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TWF - Tex Willer Forum

[728/729] Una colt per Manuela Montoya


Sam Stone
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Nel mio caso finiscono nel dimenticatoio le storie catalogabili nella fascia dell'ignavia, ovvero quelle senza infamia e senza lode. Quelle davvero brutte (o ciofeche se preferite) le dimenticherei volentieri ma non ci riesco. Sfido a cancellare dalla memoria picchi memorabili come "Oltre il fiume" o "Alleati pericolosi" :lol:. E' già tanto se non ho ancora gettato dalla finestra gli albi. :P:D

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Una storia che mi è piaciuta.

Tra i tanti "ritorni" questo di Manuela è stato ottimo.

La caccia agli assassini ha diviso i pard e li ha fatti poi agire ognuno in solitaria.

Cosa che ha permesso a ognuno di mettersi in mostra.

Anche la "soluzione" ai problemi di Manuela viene prima temporaneamente gestita da Kit, ma è

Tex quello che risolve definitivamente il problema con il suo piano azzardato e complicato.

Piano che prevede una sincronia perfetta tra i 3 pard, 2 dei quali agiscono sotto falso nome.

Piano che non prevedeva la presenza di Manuela in città, ma di una sua domestica.

Il fatto reale che nessuna potesse fisicamente sostituirla e la testardaggine della fanciulla fanno sì che essa venga rapita dal rapinatore superstite che si dimostra un assassino senza scrupoli e infame, che ben merita la fine che fa.

Bene che sia stato Kit da solo a liberarla e a sconfiggere Keel.

Una trama che avrebbe retto bene anche se Manuela non fosse stata l' ex e nuova fiamma di Kit, ma una ranchera mai conosciuta prima.

L' aspetto romantico mette un pò di pepe in più e non guasta.

 

Un aspetto rimarcato più volte da Manuela è l' obbedienza di Kit al padre.

La ragazza infondo ha conosciuto Tex una sola volta e non sa che sia Kit che Carson ( e anche Tiger) si attengono sempre ai piani di Tex in quanto i fatti hanno sempre dimostrato che sono  efficaci e risolvono i guai che i nostri devono gestire.

Ciò non toglie che ognuno degli altri pard sappia agire in autonomia come fa Kit inseguendo Keel senza neppure avvisare gli altri, nè aspettandoli nell' inseguimento.

 

A non conoscere bene la pericolosità  e l' efficienza dei nostri non erano solo i nemici, ma anche Manuela, come rimarca Kit più volte.

 

Mi ha fatto tenerezza Tex nelle vesti del "suocero", che accetta il riposo, l' ospitalità, la buona cucina, e Carson invece preoccupato, forse perchè non ha ancora assaggiato la famosa tequila della Riserva Speciale!

 

La storia sentimentale ha l' unico esito possibile, viaggi continui tra Nogales e la Riserva.

Spero che nelle prossime avventure a sud di Nogales si accenni ad una sosta al ranch Montoya.

 

i disegni poi nel proseguire della storia non sono poi male, a parte rappresentazione di Kit.

 

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@betta53 Un commento molto equilibrato (che riporta fra l'altro la discussione all'interno del suo argomento specifico) e che condivido in pieno, soprattutto nella sua capacità di mostrare alcuni tratti della personalità di Manuela e del suo modo di ragionare da donna passionale e non sempre lineare, ma nemmeno isterica, come qualcuno ha preteso di definirla. L'esplorazione dei sentimenti dei due non è amplissima, ma fornisce degli accenni per me gradevoli e motivati e che non stonano in questo particolare tipo di avventura (peraltro, bilanciati dalle vicende del tentativo di rapina in banca). Certamente, una storia atipica, ma comunque con momenti gradevoli e, soprattutto, che dà al giovane Kit un rilievo molto maggiore, una volta tanto.

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Scrivo un commento dopo un lungo silenzio causa covid, che mi ha impedito di leggere Tex fino a una settimana fa.
A me la storia e' piaciuta, i disegni meno (la faccia di Nacho mi ricorda il Teschio Rosso).
Non mi trovo daccordo con chi ha visto uno spiegone: anche nella vita reale e' normale ricordare a lungo e magari piu' volte i fatti del passato incontrando un amico (o piu') dopo tanto tempo (anche se sembra che per i Nostri sia passato poco piu' di un anno).
Piuttosto ho trovato un po' deboli un paio di dettagli: che il ricco possidente si dia a rapinare le banche, anche se non sembra che i soldi gli manchino, e poi i velocissimi trasferimenti bancari del finale. Ma sono quisquilie: Boselli e' un grande (ma si sapeva) e l'utente Monni rimarra' per sempre nell'universo di Tex!
 

