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TWF - Tex Willer Forum

[728/729] Una colt per Manuela Montoya


Sam Stone
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Letto, con il mio solito ritardo...Probabilmente sono l'unico, assieme a Monni e Boselli, che fosse interessato ad un ritorno di Manuela Montoya, e al riannodare i fili che la precedente, irrisolta ma affascinante storia, lasciava in sospeso...

Motivo per cui, oltre al bagaglio di noia abissale di una storia che ho fatto una fatica immane a finire, ho provato anche una forte delusione per un'occasione, a mio parere, totalmente sprecata.

La romance tra il giovane Willer e la bella ranchera, non è, di fatto, una prosecuzione "coerente" di quella narrata ne "I due rivali" (gli spunti più interessati, così come i motivi di contrasto-di classe- vengono azzerati con l'escamotage della morte dei genitori di Manuela), e si rivela essere fondamentalmente una variante sbiadita di quella Dona Ramona che furoreggiava in "Nedtahe".

Per il resto, l'ho trovata particolarmente prolissa e macchinosa, ricca di situazioni forzate (la trappola con la donzella in fuga in mezzo al deserto, il piano intricatissimo di Tex, fondato sul colpo di culo che nessuno riconosca ne lui ne Carson, oltre sul fatto che loro due, appena arrivati, diventino istantaneamente i capi indiscussi della banda) quando non al limite della parodia (l'intera banda di Don Domingo sbaragliata grazie alla temibile Tequila messicana, il vicesceriffo travestito da donna, che all'avvicinarsi di Don Domingo alza la veletta e fa "Cucù").

Inoltre, vedere Kit citare, frettolosamente e per inciso, Fiore di Luna per liquidarla come donna remissiva, mi ha provocato una sgradevole sensazione.

Sui disegni di Laurenti non mi pare neppure giusto dilungarmi, perchè, semplicemente, non sembra lui...Probabilmente con dei disegni "accettabili", il giudizio complessivo sarebbe stato un po' più benevolo...stando così le cose

Voto : 0 

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  • 4 settimane dopo...

Storia finita pochi minuti fa e dopo le diverse polemiche lette in giro dico la mia...

ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

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Che un esordiente decida di rischiare il suo primo soggetto con il ritorno di un personaggio di una vecchia storia, dando grande risalto a Kit Willer e mettendo Tex un po' più sullo sfondo merita a prescindere tanta considerazione.

Primo perché dovendo immaginare il ritorno di un personaggio, ogni lettore può crearsi aspettative diverse, il rischio di scontentare qualcuno aumenta esponenzialmente.

Secondo, perché tra tutti i pard, forse Kit Willer è quello che nel pubblico potrebbe generare sensazioni e apprezzamenti contrastanti. Io ad esempio sono uno di quelli che preferisce storie con Tex e Carson, magari anche Tiger, ma Kit in genere lo sopporto a fatica, eppure in questa storia in due albi ho trovato il personaggio di Kit Willer non solo utile, ma azzeccato e maturo, a tal punto da poter sostituire il padre (davvero si vuole rischiare così tanto?)

Se è possibile dire che la sceneggiatura si dilunghi alcune volte in dialoghi eccessivi tra Kit e Manuela, a scapito dell'azione, è anche vero che questi dialoghi fanno anche un po' sorridere e offrono qualcosa di diverso che ci può stare.

Azzeccata la strategia finale del doppio assalto/rapimento sotto falso nome.

Il linciaggio è al limite ma non mi ha sconvolto e dormirò comunque stanotte. Avrei faticato di più a prender sonno sapendo Keel a piede libero ed impunito.

I disegni li ho trovati differenti dal solito, ma non in negativo e nemmeno in positivo. I volti un po' femminili di Kit e Carson sono inizialmente difficili da digerire ma ben ripagati da Manuela Montoya, semplicemente spettacolare.

Ho letto delle critiche anche feroci e disgustose per come espresse, e quindi non più critiche ma offese. 

A prescindere dal fatto che non ho competenze tecniche per discutere dei disegni di un maestro, se anche qualche tavola dovesse presentare dei "difetti tecnici" i motivi possono essere tanti e dovremmo sempre ricordarci che un fumetto per quanto sia un'opera d'arte va letto con occhi diversi da un romanzo o osservato con uno spirito diverso da quando si osserva un quadro di Botticelli. E non perché il fumetto valga poco, può essere arte, ma prima di tutto nasce per far viaggiare la fantasia e quindi, a mio parere, nulla di più sbagliato di fissarsi su un particolare poco riuscito.

In fondo, nei primi albi di Tex i disegni erano molto più minimalisti eppure si sognava ad occhi aperti, per cui vien da pensare che non siano i disegnatori ad essere peggiorati, ma forse che alcune persone invecchiando si siano un po' inacidite....

Storia godibile come la precedente..

Volendo dare un voto:

Soggetto: 7.5 (non è un soggetto particolarmente sorprendente, ma a mio avviso coraggioso)

Sceneggiatura: 7

Disegni: 6 (ma solo per un gusto personale, non c'è chiaramente alcun giudizio sulla qualità oggettiva e mai ci sarà nei miei commenti)

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11 hours ago, LedZepp said:

In fondo, nei primi albi di Tex i disegni erano molto più minimalisti eppure si sognava ad occhi aperti, per cui vien da pensare che non siano i disegnatori ad essere peggiorati, ma forse che alcune persone invecchiando si siano un po' inacidite....

