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TWF - Tex Willer Forum

[714/715] La rupe del diavolo


natural killer
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Messaggi consigliati/raccomandati

Just now, Diablorojo82 dice:

Ho letto il primo Tex nel 1992, avevo 10 anni (Topeka). Ho letto Tex per anni fino al numero 510 (fate voi il conto degli anni) poi mi sono fermato. Leggevo superficialmente. Ricordo solo che senza discussione Il passato di Carson era la mia storia preferita di gran lunga. Mi soffermavo poco sugli autori (Boselli, Nizzi, Berardo). Sapevo di GLB, di Sergio Bonelli ma poco. Poi stop per anni, ho ricomprato il n. 695, e attraverso il forum ho recuperato i numeri consigliati comprando dal sito e dalle bancarelle. Sono due anni che leggo gli albi con occhi diverso. Ho riletto tanti albi, ho letto i nuovi, ho letto i vecchi consigliati. Ho approfondito su Nizzi, Boselli, Nolitta, GLB, sui disegnatori. Grazie alla passione per Tex, grazie a questo forum e grazie a voi. Si cresce e si "migliora" come lettori. Come Texiani. Basta avere la passione per Tex e per il West.

 

P.S.

Ho recuperato anche tutto Magico Vento e mi è piaciuto molto.

Berardo?

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Just now, pecos dice:

 

 

Io ho iniziato a fare caso al nome sul tamburino proprio a questo punto. Prima non avevo idea di chi fossero gli sceneggiatori, né che più autori si alternassero sulle storie. Ma dopo il 2000 la differenza qualitativa tra le storie di Boselli e Nizzi era talmente esagerata che ho iniziato a farci caso e a capire perché di mese in mese si alternassero belle storie, a volte molto belle, con altre pessime.

 

Io mi sono accorto di Canzio nel n.401, così come di Medda e di Boselli. In quegli anni quindi sicuramente ci ho fatto caso. 

Vi svelo un segreto: quando ho letto per la prima volta Il Passato di Carson, verso metà del primo albo ho storto il naso: storia troppo complicata, chi si crede di essere, sto Boselli?

 

Giuro che ho pensato così! Mesi dopo, era una giornata bellissima e io dovevo giocare a calcetto (bei tempi :( ). Avevo un paio d'ore di libertà, mi stendo sul letto e riprendo quegli albi, gli unici degli ultimi mesi che non avevo ancora letto. Non avevo la migliore disposizione d'animo, memore del mio tentativo di mesi prima... e vabbé, mi dico, rileggiamo sto autore presuntuoso e un po' contorto...il resto è storia :D 

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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

Concordo sulle "difficoltà" dopo 72 anni e più di 700 albi. Concordo sulle tipologie di lettori diversi, sull'essere più o meno critico. Poi i gusti certamente sono personali però certe opere se raccolgono il 90% dei consensi a dir poco plebiscitari (Fuga da Anderville, La Congiura, La Tigre nera..) un motivo ci sarà.

 

Fuga da Anderville, per citarne una, ma anche Furia rossa, sono storie magnifiche, per questo continuano ad essere ricordate. Ma è chiaro che se scrivi una storia o un libro all'anno è probabile che ti esca un'ottima storia, se scrivi per un personaggio seriale è normale che ci siano alti e bassi.

Guarda ad esempio tutti i grandi autori di libri quando si piegano agli editori e cominciano a far uscire un libro ogni tre mesi o sei mesi, la qualità si abbassa notevolmente ed escono libri così così e solo uno buono.

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<span style="color:red;">1 minuto fa</span>, Diablorojo82 dice:

Berardi..Maledetto T9 🙂

Oklahoma mi piacque tantissimo...Ero un lettore incosciente però qualcosa ho afferrato 🙂

Ah ok. Ma insomma, Berardi non era certo un autore di Tex. Ha fatto solo una storia (purtroppo, ahimè)

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Just now, West10 dice:

 

Fuga da Anderville, per citarne una, ma anche Furia rossa, sono storie magnifiche, per questo continuano ad essere ricordate. Ma è chiaro che se scrivi una storia o un libro all'anno è probabile che ti esca un'ottima storia, se scrivi per un personaggio seriale è normale che ci siano alti e bassi.

