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TWF - Tex Willer Forum

[Romanzi A Fumetti 12] L'ultima missione


Sam Stone
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Allora...Parto dai disegni, fondamentali soprattutto in questo formato. Font mi piacque con il Texone Gli assassini,  poi c'è stato un declino (credo oggettivo) e non lo gradisco molto. Però nel cartonato,  con paesaggi e colori di Vattani, si difende bene.

Passando alla storia...Mi è piaciuto il taglio dato da Giusfredi. Mi è piaciuto un po' di "sugo" in più. Gli speciali,  cartonati, color, Maxi, Texoni, servono anche per questo. Tex e Carson leggermente in secondo piano ma in modo per me accettabile.

Unica nota stonata è l'assenza quasi totale di battute. Non che voglia chissà quali siparietti però da Giusfredi mi aspettavo anche qualche scintilla comica.

Però sono ottimista su di lui. ;) 

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  • 4 settimane dopo...

Ho una domanda per voi: la prima pagina del cartonato, dove ci sono le prime vignette, quale è? 

Intendo dire, scusate, che l'inizio arriva di botto. Non sembra anche a voi?

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Doudou dice:

Ho una domanda per voi: la prima pagina del cartonato, dove ci sono le prime vignette, quale è? 

Intendo dire, scusate, che l'inizio arriva di botto. Non sembra anche a voi?

 

No.

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No, Doudou, ognuno di noi ha un inizio diverso. E' una trovata editoriale.

 

Il mio comincia così:

 

"Era una notte buia e tempestosa..."  :laugh:

 

 

 

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<span style="color:red">8 minuti fa</span>, borden dice:

No, Doudou, ognuno di noi ha un inizio diverso. E' una trovata editoriale.

 

Il mio comincia così:

 

"Era una notte buia e tempestosa..."  :laugh:

 

 

 

:lol2::laugh:

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<span style="color:red">37 minuti fa</span>, Doudou dice:

Vabbè capisco l'ironia ma diamine pensavo mancasse una pagina.

 

Poi mi spieghi da dove ti è venuta questa idea perché davvero non lo capisco,  Punto primo gli albi alla francese hanno 46 pagine di storia e le pagine sono appunto 46. Punto terzo la storia comoncia in una pagina dispari e finisce in una pagina pari come tutte le storie. Punto terzo, per motivi di impaginazione le pagine mancanti, ammesso che ci fossero non potevano essere meno di quattro e non consecutive.

E poi, scusa, ma come ti aspettavi che cominciasse la storia? Cosa c'è che non va in quell'inizio per te?

 

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Mi ha lasciato interdetto il fatto che si inizi all'improvviso con una vignetta come se ci fosse stata un'azione o qualche scena precedente tagliata. Si inizia con la luna e con i tre da giovani che stanno per entrare nel campo. Il tutto viene ottimamente spiegato nel prosieguo della storia, ma così come parte non dico che non mi sia piaciuto, anzi, ma lì per lì non mi ha fatto immediatamente capire cosa stesse succedendo.

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Si tratta di una cosa molto di moda nei fumetti foresti e poi adottata anche qui... ma mai vista su Tex, in effetti. Almeno, finché lo leggevo. Una concezione al gusto più internazionale dei Cartonati, credo.

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4 hours ago, virgin said:

Si tratta di una cosa molto di moda nei fumetti foresti e poi adottata anche qui... ma mai vista su Tex, in effetti. Almeno, finché lo leggevo. Una concezione al gusto più internazionale dei Cartonati, credo.

 

Beh, no, la partenza "in media res" su Tex si è già vista, SOPRATTUTTO nelle storie di GL Bonelli (che per i tempi, erano modernissime). Vedi per un esempio pagina 83 del 106 (l'inizio di "Gilas"). O anche pagina 99 del numero 98 (l'inizio di "Silver Bell" dove non c'è nemmeno una didascalia d'apertura.

 

Questo è uno dei tanti indicatori sul fatto che, appunto, la scrittura di Gl Bonelli era tecnicamente più "moderna" (e dinamica, ritmata e fulminante) di quella dei suoi successori, Nolitta e Nizzi, che erano molto più "tradizionali" nella scrittura (Nolitta era più moderno nei temi su Zagor e Mister No, ma più tradizionale sulle lunghe spiegazioni di tutto). E un esempio di come i lettori si siano "adagiati in quel dolce sonno" delle storie che devono iniziare sempre immancabilmente con quel tedioso "un mattino di primavera..." o "nel pomeriggio di un giorno di agosto"...

 

In questo cartonato, rispetto agli esempi di GL Bonelli, cambia il fatto che non c'è il titolo nella striscia, che avrebbe risolto ogni dubbio di Doudou, ma se non ci si fosse "disabituati" a quegli inizi fulminanti, il dubbio magari non sarebbe nemmeno venuto...