 

Io credo invece che molte persone non arrivino a capire la differenza fra un disegno "esteticamente scarno" (o addirittura brutto) ma EFFICACE e un disegno INEFFICACE perché INCAPACE DI COMUNICARE.

 

Il paragone che vedo fare spesso (tu sei solo l'ultimo di una deprimente fila) fra i disegnatori degli anni 50 come Galep (che dovevano andare in fretta e pensare al sodo) e certi disegnatori attuali che ti fanno leziosi e dettagliatissimi quadretti (producendo magari pochissimo) e comunicando ancora meno, con tavole che non trasmettono nulla ma hanno tutte le colonnine doriche dettagliate, mi fa pensare che sia più il prosciutto che finisce sugli occhi che quello che finisce nello stomaco.

 

Un disegno esteticamente "scarno" può essere efficacissimo, e "funzionare" molto meglio di uno pieno di inutili dettaglietti da un tanto al chilo (anche se oggi, a vedere l'orror vacui che prende i lettori alla vista di un centimetro quadrato vuoto, mi fa pensare che molti valutino i disegni davvero in base alla quantità di segni. Ma questo è un altro discorso, che non hai fatto, quindi lasciamo perdere...).

 

Qualche esempio? Il tratto del Galep che doveva correre, per esempio. Ma Galep manteneva comunque una certa "eleganza", quindi vogliamo parlare di Donatelli? Che non vincerà mai nessun premio come "artista" ma che era una colonna di Zagor, e di cui nessun lettore, mai, ha mai detto "non capisco cosa succede in questa vignetta"? O per fare esempi extra-bonelli, parliamo dei Peanuts, o di Leo Ortolani (di cui una nota occupatrice di sedie in salotti televisivi disse "così so disegnare anch'io", dimostrando in un solo colpo la sua incompetenza fumettistica e la sua arroganza. Ma d'altronde ancora oggi c'è gente che sostiene che Barks fosse scarso perché non faceva i tondi delle teste di papero perfetti...)

 

Parliamo invece dei fulgidi esempi di quelli che vengono esaltati come grandi disegnatori ma che si fa fatica a leggere? Qualcuno ha letto la "graphic Novel" di Silver Surfer di Castellini, che doveva rinnovare i fasti di John Buscema? Non se la ricorda nessuno mentre Buscema è immortale, magari perché Buscema era più frettoloso e metteva meno dettagli, ma sapeva come creare tavole dinamiche, mentre Castellini in quell'albo ha fatto dettagliatissimi quadri scollegati uno dall'altro (altri fumetti li ha disegnati molto meglio, ma lì davvero per la foga di dettagliare tutto si è perso il senso del fumetto per strada). Ma anche senza arrivare ad esempi così eclatanti, temo che potrei fare i nomi di molti disegnatori attuali della Bonelli (non su Tex, almeno questo...) che vengono lodati per le tavole dettagliatissime ma chiaramente non "sanno raccontare". Ma meglio non fare nomi che non voglio offendere nessuno...

 

Ecco, il problema dei disegni di Laurenti in questa storia non è che non aderisce a canoni di bellezza neoclassica, non è che manca di dettagli sopraffini, non è che "non si percepisce la mano dell'artista" o altre cazzate pretenziose.

 

No, è che è proprio disegnato MALE. Non nel senso di "esteticamente brutto" (anche quello, ma non è il problema peggiore) quanto per il fatto che la recitazione dei personaggi è totalmente piatta e "sbagliata" (nelle tavole del bistrattato Donatelli le emozioni le capivi benissimo subito, cavolo se "interpretavano" i suoi personaggi...). I personaggi non recitano, non si muovono in maniera sensata, pare un film interpretato da attori scarsissimi che oltretutto balbettano.

 

Ecco, spero di aver spiegato qual è il problema di quei disegni. Se poi qualcuno sogna un Tex disegnato così tutti i mesi, de gustibus...

 

Io continuo a preferire il Galep degli anni 50, che non era "minimalista", era un disegnatore che doveva produrre e sapeva che la qualità e l'efficacia di un disegno non si misura "a peso" dal numero di righe sulla tavola.

  • +1 2
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3 hours ago, Diablero said:

 

Io credo invece che molte persone non arrivino a capire la differenza fra un disegno "esteticamente scarno" (o addirittura brutto) ma EFFICACE e un disegno INEFFICACE perché INCAPACE DI COMUNICARE.

 

Il paragone che vedo fare spesso (tu sei solo l'ultimo di una deprimente fila) fra i disegnatori degli anni 50 come Galep (che dovevano andare in fretta e pensare al sodo) e certi disegnatori attuali che ti fanno leziosi e dettagliatissimi quadretti (producendo magari pochissimo) e comunicando ancora meno, con tavole che non trasmettono nulla ma hanno tutte le colonnine doriche dettagliate, mi fa pensare che sia più il prosciutto che finisce sugli occhi che quello che finisce nello stomaco.

 

Un disegno esteticamente "scarno" può essere efficacissimo, e "funzionare" molto meglio di uno pieno di inutili dettaglietti da un tanto al chilo (anche se oggi, a vedere l'orror vacui che prende i lettori alla vista di un centimetro quadrato vuoto, mi fa pensare che molti valutino i disegni davvero in base alla quantità di segni. Ma questo è un altro discorso, che non hai fatto, quindi lasciamo perdere...).

