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[708/709] La tribù dei dannati


natural killer
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La tribù dei dannati - Tex 708 cover

 

Torna Makua, il pistolero indiano dalla mano fracassata e dal tragico destino…

TEX

N° : 708

Periodicità: mensile

LA TRIBÙ DEI DANNATI

uscita: 08/10/2019

Formato: 16x21 cm, b/n

Pagine: 110

Codice a barre: 977112156104690708

Soggetto: Pasquale Ruju

Sceneggiatura: Pasquale Ruju

Disegni: Alfonso Font

Copertina: Claudio Villa


Makua è uscito dal carcere, ma come pistolero è finito: la sua mano destra ferita ormai, non ha più la forza di maneggiare una pistola. Grazie a Tex, ha trovato rifugio, amicizia e, forse, amore, in un villaggio di reietti scacciati da varie tribù che vivono tra loro in pace. Ma Mateo, fratello del feroce Domingo, scende sul sentiero di guerra con i suoi predoni Mescalero e, sulla sua pista di sangue, ci sono Tex Willer e Makua!

 

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https://www.sergiobonelli.it/tex/2019/08/29/albo/la-tribu-dei-dannati-1005126/

 

 

  • Mi piace (+1) 1
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Dopo la conclusione della storia precedente, intrisa di grande amarezza, inizio a nutrire una discreta curiosità per il ritorno di Makua, in particolare per come si svilupperà il suo reincontro ed il successivo rapporto con Tex, colui che lo risparmio e poi lo mandò in prigione. Chissà se sarà improntato sulla fiducia, se Makua sarà cambiato ed avrà accantonato il passato, oppure se invece il giovane mezzosangue proverà rancore nei confronti di Aquila della Notte...

 

Lo scopriremo solo leggendo :D..! 

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Solo leggendo la storia potremo dare una risposta definitiva ai futuri rapporti tra Tex e Piccolo Fucile.

 

Intanto consiglio di rileggere, per ingannare l'attesa, l'episodio precedente (Tex, n. 621 - Mezzosangue!, n. 622 - La rivincita di Makua) sempre di Ruju e Font che si concludeva così

 

tex-font622_Recensioni

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, natural killer dice:

Solo leggendo la storia potremo dare una risposta definitiva ai futuri rapporti tra Tex e Piccolo Fucile.

 

Intanto consiglio di rileggere, per ingannare l'attesa, l'episodio precedente (Tex, n. 621 - Mezzosangue!, n. 622 - La rivincita di Makua) sempre di Ruju e Font che si concludeva così

 

tex-font622_Recensioni

Più che giusto, chi vivrà, vedrà ;)

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  • 4 settimane dopo...

Primo albo in crescendo, con finale che giudicherei autoconclusivo, come nel primo dei due albi con Makua, 620 e dintorni.
Ovvero, come scrisse a suo tempo qualcuno, due storie in una. Inizio all'insegna del buonismo senza aggiungere nulla per non spoilerare , sviluppo in stile - tanto per rimanere alle celebrazioni di oggi per il film "Le Iene" - che piacerebbe a Quentin Tarantino. Gruppo di bastardi rappresentati da Font, a volte con distorsioni esagerate, grottesche,  nei nasi soprattutto, ma che bene rappresentano o fanno immaginare la loro crudeltà, più il grottesco della loro situazione di bastardi senza gloria (e daje).
Gli interventi di Tex e Carson, come si diceva ai miei tempi al liceo, scarni ma efficaci, nella forma delle parole e nella sostanza delle azioni.
Due sole perplessità: una nella trama, ma che riporta al rischio di spoileraggio e quindi rimando tutto.
La seconda: i disegni di Font, per me sono molto diseguali; dalla cura dei dettagli nei paesaggi a delle scene biancoprevalenti e pard, soprattutto, che nel confronto fra alcune vignette sembrerebbero riguardare personaggi, fratelli e cugini. In ogni caso, peli nell'uovo a parte, una gran bella storia scritta e disegnata.
Ah, il titolo dell'albo è azzeccatissimo. Ma a posteriori. Mentre... No mi fermo.

