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Tex vive o sopravvive?


Leo
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Gianbart hai appena affermato che l'interesse dei lettori si è spostato altrove, ossia quel che io ripeto da un bel p? di tempo, quindi mi sembra che su questo punto ci troviamo d'accordo, un p? meno sui manga... dubito che siano testate che in Italia raggiungano le duecentomila copie e cmq se gli sceneggiatori attuali dovevano seguire i manga anche per Tex per intercettare il gusto dei giovani... beh lasciamo perdere... A scanso di equivoci non dico che tu abbia affermato questo, ci mancherebbe. Sottolineo il fatto che gli sceneggiatori attuali secondo me hanno cercato di intercettare i gusti odierni, anche per questo il loro Tex è per forza di cose diverso da quello degli anni 60/70. Ted Hawkins un p? di obiettivit? non guasterebbe... secondo le tue affermazioni il nuovo corso di Zagor, che veleggia stabile con una leggera erosione annua di copie su 40.000 copie vendute ha centrato l'obiettivo mentre il nuovo corso di Tex che veleggia stabile sulle 200.000 copie con la stessa leggera erosione ha fallito doubt doubt doubt Boh che ti devo dire... se Zagor perde il 5% di lettori all'anno perde 2000 copie se Tex perde la stessa percentuale è logico che saltano 10.000 copie ma la percentuale di lettori persa è la stessa, allora perchè in un caso è un successo e nell'altro caso un fallimento?Sarebbe bello parlare con i fatti e i dati alla mano e non sulla base di sensazioni e preconcetti...

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Approvo in pieno la disamina che ha esposto Ted Hawkins e comunque ho trovato interessante tutti gli interventi perchè ognuno ha aggiunto un qualcosa alla discussione, come dovrebbe essere nella normalit?.

Fin troppo giusto.

Ci sono però delle cose che vorrei chiarire: 1) non mi auspico un ritorno della mitica coppia Bonelli-Galep perchè so benissimo che è impossibile ma d'altronde questo non implica una accettazione parziale o totale di tutto ciò che gira in casa Bonelli.

Nessuno te l'ha chiesta, infatti, il mio problema con te, se vogliamo chiamarlo così, stava nel fatto che nei tuoi primi post (a parte le cantonate megagalattiche sulla mia età e le mie letture fumettistiche, intendo) tu, di fatto, esprimevi l'idea che chiunque approvasse il nuovo corso bonelliano sminuisse automaticamente l'opera di G. L. Bonelli e Aurelio Galleppini, il che non era n° automatico n° vero. Si può apprezzare l'opera degli autori del passato e quella degli autori attuali, le due cose sono tutt?altro che incompatibili. Peraltro, almeno da parte mia, non c'è un'accettazione acritica di tutto quello che viene prodotto sotto il marchio Bonelli o qualsiasi altro marchio se è per questo. Come ho già detto altre volte, c'era una sorta di magia particolare nei fumetti della mia infanzia e adolescenza che fatico a ritrovare nei fumetti moderni, ma se mi basassi solo su questo, dovrei smettere di leggere fumetti o leggere del tutto. Invece preferisco godermi ciò che di buono (sempre secondo i miei gusti personali sèintende) offre il mercato attuale. Se l'opera dei vari Boselli, Ruju, Faraci, Manfredi, Villa, Venturi, Civitelli, Ticci ecc mi piace, se comunque penso che mantengano vivo il personaggio ed il suo mondo senza snaturarne le caratteristiche ma comunque interpretandole secondo le loro sensibilit? personali, perchè questo dovrebbe implicare scarso rispetto per G. L. Bonelli o Galep? Questo proprio non riesco a capirlo. Ovviamente se ad altri non piace questo ?nuovo corso? ha pieno diritto alle sue opinioni, come ha pieno diritto di esprimerle su questo non ci piove, ma dovrebbe farlo rispettando comunque le opinioni altrui senza denigrarle o sminuirle. Su questo forum ci sono utenti che hanno opinioni diversissime (se non addirittura opposte) dalle mie e talvolta ci siamo anche accalorati nella discussione, ma sempre cercando di mantenere il rispetto reciproco. Che io ricordi, nessuno di loro ha, però, mai detto che apprezzare le storie di Boselli (o di chiunque altro) o i disegni di Civitelli (o di chiunque altro) fosse un tradimento nei confronti di Galep (o Letteri o Nicol'). D'altro canto , la pura e semplice nostalgia od il rimpianto del passato, li trovo esercizi sterili. Preferisco discutere su cosa va o non va nelle storie attuali.

2) so benissimo che le 700000 copie degli anni 70 sono irraggiungibili con l'attuale tasso di lettori nei fumetti non manga; e qui apro una postilla per spiegare ch? secondo me il famoso ricambio generazionale, tanto temuto da qualcuno, c'è già stato varie volte ma purtroppo sempre in perdita a favore del temuto manga, introdotto in Italia negli anni '80, e che oggi assorbe una fetta di mercato fumettistico elevata circa il 40 % ( credo ). La causa sta nel fatto che questo tipo di fumetto ha saputo intercettare commercialmente i gusti degli adolescenti e dei ragazzi di oggi assecondandoli e dandogli un prodotto confezionato su misura per loro, cosa che il prodotto italiano non ha potuto fare impostato come ?, da qui soprattutto la perdita continua di questi anni, perchè se non ve ne siete accorti non mancano le persone mature o la mezza età a leggere Tex ma i giovani e i giovanissimi, a parte qualche caso raro, che hanno perlopiù spostato i loro interessi altrove.

Anche qui vedo un errore, per così dire, metodologico: tu sembri quasi implicare che la crisi del fumetto italiano sia dovuta all'avvento dei manga. In realtà i manga occupano una rilevante fetta del mercato (ed hanno anche influenzato un'intera generazioni di giovani autori di fumetti ?, se è per questo), ma anche loro si muovono in un mercato ormai ristretto. Non mi pare che vendano centinaia di migliaia di copie e che gli editori di manga (parlo sempre dell'Italia, sia chiaro) siano tutti miliardari. Il crollo del mercato (fenomeno globale, peraltro, eccezion fatta, forse, per il Giappone) ha tutta una serie di altre cause. 500.000 lettori di Tex non si sono tutti trasferiti a leggere manga, giusto per dire. Per il resto, io conosco personalmente due diciottenni e due quindicenni che leggono Tex e cinque donne che fanno altrettanto. Alle mostre, dove spesso faccio compagnia a Fabio Civitelli durante le sessioni di firme, ho incontrato diversi ragazzi e perfino ragazze sotto i 30 anni ed anche sotto i venti. Non è un campione significativo, ne sono più che consapevole, ma lo trovo comunque incoraggiante

3) ribadisco che non voglio creare contrapposizione nel forum ma aprire una discussione civile sui malesseri interni al popolo texiano perchè come ha scritto Ted Hawkins noi rappresentiamo una minima parte di questo popolo ma a nostra volta portiamo dentro tramite amicizie e conoscenze il parere condensato di altre decine di persone che leggono Tex, quindi perchè non approfittare di ciò ?Grazie a tutti Gian.

La contrapposizione, in un certo senso, esiste ed esister? sempre ed è quella tra ?progressisti? e ?conservatori?, tra coloro che pensano che il loro fumetto preferito dovrebbe restare in eterno con le stesse caratteristiche di quando l'hanno conosciuto e coloro che, invece, pensano che una certa evoluzione sia inevitabile sia nel modo di scrivere e disegnare che nei contenuti e che il limite sia uno solo: non stravolgere il personaggio. Peraltro, alla fin fine, siamo tutti un po' progressisti ed un po' conservatori perchè ognuno di noi ha novità che è disposto ad accettare e cose che non vorrebbe veder cambiate per ciò che riguarda Tex. Varia solo la percentuale. Diverso discorso è quando la contrapposizione è con i ?passatisti? per cui solo il passato era bello ed il presente è brutto. Quella è una contrapposizione che non mi piace.
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P. S. Peraltro, chissà che in futuro non si possano vedere anche storie firmate Bonelli & Galleppini. Nel senso che ho sempre la speranza che almeno uno dei figli di Davide Bonelli abbia ereditato il talento narrativo del nonno e del bisnonno, che ha saltato l'attuale generazione, e che la nipote di Aurelio Galleppini (che credo abbia 19 anni adesso) abbia visto sbocciare il talento di disegnatrice che sembrava manifestare quando l'ho conosciuta 5 anni fa a Casal di Pari e sapeva rifare in maniera ottima le copertine del nonno e le sarebbe piaciuto disegnare. Un sogno? Forse si, ma a me piace sognare. _ahsisi? :old:? :lol2:

Anche a me, Carlo; anche a me..... ::evvai:: zzzz :italia:
Mi stai davvero dando ragione su qualcosa? :shock: Devo mettermi a piangere? :snif::lol2:
Il fatto è che non è proprio la prima volta! :old: Mi sto seriamente preoccupando anch'io..... :shock: _ahsisi :lol2::trapper:
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Ted Hawkins un p? di obiettivit? non guasterebbe... secondo le tue affermazioni il nuovo corso di Zagor, che veleggia stabile con una leggera erosione annua di copie su 40.000 copie vendute ha centrato l'obiettivo mentre il nuovo corso di Tex che veleggia stabile sulle 200.000 copie con la stessa leggera erosione ha fallito doubt  doubt  doubt

Boh che ti devo dire... se Zagor perde il 5% di lettori all'anno perde 2000 copie se Tex perde la stessa percentuale è logico che saltano 10.000 copie ma la percentuale di lettori persa è la stessa, allora perchè in un caso è un successo e nell'altro caso un fallimento?
Sarebbe bello parlare con i fatti e i dati alla mano e non sulla base di sensazioni e preconcetti...

