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TWF - Tex Willer Forum

[712/713] I forzati di Dryfork


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Preso stamattina, sono riuscito a dare solo una sfogliata ma mi sembra che i disegni siano parecchi tirati via, soprattutto rispetto al lavoro fatto per la storia di Ruju di qualche anno fa.

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<span style="color:red;">14 ore fa</span>, Athabaska dice:

Sembra a me, o Prisco ha disegnato lo sfortunato sceriffo Ike McCall rifacendosi a Zeb Macahannes de "Alla conquista del West"?

 

 

Non sembra solo a te, è saltato subito all'occhio anche a me. Iniziativa di Prisco, pare.

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La trama mi sembra interessante, quantunque già sfruttata più volte. D'altronde per forza molte situazioni devono essere riutilizzate, naturalmente con alcune differenze, altrimenti non potrebbero essere state scritte così tante storie di Tex. 

In particolare trovo interessante che questa volta Tex, nonostante abbia già fiutato la vera pista, sia in possesso di informazioni errate sull'uccisione dello sceriffo: chissà come scoprirà la verità su chi abbia effettivamente premuto il grilletto...

 

Tuttavia mi associo a chi sostiene che l'evasione sia un po' troppo inverosimile: guardie carcerarie molto inefficienti, qualche candelotto piazzato praticamente a ridosso del penitenziario senza che nessuno se ne sia accorto, cava dove lavorano i forzati appena fuori dalle mura perfettamente a tiro di fucile di un'eccellente fortezza naturale da cui si può fare il tiro al piccione su tutto il penitenziario standosene perfettamente al riparo delle rocce (so che non è la prima volta ma in questo caso mi è sembrato più esagerato). l'unico tentativo (un po' blando a parer mio) di rendere più realistico il tutto è il tradimento di una guardia carceraria.

 

I disegni mi sembrano molto belli, anche se forse non al livello di "Le schiave del Messico" che personalmente credo sia disegnato in maniera perfetta, e trovo che enfatizzino il ritmo veloce e incalzante della storia (l'albo è un continuo susseguirsi d'azione con poca tregua, esattamente come piace a me!!). 

 

Nel complesso giudizio positivo ma nella media delle ultime storie (appena sopra media direi): non si eleva particolarmente.

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Primo albo passabile ma poco più, secondo me. Vi ho trovato peraltro sinistre analogie con la prima prova di Faraci, con il medesimo approccio a Tex: trama minimale basata su banditi & inseguimenti, sceneggiatura fin troppo veloce per la cui lettura è sufficiente una bassa soglia di attenzione, sparatorie infinite e cattivi bidimensionali da "spaghetti western". Mi è sembrato anche un passo indietro rispetto alle storie che Rauch scrive(va) per Zagor, che pur mantenendo sempre uno standard non più che medio (tranne la serie con Ylenia Varga, che era ottima), mi sembravano però più strutturate e soprattutto con dei personaggi meglio caratterizzati. Per di più il piano di evasione mi è sembrato macchinoso e implausibile come pochi. Prisco onestamente mi piaceva di più su Zagor.

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On 9/2/2020 at 00:05, Leo dice:

Non morirà, perché il ragazzo non è un criminale e deve quindi salvarsi, senza avere omicidi sulla coscienza. Un po' troppo telefonato, per lettori texiani scafati.

 

 

 

 

 

 

Occhio perchè Rauch e "comprimario che si salva" è praticamente un ossimoro :D

 

Finalmente Jacopo sulla regolare, sono anni che aspetto :) 

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Credo che ormai gli amici del forum hanno letto l’albo, perciò non penso di spoilerare se faccio una mia personale disanima di questo gradevole albo...

 

I Forzati di Dryfork

 

Personaggi in ordine di apparizione (esclusi Tex e il Vecchio Cammello)

 