Modificato da San Antonio Spurs
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  • Collaboratori

Letto l'albo e buttato in un angolo di casa dove non batte il sole. Per giudicare serenamente la storia di Ruju, con i suoi sentimenti tirati un po' troppo con le pinze, servirebbe un disegnatore vero e proprio. Purtroppo manca il prerequisito fondamentale.

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18 ore fa, San Antonio Spurs dice:

vignette sembrerebbero riguardare personaggi, fratelli e cugini.

Piccola correzione necessaria e chiarificatrice, nel mio intervento. Il passo completo sulla raffigurazione di Tex e Carson doveva concludersi così " (...) sembrerebbero riguardare altri personaggi, fratelli e cugini".
Poi, ad un secondo passaggio  - nel primo mi incuriosisce sempre di più la lettura - per il giudizio sui disegni mi sposto dalla tua parte, Ymalpas: il barometro che per Font tendeva al bello ha invece segnato un deciso rilassamento dell'alta pressione.
Con altre nuvolette che riguardano un paio di dubbi ancora da non poter esprimere, per non spoilerare.

Modificato da San Antonio Spurs
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,letto in un lampo

 

CONTIENE spoiler!!!!!

 

 

Per ora non mi convince l impianto della storia: la ripresentazione di Makua poteva,anzi, doveva esserci.Ma...fino a pag 40 circa si assiste ad un buon albo Texiano nella forma e nella sostanza.Pero....presentare di nuovo i Mescaleros con a capo l' ennesimo capo tribù mezzo pazzo assetato di sangue che vuole vendicarsi è una cosa stra vista e alla lunga stufa.Il fatto che Mateo decida di attaccare il villaggio degli indiani "buoni" mi è sembrato "messo lì"per esigenze di trama, idem Carson nel bosco che letteralmente inciampa contro la ragazzina... non è la prima volta che si assiste a tali scorciatoie con Ruyu.Ma ci sono altri limiti,a partire da dialoghi non molto brillanti, personaggi poco incisivi e sfruttati in modo non ottimale(il padrone dello store isolato che vende briciabudella e armi:Tex lo trova morto e Carson dice che era un brav'uomo... fosse stato Glb ,oppure Nizzi o Boselli,sarebbe stato un mercante di armi e whiskey colluso coi Mescaleros... francamente l ho trovato bruciato in una parte non fondamentale ai fini della trama.va beh...)

la storia non gira bene, manca pathos.non aiutano i disegni di Font, come giustamente detto da altri pard

Ruju è più bravo con altri soggetti,l' ultima sua storia per la regolare era eccellente...un soggetto del genere lo vedo più nelle corde di Borden...non ci siamo.spero di ricredermi con l'.ultimo albo

 

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  • Collaboratori

Vedo che i commenti si sprecano per questa storia.

 

Una curiosità: il look di Black Claw è ispirato direttamente dal cantante Marilyn Manson, di origini tedesche.

 

Un'altra curiosità. la traduzione italiana di Black Claw è .... Artiglio Nero.

Trattasi di una mera omonimia con il personaggio (indimenticabile) cui diede la vita GLBONELLI negli anni settanta.

C'è da chiedersi perchè gli autori di Tex, oggi, usino nomi inglesi per i loro personaggi. Un'altro bel calcio alle palle della tradizione.

Peccato che chiamare il sosia di Marilyn Manson col nome tradotto in italiano sarebbe servito, probabilmente, solo a coprirlo ancora più di ridicolo.

Ah, il prossimo Drago cinese, ora che ci siamo, lo chiameremo 龍 . E' più figo, è genuino. L'italiano medio avrà tanta difficoltà a tradurre 龍 quanto ne ha a tradurre "Black Claw". 

 

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I sequel rischiano sempre di essere giudicati in confronto con la prima storia e anche in questo caso non si sfugge alla regola.

 

Ora la parabola di Makua riparte, dopo l'espiazione della pena, mettendolo quasi passivamente nelle mani di Tex che, dopo aver messo fine alla sua carriera di pistolero, ha programmato per lui un reinserimento nella vita partendo dalla tribù dei dannati.