Se c'è una cosa che mal sopporto è quando mi attribuiscono parole e pensieri che non ho espresso. Ed è ciò tu - mio caro West10 - hai appena fatto, attribuendomi parole che non ho scritto e costruendo su di esse un'interpretazione del mio pensiero che, mi spiace, non è corretta. Non voglio pensare che la tua sia una provocazione o peggio, che ti diverta a prendermi in giro, ma voglio credere che tu non abbia compreso il senso del mio post. Per cui, sentendomi corresponsabile di questa incomprensione, prover? a spiegare meglio il senso di quanto ho scritto, e già che ci sono prover? ad andare al cuore di quello che considero il problema del nuovo corso texiano fornendo, in conclusione di questo post, la mia risposta alla domanda che ha aperto questa discussione.
Io avevo portato due esempi e sollevato un interrogativo. I due esempi erano su Mister No e Zagor. Lasciamo stare il primo, perchè mi paiono ormai conclamate da tutti le considerazioni fatte sulla serie del pilota amazzonico.
1) Su Zagor ho voluto dare risalto al successo del nuovo corso zagoriano di Boselli e Burattini. Io ho iniziato a leggere Zagor al tempo in cui ho cominciato con Tex. Ho, successivamente, continuato ad acquistare Zagor anche dopo l'abbandono di Nolitta come sceneggiatore, apprezzando abbastanza la gestione Scalvi, Castelli e la prima gestione Toninelli (anche se sentivo la diversit? nelle storie senza all'epoca sapere che gli autori erano cambiati per via dei credits coperti). Mi sono poi stancato della serie a partire dalla fine del 1990 quando, IMHO, la seconda gestione Toninelli e certi errori della casa editrice, hanno portato al declino della serie. A quel tempo mentre a luglio 1990 era uscito il n. 300 nessuno avrebbe scommesso sulla durata della serie, a cominciare dal suo creatore ed editore che a quel tempo ebbe a dire che Zagor aveva esaurito ciò che aveva da dire. Ma proprio in quel periodo così buio per Zagor sono arrivati B&B che hanno convinto l'editore a tentare un rinnovamento (che era stato già negato a Toninelli poco tempo prima). E' grazie a questo rinnovamento che, ad esempio, io ho ricominciato a comprare Zagor a partire dall'aprile 1994 con "L'esploratore scomparso" e non ho più smesso. Il nuovo corso non ha riconquitato solo me ma anche altri lettori datati e - sopratutto - ha conquistato nuove leve che non conoscevano Zagor, ma ne hanno fatto la conoscenza grazie alle nuove avventure e poi, solo in seguito, hanno recuperato quelle di Nolitta. Puoi avere una conferma di quanto dico se fai un giro sui forum di Zagor come Spiritoconlascure e Ramathforumup.
Quello che mi premeva rappresentare, dunque, è che il rinnovamento zagoriano ha salvato una serie destinata a perdersi (come più tardi sarebbe successo a Misterno) riuscendo nella triplice impresa di: arrestare l'emorraggia di lettori, recuperare qualche vecchio lettore e acquistarne di nuovi. Da "L'esploratore scomparso" sono passati 18 anni e 6 mesi, Zagor ha superato il n. 500 e viaggia verso il 600, ha compiuto i 50 anni, ha messo in edicola Maxi e Zagoroni e le uscite mensili hanno un fatturato piuttosto stabile, in termini assoluti sia modesto rispetto ad altre serie. Se prendi in considerazioni i presupposti da cui è partito il rinnovamento zagoriano, puoi capire da solo che si tratta di un grandissimo successo. Anche se Zagor dovesse chiudere oggi, niente può cancellare il fatto che B&B, Sergio Bonelli e gli altri autori e disegnatori coinvolti nel rinnovamento, hanno stravinto la loro scommessa.
Quindi l'esempio della perdita del 5% dei lettori è fuori luogo. E' ovvio che un'incidenza percentuale applicata a denominatori diversi produce risultati diversi, ma non era in questo focus che stava il senso del mio intervento. Io volevo evidenziare il fatto che con il rinnovamento zagoriano è stato compiuto un mezzo miracolo ed è stata vinta una scommessa.
2) Viceversa, ritengo diverso è il discorso per Tex, non solo per le ragioni che ho evocato nel mio post precedente e che riguardano i diversi universi narrativi su cui si inseriscono le vicende, ma anche perchè con Tex la posta in gioco del suo rinnovamento - se vogliamo parlare davvero di rinnovamento - è diversa.
Tex non è affatto sull'orlo del fallimento (e questa è una parola che io non ho mai scritto in nessun mio post - puoi controllarli tutti). Tuttavia, per Tex la posta in gioco ?, per certi versi altrettanto , importante, perchè Tex per me, è parte di un patrimonio culturale e di un immaginario collettivo ben più grande di quello di Zagor. Un suo cambiamento di rotta avrà effetti certamente in termini di risultato aziendale che si misura sulle vendite, sul fatturato, sui profitti, ecc.. Questo è un aspetto che mi interessa certo, ma l'interesse che per questo aspetto (seppur importante) non è l'unico.
Scontato che il passato non ritorna - e va bene così - e che bisogna adeguarsi ai tempi e che bisogna interccettare le nuove leve, chiediamoci che cosa vogliamo da Tex. E poi, chiediamoci se il Tex attuale vive o sopravvive?
Prover? a rispondere nel mio prossimo post, perchè ho l'impressione di essermi dilungato troppo.

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Tex vive o sopravvive? Il nuovo corso texiano funziona o no?Due premesse assolutamente necessarie:1) Dobbiamo intenderci su qual'? il nuovo corso texiano. Abbiamo avuto il regno Glb (Golden Age texiana, per me fantastica), (l'ingresso di Nolitta e la continuit? di Glb, silver age texiana , per me ottima), il regno del primo Nizzi (per me molto buono e in alcuni casi ottimo) , poi c'è stata la coabitazione Nizzi/Boselli (tra 400 e 500 con storie dignitose di Nizzi e storie buone e alcune ottime di Boselli e quindi direi in conclusione un periodo più che buono facendo la media). Poi c'è stato il medioevo texiano (tra 500 e 600 con storie brutte di Nizzi, e storie di Boselli, di cui alcune belle e altre che iniziavano a mettere in evidenza alcune inclinazioni che non tutti apprezzano). In questo periodo è stato evocato da molti utenti (forse più dall'altro forum TWO) il fatto che con l'abbandono di Nizzi e l'arrivo di Faraci le cose sarebbero migliorate moltissimo. Io considero, quindi, il nuovo corso texiano a partire dal n. 600, cioè dagli ultimi due anni, quando l'abbandono di Nizzi è divenuto ufficiale. Questa è solo una mia prospettiva, non pretendo che tutti ci si riconoscano, ma è in questa ottica che ho espresso le mie opinioni, per cui è necessario tenerne conto al fine di evitare incomprensioni.2) Carlo Monni ha parlato di "progressisti" e "conservatori" evidenziando il fatto che ciascuno di noi è al contempo un p? progressista e un p? conservatore. E' una considerazione che condivido pienamente e nella quale mi ci riconosco. Infatti, io non ho nessuna preclusione alle novità narrative su Tex. Per fare qualche esempio: a) considero Oklahoma di Berardi una delle storie più belle in assoluto della saga e quando usc? me ne innamorai subito. Eppure all'epoca fu considerata da molti (anche dagli addetti ai lavori) poco rispettosa della texianit? canonica; B) non mi dispiacerebbe affatto vedere più interazioni con le donne sulla serie e vedere queste relazioni evolversi. Una Alison (Il Presagio) con tanto di prole al fianco che si riavvicina a Tex nel futuro. O il ritorno di fiamma tra Kit e Lena. c) Non mi dispiace affatto che i comprimari vengano caratterizzati con più attenzione, purch? questo non venga fatto a detrimento di Tex e dei pards. d) Apprezzo moltissimo quando si sottolinea l'epicit? di certe situazioni o di certi incontri, ma non quando questo sconfina nell'eccessiva retorica, condita da dialoghi stucchevoli. Insomma, non mi ritengo affatto chiuso alle novità, anzi sono aperto. Ed ora veniamo al punto. Quale Tex vogliamo per il futuro? Ovviamente ognuno avrà la sua ricetta. Ma il Tex di oggi vive o sopravvive? Io ho detto che non sono molto contento del nuovo corso texiano, ma non ho risposto ancora alla domanda del post. Ci provo ora. Ad oggi abbiamo una serie di autori che lavorano su Tex. Faraci era molto atteso, già da qualche anno se ne invocava l'arrivo. Finora non mi ha entusiasmato. Non discuto le sue qualità, ma ho l'impressione che finora abbia lavorato con il freno a mano tirato. Il perchè non saprei spiegarmelo, è come detto solo una mia impressione, alla quale segue una domanda; si sbloccher? prima o poi? Speriamo, ma comincia a non crederci più tanto. E questa è la mia prima nota dolente. Ruju è un autore su cui non facevo troppo affidamento per via dei suoi trascorsi su Dylan Dog, ma considerate le premesse da cui partiva, l'ho trovato apprezzabile, pur senza avermi conquistato con dei capolavori è stato dignitoso. Manfredi è il mio preferito, perchè oltre ad una certa originalità dei soggetti, mi ha dato l'impressione di saper mescolare molto bene caratteristiche narrative ed espositive diverse (ritmo, sequenze, dialoghi) che gli vengono dalle sue conoscenze cinematografiche, televisive e musicali. E qui sta la mia seconda nota dolente. Perchè questo autore non scrive di più per Tex? Lo so che ci sono ragioni commerciali, organizzative, di ambizioni personali, ecc. che ne danno spiegazione, ma francamente a me spiace molto non vedere Manfredi. Boselli è IMHO un soggettista strepitoso, forse il migliore; un vero vulcano di idee. Come sceneggiatore ha delle caratteristiche che possono piacere o meno. Secondo me, quando riesce a contenere certe sue inclinazioni, in modo che risultino funzionali alla narrazione senza viziarla troppo, rasenta la perfezione. Ultimamente (intendo dal n. 601 in poi), sempre secondo me, non ci è riuscito molto e le sue ultime storie mi hanno deluso perchè avevo grandi aspettative su di esse e le ho sentite disattese. Io credo che questo dipenda da molti fattori che non è possibile indagare in questa sede. Ma il mio timore è che questo autore, che mi da l'impressione di essere super oberato da mille impegni, abbia necessit? di ritrovare quella serenit? necessaria a far fronte alla scrittura con maggiore lucidit?, come sicuremente è capace di fare. La famosa crisi di Nizzi nacque a detta dello stesso da problemi e personali e lavorativi, che gli toglievano serenit?. Dopo averli superati però non riprese più a scrivere come prima. Il mio timore, forse infondato maa tant'?, è che a Boselli possa accadere qualcosa di simile alla crisi nizziana. In conclusione, secondo me il Tex di oggi vive certamente, , ma non come dovrebbe e potrebbe. In parte perchè deve fare i conti con un contesto socio-economico-culturale in profondo e velocissimo cambiamento, che sta incidendo non solo sui prodotti delle nostre attività come Tex, ma sopratutto sulle nostre vite. In parte, poi , IMHO, anche perchè all'interno della Casa Editrice, così come tra gli autori, ci sono dei nodi da sciogliere, che ovviamente solo gli interessati possono affrontare. A me, personalmente, sta bene sia che prevalga una linea che propende per rimanere nell'alveo del conservatorismo rassicurante e in questo contesto affrontare le sfide che ci saranno da vincere, sia che si vada verso un progressismo più marcato e con questo spirito ottimistico affrontare il futuro editoriale e non solo. Quello che secondo me è necessario è che la scelta, qualunque essa sia, venga presa con grande decisione, e sia chiara per tutti. E poi, ai posteri ..... l'ardua sentenza.