 

Qualche esempio? Il tratto del Galep che doveva correre, per esempio. Ma Galep manteneva comunque una certa "eleganza", quindi vogliamo parlare di Donatelli? Che non vincerà mai nessun premio come "artista" ma che era una colonna di Zagor, e di cui nessun lettore, mai, ha mai detto "non capisco cosa succede in questa vignetta"? O per fare esempi extra-bonelli, parliamo dei Peanuts, o di Leo Ortolani (di cui una nota occupatrice di sedie in salotti televisivi disse "così so disegnare anch'io", dimostrando in un solo colpo la sua incompetenza fumettistica e la sua arroganza. Ma d'altronde ancora oggi c'è gente che sostiene che Barks fosse scarso perché non faceva i tondi delle teste di papero perfetti...)

 

Parliamo invece dei fulgidi esempi di quelli che vengono esaltati come grandi disegnatori ma che si fa fatica a leggere? Qualcuno ha letto la "graphic Novel" di Silver Surfer di Castellini, che doveva rinnovare i fasti di John Buscema? Non se la ricorda nessuno mentre Buscema è immortale, magari perché Buscema era più frettoloso e metteva meno dettagli, ma sapeva come creare tavole dinamiche, mentre Castellini in quell'albo ha fatto dettagliatissimi quadri scollegati uno dall'altro (altri fumetti li ha disegnati molto meglio, ma lì davvero per la foga di dettagliare tutto si è perso il senso del fumetto per strada). Ma anche senza arrivare ad esempi così eclatanti, temo che potrei fare i nomi di molti disegnatori attuali della Bonelli (non su Tex, almeno questo...) che vengono lodati per le tavole dettagliatissime ma chiaramente non "sanno raccontare". Ma meglio non fare nomi che non voglio offendere nessuno...

 

Ecco, il problema dei disegni di Laurenti in questa storia non è che non aderisce a canoni di bellezza neoclassica, non è che manca di dettagli sopraffini, non è che "non si percepisce la mano dell'artista" o altre cazzate pretenziose.

 

No, è che è proprio disegnato MALE. Non nel senso di "esteticamente brutto" (anche quello, ma non è il problema peggiore) quanto per il fatto che la recitazione dei personaggi è totalmente piatta e "sbagliata" (nelle tavole del bistrattato Donatelli le emozioni le capivi benissimo subito, cavolo se "interpretavano" i suoi personaggi...). I personaggi non recitano, non si muovono in maniera sensata, pare un film interpretato da attori scarsissimi che oltretutto balbettano.

 

Ecco, spero di aver spiegato qual è il problema di quei disegni. Se poi qualcuno sogna un Tex disegnato così tutti i mesi, de gustibus...

 

Io continuo a preferire il Galep degli anni 50, che non era "minimalista", era un disegnatore che doveva produrre e sapeva che la qualità e l'efficacia di un disegno non si misura "a peso" dal numero di righe sulla tavola.

Caro Diablero, se ti riferisci a me, dove hai letto che sogno questo Tex disegnato in questo modo ogni mese? 

Da cosa deduci che io abbia trovato questi disegni di mio gusto? 

Ho concordato con molti dei difetti riscontrati da altri lettori, sui visi dei pard, fino all'approssimazione di alcune tavole.

Ma ho fatto un distinguo tra la critica garbata e rispettosa e l'insulto e alla fine ho dato un 6 ai disegni (voto per me basso rispetto al resto) affermando appunto che non soddisfano i miei gusti. 

Se la trovi una critica positiva verso Laurenti, contento tu, contenti tutti...

Trovo però fuori luogo il riferirsi ad una opinione espressa in modo garbato definendola deprimente, lo trovo ben diverso dal dire che qualcuno si è inacidito facendo però riferimento solo a coloro che hanno usato toni offensivi verso un disegnatore.

 

 

Comunque, Galep è il mio disegnatore preferito di gran lunga.

Minimalista non è un'offesa nella lingua italiana, spesso tale termine si usa per evidenziare la qualità di qualcuno di avere stile e gusto senza eccedere in fronzoli e addobbi inutili.

Galep era questo, specialmente all'inizio, si viaggiava con la sua matita, e ai lettori, forse ancora ingenui e capaci di sognare quel tratto, non sempre perfetto, era comunque perfetto, perché rappresentava una scena, rendeva al meglio un contesto, coinvolgeva il lettore etc.,

Ma se nel tuo vocabolario minimalista significa raffazzonato, deficiario, incompleto etc., non posso farci nulla.

Non ho paragonato Laurenti e Galep tra l'altro ma appunto il modo in cui lettori tendono a leggerli con occhi diversi.

Con Galep non si stava a guardare alle proporzioni millimetriche e a fare i pignoli su tutto, con i disegnatori di oggi invece siamo diventati tutti esperti d'arte. 

La capacità di coinvolgere è poi soggettiva per cui tu puoi parlare per tutti ma non per tutti.

Anche a me Galep coinvolge di più ma sono riuscito a godermi questa storia senza dover dire peste e corna di Laurenti in modo offensivo. 