Guarda ad esempio tutti i grandi autori di libri quando si piegano agli editori e cominciano a far uscire un libro ogni tre mesi o sei mesi, la qualità si abbassa notevolmente ed escono libri così così e solo uno buono.

Idem per la musica...

Just now, valerio dice:

Ah ok. Ma insomma, Berardi non era certo un autore di Tex. Ha fatto solo una storia (purtroppo, ahimè)

Però bellissima.

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<span style="color:red;">4 ore fa</span>, Diablero dice:

Ma appena si fa una critica, una battuta, un osservazione che non si allinea a quegli osanna, ecco che partono in quarta quelli che "non si sentono rispettati" dal fatto che esistano altre opinioni, e ci sia gente, poffarbacco, che ritiene spazzatura quello che che essi considerano oro.

 

Questo punto lo condivido.

 

Ho riguardato, non riletto, i due albi per godermi i disegni di Mastantuono. A me questo Nizzi proprio non va giú . Sará perché invecchio e divento sempre piú acido boh?

 

Come giá detto il secondo albo mi ha portato via 15 minuti la prima volta, mentre per leggere il primo articolo del TWF magazine ci ho messo otto ore. Questa variazione sul tema non é un colpo al cerchio ed uno alla botte, si ricollega un po' ai discorsi che si facevano prima sui tamburini. Pur avendo sempre letto TEX  dal n. 200, fino a 4 anni fa non sapevo neanche chi fosse Boselli, semplicemente non avevo tempo per approfondire. Smesso di lavorare ho riletto tutto, ho cominciato a frequentare i forum (anche se praticamente leggo soltanto), mi sono informato. Informarsi su TEX, nel mio caso, é diventata quasi  una forma maniacale. 😀 

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On 14/5/2020 at 06:41, Diablero dice:

Oddio, vuoi dire che c'è UN'ALTRA storia allungata con 60 pagine superflue di bistecche, patatine, spiegoni superflui e ripetuti e "divertenti" scenette con Carson??!!   :blink:   :help:

 

Attento a non fare confusione. Tu parti dal presupposto, errato, che se una storia era stata originariamente pensata per essere lunga 160 pagine ed è stata portata a 220 pagine tutte le 60 pagine aggiuntive siano allungamento del brodo ma non è affatto così. Poniamo che l'autore si renda conto che per fare la storia che vuole lui 160 pagine non bastino, ce ne vorrebbero almeno 200. Certo, è un professionista 2 sforbiciando qua e là riuscirebbe a restare nelle 160 pagine ma vorrebbe evitarlo, così chiama il suo supervisore e gli spiega il problema. Il supervisore gli chiede di quante pagine abbia bisogno e l'autore risponde: più o meno 200. Il supervisore gli risponde: falla di 220 e la mettiamo sulla serie regolare (fosse stato un ospite o un novellino avrebbe risposto : ok, la mettiamo sul Maxi). 

Funziona così.

Modificato da Carlo Monni
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2 hours ago, Carlo Monni said:

 

Attento a non fare confusione. Tu parti dal presupposto, errato, che se una storia era stata originariamente pensata per essere lunga 160 pagine ed è stata portata a 220 pagine tutte le 60 pagine aggiuntive siano allungamento del brodo ma non è affatto così. Poniamo che l'autore si renda conto che per fare la storia che vuole lui 160 pagine non bastino, ce ne vorrebbero almeno 200. Certo, è un professionista 2 sforbiciando qua e là riuscirebbe a restare nelle 160 pagine ma vorrebbe evitarlo, così chiama il suo supervisore e gli spiega il problema. Il supervisore gli chiede di quante pagine abbia bisogno e l'autore risponde: più o meno 200. Il supervisore gli risponde: falla di 220 e la mettiamo sulla serie regolare (fosse stato un ospite o un novellino avrebbe risposto : ok, la mettiamo sul Maxi). 

Funziona così.

 

Certo, IN GENERALE funziona così.  Ma ricorda chi è il professionista di cui stiamo parlando...  :craniate:

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  • co fondatore

La scena della frana è gestita in maniera talmente bislacca che fa crollare la sufficienza risicata su cui... navigava la storia sino a quel momento. Finale più veloce di quelli di Borden.

