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TWF - Tex Willer Forum

[113/115] Tra Due Bandiere


Voto alla storia  

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Bella storia e grande prova di Galep. GLB ci offre uno spaccato della guerra di secessione e ci fa commuovere nella parte finale, quando Tex e Dick incontrano il loro compagno morente.
Tex immenso quando affronta i soldati confederati senza curarsi di contarli e, allo stesso modo, quando punta la pistola
contro il sergente sudista.

Dick é troppo poco "spalla", nel senso che non serve a molto nell'economia della vicenda, ma comunque è un discreto
comprimario creato dal buon GLB.

Voto alla storia: 9

Voto ai disegni: 9

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  • 3 mesi dopo...

Oggi pomeriggio, siccome se ne è  discusso  su un altro topic, ho riletto questa storia: beh , è  incredibile come  si possa cambiare  un giudizio. L'avevo già  letta un paio fdi volte  senza entusiasmarmi, ma l' ho pienamente  rivalutata, tanto  da aggiungerla alla mia lista dei capolavori. Il finale mi aveva convinto già  dalle  altre letture, ma comunque l'ho ritrovato splendido. Di potentissima  efficaci  drammatica, e certo segna  profondamente Tex, che ha perso un caro amico  contribuendo lui stesso  involontariamente  ad ucciderlo! La storia ha dei dialoghi  di grande  freschezza  e fila ottimamente  senza mai annoiare. I disegni di Galep, le copertine, i titoli, sono semplici  splendidi. Forse quando l' ho letta precedentemente erano giornate  storte. Preferisco fuga  da Anderville, ma ciò  non toglie che un 10 e lode  ci stia tutto! Spero di restare  con questa opinione. D' altra  parte, una cosa identica mi era successa  con " La strage di Red Hill".

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  • 1 anno dopo...
On 24/11/2012 at 18:26, Leo dice:

Quando lessi Fuga da Anderville, rimasi folgorato. Più tardi, recuperai Tra due bandiere, con altissime aspettative per l'aura di epicit? che c'era attorno a questa storia. Pensai (e lo penso tuttora) che non ci fossero paragoni. Ma nella maniera più assoluta. E lo penso tuttora: Tra due bandiere è IMHO una buona storia, con un ottimo momento tragico alla fine; Fuga da Anderville è un impareggiabile capolavoro.

Mi hai letto nel pensiero. Concordo.

Sarò blasfemo e me ne scuso ma ho molte difficoltà con GLB e Galep. Boselli e Nizzi sono molto più affini ai miei gusti (Il passato di Carson e Fuga da Anderville sono le mie storie preferite), idem per altri disegnatori (Civitelli, Ticci, Villa). Ho iniziato a leggere Tex con il n. 398 (Topeka a memoria), poi pian piano sto recuperando tutto e ho sempre avuto "difficoltà" con i due mostri sacri. Toccante (ma scontato) il finale della storia. Interessante lo sfondo storico e il recupero di alcuni momenti del passato di Tex (Dick, Rod, la guerra civile) ma globalmente non mi ha acchiappato. Chiedo perdono.

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Temo che anni di nizzate mi abbiano rovinato "fuga da Anderville". All'epoca mi era piaciuta molto, ma l'ho riguardata ultimamente... quel finale, con Tex che strilla, impotente e inutile, all'epoca mi era parso drammatico, perchè era una cosa inconsueta, il fatto che fosse un Tex così irriconoscibile e sconfitto dava maggior forza alla scena.  Ma a rileggerlo oggi.. ci rivedo il tex imbelle di mille nizzate... ne rovescia totalmente la percezione: se quella è un evenienza rara dà drammaticità. Se è una cosa che capita in tante storie... beh, diventa ridicola, e insopportabile.

Mi ha fatto riflettere su quante volte, anche all'inizio, prima della sua crisi, Nizzi ha usato "Tex che viene gabbato, e ci pensa qualcos'altro - la fortuna o il destino - a fare giustizia" come "colpo di scena",  come cosa che rendeva particolare e memorabile una storia (anche ne "I delitti del Lago Ghiacciato" per esempio). E come era diversa la reazione del pubblico (e anche la mia) allora. Per quante frottole si dicano oggi sull'argomento, il pubblico Texiano all'epoca era apertissimo anche a storie dove Tex veniva ingannato, o prendeva botte in testa.