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Un'ottima disamina a cui voglio aggiungere qualche mia considerazione:

Tex vive o sopravvive? Il nuovo corso texiano funziona o no?

Due premesse assolutamente necessarie:
1) Dobbiamo intenderci su qual'? il nuovo corso texiano.
Abbiamo avuto il regno Glb (Golden Age texiana, per me fantastica), (l'ingresso di Nolitta e la continuit? di Glb, silver age texiana , per me ottima), il regno del primo Nizzi (per me molto buono e in alcuni casi ottimo) , poi c'è stata la coabitazione Nizzi/Boselli (tra 400 e 500 con storie dignitose di Nizzi e storie buone e alcune ottime di Boselli e quindi direi in conclusione un periodo più che buono facendo la media). Poi c'è stato il medioevo texiano (tra 500 e 600 con storie brutte di Nizzi, e storie di Boselli, di cui  alcune belle e altre che iniziavano a mettere in evidenza alcune inclinazioni che non tutti apprezzano). In questo periodo è stato evocato da molti utenti (forse più dall'altro forum TWO) il fatto che con l'abbandono di Nizzi e l'arrivo di Faraci le cose sarebbero migliorate moltissimo.
Io considero, quindi, il nuovo corso texiano a partire dal n. 600, cioè dagli ultimi due anni, quando l'abbandono di Nizzi è divenuto ufficiale.  Questa è solo una mia prospettiva, non pretendo che tutti ci si riconoscano, ma è in questa ottica che ho espresso le mie opinioni, per cui è necessario tenerne conto al fine di evitare incomprensioni.


Purtroppo non c'è in Tex un punto di svolta chiaramente riconoscibile ed accettabile da tutti quale è stato indubbiamente per Zagor "L'esploratore scomparso". Premesso che si possa parlare di nuovo corso e sotto molti punti di vista si può, io ritengo che cominci non dal n. 600, ma due anni prima, con "Buffalo Soldiers". A mio parere è da quella storia che Boselli assume effettivamente il ruolo di scrittore principale della serie e Nizzi è stato ?degradato? ad autore di supporto. Da allora in avanti (complice anche il fatto che praticamente Nizzi aveva smesso di scrivere proprio agli inizi del 2008), non ci saranno più di due storie all'anno firmate da lui (quest?anno nessuna e l'anno prossimo una sola, l'ultima). Forse un vero nuovo corso texiano lo cominceremo a vedere tra un anno o due , quando usciranno le prime storie direttamente approvate e supervisionate da Boselli . Solo allora potremo capire se c'è una linea editoriale comune a tutte le storie indipendentemente da chi le scrive. Io sono comunque contento che ci sia chi non solo approva i soggetti, ma anche chi legge e supervisiona le sceneggiature (cosa che Sergio non faceva e che sarebbe servita ad evitare certe figure barbine di certe storie).

2) Carlo Monni ha parlato di "progressisti" e "conservatori" evidenziando il fatto che ciascuno di noi è al contempo un p? progressista e un p? conservatore. E' una considerazione che condivido pienamente e nella quale mi ci riconosco.


Non potrebbe essere altrimenti: coloro che vogliono solo conservare lo status quo e coloro che vorrebbero invece cambiare tutto non possono che essere una minoranza. In qualunque serial, specie se di lunga data, ci sono sempre e comunque cose che val la pena di mantenere come sono ed altre che possono o addirittura devono essere cambiate.
Per tendenza personale io bado più al mantenimento (ed in certi casi al recupero) degli elementi strutturali, di quello che ho battezzato il nocciolo duro, di una serie, ovvero di quegli elementi che fanno di un personaggio proprio quel personaggio. Si tratta di elementi non facili da definire, ma che di solito il lettore sente istintivamente, percependo quando l'autore li tradisce (e 5000 lettere di protesta perchè Tex se ne sta a poltrire sulla riva del fiume facendosi sorprendere come un fesso dai fuorilegge potrebbero esserne un segno). Tutto il resto, come direbbero i marxisti, è sovrastruttura e ci metto anche lo stile di scrittura. L'aderenza di uno sceneggiatore al canone texiano non si misura, a mio parere, dal numero di didascalie o se gli stacchi temporali sono introdotti da ?Intanto? o ?Il giorno dopo', ma dal rispetto del carattere, delle motivazioni e delle azioni dei personaggi.

Infatti, io non ho nessuna preclusione alle novità narrative su Tex.

Per fare qualche esempio: a) considero Oklahoma di Berardi una delle storie più belle in assoluto della saga e quando usc? me ne innamorai subito. Eppure all'epoca fu considerata da molti (anche dagli addetti ai lavori) poco rispettosa della texianit? canonica;


E devo dire che non ho mai capito perchè. Si tratta proprio di uno di quei casi in cui si è scambiata la forma con la sostanza. Il Tex ed il Carson di Berardi erano esattamente quelli che dovevano essere e tanto mi bastava all'epoca e mi basta oggi. ::evvai::

B) non mi dispiacerebbe affatto vedere più interazioni con le donne sulla serie e vedere queste relazioni evolversi. Una Alison (Il Presagio) con tanto di prole al fianco che si riavvicina a Tex nel futuro.


Uhm? premesso che nemmeno io sarei contrario a priori, c'è da dire che bisogna essere molto cauti se si parla di relazioni amorose per Tex . Credo che uno dei punti fermi della serie sia proprio che con Tex non si può andare oltre le allusioni molto velate. :malediz...

O il ritorno di fiamma tra Kit e Lena.


Ma anche tra Kit (il giovane) e Donna. :lol2:
Peraltro, come ho già detto altre volte, se sulle relazioni amorose di Tex sarei molto più che cauto, no vedo motivi per non rivelare la verità sulla paternit? di Donna. _ahsisi

c) Non mi dispiace affatto che i comprimari vengano caratterizzati con più attenzione, purch? questo non venga fatto a detrimento di Tex e dei pards.


Qui è questione di gusti: per me Boselli non l'ha mai fatto, per altri si e se ne potrebbe discutere all'infinito.

d) Apprezzo moltissimo quando si sottolinea l'epicit? di certe situazioni o di certi incontri, ma non quando questo sconfina nell'eccessiva retorica, condita da dialoghi stucchevoli.


Anche qui è questione di gusti, ciò che è retorico o stucchevole per te potrebbe non esserlo per me e viceversa.

Insomma,  non mi ritengo affatto chiuso alle novità, anzi sono aperto.


Il che è sempre un fatto positivo di per se, secondo me.

Ed ora veniamo al punto. Quale Tex vogliamo per il futuro? Ovviamente ognuno avrà la sua ricetta. Ma il Tex di oggi vive o sopravvive? Io ho detto che non sono molto  contento del nuovo corso texiano, ma non ho risposto ancora alla domanda del post. Ci provo ora.

Ad oggi abbiamo una serie di autori che lavorano su Tex.
Faraci era molto atteso, già da qualche anno se ne invocava l'arrivo. Finora non mi ha entusiasmato. Non discuto le sue qualità, ma ho l'impressione che finora abbia lavorato con il freno a mano tirato. Il perchè non saprei spiegarmelo, è come detto solo una mia impressione, alla quale segue una domanda; si sbloccher? prima o poi? Speriamo, ma comincia a non crederci più tanto. E questa è la mia prima nota dolente.


Io credo che tu abbia centrato il punto. Io credo che Faraci abbia la capacità di scrivere ottime storie e a dire il vero , su sei storie finora pubblicate (per un giudizio su quella in edicola aspetto di aver letto il secondo albo ) ne promuovo a pieni voti quattro e sono più severo con due, che comunque considero oltre la sufficienza. Gli manca il colpo gobbo, non necessariamente un capolavoro, ma la storia da ricordare. A mio parere deve osare di più, abbandonare le inibizioni che forse ha avuto finora. Spero che una maggiore interazione con Boselli possa servire allo scopo. Ho la sensazione che se gli si d' una direzione, il buon Tito sappia tirar fuori il meglio delle sue capacità.

Ruju è un autore su cui non facevo troppo affidamento per via dei suoi trascorsi su Dylan Dog, ma considerate le premesse da cui partiva, l'ho trovato apprezzabile, pur senza avermi conquistato con dei capolavori è stato dignitoso.


Ruju è stato una sorpresa anche per me. Se le sue prime prove mi avevano lasciato scettico, "La prova del fuoco" mi è piaciuta tantissimo ed anche le storie di quest?anno sono state decisamente buone.

Manfredi è il mio preferito, perchè oltre ad una certa originalità dei soggetti, mi ha dato l'impressione di saper mescolare molto bene caratteristiche narrative ed espositive diverse (ritmo, sequenze, dialoghi) che gli vengono dalle sue conoscenze cinematografiche, televisive e musicali. E qui sta la mia seconda nota dolente. Perchè questo autore non scrive di più per Tex?


Non è esatto, lo scrive poco... principalmente perchè è lui a volerlo.

Lo so che ci sono ragioni commerciali, organizzative, di ambizioni personali, ecc. che ne danno spiegazione, ma francamente a me spiace molto non vedere Manfredi.


Beh, almeno una storia la vedrai, credo tra un paio d'anni. Nel frattempo io confido che lui si decida a portare altri soggetti.