Ora leggo che la storia era stata concepita così e non allungata. Male, male. Mastantuono, al di là di alcune sue caratterizzazioni dei personaggi un po' incerte, regge la storia. Ma non basta.

 

TESTI: 5

DISEGNI: 8

 

Ho detto.

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, Diablero dice:

 

Certo, IN GENERALE funziona così.  Ma ricorda chi è il professionista di cui stiamo parlando...  :craniate:

 

E tu ricorda che comunque la storia di cui stiamo parlando stava comunque venendo al professionista in questione più lunga di 160 pagine quindi l'eventuale allungamento del brodo potra essere di 20, 30, 40, 50 pagine magari ma mai di 60.🤑

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Personalmente ammetto che io ero fino a due mesi fa uno di quelli che leggono Tex senza preoccuparsi di guardare il nome dello sceneggiatore. Ho sempre considerato ogni storia a sé, valutando soltanto ciò che leggevo all'interno. Naturalmente l'occhio sul nome nella prima vignetta spesso cade ma lo dimenticavo nella foga della lettura. Ultimamente leggendo i commenti in queste sezioni mi sono incuriosito e su un file del computer ho suddiviso per autore una consistente parte delle storie che ho letto.

Ammetto che soltanto facendo questo lavoro mi sono davvero reso conto delle differenze. In particolare, pur avendolo intuito, non avevo notato quanto effettivamente una grandissima maggioranza di storie stupende (e qui è ovviamente soggettivo) fosse da attribuire a Boselli :inch::inch:. Devo però dire che delle storie più vecchie ho solo alcuni esemplari soprattutto in ristampe o Best Sellers, dunque ho una conoscenza parziale.

Per quanto riguarda Nizzi invece mi ha stupito scoprire che alcuni capolavori fossero suoi in quanto le ultime storie non mi hanno fatto impazzire. 

In ogni caso d'ora in poi proverò a continuare a leggere la storia senza soffermarmi sull'autore perché appunto non voglio cadere in alcun pregiudizio (anche involontario).

 

<span style="color:red;">20 ore fa</span>, Leo dice:

Leggono Tex per il puro piacere di leggerlo ma se gli chiedi quale storia li abbia colpiti di più hanno scarsi ricordi. Leggono per vedere Tex e il West, la storia è poco importante. Non sono senz'altro questi i lettori migliori, per me. 

 

Su questo però non concordo. Per me la storia, l'intreccio, i caratteri sono fondamentali. Ho perfettamente in mente le storie che ho più apprezzato anche se di alcune non saprei dire con certezza assoluta chi sia l'autore. Quelle che davvero ti piacciono ti rimangono nel cuore 😍.

 

Nel caso del disegnatore personalmente il mio discorso non regge perché è immediato rendersi conto di chi sia l'artefice. Anche quando ero alle prime armi e non sapevo ancora i nomi dei disegnatori alla prima vignetta il mio pensiero era "Ah questo è quello bravissimo che ha disegnato anche..." oppure "Peccato questo disegnatore non mi piace tanto ma va be' leggiamo".

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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, Mondego dice:

Personalmente ammetto che io ero fino a due mesi fa uno di quelli che leggono Tex senza preoccuparsi di guardare il nome dello sceneggiatore. Ho sempre considerato ogni storia a sé, valutando soltanto ciò che leggevo all'interno. Naturalmente l'occhio sul nome nella prima vignetta spesso cade ma lo dimenticavo nella foga della lettura. Ultimamente leggendo i commenti in queste sezioni mi sono incuriosito e su un file del computer ho suddiviso per autore una consistente parte delle storie che ho letto.

Ammetto che soltanto facendo questo lavoro mi sono davvero reso conto delle differenze. In particolare, pur avendolo intuito, non avevo notato quanto effettivamente una grandissima maggioranza di storie stupende (e qui è ovviamente soggettivo) fosse da attribuire a Boselli :inch::inch:. Devo però dire che delle storie più vecchie ho solo alcuni esemplari soprattutto in ristampe o Best Sellers, dunque ho una conoscenza parziale.

Per quanto riguarda Nizzi invece mi ha stupito scoprire che alcuni capolavori fossero suoi in quanto le ultime storie non mi hanno fatto impazzire. 

