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TWF - Tex Willer Forum

I disegnatori peggiori di Tex per voi


Grande Tex
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Spiace constatare che il grandissimo talento grafico di Galep sia stato così tanto svalutato negli anni dalle nuove generazioni di lettori. Non riesco a capire da cosa possa dipendere: forse dal fatto che per ragioni anagrafiche parecchi di noi lo abbiamo "vissuto in diretta" solo negli ultimi anni di carriera, periodo segnato da un palese declino artistico dovuto ai noti motivi di salute, o forse per quell'impronta classica che oggi appare datata (ma a mio avviso conserva intatto tutto il suo fascino).

 

Eppure per chi ama il disegno e si diverte a cimentarsi con matita e china, appare subito chiaro che lo stile di Galep sia davvero molto difficile da imitare; un unicum molto espressivo, che coniuga una sintesi perfetta tra dinamismo, narrazione grafica, resa e celerità di realizzazione.

 

Non mi soffermo sui numeri (lo ha già fatto ben dettagliatamente Diablero) ma la media realizzativa di Galep in quegli anni era a dir poco impressionante! E il rapporto qualità-quantità davvero notevole, impensabile al giorno d'oggi.

 

Ma poi, prendendo come esempio gli anni del suo apice creativo, come non amare storie del calibro del "Il ponte tragico", "Il Grande Re", "Sangue Navajo"?  

 

E la rappresentazione dei cavalli? A mio avviso nessuno come lui (solo Ticci si avvicina) riesce a rappresentarli con tale magia. La recitazione dei personaggi? Gli scorci marinari? La sessione nel pacifico di "Lotta sul mare" è un autentico capolavoro!

 

Un talento innato e multiforme (basti vedere quanto fosse straordinario pure nelle vesti di pittore)

 

Concordo con Diablero: se Tex ha sbaragliato l'affollatissima concorrenza editoriale di quegli anni lo deve pure al suo papà grafico e dispiace notare che in troppi oggi lo snobbino. 

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<span style="color:red">19 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Spiace constatare che il grandissimo talento grafico di Galep sia stato così tanto svalutato negli anni dalle nuove generazioni di lettori. Non riesco a capire da cosa possa dipendere: forse dal fatto che per ragioni anagrafiche parecchi di noi lo abbiamo "vissuto in diretta" solo negli ultimi anni di carriera, periodo segnato da un palese declino artistico dovuto ai noti motivi di salute, o forse per quell'impronta classica che oggi appare datata (ma a mio avviso conserva intatto tutto il suo fascino).

 

Eppure per chi ama il disegno e si diverte a cimentarsi con matita e china, appare subito chiaro che lo stile di Galep sia davvero molto difficile da imitare; un unicum molto espressivo, che coniuga una sintesi perfetta tra dinamismo, narrazione grafica, resa e celerità di realizzazione.

 

Non mi soffermo sui numeri (lo ha già fatto ben dettagliatamente Diablero) ma la media realizzativa di Galep in quegli anni era a dir poco impressionante! E il rapporto qualità-quantità davvero notevole, impensabile al giorno d'oggi.

 

Ma poi, prendendo come esempio gli anni del suo apice creativo, come non amare storie del calibro del "Il ponte tragico", "Il Grande Re", "Sangue Navajo"?  

 

E la rappresentazione dei cavalli? A mio avviso nessuno come lui (solo Ticci si avvicina) riesce a rappresentarli con tale magia. La recitazione dei personaggi? Gli scorci marinari? La sessione nel pacifico di "Lotta sul mare" è un autentico capolavoro!

 

Un talento innato e multiforme (basti vedere quanto fosse straordinario pure nelle vesti di pittore)

 

Concordo con Diablero: se Tex ha sbaragliato l'affollatissima concorrenza editoriale di quegli anni lo deve pure al suo papà grafico e dispiace notare che in troppi oggi lo snobbino. 

Nessuno nega la Storia, l'importanza di Galep, i suoi numeri, la sua bravura. Sono semplicemente gusti estetici personali. Civitelli, Ticci, Letteri, Villa e dimenticavo Marcello mi entusiasmano. Non è un fatto di leggerli "in diretta" o "in differita", è un semplice " piacere di più o di meno ".

 

<span style="color:red">24 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Spiace constatare che il grandissimo talento grafico di Galep sia stato così tanto svalutato negli anni dalle nuove generazioni di lettori. Non riesco a capire da cosa possa dipendere: forse dal fatto che per ragioni anagrafiche parecchi di noi lo abbiamo "vissuto in diretta" solo negli ultimi anni di carriera, periodo segnato da un palese declino artistico dovuto ai noti motivi di salute, o forse per quell'impronta classica che oggi appare datata (ma a mio avviso conserva intatto tutto il suo fascino).

 

Eppure per chi ama il disegno e si diverte a cimentarsi con matita e china, appare subito chiaro che lo stile di Galep sia davvero molto difficile da imitare; un unicum molto espressivo, che coniuga una sintesi perfetta tra dinamismo, narrazione grafica, resa e celerità di realizzazione.

 

Non mi soffermo sui numeri (lo ha già fatto ben dettagliatamente Diablero) ma la media realizzativa di Galep in quegli anni era a dir poco impressionante! E il rapporto qualità-quantità davvero notevole, impensabile al giorno d'oggi.

 

Ma poi, prendendo come esempio gli anni del suo apice creativo, come non amare storie del calibro del "Il ponte tragico", "Il Grande Re", "Sangue Navajo"?  

 

E la rappresentazione dei cavalli? A mio avviso nessuno come lui (solo Ticci si avvicina) riesce a rappresentarli con tale magia. La recitazione dei personaggi? Gli scorci marinari? La sessione nel pacifico di "Lotta sul mare" è un autentico capolavoro!

 

Un talento innato e multiforme (basti vedere quanto fosse straordinario pure nelle vesti di pittore)

 

Concordo con Diablero: se Tex ha sbaragliato l'affollatissima concorrenza editoriale di quegli anni lo deve pure al suo papà grafico e dispiace notare che in troppi oggi lo snobbino. 

Non credo c'entri una questione di snob o altro ma è semplicemente una valutazione soggettiva.

Poi Galep è la Storia oltre ad essere stato una macchina da guerra ma ho almeno 6/7 disegnatori  che mi piacciono molto di più.