E se da un lato assistiamo ai tormenti interiori di un ragazzo che pare aver trovato finalmente una famiglia e anche l'amore, come contraltare partecipiamo all'ascesa di Mateo, sanguinoso mescalero assetato di odio e di vendetta. E le nostalgie di Makua per un passato che non può tornare, materializzato nella vecchia pistola che la mano destra non potrà più impugnare, si scontrano brutalmente con il massacro della gente che lo aveva accolto da parte del crudele ribelle. Questo incrocio sarà probabilmente quello che cambierà i destini dei due giovani come potremo constatare nel prossimo albo.

 

Lo spessore di Makua e Mateo potrebbe oscurare in qualche modo Tex , se non fosse che Ruju impone al ranger il doppio ruolo di vigilare su Makua e di dare la caccia a Mateo.

Carson si ritaglia uno spazio proprio in occasione del salvataggio della ragazza e poi dà il solito contributo nel momento del bisogno.

C'è azione in questa storia, soprattutto per opera dei feroci mescaleros, ma c'è sopratutto il tormento di due giovani con diversi vissuti e ambizioni che caratterizza tutto l'albo. E il senso di ineluttabilità costruito da Ruju ci pervade di cupa malinconia.

 

Il tratto sporco e grottesco di Font ben si sposa alla rappresentazione di questa storia. Le forzature fisionomiche riflettono gli eccessi comportamentali dei protagonisti accentuando il pathos che accompagna lo svolgimento della storia. Il segno potente di Font si differenzia totalmente dal classico disegno di Tex e questo fa storcere il naso a molti di noi, ma il maestro spagnolo, arrivato al suo quattordicesimo lavoro texiano, è ormai da considerare a tutti gli effetti tra i maggiori interpreti del ranger.

 

Sarà il prossimo albo a farci scoprire dove Ruju e Font ci vogliono condurre e a consentire un giudizio su una storia nella quale mi aspetto un cambio di registro.

 

 

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  • Collaboratori

Continuo con le curiosità di questo primo albo. Dopo Black Claw è la volta di Mateo. Di butterati, nella storia lunghissima di Tex, se ne ricordano pochi. Anzi, io ne ricordo solo uno: El Muerto. Quando scegli di appoggiarti su questi che una volta nelle carte d'identità erano indicati come "segni particolari" devi temere per forza i paragoni. Per esempio quando Boselli nella sua "Helltown" scelse di far rieccheggiare  nel ricordo di noi lettori quel classico di Nolitta creando Jack Thunder, riuscì a creare un personaggio equivalente ( se non superiore) all'El Muerto di fine anni settanta. Entrambi gli autori, Nolitta e Boselli, si preoccuparono di dare un fondo ai loro personaggi. Per me è una cosa importante. Ora ignoro se siano scelte di Ruju o del disegnatore l'impostare graficamente i personaggi, ma suggerirei maggiore cautela a entrambi, anche perché mi sembra che per Font non sia la prima volta in cui si esagera con i "segni particolari".

 

 

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La seconda curiosità di questo messaggio riguarda il dramma vissuto da Makua che dovrà giustificare la sua "furia" (titolo del secondo albo). Gli hanno ucciso la donna, è un motivo valido, direte voi. Ora vi ricordo che la stessa scena l'abbiamo già vissuta negli anni novanta con il classico di Nizzi e Villa "L'uomo senza passato". Anche in questo caso l'uso di questo espediente di immediato e sicuro effetto mi sembra nella sceneggiatura di Ruju  un po' raffazzonato. E' plausibile che dopo un paio di settimane un uomo che è appena uscito dal carcere e che non ha ormai  nessun concreto riferimento (nella sua vita) possa cercare di ritagliarsi il suo spazio in un ambiente nuovo, seppure un villaggio di reietti, che è di suoi simili. Ma altrettanto difficile da credere è il fatto che possa aver affondato le sue radici così tanto nel villaggio in così poco tempo. E la ragazza, nelle pagine  che leggiamo, sa tanto di piatto di contorno. Niente a che vedere insomma con la martire  Fiore di Luna intorno alla quale Nizzi ha intessuto una delle più belle storie d'amore di tutta la serie. Certo sono dettagli che non affossano questo primo albo, che serve solo a porre le basi per quello che sarà il vero tema centrale della storia, cioè la vendetta (la storia andrà letta nel suo insieme e giudicata solo allora), ciò non toglie che alla lettura di queste 110 pagine gli eventi appaiano fin troppo manipolati dal cielo, cioè pilotati dallo sceneggiatore (che avendo un disegnatore tra i più veloci dovrebbe approfittare dell'atout dato dai tre albi su cui spalmare con più naturalezza gli eventi).

