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[Maxi Tex N. 26] Caccia a Tiger Jack


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Neanche a me e' piacuto il Tiger sulla regolare che dice solo ugh. Poi che  Tex e Carson sul maxi arrivino giusti giusti a salvare  Tiger partendo dalla riserva e  che Tiger dica sapevo che sareste arrivati perche ho sentito il fumo mi e' saputo un po forzato. Poi perche Tiger non si e' portato apresso la pistola  dell' uomo che aveva amazzato, quello che aveva comprato l'indiana?

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<span style="color:red;">33 minuti fa</span>, Piombo Caldo dice:

Neanche a me e' piacuto il Tiger sulla regolare che dice solo ugh. Poi che  Tex e Carson sul maxi arrivino giusti giusti a salvare  Tiger partendo dalla riserva e  che Tiger dica sapevo che sareste arrivati perche ho sentito il fumo mi e' saputo un po forzato. Poi perche Tiger non si e' portato apresso la pistola  dell' uomo che aveva amazzato, quello che aveva comprato l'indiana?

 

Esattamente concordo sulla forzatura ho pensato la stessa cosa. Diciamo che nel complesso comunque ho apprezzato molte altre cose quindi sono un po' passato sopra a queste cose 

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CACCIA A TIGER JACK

Gran bella avventura, con un Tiger Jack in solitaria, anche se l’intervento risolutore, alla fine, è di Tex e Carson, i quali, tra l’altro, ci avevano già fatto gioire con una performance iniziale di tutto rispetto. A proposito di ciò, non si può fare a meno di notare come, in tale occasione, i dialoghi dei due pards, quando si mostrano ai rapinatori, sono di quanto più vicino ci sia a quelli GLBonelliani. Splendida anche la location, tra i monti innevati del Wyoming, che rendono più arduo il salvataggio delle donne da parte del pard indiano, e discreti i nemici, anche se vengono eliminati con fin troppa disinvoltura.

I disegni, pur non negativi, certamente non si lasceranno ricordare per la loro bellezza.

Voto alla storia: 7,7

Voto ai disegni: 7

IL VELENO DELLA ZINGARA

Piuttosto debole, invece, questa seconda di Ruju, basata tutta sul veleno del titolo, che però non termina di fare l’effetto di cui parla la zingara, visto che il temuto Bill Gunning viene ucciso dalla stessa donna, che lo fa finire sotto le ruote della diligenza. Appena sufficiente, quindi, mentre i disegni sono nella media.

Voto alla storia: 6

Voto ai disegni: 7,5

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11 ore fa, Andrea67 dice:

CACCIA A TIGER JACK

Gran bella avventura, con un Tiger Jack in solitaria, anche se l’intervento risolutore, alla fine, è di Tex e Carson, i quali, tra l’altro, ci avevano già fatto gioire con una performance iniziale di tutto rispetto. A proposito di ciò, non si può fare a meno di notare come, in tale occasione, i dialoghi dei due pards, quando si mostrano ai rapinatori, sono di quanto più vicino ci sia a quelli GLBonelliani. Splendida anche la location, tra i monti innevati del Wyoming, che rendono più arduo il salvataggio delle donne da parte del pard indiano, e discreti i nemici, anche se vengono eliminati con fin troppa disinvoltura.

I disegni, pur non negativi, certamente non si lasceranno ricordare per la loro bellezza.

Voto alla storia: 7,7

Voto ai disegni: 7

IL VELENO DELLA ZINGARA

Piuttosto debole, invece, questa seconda di Ruju, basata tutta sul veleno del titolo, che però non termina di fare l’effetto di cui parla la zingara, visto che il temuto Bill Gunning viene ucciso dalla stessa donna, che lo fa finire sotto le ruote della diligenza. Appena sufficiente, quindi, mentre i disegni sono nella media.

