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TWF - Tex Willer Forum

[728/729] Una colt per Manuela Montoya


Sam Stone
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<span style="color:red">3 minuti fa</span>, Jim Brandon dice:
1 ora fa, juanraza85 dice:

 

Di sicuro, la meno riuscita negli ultimi 10 anni. In fondo, capita anche ai migliori ed ai più esperti di commettere un mezzo passo falso

 Il Maxi "Alaska" è del 2013, non sono ancora passati 10 anni. Tra storia e disegni, difficile strappargli la palma.

 

Dal mio punto di vista, la palma spetta al ritorno di Manuela...

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<span style="color:red">24 minuti fa</span>, juanraza85 dice:

 

Dal mio punto di vista, la palma spetta al ritorno di Manuela...

Ovviamente i giudizi sono soggettivi, ma a mio parere "Alaska" aveva dalla sua una storia prolissa dal finale alquanto sconclusionato  e dei disegni che, a tratti, erano davvero pessimi. Qui ci troviamo, a mio avviso, davanti ad una storia scialba (con protagonista un personaggio del cui ritorno non si sentiva davvero il bisogno), ma, tutto sommato "leggibile", pur con dei disegni che, sinceramente, non vorrei ritrovare sulla serie regolare. 

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Non scherziamo.

Alaska è l'unico albo di Tex nel quale non sono mai riuscito ad arrivare oltre metà storia, e ci ho provato almeno 4 volte.

La storia di Manuela è noiosa e inutile, ma si riesce ad arrivare in fondo. 

No contest.

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  • Sceriffi
2 ore fa, Jim Brandon dice:

 Il Maxi "Alaska" è del 2013, non sono ancora passati 10 anni. Tra storia e disegni, difficile strappargli la palma.


Ho riletto da poco anche Alaska, quella sì pesantemente penalizzata dai disegni. La sceneggiatura di Borden, invece, non mi è sembrata così male come molti la descrivono. Vero è che l’avevo completamente dimenticata, cosa che non mi succede così spesso con le storie di Boselli, e questo dice molto; ma, per me, la sceneggiatura una sufficienza la merita.

Questa storia, invece, è molto peggio.

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Mah..io avevo criticato il fatto che era stata cambiata completamente la Manuela Montoya di GLB, ma trovo esagerate queste critiche alla scrittura di Boselli. Secondo è una lettura piacevole, con battute divertenti, sopratutto quando Tex e Carson si uniscono alla banda di rapinatori!

Insomma..per niente noiosa e secondo me il paragone con Alaska proprio non ci sta!

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Paragonare due storie tanto diverse, a mio modo di vedere, lascia il tempo che trova. I due episodi hanno sì in comune una non completa riuscita (cosa fisiologica in un'ampia produzione, ma che fa più scalpore nel caso di Borden, visto l'alta qualità con cui ci ha abituati in questi lunghi anni di avventure e fantasia), ma di fatto sono molto differenti. Mi trovo d'accordo con @pecos, riguardo all'incidenza dei non adeguati disegni dello Studio Fernandez sulla mancata riuscita del famigerato Maxi. Quando la sceneggiatura fu messa in cantiere, era prevista per un texone e Mauro optò per un soggetto particolare e importante, con personaggi che promettevano bene (vedasi Roscoe, la bella moglie e il russo), la presenza di Gross-Jean e il ritorno di un personaggio femminile molto ben riuscito come Dawn. La prima parte della prova non è male e si nota nettamente, che man mano che la qualità dei disegni scadeva, lo sceneggiatore ha perso interesse per la stessa. Risultato: un finale non adeguato al mistero costruito fino allora e una spiegazione razionale poco edificante e forzata, che di fatto ha irrimediabilmente finito di demolire quel poco di salvabile che c'era in quella prova. Son certo che lo stesso spunto nelle mani di un disegnatore di spessore, avrebbe portato a un gioiellino, poichè Mauro non avrebbe subito un così vistoso calo di tensione. Il ritorno di Manuela non lo reputo da bocciatura assoluta (da mediocrità sì però!), ma a differenza del Maxi denuncia, a mio avviso, una trama non così ricca da riempire i due albi, di conseguenza una sceneggiatura che a tratti perde ritmo, viene dilatata da dialoghi verbosi e sequenze troppo lunghe di tattica e spiegazioni. I disegni di Laurenti non aiutano e i suoi personaggi "recitano" in maniera non adeguata, tuttavia si ha l'impressione che anche con altri pennelli un po' di noia si sarebbe comunque palesata.  

