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[Magazine N.07 - 2021] Columbia River - Giubba rossa


natural killer
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Tex Magazine 2021 cover

 

 

Il Tex Magazine 2021 offre agli appassionati del West ben 176 pagine di servizi e dossier a colori. In più, due racconti di Tex completi e inediti!

TEX MAGAZINE

N° : 7

Periodicità: annuale

TEX MAGAZINE 2021

uscita: 23/01/2021

Formato: 16x21 cm, colore e b/n

Pagine: 176

Codice a barre: 97711226204110157

Copertina: Claudio Villa

 

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Il suono di Ennio Morricone, le sentinelle del Nord-ovest, un approfondimento su Jim Brandon, le notizie dalla Frontiera e due storie inedite di Tex:

 

Columbia River
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Mario Rossi

Un trapper in pericolo sulle rapide del Columbia River, braccato dagli indiani. Tex e Carson sono costretti a unire la loro sorte alla sua. Ma qual è il segreto di Snow?

 

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Giubba Rossa
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli

Disegni: Stefano Biglia

Il corpo della Polizia a cavallo del Nordovest è stato da poco fondato e il giovane agente Jim Brandon, in missione nella prateria con gli ingegneri e i geologi della futura ferrovia transcanadese, deve difenderli da solo contro i Blackfoot e i famigerati Wolfers…

 

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  • Sceriffi

Grazie NK!

Non vedo l'ora di vedere il colonnel....No, il capita...No, L'agente Brandon in Azione!

Biglia, è stato molto veloce, vedendo il Topic delle anteprime, a fine Luglio, non aveva neanche iniziato.

Curioso di veder all'opera, questo Mario Rossi, le prime tavole sembrano ottime.

Storia, che da quanto ho capito è ambientata intorno al 1875.

Tantissima attesa.

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  • Sceriffi
<span style="color:red;">19 minuti fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

Biglia era uno dei top 3 su Magico Vento. E su Tex si riconferma alla grande. (per me). 

Non solo per te.

Guatemala è disegnata in maniera Eccelsa!

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  • 4 settimane dopo...
  • Sceriffi

Manca solo 1 settimana. Non vedo l'ora che esca. Articoli su Morricone, articoli su Jim Brandon come hanno fatto con Pat, l'esordio di Mario Rossi, ho alcuni suoi Nick Raider e sono molto belli. Poi c'è la prima avventura in ordine cronologico del Mountie qui ancora un semplice agente, disegnata da Biglia che appare nello stesso mese in due testate diverse. I testi sono di Ruju e Boselli, quindi non c'è nulla da temere, si prospetta uno dei migliori Magazine di sempre, una testata ringiovanita dopo il cambio della veste grafica. 

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  • Sceriffi
<span style="color:red;">21 minuti fa</span>, Grande Tex dice:

mmm... Mario Rossi di Nic Raider non era Majo, vero? 

Si, sono due persone diverse.

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Devo dire, onestamente, che questa è la forma di pubblicazione che meno gradisco, dal momento che le due storie sono solitamente inframezzate da una serie di articoli non sempre di grande rilievo.

Ma da quanto posso vedere in anteprima, mi viene un dubbio sulla sceneggiatura: nelle prime tavole, un Tex che sveglia con circospezione il "vecchio cammello" dal momento che stanno per avere visite (con tutta probabilità del tutto sgradite) e che continua a fumarsi tranquillamente una sigaretta al buio, non mi sembra il massimo della cautela e dell'acume...

Fra l'altro, confrontando la primissima vignetta, in cui Tex non ha in bocca nulla, sembra proprio che se la sia appena accesa: come dire: "sono proprio qui!"....

Modificato da dario63
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Nemmeno io sono un grande cultore del Magazine, così come non lo ero dell'Almanacco, tuttavia non ho fatto e non faccio fatica ad apprezzare la scelta editoriale che, da alcuni anni a questa parte, punta a proporre storie di breve durata che abbiano come protagonisti in solitaria i principali comprimari occasionali di Tex. Stavolta tocca a Jim Brandon, personaggio che ho sempre molto stimato, che compare anche nella bella copertina di Villa, ed ovviamente sono molto curioso di leggere la sua avventura in solitaria, oltretutto disegnata da una garanzia come Biglia. 

 

Distribuzione permettendo, è chiaro: ultimamente le uscite del sabato dalle mie parti hanno sempre toppato e mi è toccato aspettare il martedì, spero che il nuovo anno abbia interrotto questa spiacevole consuetudine :laugh:...