In ogni caso d'ora in poi proverò a continuare a leggere la storia senza soffermarmi sull'autore perché appunto non voglio cadere in alcun pregiudizio (anche involontario).

 

 

Su questo però non concordo. Per me la storia, l'intreccio, i caratteri sono fondamentali. Ho perfettamente in mente le storie che ho più apprezzato anche se di alcune non saprei dire con certezza assoluta chi sia l'autore. Quelle che davvero ti piacciono ti rimangono nel cuore 😍.

 

Nel caso del disegnatore personalmente il mio discorso non regge perché è immediato rendersi conto di chi sia l'artefice. Anche quando ero alle prime armi e non sapevo ancora i nomi dei disegnatori alla prima vignetta il mio pensiero era "Ah questo è quello bravissimo che ha disegnato anche..." oppure "Peccato questo disegnatore non mi piace tanto ma va be' leggiamo".

Ciao . È difficile però se posso darti un consiglio, leggi la storia poi magari dopo vedi l'autore. Poi magari scrivi il commento sul forum o su un'agenda. È per me bello notare gli artisti che ci sono dietro al nostro eroe. Poi cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno. Te lo dice uno che per anni ha letto quasi al buio. Negli ultimi anni ho letto con più cognizione e non ho perso  il gusto. Ho comprato e letto i vecchi albi che non avevo, ho riletto quelli che già avevo. 🙂

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<span style="color:red;">56 minuti fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

E ora stanno pure aumentando.

 

Ma è chiaro no? E tieni presente che noi sul forum siamo una goccia nel mare dei lettori di Tex. Stai sereno che la stragrande maggioranza dei lettori non distingue le storie di questo o quell'altro autore, caso mai si limita a osservare che una storia è buona, un'altra no, che talvolta Tex è davvero tosto e altre volte è un po' babbeo, che una storia è un bel western e un'altra è una mezza boiata, dipende dai gusti.

Fine OT per quel che mi riguarda.

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<span style="color:red;">36 minuti fa</span>, navajo warrior dice:

Fine OT per quel che mi riguarda.

Beh siamo OT da parecchie pagine, comunque se non rispondevi,  la mia non era una domanda, non mi sarei certamente offeso.

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  • co fondatore
<span style="color:red;">20 ore fa</span>, navajo warrior dice:

Ma è chiaro no? E tieni presente che noi sul forum siamo una goccia nel mare dei lettori di Tex. Stai sereno che la stragrande maggioranza dei lettori non distingue le storie di questo o quell'altro autore, caso mai si limita a osservare che una storia è buona, un'altra no, che talvolta Tex è davvero tosto e altre volte è un po' babbeo, che una storia è un bel western e un'altra è una mezza boiata, dipende dai gusti.

Meno di quanti tu pensi. Altrimenti Tex non avrebbe avuto certe vendite altalenanti a seconda dell'autore, quando Nizzi ormai in calo era molto più presente.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Mister P dice:

Meno di quanti tu pensi. Altrimenti Tex non avrebbe avuto certe vendite altalenanti a seconda dell'autore, quando Nizzi ormai in calo era molto più presente.

 

 

Mi spiace dover distruggere una leggenda urbana, ma le vendite di Tex seguono una curva costante. Non c'è mai stata nessuna altalena. Solo in casi speciali come i numeri a colori.

 

 

 

 

 

 

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Ecco appunto!

Bisogna cercare di incidere su quella curva invertendone il trend o tentare di portarla almeno a plateau.

Il progressivo calo delle vendite è come l'inesorabile erosione della costa da parte delle maree.

Poichè alla base del fenomeno sta il calo dei lettori, la soluzione vincente è quella di differenziare le uscite proponendo linee collaterali a una testata che comunque vanta tuttora un grande seguito. Quando poi con questa strategia si pesca il jolly, come nel caso della nuova arrivata Tex Willer, quella famosa curva, riferita al marchio Tex e non alla singola serie regolare può mostrare di scostarsi dall'andamento degli ultimi anni. E se l'impegno a portare avanti sempre nuove collane (prima del Tex Willer i cartonati alla francese e prima ancora i color) richiede sempre più energie, risulta comprensibile come in questa contingenza l'apporto di un autore come Nizzi, pur senza richiedergli punte eccelse, possa rivelarsi ancora di estrema utilità.