Voto alla storia: 6

Voto ai disegni: 7,5

Sinceramente, il fatto che la bella e determinata Alithia abbia dato il "colpo di grazia" al bandito Gunning non mi pare un'incongruenza nella storia. In effetti, la funzione del veleno sta nello sconvolgere, con un'intensità crescente, le facoltà della persona che ne subisce l'azione - e questo viene mostrato in pieno, con una perdita di lucidità mentale e un'accentuazione del carattere feroce, quasi bestiale, peraltro già presente in Gunning. E poi, noi non sappiamo che cosa di preciso avesse visto nei suoi tarocchi la bella cartomante! 😜 Attendere che il bandito muoia estenuato dal veleno avrebbe magari richiesto chissà quante inutili vignette... Tutto sommato, meglio che venga finito in modo più diretto.

 

Tornando alla prima storia, concordo nel lodare il fatto che Tiger si presenti non solo maggiormente protagonista, ma anche più loquace (una caduta di tono, qualcuno potrà dire, una delle tante di Nizzi nell'ultima storia nella serie regolare, è la presa in giro di Gros-Jean che lo apostrofa con il termine chiaramente antifrastico "chiacchierone" e riceve per conferma uno striminzito Ugh, che mortifica le capacità di ragionamento e di personalità del Navajo che invece questo Maxi, come peraltro altre storie, è in grado di evidenziare).

Concordo anche con l'osservazione di Diablero sulla perplessità per la capacità mostrata da Tiger di ammansire gli addestrati cani da guardia, accattivandosi la loro muta benevolenza con un po' di carne secca. E' pur vero che il loro "proprietario" dimostra alla fine di essere una vera carogna e di non essere per nulla attaccato a quegli animali perché non risulta affatto turbato dal pensiero che possano bruciare vivi, ma questo aspetto in uno che già non è uno stinco di santo può pure passare, specie se sta fuggendo per tentare di salvare la sua di pellaccia.

Per questo, credo che l'inserimento dei cani, sviluppato poi in quel modo, avrebbe potuto anche essere evitato, senza questo "siparietto" ben poco plausibile, tanto non erano proprio un elemento utile alla storia. Per il resto, ho trovato la storia piacevole.

Modificato da dario63
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ATTENZIONE AI POSSIBILI SPOILER!!

 

In controtendenza rispetto a molti dei topic che hanno preceduto il mio, devo dire di non essere rimasto granché entusiasta delle due storie contenute in questo Maxi, che purtroppo - e mi preme sottolineare PURTROPPO - dal mio punto di vista contribuiscono a rinfocolare ancora una volta di più il pregiudizio secondo cui questa collana sia adibita ad ospitare storie di serie B. Pregiudizio cui io dico ancora una volta di sforzarmi di non credere, ma tali e tanti episodi simili mettono sempre più a dura prova questa mia opinione.

 

La vendetta di Tiger Jack, di per sé, si preannunciava ai miei occhi decisamente interessante, non fosse altro perché si preannunciava come una storia in cui il fedele pare navajo di Tex avrebbe avuto un ruolo assai più centrale del solito. In questo senso stretto, è indubbio che l'obiettivo può anche essere considerato centrato, tuttavia a mio avviso ciò che sta intorno ad esso può essere considerato quantomeno rivedibile. In primis, la sequenza iniziale in cui Tex e Carson sgominano senza difficoltà una banda di scannagatti: certo, andava spiegato quali impegni avessero trattenuto Tex dal recarsi personalmente presso i Blackfoot in luogo del fido Tiger, ma ritengo bastassero un paio di vignette per dare una spiegazione, in luogo di una scena come ne abbiamo viste tante su questa serie, oltretutto sostanzialmente slegata dalla trama principale. Per tacere di quando, dopo che Tiger ha fatto piazza pulita della marmaglia di rapitori di fanciulle, sopraggiungono lo sceriffo ed i suoi vice: una sequenza talmente scontata e prevedibile che, nel momento stesso in cui lo sceriffo si è qualificato, avevo capito come si sarebbe evoluta la vicenda. Ce ne sarebbero ancora di esempi da portare, mi limito però a citare il goffo tentativo ordito da Tiger per "prendere in prestito" un cavallo dalla scuderia del ranch: non capisco come un veterano come lui possa sperare di riuscire nell'impresa di prendere il cavallo, liberare la squaw prigioniera e fuggire, in barba a mezza dozzina di uomini di guardia dal grilletto facile. In conclusione, a mio giudizio si tratta di una storia che supera appena la sufficienza, in altre parole la ritengo un'occasione persa, o almeno sfruttata male (forse, se dipanata su tutto il Maxi, ovviamente evitando scivoloni come quelli sopra evidenziati, mi azzardo ad ipotizzare avrebbe potuto riuscire meglio).