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  • Sceriffi
<span style="color:red">21 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

Paragonare due storie tanto diverse, a mio modo di vedere, lascia il tempo che trova. I due episodi hanno sì in comune una non completa riuscita (cosa fisiologica in un'ampia produzione, ma che fa più scalpore nel caso di Borden, visto l'alta qualità con cui ci ha abituati in questi lunghi anni di avventure e fantasia), ma di fatto sono molto differenti.

 

Senza dubbio hai ragione, caro Condor, ma "Alaska" è stata tirata in ballo da qualcuno dopo che io ho affermato che questa storia del ritorno di Manuela è la prima storia davvero insufficiente di Borden (per il mio gusto di lettore, ovviamente). In questo senso, il confronto ci sta: per quanto non entusiasmante, la sceneggiatura di "Alaska" rimane passabile, mentre "Una colt per Manuela Montoya" proprio non mi è piaciuta.

 

<span style="color:red">21 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

Il ritorno di Manuela non lo reputo da bocciatura assoluta (da mediocrità sì però!), ma a differenza del Maxi denuncia, a mio avviso, una trama non così ricca da riempire i due albi, di conseguenza una sceneggiatura che a tratti perde ritmo, viene dilatata da dialoghi verbosi e sequenze troppo lunghe di tattica e spiegazioni.

 

Per me, questi non sono i soli elementi che determinano il giudizio negativo complessivo. Aggiungici: le scene e i dialoghi da telenovela nel primo albo, un secondo albo estremamente macchinoso, per concludere con la scena del linciaggio finale, che, come ho già spiegato, ho trovato decisamente fuori luogo.

 

Il 4/8/2021 at 16:32, Andrea67 dice:

Addirittura insufficiente??? Mi sembra un po’ esagerato.

 

<span style="color:red">22 ore fa</span>, laredo dice:

Mah..io avevo criticato il fatto che era stata cambiata completamente la Manuela Montoya di GLB, ma trovo esagerate queste critiche alla scrittura di Boselli.

 

Cari amici, ovviamente le critiche che ho mosso non hanno nessuna pretesa di universalità, riflettono semplicemente le mie impressioni ed il mio gusto di lettore, come sempre. Non penso che sia esagerato dire che questa storia non mi è piaciuta, o sarebbero esagerati 3/4 dei commenti sul forum... :rolleyes:

 

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Forum che tra l'altro è stato accusato più volte di essere composto da fanboy di Boselli. Una volta che si dimostra che non è così, e che quindi le lodi a @borden sono sincere, saremmo pure esagerati? :D

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, virgin dice:

Forum che tra l'altro è stato accusato più volte di essere composto da fanboy di Boselli.

Ma  lo dicevano  gli haters di Boselli;)

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Su questo sono d'accordo. Ciò non toglie che qualcuno, anche non accecato da ostilità preconcetta, potrebbe dubitare della sincerità di alcune lodi. Vedere invece una storia che riceve un apprezzamento così basso, seppur espresso sempre con grande rispetto, dimostra inequivocabilmente che:

I - su questo forum si è equanimi. Certo, nei confronti di Boselli si presta attenzione perché è qui presente (non direi mai scherzosamente che le sue storie fanno cagare, mentre lo dico di storie di un autore non presente qui e, per giunta, morto); ma non al punto di dire che sia bello ciò che bello non è;

 

e dato che su questo forum si è equanimi possiamo anche dire che:

 

II - il gradimento consueto che ricevono qui le storie di Boselli è segno della loro alta qualità media.

 

Ma è sotto gli occhi, direte voi. Ebbene, non è sempre così per tutti; quindi, anche se non è stata molto apprezzata, ben venga "Una colt per Manuela Montoya". :D

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, virgin dice:

Ciò non toglie che qualcuno, anche non accecato da ostilità preconcetta, potrebbe dubitare della sincerità di alcune lodi.