  1.  Sergente Murchison, capo delle guardie carcerarie di Dryfork. Se non fosse per la divisa, sarebbe l’ideale ospite del penitenziario, col grugno che si ritrova.
  2.  Frank Decker, capo di una banda multietnica di incalliti fuorilegge. Lo chiamerò spesso Scarface, per lo sfregio che adorna ail suo brutto muso.
  3. John ‘Black’ Williams, membro della banda Decker. Il classico pistolero raffinato in panciotto e baffetti, letale come un crotalo.
  4. Bill Decker, fratello minore di Frank e suo vice nella banda.
  5. Kuma, il Comanche. Ennesimo rinnegato Nativo al soldo di una banda di fuorilegge. Nella saga di Tex, questa figura è tra i primi posti nella classifica delle       presenze nella categoria ‘attore non protagonista’, a partire da Piede di Lupo nel mitico albo a strisce numero uno Il Totem Misterioso.
  6. Ike McCall, sceriffo di Belmont. Ike è il diminutivo di Isaac (Egli Riderà, ebreo יִצְחָק, arabo إسحاق‎). Isaac o Isacco era uno dei tre patriarchi descritti nella Genesi, figlio di Sara che reagì ridendo al suo concepimento, avvenuto in tardissima età. In alternativa, diminutivo di Isaiah (Il Signore Salva, ebraico יְשַׁעְיָהוּ), profeta giudaico caro ai mormoni. Amico di vecchia data di Tex, mai comparso in storie precedenti. Viso bonario e simpatico, espressione sempre allegra. Presto si ritirerà per dedicarsi a una fattoria. Destino permettendo.
  7. Cole ‘Sly’ Slybridge, tagliagole della banda Decker. Cole è un antico nome inglese che significa Carbone o Grigio, come l’animo del personaggio… che d’altronde è noto come Sly, abbreviazione di Slybridge ma anche sostantivo che significa Furbacchione o Sornione.
  8. Ray Cooper, ex assaltatore di convogli minerari. Raymond è un nome di origine germanica che significa Protezione Divina, mentre Cooper è colui che fabbrica botti (quelle del vino, mica i petardi...), cioè Il Bottaio. Per la cronaca, il contemporaneo Ray Cooper è un percussionista inglese che ha collaborato con i maggiori artisti musicali d’oltremanica.
  9. Greg Tylor, il novellino. Giovane emblematico e misterioso, niente si sa di lui e del perchè si trova in manette sulla diligenza con destinazione Dryfork. Di certo non è il difensore scozzese del Celtic Glasgow... in ogni caso, Taylor è tuttoggi il quarto cognome più diffuso in UK e tra i dieci in USA e Australia. Nasce dall’occupazione normanna in Francia e indicava il mestiere di sarto attraverso l’avverbio tailor, dal francese tailleur e dal tardo latino taliator (dal verbo taliare), cioè ‘colui che taglia’.
  10. Boston Jim, fuorilegge della banda Decker. Dal nome presumo venga dal Massachusetts, o per lo meno dall’Est. Mi piace la sua bombetta.
  11. Tom ‘Spud’ Spudder, fuorilegge della banda Decker. Sebbene il soprannome significhi ‘sarchio’ (zappa con lama da una parte e due punte dall’altra) e il nome ‘sarchiatore’ o ‘colui che sarchia’, mi piacerebbe chiamarlo Basettoni, chissà perchè. Da come veste e dall’aspetto mi ricorda il Daniel Boone (eroe dell’indipendenza americana) alla conquista del Kentucky, in un celebre quadro.
  12. Ginger Charlie, fuorilegge della banda Decker. Presenza effimera, morto entro otto pagine e 19 vignette. Ginger è il nome inglese dello zenzero, pianta aromatica subtropicale importata in Europa fin dai tempi di Alessandro Magno. Dolcetti a base di zenzero sono citato nel sesta novella dell'ottava giornata del Decamerone del Boccaccio. È usato come nome infantile o vezzeggiativo per persone dai capelli rossi (Geraldine ‘Geri’ Estelle Halliwell-Horner, nota come Ginger Spice delle Spice Girls) o come diminutivo di Virginia (Virginia Katherine McMath, in arte Ginger Rogers, famosa ballerina).
  13. Paco, fuorilegge della banda Decker. Messicano con bandana, sombrero, speroni d’argento, borchie da ogni parte, sigaro, baffoni e cartucciera a tracolla. Tutto in uno.

 

 

Scena prima: Quell’Alba di un Giorno da Cani*

 

*Naturalmente è una libera allusione al film Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani di Sidney Lumet con il grande Al Pacino. Per la cronaca, il titolo italiano è in parte fuorviante, perchè se in effetti indica il pomeriggio di una giornata in cui va tutto storto (un giorno da cani, appunto), il titolo originale Dog Day Afternoon si riferisce ai Giorni del Cane, cioè il periodo di grande canicola estiva in cui nel cielo si può chiaramente osservare la costellazione del Cane Maggiore, di cui fa parte la più visibile tra le stelle del firmamento, Sirio. Il latino canicula significa ‘cagnolino’ e indicava appunto la stella Sirio. Il titolo corretto del film sarebbe quindi Pomeriggio di Canicola, senza riferimenti alla giornata storta dei protagonisti.

Non c’entra una cippa con il fumetto, ma così è.

 

Penitenziario di Dryfork, al confine tra Nevada e California.

Nel contesto, si presume che la prigione si trova in Nevada, altrimenti sarebbe scritto ‘al confine tra California e Nevada’. In seguito si dirà che i fuggitivi forse cercano di raggiungere la California, quindi siamo senza dubbio in Nevada. Esistono diversi Dryfork o Dry Fork (Affluente in Secca, cioè un torrente che solo in determinati periodi dell’anno fornisce acqua a un fiume principale), ma nelle mappe del Nevada non ho trovato nessun nome corrispondente nell’area presumibile dell’azione che si svolge (vedremo poi) non distante a Nord della famosa Death Valley.

È l’alba.

Il simpatico sergente Murchison, capo delle guardie carcerarie, suona la sveglia ai detenuti, con vigorose randellate sulle sbarre delle celle. Una bella prospettiva li attende, la solita giornata a spaccare pietre nel campo di lavoro. I detenuti sembrano sbigottitti, tra un ‘!’ e un ‘?’, come se fosse una novità. Immagino il fetore lì dentro, tutti a dormire sotto le coperte con gli stracci d’ordinanza che indossano di giorno, e nessuno che mette le scarpe, come se le avessero portate a letto...

Faccia d’Angelo Murchison se la prende in particolare con il detenuto Frank Decker, al quale dà il buongiorno con la mazza da baseball in pieno stomaco. Solo un attimo di frustrazione da parte del galeotto che, da parte sua, sembra avere dei programmi alternativi per la giornata.

La scena si sposta nel cortile del penitenziario, dove i detenuti in fila indiana si apprestano a consumare la succulenta colazione gentilmente offerta dalla ditta, bonariamente elargita dal raffinato chef della prigione.

Scarface Decker nota un sottile filo di fumo che si innalza nel cielo fuori dalle mura di cinta e il suo ghigno soddisfatto ci fa sapere che è un buon segnale per lui... qualcosa bolle in pentola, di là della sbobba distribuita poco più in là. L’ergastolano crea un evidente diversivo, prendendosela con il gorilla nero che lo precede nella fila. La zuffa che ne segue provoca l’intervento delle guardie che neutralizzano Decker e lo rinchiudono nella classica fossa punitiva, dove arrostirà per il resto della giornata (ricordate La Cella della Morte?).

Simpatiche le grinte dei protagonisti e dei comprimari, non ce n’è uno che si salva. I detenuti sono brutti e cattivi come più non si può e le guardie si distinguono solo per la divisa.

