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TWF - Tex Willer Forum

Michele Medda


Pallino
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Michele Medda, sceneggiatore e soggettista

Michele Medda è nato a Cagliari nel 1962. Dopo la laurea in Lettere Moderne si dedica a tempo pieno alla scrittura. Nel 1986 comincia a collaborare con l'Editoriale Daim Press (la futura Sergio Bonelli Editore) insieme ad Antonio Serra e Bepi Vigna. Il trio scrive storie per le serie MARTIN MYSTERE, DYLAN DOG e ZONA X, per poi creare nel 1991 la serie NATHAN NEVER, che esce sotto il marchio Sergio Bonelli Editore: a questa fa seguito LEGS WEAVER (1995).

Negli anni successivi, NATHAN NEVER oltrepassa la soglia delle centomila copie mensili, viene pubblicato in diversi paesi europei, negli Stati Uniti e in Brasile, e procura ai suoi autori vari riconoscimenti, tra cui il premio Yellow Kid nel 1997.

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Da solo, Medda firma anche sceneggiature per TEX, DYLAN DOG e NICK RAIDER.

Nel 2000 scrive la serie DIGITUS DEI (edita da Peter Press) per i disegni di Stefano Casini, e firma con Lucia Puxeddu i testi per la web strip CANI & PESCI, disegnata da Bruno Olivieri.

Nel 2004 collabora con la Walt Disney Italia scrivendo per le serie KYLION e MONSTER ALLERGY.

Ha vinto due premi ANAFI (uno con Vigna e Serra e uno singolarmente), e all'attività di sceneggiatore affianca quella di divulgatore e critico. E' stato fra i fondatori della Sardinian School of Comics di Cagliari, e ha collaborato per anni alla pagina culturale del quotidiano sassarese LA NUOVA SARDEGNA, occupandosi di cinema e di fumetto.

Nel 2003 ha preso parte al VII Corso di formazione e perfezionamento per sceneggiatori allestito da RAIFiction e Dino Audino srl.

Nel 2006 collabora alla serie per giovanissimi LYS (edizioni Rainbow), e scrive con Francesco Artibani la miniserie X-CAMPUS per Marvel/Panini.

Tiene periodicamente seminari sulla struttura del racconto cinematografico presso l'Accademia di Arti Digitali NEMO NT di Firenze.

Vive a Milano con Lucia e con il cane Fluke.

Biografia tratta dal sito personale dell'autore.








[ Nota: il messaggio iniziale è stato modificato dall'Amministrazione del forum per consentire l'inserimento della biografia dell'autore ]




Oggi girovagando per internet alla ricerca di qualche notiziola sul nostro Tex, ho incontrato questo sceneggiatore,(Michele Medda) che secondo le informazioni tratte,
ha sceneggiato nel lontano 1994 alcuni episodi del nostro ranger.

TEX n. 403 BANDE RIVALI dis: J. Blasco

TEX n. 404 IL SEME DELL'ODIO dis: J. Blasco

TEX n. 405 IL MESSAGGIO CIFRATO dis: J. Blasco

TEX n. 410 ORRORE! dis: G. Letteri

TEX n. 411 IL NEMICO SENZA VOLTO dis: G. Letteri

Per quanto questi episodi non me li ricordo molto bene, mi ha incuriosito l'uscitta di questo nome che non avevo mai notato.
Sarà perchè i disegni di Blasco non mi sono mai piaciuti?

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  • co fondatore

Su ORRORE! c'è anche un thread aperto nella sez. I CLASSICI. Bravo sceneggiatore (strano che tu non lo conosca, visto che è noto per essere uno degli autori di NATHAN NEVER), sulla cui prematura fine di carriera su Tex abbiamo discusso a lungo sia qui che nel vecchio forum (ora non ho tempo per ripetere tutta la storia, quindi chi può... :trapper: )

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  • 4 mesi dopo...

E non solo , la presenza dello squartatore , l'eccessivo odio della famiglia del Sud verso gli Yankee in "Bande rivali" , alcune scene veramente "dure"...

Che ricordano molto alcune di NN nonostante all'epoca fosse appena agli inizi. O sbaglio???
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  • 2 anni dopo...