  • +1 2
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Aggiungo un altro esempio di storia di GL Bonelli con inizio improvviso, che sto leggendo proprio ora: numero 69 ("Piombo caldo"), p. 90 "Deserto tragico", le prime due vignette sono solo segnali di fumo che dicono: "La mano di ferro colpirà domani, ecc...", nella terza si vedono due indiani mai visti prima che dicono: "Affrettiamoci ecc.", subito dopo due soldati feriti nel deserto. I pard e le spiegazioni di cosa sta succedendo arrivano dopo qualche pagina.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

 

Beh, no, la partenza "in media res" su Tex si è già vista, SOPRATTUTTO nelle storie di GL Bonelli (che per i tempi, erano modernissime). Vedi per un esempio pagina 83 del 106 (l'inizio di "Gilas"). O anche pagina 99 del numero 98 (l'inizio di "Silver Bell" dove non c'è nemmeno una didascalia d'apertura.

 

Questo è uno dei tanti indicatori sul fatto che, appunto, la scrittura di Gl Bonelli era tecnicamente più "moderna" (e dinamica, ritmata e fulminante) di quella dei suoi successori, Nolitta e Nizzi, che erano molto più "tradizionali" nella scrittura (Nolitta era più moderno nei temi su Zagor e Mister No, ma più tradizionale sulle lunghe spiegazioni di tutto). E un esempio di come i lettori si siano "adagiati in quel dolce sonno" delle storie che devono iniziare sempre immancabilmente con quel tedioso "un mattino di primavera..." o "nel pomeriggio di un giorno di agosto"...

 

In questo cartonato, rispetto agli esempi di GL Bonelli, cambia il fatto che non c'è il titolo nella striscia, che avrebbe risolto ogni dubbio di Doudou, ma se non ci si fosse "disabituati" a quegli inizi fulminanti, il dubbio magari non sarebbe nemmeno venuto...

 

Perché ogni volta che sto per scrivere qualcosa di saggio ed intelligente arrivi tu e mi batti sul tempo?:laugh::P:laugh:

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13 ore fa, Diablero dice:

Beh, no, la partenza "in media res" su Tex si è già vista, SOPRATTUTTO nelle storie di GL Bonelli (che per i tempi, erano modernissime). Vedi per un esempio pagina 83 del 106 (l'inizio di "Gilas"). O anche pagina 99 del numero 98 (l'inizio di "Silver Bell" dove non c'è nemmeno una didascalia d'apertura.

 

Giustissimo, Diablero, ma io indicavo solo l'inizio con narrazione normale e poi il titolo della storia posposto alle pagine successive, come dici tu alla fine del messaggio.

Gli inizi in medias res di GLB mi sono ben noti, echeccavolo. :D

 

EDIT: ma in effetti rileggendo il mio messaggio non si capiva affatto, colpa mia.

  • Haha (0) 1
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  • 3 mesi dopo...

Letto solo ieri e purtroppo devo andare controcorrente perchè lo considero il cartonato meno riuscito tra quelli letti finora.

Font è da sempre uno dei miei disegnatori di Tex preferiti (e infatti la mia gavetta Willeriana comincia proprio nel periodo in cui inizia anche la sua collaborazione con la SBE) e da un cartonato a colori disegnato da lui mi aspettavo veramente tanto. Purtroppo la storia di Giusfredi non gli rende giustizia. La storia scorre abbastanza bene ma non mi ha lasciato nulla perchè ho trovato il tutto piuttosto piatto e senza particolari guizzi. I personaggi di Joe, della moglie defunta e del giovane bandito sono solo abbozzati e quindi del destino del marmocchio non può interessarmi pià di tanto, come nemmeno del fatto se il vecchietto sia onesto o meno. 

Giusfredi per adesso lo metto nella stessa categoria di Rauch - non fanno disastri come Faraci, nelle sceneggiature non hanno passaggi pasticciati come Ruju, ma non mi entusiasmano.

Modificato da MarrFarr
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  • 10 mesi dopo...

Che strano... guardando le prossime uscite della Bonelli, ho notato che il 24 giugno esce il cartonato "l'ultima missione", cioè questo:

https://shop.sergiobonelli.it/tex/2022/06/08/libro/tex-l-ultima-missione-1021775/

 

Mi è parso strano, non può essere il ritardo delle fumetterie rispetto alle edicole (che è di un paio di mesi), visto che il volume è uscito a febbraio 2021, 16 mesi fa. Poi ho notato che ha un isbn diverso, e una collana diversa, "libri di Tex", invece del volume uscito all'epoca nei "romanzi di Tex"

 

Si tratterà di una ristampa, immagino (fateci attenzione, quelli fra voi che vogliono solo la prima edizione, se non ci sono altre differenze si riconoscono dall'ISDN...). Però mi pare strano, la prima edizione risulta ancora disponibile...

https://shop.sergiobonelli.it/fumetti/2021/03/20/albo/l-ultima-missione-1009118/

 

Controllando, la stessa cosa è avvenuta con il numero 10, "A sud di Nogales", con due edizioni, una nei "romanzi a fumetti" nel 2019:

https://shop.sergiobonelli.it/tex/2019/08/01/albo/a-sud-di-nogales-1005025/

E una nei "libri di Tex" nel 2020: https://shop.sergiobonelli.it/tex/2020/06/25/libro/tex-a-sud-di-nogales-1008394/

(sembrerebbe anche più stretto, ma probabilmente è un errore.)