Mentre nel penitenziario torna la calma, tre personaggi osservano la scena da una altura nei dintorni, prendendo atto che Decker è stato rinchiuso nella fossa, come previsto... Si tratta di Bill Decker (fratellino di Frank), ‘Black’ Williams e Kuma. Ma per ora non lo sappiamo.

Nella vignetta con i tre osservatori possiamo vedere il penitenziario a debita distanza, posto in una pianura spoglia e desolata, circondata dalle montagne in lontananza. Il campo di lavoro si nota chiaramente sul lato adiacente a quello del portone d’ingresso. Questi particolari sono essenziali per le azioni che seguiranno.

 

 

Scena seconda: La Diligenza

 

Una diligenza avanza spedita sulla pista che collega il Red Rock Canyon al Deserto Mohave.

Il Deserto Mohave è una vasta distesa arida nella California sudorientale, del Nevada meridionale, dell’Arizona nordoccidentale e dello Utah sudoccidentale. Nei limiti della sua area sono formalmente inclusi i territori della Death Valley a Nordovest, di Las Vegas e Lake Mead sul Colorado River a Nordest, di Lake Havasu sullo stesso fiume a Sudest, di Twentynine Palms a Sud e di Los Angeles a Ovest. Per definizione, il classico Deserto di Mohave è la zona californiana che si estende a Ovest del Rio Colorado verso San Bernardino. Come per Dryfork, anche di Red Rock Canyon è piena l’aria in Nevada... per cui, per ora, è sempre difficile collocare la scena dell’azione se non su vasta scala.

All’interno della diligenza troviamo cinque allegri personaggi in catene, tre detenuti in pigiama a righe e due in borghese. La scorta è formata dallo sceriffo di Belmont, Ike McCall e i sui due giovani aiutanti.

Belmont realmente fu, ora non più. Attualmente è una ghost town che si trovava nel Nevada centro meridionale, a Nordovest di Tonopah.

Uno scambio di battute tra la stella di latta e uno degli ammanettati in borghese, certo Sly, ci fa intuire che quest’ultimo sarà oltremodo protagonista. Il prigioniero pregusta una divertente scampagnata al penitenziario, invece di preoccuparsi della sorte barbina che lo attende. Le sue parole mettono più di una pulce all’orecchio di uno dei detenuti in divisa a strisce...

Lungo la strada, la diligenza si imbatte in un autostoppista al riparo sotto uno sperone di roccia, sigaretta accesa e sella poggiata in terra. È un magnifico Tex, appiedato, statuario e impenetrabile, con una vezzosa camicia con tre bottoncini sotto la gola, lindo e pulito come John Wayne nei suoi migliori film.

Tex e Ike sono vecchi amici e scambiano quattro chiacchiere mentre il convoglio viaggia verso Agrizo, un simpatico quanto mai fantomatico paesello sulla strada per il penitenziario. L’innata curiosità del ranger lo spinge a voler dare un’occhiata ai passeggeri, tra i quali riconosce Ray Cooper, l’uomo che si era incuriosito al sarcastico commento di Sly in precedenza. Questo tizio conosce bene Tex, con il quale non corre certo buon sangue. Scopriremo che è stato proprio il ranger a porre fine alla sua carriera. Il prigioniero chiamato Sly è invece un membro della banda di Decker e lo sta raggiungendo per fargli compagnia nella tranquilla vacanza al bagno penale a spese dello Stato. Gli altri tre ospiti, per ora ai margini della faccenda, sono due veterani delle patrie galere (Pike e Clayton) e un novellino, Greg Taylor. Da una conversazione tra i detenuti, scopriamo che Cooper era a capo di una banda che, tempo addietro, rapinava i convogli delle compagnie minerarie nella regione, vale a dire tra la Sweetwater Range e il Silver Peak.

Orbene, la Sweetwater Range è una catena di monti sul confine centrale tra la California e il Nevada, tra le contee di Mono e Lyon, a Sudest di Lake Tahoe, mentre il Silver Peak in questione potrebbe essere l’omonima montagna che si trova nell’attuale contea di Esmeralda nel Nevada, a Nord della Death Valley. Abbiamo ora un’idea più congrua di dove ci troviamo.

Sly pensa che Cooper abbia nascosto da qualche parte una buona fetta del bottino e questo è un grosso incipit per il resto della storia.

La diligenza arriva nei pressi della fantomatica Agrizo e Tex saluta la compagnia, dirigendosi al villaggio dove lo aspetta Kit Carson. La sua passeggiata è sorvegliata da due brutti ceffi (Tom ‘Spud’ Spudder e Boston Jim), anche loro in combutta con la banda Decker. Altri due membri della banda, nel frattempo, se la spassano ad Agrizo.

 

A questo punto ci sono tre collegamenti che ci indirizzano su una pista ben precisa:

1-Decker è protagonista nel penitenziario.

2-Sly della banda Decker sta arrivando al penitenziario.

3-due uomini di Decker sorvegliano la diligenza che porta Sly al penitenziario, mentre altri due villeggiano ad Agrizio.

 

 

Scena terza: Kit Carson Entra in Gioco*

 

*Omaggio all’albo a strisce numero 43 sesta serie verde.

 

Il buon Carson è nella stalla comunale del paesello, quando riconosce un emerito tagliagole al secolo Ginger Charlie, noto ricercato dalla fluente zazzera rossa. Il nostro lo segue per porre fine alla sua indebita latitanza.