Sono stati anni e anni di vedere ripetute queste cose in maniera insopportabile a cambiare tutto questo. Fino al punto che adesso, rileggendo le vecchie storie di Nizzi che utilizzano questi elementi, provo solo fastidio.

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6 ore fa, Diablero dice:

Per quante frottole si dicano oggi sull'argomento, il pubblico Texiano all'epoca era apertissimo anche a storie dove Tex veniva ingannato, o prendeva botte in testa.

Beh, quella era una specialità di Nolitta, mio caro :rolleyes:

 

6 ore fa, Diablero dice:

quel finale, con Tex che strilla, impotente e inutile, all'epoca mi era parso drammatico, perchè era una cosa inconsueta, il fatto che fosse un Tex così irriconoscibile e sconfitto dava maggior forza alla scena. 

Non è così... Tex non esce sconfitto da tale avventura.nel finake recupera il rispetto per il giovane Walcott e la reazione rabbiosa contro il Vecchio Walcott è del tutto giustificata dal fatto che Tex è sconvolto dalla notizia terribile del tradimento tra zio e nipote...che doveva fare Tex?sparare a Walcott senior?!:D o prendere a pugni un vecchio malato di tumore?!

L arrivo di Tex in Virginia compie il fato e chiude il cerchio di una storia di tradimento, cupidigia e odi familiare.e Tex è lo strumento con cui il fato si compie...

 

La storia è tra le dieci migliori di tutta la serie

 

 

Modificato da Barbanera
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3 minutes ago, Barbanera said:

Beh, quella era una specialità di Nolitta, mio caro :rolleyes:

 

E infatti a me il Tex di Nolitta non è mai piaciuto...

 

3 minutes ago, Barbanera said:

Non è così... Tex non esce sconfitto da tale avventura.nel finake recupera il rispetto per il giovane Walcott e la reazione rabbiosa contro il Vecchio Walcott è del tutto giustificata dal fatto che Tex è sconvolto dalla notizia terribile del tradimento tra zio e nipote...che doveva fare Tex?sparare a Walcott senior?!:D o prendere a pugni un vecchio malato di tumore?!

 

Appunto.

 

Tex non può fare più niente, se non strillare al vecchio e andarsene. Che fa, gli spara? Il vecchio l'ha fregato, e lui lo sa.

 

Il vecchio ha condotto il gioco, ha totalmente gabbato tutti (compreso Tex) e si sarebbe goduto i frutti dei suoi crimini, se non fosse che si è ammalato.

 

Se ne "I delitti del lago ghiacciato" il cattivo riuscirebbe a fregare Tex, se non avesse avuto un colpo di sfortuna (e lo dice pure a Tex, che si considera il "vincitore morale"), comunque il colpo di sfortuna l'ha avuto e Tex l'ha beccato.

 

In Fuga da Anderville, il colpo di fortuna non arriva. Tex viene gabbato e il cattivo vince. Devono passare anni prima che altre circostanze spingano Walcott e chiamare Tex e spiegargli, finalmente, come erano andate le cose.

 

Notare che non sto dicendo che Tex viene ridicolizzato. Erano ancora i tempi in cui Nizzi scriveva bene, quindi il fatto che Tex viene gabbato è comprensibile, non fa idiozie, e non viene salvato da qualcun altro ogni tre pagine. Io sto parlando di COSA TI DICE UN TESTO.

 

Faccio un esempio. Vedi un uomo e una donna che si baciano. Li conosci, sono marito e moglie da pochi giorni. Che fai? immagino che sorridi e te ne vai senza disturbarli.

Secondo esempio. La donna stavolta è TUA moglie, e l'uomo è l'idraulico. La scena è esattamente la stessa. Mettiamo pure che le persone siano le stesse. Però è un mondo alternativo dove invece di sposare lui ha sposato te.

