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TWF - Tex Willer Forum

[621/622] Mezzosangue


Sam Stone
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Voto alla storia  

63 utenti hanno votato

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Bella storia una narrazione filante che me lo ha fatto leggere piacevolmente dall'inizio alla fine. Grande creazione il personaggio di Makua, che è il punto cardine della storia, una vera chicca nella sceneggiatura di Pasquale Ruju, che ritengo apprezzato in pieno sia in questa storia che in quella del Color Tex di quest'anno. Un vero peccato per i disegni di Font, un abile disegnatore che qu? lascia spazio più che a dubbi a vere certezze, ci sono svariati e non solo primi piani di Tex alquanto inguardabili, anche se nel corso della storia sembra esserci un alternarsi di belle e brutte vignette... speriamo che la sceneggiatura validissima di Ruju incontri un disegnatore migliore, senza offesa per Font. Il mio voto è 8, perchè la storia mi ha affascinato parecchio. Questa volta il testo ha superato di gran lunga l'esecuzione grafica...:)

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Per me è stata una piacevolissima lettura (anche se a questa ho preferito quella "contemporanea" uscita sul Color Tex n. 2, sempre di Pasquale)!Restando sul discorso "attuale" di questi giorni sul rinnovamento della serie, beh questo è un perfetto esempio. Il lettore si trova davanti ad una storia che di nuovo all'apparenza non ha nulla: Tex vs trafficanti di armi e indiani ribelli pronti a sfogare la propria violenza contro i bianchi del territorio selvaggio. Ma un personaggio abbastanza originale come Makua, che da "sbarbatello" indiano diventa un (abbastanza) temuto pistolero, fa sè che la storia non sia una copia di centinaia e centinaia di altre precedenti a questa!Poi la caratterizzazione dei pards, il linguaggio utilizzato e il saper dosare certe scene piuttosto che altre ..... per me Pasquale è promosso a pieni voti!Spero rimanga ancora a lungo su Tex, perchè da come ha iniziato direi che sta facendo un gran bene alla serie!Voto: 8 :trapper:

Caro Sam, meno male che hai aggiunto "abbastanza".... Temuto pistolero è Ho notato con dispiacere che il 90% dei commenti dei forumisti riguardo al "Makua pistolero" sono positivi. Ribadisco che per me è stata una delusione totale, mi sarei aspettato un'abilità leggermente superiore, vista l'aura di temibilit? che ci avevano fatto annusare. Oltre a quelli che ho già citato nel post precedente, il pupazzo sarebbe stato fatto a fettine anche da Walter Kelly,Bronco Lane,Hugh Langdon, i fratelli Burrows,Sam Wharton,Sam Culver, uno qualunque dei Dalton ecc., ecc. Per la prima volta spero che un personaggio non sia più riproposto.
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Per la prima volta spero che un personaggio non sia più riproposto.

Penso proprio di no Havasu, visto che non potr? mai più usare la pistola..(mano clpita da Tex)... e sappiamo bene che nelle storie di Tex, checch? se ne dica non c'è posto per chi non usa la pistola, almeno per tipi come Makua...:)
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Per la prima volta spero che un personaggio non sia più riproposto.

Penso proprio di no Havasu, visto che non potr? mai più usare la pistola..(mano clpita da Tex)... e sappiamo bene che nelle storie di Tex, checch? se ne dica non c'è posto per chi non usa la pistola, almeno per tipi come Makua...:)
Non è insensato ciò che dici. Però ho notato uno strano particolare... il tipo, di mani, ne ha due!
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Ho letto il primo dei due numeri (Mezzosangue) e per adesso la storia mi piace molto. Stasera leggo la seconda parte e poi posso dare un giudizio completo. Per adesso mi sembra una storia molto "diversa" e molto dinamica e piena di azione. Ho letto molti threads riguardanti Font come disegnatore. Dico la mia sull'argomento. Mi piace il disegno. Se mi soffermo sulla singola vignetta a guardare i particolari storco il naso, ma nell'insieme della tavola trovo il tutto gradevolissimo. Trovo in questo il disegnatore quasi "impressionista" (passatemi il termine) e fuori dai canoni classici. Quindi per adesso trama:8 disegni: 7,5

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Finita la storia. Confermo i miei voti. Storia secondo me bellissima ma che avrei gradito durasse quel mezzo numero in più per rendere al meglio le suspance nelle scene topiche. Stessa sensazione di "chiudere in fretta" che ho sentito in altre storie come "L'uomo senza passato".