Charlie dai Capelli Rossi è uno dei due uomini di Decker citati dai tizi che sorvegliavano la diligenza. Sta recuperando un altro membro della banda, un suo giovane e donnaiolo cugino by the name of Clem che se la sta spassando con una deliziosa pollastrella in uno squallido, squallido hotel... il bruto Charlie butta fuori la fanciulla e comincia a inveire contro lo spregiudicato cuginastro, mentre Carson si avvicina quatto quatto alla preda, come una lince sull’usma di un criceto, salvo imbattersi in una vecchia tavola tarlata che, scricchiolando, ne tradisce la presenza. Bim. Bum, Bam! Un bello scontro a fuoco d’altri tempi. Il Vecchio Cammello liquida Ginger, che non ballerà mai più sui palcoscenici del West... Clem si getta dalla finestra, sfondando la vetrata e atterrando di schiena sulla stradina sottostante, dopo un fallito doppio carpiato con tre avvitamenti e mezzo: voto 4/10.

L’esibizione dal trampolino di Clem non è piaciuta alla giuria... lui ignora l’alt di Carson, spara allo sceriffo accorso per il trambusto e viene impallinato da Tex che entra in scena al momento giusto.

I due pards si scambiano brevemente saluti e riassunto delle puntate precedenti. Tex è incuriosito dalla presenza di Ginger Charlie, nuovo membro della banda Decker: nelle ultime due ore, questa è la terza volta che sento nominare i membri di quella dannata banda.

 

Per la cronaca, Carson esclama due classiche imprecazioni che rimandano al biblico Putifarre e al generico tanghero.

Putifarre è l’italianizzazione di Potifar (ebraico: פּוֹטִיפַר o פּוֹטִיפָר, egiziano antico: Ptahwer [Ptah È Grande]), personaggio della storia di Giuseppe il patriarca, narrata nel libro della Genesi 39,1-20. Era flabellifero e capo delle guardie del faraone Amenhotep III. Flabellifero? Terra terra indica quei tizi che agitavano quei grandi ventagli di piume o rami di palma per rinfrescare i divini regnanti. Bisognerebbe chiedere a chi di dovere perchè Carson ami particolarmente questa singolare figura biblica, famoso più per via della moglie libertina che per le proprie abilità.

Il tanghero, sostantivo di etimo incerto, è da vocabolario una persona grossolana, rustica, goffa o villana. Hey, non confondiamo con tanghéro (dallo spagnolo tanguero), cioè colui che fa del tango (il ballo) la sua professione. Forse deriva dal latino tanganum, a sua volta di derivazione germanicha con significato di ‘ostinato’. Termine anche citato dal Manzoni...

Tra gli altri epiteti usati in queste pagine ci sono gli altrettanto classici satanasso e cialtrone.

Satanasso è la variante popolare di Satana (dalle forme Satănas e Σατανᾶς che nel latino e greco biblico compaiono come varianti di Satan e Σατᾶ], con significato generico di demonio o persona prepotente e furiosa. In senso alternativo e positivo può invece indicare una persona attiva, dinamica e sempre in movimento, vivace, esuberante, sfrenata e oltremodo agitata. Per questo, i due pards si definiscono alternativamente satanasso in senso buono. In senso negativo, è ancora citato dal Manzoni...

Il cialtrone, sostantivo di etimologia incerta, è una persona volgare e spregevole, arrogante e poco seria, trasandata nell’operare, priva di serietà e correttezza nei rapporti personali, o che manca di parola nei rapporti di lavoro.

 

 

Scena quarta: Paura e Delirio a Dryfork*

 

*ovviamente in omaggio a Fear and Loathing in Las Vegas di Terry Gilliam con Johnny Deep. Non che ci sia niente di psichedelico nella scena del fumetto, ma tutta la storia dell’assalto alla prigione ha un non so che di surreale e fantastico…

 

La diligenza arriva a Dryfork, con immenso piacere di Sly. L’atteggiamento del Sornione indispettisce gli altri prigionieri... sulle colline, Williams e Paco (un altro sgherro di Decker) osservano la scena.

Il sergente Murchison accoglie lo sceriffo McCall e il suo seguito al Grand Hotel del Torrente in Secca. Soliti convenevoli e battute fraterne con i nuovi e vecchi detenuti, mente occhi curiosi osservano la scena attraverso le lenti di un binocolo. Poi, il fattaccio...

Un colpo di fucile echeggia nel cielo del Nevada e, contemporaneamente, un’esplosione manda al creatore un terzetto di guardie nel campo di lavoro. Bè, chi spara ode il colpo di fucile una frazione di secondo prima del boato, mentre dalla prigione presumo si senta solo l’esplosione, che copre il rumore dello sparo. Divagazioni da dopo pranzo. Riparato da un ammasso roccioso a poca distanza, Williams spara una seconda volta, centrando dei candelotti di dinamite nascosti tra i sassi. Subito dopo, Paco, Stud e Boston Jim aprono il fuoco sulle guardie. Sorvoliamo su come i fuorilegge siano riusciti a collocare le cariche e acquattarsi a tiro di fucile senza essere avvistati, dal momento che il penitenziario si trova in una pianura aperta (vedi vignetta citata prima).

Ne nasce un parapiglia, guardie nel panico, galeotti in rivolta, picconate a destra e sinistra. Chi se la dà a gambe subito, chi si procura un fucile, chi si vendica sulle guardie. Murchison suona la sveglia ai suoi e li guida fori dal cancello principale, per sedare la rivolta e catturare i fuggiaschi.

All’interno della prigione, gli sceriffi tengono d’occhio i detenuti della diligenza ma, approfittando di un attimo di distrazione, Sly estrae una pistola dallo stivale e liquida uno alla volta i tre tutori della legge. Per inciso, Sly ha ottenuto l’arma durante la sosta della diligenza a un trading post, la notte precedente. Mentre Sly si dà alla macchia, il giovane Taylor si china su uno dei vice sceriffo ferito e ne prende l’arma, con cui ferisce una guardia. Sly libera Frank Scarface Decker dalla cella sotterranea e insieme fuggono attraverso una breccia nel muro di cinta, aperta a colpi di dinamite da Bill Decker e Kuma il Comanche. Il quartetto se la squaglia a cavallo e Frank, giunto in cima a un’altura, mantiene una promessa centrando Murchison in piena fronte con un preciso colpo di fucile.