Medda, nella sua pur brevissima carriera texiana,? un autore che per certi versi ha lasciato il segno, non fosse altro che per tutte le polemiche che le sue storie hanno sollevato. Il suo stile, moderno e cinematografico, giunge su Tex al momento giusto:nel momento, cioè, in cui Boselli comincer? la sua "rivoluzione" narrativa con l'abolizione delle classicissime didascalie. E' quello che anche Medda realizza nelle sue storie. Tuttavia non è tanto questo stile narrativo moderno a decretarne l'uscita di scena da Tex, bensì una serie di altri fattori che si aggiungono a quanto appena detto, e che probabilmente agli occhi dell'editore e di molti lettori avranno fatto storcere il naso. Innanzitutto il realismo violento con cui Medda "condisce" la sua prima storia,"Il seme dell'odio":una storia che all'epoca dovette apparire piuttosto "disturbante", dato che la realtà che Medda descrive è una realtà violenta, piena di odio e rancore, che ha ben poco della poeticit? del West classico che il lettore si immagina;una realtà dura e violenta, dove non ci sono eroi ma solo banditi che ammazzano quasi con un piacere sadico. Non ci sono, a parte Tex e Carson,"buoni" in quella storia:O' Bannion è un viscido mascalzone che agisce per interesse, il futuro governatore è uomo che antepone le sue mire alla salvezza del figlio, la famiglia Chase non ha nulla dell'idea romantica del fuorilegge. In questo crudo realismo, che quasi sconfina in un cinismo di fondo, ecco che la scena del bordello non può che far saltare la mosca al naso definitivamente al lettore medio. Inoltre Medda dimostra di non conoscere a fondo il mondo di Tex:chi diavolo è quel tizio che è sceriffo di Tucson al posto di Tom Rupert?Tuttavia "Il seme dell'odio" è a mio modo di vedere una gran bella storia, con i due pards in gran spolvero e una trama svolta come meglio non si potrebbe. Medda ha una seconda possibilità per convincere editore e lettori:ma in "Orrore" continua a seguire la strada che lo porter? all'allontanamento dalla serie. Infatti eccolo ritornare nel bordello;e questa volta non si tratter? di una sola scena, ma di una delle ambientazioni principali di tutta la storia:e il lettore medio di Tex non può allora che spazientirsi. Il risultato ovvio di tutto ciò è che Medda viene allontanato definitivamente dalla serie."Orrore", al di l' di queste trasgressioni al canone che a me non hanno mai infastidito,? una storia certamente molto inferiore alla precedente;indimenticabile la scena in cui una delle prostitute ci prova con Tex.. L'errore di Medda è stato quello di presentarsi per la prima volta ai lettori del ranger, in larga parte tradizionalisti, con storie che non sono affatto tradizionaliste. Per quanto mi riguarda, se Medda tornasse a scrivere qualche storia non mi dispiacerebbe;ma in ogni caso se questo non dovesse mai accadere non mi strapperò di certo i capelli...

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  • Collaboratori

Innanzitutto il realismo violento con cui Medda "condisce" la sua prima storia,"Il seme dell'odio":una storia che all'epoca dovette apparire piuttosto "disturbante"...

Il 1994 non è poi così lontano ma non ho molti ricordi legati a questi albi. L'unico fattore che avvertivo disturbante allora erano le nuove copertine di Claudio Villa! Ricordo il grandioso "Passato di Carson" la cui lettura mi aveva letterlamente rapito. Leggere quel Tex era motivo di orgoglio. Niente invece di queste storie di Medda ( preciso che allora non guardavo neanche al nome dell'autore della storia ), segno che non mi avevano impressionato ma neanche troppo deluso. Rilette ultimamente, dico che la prima può passare, la seconda no! Sull'altro forum, proprio in questi giorni si è messo in rilievo il fatto che Tex, per sconfiggere O' Bannon, debba ricorrere allo sleale calcio nelle p... e, per me la cosa ci può stare e poi si dimentica stranamente che Nizzi aveva usato lo stesso stratagemma con i giganti della Tigre Nera, senza che nessuno se ne meravigliasse, segno che se ci sono delle pecche nella sceneggiatura, non sono queste e vanno cercate altrove.
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Il suo stile, moderno e cinematografico, giunge su Tex al momento giusto:nel momento, cioè, in cui Boselli comincer? la sua "rivoluzione" narrativa con l'abolizione delle classicissime didascalie. E' quello che anche Medda realizza nelle sue storie.

L'errore del grandissimo Michele fu a mio parere proprio quello di abolire completamente le didascal'e, con stacchi impropri e non comprensibili (almeno per i lettori di Tex): a metà di una pagina; da scena in interno a scena in interno e così via... Io le didascalie non le ho abolite affatto, ma solo ridotte e cum grano salis, non a discapito della comprensibilit?. Sinceramente mi infastidisce che qualcuno continui a sostenere questa inesattezza, non ricordando o ricordando superficialmente le mie storie di Tex. Le didascalie temporali nelle mie storie ci sono ancora, in molte occasioni, se non tutte. E ci sono SEMPRE quelle di luogo. E' chiaro che mancano o sono rare quelle esplicativo-narrative, che ANCHE GL BONELLI aveva ridotto nella seconda metà della sua carriera texiana! Borden
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Il suo stile, moderno e cinematografico, giunge su Tex al momento giusto:nel momento, cioè, in cui Boselli comincer? la sua "rivoluzione" narrativa con l'abolizione delle classicissime didascalie. E' quello che anche Medda realizza nelle sue storie.

