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TWF - Tex Willer Forum

[729 BIS] Agente indiano


ymalpas
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<span style="color:red">6 minuti fa</span>, borden dice:

 

 

Vi metto tutti nello stesso mazzo!:lol:

 

 

Eh, no. nulla è inconfutabile e non mi pare proprio che le opinioni espresse siano nè generali né assolute. Quindi hai sbagliato a esprimerti. Se avessi notato oltre alle vostre due recenti una chiara opinione negativa in  merito a TUTTA la serie mensile e non a un paio di storie, mi sarai allarmato. Ma IO questa cosa non l'ho letta.

Scusa eh, ma se qualcuno dice "la serie regolare da qualche tempo è calata in qualità" (concetto, non parole testuali), non sarà certo un giudizio "en tranchant" ma è ovvio che si riferisce alla serie regolare in generale e non ad una singola storia. E' un giudizio che proviene dalla lettura di un certo numero di storie per cui si fa una specie di media. Tipo la classifica della serie A all'ultima giornata.

 

Poi non capisco l'incaponirsi su questa cosa, se per te la serie regolare è tutta rose e fiori ok. Io la mia l'ho detta, poi ognuno veda per se.

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20210723.jpg
Ottimo numero, che, pur essendo una storia autoconclusiva, è, a mio giudizio, una delle più riuscite (la migliore insieme a "Guatemala") della serie regolare di questa annata.
La storia ha un sapore molto classico (l'agente indiano corrotto, l'ufficiale arrogante) e GLBonelliano (anche perché il lungo flashback narra una vicenda che temporalmente si inserisce tra i primissimi numeri scritti appunto dal papà di Tex). Anche l'ironia che caratterizza alcuni passaggi mi ha ricordato quella del creatore di Tex ("Ero disposto ad accettare che l'angelo custode di vacche e vitelli avesse miracolosamente resuscitato quelle povere bestie", "Lanigan si è alzato di scatto, prestando poca attenzione a dove si trovavano le nocche del mio pugno destro...e ci ha sbattuto contro lo zigomo!" e la splendida didascalia "Qualche minuto e svariati cazzotti dopo").
L'albo mi è sembrato una sorta di unione tra la serie regolare e la recente collana "Tex Willer" (l'albo è disegnato, tra l'altro, proprio dal copertinista di quest'ultima, Maurizio Dotti). La struttura della storia è quella che vede un prologo ambientato nel presente a cui segue un racconto del passato narrato in flashback. Buona l'idea di narrare (nel flashback) come Tex fosse diventato agente indiano. C'è anche una grande attenzione al realismo storico (caratteristica che ricorda appunto "Tex Willer"), come dimostra la presenza del personaggio realmente esistito Hubbell. Degno di lode l'obiettivo di Boselli, che sta cercando, tra le non poche incongruenze createsi in quasi 80 anni di storie, di creare per Tex una linea biografica coerente anche con i fatti storici. 
La parte nel presente è molto breve, ma è sceneggiata in modo magistrale. Il flashback, che occupa gran parte della storia, è molto bello e avvincente, e ci mostra, tra l'altro, un giovanissimo ma tosto Kit, gestito alquanto bene da Boselli. Ottimo anche l'utilizzo di Tiger Jack e, in generale, la caratterizzazione di tutti i personaggi.
C'è forse qualche leggero errore tempistico, ma trovo siano piccolezze, anche perché lo stesso GLB se ne infischiò sempre di mantenere una credibilità cronologica per le sue storie, e dunque per gli scrittori come Boselli che gli sono succeduti diventa difficile districarsi tra le date. Direi che quindi qualche forzatura nella cronologia texiana ogni tanto la si può concedere al Bos, specie se ne escono fuori storie belle e interessanti come questa.
Ottime le tavole di Dotti (e lo dice uno che non adora alla follia questo disegnatore). Favolosi sfondi e paesaggi e ben reso il dinamismo nelle movenze dei personaggi. Splendida l'introduzione della mezzatinta nelle vignette. Come al solito, però, nei suoi disegni non mi convincono i volti, in particolare quello di Tex.
Magnifica la copertina di Claudio Villa.

 

Storia: 8,5
Disegni: 8,5

  • +1 1
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<span style="color:red">9 ore fa</span>, Magico Vento dice:

Splendida l'introduzione della mezzatinta nelle vignette.