 

Poco da dire, praticamente nulla, per quanto riguarda invece Il veleno della zingara: classica storia in cui Tex e Carson si imbattono in una persona salvatasi per miracolo da una banda di furfanti sanguinari, in questo caso una fanciulla indifesa ma non troppo (il cui peso nella storia si esaurisce con la coltellata avvelenata che assesta al capobanda), e si premurano di fare giustizia. Una storia scialba, pressoché indecifrabile, che purtroppo per tali caratteristiche si legge alla velocità del fulmine, e sembra che la sua principale funzione sia stata riempire meno della seconda metà del Maxi.

 

Un'ultima considerazione in merito ai disegni: Cossu, senza nulla togliere alla sua indubbia professionalità, continua a non piacermi ed a sembrarmi inadatto per Tex, e ad essere sincero dalle anteprime mi sarei aspettato qualcosa di più da Felmang, le cui tavole - in particolare quelle in cui si spara o si combatte - mi sono sembrate troppo poco dinamiche.

Modificato da juanraza85
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On 11/4/2020 at 02:57, F80T dice:

Ho letto il primo dei due racconti inseriti nel Maxi e il mio giudizio è positivo.

 

 

Completata la lettura del Maxi, devo riconoscere che la seconda storia è piuttosto debole.

 

Innanzitutto, a parte la splendida Alithia, il livello dei disegni mi è sembrato inferiore allo standard a cui siamo abituati. Posso serenamente affermare, infatti, che ho preferito di molto l'aspetto grafico del primo dei due episodi, pur non essendo Cossu uno dei disegnatori da me preferiti.

 

Anche la sceneggiatura mi è parsa esile, e sicuramente non all'altezza delle belle prove che negli ultimi albi di Tex e soprattutto di Tex Willer Ruju ci sta offrendo.

Lo spunto interessante, il veleno che opera lentamente, minando l'equilibrio dell'antagonista, non mi pare adeguatamente sviluppato e sono rimasto deluso dal fatto che, alla fine, non sia stato il veleno ad uccidere Bill Gunning.

 

Ultima notazione: a mio giudizio il MaxiTex ha un senso se consente lo sviluppo in un unico albo di una lunga storia, come fu per Oklahoma o, più di recente, per Nueces Valley; o se raccolga più racconti di lunghezza anomala, non facilmente inquadrabili nella scansione della serie regolare. Non ne capisco la funzione se viene destinato a ospitare storie che, per dimensioni, avrebbero potuto tranquillamente essere pubblicate nella serie regolare. Una simile conformazione lascia intendere che si tratti di una pubblicazione destinata a ricevere gli "scarti" della serie regolare. 

 

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<span style="color:red;">9 ore fa</span>, F80T dice:

 

Completata la lettura del Maxi, devo riconoscere che la seconda storia è piuttosto debole.

 

Innanzitutto, a parte la splendida Alithia, il livello dei disegni mi è sembrato inferiore allo standard a cui siamo abituati. Posso serenamente affermare, infatti, che ho preferito di molto l'aspetto grafico del primo dei due episodi, pur non essendo Cossu uno dei disegnatori da me preferiti.

 

Anche la sceneggiatura mi è parsa esile, e sicuramente non all'altezza delle belle prove che negli ultimi albi di Tex e soprattutto di Tex Willer Ruju ci sta offrendo.

Lo spunto interessante, il veleno che opera lentamente, minando l'equilibrio dell'antagonista, non mi pare adeguatamente sviluppato e sono rimasto deluso dal fatto che, alla fine, non sia stato il veleno ad uccidere Bill Gunning.

