicolò :wub:

 

Curiosità: piuttosto insolita la scena iniziale, quando il bandito ferito a morte finisce sul palco di un teatro dove si sta recitando l'Amleto :lol:

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  • 5 mesi dopo...

Appena finita di leggere per la millesima volta e confermo le mie impressioni, autentico capolavoro di Nolitta (forse la sua storia più bella insieme a "I ribelli del Canada"). 

Trama ben sviluppata che si intreccia alla leggenda del Sasquatch, sottolineo alcuni momenti di suspense: quando tex, Tiger e una delle teste calde del gruppo sente un grido nella foresta e quando sono tutti legati al palo...molti meriti bisogna darli a Niccolò, che avrà pure un tratto particolare, specie sui volti burberi e musoni dei vari personaggi, ma riesce a rappresentare al meglio questa vicenda dai risvolti mitologici. 

Sasquatch è di diritto nella mia personale top 5 di Tex. 

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<span style="color:red;">21 minuti fa</span>, Grande Proteus dice:

Sasquatch è di diritto nella mia personale top 5 di Tex.

Anche nella mia.

L'unico cartonato Mondadori che possiedo è proprio di questa storia.

Indimenticabile Nolitta e indimenticabile Nicolò.

  • +1 1
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  • Sceriffi
41 minuti fa, Grande Proteus dice:

(forse la sua storia più bella insieme a "I ribelli del Canada"). 

Bravo GP! "I Ribelli del Canada" a me piace tantissimo! Poi "El Muerto" ed a pari merito questa e Watson. A me Nolitta su Tex piace molto, anche se quando leggo una sua storia penso sempre: "C'è un pò di Tex in questo Zagor". 

Modificato da MacParland
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  • 1 anno dopo...

Rileggere Tex è sempre un piacere, ma rileggere una storia come "Sasquatch" rappresenta qualcosa di più, perché mi riporta indietro nel tempo, quando nel negozio di fumetti usati della mia città mi arrampicavo negli scaffali più alti per cercare uno degli albi che componevano questa mitica storia.

I tratti nolittiani sono ben visibili già nell'incipit, in cui le didascalie raccontano della nascita delle "boom town", dipingendo un quadro avventuroso ma nello stesso tempo disilluso di questi ambienti così tipicamente western.

E' uno degli aspetti che ho sempre amato in Mister No, tavole con paesaggi e scene di vita raccontate attraverso brevi ma azzeccate descrizioni.

Gli usi e costumi di questi indiani (i Klamath) così poco conosciuti rispetto ai più "convenzionali" Sioux, Apache, ecc. ci vengono raccontati per sommi capi dall'autore senza che il tutto diventi greve: addirittura è Tex in veste di cicerone che spiega ai componenti della spedizione (e quindi a noi lettori) i totem indiani che incontrano durante il viaggio.

Tutti, tranne uno: quello del "selvaggio uomo dei boschi".

Nolitta è bravissimo a costruire il climax di mistero e tensione che, piano piano, affiorerà nella storia, fino all'emozionante e incredibile finale.

L'ossessionante cupo tambureggiare lontano, i terribili ululati di animale ferito, i misteriosi bivacchi notturni, la presenza tangibile di un essere sovrannaturale, le misteriose guarigioni, sono tutti elementi che, piano piano, svelano che la storia prenderà una piega del tutto inaspettata e imprevedibile.

 

L'impianto narrativo è solido, senza sbavature, con colpi di scena uno dietro l'altro.

Nolitta riesce a limitare i suoi "virtuosismi" nella caratterizzazione di Tex, rimanendo sostanzialmente fedele al modello del padre: duro con i prepotenti, spietato con gli assassini, rispettoso dei nativi, delle loro tradizioni e delle loro credenze.

Ed è un Tex giusto nella profondità del proprio animo, come lo stesso Sasquatch riconoscerà, leggendo dentro i suoi occhi e il suo cuore in una delle scene più iconiche della storia del nostro ranger.

Magistrale Nicolò nell'interpretazione di questa storia e, in particolare, nella raffigurazione del possente Sasquatch.

Il suo è un tratto che non mi stanca mai, in questo caso ancora più delle altre volte perché al servizio di un episodio a dir poco splendido.