Questo sarebbe mettere della malizia anche dove, a mio parere, non c'è. Insinuare malafede in chi loda le storie di un autore lo trovo un pò da psicanalisi (e pure un pò meschino). Ma, essendo il mondo bello perché è vario, posso anche pensare che ci sia qualcuno che si dedica a questa cervellotica attività :D

Piuttosto, la riflessione che faceva @valerio in un precedente post (correggimi se ricordo male!) era il contrario, ovvero potrebbe esserci qualcuno che, per una sorta di timore reverenziale, lesina critiche a Boselli perché qui presente.

Credo sia comprensibile e, tutto sommato umano, anche se mi sembra che nessuno in questo senso abbia fatto outing

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1 ora fa, Juan Ortega dice:

Questo sarebbe mettere della malizia anche dove, a mio parere, non c'è. Insinuare malafede in chi loda le storie di un autore lo trovo un pò da psicanalisi (e pure un pò meschino). Ma, essendo il mondo bello perché è vario, posso anche pensare che ci sia qualcuno che si dedica a questa cervellotica attività :D

Piuttosto, la riflessione che faceva @valerio in un precedente post (correggimi se ricordo male!) era il contrario, ovvero potrebbe esserci qualcuno che, per una sorta di timore reverenziale, lesina critiche a Boselli perché qui presente.

Credo sia comprensibile e, tutto sommato umano, anche se mi sembra che nessuno in questo senso abbia fatto outing

Si, esattamente. Ma comunque è anche logico. Parlavo di una possibile autocensura che può venirci naturale con chi è presente (come diceva Virgin, nessuno direbbe mai che una storia di Borden fa cagare, mentre dei non presenti si dice eccome, perdendo i freni inibitori). Ma questo nulla toglie a Borden, naturalmente, che credo tutti stimiamo sinceramente.

Modificato da valerio
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Personalmente, ho finora cercato di mantenere il più possibile una sorta di equità di giudizio nelle mie recensioni. Non so se ci son sempre riuscito; magari alcune volte, seppur inconsciamente, anch'io mi son fatto condizionare dalla stima che mi lega ad alcuni autori, in fondo non siamo freddi robot, ma uomini dotati di emozioni, anima e alta predisposizione a commettere minch... ehm, errori :D. In quanto alle storie composte da Mauro, in alcuni casi (vedasi "Morte nella nebbia" o "Giovani assassini") mi son ritrovato a essere una delle poche voci fuori dal coro, altre volte no, comunque se qualche episodio non mi convince (come la storia del topic in questione), non vedo il perchè non dovrei esporre liberamente i miei appunti critici, condivisi o meno che siano dagli altri utenti. :)   

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Ho affrontato(!) la lettura di questa famigerata storia dopo essermi riletto l'episodio a firma GLB-Nicolò.

Francamente, lo ricordavo poco. Una storia piuttosto lineare, che in qualche punto ha dei tocchi da vera commedia, un falso rapimento finito nel sangue, un cavallo che si azzoppa proprio nel momento sbagliato, un intreccio piuttosto inusuale, nel complesso divertente da leggere (magnifici i disegni di Nicolò)

E mi è sembrata divertente anche questa nuova storia, anche più movimentata, molto classica nell'impianto (tex e carson infiltrati nella banda, il fuorilegge che accetta di collaborare e il cui destino si decide solo alla fine)

L'ho trovato un gradevole divertissement, anche i disegni di Laurenti dopo qualche perplessità li ho apprezzati.

Ci sono delle situazioni inusuali, la bella Manuela recalcitrante fino alla fine, cerca in tutti i modi di convincere (anche il lettore stesso?) di non volere essere un personaggio di secondo piano, ma ho davvero gradito il ritmo forsennato della seconda parte: il classico faccia-d'angelo Keel che si dimostra il serpente più velenoso di tutti, il fuorilegge collaborativo che per una volta non va incontro a una redenzione urbi et orbi ma finisce fulminato, anche dalla battuta di un Carson in gran forma (nei dialoghi come nell'azione). Sapientemente gestito il rapporto tra Kit e Manuela, finale a mio parere molto chiaro ma saggiamente poco esplicito. Non mi dispiacerebbe che il personaggio così recuperato fosse una presenza più costante della serie, a mio parere la Manuela di GLB forniva ben poco materiale narrativo per una nuova storia.