 

Ultima notazione: a mio giudizio il MaxiTex ha un senso se consente lo sviluppo in un unico albo di una lunga storia, come fu per Oklahoma o, più di recente, per Nueces Valley; o se raccolga più racconti di lunghezza anomala, non facilmente inquadrabili nella scansione della serie regolare. Non ne capisco la funzione se viene destinato a ospitare storie che, per dimensioni, avrebbero potuto tranquillamente essere pubblicate nella serie regolare. Una simile conformazione lascia intendere che si tratti di una pubblicazione destinata a ricevere gli "scarti" della serie regolare. 

 

Scarti con ogni tanto qualche gioiellino.🙋

Speriamo lo sia anche quello di Piccinelli.🙋

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<span style="color:red;">19 minuti fa</span>, Piombo Caldo dice:

Una simile conformazione lascia intendere che si tratti di una pubblicazione destinata a ricevere gli "scarti" della serie regolare. 

 

Ma sul serio? Quindi secondo te  "Painted desert" di Manfredi & Nespolino e quella di Ruju & Rossi dello scorso ottobre sarebbero degli scarti? Buono a sapersi.

Ti è anche sfuggito, pare, che le altre storie contenute nei Maxi con due hanno tutte una lunghezza anomala ovvero non sarebbero mai potute andare sulla serie regolare in nessun caso. Sono storie scritte e concepite direttamente per questo formato.

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Scarti della serie regolare non penso. Però anche secondo me da quando c'è la formula della doppia storia i Maxi sono a un livello medio più basso di prima. 

I miei gusti mi portano a dire che negli ultimi 4 numeri (anzi 5 ma "La grande corsa" è ancora una storia singola) non ci sia neanche una storia ai livelli per esempio di "Fort Sahara", "La belva umana", "Lungo i sentieri del West", "L'ora del massacro" e altri. L'ultimo Maxi davvero bello secondo me è stato Nueces Valley.

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Piombo Caldo dice:

Speriamo lo sia anche quello di Piccinelli.🙋

 

Scusate sono disinformato ☹️. Uscirà un maxitex di Piccinelli? Quando? Storia singola o doppia?

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2 hours ago, Carlo Monni said:

 

Ma sul serio? Quindi secondo te  "Painted desert" di Manfredi & Nespolino e quella di Ruju & Rossi dello scorso ottobre sarebbero degli scarti? 

 

Scarti no, pero' sono entrambe piuttosto deboli. Non sono un estimatore di Ruju, ma quella storia (e pure quella disegnata da Repetto) sono al di sotto dei suoi standard abituali.

Per non parlare di Manfredi di cui ho invece un'altissima opinione e che e' in grado di scrivere veri e propri gioielli. 

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Mondego dice:

 

 

 

Scusate sono disinformato ☹️. Uscirà un maxitex di Piccinelli? Quando? Storia singola o doppia?

Storia singola, Tex in compagnia dei Tre Bill, dovrebbe usire a  ottobre, se non ho capito male.🙋

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

ma sul serio? Quindi secondo te  "Painted desert" di Manfredi & Nespolino e quella di Ruju & Rossi dello scorso ottobre sarebbero degli scarti? Buono a sapersi.

Ti è anche sfuggito, pare, che le altre storie contenute nei Maxi con due hanno tutte una lunghezza anomala ovvero non sarebbero mai potute andare sulla serie regolare in nessun caso. Sono storie scritte e concepite direttamente per questo formato.

 

Se non ricordo male, un po' di tempo fa Boselli ci spiegò perché a lui Maxi Magazine piacciono. Si diverte a farli e (soprattutto, aggiungo io) danno lavoro a sceneggiatori, disegnatori e redattori.

 

Ebbene, non posso che condividerne al 100% le finalità perseguite e mi guardo bene di criticare l'esistenza del Maxi, che anzi da un paio di anni ho ripreso a comprare regolarmente, dopo averlo evitato per un po'.

 

Solo che vorrei che avesse una caratterizzazione più forte, come quella che hanno il Texone, i cartonati e (piaccia o non piaccia) anche il Color breve.