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6 ore fa, dario63 dice:

Certamente, una storia atipica, ma comunque con momenti gradevoli e, soprattutto, che dà al giovane Kit un rilievo molto maggiore, una volta tanto

Quante sono le storie in cui Kit Willer ha un ruolo veramente di rilievo nella serie? Secondo me molto poche.

Andando a memoria: "Il figlio di Tex" n. 12 di GL Bonelli, "Giungla crudele" di Nolitta, "L'uomo senza passato" di Nizzi, "Morte nella nebbia/Uccidete Kit Willer" di Boselli.

Poi ce ne sono tante altre in cui Kit è importante (es. "Salt River", "El supremo", "I rangers di Finnegan"), ma meno.

 

Ecco, sono d'accordo che il ruolo di Kit in questa storia di Monni/Boselli non solo è rilevante, ma anche diverso dal solito (in senso positivo). E secondo me dovrebbe essere sfruttato di più questo lato del suo carattere "più maturo".

Il 11/7/2021 at 12:59, dario63 dice:

Può non piacere questa storia, ma uno dei suoi pregi, a mio discutibile avviso, sta proprio nel presentare un Kit Willer che prende iniziative e decisioni da solo, una volta tanto e se ne mostra una fisionomia, come carattere e personalità, che in precedenza non sono emersi. Operazione molto rischiosa e innovativa, ma che ha, per me, il pregio, di mostrarci un personaggio che finalmente esce dall'ombra e assume connotazioni più proprie, non necessariamente segnate da una totale imitazione dell'illustre genitore (ma peraltro senza stravolgere in modo radicale i suoi connotati precedenti).

Concordo!

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<span style="color:red">10 ore fa</span>, dario63 dice:

Certamente, una storia atipica, ma comunque con momenti gradevoli e, soprattutto, che dà al giovane Kit un rilievo molto maggiore, una volta tanto.

 

Senza dubbio, una delle poche note liete di una storia che personalmente ho trovato nel complesso assai deludente, soprattutto nel primo albo (nel secondo si è un pelino risollevata, ma senza risorgere). A mio avviso, una delle prove meno convincenti di Boselli, che ci ha abituati a ben altro e possiamo essere certi che tornerà a farlo 😉.

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Sono tornato sul forum dopo parecchio tempo di assenza spinto dalla curiosità di leggere come era stata commentata la storia dell'amico Carlo, ma devo ammettere che dopo le prime tre pagine di post non ho resistito alla tentazione di saltare rapidamente di pagina in pagina dando solo una lettura veloce a qualche post. Troppe polemiche inutili su cose di poco conto, parere personale ovviamente, ma senza voler offendere nessuno la penso esattamente come Sam Stone, si dovrebbe tornare al sano divertimento di leggere un fumetto senza volerlo analizzare come un trattato di filosofia o voler per forza dettar legge sulle scelte editoriali. In fondo la SBE è libera di proporre ciò che vuole e noi clienti liberi di comprare o lasciare in edicola, sempre che l'edicola la troviamo di questi tempi ahinoi! (proprio oggi ho visto chiudere l'ennesima edicola di Roma e notizia ancora peggiore almeno per me l'unica rimasta del mio quartiere ha messo il cartello vendesi). Torno in argomento prima di essere giustamente bacchettato, ho trovato la storia bella!!! Per questo faccio i complimenti a Carlo per il soggetto, so che è stato un pò modificato da Mauro ma avendone parlato direttamente con Carlo tutto quel che ha fatto mi è piaciuto. Ottima la sceneggiatura di Mauro. In particolare nella storia ho trovato molto bello il modo con cui è stato presentato l'incontro fra Manuela e Kit e anche il prosieguo degli scambi fra loro, presentandolo in modo convincente ma senza scendere in romanzetto rosa. Buono anche la divisione delle scene date ai tre pard e a Manuela. Kit ha un ruolo abbastanza principale, e non poteva essere diversamente, ma viene gestito bene tanto che mi risulta simpatico! Ebbene sì, lo ammetto, dei quattro pard è l'unico di cui molte volte farei volentieri a meno. Interessante anche l'evolversi della rapina, una volta tanto non si risolve in "Arriva Tex e li fa fuori tutti mentre beve un caffè uscendone senza un graffio". Il linciaggio finale ci stava tutto e trovo corretto che Kit non solo non fa niente per fermarlo ma si vede che la cosa gli sta più che bene. Se fossimo stati in un'aula di tribunale magare Carlo da buon avvocato sarebbe anche riuscito a scagionarlo e mandarlo libero per un vizio di forma, ma siamo nel West e la scena che Carlo e Mauro hanno immaginato mi è piaciuta tantissimo trovandola molto realista. 