Boselli è IMHO un soggettista strepitoso, forse il migliore; un vero vulcano di idee. Come sceneggiatore ha delle caratteristiche che possono piacere o meno. Secondo me, quando riesce a contenere certe sue inclinazioni, in modo che risultino funzionali alla narrazione senza viziarla troppo, rasenta la perfezione. Ultimamente (intendo dal n. 601 in poi), sempre secondo me, non ci è riuscito molto e le sue ultime storie mi hanno deluso perchè avevo grandi aspettative su di esse e le ho sentite disattese. Io credo che questo dipenda da molti fattori che non è possibile indagare in questa sede. Ma il mio timore è che questo autore, che mi da l'impressione di essere super oberato da mille impegni,  abbia necessit? di ritrovare quella serenit? necessaria a far fronte alla scrittura con maggiore lucidit?, come sicuramente è capace di fare.  La famosa crisi di Nizzi nacque a  detta dello stesso da problemi e personali e lavorativi, che gli toglievano serenit?. Dopo averli superati però non riprese più a scrivere come prima.  Il mio timore, forse infondato maa tant'?,  è che a Boselli possa accadere qualcosa di simile alla crisi nizziana.


DA quel poco che so della genesi della crisi nizziana, è difficile che si ripeta allo stesso modo in Boselli: non è stato costretto ad abbandonare il suo personaggio per occuparsi di Tex e se avesse dei disegnatori con cui non si trovasse in sintonia, ora ha la possibilità di ?scaricarli? ad altri autori.
Mi sembra molto motivato.
Paradossalmente ho la sensazione che l'appannamento che vedi (ed io non vedo così tanto) sia dovuto al fatto che nelle sue ultime storie ha cercato di recuperare certi stilemi narrativi bonelliani forzando il suo stile. Parere personalissimo, forse dovrebbe tornare a scrivere le storie ?complicate? (termine suo, non mio) che scriveva agli esordi. :old:

In conclusione, secondo me il Tex di oggi vive certamente, , ma non come dovrebbe e potrebbe. In parte perchè deve fare i conti con un contesto socio-economico-culturale in profondo e velocissimo cambiamento, che sta incidendo non solo sui prodotti delle nostre attività come Tex, ma sopratutto sulle nostre vite. In parte, poi , IMHO, anche  perchè all'interno della Casa Editrice, così come tra gli autori, ci sono dei nodi da sciogliere, che ovviamente solo gli interessati possono affrontare.
A me, personalmente,  sta bene sia che prevalga una linea che propende per rimanere nell'alveo del conservatorismo rassicurante e in questo contesto affrontare le sfide che ci saranno da vincere, sia che si vada verso un progressismo più marcato e con questo spirito ottimistico affrontare il futuro editoriale e non solo. Quello che secondo me è necessario è che la scelta, qualunque essa sia, venga presa con grande decisione, e sia chiara per tutti. E poi, ai posteri ..... l'ardua sentenza.


E su questo siamo assolutamente d'accordo. _ahsisi

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Scusa Ted Hawkins ma non riesco a capire di cosa mi accusi. innanzitutto io quando ho scritto il precedente post non avevo nessuna intenzione di prenderti in giro ne di scrivere in malefede. Dopo aver letto le tue affermazioni mi sono chiesto perchè per te a parit? di situazione il nuovo corso di Zagor era un successo e per quello di Tex ci si debba chiedere se Tex vive o sopravvive. A questo punto leggo che mi accusi di averti messo in bocca parole non tue, dopodich? scrivi non uno ma ben due interventi in cui ripeti le stesse cose, che l'operazione di rinnovamento per Zagor è stato un successo etc. etc. L'unica cosa in più che aggiungi è che l'esempio delle percentuale è fuori luogo perchè applicato su numeri diversi. Scusami ma non ti seguo, con tutto il rispetto non puoi dire che Zagor che perde il 5% di lettori all'anno è un successo considerati i tempi e per Tex invece ci si debba interrogare se vive o sopravvive. E' ovvio che chi ha più lettori ne perde di più e per questo che esistono le misurazioni in percentuale. Questi sono fatti. Una perdita di 2000 lettori per Zagor equivale ad una di 10.000 per Tex... l'andamento è uguale. Io in questo forum rispetto tutti e non voglio prendere in giro nessuno ma se discutiamo di qualcosa in cui si possono applicare criteri oggettivi gradirei che lo facessimo altrimenti possiamo parlare da oggi fino alla fine dell'anno, io ed un altro gruppo di persone diciamo che Tex ha un buon successo, tu e un altro gruppo affermate che sopravvive. Chi ha ragione? Non so proprio come faremo a deciderlo. Finch? si parla di quanto ci piace oggi Tex rispetto a quello di GLB ognuno può dire la sua senza citare dati... è solo una questione di gusti, ma se cominciamo a parlare di successo o crisi allora i dati ci sono e non mi si può accusare di malafede se vengono usati in modo errato e questo lo dico con tutto il rispetto possibile senza voler prendere in giro nessuno, faccio solo presente che se si usano dei dati lo si deve fare in modo obiettivo.

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credo che Tex viva... per quanto valore vogliate dare a questa parola. Vive perchè l'albo è in edicola. Vive perchè ci sono ancora sceneggiatori e disegnatori a occuparsene, un editore a editarlo e lettori a leggerlo. Discorso molto più complesso se cominciamo a collegare il concetto di "vita" con quello di "gusto" o di "qualità". Nel senso che se sopravvive vuol dire che escono storie mediocri? Sono anni ormai che sento e leggo che Tex non è più quello di una volta. Grazie, quello di una volta NON potr? mai tornare. Morto Gbl è finita un'era. Ora vorrei soffermarmi su quanto detto da Ted, cioè l'esempio di Zagor e del nuovo corso zagoriano che nacque con la storia "L'Esploratore Scomparso" (di cui, tra l'altro, nel thread di Zagor mi occupai scrivendone una breve recensione-articolo). Con quell'albo epocale il grande Borden (poi coadiuvato da Burattini) non fece altro che ripescare i semi dell'era nolittiana innaffiandoli con la sua fantasia così da far rigermogliare i grandi fasti avventurosi di un fumetto che stava andando verso un declino certo. Ora dico: ma forse Tex sta andando verso questo declino? Le storie odierne sono davvero mediocri? Secondo il mio modesto parere Tex forse manca di questa gestazione del nuovo, di tentare nuove strade, che siano esse viaggi, nuove tematiche nella sceneggiatura, il riutilizzo di vecchi avversari e l'introduzione di una pur pacata continuity... forse queste soluzioni potrebbero portare a un innalzamento della qualità delle storie. Se molti lettori si sono allontanati da Tex cosa fare per farli ritornare e al contempo guadagnarne di nuovi? Queste sono, forse, secondo me le domande che si pongono l'editore e gli autori. Concludo che sono d'accordo anche con Carlo Monni quando dice di aspettare per vedere i frutti della nuova gestazione Boselli. E se Tex oggi vive perchè non farlo vivere nel modo migliore possibile? Il recupero dei vecchi lettori disaffezionati sarebbe, parer mio, un elemento che rinnoverebbe il concetto della vitalit? presunta o meno del nostro eroe preferito. Anche se, dato non da poco, indipendentemente dalle nostre elucubrazioni e dai ragionamenti personali, l'albo, nonostante il calo delle vendite e della crisi del fumetto in generale, vende e vende più che bene. Quindi voi come la pensate? Se Tex alcuni non lo comprano più è perchè si erano stufati di leggerlo, e quindi per loro oltre che sopravvivere era bello che morto. Forse Tex ha bisogno di un lancio pubblicitario, di qualcosa che lo rivitalizzi? Ma sono sicuro che non succeder?: stravolgimenti non ce ne saranno (tipo quello che invest? Mister No con le "Nuove Esplosive Avventure") però dopo più di sessant'anni di storie non voglio starci nei panni degli sceneggiatori!!

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IMHO non è possibile un parallelo tra i "corsi" - nuovi o vecchi - di Tex e di Zagor. Perchè a Zagor, come personaggio e come serie, è stata concessa una porzione di fantastico, a partire dalla geografia, molto più larga che a Tex. Non credo che Tex potrebbe spaziare tanto liberamente senza sacrificare molto della propria identit?.

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A me piacerebbe rivedere Tex in avventure lunghe almeno 3 albi, e continuo a non capire come mai non si realizzano da tempo sceneggiature che diano luogo ad avventure così lunghe. In passato abbiamo più di una volta visto soluzioni affrettate, conclusioni rapide, quasi tagliate per permettere alla storia di rimanere dentro i canonici 2 albi. Non sono un esperto nell'elucubrare un ipotesi su questo aspetto, e mi piacerebbe sentire il parere dei pards più esperti di me e il loro pensiero.

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A me piacerebbe rivedere Tex in avventure lunghe almeno 3 albi, e continuo a non capire come mai non si realizzano da tempo sceneggiature che diano luogo ad avventure così lunghe. In passato abbiamo più di una volta visto soluzioni affrettate, conclusioni rapide, quasi tagliate per permettere alla storia di rimanere dentro i canonici 2 albi. Non sono un esperto nell'elucubrare un ipotesi su questo aspetto, e mi piacerebbe sentire il parere dei pards più esperti di me e il loro pensiero.

Premetto che sono d'accordo con te, Pallino, visto che anch'io sono un affezionato lettore delle "saghe texiane" da 3-4 albi (minimo). Certo, magari non sempre, ma nemmeno in modo sporadico. Credo, per quel che posso intuire (anche sentendo certi "umori" dell'ambiente fumettistico negli ultimi anni), che la questione sia collegata anche al fatto che i disegnatori, pur essendo molteplici, hanno ritmi decisamente più lenti rispetto alla generazione dei Galep, Letteri, Nicol', Fusco, ecc. Inoltre, anche la mole delle storie da realizzare è aumentata con l'introduzione del Color Tex (può sembrare un dettaglio, essendo una pubblicazione annuale, ma la storia va comunque scritta e i disegni richiedono lo stesso tempo di realizzazione di un albo della serie regolare, cioè minimo un anno e mezzo). Invece, più semplicemente, può essere una scelta redazionale. Ripeto, questi sono semplici pareri personali. :)
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A me piacerebbe rivedere Tex in avventure lunghe almeno 3 albi, e continuo a non capire come mai non si realizzano da tempo sceneggiature che diano luogo ad avventure così lunghe. In passato abbiamo più di una volta visto soluzioni affrettate, conclusioni rapide, quasi tagliate per permettere alla storia di rimanere dentro i canonici 2 albi. Non sono un esperto nell'elucubrare un ipotesi su questo aspetto, e mi piacerebbe sentire il parere dei pards più esperti di me e il loro pensiero.