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  • 4 settimane dopo...

Storia che mi ha colpito moltissimo. Be', non del tutto, in verità, dato che Ruju su Tex è ormai una garanzia; tuttavia, non mi aspettavo di trovarmi così presto davanti a una storia degna di stare accanto a "La prova del fuoco". Ruju si sta dimostrando abilissimo a inserire in storie dall'apparato solidamente classico delle innovazioni che nessuno aveva mai visto su Tex, senza però che la cosa stoni. Dopo nove pagine di discussione mi riesce davvero difficile dire qualcosa di nuovo, eppure voglio spendere qualche parola su un aspetto che mi sembra non essere stato troppo indagato: lo stile di Ruju. Davvero strano e difficilmente definibile, secondo me. In alcuni punti è modernissimo, in altri indugia in didascalie descrittive abbastanza lunghe che non si vedevano dai tempi del medio Nizzi. Insomma, uno stile molto diverso da quello sempre calibratissimo di Faraci (quasi soppesato al millimetro), ma non per questo meno efficace. Anzi, mentre Tito si dimostra abile nel mantenere sempre la storia in un tono medio e rilassante (quasi pacioso, per dirla con termine gergale), tanto che nemmeno la morte di uno dei personaggi principali disturba molto, lo stile disuguale di Ruju riesce bene a impennarsi e a emozionare. S?, perchè in questa storia, soprattutto, ci si emoziona. Si resta intrigati e ci si diverte, ma anche ci si emoziona. Con una curiosa struttura bipartita (più che un'unica storia in due albi, sembra di leggere due storie di cui una è il seguito dell'altra) che si scioglie in un finale toccante in cui la frase a effetto non è per nulla retorica; ma, anzi, ulteriore materia di riflessione. Di Ruju su Dylan Dog ho letto solo una storia breve che, pur avendo un ottimo spunto, non era un gran che ("Il mago degli affari"); ma la mia amica dylaniata lo ritiene uno dei propri sceneggiatori preferiti in quanto nelle sue storie trova sempre una morale o uno spunto di riflessione. Ciò che è capitato anche a me in questa storia. Sul versante dei disegni, Font mi è parso molto meglio del solito. Le croniche sproporzioni ci sono sempre, ma sono un po' meno diffuse. In alcune vignette, addirittura, non sembra quasi lui. Siamo lontani dalle bellezze di "Nei territori del Nord Ovest", ma se dovesse continuare così, non me ne lamenterei. Voto globale: un bel nove mi pare più che meritato.

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  • 1 anno dopo...

Ho appena riletto questa storia. Anche se IMHO non può aspirare ad essere considerata un capolavoro, mi pare difficile negare che risulti molto leggibile. La trama mescola abilmente uno sfondo "superclassico" ( la lotta di Tex e dei pards contro i trafficanti di whisky e i predoni indiani del Sudovest Usa che è il fulcro di storie tanto diverse fra loro per ampiezza e valore artistico come, tanto per limitarci al Tex di GLB, "Sabbie insanguinate" [ nn. 188 - 189 ], "A sud di Nogales" [ n. 199 ] e "Tucson" [ nn. 211 - 213 ] ) e spunti abbastanza nuovi e interessanti, incentrati sul coprotagonista di questa vicenda, il giovane pistolero mezzosangue Makua. Non che sia il primo personaggio di tal genere ad apparire nella saga texiana, dato che il boselliano Mickey Finn ha alle sue spalle un background mica tanto dissimile; tuttavia, mentre il comanche - irlandese e altri personaggi a lui non tanto dissimili come Paco Ordonez sono caratterizzati fin dal principio della loro storia texiana come inequivocabili vilains, di Makua ci viene fatta vedere tutta l'evoluzione ( o meglio "involuzione" ) spirituale in modo tale da non privarlo mai del tutto di una certa misura di empatia da parte del lettore. Come infatti udiamo e vediamo nei due albi la sua condizione di nascita "irregolare" lo ha reso l'oggetto dell'odio e del disprezzo della tribù di sua madre, e anche i pochi valori positivi a cui poteva ( e magari voleva ) attaccarsi per sopravvivere