P.S. Ho letto che qualcuno ha eccepito anche sulla lingerie di Manuela Montoya che a quell'epoca non avrebbe potuto indossare... Poveri autori odierni a cui nessuna licenza poetica è concessa chissà come rimpiangeranno a volte i tempi in cui una Ford irrompeva fra le pagine di Tex senza che nessun lettore battesse ciglio!

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C'è, e purtroppo è abbastanza diffusa, una strampalata maniera di pensare secondo cui "l'importante è la storia" e che se anche è disegnata male, la storia dovrebbe rifulgere di luce propria, arrivando telepaticamente nelle menti dei lettori.

 

E non capisco come sia possibile che chi lo dice non si renda conto di dire una evidente e plateale puttanata. Il "disegno" in un fumetto non è un abbellimento, una cornice floreale attorno al quadro: è il quadro. Se paragoniamo il fumetto all'altro media che unisce immagini e testo, il cinema, sarebbe come dire che "l'importante è la storia", non importa se le frasi le fai dire a Vittorio Gassman o ad Alvaro Vitali o a qualcuno che non sa recitare per nulla, così come "non è importante se dietro alla macchina da presa c'è Kubrick o tuo cognato al primo film, l'importante è la sceneggiatura"...)

 

I personaggi DISEGNATI interpretano le scene, interpretano le frasi, ce le comunicano. Il disegnatore crea e muove gli attori, le luci, le scenografie, gli effetti speciali, le inquadrature, etc. Noi non vediamo mai davvero il lavoro dello sceneggiatore (la sceneggiatura, che viene letta solo dal disegnatore), vediamo la versione interpretata dal disegnatore. Come personaggi efficaci o piatti, espressivi o ingessati, caratterizzati o anonimi, e la stessa identica azione (identica in sceneggiatura, intendo) può essere appassionante e dinamica disegnata da qualcuno bravo o può essere scoordinata e ridicola disegnata da qualcun altro.

 

Ho fatto questa premessa per spiegare la mia difficoltà nel giudicare la sceneggiatura (che non ho mai visto) di Boselli: disegni come quelli di Laurenti in questi due albi avrebbero affossato qualunque storia!

 

Sono dialoghi davvero così "lenti" e prolissi come mi appaiono, o è il disegnatore che li esprime senza alcuna partecipazione, mostrandomi personaggi inespressivi che sembrano pupazzi? È un esperienza comune il fatto di trovare gli Alan Ford di Magnus più divertenti di quelli immediatamente successivi, tanto che era nata la leggenda urbana secondo cui Magnus modificasse le sceneggiature (cosa sempre smentita da Magnus e comunque Bunker aveva l'ultima parola sulla pagina pubblicata), ma anche questa leggenda urbana nasce dal non capire QUANTO il disegno influisce sulla nostra percezione del passare del tempo nelle vignette. Bunker, da sempre, fa battute "lunghe", non ha un buon ritmo (si nota sempre in tutti i suoi fumetti, da Kriminal ad oggi), ma se guardate le tavole di Magnus, vedete che, senza bisogno di cambiare una virgola del testo, riesce ad accompagnare quei testi senza annoiare. Piffarerio non era altrettanto abile in questo, e di colpo le stesse battute sembravano più lunghe (è facile vedere, avendo voglia di capire come funzionano i fumetti, come Magnus abbia fatto la stessa cosa anche nel suo Texone, durante i lunghi dialoghi di Nizzi)

 