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50 minutes ago, natural killer said:

Poichè alla base del fenomeno sta il calo dei lettori, la soluzione vincente è quella di differenziare le uscite proponendo linee collaterali

 

Eh... questa strategia normalmente ACCELERA il calo dei lettori (vedere il caso della Marvel americana, dove la proliferazione di testate sugli stessi personaggi, venuto dopo il licenziamento di Jim Shooter (che aveva sempre combattuto quella proliferazione) ha portato ad un vero e proprio crollo verticale delle vendite, al punto che oggi le testate Marvel in media vendono meno del 5% di quello che vendevano nei primi anni 90.  (sarebbe come se Tex oggi vendesse meno di 20.000 copie...)

 

Ed è ovvio che sia così: se un lettore è indeciso se smettere o meno, che effetto credi possa avere il triplicargli o quadruplicargli la spesa mensile? Oltretutto, aumentare le uscite porta obbligatoriamente al pubblicare storie di minore qualità (non è che ci sia una scorta infinita di autori adatti...)

 

La strategia di moltiplicare le uscite dedicate ad un personaggio è la classica strategia detta "prendi i soldi e scappa", aumentare al massimo i guadagni oggi a scapito della sopravvivenza stessa delle testate, spremendo il più possibile i fan fino a trasformarli in "non più fan"...

 

Insomma, se è vero che di ricette sicure per far aumentare le vendite stabilmente non se ne conoscono, di ricette sicure per farle CALARE se ne conoscono tante, e questa è una.

 

In realtà Tex sta reggendo benissimo il tempo, quale altra serie, in Italia o nel mondo, è riuscita a conservare tanti lettori dopo tanti decenni? Credo che alla fine, la qualità paghi, anche in mezzo ad un declino inarrestabile di tutta l'editoria a fumetti.

  • +1 1
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Vedi il problema dalla prospettiva sbagliata. 

Poniamo che esista solo la serie regolare che ha un suo numero di lettori, numero che progressivamente va calando per la fisiologica riduzione legata al venir meno di interesse, a problemi di natura economica e non ultimo il passaggio a miglior vita...  

non compensata da un nuovo arrivo di lettori. 

La proposta di una nuova collana con lo stesso protagonista non andrà a impattare negativamente sulla curva descritta perché non è che uno abbandona perché c'è una nuova proposta, al limite non segue quest'ultima, ma se abbandona la precedente non è perché c'è questa, ma verosimilmente avrebbe lasciato comunque. 

Di contro molti lettori della serie classica saranno incuriositi dalla nuova proposta e se questa è valida e appaga la seguiranno 

D'altra parte non è che ci sia poi un proliferare incontrollato di pubblicazioni di Tex. Alle classiche Gigante, Speciali e Maxi, negli ultimi anni si sono aggiunte Color, Magazine subentrato agli Almanacchi, Cartonati e Tex Willer. 

Quello che conta è la qualità che personalmente considero elevata per Speciali, Cartonati e Tex Willer, medio alta per la regolare e nella media per Maxi, Color e Magazine. 

Poi c'è il discorso del gradimento e lì entriamo nella sfera personale dove ciascuno ha le sue preferenze e può apprezzare o meno ogni singola storia e ogni diverso autore. 

Alla fine dei conti resta sempre da domandarsi cosa cerchiamo in un fumetto in generale e in Tex in particolare. Se quello che ci viene proposto rientra nelle nostre aspettative bene, si prosegue e viva Tex. 

Cerco una mezz'ora di svago, che lo sia. 

Porto avanti una consuetudine di decenni, va bene. 

Aspetto l'albo per vivisezionarlo e individuare tutti gli elementi che non vanno, bene anche così. 

Colleziono e prendo l'albo per metterlo in scaffale senza neanche leggerlo, legittimo anche questo. 

Mi scoccio e lo mollo, perché no? 

  • Grazie (+1) 1
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super spoiler

 

L’Odissea della “Belle Star”

 

L’albo comincia con la quinta vignetta consecutiva in cui si vedono i Siksika sulle canoe all’inseguimento del piroscafo, poi fino a pagina 10 è un monotono susseguirsi di ‘io sparo tu ci resti secco e gli altri con te vanno a mollo’. Una bella signora, tranquillamente seduta sul letto di una camera d’albergo, chiede al suo compagno cosa sta succedendo e lui, guardando in strada dalla finestra, la informa pacato che tutto è finito e sono salvi. Mastantuono si è dimenticato che sono su una nave.