Poi certamente, tu avrai competenze tecniche che non ho o esigenze differenti che rispetto, ma la mia era un'opinione sacrosanta non l'ultima di una serie di deprimenti. Anche perché come scritto, non hai nemmeno compreso il senso di minimalista e ciò che volevo dire.

Comunque, grazie della risposta, in realtà per molti aspetti condivido.

Io non sono certo un fan del disegno pieno di mille dettagli, preferisco tavole pulite e il disegnatore non deve disegnare per apparire e basta con la sua bravura

ps: ho fatto dei refusi ma non so come modificare, mi scuso se il mio messaggio a tratti risulta arzigogolato...Spero si capisca. Buona giornata

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  • 4 settimane dopo...

Ho letto i due albi in questione nei scorsi giorni, dovendo smaltire un po' di "arretrati" :)
Che dire... Ho letto di meglio.
Per cominciare non sono molto propenso ai "ritorni" di personaggi del lontano passato perchè spesso ho la sensazione che la storia regga più sulla nostalgia che non sulle sue gambe. Qui la mia sensazione ha trovato conferma, a mio parere.

Seguiamo quasi due sottotrame distinte: le scaramucce amorose\passionali di Kit e Manuela e l'intricatissimo piano di Tex e Carson infiltrati nella banda.
Nella prima ho trovato indisponente Manuela stessa, che in una pagina ci viene presentata come una giovane donna ardita, coraggiosa e spavalda, mentre nella pagina dopo improvvisamente si getta tra le braccia del ricomparso Kit al grido di "Oh Kit, ho avuto tanta paura!" come la più classica delle damigelle in pericolo.
E' perchè fa la dura ma sotto sotto è una tenera? E' perchè vedere Kit l'ha improvvisamente ammansita? La sua mai sopita passione le annebbia la mente?

Io non me lo spiego e sinceramente ho trovato il personaggio diviso fra due anime non ben definite e pure un tantinello opportunista (prima dice a Kit che sono solo buoni amici e due ore dopo tenta evidentemente di sedurlo a cena... salvo poi indignarsi quando lui mangia la foglia)

Insomma questa love story che di love ha poco non mi convince.

Tex e Carson nel frattempo sono infiltrati nella banda di malviventi più disinformata del west ma questa sottotrama,  al netto di svariate situazioni improbabili, scorre via più liberamente.
Ho apprezzato il biondo Keel (l'unico bandito con un grammo di cervello nel gruppo) e il giovane fuorilegge che una volta ogni tanto non si redime. Splendida la vignetta con cui Carson lo liquida.

Sui disegni vedo che negli scorsi mesi\giorni è già stato detto molto: alcuni volti maschili sono resi molto male ma in generale ho trovato la veste grafica altalenante... nè sempre buona nè sempre pessima, quasi intervenissero mani diverse.

I my 2 cents su questa storia :D

 

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  • 1 mese dopo...

Nonostante le numerose critiche mosse a questo episodio, personalmente a me è piaciuto; non lo ritengo un capolavoro, ma comunque un'ottima storia ideata dal nostro @Carlo Monni e da Boselli. 
La trama è molto interessante e articolata. Il fatto che il giovane Kit sia così presente e protagonista del racconto è sicuramente un fatto positivo. Ben delineato, a mio avviso, il suo rapporto con Manuela Montoya, ripescata per l'occasione. La parte migliore è la scena della rapina (tra l'altro sceneggiata divinamente, con vari e rapidi cambi di scena), dal piano assai complesso. Sicuramente, per descrivere l'ingegnoso ed elaborato piano della rapina, il Bos si serve di dialoghi dalla lunghezza non indifferente, eppure io non ho trovato la sceneggiatura verbosa o macchinosa, né tantomeno ridondante. Vista la complessità del piano, ho infatti trovato particolarmente affascinanti i dialoghi che lo descrivono. L'intera trama, dall'intreccio per nulla banale e i numerosi personaggi, è ben gestita da Boselli. Anche il finale mi ha soddisfatto; lo scontro tra Kit e Keel riesce a trasmettere notevole tensione. Saggio, secondo me, anche il modo con cui gli autori portano a termine la vicenda d'amore tra Kit e Manuela.
Nota dolente i disegni di Laurenti, che, pur non essendo tra i miei preferiti neppure su Zagor, qui è pesantemente fuori forma e in brusco calo. Innumerevoli vignette sono contraddistinte da personaggi sproporzionati, pose poco realistiche e volti poco dettagliati. Discutibile anche il dinamismo di alcune scene. Di positivo forse c'è solo la rappresentazione della sensuale Manuela. Do una risicata sufficienza perché le tavole riescono ancora vagamente a far ricordare il bravo disegnatore che si è visto in passato. Spero sia solo un caso isolato e che torni presto ai suoi abituali livelli.
Molto belle le due copertine di Villa, in particolare la prima. 

 

Storia: 8,5
Disegni: 6

Modificato da Magico Vento
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  • 2 mesi dopo...

Allora...Reduce dalla prima lettura, la mia solita lettura basica e non "alla Diablero", devo dire che la storia mi ha tenuto. Il doppio fronte(anche triplo) tra Kit e Tex/Carson all'interno della banda e nell'azione tra la banca e l'hotel ha dato mordente.