In questi albi, Laurenti fa il contrario: i suoi personaggi sono così innaturali, "recitano" così male, ma darmi una generale sensazione di innaturalità, di artificiosità. E, avendo in mente le sue vecchia storie di Zagor...  non capisco come mai. Non ha un età da pensionamento. Ha problemi di salute? Gli hanno imposto di disegnare 60 pagine al mese per fare in tempo sulle consegne? Chi lo sa? Io posso solo giudicare il risultato. Che è una delle storie disegnate peggio mai apparse su Tex (non la peggiore, si è visto di peggio, ma sono comunque rare le volte che si è scesi a questo livello). Era stato detto che era stato scelto per la sua abilità nel disegnare figure femminili dotate di un notevole "appeal", e infatti me le ricordo...  ma a posteriori, non è stata una scelta felice, proprio perché in questa storia non c'è traccia di questa capacità.  La sua Manuela Montoya ha ancora lineamenti gradevoli (quando è in primo piano e quindi il disegno è più curato) ma per il resto è un sacco di patate. Vedere le gambette minuscole della seconda vignetta di pagina 109, o la macchia con la testa girata all'indietro di pagina 98, o la prima vignetta di pagina 61, o le prima due vignette di pagina 50 (la prima sembra disegnata da Gamba) o la terza vignetta di pagina 48, ma è un elenco troppo lungo. inoltre, anche quando non ci sono questi disegni "storti"...  comunque non vedo una figura femminile memorabile. (mentre invece è memorabile il suo Kit...  in peggio! Pare deforme...)

 

La storia, disegnata così, è una sofferenza da leggere, e sarebbe sonoramente bocciata. L'ennesimo passo falso di una annata con più ombre che luci. Però mi pare ingiusto commentare l'esordio dell'Amichevole Avvocato di Quartiere (forumistico) così, con un lapidario "storia disegnata male" senza nemmeno cercare di capire le intenzioni, al di là dei disegni. E quindi proviamoci...

 

Ho alcune perplessità, proprio sul SENSO dell'operazione. Non nel fatto di far tornare Manuela, ma nel fatto di CAMBIARE Manuela per farla tornare...

 

Chi era Manuela? Un personaggio non è definito solo dal suo ruolo ("primo amore di Kit mostrato in scena"). prima di tutto, anche il ruolo ha sfumature che richiedono più attenzione ("il primo amore di kit mostrato in scena, ma è un amore impossibile per le resistenza della sua famiglia e per la loro diversità, e il desiderio di libertà di Kit"). Manuela poi non ha solo un ruolo nel plot, ma ha un ruolo nell'ambientazione: è la figlia, un po' ribelle, di un ranchero messicano ricco e potente, e di nobili antenati. E questo fa contrasto con kit, che non solo non ha nobili natali, ma è pure mezzo Navajo.

 

Chi è Mefisto? Non è solo un vecchio nemico di Tex che faceva la spia per i messicani. È un mago e un ipnotizzatore, evoca demoni, ed è pazzo, ossessionato dalla vendetta su Tex.

 

Far tornare Mefisto comporta problemi. È troppo potente. Per semplificare le cose, perchè non farlo tornare come una spia per i messicani, senza poteri magici? Sarebbe più gestibile. Tanto basta dire che è sempre Mefisto...

 

...solo che non è vero, non sarebbe più Mefisto. Senza le peculiarità che l'hanno contraddistinto nelle storie precedenti, è a tutti gli effetti un altro personaggio (apro parentesi: come è chiaro, spero, che il mago che appare vent'anni dopo non è lo stesso personaggio che faceva la spia per i messicani: sono la stessa persona in fiction, ma sono due personaggi diversi collegati cronologicamente nel senso che uno diventa l'altro. Tipo come Tex Willer giovane fuorilegge e Tex quasi cinquantenne ranger vedovo con prole e capo dei navajos)

 

Se a Manuela togli il fatto di essere "figlia di..." e tutta la sua famiglia, il suo ambiente, le restrizioni, facendola diventare una copia (solo meno brava, meno navigata e più ingenua) della Signora del Rancho Verde...  diventa semplicemente una ranchera come tante.  poteva benissimo essere un nuovo personaggio (come alla fine è) che aveva avuto in passato una storia con Kit... e così magari ce la facevano pure vedere in flashback, quella storia, invece di raccontarcela con spiegoni nei dialoghi!