Mi riallaccio alla tua frase per evidenziare un dubbio, già espresso nel mio commento. La tecnica dei chiaroscuri usata da Dotti non riesco a individuarla. Tu sostieni che si possa trattare di mezza tinta (ovvero china diluita con abbondante acqua) però non mi convince troppo. L'effetto della mezza tinta dovrebbe avere una resa più "acquosa" simile proprio agli acquerelli (vedasi il flashback di Calegari sulla "Ballata di Zeke Colter"). A tratti pare proprio una matita grassa su un foglio ruvido, ma anche questa ipotesi appare debole, una tecnica suppongo non indicata per tavole destinate alla stampa tipografica. In un post su Facebook, Bruno Brindisi raccontava che era sua abitudine caricare i vecchi pennarelli usati a punta spessa con la china per ottenere sfumature simili; è possibile che lo faccia pure Dotti, ma la tendenza a riempire ampie aree del disegno con questo tratto, porterebbe a credere che un simile stratagemma non garantirebbe la resa finale che il bravissimo disegnatore ottiene. Brushpen? Pennello a setole intinto nella china e asciugato al massimo prima di essere usato per raggiungere l'effetto secco? Matite? Boh? Sta di fatto che l'esito è molto piacevole. 

 

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<span style="color:red">16 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Tu sostieni che si possa trattare di mezza tinta (ovvero china diluita con abbondante acqua) però non mi convince troppo.

Il termine non convinceva neppure me:D Però non sapevo come altro esprimerlo...

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<span style="color:red">14 minuti fa</span>, paco ordonez dice:

Secondo me è una matita grassa. Però boh, sarebbe utile sapere che tipo di fogli usa Dotti.

In alcune vignette sembra proprio l'effetto di una 8B o giù di lì, ma una simile tecnica necessita pure un buon fissaggio che non comprometta le chine. Onestamente ignoro pure come possa essere l'esito in fase di scansione e stampa tipografica, ma magari la tecnologia di oggi, unita a ottimi macchinari, garantisce una buona resa. 

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  • Collaboratori

Una buona storia autoconclusiva, di quelle che una volta si usavano nella collana per i numeri a colori che inauguravano il nuovo centinaio. Il pregio migliore è che come storia riesce benissimo a rievocare le atmosfere degli albi dei primi cento numeri, come se la nuova serie Tex Willer avesse voluto dare questa volta una mano d'aiuto alla serie regolare.

 

Alla serie Tex Willer ruberei anche il linguaggio che Mauro Boselli usa felicemente, sciolto e diretto, molte tavole sono qui troppo parlate, consiglierei modestamente di sforbiciare i dialoghi. Bah, è solo un'appunto, potrei dire la stessa cosa anche di Dotti che esagera in certe tavole con i neri.

 

Di questo albo estivo rimarrà la nota positiva di un personaggio come Lorenzo Hubbels preso dalla storia, anche se è un po' tardi per farlo diventare seriale. E' un personaggio più da nuova serie Tex Willer.

 

Poi mi è piaciuta la gestione a quattro mani della riserva dopo la morte di Freccia Rossa, che rende conto appieno delle difficoltà (latenti) avute da Tex agli inizi nel prendere in mano tutti gli aspetti legati alla riserva. Anche in questo caso è un Tex che ha la forza e vitalità sbarazzina debitrici del giovane Tex Willer della nuova serie. Che ci fossero delle contaminazioni nel modo di raccontare le storie tra le due serie è un qualcosa che per me era logico aspettarsi, ma non so fino a che punto questo fatto sia stato colto dagli altri lettori o dallo stesso autore.

 

Legegndo l'albo sonio stato distratto dalla presenza dello stregone Nuvola Rossa. Anche qui bisognerebbe fare un po di chiarezza. Rimando alla discussione del 2019:

 

Il mistero del numero 200

 

Boselli potrebbe farci una storia. Per me l'ipotesi più naturale sarebbe situare  l'avvento di Nuvola Rossa al posto di Ta-HU-NAH nel campo centrale tra il numero 50 e il 70.