vengono da lui perduti, dato che sua madre è oramai morta all'inizio della storia, mentre il suo più prudente e pacifico amico Cuchillo ( il cui rapporto con Makua mi ha un po' ricordato quello di Ranocchio con Rosso Malpelo nell'omonima novella di Verga ) viene brutalmente eliminato dal predone Mescalero Domingo, che ucciderebbe anche Makua se intervenisse Tex, che però, a parte offrire qualche buon consiglio di scarsa incidenza pratica, lascia Makua alla sua condizione di reietto abbandonato; di conseguenza è difficile che il ragazzo non dia retta alle sirene di Edward Santos, che, bene o male, è stato l'unico ad offrirgli la prospettiva di un futuro migliore, presentandoglisi dunque come una figura "paterna", ancorchè in discreta misura falsa e posticcia, dato che anche per questo comanchero l'interesse personale viene prima di tutto, come dimostra il fatto che lasci il suo giovane protetto a fronteggiare Tex, finendo però vittima ( un po' come gli analoghi personaggi de "Il testimone"[nn. 395 - 397 ] e del Maxi "Rio Hondo") della sete di vendetta di Juanito Roca, il figlio del rivale da lui fatto uccidere

.

Nel seguito della vicenda, l'abilità di pistolero e la ferocia di Makua hanno modo di venire fuori in misura notevole

come dimostrano le scene dell'uccisione del capo Apache Tarkas, suo antico persecutore, e quella dell'uccisione di Roca e dei suoi guardaspalle

, anche se, come gli fa notare il suo mentore Santos, ancora non è al livello di Tex e Carson, cosa che il confronto col ranger si incaricherà di dimostrare, riportando Makua al punto di partenza, con in più il peso delle sue colpe ( e della relativa pena ) e irrimediabilmente tagliato fuori da un futuro come pistolero: un personaggio insomma che ha preso la strada sbagliata, e ha pagato fino in fondo per questo, uscendone spezzato interiormente e quasi annichilito come individuo, cosa che la chiusa "epigrammatica" di Ruju ( una specie di marchio di fabbrica del suo stile ) si incarica di sottolineare in maniera molto efficace e anche "toccante", come ha puntualizzato Virgin. Ad accompagnare questo centro emotivo della vicenda, Tex e Carson ( come anche, nei limiti che la loro "partecipazione straordinaria" concede, Kit Willer e Tiger ) si mostrano brillanti ed efficaci tanto sul piano dell'azione che su quello della strategia che nelle scene di dialogo; anche i personaggi minori, specie Santos, la vedova Pilar Roca e Juanito Roca, sono bene resi e Ruju mostra la sua bravura di sceneggiatore inquadrando e risolvendo senza problemi il tutto nello spazio ( non breve, ma neppur lunghissimo ) di 220 pagine, senza slentamenti o inopportune accelerazioni. I disegni di Font mostrano le sue consuete tendenze al tratto sottile e alla raffigurazione caricaturale, e IMHO Tex e i pards ne soffrono alquanto; Makua e Santos ( in parte ) e i personaggi minori mi sembrano però di livello alquanto migliore sul piano qualitativo, mentre gli sfondi vengono risolti in modo efficace ed efficiente. In sintesi, IMHO:

soggetto 8

sceneggiatura 8

disegni 7 +

  • +1 1
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  • 5 mesi dopo...

Ho riletto la storia nella versione a colori dell'edizione CSAC di Repubblica.

Relativamente alla trama non posso che confermare quanto molto efficacemente esposto da chi mi ha preceduto.

 

Mi soffermo invece sulla parte grafica sottolineando come il maggior formato e soprattutto la colorazione giovino non poco alle tavole di Font.

Le scene delle esplosioni dei carri di Santos in apertura e in chiusura di storia hanno una grandiosa  spettacolarità, sia nell'arido deserto che nei pressi della ricca e inespugnabile dimora del  trafficante e per tutto lo sviluppo del racconto i disegni ci offrono una ricostruzione delle ambientazioni che conferma ancora una volta, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la grande propensione del disegnatore  a rappresentare il selvaggio e polveroso west.

Al solito risulta meno curata la definizione dei personaggi, spesso stilizzati con rapidi tratti.

 

Il mio voto alla storia è un 8 pieno.

Modificato da natural killer
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  • 5 mesi dopo...
  • 6 mesi dopo...