La questione di Tex e Carson infiltrati nel sudovest non mi convince molto (espediente già usato in altre occasioni) però ci può stare. La carrellata di personaggi Boselliani forse è meno incisiva del solito però tutti hanno un loro perché, il punto focale sarebbe il rapporto tra Manuela e Kit, tra alti e bassi, provocazioni, marce indietro e baci.

Il prequel di GLB era molto meno stratificato però aveva dialoghi diretti, personaggi sfiziosi e la lotta di "classe e rango" tra i personaggi.

Un sequel che forse ci poteva stare e il soggetto di Carlo Monni si prestava per vedere Kit protagonista in tutte le salse e per i nostalgici di Manuela.

Si poteva fare di più? Non credo...Forse i disegni penalizzano un po' la storia perché il tratto di Laurenti non mi convince molto. Un 6 però lo strappa sicuramente questa doppia.

 

Il 26/11/2021 at 20:37, Magico Vento dice:

Nonostante le numerose critiche mosse a questo episodio, personalmente a me è piaciuto; non lo ritengo un capolavoro, ma comunque un'ottima storia ideata dal nostro @Carlo Monni e da Boselli. 
La trama è molto interessante e articolata. Il fatto che il giovane Kit sia così presente e protagonista del racconto è sicuramente un fatto positivo. Ben delineato, a mio avviso, il suo rapporto con Manuela Montoya, ripescata per l'occasione. La parte migliore è la scena della rapina (tra l'altro sceneggiata divinamente, con vari e rapidi cambi di scena), dal piano assai complesso. Sicuramente, per descrivere l'ingegnoso ed elaborato piano della rapina, il Bos si serve di dialoghi dalla lunghezza non indifferente, eppure io non ho trovato la sceneggiatura verbosa o macchinosa, né tantomeno ridondante. Vista la complessità del piano, ho infatti trovato particolarmente affascinanti i dialoghi che lo descrivono. L'intera trama, dall'intreccio per nulla banale e i numerosi personaggi, è ben gestita da Boselli. Anche il finale mi ha soddisfatto; lo scontro tra Kit e Keel riesce a trasmettere notevole tensione. Saggio, secondo me, anche il modo con cui gli autori portano a termine la vicenda d'amore tra Kit e Manuela.
Nota dolente i disegni di Laurenti, che, pur non essendo tra i miei preferiti neppure su Zagor, qui è pesantemente fuori forma e in brusco calo. Innumerevoli vignette sono contraddistinte da personaggi sproporzionati, pose poco realistiche e volti poco dettagliati. Discutibile anche il dinamismo di alcune scene. Di positivo forse c'è solo la rappresentazione della sensuale Manuela. Do una risicata sufficienza perché le tavole riescono ancora vagamente a far ricordare il bravo disegnatore che si è visto in passato. Spero sia solo un caso isolato e che torni presto ai suoi abituali livelli.
Molto belle le due copertine di Villa, in particolare la prima. 

 

Storia: 8,5
Disegni: 6

Concordo...Parte della rapina sfiziosa, Laurenti non convince.

Il 10/8/2021 at 17:16, Leo dice:

Complici anche i disegni, ho fatto fatica a completare la lettura della storia, alla quale attribuisco soprattutto due aggettivi: verbosa e macchinosa. E poi, priva come è di comprimari all'altezza, non innesta mai quella marcia che potrebbe consentire al lettore di essere maggiormente coinvolto. 

 

Il problema a mio parere è tutto qui: negli avversari, nella situazione che i pards devono affrontare. Tutto ruota come pretesto per la partecipazione di Manuela,  con il risultato che la storia, impastoiata com'è alla figura della ragazza, finisce per arenarsi diventando noiosa. Il ritorno di Manuela lo vedo purtroppo come il ritorno di Lupe: le parti più belle, di questa e di quella storia, ruotano sui dialoghi "intimi" tra le donne e i rispettivi partner (qui Kit, lì Tex), mentre tutta la storia di contorno, che pure deve esistere, è tutto fuorché ispirata. Forse l'interesse per il ritorno del personaggio rende la trama una sorta di seccatura necessaria, senza la quale il personaggio di cui si propone il ritorno non potrebbe ritornare? E il fatto che questo sia una seccatura, lo si vede nella pesantezza dei dialoghi, nella farraginosita' della vicenda, nel ritmo spezzettato e poco fluido? 

Quando tornarono Lena e Donna, la storia non era incentrata su di loro ma sui sette assassini, senza dimenticare i fratelli Lane e lo stesso Kid Rodelo: una storia, quella, deliziosa nei dialoghi e nello scorrimento, una delle piu belle di Boselli. Il quale scrisse quella storia non pensando al ritorno di Lena e Donna, ma semplicemente inserendole (senza patemi e senza farsi "schiavizzare" dalla loro presenza), con un risultato di naturalezza che ne' questa ne' la storia di Lupe hanno.

 

È possibile che incentrare la storia sul ritorno di un simile personaggio generi una sorta di "schiavitu" che si palesa nella non perfetta riuscita della vicenda? 