Anche qui sono entrambi disponibili.

 

In compenso risultato attualmente esauriti i numeri 1, 2, 4, e 6...   (e di "Tex Willer: Vivo o Morto" è andata esaurita anche la ristampa, evidentemente Tex Willer tira...)

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10 hours ago, ilpadronedelvapore said:

E' la riedizione per le librerie di varia che ha distribuzione (e codici) diversa rispetto a quella per le edicole.

Quella esce un paio di mesi dopo al massimo, non dopo 16 mesi...  e oltretutto viene fatta per TUTTI i cartonati, e la Bonelli dal sito vende SOLO QUELLA (e infatti per tutti gli altri volumi c'è una versione sola, tranne che per quei due. Perché solo quei due? Mistero...)

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  • 2 mesi dopo...

Durante il lockdown, vidi in rete l'intervista rilasciata da Giusfredi, in cui descriveva la sua giornata tipo lavorativa durante quel difficilissimo periodo; di colpo mostrò un foglio in cui si intravedeva una bozza di sceneggiatura e in molti si accorsero che poteva trattarsi di qualcosa di atipico, un futuro cartonato per l'appunto.

 

Fortunatamente di tempo da quei terribili mesi ne è passato e noi lettori abbiamo avuto pure modo di goderci la sua opera nel frattempo, affidata a Font, ormai un veterano della saga del ranger.

 

Io ho avuto modo di leggerla solo ieri notte, nella mia lenta ma costante azione di recupero dei cartonati che mi sono sfuggiti all'epoca dell'uscita e adesso proverò a dir la mia.

 

Giusfredi mostra di aver coraggio e opta per uno schema narrativo molto atipico e originale, ovvero usare come voce narrante quella del comprimario Joe Beauregard che scopriamo essere un ex ranger, che in passato, al tempo della grande invasione dei Comanche ha agito a fianco con i nostri.

Con amara ironia e con un tono vagamente crepuscolare, Joe ci narra del suo passato e del suo grande amore, la giovane e bella Martha salvata dagli indiani durante la sua escursione con i pards e morta prematuramente mandando in frantumi il resto della sua esistenza.

 

Tutto l'incipit è piacevole da leggere e intriga: Giusfredi cerca di farci empatizzare con la sua creatura letteraria, e nelle numerose didascalie di voce narrante non mancano sottili risvolti psicologici e una mal celata vena poetica. Purtroppo il debole della storia a mio avviso, consiste nel fatto che il soggetto, seppur interessante, funzionerebbe benissimo senza l'inserimento di Tex e Carson. L'autore ovviamente è "costretto" a inserire i nostri fra le pagine, ma l'opera non sembra del tutto riuscita.

 

L'omaggio al capolavoro di Borden è chiaro, visto che il flashback si colloca esattamente ai tempi della "Grande invasione", ma la sequenza della sparatoria dei rangers con la banda comanche, annoia un po' e risulta slegata dall'incipit. Più che altro sembra posta di proposito per mettere in qualche modo in evidenza i nostri, se no ridotti a semplici comparse. Purtroppo anche la parte finale narrata al presente, mi fa questo effetto e la sparatoria finale, risulta drammatica ma scontata.

Con un maggior coinvolgimento emotivo di Tex e Carson si sarebbe raggiunto un tocco di epicità maggiore, mentre per come è impostata la sceneggiatura, il rapporto con Joe sembra troppo freddo e anche qui ho avuto l'impressione che estromettendoli, la scena finale poteva comunque funzionare, se non addirittura risultare meglio.

 

Riassumendo: buona l'idea e l'intenzione di soggetto, ma con una sceneggiatura che non è riuscita ad avvalorare a pieno lo spunto.

 

Personalmente mi convince poco che Beauregard si infiltri nella banda, macchiandosi le mani di sangue innocente, per lasciar immacolato il cognatino dalla testa bacata.

Già è dura da digerire che un ragazzo possa essere assoldato da una banda di delinquenti senza "agire", ma che poi un vecchio ranger non trovi di meglio da fare per redimerlo che uccidere a posto suo, mi stona. Inoltre per farla finire con il bandito capobanda doveva proprio attendere Tex dopo una lunga permanenza tra le file dei fuorilegge? Snodo che non mi convince. 

 

Ho invece trovato molto ben confenzionati i disegni di Font: l'artista spagnolo continua a proporci il suo stile molto caricaturale, soprattutto nelle figure anatomiche e l'espressioni dei volti, ma si supera con le ambientazioni e gli sfondi, che, grazie anche alle gabbie diverse, assumono ancor più efficacia.

Per non tacere dell'ottimo lavoro di Vattani ai colori, che impreziosisce sfondi e paesaggi. Abituati alle colorazioni piatte da comando "secchiello" di Photoshop che contraddistinguono ristampe e "Color", simili esiti cromatici, ben curati e a tratti "pittorici", fanno strofinare gli occhi dalla gioia :D. Il mio voto finale è 6

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