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Leggere "Giubba rossa" di Boselli e Biglia mi ha fatto tornare in mente alcune splendide storie di Gino D'Antonio in "Storia del West", per l'argomento, l'atmosfera, i personaggi, persino il tipo di dialoghi (anche se qui Boselli a volte eccede un po' in verbosità). L'ambiguità della posizione di Jim Brandon (amico degli indiani, ma portatore di una civiltà potenzialmente distruttiva nei loro confronti) e i suoi discorsi sull'inevitabilità del progresso mi hanno ricordato molto Bill Adams (uno dei protagonisti, per chi non lo sapesse, di "Storia del West"). Come lui Jim Brandon, a un certo punto della storia, si mette in discussione: "Avevo sbagliato ogni mossa... ero davvero uno sbirro stupido, arrogante, presuntuoso") e gli stessi Blakfoot glielo dicono: "Una mezza verità è peggio di una menzogna" (riferendosi alla minimizzazione dei pericoli della costruzione di una ferrovia sul loro territorio).

Poi però il finale della vicenda è ottimistico, un po' troppo ottimismo, secondo me: i Blackfoot diventano fedeli sudditi del Canada, la civiltà non è un pericolo, dice Jim Brandon, andrà tutto bene. Ecco, qui Bill Adams avrebbe avuto perlomeno il dubbio se quello che stava facendo era davvero il bene degli indiani, e se il progresso sarebbe stato davvero tutto rose e fiori... D'accordo, siamo su Tex, non su Storia del West, ma un finale più problematico, o perlomeno dubbioso, non mi sarebbe dispiaciuto.

Forse anche perché ho ancora in mente il fumetto capolavoro di Joe Sacco "Tributo alla terra", che ho letto l'anno scorso e che descrive lo sfruttamento economico e ambientale subito dai Territori del Nordovest del Canada da parte di compagnie minerarie, poi petrolifere, dall''800 fino ai nostri giorni. Una storia conflittuale vista dal punto di vista di una tribù, i Dene. Consigliatissimo a chi ama il fumetto, gli indiani e i bellissimi disegni di Joe Sacco. ;)

  • +1 1
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Boselli non ha problemi  a scrivere grandi storie, anche se ha a disposizione  solo una trentina di pagine. La storia di Riju non mi ha convinto del tutto, per me qualche situazione non è gestita al meglio.

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  • Sceriffi

Finito di leggere proprio poco fa. Letto in due tempi, prima tutti gli articoli e la prima storia di Ruju-Rossi e poi gli articoli sulle Giubbe Rosse e la storia su Jim Brandon.

Parto facendo i miei più sentiti complimenti, a chi ha avuto l'idea nel lontano 2015 di dare nuova vita all'Almanacco. Che da un po' di anni uscivano storielle normali.

Anche se l'ultima storia pubblicata sull'Almanacco "Scure Nera" è una buona prova, il Tema della vendetta con Ruju calza a pennello, il Flashback con Tex non ancora capo è ottimo, e i disegni di Scascitelli clamorosi. Tornando in Topic, da quando l'Almanacco è passato al Magazine, la collana stessa ha riacquistato mordente. Gli articoli che da molti vengono snobbati, con il colore, le locandine originali dei film e le pagine ruvide, risultano essere molto gradevoli ed alcuni, quello su Morricone per quanto riguarda questo Magazine in particolare, è molto bello. L'idea di dedicare la seconda storia ad un comprimario storico è veramente bella, perchè alcuni personaggi di Tex sono talmente ben caratterizzati che possono tranquillamente vivere avventure in solitaria. Nella prima storia invece si provano nuovi disegnatori, in questo caso Mario Rossi in arte Marò. Tornando agli articoli, quello dedicato alle Giubbe Rosse mi è piaciuto, in particolare l'ultimo articolo di Barbieri dedicato interamente a Jim Brandon, dove vengono citate tutte le sue apparizioni, con tanto di vignette tratte dalle storie migliori con lui coprotagonista. Tra le cose degne di nota, segnalo la storiella in due pagine di Giusfredi-Baccilieri carina e divertente. Un lato positivo di questa collana è la carta, che oltre ad essere ruvida e non più trasparente, ha un odore molto gradevole. Anche se è talmente forte che tutta la stanza ora odora di carta, penso sia per via dei colori.

Prima di passare alle storie vorrei fare i miei (scontati) complimenti a Claudio Villa, per la bella copertina.