Dancey il Guercio comincia a preoccuparsi, ma il buon capo siksika non si dà per vinto. Dopotutto ha perso solo una decina di guerrieri e si sa che gli indiani si fanno ammazzare fino all’ultimo uomo pur di dire ‘abbiamo vinto’.

Nelle pagine successive i pards si improvvisano carpentieri di prim’ordine, chiodi e martello alla mano, per rinforzare il battello, mentre nei salotti interni i facoltosi viaggiatori pasteggiano tranquillamente.

Mentre la Belle Star si insinua nelle paludi, a Coldfish c’è il quarto dei Jackson 5ive, del quale non ho scorto il nome. Si sa che il suo compito è evitare che i sospetti sulla scomparsa della Belle Star non ricadano su Jackson, come intende procedere (nel caso debba farlo) è un mistero. Non ho ben capito tutta questa segretezza nell’incontro con i due complici al bar.

Nel frattempo, Tex si accorge che le ninfee del Saskatchewan vanno troppo di corsa (io manco sapevo che si muovessero) e infatti sotto spuntano due Siksika che lanciano dardi con la cerbottana, neanche fossero Tupì dell’Amazzonia. Altre pagine di io sparo tu muori moltiplicato per quattro o cinque pards e la conferma per bocca di Mascella Quadra Tex che quegli imbecilli si faranno ammazzare tutti.

Il battello si incaglia e laddove non riescono i cavalli vapore si presume riescano i muscoli di una decina di energumeni, comandati da Gros Jean, in splendida forma dopo le lunghe dormite precedenti. Intanto, il capo dei Siksika fa sssttt ai suoi col dito sulla bocca, e vai con il lungo e silenzioso avvicinamento tra le canne, non tanto silenzioso però da sfuggire al fine orecchio di Tiger Jack (non si era svegliato quando il piroscafo aveva passeggiato sulle rapide, ma adesso è tornato in forma e udirebbe la scorreggia di un topo giù in cantina durante una telecronaca di Galeazzi).

 

Nota a margine. Come sempre, il buon Tiger evoca il Grande Manito, dimenticandosi di essere un Navajo e non un Algonkino dei Grandi Laghi.

 

Terzo atto di io sparo tu muori, undici Siksika al creatore e un solo sfigato marinaio colpito, mentre non si sprecano i sibili di pallottole a un centimetro dalla testa dei pards. Se gli avversari devono essere così schiappe, almeno fate vedere che non colpirebbero un elefante stando chiusi in una tenda, ma mancare sempre il bersaglio per un pelo di topa fa sembrare che lo facciano apposta, come Wes Studi in Geronimo.

Corno Rosso non avrà lo scalpo di Tex perchè il giovane Pierre avverte il ranger della minaccia e ne segue una lotta sott’acqua con definitivo accoltellamento del capo siksika.

Morto il capo, gli altri guerrieri si ritirano e Carson se ne esce con la battuta dell’albo: ‘Strano che abbiano abbandonato i loro morti’. E che dovevano fare? Stare lì a recuperare cadaveri mentre i pards li facevano secchi uno alla volta? Intanto ci lascia la pelle anche Dancey, freddato da Carson.

Esaurita la minaccia indiana, la Belle Star riconquista senza altri intoppi il ramo principale del fiume e prosegue verso Edmonton, facendo prima tappa a Blowill per riparare i danni. Nel frattempo, a Coldfish, il quarto uomo di Jackson (che si chiama Chester) viene a sapere che il battello del biondino è ancora in giro e sente freddo ai piedi. Contatta i suoi complici e li istruisce sul da farsi. Da notare una pagina intera a colloquiare con il barista sulla qualità della birra scura irlandese, che fatica raggiungere 220 pagine. Tutto inutile, perchè la famosa vocina ha già sussurrato a Tex che i banditi faranno un’altra mossa e anche dove, grazie a Gros Jean che conosce bene il territorio. Dopo l’ennesima bella mangiata di bistecche (per fortuna ci hanno risparmiato la diretta), il giovane Kit e Tiger precederanno via terra il piroscafo, seguendo le indicazioni del meticcio per raggiungere le Silver Rocks e prevenire l’agguato. Alla fine, le preziose indicazioni sono: seguite il fiume. Bella scoperta.