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<span style="color:red">12 minuti fa</span>, Diablorojo82 dice:

Nessuno nega la Storia, l'importanza di Galep, i suoi numeri, la sua bravura. Sono semplicemente gusti estetici personali. Civitelli, Ticci, Letteri, Villa e dimenticavo Marcello mi entusiasmano. Non è un fatto di leggerli "in diretta" o "in differita", è un semplice " piacere di più o di meno ".

 

Non credo c'entri una questione di snob o altro ma è semplicemente una valutazione soggettiva.

Poi Galep è la Storia oltre ad essere stato una macchina da guerra ma ho almeno 6/7 disegnatori  che mi piacciono molto di più.

La soggettività dei gusti è sacrosanta, ci mancherebbe!

Il mio commento difatti non era rivolto al tuo giudizio, ma alla tendenza che ho riscontrato durante la mia permanenza sul forum nei confronti dell'autore in questione.

 

In alcuni casi ho letto pure giudizi perentori e "meno diplomatici" e mi chiedevo a cosa potesse essere dovuta questa tendenza. Poi è ovvio che ognuno ha i suoi gusti e sindacarci sopra equivale a voler prendere il brodo con la forchetta! :D   

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1 hour ago, Condor senza meta said:

Spiace constatare che il grandissimo talento grafico di Galep sia stato così tanto svalutato negli anni dalle nuove generazioni di lettori. Non riesco a capire da cosa possa dipendere: forse dal fatto che per ragioni anagrafiche parecchi di noi lo abbiamo "vissuto in diretta" solo negli ultimi anni di carriera, periodo segnato da un palese declino artistico dovuto ai noti motivi di salute, o forse per quell'impronta classica che oggi appare datata (ma a mio avviso conserva intatto tutto il suo fascino).

Per quello, sicuramente (molti degli ultimi anni di attività Galep li ha passati con gravi problemi di vista e non solo, forse dovuti anche agli sforzi che ha fatto per Tex, che credo già dagli anni 70 lo avevano portato a disegnare su fogli più grandi per riuscire a vedere quello che faceva, ma rendendo così più pesante il segno e falsando le proporzioni), ma non solo per quello, temo.

 

Io quando parlo di Galep e di altri artisti della sua epoca, da Raymond a Caniff e Crane, etc, parlo di "eleganza", "equilibrio", e mi rendo conto che queste parole hanno cambiato significato con gli anni. Il nostro gusto e il nostro concetto di "bello" si basano su quello che ci viene presentato come tale, e la TV e la moda degli ultimi decenni per me hanno devastato questi concetti. Sono diventati concetti quasi "numerici", cumulativi, "più roba c'è meglio è", il 3x2 del discount del gusto.  Alex Toth ha detto che ha passato anni a cercare di "disegnare meno", di ridurre il numero di segni alla ricerca dell'essenziale (Milazzo ha detto che fatto la stessa ricerca, ma per me solo per pigrizia, infatti non ha ridotto i segni, ma solo la cura con cui li fa). Ma vedo che di fronte ai disegni di Alex Toth il "gusto moderno" dice che c'è troppo spazio vuoto, mentre un tempo l'eleganza era sottrazione e semplicità, oggi è data da quanta roba riesci a ficcarci dentro a calci.

 

Non riguarda solo il disegno. In un film una scena non può più essere troppo lunga, e non deve passare troppo tempo senza che qualcuno parli, i dialoghi devono essere "naturali" cioè confusionari, ripetitivi e incoerenti come il parlato normale e non più essere sintetici, nella moda hai la pacchianità elevata a oggetto di idolatria, ovunque vedo che ormai l'ideale estetico è "l'abbuffata di roba"

 

In una simile ottica, come fa questo (notare la semplicità con cui sono abbozzati i personaggi ed è resa l'atmosfera):

300-tex-magia-nera.jpg

 

A competere con questo?

th?id=OIP.8XALOP-uayjeLoNJSaKUqQAAAA%26p

(non sto parlando della "somiglianza" dei personaggi, è ovvio che su questo Galep è avvantaggiato su Ortiz avendoli creati e caratterizzati, no, sto parlando del livello di dettaglio con cui sono rappresentati i loro abiti, con ogni piega al suo posto, ogni bottone, ogni ombra, aggiungendo anche segni in più del necessario per dargli "pesantezza" e concretezza.

 

Per molti lettori moderni, questo equivale ad una maggiore qualità, "guarda quanti dettagli ha disegnato, Galep mica le disegnava tutte le pieghe"

 

Poi, ovviamente, dicono anche che i fumetti oggi sono più pesanti da leggere, ma danno la colpa solo allo sceneggiatore...  :rolleyes:

 

(sono stato buono, ho scelto come esempio uno bravo come Ortiz, il problema è che lo dicono anche con quelli molto meno bravi di Ortiz...)

 

P.S.: postato subito dopo la discussione con Diablorojo82, mi accorgo che questo potrebbe essere letto come un attacco a lui e al fatto che preferisca Ortiz a Galep, in cui ho la presunzione di dire di sapere i motivi per cui lo preferisce. No, non lo e. Non sto più parlando di Diablorojo82, che non ha spiegato i motivi per cui ne preferisce uno all'altro e quindi non ho idea se corrisponda a questa descrizione o meno. Sto rispondendo a Condor Senza Meta e al suo post che condivido, e parlando in generale di tante discussioni che ho fatto, online o di persona, con lettori nati dagli anni 80 in poi e che magari adoravano il numero di tasche disegnato da Liefeld...

L'unico "aggancio" con la risposta a Diablorojo82 è che ho usato Ortiz perché me l'aveva fatto venire in mente lui, ma forse a scanso di equivoci avrei dovuto usare qualcun altro...

 

 

 

 

 

 

Modificato da Diablero
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<span style="color:red">21 minuti fa</span>, Diablero dice:

Io quando parlo di Galep e di altri artisti della sua epoca, da Raymond a Caniff e Crane, etc, parlo di "eleganza", "equilibrio", e mi rendo conto che queste parole hanno cambiato significato con gli anni. 

Hai usato due termini "eleganza" ed "equilibrio" che si attagliano perfettamente con lo stile di Galep.

E la splendida vignetta che hai postato a riguardo, ritrae perfettamente entrambi le doti del compianto artista.