Quando lessi la sinossi della prima storia, non nascondo di aver provato paura. Ho avuto paura nel vedere i 'fantasmi' de "La Ballata di Zeke Colter" una storia con Trapper e indiani nella stessa collana in cui debuttò quella grandissima storia. Per fortuna non è stato così, infatti quando ho letto vendetta e Ruju nella stessa storia, mi sono tranquillizzato. La storia fila molto bene, il capovolgimento finale dove scopriamo che ad avere torto non è l'indiano ben caratterizzato da Ruju (infatti si dimostra essere uno tosto ed intelligente e già qui nascono i primi sospetti su come un indiano tosto ed intelligente si sia fatto fregare da uno che attraversa le insidiose rapide del Columbia River  come se niente fosse, e che preferisce morire per non lasciare le sue pellicce.), ma è il Trapper Snow. Mi chiedo solo che cosa ci facciano Tex e Carson nell'Oregon. I disegni di Rossi sono riusciti, gli sfondi sono ottimi, bisogna lavorare su Carson ed in particolare su Tex. Il suo Tex mi ha ricordato vagamente il Tex di Alberto Giolitti.

Dopo gli articoli sui Mountie, si passa alla storia di Jim Brandon, che è uno dei miei comprimari preferiti.

La storia inizia nel presente Jim e Gros-Jean si ritrovano nello stato di Alberta, e 'casualmente' trovano questa baracca dove si rifugiano per non ritrovarsi in mezzo ad un Blizzard.

Scopriamo poi che la baracca in cui si sono rifugiati, non è stata trovata per caso, ma che è stata costruita da Jim Brandon insieme a dei Topografi e Geologi. Poco dopo l'amato Colonnello ritrova il suo berretto che indossava quando non aveva ancora nemmeno Capitano, ma solo un semplice agente. Questo è l'incipit che dà inizio al Flashback in cui il nostro racconta a Gros Jean, la sua prima missione. Sulla storia nulla da dire, l'ho trovata ottima. Giusto un paio di Tavole un po' piene di dialoghi, ma nulla di così insormontabile o ostico. Mi è piaciuta molto la didascalia che troviamo nell'ultima tavola, dove Jim riferendosi ai Wolfers conclude dicendo: "Ma questa è un'altra storia". Battuta che strizza l'occhio ad una storia da me molto amata parlo

de "La Strage di RedHill". Dove i nostri affrontano i Wolfers di Fort Whoop-Up (successivo al mitico Standoff). I disegni di Biglia grandiosi come sempre. Non vedo l'ora di leggere l'ultima parte di "Attentato a Montales". In definitiva un grande Magazine, complimenti a tutti quelli che ci hanno lavorato!

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Nel complesso, devo dire di averlo trovato un Magazine di tutto rispetto, sia per quanto concerne i contenuti extra che per quanto riguarda le due brevi storie. Tra gli articoli, ho apprezzato in modo particolare lo speciale sul corpo delle Giubbe Rosse canadesi, molto curato e ricco di aneddoti interessanti, nonché impreziosito dai rimandi a tutti i Mounties che hanno lasciato il segno nel mondo delle nuvolette italiche, su tutti ovviamente Jim Brandon, grande amico ed occasionale comprimario di Tex, al quale sono giustamente dedicati la copertina ed una storia di cui è protagonista in solitaria.

 

Proprio la sua storia, benché la più breve delle due contenute nello speciale, mi è risultata la più gradita, soprattutto - ed è forse, sin troppo scontato dirlo - per l'inedito ruolo da assoluto protagonista che Boselli ha ritagliato su misura per Jim Brandon, con il preziosissimo ausilio di Biglia ai disegni. Bella la scelta di far narrare a Brandon in flashback a Gros-Jean (altrettanto gradita la sua partecipazione), al riparo dal freddo in un rifugio da lui stesso costruito nella sconfinata prateria canadese, un'avventura della sua giovinezza, quando era ancora un semplice agente della Polizia a Cavallo, e si era trovato a dover affrontare di fatto da solo una banda di wolfers senza scrupoli, cavandosela egregiamente sia con l'ausilio di armi da fuoco e sani cazzotti (il capo dei trafficanti lo impara più di tutti a sue spese), sia con la diplomazia per impedire che i banditi possano seminare zizzania tra i Siksika ed un gruppo di ingegneri che aveva incarico di scortare. Tutto ciò, da quanto ho potuto evincere dallo speciale, in ossequioso rispetto dello spirito del Corpo di cui è membro.