 

Un'altra considerazione: ne I due rivali, Manuela Montoya a mio parere era il personaggio nettamente meno interessante. Molto più riuscito quel gentiluomo (senza ironia) del padre, o il bandito di mezza tacca che rapisce la ragazza. Lì quest'ultima era solo un pretesto, e tutto questo grande amore francamente non l'ho visto. La personalità, invero scialba, della Manuela di Glb qui viene, a detta di qualcuno, stravolta con la figura di una donna libera, indipendente, altezzosa e mutevole: ma meno male! dico io, che una tale metamorfosi c'è stata. La ragazza qui ha qualcosa da dire, mette del pepe, per quanto anch'io non abbia per nulla apprezzato la pantomima di lei semisvestita con Don Pedro in stato di ebbrezza coatta (scena che ho trovato sgradevole); è comunque un personaggio forte, e la cosa non si spiega necessariamente con un'eresia di Monni/Boselli rispetto all'originale bonelliano, quanto piuttosto con una evoluzione e maturazione di una donna che, nel giro di due anni, si ritrova orfana di entrambi i genitori e proprietaria di un grande ranch minacciato dalla cupidigia di un ranchero vicino. È una donna ferita dalla vita, sia per il doppio lutto che per la storia d'amore finita male con Kit di qualche tempo prima, che deve aver lasciato pesanti cicatrici nel suo animo, che non può più essere quello della dolce fanciulla. 

 

In conclusione, ho trovato Manuela abbastanza convincente (meglio questo personaggio che quello insipido glbonelliano) coinvolta però in una trama che non gira in maniera fluida, forse perché troppo asservita al ritorno della bella ranchera.

 

Al netto di questo, complimenti a Carlo per essere entrato a far parte di quell'autentica leggenda che sono gli autori di Tex!

 

Forse in alcuni punti un po' verbosa e macchinosa ma devo ammettere chi mi ah tenuto. La preparazione del piano, la rapina etc. Concordo sul personaggio di Manuela, Boselli e Monni hanno sviluppato il personaggio di GLB che però aveva fatto una storia con dialoghi e personaggi simpatici.

  • Grazie (+1) 1
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  • 1 anno dopo...

Proseguendo nella rilettura, senza le interruzioni mensili, degli albi post 700, è stato oggi il turno di questa storia.

Confesso che la ricordavo poco e male, quindi la rilettura dei due albi consecutivi ha giovato alla comprensione e al piacere. Dico subito che gli albi sono due ma talmente densi di parole, più che di fatti, che mi è sembrato di leggerne ben di più. L'intensità della lettura è stata accentuata dalla complicata trama del piano congegnato da Tex, ma questo lo ritengo un pregio della storia, che comincia a catturare proprio da quando il piano comincia ad essere messo in atto, quindi nel secondo albo.

La prima metà del primo albo non ha nulla da invidiare alle telenovelas brasiliane degli anni '80 ma richiede una sospensione dell'incredulità al massimo grado: infatti, quale ventenne libero da impegni resisterebbe a una coetanea fatalona che non vede l'ora di concedersi anima e corpo? Eppure Kit Willer ci riesce in tutte le occasioni. E' vero che è tutto un visto e non-visto, ma sappiamo bene che in definitiva è tutto un non-fatto: il saggio Boselli, con velata ironia, prima ci fa mostrare dall'esterno una finestra chiusa e i due lavoranti del ranch di Manuela compiacersi (con invidia) di quanto starà avvenendo di sopra, poi in realtà nella vignetta successiva ci rivela che là dentro i due piccioncini stanno ancora e solo cenando. E al termine della cena, Kit sarà destinato alla camera sopra quella del soprastante perchè "gli farà piacere restare vicino al suo cavallo". Anche l'ardita esclamazione di Kit a Manuela "potrei strapparti di dosso quei pantaloni", collocata nel contesto in cui viene pronunciata, ha tutto un altro significato rispetto a quello che tutti auspicheremmo. La relazione impossibile tra Kit e Manuela è tutta giocata sul casto ma pruriginoso "volere ma non potere" (perchè su "Tex" non si può). Un altro (Mister No, Dylan Dog, Trinità, James Bond, Mario Rossi...) si sarebbe buttato a capofitto: ecco la sospensione dell'incredulità al massimo grado, che faccio mia tranquillamente perchè so di stare leggendo "Tex".

Chiusa la parentesi fotoromanzesca, la storia decolla nel secondo albo, come detto, con il piano escogitato da Tex. Monni e Boselli hanno ottimamente proposto e sviluppato una situazione che non si è vista molte volte su "Tex", almeno in tempi recenti: quella di Tex e Carson infiltrati sotto mentite spoglie nella banda del cattivo di turno, con l'aggiunta di tirarsi a forza dalla loro parte uno della banda, rendendo così tutto più sofisticato e sul filo del rasoio l'intreccio.

Che, ribadisco, alla seconda lettura più attenta, mi ha avvinto, nonostante la verbosità di molti dialoghi.

Purtroppo, non reputo i disegni all'altezza della storia. Il tratto è spesso rigido ed essenziale, ma al contrario dell'essenzialità mirata a enfatizzare il cuore della scena e a renderla immediatamente leggibile, qui l'essenzialità sembra piuttosto leggersi come approssimazione e ripetitività. Alcuni caratteri risultano poi talvolta snaturati, come Kit Willer con sembianze effeminate (sarà per questo che rifugge da Manuela? :)) o Carson rappresentato con espressione sempre uguale, anche quando viene colto da impeto ormonale di fronte a quanto gli sta mostrando la procace cameriera della posada oppure quando si ritrova tra le braccia la discinta ragazza messicana fintamente fuggita dai suoi aguzzini.

