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TWF - Tex Willer Forum

[732/735] Alla Ricerca delle Navi Perdute


MacParland
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  • Sceriffi

Per quanto io condivida molto poco di quello che ha scritto, fa piacere leggere critiche scritte bene come quelle di @Vecchio Serpente, rispettose ed articolate :ok:

Rimango dell'idea che molti degli aspetti che non ti sono piaciuti rientrino nella sfera dei gusti personali, e quindi siano in quanto tali poco discutibili. Vorrei rispondere solo su alcuni punti, senza ripetere alcune osservazioni che ha già fatto @Leo prima di me e che come sempre condivido.

 

<span style="color:red">9 ore fa</span>, Vecchio Serpente dice:

in condizioni meteo così pazzerelle che manco nella Londra dei giorni migliori: bufera di neve che va e viene, mare che disgela, poi gela di nuovo poi disgela nuovamente, tutto nell'arco di mezza giornata. 

 

Non lo so con certezza, ma non faccio fatica a pensare che il meteo in quelle regioni possa essere estremamente variabile. Riguardo al mare che gela e disgela ripetutamente, però, a me non sembra proprio che succeda. Il ghiaccio si sta progressivamente sciogliendo (magari troppo velocemente, questo sì), ho già spiegato questo punto in un commento precedente.

 

<span style="color:red">9 ore fa</span>, Vecchio Serpente dice:

E che comporta anche il fatto che una nave bloccata nei ghiacci da 40 anni torni a muoversi (e affondi) esattamente sotto gli occhi delle persone venute a cercarla. Degno dei Goonies.

 

<span style="color:red">8 ore fa</span>, Leo dice:

Sulla nave che affonda, non ne ho parlato nel mio post perché mi sembrava un particolare poco importante: visto che ne hai parlato tu, dico che anch'io ho trovato la scena infelice, sarebbe stato meglio che la nave restasse li dov'era, troppo cinematografico il fatto che, dopo quaranta anni, decida di scomparire proprio davanti agli occhi dei nostri.

 

Questo è il più CLASSICO dei finali di una storia d'Avventura. I nostri arrivano in un luogo esotico e leggendario, nascosto ed inviolabile per anni e anni, e nel momento di lasciarlo quel luogo ritorna ad essere irraggiungibile, questa volta per sempre. Lo abbiamo visto innumerevoli volte anche su Tex (le terre dell'abisso, la caverna del Signore dell'Abisso, la storia del Monte Rainier...), è classico ed è bello così. Per me si tratta quasi di un finale obbligato, la storia non avrebbe potuto concludersi in maniera diversa.

Inoltre, in questo modo Borden si riallaccia alla realtà storica - il relitto della Terror verrà ritrovato ai giorni nostri affondato in quel punto - chiudendo la sua storia alternativa come tra due parentesi.

 

<span style="color:red">9 ore fa</span>, Vecchio Serpente dice:

Tex e Tiger Jack arrivano in ritardo per salvare la metà dell'accampamento di Hillary, inseguono i restanti in condizioni proibitive, ma anche risibili (Tornuak sta seguendo da vicino i corridori Mahaha eppure non perde terreno anche se si ferma ogni tot metri per erigere ometti di pietra alti un metro)

 

Insomma... Tornuak in quelle terre ci è nato e ci vive, è ovvio che si sappia muovere più abilmente e velocemente di Tex e Tiger che vengono dalle terre calde :lol: E a tirare su un ometto di pietra in una pietraia non ci vuole certo un secolo...

 

<span style="color:red">9 ore fa</span>, Vecchio Serpente dice:

dopodiché è Tornuak ad abbattere l'orso

 

Beh, ma chi doveva essere a farlo? Non vorrai togliergli almeno questa soddisfazione, poveraccio! :lol:

 

<span style="color:red">8 ore fa</span>, Leo dice:

Sulle passeggiate, anch'io ho parlato di "jogging domenicale" nel mio post, di distanze che sembravano infinite e che si rivelano poche miglia, di campane e di spari che si sentono con un po' troppa facilità.