 

Piacevole, ma a mio parere un gradino sotto, anche l'altra storia, sceneggiata da Ruju e disegnata da Mario Rossi. Tex e Carson si trovano, loro malgrado, a dover fuggire dall'inseguimento di una banda di Piutes sulle tracce di Snow, rapper cui Tex salva due volte la vita nel corso della rocambolesca fuga. Bella la trovata di Ruju di fare pian piano emergere un quadro differente da quello che poteva inizialmente sembrare, per quanto forse la verità inizia a venire a galla un po' troppo presto; in particolare, che Snow avesse rifilato ai due pards una versione addomesticata sulla sua fuga dai Piutes lo si intuisce sin dal primo assalto della banda al terzetto, in cui il trapper non dimostra minimamente il coraggio ed il sangue freddo che aveva inizialmente millantato. In crescendo, invece, la prova di Mario Rossi ai disegni: nelle prime pagine sembravano un po' gessati, nel prosieguo hanno poco alla volta raggiunto e saputo trasmettere un maggiore "dinamismo".

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Anch'io ho trovato questo Magazine molto piacevole.

Premetto che è una pubblicazione che ho sempre trovato gradevole, così come lo era il precedente Almanacco del West.

Bello il ricordo del grande Ennio Morricone nell'articolo di Maurizio Colombo; tra l'altro, grazie proprio al magazine, ho scoperto che il grande compositore curò anche la colonna sonora di "La cosa", uno dei miei film preferiti del grande John Carpenter. Non si finisce mai di imparare.

Assolutamente condivisibile anche lo sdegno (per me questo è il termine giusto) per il furto dello strameritatissimo oscar per la colonna sonora nel caso de "Gli Intoccabili" e, soprattutto, "Mission". A proposito di quest'ultimo film c'è un piccolo aneddoto che raccontò Morricone in un'intervista.

Quando il regista Roland Joffé gli chiese di musicare la colonna sonora, Morricone, dopo aver guardato il film sentenziò che era perfetto così, non aveva bisogno delle sue musiche.

Per fortuna il regista non si arrese finché Morricone non accettò: ed uscì un capolavoro che si sommò a quello del film.

E proprio Morricone la definì la sua opera più riuscita.

Interessante e molto ben curato l'articolo sulla storia delle Giubbe Rosse. Ho particolarmente apprezzato anche il ricordo di Gesuita Joe, terribile protagonista di uno degli episodi di una collana capolavoro come quella di "Un uomo un'avventura".

Riguardo alle due storie a fumetti le ho trovate entrambe gradevoli.

Se Biglia dimostra una sicurezza notevole ed un tratto sicuro (splendida la primissima tavola), Rossi non mi è sembrato completamente a suo agio, soprattutto nella staticità di molte sue figure. Trovo anch'io che manchino decisamente di dinamismo.

Si tratta comunque di piccole critiche all'interno di una prova, secondo me, più che sufficiente.

Curiosità: ma solo a me l'indiano "Scudo di ferro" della storia di Boselli ricorda tantissimo l'indimenticabile "Vento nei capelli" di "Balla coi Lupi"?

Nel caso, l'ho trovato uno splendido omaggio.

 

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COLUMBIA RIVER

Un principio di mistero, facilmente risolvibile, anche per lo spoiler iniziale, ma la storia procede piacevolmente fino alla logica conclusione.

Disegni discreti.

Voto alla storia: 6,7

Voto ai disegni: 7,5

GIUBBA ROSSA

Piacevole, questa mini su Jim Brandon, descritto, forse, un po’ troppo sopra le righe dal bravissimo Boselli. Sembra, infatti, di assistere ad una storia di Tex, riferendomi al coraggio e alla prestanza del protagonista, o al massimo di Kit Carson. Infatti, non mi ero mai accorto, o almeno non ci era mai stato mostrato, di un Brandon così nelle sue precedenti apparizioni (che hanno interessato, praticamente, tutti gli sceneggiatori principali del ranger), che lo stesso fosse un eroe di tale caratura. Comunque, piccolo e bel tassello aggiunto al passato dell’ufficiale canadese

Buoni i disegni di Biglia.