Un'inquadratura efficace, avvalorata da un gioco di luci e ombre molto pulito e raffinato. Ogni segno è al posto giusto e nel complesso l'occhio viene come "abbracciato" da cotanta armonia grafica. 

Mica facile ottenere un simile equilibrio in una scena notturna! 

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<span style="color:red">45 minuti fa</span>, Diablero dice:

Per quello, sicuramente (molti degli ultimi anni di attività Galep li ha passati con gravi problemi di vista e non solo, forse dovuti anche agli sforzi che ha fatto per Tex, che credo già dagli anni 70 lo avevano portato a disegnare su fogli più grandi per riuscire a vedere quello che faceva, ma rendendo così più pesante il segno e falsando le proporzioni), ma non solo per quello, temo.

 

Io quando parlo di Galep e di altri artisti della sua epoca, da Raymond a Caniff e Crane, etc, parlo di "eleganza", "equilibrio", e mi rendo conto che queste parole hanno cambiato significato con gli anni. Il nostro gusto e il nostro concetto di "bello" si basano su quello che ci viene presentato come tale, e la TV e la moda degli ultimi decenni per me hanno devastato questi concetti. Sono diventati concetti quasi "numerici", cumulativi, "più roba c'è meglio è", il 3x2 del discount del gusto.  Alex Toth ha detto che ha passato anni a cercare di "disegnare meno", di ridurre il numero di segni alla ricerca dell'essenziale (Milazzo ha detto che fatto la stessa ricerca, ma per me solo per pigrizia, infatti non ha ridotto i segni, ma solo la cura con cui li fa). Ma vedo che di fronte ai disegni di Alex Toth il "gusto moderno" dice che c'è troppo spazio vuoto, mentre un tempo l'eleganza era sottrazione e semplicità, oggi è data da quanta roba riesci a ficcarci dentro a calci.

 

Non riguarda solo il disegno. In un film una scena non può più essere troppo lunga, e non deve passare troppo tempo senza che qualcuno parli, i dialoghi devono essere "naturali" cioè confusionari, ripetitivi e incoerenti come il parlato normale e non più essere sintetici, nella moda hai la pacchianità elevata a oggetto di idolatria, ovunque vedo che ormai l'ideale estetico è "l'abbuffata di roba"

 

In una simile ottica, come fa questo (notare la semplicità con cui sono abbozzati i personaggi ed è resa l'atmosfera):

300-tex-magia-nera.jpg

 

A competere con questo?

th?id=OIP.8XALOP-uayjeLoNJSaKUqQAAAA%26p

(non sto parlando della "somiglianza" dei personaggi, è ovvio che su questo Galep è avvantaggiato su Ortiz avendoli creati e caratterizzati, no, sto parlando del livello di dettaglio con cui sono rappresentati i loro abiti, con ogni piega al suo posto, ogni bottone, ogni ombra, aggiungendo anche segni in più del necessario per dargli "pesantezza" e concretezza.

 

Per molti lettori moderni, questo equivale ad una maggiore qualità, "guarda quanti dettagli ha disegnato, Galep mica le disegnava tutte le pieghe"

 

Poi, ovviamente, dicono anche che i fumetti oggi sono più pesanti da leggere, ma danno la colpa solo allo sceneggiatore...  :rolleyes:

 

(sono stato buono, ho scelto come esempio uno bravo come Ortiz, il problema è che lo dicono anche con quelli molto meno bravi di Ortiz...)

 

P.S.: postato subito dopo la discussione con Diablorojo82, mi accorgo che questo potrebbe essere letto come un attacco a lui e al fatto che preferisca Ortiz a Galep, in cui ho la presunzione di dire di sapere i motivi per cui lo preferisce. No, non lo e. Non sto più parlando di Diablorojo82, che non ha spiegato i motivi per cui ne preferisce uno all'altro e quindi non ho idea se corrisponda a questa descrizione o meno. Sto rispondendo a Condor Senza Meta e al suo post che condivido, e parlando in generale di tante discussioni che ho fatto, online o di persona, con lettori nati dagli anni 80 in poi e che magari adoravano il numero di tasche disegnato da Liefeld...

L'unico "aggancio" con la risposta a Diablorojo82 è che ho usato Ortiz perché me l'aveva fatto venire in mente lui, ma forse a scanso di equivoci avrei dovuto usare qualcun altro...

 

 

 

 

 

 

Non c'è un motivo tecnico come "dettagli" "pesantezza" etc. Infatti preferisco  Letteri a Galep. E Letteri non "abbuffava". :)

Mi piacciono altri stili, poi ripeto, Galep è un mostro sacro.

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8 hours ago, pecos said:

Roi ha dichiarato in diverse interviste di essere stato chiamato sul texone "in emergenza", perché è un disegnatore veloce e c'era bisogno di riempire un buco lasciato da qualcun altro, per garantire la pubblicazione del texone. Per questo ha lavorato in fretta e furia, e nemmeno lui ricorda con piacere il suo lavoro sul texone, proprio perché non gli è stato dato il tempo di dedicarvisi. Appena ho tempo vi posto l'intervista, ma ne ha parlato più volte.

 

Ecco l'intervista a Roi - parla del texone proprio all'inizio, minuto 3 circa.

 

https://www.youtube.com/watch?v=dQmeBKqpadU

 

 

Grazie per la segnalazione e il link, non avevo mai visto  quell'intervista, in cui Roi senza "peli nella lingua" dice un sacco di cose interessanti, è un peccato che l'audio degli ultimi minuti sia perso.