 

La scena NON ti provoca la stessa reazione, vero?  :lol:

 

La lettura NON è un atto puramente passivo. Noi decodifichiamo ATTIVAMENTE i segni che leggiamo. Riconosciamo personaggi, situazioni, luoghi, etc.  una persona che legge Tex per la prima volta non "leggerà" (percepirà) la stessa cosa che percepisci tu (lui vedrà un ranger, di cui non sa nulla, nemmeno che è capo dei Navajos, magari sconfiggere un bandito. Si preoccuperà dove tu non lo faresti, ma non riconoscerebbe i tormentoni della serie, e magari non capisce chi è quel "vecchio cammello" che nominano sempre...

 

Quando ho letto per la prima volta Fuga da Anderville,  il fatto che Tex venisse effettivamente sconfitto (ed è la principale sconfitta di Tex fino a quel momento in tutta la sua storia. Tex è stato totalmente sconfitto, ingannato, gabbato, e non ci può fare niente), mi ha spinto ad elevare la figura di Walcott come criminale davvero diabolico.

 

Dopo aver visto Tex gabbato da tutti per vent'anni rileggere quella storia NON PUÒ darmi la stessa comunicazione. Walcott sarebbe un genio perchè ha gabbato uno che ormai hanno gabbato tutti nel west? E anche se nella storia non c'è nulla che lo renda ridicolo, TI RICORDA QUANTO SIA IN GENERE RIDICOLO nelle storie successive di Nizzi, e fa la figura del piccione.

 

Hai presente quando, dopo un film pessimo tratto da un romanzo, dicono "il film non ha mica rovinato il romanzo, il romanzo è ancora lì in libreria, uguale a prima".

 

Beh, è una sciocchezza.

 

il libro sarà uguale, ma è cambiato il lettore. Invece di partire da zero o con quello che sa del romanzo, il lettore stavolta sarà influenzato dall'aver visto il film o averne sentito parlare. Immaginerà i personaggi del film, e le voci del film. il romanzo sarà ancora uguale, ma l'esperienza di lettura è profondamente modificata.

 

Leggere Fuga da Anderville CON IL SENNO DI POI, ti comunica cose diverse dalla prima lettura (a me ha comunicato "ammazza, ma Nizzi aveva davvero iniziato presto a far fregare Tex da tutti quelli che passano")...

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Fuga da Anderville è un capolavoro. Alla prima lettura, all'ultima, durante, dopo cent'anni di Nizzi e trenta di Boselli e dieci di Ruju e una spolverata di Faraci. Walcott non frega Tex, ma i suoi nipoti. Tex non può nulla né può sospettare nulla: ciò che il vecchio zio fa è talmente contronatura che nessuno potrebbe sospettarlo, e le urla di Tex a fine storia non sono gli strilli di uno sconfitto; è la rabbia che prorompe davanti a tanta mostruosità. Perché lo zio è un mostro, anche se un mostro che tiene sulla sua scrivania il ritratto di quei suoi due nipoti schierati su fronti opposti nella carneficina americana. 

 

Non c'è un Tex piccione, come d'altronde tu stesso dici. C'è solo una grande storia di Tex e una fenomenale storia western. 

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  • 2 settimane dopo...
<span style="color:red;">4 ore fa</span>, virgin dice:

Carlo, Loriano... quella del buon Leo era evidentemente un'iperbole, su.

 

Esattamente. Ma magari a Carlo e a Loriano fa troppa paura l'ipotesi (irrealistica) di cent'anni con Nizzi :P

 

Intanto io auguro all'autore di Fiumalbo di arrivarci, a cent'anni ;)

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Torno a parlare di Fuga da Anderville nel topic di "tra due bandiere" perché una cosa che ho leggo oggi mi ha fatto tornare in mente un aspetto legato alla "doppia guerra civile" di Tex.

 

Sto recuperando, un po' alla volta e con MOLTA calma, le cose che ho perso negli oltre dieci anni in cui avevo totalmente abbandonato le discussioni texiane online, e oggi mi solo letto "texiani in libera uscita" numero 13, in particolare l'articolo "Guerra civile texiana".,  che analizza i riferimenti alla guerra civile nelle storie di Tex.