 

Invece, se non ricordo male (non ho con me i volumi, che si trovano per ragioni di spazio a casa dei miei genitori, che a causa della pendemia non posso raggiungere) è capitato più volte nelle ultime uscite che le storie proposte avessero una lunghezza pari a 110 pagine o un suo multiplo. 

 

In tali ipotesi, è legittima una domanda: perché la storia è stata pubblicata sul Maxi e non sulla serie regolare? Qual è il discrimen

 

Ecco, da questa prospettiva può sembrare che il criterio di distribuzione delle storie sia qualitativo: sulla serie regolare le storie ritenute più valide, sul Maxi quelle meno riuscite.

 

Ribadisco, il mio non è un giudizio di valore in termini generali, bensì l'invito a dare una più marcato carattere alla serie.

 

<span style="color:red;">3 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

Ma sul serio? Quindi secondo te  "Painted desert" di Manfredi & Nespolino e quella di Ruju & Rossi dello scorso ottobre sarebbero degli scarti? Buono a sapersi.

 

 Per rispondere alla tua domanda, avevo commentato a suo tempo l'opera di Ruju e Rossi:

 

"(...) abbiamo due avventure che si sarebbero potute benissimo leggere sulla serie regolare. La città corrotta nasce da un'idea che mi sembra abbastanza originale e che viene sviluppata adeguatamente, per quanto vi sia qualche colpo di fortuna di troppo (la scoperta dei corpi) (...) Anche i disegni di Rossi mi sono piaciuti molto".

 

Quanto all'opera di Ruju e Nespolino (penso che ti riferisca a Deserto Mohave), che non ho avuto modo di commentare in questa sede, ebbene non mi ha esaltato: mi sembra che la sceneggiatura fosse piuttosto debole rispetto a un buon soggetto.

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, F80T dice:

Invece, se non ricordo male (non ho con me i volumi, che si trovano per ragioni di spazio a casa dei miei genitori, che a causa della pendemia non posso raggiungere) è capitato più volte nelle ultime uscite che le storie proposte avessero una lunghezza pari a 110 pagine o un suo multiplo. 

 

Amemoria, è successo solo due  volte: la prima con "DesertoMohave" (mi scuso per avere sbagliato il titolo, sono umano dopotutto) e la seconda con e "Tempesta". In entrambi i casi si è trattato di storie destinate alla serie regolare e dirottate sul Maxi per metterle in coppia conuna storia preesistente di 110 pagine che non aveva altro posto dove essere pubblicata dopo la chiusura dell'Almanacco e non perché fossero storie deboli ma per l'esatta contrario quantomeno rispetto alle storie più brevi con cui erano appaiate.

In tutti gli altri Maxi con due storie ciascuna di queste ha una lunghezza  diversa da multipli di 110 pagine che le  rendevano inadatte alla pubblicazione nella serie regolare proprio per la loro lunghezza particolare. Per esempio, nel  Maxi del  2015 abbiamo una storia di  124 pagine ed una di 160; in quello dell'aprile 2019 ci sono una storia di 128 pagine ed una di 156, lunghezze che provano chiaramente che sono state scritte appositamente per il Maxi. Togliamoci il paraocchi del pregiudizio per piacere.

 

<span style="color:red;">4 ore fa</span>, F80T dice:

Solo che vorrei che avesse una caratterizzazione più forte, come quella che hanno il Texone, i cartonati e (piaccia o non piaccia) anche il Color breve.

 

Su questo punto ti do ragione al 100%.

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La reputazione dei Maxi Bonelli sconta il fatto che TUTTI i Maxi delle varie collane sono stati  molto spesso usati per mettere storie di autori poco graditi ai lettori. (Un classico esempio sono i vecchi Maxi di Dylan Dog con le storie di Montanari e Grassani,  e quanti Maxizagor ha disegnato Chiarolla? E quanti Maxitex ha disegnato Cossu, e prima Ortiz e Diso?), e in genere storie considerate poco adatte alla serie regolare.

