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TWF - Tex Willer Forum

Che cosa può offrire Tex ai giovani?


JohnnyColt
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Messaggi consigliati/raccomandati

<span style="color:red;">14 ore fa</span>, borden dice:

Queste precisazioni sono  a loro volta superate. Gli appassionati dei manga sono a loro volta ex-giovani. Alla maggioranza dei giovani adolescenti  non frega niente di fumetti e libri. Questo è successo da un paio d'anni con l'esplosione di Instagram. Punto. 

Tex direbbe:Puro Vangelo...

Io aggiungo:purtroppo é così come dice Borden...

I giovani ormai vivono sugli Smartphone

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<span style="color:red;">17 ore fa</span>, borden dice:

Queste precisazioni sono  a loro volta superate. Gli appassionati dei manga sono a loro volta ex-giovani. Alla maggioranza dei giovani adolescenti  non frega niente di fumetti e libri. Questo è successo da un paio d'anni con l'esplosione di Instagram. Punto. 

Ho tantissime esperienze e persone che possono ben confutare questa affermazione.

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<span style="color:red;">5 ore fa</span>, JohnnyColt dice:

Ho tantissime esperienze e persone che possono ben confutare questa affermazione.

 

 

Nell'ambito delle decine di migliaia?

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La mia (personalissima) impressione è che le generazioni attuali siano prive

del concetto di collezionismo, completismo o semplicemente del possesso delle cose.

Oggettivamente questo è anche un bene, perché ho recentemente letto che chi ha in casa

una cosa che non adopera, non ha più il diritto di possederla!

 

Lasciando stare le persone (che non si possono possedere), le collezioni complete oppure

no costano, occupano spazio, tempo e rendono le persone molto strane

(badate, io sono un collezionista, sfegatato e ormai irrecuperabile!).

 

Dopo la guerra non c'era quasi più niente, le cose si recuperavano a fatica o perché proprio

non esistevano o perché i soldi dovevano servire solo alle cose indispensabili.

Quando è stato possibile, ci siamo affannati a recuperare tutto quello che

ci era stato negato in precedenza: per noi un buco nella collezione è inammissibile!

 

Per chi oggi riesce con una facilità estrema a ottenere qualsiasi tipo di cosa, ne svaluta

ogni valore e significato (legittimo o meno).

Penso che invece io potrei raccontare, di ogni vecchio Tex trovato, forse non la data esatta,

ma lo scantinato dove l'ho trovato, lo stand della fiera, o con chi ho dovuto contrattare...

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Dix Leroy dice:

Penso che invece io potrei raccontare, di ogni vecchio Tex trovato, forse non la data esatta,

ma lo scantinato dove l'ho trovato, lo stand della fiera, o con chi ho dovuto contrattare...

Anche io grossomodo riuscirei a riepilogare l'acquisto di quasi ogni mio albo.

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<span style="color:red;">20 ore fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

Anch'io.  L' edicola.:smile:

Sempre nella stessa edicola?

Sempre con il medesimo edicolante?

Io ne ho dovuti cambiare sei da quando ho iniziato a collezionare Tex!

Un paio li vado ancora a trovare e ringraziare

(purtroppo per loro alla locale collina degli stivali).

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Assolutamente no. Dal 1963 ad oggi di edicole ne ho cambiate tantissime, ora ad esempio compro i fumetti al supermercato, ma si sa, i tempi son cambiati. Ricordo ad esempio che Tex arrivava con un giorno di anticipo all'edicola della stazione centrale dei treni, e pur di poterlo leggere subito mi sorbivo una decina di chilometri a piedi tra andata e ritorno. Bei tempi.