 

Si volevano eliminare tutti gli ostacoli alla relazione con kit? Ma così, senza ostacoli, diventa noiosa! (e infatti le parti fra i due, con il battibecco e il riassuntone, è pallosissimo.  Avrà anche ragione Borden a dire che è filologicamente corretto come dialogo da Harmony, ma se compro Tex voglio Tex, non un Harmony...), anche nella storia originale GL Bonelli (saggiamente) si era concentrato più sulle parti dove i contrasti erano reali (fra Tex e il padre, con lo spasimante, etc.). Tanto che si deve aggiungere tutta la finta rapina che pare appiccicata con lo sputo (e ben poco sensata, pensando al rischio per qualcuno che è già ricco sfondato) per dare qualcosa da fare ai pards

 

Il cambiamento radicale di Manuela, che le toglie praticamente TUTTO quello che la caratterizzava come personaggio, per trasformarla in una ranchera che prova a fare la fatalona senza grande abilità, appare ancora più strano pensando che invece, per il resto, la storia è molto simile alla sua prima apparizione. TROPPO simile: ancora un altro spasimante non ricambiato ricco e potente, ancora l'arrivo di Tex e Carson in ritardo su kit, ancora un falso crimine, ancora il rapimento di Manuela, etc...  boh, avrei preferito una manuera più simile, e una trama meno simile...

 

Anche perchè nel caso di Manuela non c'è il fattore "chissà cosa le sarà successo in questi decenni" che si aveva per esempio con Lupe: in quel caso era ovvio che dopo tanti anni non poteva più essere la ragazzina rivoluzionaria che avevamo lasciato. Ma qui, dalla storia e dalle dichiarazioni, l'idea è che sarebbero passati un paio d'anni!

 

Insomma... che senso ha, proprio come idea di base, "facciamo tornare Manuela, in una storia molto simile con un altro spasimante come quello prima, ma cambiando completamente Manuela"? Non era meglio tenersi la vecchia Manuela (cioè quella di due anni prima...) e cambiare il tipo di minaccia? Ogni volta che vedremo Manuela avrà un nuovo spasimante cattivo che la fa rapire?

 

A parte quelle similitudini, ci sono molte cose in questa storia che POTENZIALMENTE sarebbero interessanti... Tex e Carson che si infiltrano fra i banditi portandosi dietro un prigioniero che sa tutto, il fingere una rapina, sono "variazioni" rispetto ai canovacci tipici della serie che avrebbero potuto alzare molto il voto... ma alla fine viene tutto sepolto sotto una quantità di dialoghi che appare davvero eccessiva. O, come dicevo all'inizio, forse appare tale per come è disegnata, non so, vallo a capire...

 

NON concordo invece sulle critiche (che trovo infondate) che ho letto su altri aspetti della storia, tipo il linciaggio (credo che sia l'unica scelta narrativa che mi è piaciuta davvero di tutto l'albo), e che temo dipendano ancora dalla confusione fra "chi è davvero Tex Willer (e i suoi pard") e "il santino del Nick Raider del 1800 in cui l'hanno trasformato Nolitta e Nizzi", praticamente ogni post tipo "Tex non farebbe mai..." mi faceva venire in mente un sacco di esempi in cui aveva dimostrato il contrario...  ma di questo magari parlo in altri post che questo è già troppo lungo.

 

P.S.: parlando di disegni pessimi...  avendo l'albo qua per controllarlo mentre scrivevo, mi è appena caduto l'occhio su pagina 89, in particolare le prime vignette... e davvero, disegni simili su Tex spero di non vederli mai più...

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<span style="color:red">8 ore fa</span>, Diablero dice:

santino del Nick Raider del 1800 in cui l'hanno trasformato Nolitta e Nizzi",

tipo quello che nei Predatori del Grande Nord fa esplodere un magazzino con due persone dentro? 

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9 hours ago, Diablero said:

Sono dialoghi davvero così "lenti" e prolissi come mi appaiono, o è il disegnatore che li esprime senza alcuna partecipazione, mostrandomi personaggi inespressivi che sembrano pupazzi?

Dare a Laurenti la colpa della verbosità degli albi mi pare assurdo.

Sul fatto che il disegno sia fondamentale su una storia a fumetti, e che in questa occasione il disegnatore non ha dato il meglio di se, non ci piove.