 

Rispetto ad altre serie Maxi, i Maxitex hanno il pregio di essere nati con un senso: all'inizio per ospitare Oklahoma di Berardi, scritta per la serie regolare ma considerata potenzialmente troppo "eversiva" da Sergio Bonelli (e io ancora mi chiedo: eversiva quella storia di Berardi? Ma si rendeva conto Sergio Bonelli di quanto lo fossero le storie che scriveva lui stesso? Altro che Berardi...), poi per un po' con l'idea di usarli per storie di altri sceneggiatori "ospiti" tipo Segura, ma è durata poco: come quasi tutte le altre collane "Maxi", è diventata una serie "doppione" della regolare, per metterci roba che, per varie ragioni, nella serie regolare meglio non ci vada.

 

Questo essere "poco adatti alla serie regolare" a volte può essere per motivi "buoni" legati ad autori magari più "difficili" o a storie particolari (come appunto Oklahoma o Nueces Valley), ma non nascondiamoci la realtà: di solito il motivo è la scarsa qualità delle storie o lo scarso gradimento degli autori.

 

Le serie che hanno autori "fissi" poco graditi a grosse fette di pubblico li hanno relegati ai Maxi - gli esempi li ho già fatti, per Tex il velocissimo Cossu è stato praticamente relegato lì perchè non sommergesse la serie regole delle sue tavole poco gradite a molti lettori, e in quest'ultimo albo è chiaro che la storia di Felmang (e altri non accreditati) non poteva essere pubblicata sulla serie regolare - ed è vero che in quel caso, le storie NASCONO già per il Maxi.

 

Invece, in altre serie (specialmente quelle con storie di 94 pagine fisse) i Maxi diventano ricettacoli di storie poco riuscite, originariamente pensati per la serie regolare.

 

Su Dylan Dog più recentemente hanno provato a differenziare i maxi (fino a quel momento il regno dei velocissimi Montanari e Grassati, che sono un caso particolare di polarizzazione del pubblico, sgraditi a molti ma con un pubblico fedele che teneva a galla il maxi), mettendoci storie ambientate con il Dylan Dog "classico". Non so come è andato come esperimento, visto che lo proseguono con altre storie dopo aver finito quelle vecchie da smaltire fa pensare che non sia andato malissimo, ma è una cosa che ha senso quando una serie ha subito un restyling controverso come quello di Dylan Dog, non avrebbe molto senso su Tex.

 

Insomma, alla fine? Io sono contentissimo del fatto che i Maxi di Tex siano usati per metterci quelle storie di Cossu, che non vorrei mai sulla serie regolare.  Certo, manca un pezzo dell'equazione: dovrei FINALMENTE disintossicarmi da questa pessima abitudine, che mi fa comprare anche Maxi e Color per "non avere buchi nella collezione", che è davvero una cosa patologica e spero prima o poi trovino una pillola che mi curi. Quando scopriranno quella pillola, finalmente prenderò solo i maxi con storie e autori che mi interessano, e sarò ancora più contento...  😎

  • +1 1
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Guarda, @Diablero, io ho trovato la pillola, come ben sai: si chiama mancanza di spazio. :D

 

Battute a parte, IL SEGUENTE COMMENTO PUÒ CONTENERE SPOILER E ROVINARVI ALCUNE SORPRESE IMPREVEDIBILI, TIPO CHE TEX VINCE

 

Gli ultimi due Maxi letti, Alaska e L'avamposto dell'infamia, erano stati così tremendi da spingermi a interrompere l'acquisto dei Maxi; di lì a poco avrebbe fatto seguito il resto delle collane, per motivazioni che tutti ormai ben sapete perché le ho ripetute un numero di volte almeno pari all'arcanum imperii: "Le storie di Nolitta fanno cagare". Complice la pandemia e la volontà di staccare un po' dai libri classici (meravigliose le Storie di Erodoto, le Elegie di Tibullo e il De officiis, per carità) sono andato in edicola e ho comprato questo Maxi, in quanto il titolo e la copertina mi attiravano, così come le poche anticipazioni che avevo letto.