 

(peccato anche che l'intervistatore, anche se è ovviamente da ringraziare perché l'ha fatta, a volte si dimostra fin troppo "fan" di Roi e della Bonelli in generale...  quando Roi inizia a parlare del miglioramento degli scan della Bonelli nel 2020, si riferisce ovviamente ai pessimi scan usati dalla Bonelli negli anni immediatamente precedenti, che avevano massacrato i suoi disegni come quelli di tutti - per un pessimo esempio su Tex, guardate come è stato massacrato il tratto di Venturi nella storia di Faraci sulla città nascosta. E invece di lasciarlo parlare l'intervistatore si affretta a zittirlo lanciandosi in una sbrodolata su quanti sono sempre stati ottimi gli scan della Bonelli, che avrebbe rischiato di farlo prendere a botte se l'avesse detto di persona ad un gruppo di disegnatori nel 2019...  :rolleyes:  )

 

Sulla qualità della carta attuale, garantisco che non sono pochi i disegnatori che se ne lamentano... ovvio che se non gli fanno domande al riguardo non lo dicono, ma provate a parlare della carta attuale a quelli che lavorano da più di 20 anni e non usano il digitale, li vedrete dire peste e corna della carta attuale e rimpiangere la carta che usavano una volta...  conosco disegnatori che fanno cose assurde per procurarsi carta decente, dal farsela portare direttamente dal Giappone, a cercarla nei vecchi magazzini, comprando migliaia di fogli per far scorta quando trovano miracolosamente qualche rimanenza... più di dieci anni fa ho accompagnato personalmente un amico disegnatore a Bologna a cercare per tutti i negozi della città tutte le rimanenze di un tipo di carta di cui avevano cessato la produzione, trovando comunque poche risme. Mi sa che fra un po' se la qualità continua a peggiorare torneranno a fare come nel medioevo con i palinsesti, prenderanno vecchie tavole e raschieranno via la vecchia china per ridisegnarci sopra...

 

Passando al tema del Texone...  l'ha dovuto fare in 6 mesi? Quasi 40 tavole al mese? Allora davvero tanto di cappello, secondo qualunque logica avrebbero dovuto essere molto peggio, è già un miracolo che sia a quel livello...

 

Però...  onestamente... PERCHÉ quando Marcheselli si è trovato a dover trovare qualcuno capace di fare un Texone in 6 mesi, ha pensato a Roi? Perché Roi ha la "fama" di uno che se glielo chiedi te lo fa, altri disegnatori l'avrebbero mandato a quel paese o non ne sarebbero stati nemmeno capaci (o ci avrebbero provato lo stesso disegnandolo tipo Il Pittore dei Santini dell'Omino Bufo...)

 

È un discorso controverso, e anche un po' contraddittorio, che fa discutere critici a fan da decenni. Fan e critici preferiscono in genere gli "artisti" che producono poco pur di fare belle tavole. Gli editori invece amano quelli che ti rispettano le consegne. A qualunque costo. Che sono necessari perché capita sempre qualche ritardo e si rischia di non avere niente da pubblicare alla data scadenza. Un caso abbastanza famoso è quello di Vince Colletta, famigerato inchiostratore oggi vituperato perché se non faceva in tempo a chinare tutto prima della scadenza, cancellava le matite invece di chinarle. Confrontando le fotocopie che faceva Jack Kirby delle sue tavole a matita con la tavola chinata da Colletta, si nota la scomparsa di passanti, edifici, e altri dettagli che Kirby aveva disegnato ma che Colletta cancellava perché non aveva il tempo di chinarli. Oggi Colletta è appunto vituperato come un vandalo distruttore di opere d'arte, ma Stan Lee e gli altri editori lo adoravano, e lo cercavano sempre perché c'era sempre un albo di 24 pagine da inchiostrare in due giorni. E Colletta non solo te lo faceva in 2 giorni ma lo faceva BENE, che piaceva ai lettori (per me, nonostante i passanti cancellati, è stato il migliore inchiostratore di Kirby su Thor, dava lui alla serie quell'aspetto quasi "barbarico" così diverso dai fantascientifici Fantastici Quattro inchiostrati da Sinnott).

Il risultato della sua rapidità è che ha sempre avuto un sacco di lavoro (è stato l'unico disegnatore della Marvel dell'epoca che guadagnò abbastanza da comprare una villa con piscina alla sua famiglia, e le cronache dell'epoca raccontano di un uomo che vestiva sempre elegantemente mostrando una certa disponibilità economica). E senza di lui molti albi Marvel non sarebbero mai usciti o sarebbero usciti in ritardo intervallati da dei fill-in.

 

L'aspetto negativo, per la memoria di Colletta, è che appunto perché era così veloce...  lo cercavano solo per quello. Visto che c'era SEMPRE un albo da inchiostrare in 2 giorni, non gli davano mai più di 2-3 giorni. Ho visto le cose che disegnava Colletta negli anni 50, ed era davvero un gran disegnatore. Poi quando gli editori hanno scoperto la sua velocità gli hanno dato sempre più spesso l'incarico di chinare storie di altri disegnatori. E ogni volta che dimostrava di poterlo fare in meno tempo, gli davano la volta dopo meno tempo. Gli editori erano contenti, lui non so se era felice della cosa o se ne soffrisse, ma intanto a chinare quella quantità mostruosa di tavole aveva fatto abbastanza soldi da comprare una villa con piscina. In ogni caso, il risultato finale è che storie disegnate come quelle di Colletta degli anni 50, non ne ha più fatte.

 

È il destino di quelli che si adattano, e sono indispensabili in una casa editrice che deve uscire con centinaia di periodico puntuali ogni anno. Non so adesso quanti soldi faccia Roi (non sono più quei tempi, i disegnatori più pagati riescono a vivere bene anche senza quei ritmi, specie alla Bonelli), ma un po' di frustrazione si vede in questa intervista, sul fatto che gli danno sempre poco tempo. L'editore è contento che riesce ad uscire in edicola alla data stabilita, ma noi finisce che vediamo sempre disegni di Roi frettolosi. E rimane il rimpianto di cosa avrebbe potuto fare se gli avessero dato davvero l'incarico di disegnare un texone con i dovuti tempi, invece di fare da tappabuchi in fretta e furia...

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L'unico dato sbagliato di questa bella analisi è che Roi disegna sempre, indifferentemente, alla stessa velocità. Nessuno gli ha messo fretta. Lui  lavora sempre così. Sempre.

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Quando si parla di gusti, ovviamente la soggettività non si discute. Per es. nel genere cinematografico del "thriller" il giovane italiano medio apprezzerà di più i moderni "Shutter Island" o "Il silenzio degli innocenti" rispetto ai classici "La donna che visse due volte" o "Psycho". E, si badi bene, parliamo di Scorsese e Demme (e potremmo continuare con Kubrick, Carpenter, De Palma, Soderbergh, ...). Nulla da dire su questi nomi, grandi se non grandissimi, ma PER ME il maestro del genere rimane Hitchcock. Come PER ME Galep, come stile, efficacia ed armonia del tratto, é una spanna sopra a quelli che lo hanno seguito. Ad alcuni Galep puó piacere meno di altri disegnatori (gusto rispettabilissimo) ma nella storia del fumetto (di Tex in particolare, ma non solo) ha fatto scuola in modo oggettivo. Se poi si analizza lo stile e l'opera di Galep con molta attenzione (cfr. perfetta analisi di @Diablero  e la citazione della sua carriera di pittore da parte di @Condor senza meta) allora forse poi anche il giovane italiano medio lo rivaluterà.