 

Io sono sempre stato convinto, e l'ho anche scritto in passato, che "Fra due bandiere" fosse non una vera e propria "ret-con", ma una storia anomala, che non aveva posto nella "cronologia texiana" dell'epoca, in cui Tex faceva cose che non avrebbe dovuto fare (l'allevatore???) e veniva spostato cronologicamente di quasi vent'anni: in pratica era una storia totalmente "a sè stante", come un Tex di un mondo alternativo, e inserirla nella cronologia porta a un sacco di problemi (bisogna ipotizzare per esempio che Tex di punto in bianco, dopo che è già stato fuorilegge, rivoluzionario e ranger, abbia voglia di "mettere la testa a posto" e passi qualche anno a fare l'allevatore di cavalli, posticipando la nascita di Kit e quindi, avere un età più avanzata nelle storie "attuali"). E infatti, G.L. Bonelli non l'ha più citata e non ha più parlato di quegli eventi e di quei comprimari.

 

Quell'articolo mostra che G.L. Bonelli ha fatto che di più: ha continuato a citare eventi e date, nelle storie SUCCESSIVE, ancora aderenti alla "prima" versione della cronologia, in cui le storie di Tex coprivano la guerra di secessione e il periodo immediatamente successivo. Storie scritte DOPO "tra due bandiere" mostrano reduci appena tornati dalla guerra, luoghi devastati dall guerra pochi anni prima, etc.

 

(sono sempre stato curioso di sapere cosa pensasse G.L.Bonelli, a posteriori, di questa storia. E come era nata. Si era dimenticato delle vecchie storie, o le aveva ignorate intenzionalmente? Perché aveva voluto scriverla? Fu pubblicata a partire dal marzo 1970 quindi probabilmente fu scritta nel 1969, in piena contestazione contro la guerra del Vietnam. Bonelli voleva "entrare" a suo modo nell'argomento? E poi, perchè la ignorò tornando a scrivere storie con il Tex quarantenne ambientate subito dopo la guerra di secessione? Purtroppo non ho mai letto una sua intervista, o un intervento o una testimonianza al riguardo di qualcun altro che ne parlasse...)

 

Comunque, tornando alla cronologia: per tanti anni, anche dopo, Fra Due Bandiere rimane un corpo estraneo. I riferimenti nelle storie di Tex anche successive, elencati nell'articolo, continuano a considerare in pratica "canonica" la prima versione.

 

Fino a Nizzi, e a "Fuga da Anderville".

 

Già Nizzi, per preferenza personale verso storie più "gialle", poliziesche, urbane,  tende a rappresentare un west di un epoca più tarda, con gli indiani già tutti chiusi nelle riserve, ma oltretutto, per la prima volta, inizia a considerare "canone" la storia Fra Due Bandiere. Ed è il primo autore a farlo.

 

Qui sto prescindendo dal valore della storia in sè, sto parlando dell'effetto sulla cronologia texiana. È "Fuga da Andarville" che sancisce, dopo quasi 200 numeri (oltre 15 anni...) che ORA il "canone" è "Tra Due Bandiere", e non, come in tutte le altre storie di G.L.Bonelli, "gli sciacalli del Kansas".

 

La vera Ret-Con, la fa Nizzi, non G.L.Bonelli.  Fino a "Fuga da Anderville", sistemare la cronologia di Tex era facilissimo: bastava ignorare Fra Due Bandiere, dire che era una licenza poetica che non toccava le altre storie, e tutti era più facile e coerente. Adesso no, Nizzi ha citato la cosa anche in storie successive, cominciano a diventare tante da ignorare. Le storie "fiacche" dell'ultimo Nizzi sono passate e saranno facilmente dimenticate, ma questo "spostamento di Tex quindici anni dopo" che ha portato... quello è un cambiamento definitivo, che segnerà per sempre la testata.