Beh non sono certo un esperto, ma da come ho letto da qualche altra parte dovrebbe essere un motivo del tutto editoriale, nel senso che con storie da 2 albi si riesce ad effettuare una migliore programmazione delle uscite in tempi medio-lunghi, e a non rimanere scoperti!Ciò non toglie che quello che dici tu è giustissimo, lo stesso Boselli ci ha regalato capolavori che si dipanavano su tre albi, e ammetto che anche a me manca questo tipo di soluzione. :snif:
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Pallino, non posso che essere d'accordo con te e l'ho detto in tutte le salse (per quanto possa contare il parere di una lettrice tra tanti). E non parlo solo di dare alla storia più spazio del limite dei due albi, ma eventualmente anche di dargliene di meno. Una storia deve essere contenuta nel giusto numero di pagine di cui necessita lo sceneggiatore, breve o lunga che sia :cowboy:

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E non parlo solo di dare alla storia più spazio del limite dei due albi, ma eventualmente anche di dargliene di meno. Una storia deve essere contenuta nel giusto numero di pagine di cui necessita lo sceneggiatore, breve o lunga che sia

Ecco ad esempio, e non per parlare del "solito" Espectro, ma in quel caso l'apparizione "fulminea" di tale soggetto con cui immaginavo già un retroscena più imponente, si è sbriciolata nel giro di poche pagine, facendo al contempo sparire l'interesse crescente che poteva dare alla storia..... insomma a quel punto la suddetta avventura avrebbe avuto più senso in una conlusione limitata agli avvenimenti precedenti, senza scomodare un apparizione ininfluente al racconto. Non sè come spiegare, ma mi ha tagliato la lettura come fosse una pausa all'interno di un altra storia. Magari in quel caso la storia avrebbe dovuto essere ancora più corta, tolta delle pagine di Espectro....
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Vorrei dire ancora qualche parola, se permettete.

Innanzitutto, ma cos'è questa faccenda che non si fanno più storie da tre albi? Sbaglio o tra aprile e giugno di quest?anno ne è giusto uscita una? Il 2011 non ne ha forse visto un'altra e così il 2010° E che dire de "I Trappers di Yellowstone" e "I sabotatori", due avventure lunghe più di due albi che avrebbero dovuto essere di tre se non si fosse deciso di accorciarle dopo essersi resi conto che i disegnatori prescelti (Piccinelli e Leomacs per chi non lo ricordasse) erano troppo lenti per dare la sicurezza di consegnare tre albi pieni in tempo utile? Tutto questo per tacere che Borden sta scrivendo una storia in tre albi per Dotti e ne sta progettando un'altra per Civitelli.
Insomma, a conti fatti, almeno una storia all'anno di 330 pagine l'abbiamo avuta negli ultimi 4 anni ed altre ne arriveranno.
Naturalmente vanno o programmate con sufficiente anticipo (badando di avere comunque a disposizione un numero sufficiente di storie da pubblicare nel frattempo) oppure affidate a disegnatori veloci e possibilmente di qualità (e volendo non mancano, qualche nome? Ticci, Civitelli, Font, Andreucci, Sejias, Dotti, tutta gente che tre albi te li consegna in due anni).
Meno catastrofismo please. :trapper:

Sul discorso lunghezza, mi ripeter?: la lunghezza predeterminata di una storia non l'ah inventata la SBE, anzi è sempre stata la regola e non ha mai intralciato nessuno. Prendiamo "La sconfitta", è stata evidentemente adattata perchè si concludesse a pag. 114 del n. 99, ma qualcuno ha davvero sentito che le mancasse qualcosa, che anche una sola pagina in più l'avrebbe arricchita? Non io: i tempi erano giusti e l'atmosfera perfetta.

Se il vostro lamento, poi, riguarda i finali affrettati, rassegnatevi, perchè sono un marchio di fabbrica di Boselli e Manfredi a prescindere dal numero di pagine a disposizione (e ciò nonostante, Boselli riesce comunque ad infilarci spesso la classica scena finale col banchetto o il brindisi o analogo).

Una blanda contnuity sullo stile di quella di Zagor la vorrei anch?io, lo dico sempre e mi piacerebbe rivedere più spesso su Tex un po' dio comprimari ricorrenti di contorno, tipo la ?gang? di Pleasant Point che appare spesso sempre su Zagor.

A proposito del quale dico a Cheyenne che a mio parere si può fare un paragone col nuovo corso zagoriano, perchè comunque anche Tex ha ampi spazi geografici con cui fare i conti tra Alaska e Sud America. La sua identit? non è stata certo compromessa quando è andato in Argentina, n° lo sarebbe se andasse nelle Antille o finisse, che so, sulle coste dell'Africa com?? accaduto a Zagor.
Gli spazi dell'avventura sono grandi anche su Tex e danno ampio margine agli sceneggiatori sia di recuperare elementi del passato sia di inserirne nuovi di zecca, esattamente com?? accaduto con Zagor, appunto.

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Insomma, a conti fatti, almeno una storia all'anno di 330 pagine l'abbiamo avuta negli ultimi 4 anni

Magari il senso era proprio questo,... non che non c'è ne fossero per niente, ma comunque un p? poco... :_sigh

Naturalmente vanno o programmate con sufficiente anticipo

Ok, ma scusa Carlo una volta c'è ne erano di p?, e come facevano vista la differenza notevole di mezzi rispetto ad oggià

Prendiamo "La sconfitta", è stata evidentemente adattata perchè si concludesse a pag. 114 del n. 99, ma qualcuno ha davvero sentito che le mancasse qualcosa, che anche una sola pagina in più l'avrebbe arricchita? Non io: i tempi erano giusti e l'atmosfera perfetta.

D'accordissimo su questo punto, l'eccezione conferma sempre la regola...:)

Se il vostro lamento, poi, riguarda i finali affrettati, rassegnatevi, perchè sono un marchio di fabbrica di Boselli e Manfredi a prescindere dal numero di pagine a disposizione

Esatto a lungo andare affrettare il finale f? venire a meno tutto l'interesse per la storia creatasi vignetta dopo vignetta.... mi pare come se la storia non fosse completa fino in fondo.....:(

Tex ha ampi spazi geografici con cui fare i conti tra Alaska e Sud America. La sua identit? non è stata certo compromessa quando è andato in Argentina, n° lo sarebbe se andasse nelle Antille o finisse, che so, sulle coste dell'Africa com?? accaduto a Zagor. Gli spazi dell'avventura sono grandi anche su Tex e danno ampio margine agli sceneggiatori sia di recuperare elementi del passato sia di inserirne nuovi di zecca, esattamente com?? accaduto con Zagor, appunto.

Speriamo valga come invito.... sarebbe una bella cosa vedere più spesso Tex avventurarsi in altri luoghi...:)
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Scusa Ted Hawkins ma non riesco a capire di cosa mi accusi. innanzitutto io quando ho scritto il precedente post non avevo nessuna intenzione di prenderti in giro ne di scrivere in malefede.
Dopo aver letto le tue affermazioni mi sono chiesto perchè per te a parit? di situazione il nuovo corso di Zagor era un successo e per quello di Tex ci si debba chiedere se Tex vive o sopravvive.
A questo punto leggo che mi accusi di averti messo in bocca parole non tue, dopodich? scrivi non uno ma ben due interventi in cui ripeti le stesse cose, che l'operazione di rinnovamento per Zagor è stato un successo etc. etc.
L'unica cosa in più che aggiungi è che l'esempio delle percentuale è fuori luogo perchè applicato su numeri diversi.
Scusami ma non ti seguo, con tutto il rispetto non puoi dire che Zagor che perde il 5% di lettori all'anno è un successo considerati i tempi e per Tex invece ci si debba interrogare se vive o sopravvive. E' ovvio che chi ha più lettori ne perde di più e per questo che esistono le misurazioni in percentuale. Questi sono fatti.
Una perdita di 2000 lettori per Zagor equivale ad una di 10.000 per Tex... l'andamento è uguale.
Io in questo forum rispetto tutti e non voglio prendere in giro nessuno ma se discutiamo di qualcosa in cui si possono applicare criteri oggettivi gradirei che lo facessimo altrimenti possiamo parlare da oggi fino alla fine dell'anno, io ed un altro gruppo di persone diciamo che Tex ha un buon successo, tu e un altro gruppo affermate che sopravvive. Chi ha ragione? Non so proprio come faremo a deciderlo.
Finch? si parla di quanto ci piace oggi Tex rispetto a quello di GLB ognuno può dire la sua senza citare dati... è solo una questione di gusti, ma se cominciamo a parlare di successo o crisi allora i dati ci sono e non mi si può accusare di malafede se vengono usati in modo errato e questo lo dico con tutto il rispetto possibile senza voler prendere in giro nessuno, faccio solo presente che se si usano dei dati lo si deve fare in modo obiettivo.

Ma perchè tu ed io non riusciamo ad intenderci.