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Il difficile rapporto dei giovani coi fumetti, e in particolare con Tex, può dipendere da diverse ragioni:

1) disinteresse per il genere western, a meno che non sia "geneticamente modificato o ibridato" con horror o grandguignol (oggi, splatter)

2) disinteresse per gli eroi positivi, cioè i personaggi che hanno valori e combattono per essi, specialmente se si tratta di valori "tradizionali" (pur se declinati con lo spirito del tempo) come la giustizia, la lealtà, la difesa dei deboli

3) predilezione per le modalità di visione/lettura da device, fulminea, frammentaria

4) assuefazione a ben altri livelli di violenza e verosimiglianza, grazie (o per colpa) dei video giochi.

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La 3) è oggi la causa peggiore

 

L'idea che si possa seguire qualcosa con appuntamenti fissi, mese dopo mese, è inverosimile. Non per niente le serie TV si scaricano e si vedono TUTTE INSIEME DI SEGUITO.

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  • 2 anni dopo...
  • Sceriffi

Il Telefono e Netflix. Sono due esempi di quello che oggi va di moda. Il telefono è il 'nemico' più potente, i vari social sono molto più interessanti dei libri e dei fumetti. Figuriamoci poi se parliamo di un fumetto dove troviamo un linguaggio arcaico e complesso, che per il modo di parlare di oggi non va bene. Tex non va bene come prodotto per i giovani, non ha superpoteri non dice cose fighe che alla fine sono solo tamarre come: "Io sono ineluttabile" "Assorbe energia dal nucleo Terrestre" per citare due frasi di un prodotto quello Marvel, che al cinema incassa tantissimo. Tornando al Telefono, i ragazzi d'oggi preferiscono passare due/tre ore su Instagram, Tik Tok o vedere una serie su Netflix come "La casa di Carta" e simili, anzichè leggere che è una pratica vecchia e barbosa. Questo è quello che vedo io nel mio piccolo. Io non sono un'entità superiore o più intelligente..... Sono solo più fortunato degli altri, perchè i miei famigliari mi hanno indirizzato verso la diritta via. Che Cosa può Offrire Tex ai giovani? Innanzitutto del sano divertimento infatti con 7,80 euro, una persona legge una storia ben scritta e ben disegnata. Tex dà dei valori che ancora oggi nel 2021 non tutti hanno assimilato, come il Razzismo. Basta vedere il caso George Floyd. Quante volte abbiamo visto Tex difendere gli Indiani ingiustamente accusati di aver commesso un qualche tipo di reato? Tante. Oltre a valori basici, Tex mi (e può dare) ha dato un sacco di nozioni storiche, che poi mi sono tornate utili durante le interrogazioni o nei compiti in classe. Gli ultimi dati di vendita, però sono incoraggianti Tex, Tex Willer e speciali vendono bene, spero che il nostro fumetto preferito (o uno dei nostri preferiti) continui ad andare a gonfie vele!

  • +1 1
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Forse ai giovani abituati a vedere solo serie TV poco o niente. Però io confido in una rivalutazione generale dei fumetti europei e italiani, una rivalutazione positiva. Concordo con il fatto che Tex può offrire del sano divertimento, ottimo e a volte splendidi disegni, un linguaggio diverso dalla quotidianità. A volte anche nozioni storiche. Personalmente mi è sempre piaciuta l'ambientazione Western e col leggere Tex ancora di più. Vero che purtroppo molti giovani seguono solo le mode indipendentemente dai loro veri gusti personali, usanza stupida e dannosa secondo me. Ma non intendo aprire questo discorso in questa sede.

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  • 4 mesi dopo...
  • Collaboratori

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intanto, prese due copie dell'inedito di giugno solo per il "gadget". Striscia ristampata tutto sommato bene (ma si poteva fare anche meglio per la copertina). In edicola le vecchie strisce anastatiche invece delle nuove ristampe raffazzonate ? Io le comprerei (le strisce) anche possedendo già le singole storie: vale per Tex e vale per Zagor. Mentre non compro assolutamente le nuove ristampe che non so a che pubblico mirino: vecchi lettori o improbabili nuovi lettori in erba ? C'è un serbatoio di vecchi lettori che una collezione di strisce anastatiche nuova da edicola da acquistare ogni mese la collezionerebbe. Il primo Tex del 1948, 1949, 1950 in anastica nelle sue strisce originali in contemporanea con le avventure della nuova collana Tex Willer.