Fine della carriera del sergente. La vignetta del colpo in testa mi ricorda in modo impressionante Enrique Breccia.

Nel frattempo, approfittando della confusione, anche i tre galeotti della diligenza e il giovane Taylor diventano uccel di bosco, scappando a bordo del mezzo. Sly, notando la fuga, continua a rimuginare sulla faccenda del tesoro nascosto...

Come da copione, Tex e Carson arrivano al penitenziario quando tutto è finito. Interrogato il dongiovanni Clem, hanno saputo del piano di evasione, ma il loro intervento è tardivo. Meglio così, altrimenti la storia sarebbe già finita. Le guardie stanno leccandosi le ferite e Tex si fa raccontare l’accaduto dal direttore Parks ed è messo al corrente della morte dell’amico Ike McCall. A causa degli avvenimenti, il ranger è convinto che l’assassino sia il giovane e misterioso Greg Taylor.

Dal racconto di Clem, Tex ha saputo che tra le guardie si trova una talpa, Ted Nelson. Naturalmente, il Giuda in divisa si becca una bella spazzolata dal nostro ranger.

 

 

Scena quinta: Inizia la Caccia

 

Poco dopo, i due pards escono dal penitenziario, seguendo letteralmente le tracce dei fratelli Decker, visto che passano attraverso la breccia nel muro di cinta. Una prima indicazione fornita da Tex ci informa che i fuggiaschi dei due gruppi si dirigeranno probabilmente a Ovest, verso la sierra Nevada in California, dal momento che a Sud c’è l’inospitale Valle della Morte e a Nord la Silver Range, pure priva d’acqua. Carson ipotizza che possano invece confondere le acque, ma Tex ribadisce che si fa come dice lui, altrimenti il fumetto si chiamerebbe Kit e non Tex. Sulla pista incontrano i resti di una pattuglia di guardie che, durante l’inseguimento ai Decker, sono stati vittima di un’imboscata e ne sono usciti con le ossa rotte.

Nel frattempo, la banda Decker si riunisce. Facciamo così conoscenza diretta dei suoi membri:

1-Frank Scarface Decker.

2-Bill Riccioli d’Oro Decker.

3-Cole ‘Sly’ Slybridge.

4-John ‘Black’ Williams.

5-Boston Jim.

6-Tom ‘Spud’ Basettoni Spudder.

7-Paco il Messicano.

8-Kuma il Comanche.

 

Sly espone ai compagni i suoi sospetti sul presunto bottino nascosto di Ray Cooper e tutti sono d’accordo di mettere il sale sulla coda al fuggiasco in diligenza, tanto per fare quattro chiacchiere. Per questo, Kuma è già sulle sue tracce. Ora, sembra un po’ forzato che dei delinquenti in fuga dopo un’evasione si facciano gli affari propri invece di mettere la distanza maggiore possibile tra sè e i probabili mastini al loro inseguimento, ma:

 

1-hanno già dato una bella strapazzata alle guardie sulle loro tracce.

2-sono molto sicuri di sè e contano di dileguarsi presto tra le montagne.

3-Cooper segue la stessa direzione, per cui non perderanno troppo tempo.

4-non sanno di avere alle calcagna due tizzoni d’inferno come Tex e Carson (anche se Sly avrebbe fatto meglio a informare gli altri della presenza di Tex nei paraggi).

5-se sparivano in quattro e quattrotto, che razza di storia era?

 

Poco più in là, i quattro della diligenza sono alle prese con un assale che è andato a farsi benedire. Cooper decide di mettersi in proprio, coglie di sorpresa i due galeotti e fugge con i cavalli, tirandosi dietro anche l’imperscrutabile Greg Taylor. La scena è osservata da Kuma.

Tex e Carson scoprono dalle tracce che uno dei fuggiaschi della banda si è staccato dagli altri e decidono di seguire questa pista. La vignetta centrale di pag. 91 è l’ispirazione della copertina di Villa e per me è più bella.

I pards si accorgono che le tracce seguono quelle della diligenza e quel volpone di Tex ha già capito tutto, fine della storia. Il tizio che seguono è sulle tracce di Ray Cooper perchè vuole scoprire qualcosa sul tesoro nascosto. Io ho dovuto leggere tutto l’albo per arrivare qui, a Tex sono bastate una decina di vignette.

A questo punto è elementare, segui la diligenza e trovi tutta la selvaggina.

Intanto, alcune guardie raggiungono il luogo dove si è fermata la diligenza e cadono nell’imboscata tesa loro dai due galeotti traditi da Cooper che, magnanimo come un confessore, ha lasciato loro delle armi. La situazione è pessima per le guardie, ma arrivano i due satanassi che liquidano in fretta la faccenda. Grande Kit! Tex, che ha già tolto di mezzo il galeotto Pike, vuole bissare con l’altro, Clayton. Grida a Carson di tenerlo impegnato mentre cerca di stanarlo, ma Capelli d’Argento piazza un solo colpo, preciso sul secondo bottone dall’alto della camicia da forzato del marrano. Al morente Clayton non resta che il tempo di dire a Tex quello che già sa, cioè che Cooper li ha piantati in asso.