La storia, in ristampa ora nelle serie "tre stelle", si sviluppa in due albi ognuno dei quali vive comunque di vita propria (ottima idea). Buono il soggetto, eccellente la sceneggiatura, dove I cambi di "scena" sono curati magistralmente da Ruju, buoni i disegni di Font, molto buoni in alcuni casi (penso alle esplosioni). L'unica nota stonata il finale (mai facile) dove si nota una certa fretta di chiudere e gli antagonisti (Santos e Makua) capitolano velocemente. Comunque, personalmente,  una valutazione molto alta: 8 soggetto, 9 sceneggiatura, 8 disegni.

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  • 3 anni dopo...

Non c'è molto da aggiungere a quanto sopra scritto a proposito di questa storia, che ho riletto da poco.

Due sole notazioni, una sulla parte grafica, una sui personaggi.

 

On 30/8/2012 at 21:49, gualdo dice:

Ho letto molti threads riguardanti Font come disegnatore. Dico la mia sull'argomento. Mi piace il disegno. Se mi soffermo sulla singola vignetta a guardare i particolari storco il naso, ma nell'insieme della tavola trovo il tutto gradevolissimo. Trovo in questo il disegnatore quasi "impressionista" (passatemi il termine) e fuori dai canoni classici.

 

Mi ritrovo nella definizione data da gualdo al tratto di Font. Le figure umane, esaminate singolarmente, sono spesso sgraziate, legnose, caricaturali. Anche gli sfondi sono disegnati, alle volte, con tratto confusionario. Però le tavole lasciano addosso quella sensazione di brutto, sporco e cattivo che ci si aspetta dai racconti del West. Le trovo, quindi, perfette per Tex.

 

Makua è, a mio giudizio, un personaggio memorabile. Gli si affezione subito e gli si continua a voler bene, nonostante le scelte di vita sbagliate. E Tex dimostra ancora una volta la sua giustizia nelle vignette finali di questo racconto, quando prefigura a Makua la possibilità di una vita diversa.

 

Santos, invece, è una carogna. Il lettore, o quanto meno io, si aspetta che egli si sia realmente affezionato a Makua. E invece no. E alla fine lo abbandona nelle "grinfie" di Tex, approfittando biecamente del momento per cercare d fuggire. Ma anche lui troverà giustizia.

 

In sintesi, bella storia!

 

 

 

 

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  • 2 mesi dopo...

Essendo prossimo il ritorno di Makua, che a dire il vero non mi aspettavo, sono andato a rileggermi nel pomeriggio la doppia in cui è comparso per la prima volta, di cui ricordavo solamente alcuni essenziali particolari. Ricordavo, ad esempio, la sensazione di grande malinconia che mi aveva suscitato dopo la prima lettura, sensazione che ho avuto modo di provare nuovamente anche dopo averla ripresa in mano, e soprattutto anche stavolta, come la precedente lettura, non ho potuto non provare una certa compassione per Makua, ragazzo profondamente segnato dalle ferite che la vita gli ha assestato, su tutte il disprezzo ed il razzismo perpetrato nei suoi confronti finanche dagli apaches, caratteristiche essenziali per indurlo su una strada sbagliata, anche per via della fiducia da lui malamente riposta nel trafficante Edward Santos, che sembrava averlo preso sinceramente a ben volere, ed invece non esita ad abbandonarlo solo contro Tex. Davvero toccante, a mio parere, questa specifica sequenza, nella quale Makua, pur avendo forse intuito le intenzioni di Santos, si ostina a difenderlo e decide comunque di coprirne la fuga, forse perché desideroso di dare un senso ad un'esistenza che, sia pure giovane, è stata già segnata da troppi cocenti drammi.

 

Tex, dal canto suo, si mostra perfettamente severo ma giusto nei confronti del giovane mezzosangue: non ha esitazioni nel metterlo in condizione di non nuocere e fare in modo che paghi le sue pendenze con la giustizia, ma si limita a mettergli fuori uso la mano destra, forse anche per fornirgli uno spunto di riflessione sul suo avvenire, oltre ad una seconda possibilità. Anche io, tenendo conto delle dovute differenze, ho rivisto tra Tex e Makua una sorta di remake del primo incontro tra Tex e quell'anima tormentata di Mickey Finn, con la sostanziale differenza che quest'ultimo era a tutti gli effetti una carogna, mentre in Makua è percepiblie una non indifferente e nemmeno troppo velata sensibilità.