 

 

  • +1 2
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Visto che la pandemia ha cambiato ogni rapporto con il digitale e ha fatto nascere nuovi fenomani, pensavo di rinnovare questo topic da me aperto tempo addietro. @ymalpas, mi hai anticipato di pochissimo! Sulle anastatiche è un discorso molto interessante perchè in questi pochi anni ho notato un graduale ma presente aumento del "vecchiume". Non so come stiano andando le vendite di tutto ciò ma personalmente mi trova soddisfatto! Noto inoltre che, soprattutto grazie a certi streamer di grande importanza (Dario Moccia in primis), tra i giovani 20/30enni si è sdogatato un pelo in più il fumetto italiano. Siano anni luci da ciò che mi piacerebbe vedere però mi accorgo che c'è stata una bella rinascita delle fumetterie (o almeno della percezione di esse) e la fanbase che tempo addietro vedevo si è moltiplicata. Intendiamoci, il fumetto è rimasto di nicchia, però una riscoperta di taluni autori non può che farmi piacere. Il problema? Sempre il solito: TRA I GIOVANI i manga giappo eclissano completamente quelli italiani! Io comprendo che Tex venda bene, più dei manga, ma ciò non è per forza la dimostrazione che i giovani leggano Tex, anzi... Sono passati 3 anni e sostanzialmente continuo a pensarla come un tempo: Tex se vuole sopravvivere deve soddisfare, senza snaturarsi, un pubblico giovane e aprirsi alla diversificazione. Tolti i social (dimenticatevi Facebook e Twitter, piano piano i giovani stanno abbandonando anche Instagram) che non hanno mai fatto concorrenza agli altri media dell'intrattenimento, e anzi ne sono sempre stati un remunerativo veicolo, ritengo corretto partire da un elemento che avete già nominato: lo smartphone. Lo smartphone è il mezzo tramite cui la maggior parte degli under-40 accedono ai propri media. Esempi? Analizziamo come in pochissimi anni il mondo dell'intrattenimento si è trasformato!