Cooper e Taylor stanno rinfrescandosi le idee nell’ultima pozza d’acqua prima dell’inferno, quando si accorgono che qualcuno sta facendo dei segnali di fumo, indietro sulla loro pista. È Kuma, che aspetta i compari per riunirsi a loro con notizie fresche su Cooper. In seguito, Tex giunge alla stessa conclusione, ribadendo le sue ben note doti di chiaroveggenza e perspicacia. Quello che succederà noi non lo sappiamo, lui sì, come sempre. Sa già dove sta andando Cooper, ma non lo dice nè a Carson nè a noi, per non guastarci la sorpresa.

Tex deve ricordare a Carson i nomi dei componenti della banda di Decker, come prima gli aveva rinfrescato la memoria su Cooper e prima ancora su Ginger che si era unito ai Decker. Il vecchio reprobo queste cose le sa, ma Tex, per volere degli sceneggiatori, deve sempre essere un metro avanti o uno scalino più su, fate voi, tanto è lo stesso, come gettare la spugna o tirare i remi in barca.

Insomma, Cooper porta Taylor presso una ridotta ferroviaria dove transitano i convogli minerari tra le miniere di Aurora e le fonderie a valle. Aurora è oggi una ghost town mineraria, ma negli anni ’60 del XIX secolo era una boom town di quasi 10mila persone che lavoravano alle miniere d’oro. Si trova nella Mineral County in Nevada, poco a Sudovest del Walker Lake, a sole tre miglia dal confine californiano.

Ray intende servirsi della ridotta per raggiungere le montagne e far perdere le proprie tracce, ma in quel momento arriva la banda di Decker....

 

È un bell’albo, una bella storia. Mi piacciono anche i disegni, anche se sono un po’ sporchi, non so se mi spiego.

Certo, alcune situazioni sono un po’ forzate, come l’incredibile attacco al penitenziario e la facilità con cui Tex e Carson restano incollati ai fuggitivi. Nessun intoppo, nè per gli uni nè per gli altri. E poi, questo Tex che sa tutto e prevede tutto. Spesso è inutile, cosa cambia se invece di presumere cosa ha in mente Cooper, si limita a seguirne e le tracce poi si vedrà? Perchè deve sentenziare le intenzioni di Decker di seguire Cooper per il bottino nascosto, invece di scoprirlo nel corso della storia? Già noi lo sappiamo perchè è stato detto dieci volte nell’albo, ma perchè anche Tex lo deve ribadire?

In ogni caso, un giudizio positivo. Sono curioso di scoprire chi è questo Greg Taylor, se c’è o ci fa. La mia ipotesi è che si tratta di un detective, ingaggiato dalle compagnie minerarie, per mettere le mani sul bottino di Cooper. Doveva diventarne amico e strappargli informazioni in galera, ma il caso ha voluto che forse lo stesso Cooper lo porterà proprio al tesoro.

Vedremo.

Alla prossima.

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Trama abbastanza interessante, con diversi avversari piuttosto ben delineati. Non ho ancora capito chi fra di loro darà più filo da torcere ai nostri.

Pure per me Greg Taylor è un personaggio piuttosto enigmatico e credo che ci darà qualche sorpresa.

Forse l'evasione nello stile proposto è un po' esagerata. In ogni caso ho apprezzato che il direttore con pistola in mano è in prima linea nella difesa e quindi non è uno scaldasedie.

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21 ore fa, navajo warrior dice:

Tom ‘Spud’ Spudder, fuorilegge della banda Decker. Sebbene il soprannome significhi ‘sarchio’ (zappa con lama da una parte e due punte dall’altra) e il nome ‘sarchiatore’ o ‘colui che sarchia’, mi piacerebbe chiamarlo Basettoni, chissà perchè. Da come veste e dall’aspetto mi ricorda il Daniel Boone (eroe dell’indipendenza americana) alla conquista del Kentucky, in un celebre quadro.

 

Se non ricordo male, Spud come nomignolo (in british english) significa soprattutto 'patata' o 'tubero', più che 'sarchio' (attrezzo con cui si possono cavare i tuberi dal terreno)

 

Quindi se soprannome italianizzato gli si deve proprio dare, 'Er patata' pare appropriato ;-)

Modificato da gilas2
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22 hours ago, navajo warrior said:

l simpatico sergente Murchison, capo delle guardie carcerarie, suona la sveglia ai detenuti, con vigorose randellate sulle sbarre delle celle. Una bella prospettiva li attende, la solita giornata a spaccare pietre nel campo di lavoro. I detenuti sembrano sbigottitti, tra un ‘!’ e un ‘?’, come se fosse una novità. Immagino il fetore lì dentro, tutti a dormire sotto le coperte con gli stracci d’ordinanza che indossano di giorno, e nessuno che mette le scarpe, come se le avessero portate a letto...

 

Non esageriamo, nella prima pagina si vedono i forzati che si mettono a sedere sulle brande (senza inquadrare i piedi), NON che balzano subito fuori dalla cella, nella seconda Decker è GIÀ fuori dalla cella, è ovvio che è passato del tempo, tempo sufficiente per infilarsi le scarpe...  :lol:

 

Su Tex che spiega continuamente tutto a Carson, avevo già citato il fatto che Rauch tramite i dialoghi spiega la stessa cosa più volte. Anche se lo fa "abbastanza" bene, la necessità di spiegazioni ripetute come queste è un annosa questione. Da una parte appesantiscono la lettura, fanno sembrare Tex pedante e Carson scemo, dall'altra, se non spieghi una cosa MINIMO tre volte, poi sui social trovi i post della gente che chiaramente non ha capito una mazza.