Però non dipende certo da Laurenti se la storia é piena di telecronache mentali.

Modificato da zagor70
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1 hour ago, zagor70 said:

Dare a Laurenti la colpa della verbosità degli albi mi pare assurdo.

Sul fatto che il disegno sia fondamentale su una storia a fumetti, e che in questa occasione il disegnatore non ha dato il meglio di se, non ci piove.

Però non dipende certo da Laurenti se la storia é piena di telecronache mentali.

 

Vedi, è proprio per questo, perché a prima vista pare così anti-intuitivo, che ho fatto l'esempio di Alan Ford.

 

E di come Max Bunker di colpo sia diventato (apparentemente) un autore verboso e prolisso. Da un albo all'altro. Semplicemente mettendo Piffarerio al posto di Magnus.

 

Se il problema sono il fatto che i dialoghi contengono cazzate, errori, illogicità, (o spiegoni esagerati e consecutivi come quelli che ho stigmatizzato nel primo albo) OK, è ovvio che la colpa è di chi li ha scritti.

 

Ma quando il problema è il ritmo, e la...  sopportazione del lettore, diventa un ballo a due fra l'autore e il disegnatore.  Certo, alcuni autori prolissi (come il Bunker dell'esempio) richiedono disegnatori non comuni tipo Magnus per funzionare (e un po' è tornato a funzionare con Perucca, finché proprio non ha finito le idee). Altri magari sarebbero andati bene anche con Piffarerio. È difficile dire dove finisce "è colpa del disegnatore che disegna pezzi di legno inespressivi" e dove inizia "è colpa dello sceneggiatore che riempie troppo i balloons"

 

E credo che davvero pochissimi sceneggiatori (credo nessuno) sarebbe riuscito a brillare con i disegni di questo albo. Sono letteralmente inguardabili, ho letto l'albo in più puntate per la fatica di sopportarli.

 

E contemporaneamente, guarda caso, il bos diventa così pesante da leggere? Proprio per questa storia? Prima no? Coincidenze? Magari il fatto che stavolta le sue battute invece che da Kit Willer (o Kit Carson) erano dette da un dilettante ingessato e inespressivo, che faceva strane boccacce in pose improbabili con anatomie strampalate che non trasmettevano un senso all'azione, conta qualcosa, no?

 

Poi, certo, le perplessità di altro tipo che non dipendevano dal disegnatore, come il fatto di far tornare Manuela senza far tornare Manuela, se hai letto fino in fondo il mio post le ho citate.

Modificato da Diablero
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L'eccessiva verbosità in alcune circostanze é uno dei pochi (per fortuna) difetti di Boselli, oltre a qualche finale un pò affrettato, e non è la prima volta che capita per questo "Manuela Montoya".

Le perplessità che non dipendono dal disegnatore le ho lette e sono quelle che più o meno hanno indicato anche altri.

Ma la pesantezza dei dialoghi, il "non scorrere" della lettura, per me non può essere in nessun modo legato alla parte grafica. Facendo un paio di esempi al contrario: "La lunga marcia" di Burattini e "Le sette città di Cibola" di Boselli, hanno i disegni di Chiarolla che digerisco poco, ma le storie scorrevano e come (sceneggiatura eccellente) e le ho rilette con piacere, nonostante i disegni.

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6 minutes ago, zagor70 said:

Facendo un paio di esempi al contrario: "La lunga marcia" di Burattini e "Le sette città di Cibola" di Boselli, hanno i disegni di Chiarolla che digerisco poco, ma le storie scorrevano e come (sceneggiatura eccellente) e le ho rilette con piacere, nonostante i disegni.

 

Io no.

 

La lunga marcia non mi è piaciuta nemmeno come storia, ma anche lì, chissà se con un altro disegnatore si salvava...

Modificato da Diablero
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Arrivo buon ultimo o quasi a commentare questa seconda parte (ormai vado in edicola una volta al mese e prendo quel che devo prendere in blocco ;) )

 

Sulla storia non c'è molto da aggiungere perchè è già stato detto tutto (ah gli spoiler alert, questi sconosciuti), personalmente l'approvo, le 'scelte' sulla personalità di Manuela (che Kit ormai ha imparato a conoscere e a regolarsi di conseguenza) e sul linciaggio finale ci possono anche stare (Keel è, effettivamente, una carogna doc e se avesse avuto l'occasione ed il motivo avrebbe anche messo un vilaggio a ferro e fuoco sulla falsariga del Fraser di Goldeena, quindi chi è causa del suo mal...). Boselli come al solito tira fuori personaggi a mazzi ma ormai è carta conosciuta ;) (dubito fossero tutti previsti dal soggetto dell'avvocato Monni).