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15 minutes ago, Juan Ortega said:

Rileggere Tex è sempre un piacere, ma rileggere una storia come "Sasquatch" rappresenta qualcosa di più, perché mi riporta indietro nel tempo, quando nel negozio di fumetti usati della mia città mi arrampicavo negli scaffali più alti per cercare uno degli albi che componevano questa mitica storia.

I tratti nolittiani sono ben visibili già nell'incipit, in cui le didascalie raccontano della nascita delle "boom town", dipingendo un quadro avventuroso ma nello stesso tempo disilluso di questi ambienti così tipicamente western.

E' uno degli aspetti che ho sempre amato in Mister No, tavole con paesaggi e scene di vita raccontate attraverso brevi ma azzeccate descrizioni.

Gli usi e costumi di questi indiani (i Klamath) così poco conosciuti rispetto ai più "convenzionali" Sioux, Apache, ecc. ci vengono raccontati per sommi capi dall'autore senza che il tutto diventi greve: addirittura è Tex in veste di cicerone che spiega ai componenti della spedizione (e quindi a noi lettori) i totem indiani che incontrano durante il viaggio.

Tutti, tranne uno: quello del "selvaggio uomo dei boschi".

Nolitta è bravissimo a costruire il climax di mistero e tensione che, piano piano, affiorerà nella storia, fino all'emozionante e incredibile finale.

L'ossessionante cupo tambureggiare lontano, i terribili ululati di animale ferito, i misteriosi bivacchi notturni, la presenza tangibile di un essere sovrannaturale, le misteriose guarigioni, sono tutti elementi che, piano piano, svelano che la storia prenderà una piega del tutto inaspettata e imprevedibile.

 

L'impianto narrativo è solido, senza sbavature, con colpi di scena uno dietro l'altro.

Nolitta riesce a limitare i suoi "virtuosismi" nella caratterizzazione di Tex, rimanendo sostanzialmente fedele al modello del padre: duro con i prepotenti, spietato con gli assassini, rispettoso dei nativi, delle loro tradizioni e delle loro credenze.

Ed è un Tex giusto nella profondità del proprio animo, come lo stesso Sasquatch riconoscerà, leggendo dentro i suoi occhi e il suo cuore in una delle scene più iconiche della storia del nostro ranger.

Magistrale Nicolò nell'interpretazione di questa storia e, in particolare, nella raffigurazione del possente Sasquatch.

Il suo è un tratto che non mi stanca mai, in questo caso ancora più delle altre volte perché al servizio di un episodio a dir poco splendido.

storia mai letta ma che dovrei avere. Mi hai fatto venire voglia di leggerla!

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Poe dice:

E che dire della splendida copertina di Galep?

Sasquatch

Parla da sola: bellissima!!!

Ecco se posso trovare un neo a questa storia è il fatto che sia stato titolato "Sasquatch" solo l'ultimo albo dove, di questo episodio, ci sono solo una ventina di pagine!!!:D

<span style="color:red">1 ora fa</span>, LedZepp dice:

storia mai letta ma che dovrei avere. Mi hai fatto venire voglia di leggerla!

Spero di non aver spoilerato troppo :unsure2:

Attendo un tuo prossimo commento!

 

Piccolo aneddoto personale che avevo dimenticato.

Quando mia moglie era a casa in dolce attesa del primo pargolo, la convinsi ad iniziare a leggere Tex, considerando che aveva parecchio tempo a disposizione per la lettura.

Scelsi proprio "Sasquatch" sperando di aver trovato la storia giusta per farla appassionare.