 

Ogni volta che adesso dovete ingollarvi l'idea che il Tex di "L'eroe del Messico" si sia messo per anni a fare il tranquillo allevatore di vacche (dopo che aveva rinunciato alla sua eredità e a un mezzo ranch pur di evitarlo!), o che rimpiangete i tempi in cui le storie erano più "selvagge" e non ancora ambientate vicino al 1880, date la colpa al vero responsabile...  :P

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<span style="color:red;">16 minuti fa</span>, Diablero dice:

Ogni volta che adesso dovete ingollarvi l'idea che il Tex di "L'eroe del Messico" si sia messo per anni a fare il tranquillo allevatore di vacche (dopo che aveva rinunciato alla sua eredità e a un mezzo ranch pur di evitarlo!), o che rimpiangete i tempi in cui le storie erano più "selvagge" e non ancora ambientate vicino al 1880, date la colpa al vero responsabile...  :P

 

Ti correggo su un pinto: Tex  non si è messo a fare l'allevatore di vacche per anni ma al massimo per tre mesi . La Guerra de la Reforma, che nella nuiva cronologia sostituisce, diciamo così, la fantasiosa rivoluzione dei n. 3 e 4 di Tex, termina ufficialmente il primo gennaio 1861, una settimana più tardi Juarez entra a Città del Messico.  Qualche giorno dopo Tex lascia il Messco e rientra in Texas. Lì incontra casualmente i suoi vecchi amici Damned Dick e Rod Vergil e decide di unirsi a loro (e questa storia Boselli ha intenzione di narrrarcela a tempo debito su Tex Willer. Resta con loro sino a poco dopo il  12 aprile  1861 quando Rod porta la notizia dello scoppio della guerra. il resto lo sai.

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Secondo me GLB ha semplicemente optato per la scelta più "suggestiva", senza stare a guardare troppo la cronologia (Sbaglio o alla mostra di Tex per i settant'anni c'erano appunti che riguardavano i personaggi ricorrenti della serie, ma non una cronologia degli avvenimenti?)

E così Nizzi, che ha scelto le premesse narrativamente più "potenti", anche lui per dare la scintilla, per così dire, alla sua narrazione.

Inoltre, anche se non ne fa mai cenno in modo particolare, nella ormai celebre intervista a Paganelli GLB mi pare che definisse i primi Tex più ingenui, malfatti, creati in un clima più sbrigativo. 

Per questo, oltre che per gusto personale, ho sempre preferito la seconda versione. 

 

Modificato da Gabriele
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  • 3 mesi dopo...

Nella mia rilettura del "centinaio d'oro", dopo aver accuratamente evitato Chinatown per non dovermi rileggere l'indigesta dabbenaggine di un rincitrullitissimo Carson, ho affrontato "Tra due bandiere". Non l'ho mai amata particolarmente, ma mi capita alle volte di cambiare idea, a una seconda rilettura (e anche alle volte di ri-cambiarla, ad una terza, segno che la percezione della bontà delle storie cambia col tempo o a seconda dei particolari momenti, senza escludere del tutto una schizofrenia percettiva soggettiva che prescinde del tutto dalle qualità della storia :D ).

 

Ebbene, su "Tra due bandiere" la mia percezione non cambia mai. Non la considero una bella storia; spreca il soggetto della guerra civile con una sceneggiatura piatta e banale. Il problema è che la "macchina da presa" è tutta su Tex, che fa le sue solite cose, solo che invece che farle qualche anno dopo a danno del criminale di turno le fa in un altro contesto, che è però solo abbozzato, sullo sfondo, con la sola eccezione delle bellissime pagine finali. Era invece l'occasione per far vedere la guerra, come molto più di questa storia hanno fatto due altre opere texiane nettamente più valide, il capolavoro "Fuga da Anderville" e il gioiello "Missouri". In queste due storie Tex è perfettamente calato in un contesto tragico che ci è fatto vedere, conosciamo una famiglia divisa sui due fronti, un campo di prigionia, il dramma dello schiavismo, le malefatte dei "soldati", confederati o unionisti che siano. Vediamo la Guerra Civile, e all'interno di essa vediamo muoversi Tex. Qui vediamo invece Tex, ben messo a fuoco, muoversi attorno ad un contesto di guerra molto "sfocato", un mero pretesto per una sequela di azioni, invero non troppo appassionanti.

Modificato da Leo
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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Leo dice:

Nella mia rilettura del "centinaio d'oro", dopo aver accuratamente evitato Chinatown per non dovermi rileggere l'indigesta dabbenaggine di un rincitrullitissimo Carson, ho affrontato "Tra due bandiere".

Leo, credo che tu ti ti riferisca alla parte finale della prima parte, quando solo Tex aveva capito chi era il drago. Per me una bella storia, con alcuni passaggi incerti e troppa fortuna. Ultimamente mi capita di essere in disaccordo con te in qualche occasione..