 

Certo, il Kit Willer visto in questo "Agente indiano" sembra troppo piccolo e forse meno sbarazzino rispetto al "Figlio di Tex" che GLB aveva introdotto a partire dal n. 12. Più colpa di Dotti però che accentua la giovane età piuttosto che di Boselli che tutto sommato lo rende protagonista, capace di parlare a nome del padre, di fuggire dal campo centrale, di organizzare anche una possibile azione di resistenza come l'idea di sottrarre i cavalli ai soldati.

 

Molta bella anche l'idea di citare Ebert, che ci permette quindi di stiuare cronologicamente questa storia tra il n. 16 e il n. 51.

 

Concludendo, non è un albo da mettere nella serie dei capolavori e nemmeno credo che fosse stato concepito con quest'idea, più che altro credo che l'idea fosse quella di celebrare personaggio e casa editrice con una storia che avesse un soggetto che si prestasse ampiamente proprio all'aspetto celebrativo. Andrebbe valutata tenendo conto di questo aspetto con un mezzo punto in più. Dopo Gatemala di Ruju, per me la migliore storia dell'anno, e questo la dice tutta su quanto la serie regolare abbia oggi bisogno della presenza di questo autore.

  • +1 2
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Premesso che ogni albo in più di Tex che esce è un piacere, la storia è bella.

E  disegni di Dotti ci rifanno gli occhi dopo Laurenti nel mensile.

 

Anche io noto una raffigurazione di Kit come dodicenne, mentre nel n° 16 sembrava invece sedicenne e già da tempo partecipava alle avventure con padre e padrino.

 

Anche se Tex si riferisce a lui come se avesse davvero 16 anni e partecipasse alle decisioni 

importanti della tribù ("avvisa mio figlio e Nuvola Rossa") ("Kit controlla che scriva tutto...")non come un dodicenne (oltretutto in quel periodo Kit dovrebbe ancora essere davvero a scuola nella Missione n cui era stato mandato tra  "Il segno indiano" e "il figlio di Tex").

 

Variazioni che comunque non incidono nella storia e di incongruenze cronologiche G.L.Bonelli ne aveva fatte molte di più.

 

Un bel mese di luglio.

Spero che l' esperimento dei numeri "bis" continui.

 

  • Confuso (0) 1
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Oh, finalmente una storia di Tex come si deve! Western (non come quella del pistolero vudù), d'atmosfera (non come quella del ritorno di Manuela Montoya), saporita e ricca di dettagli (non come quella del monaco cinese). Ci voleva una storia di un albo scritta da Boselli per spazzare via l'intontimento dovuto al triello di storie più brutto mai apparso su Tex.

Una bella storia, dal soggetto classicissimo, con Tex granitico, Tiger sempre in formissima (è davvero un piacere vederlo in azione, grande Tigerone!!!) e i soliti lestofanti che lucrano sui Navajos. Una buona dose d'azione lega il tutto ed è una vera boccata d'aria e un piacere da leggere. L'unico difettuccio sono i soliti dialoghi-fiume, ma stavolta ci si passa su, anche perchè nelle scene più movimentate per fortuna i baloon non straripano. E bravo bravo bravo Boss! Posso dire la parola "finalmente"? :D

Plauso anche a Dotti, specie per la cura maniacale dei dettagli (per un western buff come me è un piacere per gli occhi), ma sono sempre convinto che dovrebbe migliorare nella rappresentazione degli... occhi.

 

Voto soggetto: 6 (classico classico)

Voto sceneggiatura: 7

Voto disegni: 7,5

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A parte le schermaglie amorose (che per me però ci volevano e stan bene così) e un eccesso di strategia e dialoghi nella prima parte abbondante del secondo albo, un difetto effettivo di cui sono consapevole anch'io, mal supportato da rare battute di Carson che si perdono nell'insieme e per la inesistente recitazione dei personaggi, la storia con Manuela non è scritta diversamente da questa, anche perché è stata  scritta contemporaneamente all'altra un giorno sì e uno no.... Forse Diablero capisce che cosa voglio dire.

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

Forse Borden vuole dire,che se la storia la avesse scritta tutta lei integralmente il risultato sarebbe stato diverso?