 

Capitolo disegni: criticati quelli del primo albo, anche una buona metà di quelli del secondo albo sono inguardabili (qualche tavola alla fine si salva), soprattutto per volti (pard spesso irriconoscibili) e proporzioni delle figure (spalle oversize in primis). Nel complesso, bocciatura inevitabile.

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Sara' che sono rimasto affezionato al Tex delle origini, ma io al testo non trovo proprio niente da rimproverare; piuttosto eviterei tavole senza testo, che invece ormai sono standard. I disegni sì sono al di sotto della qualità abituale, peccato perché la storia meritava meglio.

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Ah, e ovviamente, nonostante la stroncatura di questa storia (soprattutto per i disegni) e le mie perplessità sullo spunto di base, i miei complimenti a Carlo per essere riuscito ad entrare nel novero degli autori di Tex! L'importante è iniziare, nessuno fa centro con la primissima storia, andrà meglio alla prossima! ;) :clapping:

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Non capisco le critiche a questa storia, che sicuramente non verrà ricordata come un capolavoro, ma sicuramente rientra nella media delle storie texiane e  si lascia leggere avidamente nell’attesa di conoscere il risultato del complicato piano ideato da Tex. Appoggio con convinzione la scelta di aver dato spazio da protagonista a Kit, che meritava un tale onore. Del resto, questa era la sua partita, e l’ha giocata molto bene.
Nota dolente, invece, i disegni che, in alcuni passi, sembrano quelli degli anni’60. Laurenti ha perso lo smalto dei tempi migliori o, semplicemente, non è adatto a Tex.
Complimenti, quindi, a Carlo Monni e al Boss.
Voto alla storia: 7,3
Voto ai disegni: 6/6,5

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2 hours ago, andreadelussu74@gmail.com said:
 
 
 
 

Andrea67,scusa la citazione

Io è da prima che venisse pubblicata questa storia che lo dico

Laurenti su Tex è inadatto

 
 
 
 
 
 
 

Non andavo pazzo su di lui nemmeno su Zagor e solo su Dampyr disegna in modo buono

é inutile che poi mi si dica che non capisco nulla di disegni

Il voto alla storia per quello che mi riguarda è 6 al soggetto e un 6.5 alla sceneggiatura ma solo perchè è intervenuto Boselli e l'ha salvata dall'essere una boiata pazzesca

Il voto ai disegni per mè è da 5,5 la prima parte al 6 scarso nella seconda e ultima parte

da Laurenti mi sarei aspettato molto ma molto di più

Buongiorno, ho un dubbio... come ci si può aspettare mooooooolto di più da un disegnatore per il quale, per tua ammissione, non sei mai andato pazzo e disegna in modo buono (non eccellente; e quindi non si parla solo di gusto ma forse qui subentra un giudizio tecnico) solo su Dampyr? Tra l´altro dopo aver premesso che sapevi gia da prima che venisse pubblicata la storia che Laurenti sarebbe stato inadatto? Forse sarebbe stato logico affermare che ti saresti aspettato una pessima prova...

Non voglio assolutamente criticare la tua critica, piuttosto comprenderla dato che devo ancora leggere il volume...Non si capisce se per te Laurenti sia bravissimo ma in questa storia di Tex sia scivolato, se in generale Laurenti non ti piace e su questa prova lo ha confermato, o se a prescindere Laurenti sia inadatto a Tex senza nemmeno dover sfogliare un suo eventuale albo di Tex...