 

Voto finale: 7,5

P.S. 

secondo me in questo episodio  si decide di rinunciare completamente a un tono epico, (con magari la possibilità di scadere nel patetico e nel melenso), per avere delle scenette come il "piccante" agguato di Kit e Manuela al disgraziato Don (vero trait d'union tra la storia originale e questo ritorno, hidalgo fallito da ogni punto di vista) nel primo albo, e nel complesso la scelta giova molto alla storia

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Complici anche i disegni, ho fatto fatica a completare la lettura della storia, alla quale attribuisco soprattutto due aggettivi: verbosa e macchinosa. E poi, priva come è di comprimari all'altezza, non innesta mai quella marcia che potrebbe consentire al lettore di essere maggiormente coinvolto. 

 

Il problema a mio parere è tutto qui: negli avversari, nella situazione che i pards devono affrontare. Tutto ruota come pretesto per la partecipazione di Manuela,  con il risultato che la storia, impastoiata com'è alla figura della ragazza, finisce per arenarsi diventando noiosa. Il ritorno di Manuela lo vedo purtroppo come il ritorno di Lupe: le parti più belle, di questa e di quella storia, ruotano sui dialoghi "intimi" tra le donne e i rispettivi partner (qui Kit, lì Tex), mentre tutta la storia di contorno, che pure deve esistere, è tutto fuorché ispirata. Forse l'interesse per il ritorno del personaggio rende la trama una sorta di seccatura necessaria, senza la quale il personaggio di cui si propone il ritorno non potrebbe ritornare? E il fatto che questo sia una seccatura, lo si vede nella pesantezza dei dialoghi, nella farraginosita' della vicenda, nel ritmo spezzettato e poco fluido? 

Quando tornarono Lena e Donna, la storia non era incentrata su di loro ma sui sette assassini, senza dimenticare i fratelli Lane e lo stesso Kid Rodelo: una storia, quella, deliziosa nei dialoghi e nello scorrimento, una delle piu belle di Boselli. Il quale scrisse quella storia non pensando al ritorno di Lena e Donna, ma semplicemente inserendole (senza patemi e senza farsi "schiavizzare" dalla loro presenza), con un risultato di naturalezza che ne' questa ne' la storia di Lupe hanno.

 

È possibile che incentrare la storia sul ritorno di un simile personaggio generi una sorta di "schiavitu" che si palesa nella non perfetta riuscita della vicenda? 

 

Un'altra considerazione: ne I due rivali, Manuela Montoya a mio parere era il personaggio nettamente meno interessante. Molto più riuscito quel gentiluomo (senza ironia) del padre, o il bandito di mezza tacca che rapisce la ragazza. Lì quest'ultima era solo un pretesto, e tutto questo grande amore francamente non l'ho visto. La personalità, invero scialba, della Manuela di Glb qui viene, a detta di qualcuno, stravolta con la figura di una donna libera, indipendente, altezzosa e mutevole: ma meno male! dico io, che una tale metamorfosi c'è stata. La ragazza qui ha qualcosa da dire, mette del pepe, per quanto anch'io non abbia per nulla apprezzato la pantomima di lei semisvestita con Don Pedro in stato di ebbrezza coatta (scena che ho trovato sgradevole); è comunque un personaggio forte, e la cosa non si spiega necessariamente con un'eresia di Monni/Boselli rispetto all'originale bonelliano, quanto piuttosto con una evoluzione e maturazione di una donna che, nel giro di due anni, si ritrova orfana di entrambi i genitori e proprietaria di un grande ranch minacciato dalla cupidigia di un ranchero vicino. È una donna ferita dalla vita, sia per il doppio lutto che per la storia d'amore finita male con Kit di qualche tempo prima, che deve aver lasciato pesanti cicatrici nel suo animo, che non può più essere quello della dolce fanciulla. 

 

In conclusione, ho trovato Manuela abbastanza convincente (meglio questo personaggio che quello insipido glbonelliano) coinvolta però in una trama che non gira in maniera fluida, forse perché troppo asservita al ritorno della bella ranchera.

 

Al netto di questo, complimenti a Carlo per essere entrato a far parte di quell'autentica leggenda che sono gli autori di Tex!

 

Modificato da Leo
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  • 2 settimane dopo...