I miei voti:

soggetto: 7  (interessanti lo spunto dei pards infiltrati e il piano diabolikamente architettato da Tex)

sceneggiatura: 7  (mezzo punto in meno per la prima metà dell'albo di sapore telenovelistico brasileiro, che però diverte in quanto raro a vedersi in "Tex",  e l'eccessiva verbosità generale di entrambi gli albi, altrimenti sarebbe stato un meritato 7,5).

disegni: 5

Modificato da PapeSatan
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<span style="color:red">25 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

C'è una sola cosa che ti contesto: Kit e Manuela lo fanno, se te lo dico io puoi crederci.:P

Li hai spiati dal buco della serratura? Guardone! :P

Scherzi a parte, quale sarebbe il frangente in cui hai immaginato di collocare il fatidico evento? La risposta che dava di solito GLB ("lo spazio bianco tra una vignetta e l'altra") non vale...

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, PapeSatan dice:

Scherzi a parte, quale sarebbe il frangente in cui hai immaginato di collocare il fatidico evento? La risposta che dava di solito GLB ("lo spazio bianco tra una vignetta e l'altra") non vale...

 

Potrebbe essere la risposta gusta in fondo,:lol:

Hai presente l'ultima vignetta di pag. 101 del n. 728? Kit dice ad una sconsolata Manuela che la serata si può ancora aggiustare... "Dove eravamo rimasti?" Già, dove erano rimasti prima dell'arrivo di Torres? Si stavano baciando, ricordi? La didascalia della prima vignetta di pag. 102 ci informa che è l'alba del giorno dopo e quando Tex è Carson arrivano a Nogales che è di nuovo il tramonto.

Usa un po' , neanche tanta,  di immaginazione e di logica, perdiana. O sei di quelli che se non vedono una cosa per loro non è accaduta? Ho una notizia per te: noi non lo vediamo quasi mai ma i nostri dormono, si fanno la barba, si lavano e... ma pensa un po' vanno perfino al cesso.:lol: 

 

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<span style="color:red">11 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

 

Potrebbe essere la risposta gusta in fondo,:lol:

Hai presente l'ultima vignetta di pag. 101 del n. 728? Kit dice ad una sconsolata Manuela che la serata si può ancora aggiustare... "Dove eravamo rimasti?" Già, dove erano rimasti prima dell'arrivo di Torres? Si stavano baciando, ricordi? La didascalia della prima vignetta di pag. 102 ci informa che è l'alba del giorno dopo e quando Tex è Carson arrivano a Nogales che è di nuovo il tramonto.

Usa un po' , neanche tanta,  di immaginazione e di logica, perdiana. O sei di quelli che se non vedono una cosa per loro non è accaduta? Ho una notizia per te: noi non lo vediamo quasi mai ma i nostri dormono, si fanno la barba, si lavano e... ma pensa un po' vanno perfino al cesso.:lol: 

 

Certamente è così. Per quanto ci è dato di vedere (meglio, non vedere) non possiamo affatto escludere che anche Tex e Carson si abbandonino ogni tanto a orge sfrenate quando dormono in qualche posada o nella camera di un hotel. Il punto della "consumazione" tra Kit e Manuela non può che essere quello (visto peraltro che è farina del tuo sacco): sarebbe stato un ulteriore tocco di classe se, oltre al pur allusivo "dove eravamo rimasti?", avessimo visto Manuela rispondere a Kit "Entriamo! Ti ho mentito, la stanza sopra quella del soprastante nella stalla non è affatto libera" o qualcosa di simile. :D

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  • Collaboratori
<span style="color:red">15 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

C'è una sola cosa che ti contesto: Kit e Manuela lo fanno, se te lo dico io puoi crederci.:P

 

L'avevano già fatto quarant'anni fa.

  • +1 1
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Il 3/6/2023 at 13:50, ymalpas dice:

 

L'avevano già fatto quarant'anni fa.

 

45 per la precisione. :D

Non è a me che devi dirlo ma a chi non solo non crede a certe cose se non lo vede ma vorrebbe addirittura di dire ad uno sceneggiatore con oltre trent'anni di esperienza come dovrebbe scrivere.:lol:

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Eh, io invece lo vedo come poco probabile (la storia di 45 anni fa, intendo). Manuela è una ragazzina spagnola di buona famiglia.  Ti immagini il casino se il promesso sposo non l'avesse trovata "illibata", e per colpa oltretutto di un "mezzosangue"? Il padre sarebbe andato personalmente a dare la caccia a Kit con la doppietta...  :laugh:

Va bene prendersi una sbandata per Kit, ma una ragazza dell'epoca avrebbe voluto almeno il fidanzamento e un certo corteggiamento (poi come sempre c'era chi se ne fregava delle convenzioni, ma Manuela non era stata descritta così). E kit non avrebbe raccontato balle ad una ragazza per portarsela a letto. E in quest'ottica ha senso il comportamento di Tex, che oggi ai nostri occhi appare antipatico e quasi incomprensibile, allontanando Kit da Manuela. Ma per l'epoca era perfettamente giustificato, una volta che ha capito che per quella storia non c'era futuro.