Modificato da PapeSatan
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  • Sceriffi

L'anno scorso discussi più volte con diversi utenti, "Galep si, Galep no" Io ero e sono ora per la seconda opzione. Non ho mai negato di reputarlo uno dei peggiori disegnatori di Tex, nonché autore della peggiori prove Texiane dopo "Alaska". In Bonelli, ho sempre preferito l'artista da 6/7 pagine al mese, quando va bene, al macinatore seriale da 40. L'autore in genere preferito dagli editori, veloce e soprattutto rispetta le scadenze. Questo sempre, preferisco Nuccio a Ferri, Frisenda (un caso a parte, mi piace, ma è lentissimo, davvero troppo) ad un Letteri e così via. Poi ci sono delle eccezioni, Dotti e Brindisi, dei velocisti, ma disegnatori di grande qualità. Proprio l'altro giorno stavo sfogliando la  "Agente Indiano" e mi sono soffermato più volte sui disegni. Non è un caso che la mia prova grafica preferita di sempre, sia "La Valle del Terrore", fatta da un disegnatore che passava dal fare 35 pagine al mese a farne 2/3. Sarà perché la Bonelli ha da sempre portato al grande pubblico solo fumetti disegnati in modo realistico, non riesco ancora a spiegare la mia passione per il disegno curato e dettagliato, perché è solo per la Bonelli. Non sono un lettore accanito di fumetti umoristici, ma apprezzo i disegni istantanei. Uno sfondo, qualche strumento o abitazione che diano un pò di contesto ed i personaggi. Tutto qui. Ho letto pure "L'omino bufo". Pure in Disney è così, sono della vecchia scuola. Apprezzo di più un Carpi o un Cavazzano anni '80 dal tratto morbido e rassicurante ad un Celoni o Mottura, i disegnatori per eccellenza quando si parla di Horror Vacui. 

<span style="color:red">28 minuti fa</span>, PapeSatan dice:

il giovane italiano medio apprezzerà di più i moderni "Shutter Island" o "Il silenzio degli innocenti" rispetto ai classici "La donna che visse due volte" o "Psycho". E, si badi bene, parliamo di Scorsese e Demme (e potremmo continuare con Kubrick, Carpenter, De Palma, Soderbergh, ...). Nulla da dire su questi nomi, grandi se non grandissimi, ma PER ME il maestro del genere rimane Hitchcock.

È più per motivi di trama, la gente poi va a cercare "Shutter Island spiegazione finale", lo faccio anch'io, solo per vedere se la chiave di lettura è la stessa. E poi perché la messa in scena è davvero recente, se porti un mio coetaneo a vedere "Toro Scatenato" ti tira il Blu Ray in faccia, eppure è 10 volte "Shutter Island". 

Ieri ho rivisto "La finestra sul cortile", la versione restaurata. Ho visto la data e.... Incredibile! È un film del '54 e si mangia tutto quello che esce oggi. 

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<span style="color:red">33 minuti fa</span>, MacParland dice:

L'anno scorso discussi più volte con diversi utenti, "Galep si, Galep no" Io ero e sono ora per la seconda opzione. Non ho mai negato di reputarlo uno dei peggiori disegnatori di Tex, nonché autore della peggiori prove Texiane dopo "Alaska". In Bonelli, ho sempre preferito l'artista da 6/7 pagine al mese, quando va bene, al macinatore seriale da 40. L'autore in genere preferito dagli editori, veloce e soprattutto rispetta le scadenze. Questo sempre, preferisco Nuccio a Ferri, Frisenda (un caso a parte, mi piace, ma è lentissimo, davvero troppo) ad un Letteri e così via. Poi ci sono delle eccezioni, Dotti e Brindisi, dei velocisti, ma disegnatori di grande qualità. Proprio l'altro giorno stavo sfogliando la  "Agente Indiano" e mi sono soffermato più volte sui disegni. Non è un caso che la mia prova grafica preferita di sempre, sia "La Valle del Terrore", fatta da un disegnatore che passava dal fare 35 pagine al mese a farne 2/3. Sarà perché la Bonelli ha da sempre portato al grande pubblico solo fumetti disegnati in modo realistico, non riesco ancora a spiegare la mia passione per il disegno curato e dettagliato, perché è solo per la Bonelli. Non sono un lettore accanito di fumetti umoristici, ma apprezzo i disegni istantanei. Uno sfondo, qualche strumento o abitazione che diano un pò di contesto ed i personaggi. Tutto qui. Ho letto pure "L'omino bufo". Pure in Disney è così, sono della vecchia scuola. Apprezzo di più un Carpi o un Cavazzano anni '80 dal tratto morbido e rassicurante ad un Celoni o Mottura, i disegnatori per eccellenza quando si parla di Horror Vacui. 

È più per motivi di trama, la gente poi va a cercare "Shutter Island spiegazione finale", lo faccio anch'io, solo per vedere se la chiave di lettura è la stessa. E poi perché la messa in scena è davvero recente, se porti un mio coetaneo a vedere "Toro Scatenato" ti tira il Blu Ray in faccia, eppure è 10 volte "Shutter Island". 

Ieri ho rivisto "La finestra sul cortile", la versione restaurata. Ho visto la data e.... Incredibile! È un film del '54 e si mangia tutto quello che esce oggi. 

Eh sì... Anche i film devono superare certi paletti temporali. A me piace i cinema e ogni tanto pesco film " vecchi" (di anni '30, '40, '50, 60). In primis vanno contestualizzati (tecniche e mezzi dell'epoca) poi devi spogliarti della forma mentis attuale. Non è facile ma quando ci riesci te li godi tanto.

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Quando vediamo il Tex di Galep scritto da GLB vediamo il personaggio classico, canonico, delle origini, immediatamente riconoscibile, l'icona che lo ha reso popolare. Come quando vediamo il James Bond di Sean Connery diretto da Terence Young.