Buona giornata

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1 minute ago, andreadelussu74@gmail.com said:

Semlicissimo,ti rispondo subito

Il modo in cui disegna Zagor Laurenti è personale ma il personaggio non lo snatura

Ho criticato la scelta di laurenti per Tex perchè da sempre non lo reputavo adatto al personaggio

Poi si., mi aspettavo che modificasse il suo stile per Tex come ha fatto Filippucci,che in confronto come disegna Tex e martyn Mistere,sembra quasi un altro

Spero di essermi spiegato adesso

Grazie della risposta, ora ho capito meglio il tuo punto di vista

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Storia finalmente letta: voglio spezzare qualche lancia a favore della storia. Innanzitutto complimenti a Monni :)Personalmente lho trovato la vicenda abbastanza di mio gusto e ciò che ho apprezzato maggiormente è l'aver lasciato un ampio margine di manovra a Kit. La scena del linciaggio finale non mi è risultata per nulla sgradita: Keel è una carogna e questa fine è meritata, di certo non meritava una fine onorevole. Secondo me ci sta anche il caratterino di Manuela, d'altro canto è figlia unica di una famiglia ricca che vanta nobili origini, ma alla fine veramente innamorata di Kit. Per questo motivo sentimentale per me è stata una storia atipica e meno male che la ragazza non ci ha lasciato le penne e sembra abbia lasciato un segno nel cuore del giovane Willer. Una nota negativa son però i disegni, più specificatamente la caratterizzazione dei volti, non sempre ben riuscita.

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  • Sceriffi

Ho concluso solo oggi la lettura della seconda parte della storia: il giudizio già pesantemente negativo sulla prima parte viene purtroppo confermato da un secondo albo macchinoso e decisamente poco coinvolgente, se non nel finale.

È vero che qui sono meno presenti le scene da harmony e i dialoghi da latte alle ginocchia che mi avevano reso indigesto il primo albo. Ma si aggiungono però altri difetti. Il principale: tre quarti dell'albo sono passati a spiegare, rispiegare, ripetere, e poi ancora a rivedere nei dettagli il perfetto piano di Tex per prendere due piccioni con una fava e mettere i banditi e don Domingo nel sacco senza tanta fatica... così perfetto che fallisce miseramente: un vicesceriffo morto ammazzato, Manuela rapita dall'ultimo bandito in fuga, un altro innocente assassinato dal bandito stesso. Niente male, Tex! Proprio un bel piano! :azz:

Ovviamente la storia si riprende nel finale, dove viene fuori la maestria di Boselli nel gestire una scena d'azione complicata e nel muovere i tanti personaggi sullo scacchiere... Però 30 pagine ben riuscite sono troppo poche per riscattare una storia che, a lettura ultimata, si rivela davvero brutta.

 

Sulla scena finale del linciaggio: a titolo personale, non mi piace vedere un eroe che lascia un bandito, per quanto un assassino, ai forconi della folla inferocita. Tanto più che è una scena che viene al termine di una storia tutta giocata sui toni della commedia romantica (le schermaglie amorose, la scena quasi grottesca in cui Kit e Manuela si prendono gioco di don Domingo e dei suoi scagnozzi...), senza un minimo di pathos. Stona ancor di più un cambio di registro così netto; una scena così forte, se proprio si decide di scriverla, andrebbe preparata e usata in circostanze eccezionali (Fraser), non per il primo bandito che passa.

 

I disegni contribuiscono ad affossare la storia, ma non sono d'accordo con chi dice che con una recitazione migliore dei personaggi l'insieme ne avrebbe guadagnato.

È però, a suo modo, una storia epocale: per i miei gusti, si tratta della prima storia INSUFFICIENTE scritta da Borden! :lupo_grigio:

 

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Addirittura insufficiente??? Mi sembra un po’ esagerato. La storia non è un capolavoro ma è carina. Il piano di Tex è complicato ma è giusto che fallisca altrimenti non avremmo mai colpi di scena e filerebbe sempre tutto liscio.

Infine, finalmente abbiamo Kit protagonista.

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Il 31/7/2021 at 12:58, pecos dice:

È però, a suo modo, una storia epocale: per i miei gusti, si tratta della prima storia INSUFFICIENTE scritta da Borden! 

 

Di sicuro, la meno riuscita negli ultimi 10 anni. In fondo, capita anche ai migliori ed ai più esperti di commettere un mezzo passo falso...

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<span style="color:red">54 minuti fa</span>, juanraza85 dice:

 

Di sicuro, la meno riuscita negli ultimi 10 anni. In fondo, capita anche ai migliori ed ai più esperti di commettere un mezzo passo falso

 Il Maxi "Alaska" è del 2013, non sono ancora passati 10 anni. Tra storia e disegni, difficile strappargli la palma.

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