 

Questa di @Leoè l'unica critica che mi sento di condividere. Leggendo la storia avendo ben presente la geografia di quelle terre, sembra davvero che i nostri percorrano distanze enormi in tempi brevissimi.

  • +1 1
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10 hours ago, Vecchio Serpente said:

Il finale potrà anche esser stato diverso dal solito, però è sembrato chiaverottiano più che boselliano o texiano.

 

Questo l'ho pensato subito anch'io: un pò come le storie di Chiaverotti su Dylan Dog (una su tutte "il buio") dove ad un certo punto si arriva ad una soluzione razionale, ma nell'ultima pagina si ritorna al soprannaturale.

Però io non la vedo come una cosa negativa... anzi.

 

Per il resto, se una storia mi piace, non mi faccio guastare il piacere della lettura da qualche situazione che può essere più o meno irrealistica (ho ben digerito anche le soluzioni magiche su "pistolero vudu").

Altrimenti l'80% di fumetti, libri e film sarebbe da scartare per questo motivo.

Penso ad esempio alla serie "Breaking bad" dove quello che accade al professore di chimica è sempre più inverosimile, ma sempre più divertente. Se tutto deve essere sempre rigorosamente realistico, poi finisce per annoiare: per me l'ideale è un giusto bilanciamento con situazioni adatte a spettacolarizzare la storia, senza esagerare.

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Da patito dell'Artico non potevo che apprezzare questa storia. Se avete la mia passione vi consiglio oltre alla serie "the terror", la nuova "the North water" con un cattivissimo memorabile Colin Farrell ed infine Zorya-Roma. 

Ritroviamo in questi albi alcune tipicità della poetica del Boselli: 

- la "riesumatzio" di personaggi, pratica che io disdegno perché la mia memoria corta non mi permetterebbe di realizzare con efficacia.

- i dialoghi "castelliani" ovvero senza lesinare in spiegazioni e comprimari.

- i cattivi per circostanze, persone che non hanno il male nel DNA ma la vita li indirizza su strade oscure, un po' come la maggioranza degli esseri umani.

Non c'è accezione positiva o negativa sul lavoro di Boselli, è il risultato finale quello che conta e in questo caso è senz'altro ottimo.

Devo dire che a fianco di Boselli, granitico e insostituibile, vedrei bene uno sceneggiatore più capace di fregarsene delle convenzioni del personaggio che ci restituisca liberamente qualche storia sorprendente. 

Penso ad autori come sono stati i giganti: Giancarlo Berardi, Paolo Morales e Guido Nolitta.

Storia voto 8 disegni voto 8

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13 ore fa, Vecchio Serpente dice:

Io sono davvero rammaricato a dovermi contrapporre così marcatamente al resto del forum, ma temo che questa storia sia onestamente fra le prove texiane meno riuscite degli ultimi quindici anni. A parer mio, beninteso.

 

Da qui in poi, contiene SPOILER

 

 

 

Per una valutazione generale occorrerebbe rileggerla integralmente e non me la sento. Essendomi già espresso un mese fa sulle criticità riscontrate nel terzo albo, mi focalizzo invece sul conclusivo, che già non è agevolato dai disegni di Bruzzi, le cui ricorrenti ispirazioni mi hanno irritato. Se non altro, mostra di avere fra i propri riferimenti non solo le famose e amate piste del nord, ma addirittura maestri del calibro di Alberto Breccia.

Quanto al lavoro dell'autore, i testi sono pesanti. Il numero di personaggi è eccessivo e va a detrimento sia della storia sia dell'approfondimento degli stessi: la presenza di Jim Brandon, ad esempio, a cosa serve? Avendo un ospite d'eccezione come lui, meglio sarebbe stato (ma qui esercito il mio diritto ad esprimere un parere individuale, lecitamente sindacabile) rinunciare ai tanti vari personaggi di contorno sciapi e zavorranti: Dawn, Dallas, Mike, ...