  • Si diceva che il CD fosse alla base dell'industria discografica (ricordo un laconico "Se non si vendono i DISCHI, le case discografiche CHIUDONO" di un più giovane Borden) ma nel 2021 in Italia (nel 2020 in USA) le vendite dei 33 giri hanno superato dopo 30 anni quelle dei CD. I vinili sono sempre di nicchia, anche se meno di 10 anni fa, i CD sono morti! E dobbiamo parlare del boom digitale? Ora l'industria è in DAB, in streaming digitale, in download e in podcast, pandemia o no (ma non c'entra nulla in questo caso) oggi il 65% del fatturato proviene dallo streaming. Piaccia o non piaccia, Spotify ha cambiato il mondo della musica e le etichette non possono che focalizzarsi su nuovi orizzonti.
  • Dobbiamo parlare dei film e delle serie TV? Qualcuno ancora acquista i DVD? Le serie TV e i film sono i media che hanno creato il mercato parallelo dello streaming: Netflix, Amazon Prime Video, Disney+... Tutti servizi in abbonamento che ognuno di noi ha oramai e che in tantissimi hanno di fatto sostituito a Sky o similia. La pandemia ha poi portato le major a vendere online (con 15 Euro scarsi ti godi in compagnia una primissima visione) e oramai tutti si sono abituati a seguire i film da smartphone, PC o smartTV. Nel post pandemia i cinema rifioriranno perchè le due esperienze sono imparagonabili ma è oramai certo che alcune produzioni verranno proposte solo online. La pandemia ha forzato un cambiamento che ci terremo per molti decenni, non sono il solo ad esserne convinto...
  • Parliamo del boom dei videogiochi con la pandemia? Diciamocelo, non serviva la pandemia per confermare ancora una volta il media come elemento di cultura e di intrattenimento. L'acquisto dei videogiochi è cresciuto in italia e nel mondo con il COVID-19, il Microsoft Game Pass, Amazon Luna e Google Stadia stanno portando il settore ad investire sullo streaming e sui servizi in abbonamento. Bene? Male? Così è! Se si parla di streaming si parla logicamente anche di gaming mobile...
  • E l'editoria come è messa? Dannatamente bene! L'editoria ha chiuso in positivo e ha visto una più proficua collaborazione tra editori, autori, librai, bibliotecari ecc. La carta regge quindi molto bene. E il digitale? Cresce a ritmi maggiori rispetto all'editoria classica! Dati del Sole24Ore e dell'Ansa descrivono molto chiaramente come in un solo anno siano aumentati utenti che acquistano tanto digitale quanto cartaceo e come le vendite degli eBook siano state fondamentali per un simile risultato. Gli eReader Kindle e Kobo seguono il trend in crescita. Anche qui stanno piano piano sorgendo entità che già si professano "la Netflix dei libri", staremo a vedere...
  • E i fumetti? Arriviamo alla ciccia che ci interessa! Il lockdown ha bloccato completamente ogni vendita americana, ritardando molti progetti e picchiando su un mercato che ne ha risentito tantissimo. Per fortuna che i cinecomics e i videogiochi sono stati un ottimo palliativo... A livello editoriale le scarse e vecchie pubblicazioni digitali non sono riuscite a soddisfare appieno il pubblico. In Europa? In Italia le vendite complessive sono aumentate e qualche germoglio di rinnovamento si inizia a vedere. Nel 2020 l'UE ha iniziato a promuovere un progetto (Eudicom) atto alla valorizzazione del fumetto digitale e alla semplificazione della sua distribuzione. Il progetto ha inoltre il compito di segnare standard per gli editori e aiutarli a sfruttare il canale al meglio. A livello europeo la Francia è il Paese che buca con le proprie pubblicazioni digitali, l'Italia nel 2020 ha però spiccato con numeri insospettabili. Purtroppo a livello di catalogo scarseggiamo ancora e non possiamo che imparare dai nostri cugini d'oltralpe... Anche qui, come nei precedenti casi, stanno iniziando a nascere piattaforme di streaming come Yep! e ComiCrew.

Tutto ciò che ho scritto mi piacerebbe che facesse capire, senza pregiudizi o attacchi alla mia età, come la diversificazione dei media e la trasformazione possono, e spesso sono, la chiave per evitare il declino. Per alcuni parlare di Brand è fumo negli occhi ma credo fermamente che sia una soluzione, oramai sempre più evidente, per valorizzare il prodotto. Il brand ha salvato i comics, il brand frutta un'enormità in Giappone, il brand ha fatto rinascere l'editoria a fumetti francese. Possibile che l'immobilismo sia esclusiva della Bonelli? E' il mondo che sbaglia o la Bonelli che fa bene a sminuire le proprie IP, i propri autori e i propri lettori? Per 20 anni la Bonelli ha snobbato le fumetterie perchè riteneva ancora che le classiche edicole potessero dettare il futuro. I fatti parlano di 2000 edicole l'anno che chiudono e di un aumento lento ma costante di nuove fumetterie. Siamo sicuri che scontentare i giovani e scontentare lo zoccolo duro siano le migliori opzioni per mantenere il proprio dominio nell'editoria indipedente europea? La storia del mondo dimostra cone grandi aziende, prestigiose e storiche, siano fallite perchè hanno volutamente ignorato il contesto in cui andavano posizionandosi. La SBE sta giovando ancora delle ottime scelte prese tempo addietro dalla famiglia Bonelli, mi spiace fortemente che le splendide iniziative dei Crossover e dei What If (Mister No Revolution e Nathan Never Generazioni) siano state ben poco supportate dalla promotrice stessa. In attesa dei futuri film e serie TV...