Esperimento miseramente fallito: qualcuno (?) mi rimprovererà di aver scelto proprio una storia di Nolitta per provarci:D

 

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  • Sceriffi

Riporto quanto detto in un altro topic: 

Il 23/11/2021 at 20:00, MacParland dice:

x0eccjV.jpg

 

Iav3kP0.jpg

 

JtEXcC1.jpg

 

 

g0t1io8.jpg

 

L'ultima pagina di "Sasquatch". Queste quattro vignette, rappresentano secondo me, l'apice delle storie sovrannaturali. Il leggendario Sasquatch che incontra il leggendario Tex Willer! La sua presenza si percepisce sin dall'arrivo dei nostri nella Foresta dei Totem. Quattro immagini stupende, mute, le didascalie accompagnano perfettamente il racconto. La più bella è la seconda: "Sasquatch!.. Mito o realtà? Ancora oggi una schiera di ricercatori e di studiosi si sforza di trovare una risposta a questo interrogativo...". Il grandissimo Erio Nicolò accompagna perfettamente la storia. L'immagine con il Totem del Sasquatch, che nella figura precedente i nostri compagni hanno incontrato dal vivo, è una delle più belle dell'intera saga. E poi c'è l'ultimo disegno. Le montagne dell'Oregon il territorio in cui viveva (forse) questa figura mitologica. 

 

 

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  • 3 mesi dopo...

Una delle migliori storie realizzate da Nolitta, secondo me. Il Tex che vediamo all'opera lungo le pagine di questa insolita avventura è il solito Tex nolittiano, meno impeccabile della versione classica, maggiormente incline agli errori ma appunto per questo forse dotato di un piglio un po' più "umano".

 

A rendere questa storia particolarmente insolita provvede, non occorre precisarlo, la presenza del sasquatch, essere leggendario che vive nelle foreste dell'Oregon e dotato di incredibili e misteriosi poteri, tali da far sì che i Klamaths lo venerino e lo considerino sacro, e siano disposti a tutto pur di proteggere e mantenere il segreto della sua esistenza. Segreto che, invece, intendono a tutti i costi rivelare al mondo Brockman e Sears, ricercatori presso un'università dell'Est, e per riuscire nel loro intento architettano la cattura dell'essere, innescando in tal modo una sequela di eventi tragici che rischiano di essere fatali a Tex e Tiger.

 

La nolittianità nella caratterizzazione di Tex e del fido pard navajo risiede principalmente nel fatto che essi non annusino in alcuna maniera puzza di trappola quando i carovanieri che li avevano accompagnati in Oregon propongono loro di partecipare ad una battuta di caccia, mentre la successiva cattura dei due ad opera dei fanatici Klamaths guidati dallo stregone Kaasda non ne è altro che la logica conseguenza. Conseguenza che rischia di divenire anche tragica, non fosse per il sasquatch che, verosimilmente per via telepatica, blocca la mano di Kaasda nel momento in cui quest'ultimo si accinge a vibrare una coltellata al cuore di Tex, evidentemente poiché sa bene che il Nostro e Tiger (oltre al professor Crosby) sono uomini giusti, incolpevoli del tentativo di catturarlo ordito da Brockman e Sears (che, invece, muoiono appunto per mano dello stregone). Una delle rarissime occasioni, se non l'unica, in cui Tex viene salvato da qualcun altro senza che egli possa avere una qualche parte attiva, ma la presenza di un comprimario d'eccezione come il sasquatch lo concede appieno.

 

Molto azzeccata, a mio parere, anche la scelta di affidare i disegni ad Erio Nicolò, il cui tratto dalle rimembranze vagamente malinconiche ben si sposa secondo me con una vicenda del genere.

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  • 1 mese dopo...

Storia intrigante e bellissima dove Nolitta in un crescendo di drammaticità mai ridondante rivisita la leggenda del Bigfoot, e ancora, dopo i Ribelli del Canada mette Tex al palo della tortura, faccia a faccia con la morte.

Nicolò drammatico e intenso come sempre, mai un tratto in più del necessario

Tutto bene quindi, se non che Tex non è Tex, ma è Zagor. In quei anni però i social non esistevano, e le discussioni sulla fedeltà all’archetipo texiano non avevano campo:)

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  • 11 mesi dopo...

Rimango dell'avviso che le storie "magiche" non sono le mie preferite in Tex. Diciamo che il Sasquatch è molto ben presentato ed è un personaggio davvero interessante, ma su Zagor ci sarebbe stato come il cacio sui maccheroni... su Tex invece non mi fa gridare al capolavoro.

 

Stiamo cmq parlando oggettivamente di una storia ben scritta e con disegni più che validi... stupendi i vari totem raffiguranti animali.  

 

 

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