L'errore del grandissimo Michele fu a mio parere proprio quello di abolire completamente le didascal'e, con stacchi impropri e non comprensibili (almeno per i lettori di Tex): a metà di una pagina; da scena in interno a scena in interno e così via... Io le didascalie non le ho abolite affatto, ma solo ridotte e cum grano salis, non a discapito della comprensibilit?. Sinceramente mi infastidisce che qualcuno continui a sostenere questa inesattezza, non ricordando o ricordando superficialmente le mie storie di Tex. Le didascalie temporali nelle mie storie ci sono ancora, in molte occasioni, se non tutte. E ci sono SEMPRE quelle di luogo. E' chiaro che mancano o sono rare quelle esplicativo-narrative, che ANCHE GL BONELLI aveva ridotto nella seconda metà della sua carriera texiana! Borden
Borden, non è solo la pesante riduzione delle didascalie ad aver rivoluzionato Tex, ma anche altre soluzioni, come le sequenze mute, che, nel Tex classico, non esistono. Penso che tu e Medda siate stati troppo rivoluzionari... Del resto, 'virtus in medio' : trovo pesante lo stile di Segura, con una didascalia per vignetta ( addirittura, 'Il Treno Blindato' comincia con il riassunto di metà storia! ), cose che non si sono mai viste neanche agli albori di Tex nel '48! In questo senso, preferisco il Nizzi anni '80-'90, che era texiano, pur avendo ringiovanito il linguaggio: peccato che il buon Claudio, oggi, non sappia e non voglia più scrivere del nostro ranger...
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Borden, non è solo la pesante riduzione delle didascalie ad aver rivoluzionato Tex, ma anche altre soluzioni, come le sequenze mute, che, nel Tex classico, non esistono.

Forse non esistono nel Tex classico, ma nel Tex di Nizzi ci sono sequenze mute di varie vignette dove dei tizi cavalcano avanti e indietro, o percorrono corridoi metro per metro, e poi aprono una porta, poi la richiudono ecc... :indianovestito::indianovestito: Borden
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Innanzitutto il realismo violento con cui Medda "condisce" la sua prima storia,"Il seme dell'odio":una storia che all'epoca dovette apparire piuttosto "disturbante"...

Il 1994 non è poi così lontano ma non ho molti ricordi legati a questi albi. L'unico fattore che avvertivo disturbante allora erano le nuove copertine di Claudio Villa! Ricordo il grandioso "Passato di Carson" la cui lettura mi aveva letterlamente rapito. Leggere quel Tex era motivo di orgoglio. Niente invece di queste storie di Medda ( preciso che allora non guardavo neanche al nome dell'autore della storia ), segno che non mi avevano impressionato ma neanche troppo deluso. Rilette ultimamente, dico che la prima può passare, la seconda no! Sull'altro forum, proprio in questi giorni si è messo in rilievo il fatto che Tex, per sconfiggere O' Bannon, debba ricorrere allo sleale calcio nelle p... e, per me la cosa ci può stare e poi si dimentica stranamente che Nizzi aveva usato lo stesso stratagemma con i giganti della Tigre Nera, senza che nessuno se ne meravigliasse, segno che se ci sono delle pecche nella sceneggiatura, non sono queste e vanno cercate altrove.
Mah... sinceramente non vedo come le storie di Medda possano avere disturbato così tanto il lettore di Tex... io devo averle lette per la prima volta nel 1996o 97 o gui? di l'.. all'età di 14/15 anni o poco più, e non mi hanno per nulla infastidito, anzi "Orrore!" mi ricordo essermi piaciuta un sacco... E all'epoca che le scrivesse Medda, piuttosto che Nizzi, piuttosto che Pinco Pallino, era un fattore del tutto irrilevante...
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Il suo stile, moderno e cinematografico, giunge su Tex al momento giusto:nel momento, cioè, in cui Boselli comincer? la sua "rivoluzione" narrativa con l'abolizione delle classicissime didascalie.
E' quello che anche Medda realizza nelle sue storie.