Questo lo credo anche io

Intendiamoci.lodevole l'intento di Carlo Monni nello scrivere il soggetto di questo ritorno

Lascerei perdere anche il ruolo di Carson visto che la storia è incentrata tutta su Kit Willer e la sua vecchia fiamma

Ormai non sto più nemmeno a dare un voto intero alla storia

Per me è una storia come altre ma con disegni non adatti

 

 

 

 

No, no, il soggetto andava benissimo. ma ho sbagliato ad affidarla a Laurenti, tutto qui. Nonostante la grande stima che ho per lui, non era il momento né la storia adatta, ho sbagliato come editor. Detto questo, la sceneggiatura ha dei difetti, ma non colossali, a mio parere. Laurenti ora farà Dampyr e Zagor con risultati credo ottimali.

 

 

 

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  • 3 settimane dopo...

Candidata al podio delle storie da un solo albo, ci chiarisce la posizione di Tex quale Agente dei Navajos, che era sempre stata taciuta da GLB e dai suoi successori. Storia scorrevole con svariati nemici e collegamenti con il futuro da noi già conosciuto. Il tutto ben condito dai sempre ottimi disegni di Dotti.
Voto alla storia: 7,5
Voto ai disegni: 9

P.S. che differenza con l’analogo albo di Zagor.

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  • 2 settimane dopo...

Questo è un albo bis che riscatta in pieno il "regolare" mensile, imho. Interessante, bilanciato, scorrevole e ben disegnato (non è una novità con Dotti, ma l'ho trovato anche in crescendo). Finalmente si colma una "lacuna" nella storia di Tex (com'era diventato agente indiano?) con un racconto funzionale e non pretestuoso di un episodio passato. Ottima prova che rialza finalmente il trend dopo le ultime uscite.

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On 8/18/2021 at 11:58 AM, Andrea67 said:

P.S. che differenza con l’analogo albo di Zagor.

Non solo con Zagor, ma anche con gli albi di Dylan Dog e Nathan Never.

Con questi bis si è salvato (e bene) solo Tex

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, zagor70 dice:

Non solo con Zagor, ma anche con gli albi di Dylan Dog e Nathan Never.

Con questi bis si è salvato (e bene) solo Tex

Ulteriore conferma (se ce ne fosse ancora bisogno!) del grande talento e professionalità della coppia Boselli - Dotti. :clapping:

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  • 2 mesi dopo...

Sto leggendo proprio adesso l'agente indiano e a 15 pagine dalla fine posso soltanto dire che i disegni sono davvero spettacolari e la lettura è davvero piacevole. 

La parte iniziale ambientata nel presente davvero tanta roba, in una storia da un albo ci si può permettere addirittura il lusso di parecchie pagine ambientate al presente (presente di tex adulto) senza sacrificare la sceneggiatura della parte successiva in flashback. Mi manca il finale, ma fino ad adesso una storia davvero ben fatta, il bis è approvato a pieni voti, sperando si ripeta nel 2022

  • +1 1
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  • 2 anni dopo...

Ottima storia. Una delle migliori pubblicate negli ultimi anni sulla collana regolare (anche se è un bis).

 

Mi è sembrata, però, più una storia dello young Tex della serie Tex Willer, per il ritmo più brioso e i dialoghi più coloriti, che non del Tex classico della serie regolare.

 

Non amo particolarmente questo volere coprire a tutti i costi ogni buco della continuity, però in questo caso il risultato è ben riuscito e rispettoso delle storie originali.

 

Molto buono Dotti, grande matita popolare capace di coniugare qualità e quantità.

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<span style="color:red">5 ore fa</span>, Magic Wind dice:

Ottima storia. Una delle migliori pubblicate negli ultimi anni sulla collana regolare (anche se è un bis).

 

Mi è sembrata, però, più una storia dello young Tex della serie Tex Willer, per il ritmo più brioso e i dialoghi più coloriti, che non del Tex classico della serie regolare.

 

Non amo particolarmente questo volere coprire a tutti i costi ogni buco della continuity, però in questo caso il risultato è ben riuscito e rispettoso delle storie originali.

 

Molto buono Dotti, grande matita popolare capace di coniugare qualità e quantità.

Mmm...A naso, nell'ultimo anno almeno, le storie con Tex giovane (che siano della collana Tex Willer o degli speciali) hanno dato più soddisfazione rispetto a quelle con Tex adulto.

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