Tex e Tiger Jack si dedicano al triplo salto carpiato fra i ghiacci, e ovviamente "Tu e io possiamo farlo, Tex", dice Tiger. E Kit, che è ben più giovane del padre? Kit però è trattato come lo scemo del villaggio: vedasi la frecciatina che gli riserva il padre a pagina 70.

Kit Carson, invece, si dedica a brontolare a più non posso e gli si evita il ritorno all'accampamento di Hillary perché "bisogna correre sulla neve e contro il vento ghiacciato", insomma... Carson, saresti d'intralcio. Non ho mai visto Carson perdere il passo di Tex in un albo che sia uno, in passato, ma evidentemente qui è il più normale del gruppo, visto che l'idea di ributtarsi in marcia sotto una bufera di neve con giusto un cappello da cowboy in testa (e l'indiano manco quello) è una delle cose più normali che si vedono fare a Tex in queste pagine esagerate. 

Esagerate per i limiti umani, sì, iperboliche più di un racconto di Verne, ma anche insensate, onestamente: prima tutti di qua, poi tutti di là... Tex come una scheggia impazzita si fa circa sei ore di camminata, in condizioni meteo così pazzerelle che manco nella Londra dei giorni migliori: bufera di neve che va e viene, mare che disgela, poi gela di nuovo poi disgela nuovamente, tutto nell'arco di mezza giornata. 
E che comporta anche il fatto che una nave bloccata nei ghiacci da 40 anni torni a muoversi (e affondi) esattamente sotto gli occhi delle persone venute a cercarla. Degno dei Goonies.

Nuovamente alcuni personaggi rubano la scena ai nostri nei momenti clou, osservate: Tex e Tiger Jack arrivano in ritardo per salvare la metà dell'accampamento di Hillary, inseguono i restanti in condizioni proibitive, ma anche risibili (Tornuak sta seguendo da vicino i corridori Mahaha eppure non perde terreno anche se si ferma ogni tot metri per erigere ometti di pietra alti un metro), dopodiché è Tornuak ad abbattere l'orso e di fatto a distogliere i cannibali dal loro intento di pasteggiare coi restanti membri della spedizione. Tex e soci arriveranno solo in quel momento, sostanzialmente a dar man forte. Kit Carson arriverà ancora dopo, e teniamo conto che partiva da un altro punto: ipotizzando che si siano mossi ai primi spari, avvenuti a pagina 91, quanto hanno corso per poter arrivare in tempo a pagina 96? L'azione compressa tra queste due pagine sembra non durare più di pochi minuti. Con questi presupposti, Carson mostra a Tex e agli altri pard che il vero centometrista del gruppo sia lui...

Sono convinto di aver tralasciato diversi altri aspetti che fanno sì che quest'albo imbarchi più acqua della Terror, ma mi soffermo un attimo sul finale: Tornuak ha colpito l'orso al cuore prima e al cervello poi. L'orso giace morto, nella vignetta successiva. Accanto a indigeni cannibali che si aggirano a torso nudo per i ghiacci abbiamo anche un orso zombie?

Il finale potrà anche esser stato diverso dal solito, però è sembrato chiaverottiano più che boselliano o texiano.
 

Rileggo sempre i miei messaggi perché ogni volta che esprimo critiche temo di aver ecceduto in irrispettosità in qualche modo. Non mi è parso, ma non ho messo faccine, quindi la accludo ora, per rammentare a tutti che in fondo sto esprimendo, seppur con forza, un parere personale su un personaggio che amo. ;) :wub:

Condivido in gran parte il tuo pensiero sul finale e sull'accesso numero di personaggi.

Personalmente non amo le storie ambientate nel nord, figuriamoci tra i ghiacci.

Per il resto, non credo sia tra le peggiori storie di Tex, ma non credo si possa annoverare tra le migliori.