 

La mia opinione? Che troppi autori Bonelli (non il bos, per fortuna, e infatti viene criticato per le storie "troppo difficili") si preoccupano troppo delle critiche sui social sui "buchi di trama" (presunti) e cercano di evitarle spiegando troppo, e dovrebbero invece preoccuparsi di più di fare storie appassionanti. Non importa quante volte spieghi una cosa, ci sarà SEMPRE qualcuno che non la capisce (principalmente, perchè in realtà non siamo creature razionali, se ci mettiamo in testa un idea poi alteriamo la nostra percezione della realtà per confermarla, e farlo con un fumetto dove siamo noi in realtà ad immaginare gli eventi basandoci su qualche segno su una pagina, è facilissimo), quindi cercare di spiegare tutto più volte per far sì che nessuno possa non capire è una follia, annoi la maggior parte dei lettori e comunque quelli che non capiscono non li puoi eliminare.

 

D'altra parta, io mi ricordo che da bambino trovavo affascinanti le storie in cui non capivo tutto. Leggendo i primissimi albi Marvel ero affascinato dai riferimenti a personaggi che non conoscevo e a storie che non avevo letto. E credo fossero emozioni condivise dalla maggior parte dei lettori dell'epoca (d'altronde, cos'è più interessante e affascinate, un mistero o la sua soluzione? Vedere il finale del Trono di Spade per una dimostrazione plateale...). E non è un caso che uno dei miei  "cattivi"  preferiti su Tex sia Mitla, di cui non ci viene mai spiegato NULLA, non sappiamo nemmeno perchè voglia vendicarsi, cosa gli sia successo, chi sia, da dove viene, nulla. (e spero che rimanga così, se uno sceneggiatore di Tex mai avrà la balzana idea di andarci a spiegare le sue "origini" lo vado a cercare una notte di luna piena...)

 

La fiction che consumiamo negli ultimi decenni è stata molto banalizzata, tutto deve essere spiegato nei minimi dettagli (non solo i fumetti, penso soprattutto alla TV, dove per esempio negli adattamenti dei cartoni animati giapponesi per Mediaset c'erano indicazioni di eliminare dai dialoghi tutti i "se" e i dubbi o le incertezze, affinché lo spettatore non dovesse mai avere dubbi o porsi domande), e quindi può anche essere che un pubblico abituato ad avere tutto spiegato subito adesso non sopporti di non sapere. Può essere. Ma non credo che sia così. Non si spiegherebbe il successo di storie basate su misteri non spiegati per anni, tipo il già citato Trono di Spade o Harry Potter. Credo invece che siano i social a spingerci a fare i puntigliosi maestrini dalla penna rossa, sempre in cerca di qualcosa da indicare come "errore" per far vedere che siamo più intelligenti degli altri.

Ma poi, alla fine, credo che anche quello che poi riempie i social di liste di "non ha spiegato questo, non ha spiegato quello", in realtà poi si diverte di più a leggere una storia che scorre bene, anche se magari non capisce tutto, piuttosto che un enorme massa di spiegoni ripetuti più volte...

 

Detto questo, e tornando alla storia...  Rauch viene da Zagor, testata dove attualmente c'è un livello di "spiegazionismo" eccessivo e spesso fastidioso (in uno degli ultimi che ho letto diverse pagine erano dedicate a spiegare come faceva Zagor a sfrondare un tronco d'albero...), spero che con il tempo si "disintossicherà" da queste brutte abitudini, almeno su Tex...

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, Diablero dice:

E non è un caso che uno dei miei  "cattivi"  preferiti su Tex sia Mitla, di cui non ci viene mai spiegato NULLA, non sappiamo nemmeno perchè voglia vendicarsi, cosa gli sia successo, chi sia, da dove viene, nulla. (e spero che rimanga così, se uno sceneggiatore di Tex mai avrà la balzana idea di andarci a spiegare le sue "origini" lo vado a cercare una notte di luna piena...)

 

Accidenti. Adesso devo cestinare la mia ultima idea o ti ritroverò alla mia porta.:lol:

 

<span style="color:red;">3 ore fa</span>, Diablero dice:

auch viene da Zagor, testata dove attualmente c'è un livello di "spiegazionismo" eccessivo e spesso fastidioso (in uno degli ultimi che ho letto diverse pagine erano dedicate a spiegare come faceva Zagor a sfrondare un tronco d'albero...), spero che con il tempo si "disintossicherà" da queste brutte abitudini, almeno su Tex...

 

Se un giorno ci dovessimo rivederci di persona, ricordami di raccontarti un certo aneddoto sullo spiegazionismo che non posso narrare in pubblico.

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<span style="color:red;">14 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

 

Accidenti. Adesso devo cestinare la mia ultima idea o ti ritroverò alla mia porta.:lol:

 

 

 

 

Diablero, ti ringrazio!   :laugh:

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<span style="color:red;">23 ore fa</span>, gilas2 dice:

 

Se non ricordo male, Spud come nomignolo (in british english) significa soprattutto 'patata' o 'tubero', più che 'sarchio' (attrezzo con cui si possono cavare i tuberi dal terreno)

 

Quindi se soprannome italianizzato gli si deve proprio dare, 'Er patata' pare appropriato ;-)

Prendo atto e mi piace :D nel prossimo albo lo chiamerò Er Patata Basettoni.

 

<span style="color:red;">21 ore fa</span>, Diablero dice:

 

Non esageriamo, nella prima pagina si vedono i forzati che si mettono a sedere sulle brande (senza inquadrare i piedi), NON che balzano subito fuori dalla cella, nella seconda Decker è GIÀ fuori dalla cella, è ovvio che è passato del tempo, tempo sufficiente per infilarsi le scarpe...  :lol:

Bè, hai ragione. Non è che voglio puntualizzare su tutto, sia ben inteso. D'altronde, anche in Prison Break, che si svolge ai giorni nostri, i detenuti di Fox River vanno in branda più o meno vestiti come sono di giorno. Mica pretendo che si illustri proprio tutto, eh?