 

"Caccia a Tiger Jack" non è male. Parte molto piano: quello che sarebbe il primo albo mi ha annoiato non poco, o forse ero soltanto io che dovevo entrare nell'atmosfera, non so. Fatto sta che anche i dialoghi, in questo stesso topic lodati come glbonelliani, mi sono sembrati abbastanza artefatti, con le classiche perifrasi texiane inserite un po' così. Il secondo albo, per intenderci, invece migliora non poco: acquisisce un ottimo ritmo e una certa tensione e offre alcune scene parecchio riuscite. Un neo abbastanza grosso sono i nemici, che non definirei proprio dei pirla, ma certo non dei nemici pericolosi: si fanno gabbare praticamente sempre; certo, catturano Tiger Jack, ma lo fanno solo perché il piano del nostro navajo preferito è a dir poco suicida. Prova della loro pochezza il fatto che Tex e Carson intervengono e li sbaragliano in tre pagine di bang bang senza neanche una grande tattica (come succede sempre più spesso negli ultimi anni, durante le sparatorie i nostri non cercano mai un riparo, contando sulla propria invulnerabilità). Ci sono però degli aspetti positivi, che fanno giungere la storia a una sufficienza meritata: un Carson intraprendente e non confinato al ruolo di mera spalla, che non delega a Tex qualsiasi iniziativa; la scena del pestaggio del padrone dal trading post; il rapporto fra Tiger e Daanis; l'indianina Fala che a un certo punto vorresti prendere a sberle, ma che poi, anche se più per caso che per coraggio, si riscatta; la scena finale con Tex che ovviamente ha davvero in mano le carte che dice di avere. Insomma, pur costruendo una storia abbastanza debole Ruju sa distribuire qua e là dei momenti che ti fanno sorridere perché ti fanno sentire a casa e ti ricordano che Tex, come giustamente diceva sempre @Diablero, gioca al gatto col topo con i suoi nemici.

 

"Il veleno della zingara" (molto meglio questo titolo dell'inutilmente rutilante titolo di lavorazione) è una storia abbastanza particolare: molto vecchio stampo i disegni di Felmang&aiutanti (io ci vedo almeno altre due mani diverse: uno è Germano Ferri, va bene; ma l'altro? In alcune scene tipo lo sceriffo schierato fuori dalla banca di Nogales mi sembra di intuire un tratto molto più pulito, ma anche goffo e inesperto), ma anche la sceneggiatura di Ruju. Chi è Miss Alithia? Da dove viene? Chi sono i banditi? Che cosa hanno fatto prima? Non lo sappiamo e non ce ne frega nulla, vivaddio. La storia è semplice, anche abbastanza sghemba se vogliamo, con coincidenze gratuite e quant'altro, ma ti fa molto lavorare di fantasia ed è suggestiva. Bella Miss Alithia, al tempo stesso fanciulla in pericolo e spietata dark lady, bella la progressiva follia di Gunning, belli Tex e Carson, belle alcune scene vagamente surreali e disturbanti tipo la strage di indiani Pueblo che fa percepire la stranezza dello stato di Gunning; bello, infine, il finale rapidissimo, circolare, perfetto. Insomma, chiudi il Maxi e ti sembra di essere tornato di colpo dagli anni Settanta, ciò che non è una brutta sensazione. Come diverse storie dell'epoca questa è breve (moltissime storie dell'età d'oro di Tex non arrivano ai due albi), essenziale, con qualche dettaglio un po' inquietante e, soprattutto, non spiega tutto dei protagonisti e lascia molto spazio alla fantasia. Non è un capolavoro, certo; ma è bella.

 

Un'ultima notazione finale: Alithia mi ricorda un po' Gina Lollobriggida e in questo è perfetta nella propria aria da divetta da cineromanzo.

 

Come voto direi che questo Maxi si merita un bel sette globale. Non un sette pienissimo, forse; ma negli ultimi cinque anni ho letto la storia di Faraci con i conquistadores, il Texone di Villa. Negli ultimi tempi mi è venuto un certo languorino di storie nuove di Tex e questo Maxi l'ha soddisfatta: non è cosa da poco.