 

Anche perchè così il rivederla, dopo anni e in una situazione completamente diversa, senza tutti quei limiti imposti dalla famiglia, dal padre, dal suo ruolo, etc ha un senso, e lo dice anche lui come è "cambiata". Altrimenti il fatto che adesso non ci sono più ostacoli...  a che servirebbe, se gli ostacoli fossero stati superati già all'epoca?

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<span style="color:red">8 minuti fa</span>, Diablero dice:

Anche perchè così il rivederla, dopo anni e in una situazione completamente diversa, senza tutti quei limiti imposti dalla famiglia, dal padre, dal suo ruolo, etc ha un senso, e lo dice anche lui come è "cambiata". Altrimenti il fatto che adesso non ci sono più ostacoli...  a che servirebbe, se gli ostacoli fossero stati superati già all'epoca?

 

Che lo abbiano fatto all'epoca per me non ha la minima importanza anche se tendo ad essere d'accordo con te. Quello che mi premeva rimarcare era che secondo me la scena di pag., 101 era già abbastanza comprensibile così com'era e che sarebbe stato non solo inutile e superfluo ma addirittura fuori luogo se Manuela avesse detto: allora saliamo in camera mia o qualcosa di simile come avrebbe voluto qualcuno.

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5 minutes ago, Carlo Monni said:

Quello che mi premeva rimarcare era che secondo me la scena di pag., 101 era già abbastanza comprensibile così com'era e che sarebbe stato non solo inutile e superfluo ma addirittura fuori luogo se Manuela avesse detto: allora saliamo in camera mia o qualcosa di simile come avrebbe voluto qualcuno.

Sì, per me la politica migliore su Tex da questo punto di vista è lasciar decidere il lettore, senza non dico mostrare Tex o uno dei pard a letto con qualcuna, ma nemmeno fare ammiccamenti o "far intuire". Siamo adulti e vaccinati, intuiamo da soli...  :laugh:

 

E, allo stesso modo, non mi piace quando invece si rimarca in maniera fastidiosa che "tranquilli, Tex non ha fatto niente" come a voler tranquillizzare i moralisti. Già mi aveva dato un po' fastidio che l'incontro con Lupe dopo anni sia stato così freddo per "non adito a pensieri peccaminosi", ma il Tex che si comportava da Capitan Miki nella storia di Nizzi con la vedova ospite dei Navajo era insostenibile...

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<span style="color:red">7 minuti fa</span>, Diablero dice:

Sì, per me la politica migliore su Tex da questo punto di vista è lasciar decidere il lettore, senza non dico mostrare Tex o uno dei pard a letto con qualcuna, ma nemmeno fare ammiccamenti o "far intuire". Siamo adulti e vaccinati, intuiamo da soli...  :laugh:

 

Perfettamente d'accordo su tutto. 

<span style="color:red">11 minuti fa</span>, Diablero dice:

.mi aveva dato un po' fastidio che l'incontro con Lupe dopo anni sia stato così freddo per "non adito a pensieri peccaminosi", 

 

Anche a me. In quell'occasione Boselli ha decisamente avuto troppa paura dei tradizionalisti e non ho mancato di rimproverarglielo.

 

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<span style="color:red">48 minuti fa</span>, Diablero dice:

Eh, io invece lo vedo come poco probabile (la storia di 45 anni fa, intendo).

Per me non c'era dubbio in proposito.

Kit è senz'altro un gentiluomo e Manuela, per quanto innamorata, è legata ad un codice comportamentale ben radicato nella società di allora.

Intendiamoci: questione di lana caprina e ognuno è libero di fantasticare come più gli pare e piace.

D'altra parte negli anni ne ho lette di ogni sull'argomento, dal Tex "casto e puro" al Tex che si "sollazza con le gentili donzelle tra un albo e l'altro".:D

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Diablero dice:

mi aveva dato un po' fastidio che l'incontro con Lupe dopo anni sia stato così freddo per "non adito a pensieri peccaminosi", ma il Tex che si comportava da Capitan Miki nella storia di Nizzi con la vedova ospite dei Navajo era

si tratta di 2 situazioni diverse dal solito

Tex puo' avere sicuramente delle belle s* opate con qualche prostituta da saloon,ma non ce lo vedo a riaprire una storia con una ex di 20 anni fa né tantomeno a farsi una vedova che vuole qualcosa di più di una botta e via

 

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Non trasformare anche questo topic nel solito flame da Difensore ad Oltranza di Nizzi. Le mie osservazioni sul comportamento da capitan Miki di Tex le ho già fatte a suo tempo nel thread su quella storia, se vuoi metterti a discutere di questo posta lì.

(Per far capire cosa intendevo ho fatto due esempi presi da due storie diverse, una da Boselli e una di Nizzi. Ma gli esempi con Boselli, chissà perchè, non provocano le stesse reazioni...)

Modificato da Diablero
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ma io ho parlato anche di quella di Boselli infatti.Non ho visto un errore nella sua caratteruzzazione di Tex e Lupe.Far intravedere qualcosa di più sarebbe stato amio giudizio del fan service ingiustificato,viato che tra di loro non accade niente in originale.

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  • co fondatore
<span style="color:red">20 minuti fa</span>, Diablero dice:

Le mie osservazioni sul comportamento da capitan Miki di Tex le ho già fatte a suo tempo nel thread su quella storia, se vuoi metterti a discutere di questo posta lì.

Nel thread del Presagio non c'è nessun tuo commento. Ti riferisci a quella storia, no?

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