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Il tuo ottimismo è eccessivo. Il digitale semplicemente non rende quanto i supporti  fisici. Questo è vero per libri e fumetti quanto per la musica, sui film non mi pronuncio. Ma la Bonelli chiuderebbe comunque e altre realtà idem. Tra cui i quotidiani, che  non possono reggersi sul solo digitale

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<span style="color:red">18 minuti fa</span>, borden dice:

Il tuo ottimismo è eccessivo. Il digitale semplicemente non rende quanto i supporti  fisici. Questo è vero per libri e fumetti quanto per la musica, sui film non mi pronuncio. Ma la Bonelli chiuderebbe comunque e altre realtà idem. Tra cui i quotidiani, che  non possono reggersi sul solo digitale

Ti ringrazio per la tempestività della tua risposta. Apparte le mie considerazioni finali, ciò che ho incluso nel messaggio sono dati accertati e purtroppo per gli amanti del supporto fisico come me essi mostrano un futuro completamente incerto. In USA se ci fosse stata una distribuzione più capillare e meno improvvisata le vendite non avrebbero avuto un così brusco tracollo e la ragione per cui non hanno funzionato è quella che ti replicavo 3 anni fa parlando della Bonelli. Non puoi farmi passare per investimento sistematico e ponderato l'aggiunta di una 20ina di albi a caso... Rimango fermamente convinto che per vendere ai giovani la Bonelli debba imparare dal mondo che la circonda, ovviamente la critica è alla casa editrice non ha te... Se per i film il discorso è molto delicato perchè siamo dentro ad una transizione ancora incompiuta, per la musica sono anni che i dischi valgono come il 2 di picche. Già dal 2014 diversi enti americani iniziarono a conteggiare le riproduzioni su YT ai fini del calcolo delle vendite. Nel 2018 (lo dimostrano molti articoli tra cui un paio di Rolling Stone) ci si è accorti di quanto le etichette dessero priorità agli store online e ai servizi in streaming. I videogiochi oramai sono tutti in download e le copie fisiche pure sono esclusivamente per i collezionisti. Per i libri, secondo alcuni studi britannici, siamo al circa 12% della completa digitalizzazione, per i fumetti siamo proprio agli inizi inizi. Però mi sembra palese come il mondo si stia approcciando sempre di più all'immaterialità. Poi ti dico, io sono anormale e anacronistico ma non credo che una azienda possa permettersi di essere me utente. Non voglio assolutamente passare per arogante, aggressivo o illuso ma il mondo dell'editoria cartacea è destinata a ridursi sempre più. Il problema non è il media in sé ma la semplice storia dello stesso: è evidente come gli scritti su carta siano più antichi rispetto a musica incisa, film, videogiochi ecc.ecc. Ti assicuro che in Università la carta stampata è sempre più ridimensionata, non so darti logicamente delle scadenze ma è una naturale evoluzione (o involuzione). 

Con evoluzione/involuzione mi riferisco alla transizione da materiale a immateriale...

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Il fumetto italiano si deve reinventare, c'è poco da fare.

Negli anni venti trenta del novecento c'era un modo di raccontare le storie, diverso da quello degli anni quaranta, poi di nuovo stravolto per liberarsi dalle imposizioni del regime. Ma il modo di fare fumetti è rimasto inalterato dagli anni sessanta in poi, anche se è vero che i disegnatori sono diventati troppo meticolosi, le sceneggiature inutilmente verbose e articolate e c'è stata la non conveniente convergenza tra il fumetto "popolare" e quello "adulto" o meglio "vietato ai minori" (si, lo sapete... che mi riferisco alle scene spinte oggi inserite dappertutto, manca solo Topolino).

Ma in soldoni si tratta sempre di un libro pieno di figure con le "nuvolette", insomma non c'è più stata una vera innovazione del media fumetto.

Quanto tempo effettivamente ci vuole oggi per leggere un fumetto: mezz'ora ad albo? Ce l'hanno tutti un tempo libero così spropositato in cui niente deve disturbare?