Modificato da PapeSatan
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Il 2/1/2022 at 17:23, pecos dice:

Roi ha dichiarato in diverse interviste di essere stato chiamato sul texone "in emergenza", perché è un disegnatore veloce e c'era bisogno di riempire un buco lasciato da qualcun altro, per garantire la pubblicazione del texone. Per questo ha lavorato in fretta e furia, e nemmeno lui ricorda con piacere il suo lavoro sul texone, proprio perché non gli è stato dato il tempo di dedicarvisi. Appena ho tempo vi posto l'intervista, ma ne ha parlato più volte.

 

Ecco l'intervista a Roi - parla del texone proprio all'inizio, minuto 3 circa.

 

https://www.youtube.com/watch?v=dQmeBKqpadU

 

Seguendo Manuel e il suo canale la ricordavo benissimo anch'io.

Premettendo che in Dylan Dog gli preferisco altre matite (Casertano sicuramente, il primo Piccatto, i tanto bistrattati Montanari&Grassani, Brindisi, lo stesso Stano) lui resta una colonna della serie, tra l'altro osannatissimo nelle community che frequento ("Craven Road" e una delle tante FanPage di FB).

A volte diffido un po' di certe su esternazioni, soprattutto quando accentua l'aria da bohemien, ma qui sembra veramente rammaricato per non aver dato quanto poteva.

 

Spezzo una lancia a favore di Manuel e del suo canale 8-Bit; lui è veramente un'entusiasta, amante del fumetto e del mondo nerd in generale. Consiglio a tutti il suo canale dove ci sono tantissime cose interessanti e soprattutto una marea di interviste.

Tra gli altri alcuni "eroi" del mondo bonelliano come Civitelli (simpaticissimo!), Villa, Stano, Casertano, Chiaverotti (divertentissimo!), Boselli, Ruju, Dotti, Diso, ecc.

Il 2/1/2022 at 22:24, Diablorojo82 dice:

Io parlo di gusti. Non di velocità, numero di tavole, non di abilità. Ti parlo di mero gusto personale ed estetico. Non parlo se Tex sarebbe durato con i disegni di uno o di un altro. Quando devo scegliere qualche albo da leggere nella mia collezione riprendo con più voglia e gusto quelli di altri disegnatori rispetto a Galep.

Capisco questo discorso e personalmente lo condivido anche.

Stimo tantissimo Galep e ammiro tanti suoi lavori ma onestamente come stile gli preferisco altri disegnatori "storici".

E' un fatto di gusto, solo questo.

 

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<span style="color:red">12 minuti fa</span>, Juan Ortega dice:

Seguendo Manuel e il suo canale la ricordavo benissimo anch'io.

Premettendo che in Dylan Dog gli preferisco altre matite (Casertano sicuramente, il primo Piccatto, i tanto bistrattati Montanari&Grassani, Brindisi, lo stesso Stano) lui resta una colonna della serie, tra l'altro osannatissimo nelle community che frequento ("Craven Road" e una delle tante FanPage di FB).

A volte diffido un po' di certe su esternazioni, soprattutto quando accentua l'aria da bohemien, ma qui sembra veramente rammaricato per non aver dato quanto poteva.

 

Spezzo una lancia a favore di Manuel e del suo canale 8-Bit; lui è veramente un'entusiasta, amante del fumetto e del mondo nerd in generale. Consiglio a tutti il suo canale dove ci sono tantissime cose interessanti e soprattutto una marea di interviste.

Tra gli altri alcuni "eroi" del mondo bonelliano come Civitelli (simpaticissimo!), Villa, Stano, Casertano, Chiaverotti (divertentissimo!), Boselli, Ruju, Dotti, Diso, ecc.

Capisco questo discorso e personalmente lo condivido anche.

Stimo tantissimo Galep e ammiro tanti suoi lavori ma onestamente come stile gli preferisco altri disegnatori "storici".

E' un fatto di gusto, solo questo.

 

Siamo allineati...Anche io ho visto qualche video di Manuel -8bit. Quelli su Villa, Manfredi e Dotti se non erro.

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  • Sceriffi
<span style="color:red">1 ora fa</span>, Juan Ortega dice:

Seguendo Manuel e il suo canale la ricordavo benissimo anch'io.

Premettendo che in Dylan Dog gli preferisco altre matite (Casertano sicuramente, il primo Piccatto, i tanto bistrattati Montanari&Grassani, Brindisi, lo stesso Stano) lui resta una colonna della serie, tra l'altro osannatissimo nelle community che frequento ("Craven Road" e una delle tante FanPage di FB).

 

Ha uno stile personalissimo e unico. Anch'io gli preferisco altri, ma indubbiamente Roi su Dylan ha un fascino perturbante. Mi viene subito in mente Aracne, tra le sue storie.

Tra l'altro, a proposito del Texone dice proprio con rammarico di non aver avuto tempo di sperimentare altri stili, ma di aver riportato lo stile che usava su Dylan. Se avesse avuto più tempo a disposizione, forse avrebbe ricercato qualcosa di diverso... chissà.

 

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Juan Ortega dice:

Spezzo una lancia a favore di Manuel e del suo canale 8-Bit; lui è veramente un'entusiasta, amante del fumetto e del mondo nerd in generale. Consiglio a tutti il suo canale dove ci sono tantissime cose interessanti e soprattutto una marea di interviste.

 

Ho visto solo qualche intervista, a volte è un po' ingenuo ma sicuramente i suoi video sono davvero preziosi.

 

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

Nel modo più assoluto sbagliava sempre il fisico dei pards e Galleppini alla fine disegnava sempre i volti di Tex e Carson

Scusami Andrea, ma per l'esattezza Galep interveniva solo sui volti di Tex e, a dire il vero, vedendo l'esito innaturale delle posture anatomiche e di proporzione dopo i ritocchi, forse era meglio lasciare fare a Muzzi anche quelli. Scelta redazionale che ho sempre biasimato. Molti ritocchi redazionali li subiva pure Blasco e De La Fuente, ma nel caso di quest'ultimo, l'ottimo lavoro del grandissimo Monti rendeva meno traumatico l'impatto.

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<span style="color:red">16 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

Scusami Andrea, ma per l'esattezza Galep interveniva solo sui volti di Tex e, a dire il vero, vedendo l'esito innaturale delle posture anatomiche e di proporzione dopo i ritocchi, forse era meglio lasciare fare a Muzzi anche quelli. Scelta redazionale che ho sempre biasimato.