Storia 6,5

Disegni 8

 

Modificato da Gas Gas
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Solitamente il giudizio che do alle storie dipende principalmente dalle sensazioni provate durante la lettura ed appena terminata la stessa, e va al di là delle magagne più o meno grandi che possono essere disseminate nel racconto e che, se non macroscopiche, passano comunque in secondo piano rispetto alla piacevolezza della lettura. In questo caso le sensazioni sono sicuramente positive, la storia è ambiziosa ed avventurosa, e pertanto promossa.  Approfondendo un poco la mia analisi posso dire di essere comunque d’accordo con chi ha trovato alcuni punti deboli ed a mio parere la vicenda è si buona/ottima, ma non al di livello delle migliori storie Texiane dell’autore.

POSSIBILI SPOILER

Al di là di considerazioni personali relative al generale sovraffollamento di personaggi (in particolare mi sembra forse eccessiva la presenza di Dallas e di conseguenza di Mike, vista l’ambientazione avrei visto bene anche la sola Dawn) ho trovato lo sviluppo della vicenda ottimo e coerente fino alla prima apparizione dei cannibali. Da quel punto in poi e con l’arrivo di Tornuak e del gruppo guidato da Tex sulla banchisa, pur apprezzando l’atmosfera e il ritmo dell’azione, non posso fare a meno di condividere le perplessità di altri utenti sulla caratterizzazione esagerata della popolazione indigena e sulla gestione degli spostamenti dei vari gruppi in quel territorio estremo, con un appiattimento di distanze e tempi di percorrenza che nella prima parte dell’avventura non si era avvertito, oltre allo strano tempismo dello scioglimento dei ghiacci. Come detto all’inizio se la storia ti cattura tali elementi restano in secondo piano, tuttavia contribuiscono ad abbassarne leggermente la valutazione. Le sequenze più “cinematografiche” non mi hanno invece poi tanto disturbato: come diceva Pecos il finale con l’affondamento del relitto rientra tra quei topos caratteristici delle storie d’avventura, magari avrei gradito una bella battaglia a base di dinamite:wub: intorno alla Terror per giustificarne l’inabissamento, anzichè il già citato disgelo ad orologeria, mentre le ultime due pagine insolite in definitiva rappresentano una chiusura un poco sopra le righe di una faida  tra due “personaggi” anch’essi sopra le righe. Insomma mi pare che ad un certo punto Borden si sia divertito ad esagerare, oltrepassando in alcune situazioni i canoni Texiani. Niente di troppo eccessivo e poco male, se la storia si presenta solida e piacevole, e questa lo è. Disegni ottimi a tratti ed in generale buoni, ma non mi hanno catturato fino in fondo, non saprei dire perché, forse com’è normale che sia la desolazione artica in se è troppo spoglia, e pur affascinate a livello di narrazione colpisce meno di altre a livello prettamente visivo. In definitiva dopo questo excursus nel nord estremo personalmente non disdegnerei una prossima avventura con il Colonnello Brandon confinata interamente entro il classico scenario delle foreste nord americane, e magari con un ruolo più di primo piano per la stessa giubba rossa.

 

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<span style="color:red">14 ore fa</span>, Leo dice:

Da carsoniano, ho trovato questo punto credibile. Le condizioni sono davvero proibitive, e il fatto che Tex decida di risparmiare al suo amico quella faticaccia, non fa che confermare l'assoluta difficoltà del momento. Per quanto Carson sia una pellaccia, ha pur sempre diversi anni sul groppone in più di Tex, e il fatto che si decida di tutelarlo in quelle condizioni estreme ha reso a mio parere la vicenda più credibile esaltandone, per certi versi, la componente epica.

Beh, Carson che a pag. 48 supera sbuffando per la fatica il parapetto della Terror mi sembra leggermente irriverente. 

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  • Sceriffi
<span style="color:red">18 minuti fa</span>, Letizia dice:

Beh, Carson che a pag. 48 supera sbuffando per la fatica il parapetto della Terror mi sembra leggermente irriverente. 

 

Ma fa finta di fare fatica perché è un brontolone! :D

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<span style="color:red">17 minuti fa</span>, pecos dice:

Ma fa finta di fare fatica perché è un brontolone!