Probabilmente dovremo parlarne nell'apposito spazio dedicato alla storia.

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<span style="color:red;">34 minuti fa</span>, Tim Birra dice:

Leo, credo che tu ti ti riferisca alla parte finale della prima parte, quando solo Tex aveva capito chi era il drago.

 

Sì, sì, esatto Tim.

 

<span style="color:red;">34 minuti fa</span>, Tim Birra dice:

Ultimamente mi capita di essere in disaccordo con te in qualche occasione..

Probabilmente dovremo parlarne nell'apposito spazio dedicato alla storia.

 

Nel topic su quella storia ho scritto, ormai diversi anni fa, perché questa storia non mi piaccia: non solo per colpa del rincitrullimento di Carson, anche se devo ammettere che ho anche una personale antipatia per le storie con le sette cinesi, quindi anche questo può incidere sulle mie valutazioni ;) 

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  • Sceriffi
13 ore fa, Leo dice:

Nella mia rilettura del "centinaio d'oro", dopo aver accuratamente evitato Chinatown per non dovermi rileggere l'indigesta dabbenaggine di un rincitrullitissimo Carson, ho affrontato "Tra due bandiere". Non l'ho mai amata particolarmente, ma mi capita alle volte di cambiare idea, a una seconda rilettura (e anche alle volte di ri-cambiarla, ad una terza, segno che la percezione della bontà delle storie cambia col tempo o a seconda dei particolari momenti, senza escludere del tutto una schizofrenia percettiva soggettiva che prescinde del tutto dalle qualità della storia :D ).

 

Ebbene, su "Tra due bandiere" la mia percezione non cambia mai. Non la considero una bella storia; spreca il soggetto della guerra civile con una sceneggiatura piatta e banale. Il problema è che la "macchina da presa" è tutta su Tex, che fa le sue solite cose, solo che invece che farle qualche anno dopo a danno del criminale di turno le fa in un altro contesto, che è però solo abbozzato, sullo sfondo, con la sola eccezione delle bellissime pagine finali. Era invece l'occasione per far vedere la guerra, come molto più di questa storia hanno fatto due altre opere texiane nettamente più valide, il capolavoro "Fuga da Anderville" e il gioiello "Missouri". In queste due storie Tex è perfettamente calato in un contesto tragico che ci è fatto vedere, conosciamo una famiglia divisa sui due fronti, un campo di prigionia, il dramma dello schiavismo, le malefatte dei "soldati", confederati o unionisti che siano. Vediamo la Guerra Civile, e all'interno di essa vediamo muoversi Tex. Qui vediamo invece Tex, ben messo a fuoco, muoversi attorno ad un contesto di guerra molto "sfocato", un mero pretesto per una sequela di azioni, invero non troppo appassionanti.

Concordo su Tutto poi i disegni di Ticci in "Fuga da Anderville" mi sono piaciuti di più rispetto a quelli di Galep. (Parere personale non uccidetemi) 

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  • co fondatore

L'unica pecca secondo me di questa storia è che Damned Dick non ha una personalità ben delineata, sarebbe quasi interscambiabile con Carson se non fosse che appare meno in gamba di lui. Al di là di questo, è un capolavoro.

Riguardo il commento del nostro nuovo giovanissimo amico, devo dire che pur adorando i disegni di Ticci, trovo la realizzazione grafica di Galep superba e, quando serve, piena di pathos. Ma in fondo, parliamo di due giganti...

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Sono d accordo con te su Damned Dick...

Storia che ha un Pathos incredibile nelle ultime pagine ma che si dilata troppo a parer mio, perdendosi un po'... Pathos che poi emerge appunto in modo superbo nelle ultime cinquanta pagine con la morte di Rod e la rottura da parte di Tex del calcio del 44 Henry:uno strumento di morte che diventa una rozza croce in un campo di battaglia ingombro di feriti agonizzanti e morti...superpo e commovente gesto...e da lì in avanti Tex cercherà di non spargere più sangue sudista...

PS:Damned Dick l ho ripensato in un paio di spunti... chissà mai,mah...

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  • 3 mesi dopo...