 

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On 10/9/2019 at 3:17 PM, ymalpas said:

Letto l'albo e buttato in un angolo di casa dove non batte il sole. Per giudicare serenamente la storia di Ruju, con i suoi sentimenti tirati un po' troppo con le pinze, servirebbe un disegnatore vero e proprio. Purtroppo manca il prerequisito fondamentale.

 

Ti rendi conto che e' molto difficile prendere sul serio una sparata prima di tutto irrispettosa, ma che dimostra che tu di disegno non ne capisci praticamente niente? :)

  • +1 1
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Quando Tex lascia Makua nel villaggio, e naturalmente dopo aver visto la copertina, si capisce il senso del termine dannati: forse sarebbe più congruo definirlo "dei condannati".
Al di là dei giochi di parole, ho trovato del tutto accessoria, ai limiti dell'inutile, la parte dedicata alla ragazza che fugge e che addirittura cade dopo aver sbattuto la testa contro un ramo.Pagine che giudico sprecate, sperando di non doverle criticare maggiormente in uno di quei non rarissimi finali concentrati in poche pagine; per non dire affrettati.

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Ma l'ho notato solo io che Charlie Hopper e Abe somigliano a Karl Malden e Don Cheadle?

 

On 10/10/2019 at 18:35, ymalpas dice:

Ah, il prossimo Drago cinese, ora che ci siamo, lo chiameremo 龍 . E' più figo, è genuino.

Seriamo solo che sia 紅龍.

Modificato da Letizia
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<span style="color:red;">9 ore fa</span>, San Antonio Spurs dice:

Quando Tex lascia Makua nel villaggio, e naturalmente dopo aver visto la copertina, si capisce il senso del termine dannati: forse sarebbe più congruo definirlo "dei condannati".

 

In inglese potremo definirli come outcasts, homeless, refugees. Francisco è una specie di  Gino Strada o Muccioli ante litteram. Si,  esistevano gruppi misti formati da indiani appartenenti a diverse tribu anche se erano una realtà non troppo diffusa nel West. Peraltro la sensazione che questo albo sia ideologicamente spostato a sinistra , oltre che nell'idea di questa specie di comunitarismo hippie, sta anche nell'idea iniziale di un Tex (angelo custode alla Josephine Delamarre) che va a recuperare il detenuto che esce dal penitenziario dopo aver scontato la pena. Eravamo rimasti fermi a Tex e Carson che andavano ad assistere all'esecuzione capitale del Maestro nella storia newyorchese. Non so, per me siamo al livello delle pagine iniziali di "Oro nero!". E non so neanche quanto queste vesti siano nello spirito del Tex Glbonelliano, probabilmente più di quanto io stesso  immagini, ma resto ancorato a quel ranger che prendeva a calci nella dentiera disonesti e farabutti e di quel che faceva dopo non fregava niente a nessuno. Oggi è un Tex alle prese con personaggi da riabilitare e incivilire. Mi sembra proprio un universo parallelo con quelle storie che leggevo da bambino.