 

Chester sgnifica ‘fortezza’ ‘villaggio fortificato’ o ‘accampamento’ e ha origini latine adottate in Inghilterra dall’epoca della conquista romana. C’era un avamposto romano chiamato Ceastre, contrazione di Legacaestir, adattato da legionum castra (Accampamento della Legione).

 

A Edmonton, Jackson è a colloquio con il quinto uomo, che ora capisco essere il comandante della nave ammiraglia della flotta. Non avendo chiara la situazione, l’armatore decide di assicurarsi una via di fuga nel caso che anche piano di Chester fallisse e incarica il capitano di assistere all’eventuale arrivo della Belle Star e avvisarlo se ne scenderà Travis in manette, in modo da scappare al più presto.

Intanto, alle Silver Rocks, Chester e soci stanno minando con la dinamite un costone a strapiombo sul fiume. Il piano è semplice, fare crollare mezza montagna sul battello di Pierre, un’operazione che dura sei pagine. Kit e Tiger giungono nelle vicinanze e capiscono cosa sta succedendo ma il battello arriva sottole rocce prima di loro ed è Tex a sparare il primo colpo contro gli avversari dopo avere a sua volta capito cosa sta succedendo. Non solo lui e Carson hanno visto i tre pellegrini in cima alla scogliera (poco ci manca che agitassero i fazzoletti per farsi vedere) ma addirittura si accorgono anche della miccia che scende lungo il costone, la quale tra l’altro si libra del tutto innaturalmente nell’aria. I due pards a cavallo arrivano dopo e lo scontro a fuoco con il quale eliminano Chester e uno dei complici permette di ritardare l’accensione della miccia. Le rocce cadono proprio mentre il battello passa sotto ma naturalmente ne sfiorano solo la coda.

 

Epilogo della storia.

La Belle Star arriva a Edmonton, avvistata da un uomo della compagnia di Jackson che avverte il capitano, il quale, invece di correre da Jackson come ordinatogli, ha la bella idea di sparare a Travis per chiudergli la boccca. Tiger lo nota e scatta l’inseguimento dei pards. Il babbeo si fionda dritto da Jacksone lancia contro Tex i gorilla della ciurma. In questo modo, mentre Tex e i pards affrontano a pugni i marinai, il capitano avverte Jackson e insieme fugguno su una scialuppa. Tex e Carson abbandonano il ring e salgono sulla nave, scorgono la scialuppa con i fuggitivi e sparano per affondarla. Il capitano risponde al fuoco e Carson ne apprezza la bontà di tiro, ma ancora una volta i colpi dell’avversario non centrano il bersaglio neanche per errore. Tex fredda l’ufficiale che non serve alla causa e ordina ai suoi due galoppini Kit e Tiger  di gettarsi a mollo e salvare Jackson che non sa nuotare.

L’ultima pagina vede i pards a tavola per la quarta volta e il pessimo futuro di Carson che dovrà subirsi il lungo ritorno in treno fino in Arizona.

 

 A mio parere, l’unica cosa bella di questa storia sono le lunghe leve di Betullona Bella, e questo è tutto dire, dal momento che la scosciata fanciulla è uno dei tanti personaggi inutili di questa faccenda.

Nel secondo albo si ripetono le lungaggini del primo, pagine su pagine di minuziose descrizioni solo per arrivare al totale di 220. Tre scontri con i Siksika tutti uguali, Tex spara, un indiano muore, Carson spara, un indiano muore, e così via per tre volte. Che i pards sono affiatati e implacabili con le armi lo sapevamo già e mostrarlo una volta nella storia sarebbe stato più che sufficiente.