Quanto spazio effettivamente (o meglio umanamente) abbiamo in casa per collezionare una serie, visto che siamo praticamente obbligati a tenerci tutti gli albi in vista di una nuova vicenda che conterrà rimandi con almeno una dozzina di altre, e se siamo fortunati solo della medesima serie?

Perché trovo estremamente più appagante leggere un'avventura a caso di Asterix che un albo a caso di Tex, quando lo sanno tutti che il ranger creato da G.L. Bonelli è in assoluto il mio personaggio preferito?

Perchè ho comprato Zagor 722 (o meglio Zenith 722) con l'albetto a striscia allegato e li ho divorato entrambi in allegria una domenica mattina, mentre sono in astinenza da Tex (gigante, Texone, Tex Willer, Maxi, Magazine, color estivo) praticamente dal giugno scorso e non riesco a ricominciare?

Perchè ho apprezzato tantissimo la storia di D'Antonio sui seminoles (in 96 pagine accade veramente di tutto) mentre non sono riuscito a finire la saga dell'Agente federale uscita dal 18 al 23! del Tex Willer?

Sicuramente l'ho già detto: nel 2021 il fumetto deve essere in movimento, i personaggi devono parlare, la storia deve essere asciutta e avvincente.

Magari prima come alternativa e poi piano piano come nuovo standard.

E quando vedo il trailer degli albi nel sito Bonelli mi viene una stretta al cuore, perché al trailer non dovrebbe seguire solo un albo da edicola, ma un film realizzato con la stessa tecnica da comprare sullo shop o da vedere su una piattaforma.

E deve costare il giusto per ripagarne il lavoro dietro, non un centesimo in meno.

E se la tipografia piange perché non lo fanno più stampare di notte, che si adegui e si ristrutturi pure lei. I fumetti nacquero per non far star ferme le rotative dei giornali americani durante il giorno, come i più ben informati sapranno.

  • +1 1
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<span style="color:red">11 ore fa</span>, Diablero dice:

Mi è scesa una lacrimuccia al rivedere le cover del mitico Cuore... la satira (e tanto altro) alla massima potenza.

Dal "giudizio universale" a titoli come "Scatta l'ora legale, panico tra i socialisti" e "Il processo Cusani ha rotto i coglioni" è stato uno dei massimi sollievi della mia gioventù.

  • Mi piace (+1) 1
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3 hours ago, JohnnyColt said:

Una domada semplice, voi per far vendere più Tex ai 20/30enni non cambiereste nulla del marketing Bonelli?

 

Cioè, cosa dovrebbe fare il marketing Bonelli se la sua "mission" di colpo cambiasse da "far vendere di più Tex" a "far vendere di più Tex SOLO ai 20/30 enni"?

 

Presumo poi che la domanda abbia un presupposto: non bisogna spendere in marketing più di quanto sarebbe plausibile guadagnare (quindi "fare un megacolossal dal costo di 500 milioni di dollari diretto da James Cameron con Tex interpretato da Damiano dei Maneskin, Kit Willer da Sangiovanni, Tiger gender swapped interpretato da Emma Stone e Mefisto da Anthony Hopkins", che sarebbe probabilmente in grado di far guadagnare alla Bonelli 10.000 euro in più a numero e quindi ripagherebbe le spese in qualche milione di anni, lo escludiamo)

 

Direi che nella forbice fra questi due limiti non è che ci siano molte cose fattibili. Può darsi che qualche campagna social possa far guadagnare qualche copia, ma sono cose temporanee, la Ferragni costa troppo e poi dopo due mesi l'effetto svanisce (è questo quello che non capiscono gli esaltati del marketing: poi il prodotto alla fine deve piacere, altrimenti non c'è marketing che tenga). Bisogna associare alla campagna social di marketing un cambiamento del prodotto che possa farlo piacere a quel target.

 

E quindi, visto che in italia c'è sono UN autore che vende bene a quel target, e UNO SOLO, non ci sono tante alternative: Tex lo dovrebbe fare Zerocalcare. Un solo numero all'anno, forse 2.