  • +1 1
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Anche a me non disturba questa connotazione di Tex che intende occasionalmente offrire una seconda opportunità a persone che inizialmente hanno commesso degli errori nella vita. Probabilmente questa è una caratteristica narrativa di Ruju, perché anche nel recente episodio con Bowen si possono riscontrare delle analogie. E anche qui mi pare emerga sullo sfondo il riferimento problematico alla figura di un padre (sostituito in Makua da un personaggio senza scrupoli, che quindi lo avvia ad una strada di delinquenza - e che invece Bowen cercava invano di impersonare per fornire un punto di riferimento per il figlio dell'uomo che ha ucciso lui), oppure il tentativo di avere accanto a sé una donna con cui ricominciare una nuova vita in positivo. Personaggi tormentati, di cui si cerca di mostrare alcuni aspetti psicologici più sfumati anziché presentarli modo univoco come inseriti irrimediabilmente in una prospettiva negativa (come invece accade per Mateo, che in effetti ha dei tratti un po' caricaturali, anche per le scelte grafiche di Font). Che qualche "cattivo", forse diventato tale per condizioni di vita non facili, possa essere aiutato a tentare una direzione di vita diversa da Tex mi pare conferisca al ranger ulteriore spessore umano, anziché presentarlo come esecutore di una giustizia perentoria e forse "infallibile", ma che rischia di diventare un po' fredda. Peraltro, mi pare che anche Sergio Bonelli avesse scritto storie in cui si vedevano personaggi "cattivi" capaci di cambiare vita e riabilitarsi grazie all'intervento di Tex...

Comunque, attendiamo il secondo albo per vedere come la vicenda potrà evolvere...

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<span style="color:red;">9 ore fa</span>, dario63 dice:

. Peraltro, mi pare che anche Sergio Bonelli avesse scritto storie in cui si vedevano personaggi "cattivi" capaci di cambiare vita e riabilitarsi grazie all'intervento di Tex...

Comunque, attendiamo il secondo albo per vedere come la vicenda potrà evolvere...

 

Ma anche lo stesso Boselli, con i fratelli Dallas, Durango e Kid Rodelo per esempio.

  • +1 1
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On 12/10/2019 at 20:10, ymalpas dice:

 

In inglese potremo definirli come outcasts, homeless, refugees. Francisco è una specie di  Gino Strada o Muccioli ante litteram. Si,  esistevano gruppi misti formati da indiani appartenenti a diverse tribu anche se erano una realtà non troppo diffusa nel West. Peraltro la sensazione che questo albo sia ideologicamente spostato a sinistra , oltre che nell'idea di questa specie di comunitarismo hippie, sta anche nell'idea iniziale di un Tex (angelo custode alla Josephine Delamarre) che va a recuperare il detenuto che esce dal penitenziario dopo aver scontato la pena. Eravamo rimasti fermi a Tex e Carson che andavano ad assistere all'esecuzione capitale del Maestro nella storia newyorchese. Non so, per me siamo al livello delle pagine iniziali di "Oro nero!". E non so neanche quanto queste vesti siano nello spirito del Tex Glbonelliano, probabilmente più di quanto io stesso  immagini, ma resto ancorato a quel ranger che prendeva a calci nella dentiera disonesti e farabutti e di quel che faceva dopo non fregava niente a nessuno. Oggi è un Tex alle prese con personaggi da riabilitare e incivilire. Mi sembra proprio un universo parallelo con quelle storie che leggevo da bambino.

Pensavo che alla vigilia dell'inizio del terzo decennio del nuovo millennio la menata del Tex di destra o di sinistra fosse ormai relegata alle fisime di un'altra epoca, ma evidentemente non è così, con tanto di velata "presingiro" citando l'angela dallo schiocco di dita. Prima, due italiani reali che nella loro vita non sono proprio stati con le mani in mano, a godersela. Non ho capito la necessità delle indicazioni né, come detto, il ritorno nella palude del dove collocare politicamente Tex. Perché usando gli stessi ferri del mestiere del ragionamento che hai proposto uno dovrebbe allora cadere nella tentazione di credere che ti piacesse un ranger giustizialista, in storie ideologicamente spostate a destra.
Ovviamente è una mia opinione, riguardo - non contro - la tua e aggiungo quella di aver visto un Tex non troppo distante da quello che ho conosciuto nel 1967; semmai aggiornato per quello che oggi è il cosiddetto Zeitgeist, ovvero spirito del tempo.

o forse, spero, anticipandolo: come poi capitava già nel 1948.

Modificato da San Antonio Spurs
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