Io non ti accuso; mi sono lamentato del fatto per cui, avendo scritto delle cose precise (giuste o sbagliate lo lascio giudicare agli altri), mi sono sentito tradito da una interpretazione che portava a dare un senso diverso, quasi opposto, a quello che volevo dire. Ti faccio un esempio. Se io ho risposto alla domanda iniziale di questo post (Tex vive o sopravvive) con questa frase testuale: "... Tex certamente vive...", non mi ritengo giusto che tu mi associ a coloro che dicono che Tex sopravvive o peggio ancora, come nell'altro tuo post, che tu concluda dal mio ragionamento che secondo me il nuovo corso di Tex sarebbe un fallimento, perchè questo è sovvertire il mio pensiero. Altro esempio. Non è vero che nei miei ultimi due post ho scritto le stesse cose, perchè in uno ho provato a spiegare meglio quello che mi pareva fosse stato franinteso, soffermandomi sul caso Zagor, mentre nel secondo ho parlato di Tex, dei suoi autori e di quelle che sono le mie preoccupazioni. Per cui mi pare legittimo, da parte mia, chiedere di non stravolgere le mie parole o le mie considerazioni.
Prendo atto che non c'è malafede da parte tua e me ne rallegro. Credo, a questo punto, che le ns incomprensioni nascano da un diverso significato attribuito a questo topic.
Da quello che ho letto dei tuoi post, mi pare che tu dia molta importanza al fattore vendite ed ai dati. Ve beninissimo, è giusto. Se questo è il senso di questo topic o meglio l'unico a cui attenersi, ovvero stabilire se Tex vive o sopravvive in base al numero di albi venduti e in base alle perdite o agli acquisti di lettori in percentuale, tutto quello che dici mi va benissimo. Io da parte mia non ho quasi nulla da aggiungere, perchè non dispongo di dati se non di quelli che ho appreso su questo forum. Anzi, non sapevo nemmeno che Zagor perdesse il 5% di lettori; l'ho appreso da te.
Io mi sono inserito in questa discussione per esprimere delle opinioni, e come tali, non suffragate da fatti o da dati, ma espresse sulla base delle mie sensazioni, delle mie sensibilit? e delle mie esperienze.
Anche il raffronto tra il nuovo corso zagoriano e quello di Tex, non ho inteso farlo in termini di fatturato, di vendite, di lettori. L'ho analizzato da un punto di vista molto più metafisico, (se così posso dire), cioè valutando le diverse situazioni contingenti nelle quali i due rinnovamenti hanno visto la luce (o la vedranno, perchè a questo punto direi che ha ragione Carlo Monni quando dice che forse il nuovo corso texiano dobbiamo ancora vederlo nascere).
Io, infine, mi sono lamentato del fatto che non sono contento degli ultimi due anni di Tex, ed ho espresso le mie motivazioni e le mie valutazioni in merito, riferendole ad autore per autore. Infine ho espresso alcuni miei timori per il futuro di Tex. Tutto qu?. Ora che Carlo Monni ha avuto la gentilezza di apprezzare la mia disamina, integrandola con le sue considerazioni, tranquillizzandomi su alcuni miei timori e fornendomi nuove informazioni in merito agli argomenti di cui trattiamo, sono un p? più sereno ed aspetter? di vedere cosa ci porter? il futuro. L'analisi dei dati e dei fatti la lascio a chi li conosce più approfonditamente come mi sembra il tuo caso, e se vorrai farmene partecipe, prover? a dire la mia in merito. Per il resto confermo la mia opinione per cui Tex certamente vive, ma non come potrebbe o dovrebbe, perchè secondo me ci sono potenzialità da sbloccare e altre da sviluppare. Speriamo che succeda presto.
Ciao, stammi bene.

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Insomma, a conti fatti, almeno una storia all'anno di 330 pagine l'abbiamo avuta negli ultimi 4 anni

Magari il senso era proprio questo,... non che non c'è ne fossero per niente, ma comunque un p? poco... :_sigh
Scusa, ma chi ti dice che in passato ce ne fossero così tante? Permettimi una disamina dal 401 in avanti (che tiene conto anche del fatto che all'epoca c'erano anche storie ?spezzate che magari danno un'illusione di lunghezza che non c'è). Per comodit?, terr? conto solo delle storie che, a prescindere dal numero di albi in cui sono spalmate, hanno una lunghezza di 330 pagine o superiore.


1994: "Il passato di Carson".

1995: nessuna

1996: "La strage di Red Hill".

1997: "Gli invincibili.

1998: nessuna.

1999: "Sulla pista di Fort Apache", "I sette assassini", "Golden Pass".

2000: "Il presagio", "Le coline dei Sioux"

2001: "I cavalieri del Wyoming?, "Congiura contro Custer".

2002: "La maschera dell'orrore", "La grande invasione", "Mefisto?

2003: "Il mercante francese", "Il lungo viaggio".

2004: "I Lupi Rossi".

2005: "Athabaska Lake"

2006: nessuna.

2007: nessuna.

2008: "Omicidio in Bourbon Street".

2009: nessuna.

2010: "La mano de Morto".

2011: "Caccia infernale"

2012: "Gli schiavisti.".

Non ci vuole un genio della matematica per vedere che non sono poi così tante.

Naturalmente vanno o programmate con sufficiente anticipo

Ok, ma scusa Carlo una volta c'è ne erano di p?, e come facevano vista la differenza notevole di mezzi rispetto ad oggià
Semplicemente i disegnatori dell'epoca erano molto più veloci. Da soli Galep, Letteri, Nicol' e Fusco messi assieme erano in grado di assicurare all'editore un numero complessivo di pagine mensili per le quali oggi ci vogliono almeno 12 disegnatori . Quindi, se una volta per fare 330 pagine ci voleva circa un anno oggi ce ne vogliono 3 o più. Impegnare troppi disegnatori contemporaneamente su storie da tre albi fa correre il rischio di trovarsi con l'acqua alla gola per il fabbisogno necessario di storie.

La Programmazione diventa necessaria perchè se affidi a Venturi una storia di tre albi, sai che lo tieni impegnato per quasi 4 anni. Bisogna esser sicuri che nel frattempo non si rimanga indietro di una storia o due con gli altri disegnatori.

Prendiamo "La sconfitta", è stata evidentemente adattata perchè si concludesse a pag. 114 del n. 99, ma qualcuno ha davvero sentito che le mancasse qualcosa, che anche una sola pagina in più l'avrebbe arricchita? Non io: i tempi erano giusti e l'atmosfera perfetta.

D'accordissimo su questo punto, l'eccezione conferma sempre la regola...:)
Nel senso opposto allora troviamo "Athabaska Lake"


Se il vostro lamento, poi, riguarda i finali affrettati, rassegnatevi, perchè sono un marchio di fabbrica di Boselli e Manfredi a prescindere dal numero di pagine a disposizione

Esatto a lungo andare affrettare il finale f? venire a meno tutto l'interesse per la storia creatasi vignetta dopo vignetta.... mi pare come se la storia non fosse completa fino in fondo.....:(
Opinione personale? a me non danno affatto fastidio e comunque, più che di finali affrettati, mi correggo, parlerei più correttamente di finali frenetici e veloci, che di eors e non sono affato un male. Sia Boselli che Manfredi riescono benissimo ad annodare tutti i fili nel poco spazio che si sono concessi per farlo e non ho mai trovato incomplete le storie per quello.


Tex ha ampi spazi geografici con cui fare i conti tra Alaska e Sud America. La sua identit? non è stata certo compromessa quando è andato in Argentina, n° lo sarebbe se andasse nelle Antille o finisse, che so, sulle coste dell'Africa com?? accaduto a Zagor.
Gli spazi dell'avventura sono grandi anche su Tex e danno ampio margine agli sceneggiatori sia di recuperare elementi del passato sia di inserirne nuovi di zecca, esattamente com?? accaduto con Zagor, appunto.

Speriamo valga come invito.... sarebbe una bella cosa vedere più spesso Tex avventurarsi in altri luoghi...:)
Non tutti sarebbero d'accordo con te, io si.
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Scusa, ma chi ti dice che in passato ce ne fossero così tante?

Io in verità mi riferivo a storie ben più in l'.... tipo "L'aquila e la folgore" se ben ricordo qualcosa come quasi 4 albi....,? vero non c'è ne sono state molte, ma adesso un p? di nostalguia per una storia ben più lunga del solito si fa sentire.... sisi Per il resto sei stato ampliamente chiaro nello spiegarmi i miei dubbi e perplessit?...;)
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secondo me non è un problema di lunghezza di storie... e poi, oggi, un disegnatore che disegnasse più di trecento tavole la vedo dura... pensateci, Repetto ha disegnato il maxi ed è una storia di trecento pagine mi sembra... e da quanto so Repetto è un disegnatore prolifico. Quanti sono i disegnatori prolifici in Tex? E' un fatto di cambio generazionale e di disegnatori che giustamente vogliono sfornare tavole di qualità... e quindi lavorano a ritmi più attenti. Sul fatto delle trasferte... beh bisognerebbe provare. Mi sembra che siano sempre uscite grandi avventure quando Tex si muoveva al di fuori del suo solito spazio (penso alla famosa trasferta sudamericana nei numeri 250 251 252) o il texone Patagonia... insomma... ma molti lettori amano solo le praterie e le vacche. Ripeto... poveri sceneggiatori e mi spiego: tutte le serie e i prodotti seriali di lunga data sono soggetti a profondi cambiamenti strutturali, a delle piccole rivoluzioni sia grafiche che nelle storie per non parlare della psicologia del personaggio. In Tex tutto questo non è possibile n° ammissibile. Tex è più o meno sempre lo stesso degli ultimi quarant'anni (per non spingermi ancora più indietro, anche se i primi dieci anni di Tex sono quelli più ricchi di sperimentazioni, se vogliamo chiamarle così, fatte dal grande Bonelli, e mi riferisco al periodo "banditesco", al matrimonio con Lilith, alla nascita di Kit, alle storie con Pat e la Pinkerton eccetera... insomma Tex aveva più spazio per osare) e non cambia. Si tratta di un notevole scoglio per gli autori.

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Cambiare senza stravolgere, si capisce... non dico stravolgere il personaggio... però è difficile trovare nuove situazioni per gli autori di oggi a dispetto di Gianluigi Bonelli... ma sono cose che si sanno. Alla fine Tex uscir? sempre. Ricordo che Bonelli chiudendo la serie di Mister No (una serie a cui era molto legato, lo sappiamo) non addit? il problema solo alle scarse vendite. Tutto sommato Mister No poteva ancora uscire anche se era una serie in "perdita". Il problema, rivelava Bonelli, era ormai la stanchezza delle storie e la motivazione degli autori... ormai Mister No aveva dato (anche se, modesto parere, nell'ultimo ciclo di storie scritte dallo stesso Bonelli con il suo pseudonima di Nolitta, ci mostra un fumetto ricco ancora di cose da dire, peccato non aver proseguito). La mia paura è questa e non so voi che ne pensate... ma non è che potrebbe accadere lo stesso anche con Tex, visto i pur giusti vieti a qualsiasi cambiamento?