 

La Bonelli andrebbe a fallire, la mossa gli costerebbe il 90% del fatturato, ma quei 2 numeri venderebbero un botto ai 20/30 enni.

 

Poi, che vantaggio avrebbe la Bonelli a fallire per potersi vantare di vendere di più ai 20/30 proprio con Tex e non magari con una serie nuova fatta apposta per loro, lo chiederei io a te ma non mi aspetto una risposta (non una leggibile almeno)

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Il 23/5/2018 at 23:31, james dice:

Il difficile rapporto dei giovani coi fumetti, e in particolare con Tex, può dipendere da diverse ragioni:

1) disinteresse per il genere western, a meno che non sia "geneticamente modificato o ibridato" con horror o grandguignol (oggi, splatter)

2) disinteresse per gli eroi positivi, cioè i personaggi che hanno valori e combattono per essi, specialmente se si tratta di valori "tradizionali" (pur se declinati con lo spirito del tempo) come la giustizia, la lealtà, la difesa dei deboli

3) predilezione per le modalità di visione/lettura da device, fulminea, frammentaria

4) assuefazione a ben altri livelli di violenza e verosimiglianza, grazie (o per colpa) dei video giochi.

Un altro problema è che la fascia sotto i 50 anni non frequenta più le edicole, quindi per un giovane un fumetto come Tex (ma pure gli altri) è difficile anche solo incontrarlo.

Una volta molti (io stesso) vedevano una copertina e, prima o poi, ne acquistavano un numero per curiosità.

Poi poteva piacere o meno, però sul numero un certo numero che si appassionava lo trovavo, oggi invece è impossibile.

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    • Da PapeSatan
      Sondaggio anonimo, focalizzato sul soggetto "Tex" ma esteso anche a valutazione globale conclusiva, per manifestare le intenzioni di acquisto degli albi contenenti le minicopertine.
      Si potrà votare fino a mezzanotte del 31.05.2023, data di conclusione della serie completa di 28 uscite.
       
    • Da PapeSatan
      Esaminata la "Seconda Serie Gigante" (cioè la serie regolare mensile), dal nr. 1 fino al nr. 737 in uscita a marzo 2022, esclusi articoli e preposizioni (semplici e articolate), per i Tex centenari è stato considerato il titolo dell'episodio e non "SuperTex", "Tex 200", "Tex 300", ecc...
       
      Ecco le parole che nei titoli di copertina ricorrono almeno 5 volte, in ordine di ricorrenza decrescente (seguirà post per le parole con ricorrenze maggiori di 1 e fino a 4):
      MORTE 17 VENDETTA 11 NOTTE 10 RITORNO 10 SANGUE 10 SENZA 10 UOMO 10 FIUME 8 GRANDE 8 CITTÀ 7 MANO 7 PISTA 7 CONTRO 6 DESERTO 6 DUE 6 FUOCO 6 ORO 6 PAURA 6 SAN 6 TEX 6 UOMINI 6 APACHE 5 ASSEDIO 5 BIANCO 5 DUELLO 5 FUGA 5 GUERRA 5 INDIANO 5 MINIERA 5 NERA 5 OMBRA 5 SEGRETO 5 SFIDA 5 SIERRA 5 TERRA 5 VALLE 5
    • Da JohnnyColt
      Noto con stupore che su questo forum non vi è un'analisi del logo di Tex, della sua evoluzione e delle sue tantissime versioni.
      L'evoluzione del logo TEX è questa sotto rappresentata e ci mostra diverse fasi iniziali e il risultato finale utilizzato inizialmente su Tex Gigante e successivamente anche sulle collane parallele: il logo definitivo, oggi, è presente, con variazioni di colore e di dimensioni, su Tex Gigante, su Tex Speciale, sul Maxi Tex, sul Color Tex, sui romanzi cartonati, sul Tex Magazine e su tutte le innumerevoli ristampe o riedizioni pubblicate dalle varie case editrici mondiali.
       