Tex manda Kit e Tiger in avanscoperta, ma alla fine arriva ancora prima lui con il battello. Inutile farsi precedere se poi è lui a dare inizio al ballo. La cosa avrebbe avuto un senso se il figlio e Tiger avessero ingaggiato lo scontro prima e, in questo modo, sul battello si sarebbero accorti della presenza dei banditi. Secondo me, è stata una mossa per far fare qualcosa ai due che, altrimenti, sarebbero apparsi come zerbini nella storia, buoni solo per far scendere i cavalli dal treno, sbarazzarsi dei cadaveri e tuffarsi per recuperare quell’idiota di Jackson.

Tanto l’inizio si è allungato sullo spiegone di Gros Jean e la parte centrale sul suicidio collettivo dei Siksika, il finale si è volatilizzato nell’incomprensibile atteggiamento del capitano che, contravvenendo agli ordini ricevuti, tenta prima di ammazzare Travis e poi guida i pards dritti dritti al suo capo. Pazzesca poi la scena dello scontro con i marinai. Tex e soci perdono tempo a fare a botte mentre bastavano due colpi sopra le zucche dei gorilla per levarseli di torno. Quando poi Tex decide che è ora di finiamola, lui e Carson salgono tranquillamente sul battello senza che nessuno tenti di fermarli.

In questa storia molte cose non sono da Tex. Ai bei tempi, bastava un sospetto e lui faceva visita all’indiziato per tastarne il polso, finendo spesso per tastarne la dentiera. Qui invece lascia perdere perchè non ha prove e Jackson non ha ancora fatto niente. All’inizio della navigazione, Kit e Tiger spendono la giornata con Gros Jean a controllare il battello, ma appena giunge la notte vanno tutti tranquillamente a dormire. Al sussulto del piroscafo sule rapide, solo Tex e Carson si svegliano, mentre Kit e Tiger non si accorgono di niente. Pochi giorni fa si è commentato il fatto che il giovane rampollo faceva il gradasso con il tenentino nella storia di Boselli in Messico, qui si è all’opposto e non si sveglia neanche a cannonate. E Tiger? Anche lui dorme della grossa e poi sente un fruscio di foglie mentre dieci energumeni si danno la voce tirando il battello con una corda (altra scena francamente esagerata). Della scena in mutande si è già detto e se qualcuno la giustifica, bè, io non ci riesco, Tex che chiede scusa non si era mai visto neanche al palo della tortura.

Non posso poi esimermi dal commentare la presenza dei poveri Siksika, idioti beccaccioni che seguono fanaticamente gli ordini suicidi di un capo che combatte sempre alla stessa maniera, assaltando frontalmente un nemico che, da subito, si è dimostrato implacabile con le armi. E per cosa poi? Per un po’ di liquore? Ma va. L’autore mette addirittura in mano a due guerrieri delle cerbottane, senza curarsi del fatto che manco sapevano esistessero.

Una nota sulle copertine di Villa.

Un tripudio di dentiere, Tex nella stessa posa per due volte, sempre mancino sia con la pistola che con il fucile. In entrambe si cerca di mostrare attinenza con il testo, ma nella prima ci sono Tex e Gros Jean su una canoa e nella seconda il cielo sopra i pards è percorso da fulmini e scrosci di pioggia che negli albi non ci sono mai.

L’avventura passerà alla storia (per modo di dire) con il titolo La Rupe del Diavolo, quando la suddetta rupe appare in modo pressochè insignificante in due vignette e viene sorpassata in due pagine. Per l’economia della vicenda, tanto valeva intitolarla Scampagnata con la Betullona o La Minaccia delle Lumache nel Grande Nord.

 

Spero nella prossima.

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<span style="color:red;">12 ore fa</span>, navajo warrior dice:

Nota a margine. Come sempre, il buon Tiger evoca il Grande Manito, dimenticandosi di essere un Navajo e non un Algonkino dei Grandi Laghi.

 

Ti piaccia o meno, e non piace nemmeno a me, ti dirò, è una convenzione che dura da oltre settanta anni, come i marshal tradotti sceriffi. 

<span style="color:red;">12 ore fa</span>, navajo warrior dice:

L’avventura passerà alla storia (per modo di dire) con il titolo La Rupe del Diavolo, quando la suddetta rupe appare in modo pressochè insignificante in due vignette e viene sorpassata in due pagine.

 

Ho fatto la stessa considerazione poi mi sono detto:provaci tu ad inventare un titolo mai usato prima  dopo 713 albi.:lol:

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