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Cambiare senza stravolgere, si capisce... non dico stravolgere il personaggio... però è difficile trovare nuove situazioni per gli autori di oggi a dispetto di Gianluigi Bonelli... ma sono cose che si sanno. Alla fine Tex uscir? sempre. Ricordo che Bonelli chiudendo la serie di Mister No (una serie a cui era molto legato, lo sappiamo) non addit? il problema solo alle scarse vendite. Tutto sommato Mister No poteva ancora uscire anche se era una serie in "perdita". Il problema, rivelava Bonelli, era ormai la stanchezza delle storie e la motivazione degli autori... ormai Mister No aveva dato (anche se, modesto parere, nell'ultimo ciclo di storie scritte dallo stesso Bonelli con il suo pseudonima di Nolitta, ci mostra un fumetto ricco ancora di cose da dire, peccato non aver proseguito). La mia paura è questa e non so voi che ne pensate... ma non è che potrebbe accadere lo stesso anche con Tex, visto i pur giusti vieti a qualsiasi cambiamento?

E' proprio quello che avevo sottolineato in un altro mio intervento, cioè il timore che ci potessero essere analogie con Mister No, anche se non necessariamente lo stesso epilogo. Monni ha in parte fugato alcuni dei miei dubbi rassicurandomi circa le intenzioni del curatore della serie; ragion per cui attender? di vedere cosa succeder? in futuro. Quanto a Mister No sfondi una porta aperta: davvero Nolitta con la sua ultima storia ha dimostrato che il personaggio di cose da dire ne avrebbe avute ancora tantissimi e di contenuti profondi; ma i suoi autori non sono riusciti o non hanno voluto tirarle fuori. Cosè è andata come sappiamo.
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2, 3, 4 albi, storie di 300 pagine, ambientazioni diverse ed altro ancora, ne ho sentite tante in questi giorni e forse ne sentir? ancora di più nei prossimi ma continuo a vedere sempre i soliti nickname che si prodigano a trovare il sistema di trascinare avanti il discorso stancatamente, magari inventandosi una rilettura del discorso precedente. Quello che è essenziale nel discorso Tex vive o sopravvive? non è capire dove vanno gli sceneggiatori e i disegnatori, che poveracci hanno già un gran da fare per cercare di trovare sempre nuove idee e soluzioni per mandare avanti la testata, ma dove va Tex o almeno dove va il personaggio che io conosco come Tex, perchè non riesco a vederlo dirigere da nessuna parte. Cosa uscir? l'anno prossimo o tra due anni non mi interessa o almeno non è essenziale al nostro discorso che ribadisco e una amichevole chiacchierata tra persone con una passione comune ma che hanno ottiche diverse di vedere il presente e forse anche il futuro, quello che ci lega ?, per la maggior parte, il passato. Quello che estrapolo da questa discussione povera di partecipazione è solo il desiderio di provare nuove strade o continuare a sperimentare cose nuove in base ai propri gusti personali ed alle esigenze commerciali che di per se lasciano il tempo che trovano. Per me la passione è aprire l'albo e leggerlo catturato dalla sagacia di Tex, dai lamenti di Carson, dai silenzi di Tiger e dalle battutine di Kit, dalla magia dei canyon e delle mesas, dai duelli e dalla cariche della cavalleria, dagli indiani e dai cowboys e da tante altre piccole magie che mi imprigionano fino alla fine dell'albo. Non riesco a ritrovare questa stessa magia o almeno una parvenza di questa in molte delle storie degli anni passati, ma non per questo dico che il mio modo di vedere è l'unico attendibile e quindi è l'unico giusto, per questo non mi sento di dire che la direzione di Tex dovrebbe essere un ritorno al passato, chiaramente sarei crocifisso istantaneamente dai soliti che non vogliono un ritorno alle origini. I numeri sono numeri ma proprio per questo sono una sicurezza, non si può alterare un risultato bensì lo si può interpretare in vari modi con le parole, ma la curva discendente di Tex è impietosa, si sono fatti molteplici tentativi di frenare questa discesa ma i numeri lo evidenziano senza dare colpe a nessuno ma siamo poi noi che sempre adattando i risultati alle nostre impressioni ne diamo una interpretazione personale. Nizzi, Boselli, Manfredi e gli altri, a modo loro grandi soggettisti, hanno avuto la sfortuna di mettersi a confronto con un prodotto ideato da un genio, perchè qualsiasi cosa se ne dica GLB era a modo suo un genio, che nella sua creativa follia ha saputo dare alle masse un prodotto ritagliato per loro, un prodotto talmente ben riuscito che ha saputo affrontare e cavalcare sull'onda del successo i decenni a venire perchè riusciva a trasmettere al suo popolo i valori su cui era improntato: onest?, amicizia, tolleranza, senso della giustizia e senso del dovere, cose che al giorno d'oggi sono perlopiù disconosciute. Non cerchiamo più in Tex un fratello maggiore, un simulacro di libertà, un ideale da scoprire e perseguire, ma bensì il famoso montaggio analogico fantozziano analizzando sceneggiature e disegni come se fosse una fredda indagine di mercato. Tex non è solo un disegno, dietro di lui ci sono ideali, passioni, ricordi e tanto altro, per cui cambiarlo e semplicemente annullare questo, ed è questo che sento oggi, la mancanza di quelle cose. Sarà pure giusto dare un prodotto commerciale che risponda alle masse, ma rimarr? sempre un risultato freddo senza passione, quella passione che muoveva i suoi creatori agli albori e gli faceva fare piccoli miracoli oggi non c'è più, perchè le idee possono essere tante ma senza riuscire a trasmettere qualcosa rimangono solo idee. Sono stato tacciato di essere legato al passato e non vedere il bello del nuovo ma mi sono accorto che questo non corrisponde a verità, è vero che mi manca il vecchio Tex ma è più vero che mi manca quello che mi trasmetteva ogni volta che aprivo un albo, oggi non riesco a sentire niente quando lo leggo e a malapena ricordo le storie dei mesi passati, perchè non mi lasciano niente dentro. Le disamine le lascio a voi perchè io non sono così profondo ma ho avuto modo di approfondire grazie a voi a cosa era dovuto il mio malessere e di comprendere cosa la dura legge del commercio mi aveva tolto, e non ne sono contento. Grazie Gian.

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Cambiare senza stravolgere, si capisce... non dico stravolgere il personaggio... però è difficile trovare nuove situazioni per gli autori di oggi a dispetto di Gianluigi Bonelli... ma sono cose che si sanno.

Alla fine Tex uscir? sempre. Ricordo che Bonelli chiudendo la serie di Mister No (una serie a cui era molto legato, lo sappiamo) non addit? il problema solo alle scarse vendite. Tutto sommato Mister No poteva ancora uscire anche se era una serie in "perdita". Il problema, rivelava Bonelli, era ormai la stanchezza delle storie e la motivazione degli autori... ormai Mister No aveva dato (anche se, modesto parere, nell'ultimo ciclo di storie scritte dallo stesso Bonelli con il suo pseudonima di Nolitta, ci mostra un fumetto ricco ancora di cose da dire, peccato non aver proseguito). La mia paura è questa e non so voi che ne pensate... ma non è che potrebbe accadere lo stesso anche con Tex, visto i pur giusti vieti a qualsiasi cambiamento?

E' proprio quello che avevo sottolineato in un altro mio intervento, cioè il timore che ci potessero essere analogie con Mister No, anche se non necessariamente lo stesso epilogo. Monni ha in parte fugato alcuni dei miei dubbi rassicurandomi circa le intenzioni del curatore della serie; ragion per cui attender? di vedere cosa succeder? in futuro.


Uh? sono diventato il portavoce di Boselli adesso? :deserto _ahsisi :lol2:
Bisogna che stia davvero a quel che scrivo se la gente mi prende così sul serio. _ahsisi

Quanto a Mister No sfondi una porta aperta: davvero Nolitta con la sua ultima storia ha dimostrato che il personaggio di cose da dire ne avrebbe avute ancora tantissimi e di contenuti profondi; ma i suoi autori non sono riusciti o non hanno voluto tirarle fuori. Cosè è andata come sappiamo.

Forse sarà tacciato di radicalismo estremo, ma su Mister No mi era piaciuta la svolta coraggiosa effettuata con "Vento rosso", un esperimento coraggioso che avrebbe meritato maggior fortuna. Io personalmente ho apprezzato sia le avventure on the road sia le successive avventure a New York.

Pu? darsi che sia mancata, almeno per i gusti di parte dei lettori, la capacità di narrare storie sufficientemente coinvolgenti o che sia stata ?colpa? di un editore troppo restio ai rinnovamenti.
Sta di fatto che dal ritorno in Amazzonia in avanti le avventure diventano sempre meno interessanti e coinvolgenti.
Colpa dell'esaurimento del filone amazzonico, o dell'incapacità degli sceneggiatori di narrare storie interessanti? Forse entrambe le cose. Forse, in questo caso, la ben nota lealt? di Sergio Bonelli verso i suoi collaboratori è andata a detrimento della serie, impedendogli di cambiare lo staff (mi riferisco, ovviamente agli sceneggiatori) prima che fosse troppo tardi.
Una cosa è certa ed è che i 16 numeri finali di Nolitta dimostrano che un autore innamorato del personaggio di cose da raccontare ne avrebbe avute eccome.
Mi raccontavano che nel periodo del ritorno di Nolitta le vendite ebbero un deciso balzo in avanti (sentii parlare addirittura del 30%). Purtroppo , diceva uno sconsolato Sergio in persona, non abbastanza da garantirgli la sopravvivenza. Certo, se il famigerato livello di guardia fosse stato superato, perchè la serie continuasse comunque ci sarebbe voluto che restasse lui a scrivere la serie, ma sono convinto che se le vendite avessero superato il fatidico livello di guardia lui il sacrificio l'avrebbe fatto volentieri.
In un'intervista rilasciata non ricordo quando ed a chi, Boselli rivel' che gli fu offerta l'opportunità di scegliere se tentare di rivitalizzare Mister no o Zagor. Scelse Zagor e tutti sappiamo com?? andata. Gli zagoriani elevano peana di Gloria per la sua scelta.