Tra l'altro, avete mai visto Tex far pipì o Carson con un fascio di fogli di giornale in mano dietro una pianta? :lol: E sì che in certi bei western scene così sono capillari. Ricordo Giù la Testa che inizia con Rod Steiger che annega le formiche, ne Gli Spietati il giovane killer ammazza il suo primo uomo mentre questo è nella latrina, Kris Kristofferson prende la pistola nella latrina della prigione prima di ammazzare i vice di James Coburn in PG&BtK....

PS. grande post, Diablero, ho quotato :inch:

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8 hours ago, borden said:
23 hours ago, Carlo Monni said:

Accidenti. Adesso devo cestinare la mia ultima idea o ti ritroverò alla mia porta.:lol:

 

 

Diablero, ti ringrazio!   

 

Prego! :D

 

 

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Storia che non delude le (mie) aspettative.

I diversi gruppi alla caccia del bottino di Cooper finiscono per incrociare la loro strada con quella di Tex e Carson fino all'epilogo non scontato.

Bella la caratterizzazione dei vari personaggi messi in scena e notevoli i disegni di Prisco.

Rauch, attualmente impegnato su Zagor e su Tex Willer, mostra di essere in grado di dire la sua anche su Tex.

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Buona conclusione anche a mio avviso di una storia non originalissima come impostazione complessiva, ma che presenta una caratterizzazione dei personaggi negativi interessante. Anche se sono tutti (con un'eccezione - o forse due?) degli emeriti gaglioffi inesorabilmente votati al crimine e, soprattutto, al tradimento reciproco, i dialoghi che li contraddistinguono sono piacevoli, vari e non scontati. L'intervento di Tex e Carson è delineato in maniera prevedibile quanto all'esito ma non è poi così banale per l'intreccio di vari episodi che influiscono sulla loro caccia all'uomo. Anche la presa di coscienza dei due pards sul ruolo di Greg Taylor viene delineata con gradualità e in modo credibile (anche se, evidentemente, costruito su piccoli sviluppi della vicenda che agevolano questo tipo di esito - vedi la vicenda con la squaw Juna).

I disegni di Prisco sono idonei alla vicenda, soprattutto nella delineazione di personaggi minori; mi verrebbe da dire, finalmente dei banditi che mostrano alcune, realistiche, magagne nella loro dentatura. Uno dei pochi difetti che mi sento di evidenziare a proposito di Villa (grandissimo disegnatore, intendiamoci - e non solo per lo splendido "Texone" da poco pubblicato!) è la definizione così puntuale ma fin troppo perfetta della dentatura dei personaggi, anche quelli secondari. Anche nella copertina dell'albo in questione, il Mohave (presumo) che attacca Tex appare ancora più minaccioso in virtù di una chiostra di denti che appare curatissima e molto regolare: sembra appena uscito dal dentista! :D

Modificato da dario63
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Buona storia di Rauch che spero di rivedere sulla serie regolare ( e che non vedo l'ora di leggere sulla serie Tex willer), con una seneggiatura abbastanza complessa e non subito prevedibile con Tex e Carson che fanno la loro parte. Buoni anche i disegni di Prisco anche se alcune vignette non le ho trovate molto curate  sopratutto nellla realizzazione delle mani non sempre disegnate bene.

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Boh.

L'inizio della storia, nel primo albo, era intrigante. Lineare e semplice, ma intrigante, questo è l'aggettivo che mi era venuto subito in mente.

Lo svolgimento, nel secondo albo, è altrettanto regolare, scontato forse, ma in fin dei conti, una buona storia.

Però, quanti luoghi comuni, quante inesattezze.

Sarà che il fumetto è svago, ma è possibile che che non si possa essere un po' più attenti e coerenti alle realtà storiche, culturali e geografiche?

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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, navajo warrior dice:

Boh.

L'inizio della storia, nel primo albo, era intrigante. Lineare e semplice, ma intrigante, questo è l'aggettivo che mi era venuto subito in mente.

Lo svolgimento, nel secondo albo, è altrettanto regolare, scontato forse, ma in fin dei conti, una buona storia.

Però, quanti luoghi comuni, quante inesattezze.

Sarà che il fumetto è svago, ma è possibile che che non si possa essere un po' più attenti e coerenti alle realtà storiche, culturali e geografiche?

 

 

Premesso che Tex non è una lezione di storia e geografia, segnalami le inesattezze che citi... Magari abbiano semplicemente INVENTATO...;)

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Buona e degna conclusione di una storia dalla trama molto lineare, a tratti forse quasi scontata, ma che per quanto mi riguarda si è lasciata leggere con grande piacere e scorrevolezza. Non vi è stato grande spazio per plateali colpi di scena o sorprese di qualsiasi tipo (al massimo gli antagonisti di turno sono incappati in imprevisti, comunque rivelatisi funzionali allo scorrere della trama), la sequela dei fatti si è susseguita con una discreta celerità, ma ritengo tutto ciò coerente con l'impostazione della sceneggiatura. Per cui, a mio parere, in sede di sceneggiatura Rauch ha centrato in pieno l'obiettivo che presumibilmente si era posto.

 

I dettagli che, sempre a mio avviso, hanno contribuito al buon risultato complessivo sono stati la caratterizzazione dei principali antagonisti e la loro suddivisione in due fazioni, e soprattutto la gestione del rapporto che poco a poco si crea tra Cooper - alla fine dei conti, molto meno carogna di quanto avremmo potuto immaginare in principio - e Taylor. Poteva secondo me essere gestito ed utilizzato meglio, invece, il gruppo di mohaves cacciatori di uomini, che avrebbero potuto costituire un imprevisto di rilievo, mentre alla prova dei fatti si sono rivelati un'accozzaglia di sciacalli incapaci di contrastare avversari davvero agguerriti.

 

Nel complesso, comunque, una buona storia, non un capolavoro ma assolutamente in linea con quello che dovrebbe essere il livello medio delle storie di Tex. 

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