Un grandissimo capolavoro di Tex. Bellissima l'ambientazione, cioè durante la guerra di secessione tra Unionisti e Confederati (chiudendo un occhio sul fatto che su Tex ci siano ben due guerre di secessione!). Ho apprezzato moltissimo il forte messaggio anti-bellico presente in tutta la storia e soprattutto nel finale. Bello ed efficace l'uso del flashback e davvero bella la trama, abbastanza complessa. Nonostante la mole (più di trecento pagine), è una storia tutto sommato scorrevole. Peccato per l'incongruenza in cui Tex usa la dinamite (che ovviamente non era ancora stata inventata). Bellissimo, però, nel finale, l'inserimento di un avvenimento storico, ossia la battaglia di Shiloh Church. Il finale è semplicemente da brividi, molto tragico e in cui Bonelli ci mostra tutta l'inutilità e l'assurdità della guerra. Ottima quindi la storia scritta da G.L.Bonelli.
Grandissimo anche Galep ai disegni. Ottime tavole, anche nelle scene di battaglia. Copertine stupende, tra cui spicca quella di "Tra due bandiere".
Storia: 10
Disegni: 9

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  • 3 mesi dopo...
  • Sceriffi

Penso che dopo questo commento, verrò Permabannato da questo forum!

La storia per me è abbastanza buona, ma nulla di più. Ci sono scene molto belle, con un Tex in formissima, la parte iniziale con la scazzottata nel Saloon ad Abilene è la parte migliore della storia.

Tex agisce da Tex, risponde per le rime, ai vari tenenti confederati e non, e quando c'è da aiutare una o più persone Tex c'è(Prima salva l'esploratore e poi salva la famiglia dall'attacco dei confederati). C'è una scena che avrei evitato di mettere, ovvero la gara di precisione tra Tex e Kramer, il Tex di Bonelli è sempre stato un po' guascone e sbruffone (Come il creatore), ma questa scena, non l'avrei proprio scritta. Questo però, sono fesserie, i problemi che secondo me ha questa storia sono altri.

E' possibile, che i soldati della confederazione siano così scarsi, non tutti erano veri e propri soldati, ma qui non c'è nè uno, che riesce quantomeno a scalfire uno dei nostri.

L'altro problema, come già ribadito da qualcuno, è Damned Dick, infatti l'omone non è altro che una copia carbone di Kit Carson, con molti capelli in meno. Devo dire che assomiglia molto al Magnus, che possiamo vedere in una delle sue ultime apparizione pubbliche, o in foto (mentre disegna Tex).

L'ultimo problema (che è moolto soggettivo), è proprio la guerra civile, che qui non c'è proprio. Per una buona parte della storia, i soldati del sud, che vogliono ammazzare i nostri, possono esser scambiati per dei semplici razziatori.

Nel finale, la guerra c'è, assistiamo alla morte di un amico di Tex, Rod Vergil che ad inizio storia abbandona i pards per unirsi alla confederazione, la scelta di far morire Rod è giusta, perchè deve "pagare" per la scelta che ha fatto, e serve anche per mostrare a noi lettori (ed a Tex) gli orrori della guerra, solo che prima di Shiloh, la guerra in questa storia non c'è.

 

Galep non mi è mai piaciuto, (Lo so sto bestemmiando, tra un po' verranno 50 apache, che mi rapiranno, mi appenderanno ad un albero e si divertiranno col coltello) e neanche ora riesce a convincermi, non parlo del povero Galep che a mezzanotte disegnava in fretta le strisce di Tex, ma parlo di Galleppini in generale, anche quello del centinaio d'oro, ci sono prove che mi  hanno convinto di più ("Il Figlio di Mefisto" che non tocco da tantissimo tempo ed "El Muerto"), ma questa storia non è tra quelle.

Di Galep non mi piace per nulla, il volto di Tex (Altro che 50 Apache, ora verranno anche i Navajo, gli Hunkpapa, i Fox e pure i Pima, combatteranno fino alla morte, e l'unica tribù sopravvissuta, prenderà immediatamente il mio scalpo, poi verrò ammazzato, ed i miei organi verranno mangiati nel banchetto che faranno per celebrare la vittoria.), preferisco i volti di Ticci, Civitelli e Villa, ma quello di Galep no. Neanche i suoi sfondi mi piacciono, anzi non ci sono proprio.