 

La storia, in ogni caso, non presenta sbavature particolari, e si lascia leggere abbastanza volentieri, soprattutto in virtù della buonissima caratterizzazione dei principali antagonisti. Una considerazione, infine, sui disegni di Font: il suo è certamente un tratto caricaturale, ma comunque adatto allo stile western (a differenza, secondo me, di quello di Torti), e soprattutto fluido e "dinamico", contrariamente a quello troppo statico di altri disegnatori (mi viene in mente Cossu).

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Questa storia presenta una particolarità stilistica: per come è stata impostata, è come se invece di esserci una storia in due albi,  ci fossero due storie di un albo solo in cui il sequel è stato pubblicato immediatamente.:D

Un bravo a Ruju anche per questo.

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  • 8 mesi dopo...

Allora...Letto oggi e soprattutto "dopo' il sequel. Solida storia questa di Ruju. Volano proiettili, coltelli, ci sono esplosioni, duelli e vari personaggi. Interessante Makua, anche in ottica sequel, " l'imprenditore " Santos, il loro rapporto, la vedova Roca e il figlio. Tex in grande spolvero, Carson valida spalla. Buon bis di Ruju, non ai livelli ottimi dell'esordio. Font è particolare, non mi esalta e sicuramente è in calo, però è "sporco" quanto basta. Io sono per Villa e Civitelli quindi tutta un'altra sponda.

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  • 1 mese dopo...

Il Ruju-bis confermò quanto di buono lo sceneggiatore fece al debutto della serie ammiraglia. La figura di Makua cattura l’attenzione del lettore e le sue scelte discutibili, che gettano le radici su un turbolento passato fatto di scherni e discriminazioni, non impediscono di familiarizzare con lui. Il desiderio di eccellere nell’uso della pistola trova la svolta con l’incontro fondamentale con il bieco comanchero Santos. Il messicano sconfitto da Tex, che manda in frantumi un suo carico di morte, si salva solo grazie all’aiuto del giovane mezzosangue e l’amico. In effetti, come già fatto notare da altri forumisti, i due albi sembrano quasi indipendenti: il primo si chiude con la morte di Domingo, indiano ribelle le cui gesta s’incroceranno con quelle di Tex e di Makua. Il giovane mezzosangue, rimasto solo dopo la morte del giovane amico ucciso da Domingo, decide di recarsi in Messico per ricongiungersi con Santos. Ruju pone un salto temporale di qualche anno e affida al secondo albo la sfida finale fra Santos e Tex, che vedrà il nostro eroe trionfare e risparmiare Makua, a cui viene offerta una seconda possibilità dopo gli errori del passato. L’autore si distingue per l’ottima caratterizzazione dei comprimari e questo aspetto è alquanto apprezzabile. Makua risulta un personaggio ben sfaccettato e si meriterà il ritorno sulla saga, Santos induce a credere che sia riconoscente al giovane mezzosangue e lo apprezzi, invece nel momento topico della sfida con i nostri, tradisce il suo allievo e rivela la sua animaccia nera. Buona prova di Ruju che confermò di essere adeguato sulla serie e di possedere il giusto mix tra classicismo e originalità di spunti, doti che gli permetteranno di essere ancora presente nella schiera degli autori texiani. Font per la prima volta prestò la sua opera a uno sceneggiatore diverso rispetto a Boselli, con cui ormai il sodalizio era ben affiatato. Consueta prova efficace e caratterizzata dal suo inconfondibile stile. Alcune anatomie dei nostri sono davvero troppo smilze e poco realistiche nelle proporzioni; i tratti caricaturali nelle espressione facciali non mancano, ma bisogna ammettere che il dinamismo delle sue vignette aiuta a far lievitare la trama e compensa alla grande gli aspetti negativi appena accennati. Il mio voto finale è 8

  • +1 1
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  • 2 anni dopo...

Forse la migliore storia di Ruju sulla serie regolare, o perlomeno la mia preferita.

Western e azione allo stato puro, intenso, avvincente, con personaggi ben delineati, compresi quelli minori, un Carson e soprattutto un Tex perfettamente riusciti.