Sulla serialit? voglio citare quanto dice Gianfranco Manfredi a proposito della serialit? in genere in un saggio intitolato: ?Il fumetto e la narrativa seriale? edito in ?Scrittori e scritture nella letteratura disegnata?, ed. Fondazione Mondadori:

?Nel Seriale di Personaggio ci si affeziona anzitutto alle caratteristiche fondamentali dell'eroe e solo in seconda istanza ad un certo modo espressivo tipico di quel certo autore o di quel genere di racconto. In ogni caso, una serie non può, nemmeno volendo, ricominciare da zero. L'origine va sempre rispettata, e la complessa stratificazione che nel tempo è cresciuta attorno al nucleo iniziale non è una buccia che si possa tagliare via. Ogni modifica deve venire valutata molto attentamente, perchè non sia avvertita dal pubblico degli appassionati come un tradimento.
D'altra parte il seriale, ogni seriale, anche quello di Personaggio, è una forma di narrativa in costante evoluzione. Perchè un seriale resti vivo, deve continuare ad appassionare al di l' dell'abitudine, deve saper sorprendere in modo che l'abitudine non si muti in noia, e deve inoltre saper attrarre nuovi lettori e mostrarsi sempre all'altezza dei tempi. Dunque non può assolutamente limitarsi alla ripetizione meccanica di uno stereotipo. Il suo passato glorioso non deve rappresentare un altare cui sacrificare vergini e bambini (cioè il nuovo). Il fatto stesso che la serialit? si fondi su una storia scandita per episodi successivi, una storia che non finisce mai o della quale comunque non si può prevedere la fine, chiarisce come la sua vera natura sia evolutiva. Oggi molti tendono a pensare la serialit? come eterna riproposizione di un modello che funziona di per sè, alla cieca, puro motore immobile nel cambiamento vorticoso delle cose, e unico saldo appiglio cui afferrarsi proprio perchè fondata sul già conosciuto. In poche parole una minestra riscaldata. La serialit? è invece un modello in progress, si fonda su una tradizione, ma la sviluppa adattandola e reinventandola costantemente ai mezzi, ai modi espressivi e produttivi e ai tempi.
In conclusione. Il fumetto seriale risolve (secondo molteplici modalit?) il problema della contrapposizione tra testo scritto e immagini, ma ne apre un altro: come regolare i due opposti elementi che lo costituiscono cioè la permanenza e lo sviluppo, sempre alla ricerca di un equilibrio. Il senso profondo e insieme il difficile compito della serialit? è cambiare riproducendosi e riprodursi cambiando.?

Non faccio alcuna fatica a dire che condivido praticamente ogni parola di Manfredi, specie dove dice che il passato non deve essere un altare su cui sacrificare il nuovo.
Il che non vuol dire rinnegare il passato, come sostiene a torto qualcuno ma evolversi nel rispetto di quel passato. Il compito di un curatore di una serie come Tex ?, in sintesi, proprio quello di trovare l'equilibrio tra il giusto e necessario grado di innovazione e rispetto della tradizione, con la consapevolezza che da un lato bisogna avere, se mi passate l'espressione, il coraggio di osare e dall'altro tracciare il limite sono cui ci si può permettere di farlo, accettando il fatto che inevitabilmente qualsiasi scelta si faccia si accontenter? qualcuno e si scontenter? qualcun altro, sperando che alla fine il bilancio sia in attivo.

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2, 3, 4 albi, storie di 300 pagine, ambientazioni diverse ed altro ancora, ne ho sentite tante in questi giorni e forse ne sentir? ancora di più nei prossimi ma continuo a vedere sempre i soliti nickname che si prodigano a trovare il sistema di trascinare avanti il discorso stancatamente, magari inventandosi una rilettura del discorso precedente. Quello che è essenziale nel discorso Tex vive o sopravvive? non è capire dove vanno gli sceneggiatori e i disegnatori, che poveracci hanno già un gran da fare per cercare di trovare sempre nuove idee e soluzioni per mandare avanti la testata, ma dove va Tex o almeno dove va il personaggio che io conosco come Tex, perchè non riesco a vederlo dirigere da nessuna parte. Cosa uscir? l'anno prossimo o tra due anni non mi interessa o almeno non è essenziale al nostro discorso che ribadisco e una amichevole chiacchierata tra persone con una passione comune ma che hanno ottiche diverse di vedere il presente e forse anche il futuro, quello che ci lega ?, per la maggior parte, il passato. Quello che estrapolo da questa discussione povera di partecipazione è solo il desiderio di provare nuove strade o continuare a sperimentare cose nuove in base ai propri gusti personali ed alle esigenze commerciali che di per se lasciano il tempo che trovano. Per me la passione è aprire l'albo e leggerlo catturato dalla sagacia di Tex, dai lamenti di Carson, dai silenzi di Tiger e dalle battutine di Kit, dalla magia dei canyon e delle mesas, dai duelli e dalla cariche della cavalleria, dagli indiani e dai cowboys e da tante altre piccole magie che mi imprigionano fino alla fine dell'albo. Non riesco a ritrovare questa stessa magia o almeno una parvenza di questa in molte delle storie degli anni passati, ma non per questo dico che il mio modo di vedere è l'unico attendibile e quindi è l'unico giusto, per questo non mi sento di dire che la direzione di Tex dovrebbe essere un ritorno al passato, chiaramente sarei crocifisso istantaneamente dai soliti che non vogliono un ritorno alle origini. I numeri sono numeri ma proprio per questo sono una sicurezza, non si può alterare un risultato bensì lo si può interpretare in vari modi con le parole, ma la curva discendente di Tex è impietosa, si sono fatti molteplici tentativi di frenare questa discesa ma i numeri lo evidenziano senza dare colpe a nessuno ma siamo poi noi che sempre adattando i risultati alle nostre impressioni ne diamo una interpretazione personale. Nizzi, Boselli, Manfredi e gli altri, a modo loro grandi soggettisti, hanno avuto la sfortuna di mettersi a confronto con un prodotto ideato da un genio, perchè qualsiasi cosa se ne dica GLB era a modo suo un genio, che nella sua creativa follia ha saputo dare alle masse un prodotto ritagliato per loro, un prodotto talmente ben riuscito che ha saputo affrontare e cavalcare sull'onda del successo i decenni a venire perchè riusciva a trasmettere al suo popolo i valori su cui era improntato: onest?, amicizia, tolleranza, senso della giustizia e senso del dovere, cose che al giorno d'oggi sono perlopiù disconosciute. Non cerchiamo più in Tex un fratello maggiore, un simulacro di libertà, un ideale da scoprire e perseguire, ma bensì il famoso montaggio analogico fantozziano analizzando sceneggiature e disegni come se fosse una fredda indagine di mercato. Tex non è solo un disegno, dietro di lui ci sono ideali, passioni, ricordi e tanto altro, per cui cambiarlo e semplicemente annullare questo, ed è questo che sento oggi, la mancanza di quelle cose. Sarà pure giusto dare un prodotto commerciale che risponda alle masse, ma rimarr? sempre un risultato freddo senza passione, quella passione che muoveva i suoi creatori agli albori e gli faceva fare piccoli miracoli oggi non c'è più, perchè le idee possono essere tante ma senza riuscire a trasmettere qualcosa rimangono solo idee. Sono stato tacciato di essere legato al passato e non vedere il bello del nuovo ma mi sono accorto che questo non corrisponde a verità, è vero che mi manca il vecchio Tex ma è più vero che mi manca quello che mi trasmetteva ogni volta che aprivo un albo, oggi non riesco a sentire niente quando lo leggo e a malapena ricordo le storie dei mesi passati, perchè non mi lasciano niente dentro. Le disamine le lascio a voi perchè io non sono così profondo ma ho avuto modo di approfondire grazie a voi a cosa era dovuto il mio malessere e di comprendere cosa la dura legge del commercio mi aveva tolto, e non ne sono contento. Grazie Gian.

Guarda Gianbart, io davvero non ti capisco!! Quoto tutto il tuo intervento perchè per me è davvero arduo interpretarlo: tu arrivi, accusi il forum di portare avanti la discussione stancamente e di sforzarsi di rileggere tutto quello che è stato già detto per poi farne una rilettura :shock: ... dopodich? fai una tua "nuova" disamina del problema, portando nuove argomentazioni alla tua tesi (prima era la snaturazione delle caratteristiche, ora è la fredda logica di mercato) e, IMHO, contraddicendoti ... poi, dopo aver espresso le tue verità assolute, concludi dicendo "le disamine le lascio a voi". Cioè, qualcuno mi dica che tutto ciò non è assurdo!! :malediz... E che non mi si venga a dire che, caro Gianbart, non hai espresso le tue idee come se fossero dogmi assoluti! Tu scrivi:

Non cerchiamo più in Tex un fratello maggiore, un simulacro di libertà, un ideale da scoprire e perseguire, ma bensì il famoso montaggio analogico fantozziano analizzando sceneggiature e disegni come se fosse una fredda indagine di mercato. Tex non è solo un disegno, dietro di lui ci sono ideali, passioni, ricordi e tanto altro, per cui cambiarlo e semplicemente annullare questo, ed è questo che sento oggi, la mancanza di quelle cose.

beh, ti posso dire una cosa, parla per te. E ti dico anche un'altra cosa: quando entri nel forum, magari scorrilo un pochettino anche nelle altre sezioni .... ce n'? una molto bella, dove un ragazzo della mia stessa età, ovvero 21 anni, posta dei disegni di Tex fatti da lui e che sta per iniziare un corso di disegno per affinare la sua tecnica; questa è la passione che il nostro ranger ha sempre trasmesso ai suoi lettori, e continua anche a farlo, evidentemente. Quanto poi al "montaggio analogico fantozziano di smontare le sceneggiature, ecc ecc" ti dico la verità, mi rifiuto davvero di rispondere. Magari per te è farne una fredda immagine di mercato, liberissimo di pensarla così, ma per me è esternare la mia passione; discutere dell'albo in edicola fa sè che leggere Tex non si riduca soltanto a quella mezz'ora mensile e mi fa anche cogliere aspetti che magari io da solo non avevo notato. Infine, accusare coloro che permettono ancora oggi al fumetto di uscire in edicola (ovvero curatore, sceneggiatori, e disegnatori tutti) di dare un prodotto freddo e senza passione, mi sembra davvero una grossa mancanza di rispetto per il loro lavoro. Se tu sei ancora qui a discutere, Gianbart, lo devi certamente anche a loro.
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