Alla luce dei tanti commenti letti, quando mi sono avviato a leggere questa storia ero pronto a una cosetta mediocre, buona quasi solo per lasciare una stroncatura sul forum fatta anche con un pizzico di simpatico sadismo nei confronti del buon Monni. E invece, dopo averla letta, penso che tutte le svalutazioni e le polemiche sollevate da questi due albi non hanno molto senso, almeno per me. Certo, non siamo di fronte a un capolavoro, né tantomeno ad una storia memorabile; ma “Una colt per Manuela Montoya” è senza dubbio una buona, solida storia di Tex, e una storia, aggiungo, che restituisce a Kit Willer la centralità e la “cazzutaggine” che gli sono proprie.

Per me, infatti, questa storia è una sorta di riparazione a “Una donna in ostaggio”: anche lì Kit era protagonista, ma ad agire era un bamboccio irresponsabile che si faceva prendere a botte in testa dal primo che passa, che si faceva fregare più volte salvandosi il sedere grazie al paparino. Del tutto diverso questo Kit Willer: non ha bisogno di Tex, non si fa fregare da scalzacani qualsiasi, si prende il ruolo da protagonista, malmena i cattivi e salva la donzella, tutto senza botte in testa e senza farsi fregare come un pollo! Per una volta, dunque, trovo ottima l’idea, di per sé del tutto anti texiana, di escludere totalmente Tex dal finale: bravi – e coraggiosi – Boselli e Monni.

 

Voglio poi aggiungere una cosa: questa doppia tanto bistrattata secondo me è molto più bella della bonelliana “I due rivali”! Lì Manuela non era altro che la solita donzella indifesa, mentre invece ora ha una personalità complessa e a tutto tondo, “vera”, tanto che non mi dispiacerebbe affatto rivederla in futuro. E ne “I due rivali”, Kit venne totalmente messo in disparte da Bonelli, proprio il contrario di quanto, come detto, avviene nella storia di Boselli e Monni.

 

Insomma, per me storia promossa; l’unico vero difetto sono i disegni, semplicemente impubblicabili, ma su questo punto non voglio insistere avendo già espresso il mio sgomento altre volte.

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, paco ordonez dice:

Voglio poi aggiungere una cosa: questa doppia tanto bistrattata secondo me è molto più bella della bonelliana “I due rivali”! Lì Manuela non era altro che la solita donzella indifesa, mentre invece ora ha una personalità complessa e a tutto tondo, “vera”, tanto che non mi dispiacerebbe affatto rivederla in futuro

ma allora,piuttosto,potevano fare una storia con un personaggio diverso

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Il 31/7/2021 at 12:58, pecos dice:

È però, a suo modo, una storia epocale: per i miei gusti, si tratta della prima storia INSUFFICIENTE scritta da Borden! :lupo_grigio:

 

 

Non mi è di grande aiuto per affrontare la lettura di questa storia.

Come alcuni di voi ricorderanno io ho smesso di leggere (ma non di comprare) sia Tex sia Tex Willer ormai un anno fa. Complici altri problemi mondiali e personali non provavo più interesse a immergermi nel mondo di Tex e amici, anche se la mazzata finale è stata il polpettone di "Netdahe", che giusto in questi giorni dopo essermi fatto coraggio ho finito giusto due minuti fa di leggere.

Con la giusta predisposizione la storia non è neanche scritta male (lasciando perdere che la prima parte poteva essere una storia a sé), ma la ritengo la più noiosa e allungata all'inverosimile di tutta la saga.

Va beh, ora almeno ho cinque albi in meno per arrivare a questa avventura,

di cui vi saprò dire, come sempre fuori tempo massimo,

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<span style="color:red">5 ore fa</span>, paco ordonez dice:

 

Voglio poi aggiungere una cosa: questa doppia tanto bistrattata secondo me è molto più bella della bonelliana “I due rivali”! Lì Manuela non era altro che la solita donzella indifesa, mentre invece ora ha una personalità complessa e a tutto tondo, “vera”, tanto che non mi dispiacerebbe affatto rivederla in futuro. E ne “I due rivali”, Kit venne totalmente messo in disparte da Bonelli, proprio il contrario di quanto, come detto, avviene nella storia di Boselli e Monni.