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Le storie maxi sono molto lunghe e spesso allungabrodo. La prima è troppo piatta,e non ha alcun tipo di mordente...di nuovodonne rapite e avversari abbastanza sciapi.La "Dama di Picche" parte seconda,come mi piace definirla, è invece dannatamente Glbobelliana e i disegni d antan mi hanno ricordato quelli di Muzzi. Sta storia è forse sprecata per un maxi e sarebbe stata benissimo sulla regolare,magari sviluppata con un albo in più... la stessa punizione del cattivo è davvero azzeccata. Un folle omicida reso ancora più folle dal veleno (chissà se Ruju si è ispirato alla trama di Crank con il killer cui è stato iniettato veleno che per vivere più a lungo deve continuare a fare violenza!)Un po' per i disegni un po' per la trama mi è sembrato di leggere un albo scritto dal "Grande Vecchio"...un 8 alla storia in questione ci sta tutto,per Giove.

Modificato da Barbanera
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1 ora fa, borden dice:

Tutto lì??? La storia di Faraci e il Texone? Sei strano forte! 😅

 

Ricordi che ho dovuto smettere per motivi di spazio? Poi ho comprato solo quelle... con quella di Faraci mi è andata malissimo, col Texone mi è andata benissimo, con questo Maxi mi è andata bene. :D

 

48 minuti fa, Il Maestro dice:

La cartomante a voi non ricorda Gina Lollobrigida da Giovane?

 

6 ore fa, virgin dice:

Un'ultima notazione finale: Alithia mi ricorda un po' Gina Lollobriggida e in questo è perfetta nella propria aria da divetta da cineromanzo.

 

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<span style="color:red;">52 minuti fa</span>, Il Maestro dice:

La cartomante a voi non ricorda Gina Lollobrigida da Giovane?

 

Certo che sì

 

 

<span style="color:red;">3 minuti fa</span>, virgin dice:

 

Ricordi che ho dovuto smettere per motivi di spazio? Poi ho comprato solo quelle... con quella di Faraci mi è andata malissimo, col Texone mi è andata benissimo, con questo Maxi mi è andata bene. :D

 

 

 

 I motivi di spazio non sono motivi accettabili. Hai perso un sacco di buone storie. E Tex Willer? Quello è una sottiletta!

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A me il Maxi piace. Mi piace proprio il malloppone da leggermi tutto d'un fiato.

Però è vero il discorso di Diablero, spesso pare una palestra per autori poco graditi. Diso e Cossu anche a me non piacciono quasi per nulla, e sul Maxi sono la regola.

Aggiungiamo pure il fatto che la tendenza a mettere due storie anzichè una sta diventando anche quella una regola, e quindi io, che tutto non compro, degli ultimi maxi ne ho presi ben pochi, con sommo dispiacere perchè ripeto, il formato mi piace moltissimo.

Leggendo il post di Virgin, invece, mi sono ricordato che una delle poche cose del Boss (a parte Tex Willer, che non acquisto) che non ho letto è proprio Alaska, e mi ha sempre frenato proprio il disegnatore...e un pò anche le critiche non benevole alla storia a dire il vero.

Bisogna che trovi la voglia di leggerlo in questa quarantena.

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<span style="color:red;">2 minuti fa</span>, valerio dice:

A me il Maxi piace. Mi piace proprio il malloppone da leggermi tutto d'un fiato.

Però è vero il discorso di Diablero, spesso pare una palestra per autori poco graditi. Diso e Cossu anche a me non piacciono quasi per nulla, e sul Maxi sono la regola.

Aggiungiamo pure il fatto che la tendenza a mettere due storie anzichè una sta diventando anche quella una regola, e quindi io, che tutto non compro, degli ultimi maxi ne ho presi ben pochi, con sommo dispiacere perchè ripeto, il formato mi piace moltissimo.

Leggendo il post di Virgin, invece, mi sono ricordato che una delle poche cose del Boss (a parte Tex Willer, che non acquisto) che non ho letto è proprio Alaska, e mi ha sempre frenato proprio il disegnatore...e un pò anche le critiche non benevole alla storia a dire il vero.

Bisogna che trovi la voglia di leggerlo in questa quarantena.

No!

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