Voto alla storia: 6,7

Voto ai disegni: 8

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  • Sceriffi
<span style="color:red;">40 minuti fa</span>, Juan Ortega dice:

Bello il ricordo del grande Ennio Morricone nell'articolo di Maurizio Colombo; tra l'altro, grazie proprio al magazine, ho scoperto che il grande compositore curò anche la colonna sonora di "La cosa", uno dei miei film preferiti del grande John Carpenter. Non si finisce mai di imparare.

Anche a me strapiace Carpenter! Preferisco "They Live" memorabile la scena, in cui una donna si aggiusta i capelli e Nada dice: "E' inutile che ti aggiusti i capelli con quella faccia da morto che ti ritrovi" (più o meno dice così). Grande Carpenter!

<span style="color:red;">46 minuti fa</span>, Juan Ortega dice:

Assolutamente condivisibile anche lo sdegno (per me questo è il termine giusto) per il furto dello strameritatissimo oscar per la colonna sonora nel caso de "Gli Intoccabili"

Solo per "Gli Intoccabili"? E per i sei film di Leone? ("Il Colosso di Rodi" non lo conteggio) "Nuovo Cinema Paradiso" e "Novecento"? Morricone è uno di quei motivi per cui l'oscar è un premio fasullo. (Insieme a Kubrick, Leone, Takahata, Hitchcok...)

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<span style="color:red;">8 minuti fa</span>, MacParland dice:

Solo per "Gli Intoccabili"? E per i sei film di Leone? ("Il Colosso di Rodi" non lo conteggio) "Nuovo Cinema Paradiso" e "Novecento"? Morricone è uno di quei motivi per cui l'oscar è un premio fasullo. (Insieme a Kubrick, Leone, Takahata, Hitchcok...)

Mi sono limitato agli episodi più eclatanti, quelli citati nel Magazine.

In realtà il mancato premio più scandaloso fu quello di "Mission", episodio ricordato con amarezza anche dallo stesso Morricone.

Io aggiungerei anche lo splendido "I giorni del cielo" di quel genio di nome Terrence Malick, per il quale avrebbe dovuto musicare anche "La sottile linea rossa", opera di ineguagliabile valore e bellezza.

Scusate, fine OT.

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I gusti sono gusti, ma i disegni di Mario Rossi, parere personale, non sono riusciti a gradirli. A volte Tex e Carson mi sono sembrati schiacciati. Capisco le differenti rappresentazioni dei vari autori, ma non sono stato in grado di apprezzarli.

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Tra i contenuti di approfondimento, nel mio precedente post ho colpevolmente dimenticato di citare il bell'articolo sui nativi arruolatisi volontari nell'esercito canadese durante la Seconda Guerra Mondiale, molto dei quali hanno combattuto in Italia, ed alcuni vi sono anche morti (a questo proposito, dopo averlo letto mi sono ripromesso di andare appena possibile a visitare il cimitero canadese di Ortona, che mi è decisamente vicino). Tre pagine davvero ben scritte, che illustrano perfettamente il contributo non indifferente ma non sempre adeguatamente riconosciuto di quegli uomini, anch'essi troppo spesso vittime dei pregiudizi razziali dei loro superiori...

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, juanraza85 dice:

Tra i contenuti di approfondimento, nel mio precedente post ho colpevolmente dimenticato di citare il bell'articolo sui nativi arruolatisi volontari nell'esercito canadese durante la Seconda Guerra Mondiale, molto dei quali hanno combattuto in Italia, ed alcuni vi sono anche morti (a questo proposito, dopo averlo letto mi sono ripromesso di andare appena possibile a visitare il cimitero canadese di Ortona, che mi è decisamente vicino). Tre pagine davvero ben scritte, che illustrano perfettamente il contributo non indifferente ma non sempre adeguatamente riconosciuto di quegli uomini, anch'essi troppo spesso vittime dei pregiudizi razziali dei loro superiori...

L'anno scorso sono stato in vacanza ad Ortona e, in una giornata di tempo incerto, siamo andati a visitarlo.

Come la visita ad altri cimiteri di guerra, ne vale la pena.

Non sapevo però che ci fossero anche nativi tra le file canadesi, questo l'ho imparato dal Magazine.

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43 minuti fa, Juan Ortega dice:

L'anno scorso sono stato in vacanza ad Ortona e, in una giornata di tempo incerto, siamo andati a visitarlo. Come la visita di altri cimiteri di guerra, ne vale la pena.

 

Al più presto ti imiterò, tanto sono di Chieti e da qui è un attimo... Se in futuro ti ricapitasse di venire da queste parti fammelo sapere :D 

Modificato da juanraza85
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