Makua è il coprotagonista della storia e resta impresso nella memoria, un mezzosangue diviso tra due culture, in bilico tra il bene e il male, capace di amicizia e generosità ma anche di spietatezza, sempre alla ricerca di un padre e di un'identità che gli sono stati negati, affascinato da Tex ma anche dal desiderio di essere il migliore, per trovare un riscatto alla sua condizione di emarginato, dopo tutti i maltrattamenti subiti fin da bambino. 

Tutto sommato un debole che, pur cercando di apparire un pistolero duro,  si rivelerà solo un ragazzino fragile e confuso, a cui Tex saggiamente concederà una seconda possibilità: "Andrai in prigione, ma ne uscirai prima o poi, sei ancora molto giovane".

E infatti nel seguito di questa storia "La tribù dei dannati" Tex lo aspetterà all'uscita dal carcere per indirizzarlo verso la giusta strada.

 

Di Makua sarebbe interessante leggere anche una terza, di storie, per chiudere il cerchio su di lui, magari mettendolo alla ricerca del vero padre che non ha mai conosciuto e che gli ha lasciato solo una pistola (l'unica cosa che sa è che era un fuorilegge e ha combattuto per la rivoluzione in Messico).

 

Due albi ben costruiti, che filano via lisci, con dialoghi scorrevoli e bei personaggi secondari che danno spessore alla trama (vedi nel finale la moglie e il figlio di Juan Roca). Ottimi come sempre i disegni del grande Font, anche se non più nel suo periodo d'oro.

 

Modificato da Poe
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  • 11 mesi dopo...

Ho letto questa storia per conoscere lo stile di Alfonso Font in preparazione all'uscita del #760 "La pattuglia scomparsa".

Ne sono uscito molto soddisfatto. Il disegnatore ha un livello altalenante, a tratti spiazzante: è in grado di passare da vignette in cui i volti e le proporzioni dei corpi sono bizzarri, quasi da "io lo avrei disegnato meglio", a sequenze di vignette che ti lasciano a bocca aperta per la cura dei particolari, la composizione e la personalità. Mi è piaciuto molto come ha caratterizzato il mezzosangue Makua, un po' meno alcuni primi piani di Tex e Carson. Buona parte del secondo volume però, a partire da quando i due pard si spostano in Messico sulle tracce di Santos, è stato un crescendo di tavole di grande impatto, fino all'assalto dell'hacienda del trafficante di armi, dove si sono raggiunti livelli di bellezza da fuoriclasse: wow! Alle esplosioni dei barili di polvere da sparo e delle munizioni durante l'attacco dei due ranger ha fatto da accompagnamento un'esplosione di disegni straordinari. Font entra nel gruppo dei migliori disegnatori che io abbia mai visto su una storia di Tex, nella stessa categoria di disegnatori non propriamente accademici ma dal tratto fortemente personale in cui ho dato spazio a Jose Ortiz. Li adoro entrambi!

 

Sul fronte della sceneggiatura, direi che nel complesso è una storia scritta bene, nulla di eclatante, ma molto piacevole. Il percorso di ascesa di Makua da nullità a criminale di un certo livello è stato il pezzo forte della storia, con Tex che nel finale gli fa capire che ha seguito il modello sbagliato e che nella vita per riscattarsi non ci sono solo le pistole. Ben organizzata la suddivisione in volumi, con Makua che alla fine del primo albo si mette in cammino verso il Messico ed è un criminale affermato e sicuro di sè quando lo reincontriamo all'inizio del secondo.

 

Piaciuto!

(so che poi Makua tornò per un'altra storia di qualche anno dopo: sono sulle sue tracce!)

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22 hours ago, frank_one said:

Ho letto questa storia per conoscere lo stile di Alfonso Font in preparazione all'uscita del #760 "La pattuglia scomparsa".

Font entra nel gruppo dei migliori disegnatori che io abbia mai visto su una storia di Tex, nella stessa categoria di disegnatori non propriamente accademici ma dal tratto fortemente personale in cui ho dato spazio a Jose Ortiz. Li adoro entrambi!

 

Per quanto riguarda Font ti consiglio di cuore di recuperare le storie con Boselli che non ho problemi ad annoverare tra le migliori dell'intera serie: il Texone Gli assassini, il maxi Nei territori del Nord ovest, I lupi rossi, Colorado Belle, Morte nella nebbia, Terre maledette, La mano del morto... 

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