Quando si dice che la cura è peggiore del male...

Per quanto non ami minimamente Muzzi la trovo anch'io una scelta ampiamente discutibile.

Mi chiedo se sia stata imposta oppure lo stesso Muzzi si sentisse più "sollevato" nel non fare il volto di Tex.

Questione di lana caprina, ma mi è rimasta questa curiosità.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Juan Ortega dice:

Quando si dice che la cura è peggiore del male...

Per quanto non ami minimamente Muzzi la trovo anch'io una scelta ampiamente discutibile.

Mi chiedo se sia stata imposta oppure lo stesso Muzzi si sentisse più "sollevato" nel non fare il volto di Tex.

Questione di lana caprina, ma mi è rimasta questa curiosità.

Sai, non credo che a Muzzi potesse far piacere una cosa del genere. L'avrà dovuta accettare essendo un ordine dall'alto. Oltretutto, suppongo che Galep sovrapponesse le sue correzioni ai volti già disegnati da Muzzi; non penso che quest'ultimo lasciasse i suoi disegni senza tratteggiare le fattezze dei suoi personaggi e il vedersi sempre correggere il proprio lavoro, difficilmente mette di buon umore.

 

Anche Galep credo che eseguisse l'ordine un po' controvoglia, o quantomeno in gran fretta, visto la poco cura per le proporzioni e i dettagli. 

 

Una scelta redazionale che continuo a reputare assurda; per quanto lo stile di Muzzi potesse piacere o meno a Sergio, con questo sistema venne fuori un sistematico pasticcio stilistico che finì col rovinare ancor più il livello delle prove. 

 

Non oso immaginare il putiferio che scoppierebbe al giorno d'oggi tra i fan al cospetto di una scelta simile.

<span style="color:red">1 ora fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

In effetti le facce di Galep sui dsegni di Muzzi molte volte risultavano sproporzionate ma il suo Tex era davvero pessimo

Forse per i canoni dell'epoca; onestamente in tempi recenti si è visto anche peggio. 

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<span style="color:red">31 minuti fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

Allora invece di fargli rifare solo il voltoa galep,potevano fargli fare le chine sulle matite di Muzzi

Comunque il discorso non cambia

Chinare un'intera tavola porta via molto più tempo e non credo che Galep all'epoca ne avesse tanto, fra copertine e storie a lui assegnate.

Per quanto stilisticamente sarebbe stata una soluzione migliore ai fini della resa dividere china e matita, suppongo che la redazione optò per lo stratagemma in questione, ai fini di velocizzare il tutto e gravare il meno possibile sul papà grafico di Tex. Un ritocco in fretta e furia non incide come la realizzazione di una tavola a matita o inchiostrata. Fretta a mio avviso evidenziata pure dal discutibile risultato finale della revisione. 

Continuo a pensare che Galep incollasse sulla tavola finita i suoi volti (questo potrebbe pure spiegare il perchè quasi sempre venisse fuori un personaggio macrocefalo) ma non ho prove per suffragare la mia ipotesi. 

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<span style="color:red">5 ore fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

dovevano lasciare a Muzzi di disegnare il volto di Tex

In effetti le facce di Galep sui dsegni di Muzzi molte volte risultavano sproporzionate ma il suo Tex era davvero pessimo

Quelle storie anche se ero giovane e inesperto erano un pugno nell'occhio.

Pur intuendo che c'era una specie di lavoro di squadra dietro e che c'era questa convenzione che Tex dovesse avere sempre la stessa faccia la resa finale mi portava a leggere più in fretta che potevo l'avventura sperando che nella successiva tornassero i disegni consueti. Dopo qualche anno (ma neanche tanti visto che rileggevo tutta la collezione a ogni estate) andavo a cercare quelle pochissime volte in cui il protagonista non era stato ritoccato e pur essendo un altro "attore" quel viso si adattava molto meglio al resto (soprattutto al compagno Carson che invece restava sempre "Muzziano"). Grande sarebbe stato che le correzioni non venissero operate negli originali perché oggi si sarebbe potuto ripristinare il lavoro originale, sempre se Muzzi non lasciasse lo spazio libero.

Nei racconti sentiti in giro nel corso degli anni, sembra che il buon Virgilio non riuscisse ad essere molto veloce (anche se il suo tratto farebbe pensare il contrario) e quindi il motivo ufficiale della fine del suo lavoro su Tex era soprattutto perché le scadenze per lui erano insostenibili.

L'unico suo altro lavoro sui racconti inediti della Collana Rodeo (Il serpente d'argento), mostrano che pur lasciandogli il tempo che richiedeva, il risultato finale non ne risentiva per nulla.

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<span style="color:red">26 minuti fa</span>, Dix Leroy dice:

Grande sarebbe stato che le correzioni non venissero operate negli originali perché oggi si sarebbe potuto ripristinare il lavoro originale, sempre se Muzzi non lasciasse lo spazio libero.

Non è da escludere che Muzzi potesse lasciare lo spazio libero, ma onestamente mi sembra strana come metodologia di lavoro. E ancor più strano che Galep, in tal caso, sbagliasse così di netto le proporzioni del viso.

 

 

 

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Su "Collezionare Tex" ho ritrovato un articolo su Muzzi a firma Pasquale Iozzino (purtroppo manca la datazione) dove da un lato si rimarca la sua bravura come illustratore western e dall'altra si afferma "disegnando Tex troviamo spesso un Muzzi demotivato, poco in sintonia con il personaggio".

Nell'intervista lo stesso Muzzi riguardo a Tex così risponde: "Che devo dire? E' un personaggio celebre, che però io non sentivo molto mio".

 

Non è che siano delle sentenze, ci mancherebbe, però indizi di un rapporto disegnatore/personaggio non proprio ottimale forse sì.

 

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Esco dal mio perenne lurkaggio per spezzare una lancia in favore del bistrattato Muzzi, che probabilmente ha subito la sorte di molti artisti di essere sottovalutato nel periodo di attività e rivalutato in seguito (ricordo un editoriale di Sergio Bonelli molto accalorato in occasione della sua scomparsa).