L'errore del grandissimo Michele fu a mio parere proprio quello di abolire completamente le didascal'e, con stacchi impropri e non comprensibili (almeno per i lettori di Tex): a metà di una pagina; da scena in interno a scena in interno e così via... Io le didascalie non le ho abolite affatto, ma solo ridotte e cum grano salis, non a discapito della comprensibilit?. Sinceramente mi infastidisce che qualcuno continui a sostenere questa inesattezza, non ricordando o ricordando superficialmente le mie storie di Tex. Le didascalie temporali nelle mie storie ci sono ancora, in molte occasioni, se non tutte. E ci sono SEMPRE quelle di luogo. E' chiaro che mancano o sono rare quelle esplicativo-narrative, che ANCHE GL BONELLI aveva ridotto nella seconda metà della sua carriera texiana!



Borden

Borden, non è solo la pesante riduzione delle didascalie ad aver rivoluzionato Tex, ma anche altre soluzioni, come le sequenze mute, che, nel Tex classico, non esistono.

Penso che tu e Medda siate stati troppo rivoluzionari...
Del resto, 'virtus in medio' : trovo pesante lo stile di Segura, con una didascalia per vignetta ( addirittura, 'Il Treno Blindato' comincia con il riassunto di metà storia! ), cose che non si sono mai viste neanche agli albori di Tex nel '48!

In questo senso, preferisco il Nizzi anni '80-'90, che era texiano, pur avendo ringiovanito il linguaggio: peccato che il buon Claudio, oggi, non sappia e non voglia più scrivere del nostro ranger...

Se posso permettermi, penso che tu (ed altri con te, sia chiaro) ti dimostri troppo conservatore.

Personalmente non m'interessa lo stile con cui è narrata una storia, quando è una bella storia ed in ogni caso i personaggi sono rispettati.
Nizzi negli ultimi anni ha scritto tante storie in stile classico totalmente dimenticabili se non addirittura illeggibili.

Non ho mai visto n° Medda, n° Boselli come dei rivoluzionari, quanto, piuttosto, al passo coi tempi.

Dal mio punto di vista, una didascalia che spiega una cosa già evidente dal disegno è inutile. Non sento affato la mancanza di didascalie come "Nel frattempo", "Più tardi" e simili. Sono, invece, un sostenitore della didascalia che io chiamo "letteraria". Come, ad esempio, la lettera di Kit Willer a Carson nelle ultime pagine di "Patagonia".
Quanto alle sequenze mute non mi hanno mai disturbato. Perchè riempire con parole inutili pagine che parlano da sole? :trapper:

A volte temo che si tenda a scambiare il contenitore col contenuto. :capoInguerra:

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Se posso permettermi, penso che tu (ed altri con te, sia chiaro) ti dimostri troppo conservatore.
Personalmente non m'interessa lo stile con cui è narrata una storia, quando è una bella storia ed in ogni caso i personaggi sono rispettati.
Nizzi negli ultimi anni ha scritto tante storie in stile classico totalmente dimenticabili se non addirittura illeggibili.

Non ho mai visto n° Medda, n° Boselli come dei rivoluzionari, quanto, piuttosto, al passo coi tempi.

Dal mio punto di vista, una didascalia che spiega una cosa già evidente dal disegno è inutile. Non sento affato la mancanza di didascalie come "Nel frattempo", "Più tardi" e simili. Sono, invece, un sostenitore della didascalia che io chiamo "letteraria". Come, ad esempio, la lettera di Kit Willer a Carson nelle ultime pagine di "Patagonia".
Quanto alle sequenze mute non mi hanno mai disturbato. Perchè riempire con parole inutili pagine che parlano da sole? :trapper:

A volte temo che si tenda a scambiare il contenitore col contenuto. :capoInguerra:

:S: :N: Io non sono proprio d'accordo !


Vi sono sequenze mute bellissime ( la prima che mi viene in mente, Tiger sui monti nel finale di 'Furia Rossa' ), ma sono generalmente poco texiane...

In sostanza, possono essere splendide, se poche: se invece diventano continue, ecco che Tex si snatura: è la narrazione pastosa il fulcro di Tex, e in generale del west classico.
Le sequenze mute sono, invece, tipiche del western crepuscolare, che non è il mondo di Tex: da un lato la certezza di valori, dall'altro il dubbio.

Sull'essere al passo coi tempi, ci andrei molto coi piedi di piombo: è chiaro che sarebbe assurdo scrivere oggi 'giuoco', o inserire didascalie come quelle dei primi Tex, ma certi parametri vanno rispettati nel modo più assoluto.
Il discorso sul fatto che una storia possa essere bella con o senza didascalie, con o senza sequenze mute, etc. etc., mi trova d'accordissimo: ma se sostituiamo il termine 'bella' con 'texiana', ecco che proprio non ci capiamo...

Pensate se la dieta di Carson diventasse trote e salmoni, invece che bistecca alta due dita, sommersa da una montagna di patatine: sarebbe Tex? Assolutamente no! :N: :S:

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