I miei voti sono:

Bonelli 6

Galep 6

P.S Mi sono accorto di aver dato ad "Un Uomo tranquillo" 6 e mezzo, ma il voto è 5 e mezzo, quello speciale non può essere meglio di questa storia del duo storico.

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<span style="color:red;">34 minuti fa</span>, MacParland dice:

Penso che dopo questo commento, verrò Permabannato da questo forum!

La storia per me è abbastanza buona, ma nulla di più. Ci sono scene molto belle, con un Tex in formissima, la parte iniziale con la scazzottata nel Saloon ad Abilene è la parte migliore della storia.

Tex agisce da Tex, risponde per le rime, ai vari tenenti confederati e non, e quando c'è da aiutare una o più persone Tex c'è(Prima salva l'esploratore e poi salva la famiglia dall'attacco dei confederati). C'è una scena che avrei evitato di mettere, ovvero la gara di precisione tra Tex e Kramer, il Tex di Bonelli è sempre stato un po' guascone e sbruffone (Come il creatore), ma questa scena, non l'avrei proprio scritta. Questo però, sono fesserie, i problemi che secondo me ha questa storia sono altri.

E' possibile, che i soldati della confederazione siano così scarsi, non tutti erano veri e propri soldati, ma qui non c'è nè uno, che riesce quantomeno a scalfire uno dei nostri.

L'altro problema, come già ribadito da qualcuno, è Damned Dick, infatti l'omone non è altro che una copia carbone di Kit Carson, con molti capelli in meno. Devo dire che assomiglia molto al Magnus, che possiamo vedere in una delle sue ultime apparizione pubbliche, o in foto (mentre disegna Tex).

L'ultimo problema (che è moolto soggettivo), è proprio la guerra civile, che qui non c'è proprio. Per una buona parte della storia, i soldati del sud, che vogliono ammazzare i nostri, possono esser scambiati per dei semplici razziatori.

Nel finale, la guerra c'è, assistiamo alla morte di un amico di Tex, Rod Vergil che ad inizio storia abbandona i pards per unirsi alla confederazione, la scelta di far morire Rod è giusta, perchè deve "pagare" per la scelta che ha fatto, e serve anche per mostrare a noi lettori (ed a Tex) gli orrori della guerra, solo che prima di Shiloh, la guerra in questa storia non c'è.

 

Galep non mi è mai piaciuto, (Lo so sto bestemmiando, tra un po' verranno 50 apache, che mi rapiranno, mi appenderanno ad un albero e si divertiranno col coltello) e neanche ora riesce a convincermi, non parlo del povero Galep che a mezzanotte disegnava in fretta le strisce di Tex, ma parlo di Galleppini in generale, anche quello del centinaio d'oro, ci sono prove che mi  hanno convinto di più ("Il Figlio di Mefisto" che non tocco da tantissimo tempo ed "El Muerto"), ma questa storia non è tra quelle.

Di Galep non mi piace per nulla, il volto di Tex (Altro che 50 Apache, ora verranno anche i Navajo, gli Hunkpapa, i Fox e pure i Pima, combatteranno fino alla morte, e l'unica tribù sopravvissuta, prenderà immediatamente il mio scalpo, poi verrò ammazzato, ed i miei organi verranno mangiati nel banchetto che faranno per celebrare la vittoria.), preferisco i volti di Ticci, Civitelli e Villa, ma quello di Galep no. Neanche i suoi sfondi mi piacciono, anzi non ci sono proprio.

I miei voti sono:

Bonelli 6

Galep 6

P.S Mi sono accorto di aver dato ad "Un Uomo tranquillo" 6 e mezzo, ma il voto è 5 e mezzo, quello speciale non può essere meglio di questa storia del duo storico.

Potevi ben lasciare Un uomo tranquillo 6, e dare 6,5 a Tra due bandiere.😊🙋‍♂️

Scusa, volevo dire, lasciare Un uomo tranquillo 6,5 e dare 7 a  Tra due bandiere. ( PS  se leggessi bene prima di scrivere)  

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