 

Oltre ad avere disegnato alcune storie che - pur essendo probabilmente definibili "minori" in termini di lunghezza, ambientazione e articolazione della trama - rientrano a mio avviso a pieno titolo tra le pietre miliari del periodo d'oro (si pensi a "La dama di picche" e a "Canyon Diablo"), e benché l'apprezzamento o meno del suo stile rientri inevitabilmente nel campo delle opinioni personali (a me piace), penso sia oggettivo e condivisibile il fatto che il suo lavoro sia, senza mezzi termini, inevitabilmente sfregiato e rovinato dai faccioni di Galep, che ovviamente rompono l'unitarietà stilistica del disegno e sono pure quasi sempre sproporzionati, generando un effetto finale che è un vero e proprio "pugno in occhio" (questo contrariamente ad interventi successivi già richiamati, quali i rifacimenti di Monti sui volti di altri professionisti, che sono generalmente ben amalgamati e non disturbano il lettore occasionale che non si soffermasse a indagare) e che squalifica inevitabilmente l'insieme. Sono convinto che tutti giudicheremmo il lavoro di Muzzi con più obiettività e con maggiore profondità, pur ovviamente mantenendo il proprio parere, se potessimo soffermarci su ogni aspetto del suo stile senza dover ogni volta confrontarci con il pensiero "è quello a cui rifacevano la faccia di Tex perchè non gli veniva bene", che rischia di condurre immediatamente e senza possibilità di obiezioni all'etichetta di peggior disegnatore di sempre.

 

Se davvero la preoccupazione dei Bonelli, all'epoca, era che il volto di Tex non dovesse risultare troppo differente dai parametri stabiliti per anni dal creatore Galep (spiegazione che però può reggere per le prime precoci storie di Muzzi, ma non riesco a capire come potesse essere reiterata in seguito all'ingresso di più disegnatori nello staff, ognuno col proprio volto di Tex ben diverso e ben riconoscibile), mi stupisce come - pur con la diversa sensibilità dell'epoca - non si fosse riuscito a realizzare come il rimedio fosse ben peggiore del male.

 

Concludo, per rinforzare la mia opinione, invitandovi a cercare semplicemente "Tex Virgilio Muzzi" su "Google immagini", e partendo da lì poi indagare scavando fra le pagine dei risultati.

 

Tex Virgilio Muzzi

 

Si trovano numerose tavole, provenienti perlopiù dai volumi "Cavalcando con Tex", degli anni Novanta, in cui Muzzi ha potuto illustrare alcune scene della storia di Tex finalmente con il suo stile compiuto, volto di Tex compreso. Ditemi voi se quel volto aveva davvero qualcosa di così sbagliato da meritare i pessimi rifacimenti coi quali alcune bellissime storie ci sono state tramandate.

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Il 8/1/2022 at 21:42, Condor senza meta dice:

Molti ritocchi redazionali li subiva pure Blasco e De La Fuente, ma nel caso di quest'ultimo, l'ottimo lavoro del grandissimo Monti rendeva meno traumatico l'impatto.

Da quel che ne so Monti ritoccò i volti di Wilson e non quelli di De La Fuente. Cosa che, chiunque fosse stato il disegnatore "corretto", giudico un'eresia (specie su disegni strepitosi come quelli di Wilson).

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<span style="color:red">17 ore fa</span>, mac82 dice:

Esco dal mio perenne lurkaggio per spezzare una lancia in favore del bistrattato Muzzi, che probabilmente ha subito la sorte di molti artisti di essere sottovalutato nel periodo di attività e rivalutato in seguito (ricordo un editoriale di Sergio Bonelli molto accalorato in occasione della sua scomparsa).

 

Oltre ad avere disegnato alcune storie che - pur essendo probabilmente definibili "minori" in termini di lunghezza, ambientazione e articolazione della trama - rientrano a mio avviso a pieno titolo tra le pietre miliari del periodo d'oro (si pensi a "La dama di picche" e a "Canyon Diablo"), e benché l'apprezzamento o meno del suo stile rientri inevitabilmente nel campo delle opinioni personali (a me piace), penso sia oggettivo e condivisibile il fatto che il suo lavoro sia, senza mezzi termini, inevitabilmente sfregiato e rovinato dai faccioni di Galep, che ovviamente rompono l'unitarietà stilistica del disegno e sono pure quasi sempre sproporzionati, generando un effetto finale che è un vero e proprio "pugno in occhio" (questo contrariamente ad interventi successivi già richiamati, quali i rifacimenti di Monti sui volti di altri professionisti, che sono generalmente ben amalgamati e non disturbano il lettore occasionale che non si soffermasse a indagare) e che squalifica inevitabilmente l'insieme. Sono convinto che tutti giudicheremmo il lavoro di Muzzi con più obiettività e con maggiore profondità, pur ovviamente mantenendo il proprio parere, se potessimo soffermarci su ogni aspetto del suo stile senza dover ogni volta confrontarci con il pensiero "è quello a cui rifacevano la faccia di Tex perchè non gli veniva bene", che rischia di condurre immediatamente e senza possibilità di obiezioni all'etichetta di peggior disegnatore di sempre.

 

Se davvero la preoccupazione dei Bonelli, all'epoca, era che il volto di Tex non dovesse risultare troppo differente dai parametri stabiliti per anni dal creatore Galep (spiegazione che però può reggere per le prime precoci storie di Muzzi, ma non riesco a capire come potesse essere reiterata in seguito all'ingresso di più disegnatori nello staff, ognuno col proprio volto di Tex ben diverso e ben riconoscibile), mi stupisce come - pur con la diversa sensibilità dell'epoca - non si fosse riuscito a realizzare come il rimedio fosse ben peggiore del male.

 

Concludo, per rinforzare la mia opinione, invitandovi a cercare semplicemente "Tex Virgilio Muzzi" su "Google immagini", e partendo da lì poi indagare scavando fra le pagine dei risultati.

 

Tex Virgilio Muzzi

 

Si trovano numerose tavole, provenienti perlopiù dai volumi "Cavalcando con Tex", degli anni Novanta, in cui Muzzi ha potuto illustrare alcune scene della storia di Tex finalmente con il suo stile compiuto, volto di Tex compreso. Ditemi voi se quel volto aveva davvero qualcosa di così sbagliato da meritare i pessimi rifacimenti coi quali alcune bellissime storie ci sono state tramandate.

I disegni di Muzzi, che ha fatto per " Cavalcando con Tex, sono molto belli,  volto compreso.🙋‍♂️

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