 

Assolutamente d'accordo con te. Non ti nascondo che, quando ho letto dell'idea di Carlo di riesumare Manuela Montoya, non ne sono stato granché felice: la ricordavo un personaggio abbastanza scialbo. Nelle mani di Carlo e Mauro invece la donna ha spiccato il volo, risultando estremamente più affascinante e interessante rispetto alla sua prima, incolore, apparizione. 

 

In questo senso, ho paragonato Manuela a Lupe: per l'una e per l'altra, i dialoghi con i rispettivi (potenziali) partner Tex e Kit, hanno un quid che li rende molto suggestivi, particolarmente riusciti. Non dimentichiamo la Lupe del primo albo del suo ritorno: non rileggo la storia da quando è uscita, a causa di un secondo albo per me assolutamente non riuscito, ma ricordo che gli scambi tra lei e Tex erano molto belli, e mi sono tornati alla mente con la Manuela del duo Monni/Boselli.

 

Tuttavia, a parte il bel personaggio di Manuela, ho trovato la storia troppo "laboriosa", poco fluida, in definitiva poco appassionante, quindi, pur non bocciandola sonoramente, nemmeno riesco a promuoverla pienamente...

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<span style="color:red">15 ore fa</span>, Grande Tex dice:

ma allora,piuttosto,potevano fare una storia con un personaggio diverso

Perché, un personaggio non si può riprendere e farlo evolvere? La storia del fumetto è piena di questi casi.

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1 ora fa, paco ordonez dice:

Perché, un personaggio non si può riprendere e farlo evolvere? La storia del fumetto è piena di questi casi.

non so...io generalmente sono contrario ai personaggi che cambiano da storia a storia

A parte che qui non è un evoluzione,ma proprio il contrario di quello che era prima

E poi,almeno si poteva sottolinearlo con una frase tipo" Sei molto cambiata" ,invece Kit sembra che non noti alcuna differenza

Modificato da Grande Tex
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1 ora fa, Grande Tex dice:

non so...io generalmente sono contrario ai personaggi che cambiano da storia a storia.

Il fumetto è una allegoria della vita (magari resa più interessante), e quindi può succedere che le avversità passate cambino l'attitudine di una persona.

D'accordo che gli eroi di carta non dovrebbero neanche cambiarsi i vestiti, ma come sempre si dice le eccezioni confermano la regola.

Modificato da Dix Leroy
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Ma scusate... se Boselli e Monni avessero stravolto personaggi strutturati e "di peso" come boh, un Montales o un El Morisco, io potrei ben capire le critiche e le condividerei. Ma cosa c'è di male se questo "stravolgimento" (per me una semplice "crescita") l'hanno fatto su un personaggio che, nella sua versione originale, era davvero una ragazzetta scialba? Penso che a Boselli e Monni possiamo - proprio per aver consegnato alla saga un personaggio molto più interessante - essere grati.

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<span style="color:red">36 minuti fa</span>, paco ordonez dice:

Ma scusate... se Boselli e Monni avessero stravolto personaggi strutturati e "di peso" come boh, un Montales o un El Morisco, io potrei ben capire le critiche e le condividerei. Ma cosa c'è di male se questo "stravolgimento" (per me una semplice "crescita") l'hanno fatto su un personaggio che, nella sua versione originale, era davvero una ragazzetta scialba? Penso che a Boselli e Monni possiamo - proprio per aver consegnato alla saga un personaggio molto più interessante - essere grati.

Se consideri la vera Manuela una ragazzetta scialba è normale che ti piaccia questa storia..ma non aspettarti che tutti la pensino come te. Io di questo stravolgimento del personaggio ne facevo volentieri a meno..altro che gratitudine..

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, paco ordonez dice:

Ma scusate... se Boselli e Monni avessero stravolto personaggi strutturati e "di peso" come boh, un Montales o un El Morisco, io potrei ben capire le critiche e le condividerei. Ma cosa c'è di male se questo "stravolgimento" (per me una semplice "crescita") l'hanno fatto su un personaggio che, nella sua versione originale, era davvero una ragazzetta scialba? Penso che a Boselli e Monni possiamo - proprio per aver consegnato alla saga un personaggio molto più interessante - essere grati.

ma io sono d'accordo che questa Manuela sia più interessante,ma non l' avrei cambiata principio

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