       
      I versione: utilizzata soltanto nelle prime due serie a striscia della Collana del Tex (1948-1951), presenta i tre letteroni in maiuscolo leggermente inclinati verso destra, separati tra loro, gialli con contorno nero. Debutta nel settembre del '48 con "Il totem misterioso";
      II versione: utilizzata dalla terza serie all'ottava "Azzurra" (1951-1954), troviamo le tre lettere gialle contornate di nero che ora si fondono formando un abbozzo della particolare forma arrivata fino a noi. La scritta è meno tozza rispetto alla precedente e riceve un'rotazione tale da renderla ancora più dinamica. Debutta nel maggio del '51 con "L'orma della paura";
      III versione: utilizzata dalla nona serie "Gialla" fino alla chiusura della collana, con l'ultimo numero della trentaseiesima serie "Rodeo", (1954-1967), riprende l'idea precedente e la rende maggiormente gradevole, più proporzionata e di certo più moderna. I cambiamenti radicali rispetto alla passata versione sono riscontrabili nella sbarra superiore della T, meno piatta e meno allungata, e nella E leggermente più piccola. Debutta nel gennaio del '55 con "La croce tragica";
      IIII versione: il logo che da decenni vediamo sui nostri albi è presente su entrambe le serie di Tex Gigante e nella terza serie di Raccoltine ("Serie Rossa"). Si noti che nella versione definitiva del logo la gamba destra della X ritorni dritta, esattamente come la versione utilizzata tra il '51 e il '54.
       
      Troviamo inoltre diverse altre versioni "intermedie" pubblicate sulle copertine delle Raccoltine a striscia, degli Albi d'oro e della prima serie della Collana Gigante.

      Albi d'oro (1951-1959), dalla prima alla sesta serie; 3 numeri apocrifi realizzati negli anni '70 dall'editore Piacentini insieme alla ristampa anastatica della 1/29 ( );  
      Tex Gigante (1954), prima serie - numeri 1-7, 28; Albi d'oro (1959-1960), settima e ottava serie; Tex Gigante (1958), seconda serie - numero 100                                                                                                                                                                                                                                                                      ( ).  
      I loghi presenti sui numeri 9 e 10 della prima serie de Tex Gigante (1954) e sul primo numero della terza serie delle Raccoltine a striscia (1956) mostrano chiaramente come il logo poi si modificava a seconda della mano che lo disegnava e soprattutto che non vi era ancora un logo standard da imprimere su ogni copertina:

       
      Non è raro trovare, nelle Raccoltine e nella prima serie di Tex Gigante, scritte a mano con nome e cognome del personaggio:

       
      In alcune pubblicità degli anni '70 e nel gioco in scatola realizzato da Clementoni potevamo trovare sia il nome sia il cognome scritto con lo stesso font del marchio della testata:

       
      Il logo utilizzato in occasione dell'uscita nelle sale di "Tex e il signore degli abissi", film del 1985 diretto da Duccio Tessari, rappresenta quasi una fusione tra la versione utilizzata con la terza serie a striscia e quella finale che oramai troviamo su ogni pubblicazione:

      Curioso infine il fatto che, con l'uscita della riedizione in DVD del 2006, viene ripescato anche il primissimo logo, opportunemente modernizzato e di colore rosso:

       
      Nelle poche parodie dedicate a Tex possiamo vedere delle reinterpretazioni dello stile...


      ...come possiamo trovarla anche nelle versioni straniere del Nostro.
           
    • Da natural killer
      Quest'anno anche la SBE è accreditata nella carovana del Giro
       

    • Da natural killer
      Nel 1969 usciva il Supplemento al n.56 della rivista Linus con il titolo LinusWest.
       

       
      All'interno è contenuta la storia del Kit Carson di Albertarelli (1937) e la ristampa della storia di Tex La valle della luna (1962) con le strisce rimontate a dodici vignette per pagina
       

       
      La copia anastatica dell'albo si trova in edicola abbinata alla Gazzetta dello Sport
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