Carson che fa finta di fare fatica perché è un brontolone è leggermente patetico.

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Vecchio Serpente dice:

Tex-Mort.jpg 

In merito ai disegni e alle varie ispirazioni che mi hanno irritato, ne riporto una per tutte.

🤣🤣🤣Chissà come ti irrita vedere Paul Newman che assomiglia a Marlon Brando! 

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Finalmente quest'oggi, con i canonici tre giorni di ritardo in conseguenza dell'uscita prevista al sabato, ho potuto acquistare e leggere il quarto ed ultimo albo di questa storia: una degnissima conclusione di un'avventura emozionante in luoghi inesplorati, che hanno accresciuto non poco le difficoltà per Tex ed i compagni. Da pelle d'oca, pur nella sua brutalità, l'ultima manciata di pagine, tra i Nostri e Tornuak che, causa circostanze, fanno fronte comune contro i Mahaha (che, effettivamente, si sono rivelati imparentati con la tribù altrettanto selvaggia e con usanze affini che Tex incontrò ne I demoni del Nord, e come già ampiamente accennato nello scorso albo si sono anni prima mescolati con alcuni superstiti delle due navi perdute), a seguire un frettoloso e tutt'altro che agevole ritorno verso la Terror e, in conclusione, la fine di Tornuak, tragica ma piena di dignità: ormai prossimo alla morte per le ferite riportate nello scontro con i Mahaha, si adagia su un pack, dove viene assalito dallo stesso mastodontico orso polare che in precedenza aveva ferito gravemente, e cadono entrambi nelle gelide acque dell'oceano Artico.

 

Come avevo detto in seguito alla lettura del primo albo, sembrava essere valsa la pena di attendere anni per leggere questa storia, ed oggi sono felicissimo di poterlo confermare. Davvero una prova superlativa, quella sfoderata da Boselli in sede di sceneggiatura, pressoché priva di passi falsi (o, almeno, passi falsi che risultino evidenti a prima vista), valorizzata egregiamente dai disegni di Bruzzo, la cui somiglianza a quelli del primo Ticci ha ammantato di ulteriore fascino e magia questi quattro albi.

Modificato da juanraza85
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<span style="color:red">7 ore fa</span>, Letizia dice:

Beh, Carson che a pag. 48 supera sbuffando per la fatica il parapetto della Terror mi sembra leggermente irriverente. 

 

Non la vedo così. Il ghiaccio scivoloso, il pastrano che infagottisce, i guanti, la fatica già fatta per il lungo tragitto percorso, sono tutti elementi che hanno contribuito ad affaticare il Vecchio Cammello. È il mio idolo, ma ha pur sempre quasi 60 anni! ;)

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Per la prima volta, dopo vari anni di frequenza sul forum, ho commentato per ben tre volte in "diretta" un episodio durante la sua pubblicazione. Di solito mi prefiggo di completare integralmente la lettura e metabolizzare le sensazioni e giudizi, per poi cercare di riassumerli e esprimerli in un'unica recensione finale a mente fredda.

 

Stavolta la tentazione di gettare a caldo due righe, dopo la lettura dei singoli albi in questi mesi, è stata forte, di conseguenza, ciò che c'era da dire su questo splendido episodio, l'ho già detto in buona sostanza.

 

Posso solo ribadire, appena concluso il quarto albo, che la storia di Mauro mi ha appagato e divertito, come da abbastanza tempo non mi accadeva sulla regolare.

 

Una sceneggiatura maestosa e coinvolgente che ti rapisce e appassiona, e non bastano alcune sessioni più verbose e l'eccessive presenze di attori a disturbarne la lettura.

 

Nel corso della lunga maratona narrativa, Borden riesce a fare immedesimare così tanto il lettore nella sua avventura, che quasi si batte i denti assieme ai protagonisti durante la lunga odissea nel gelido inferno bianco o si stropicciano gli occhi sferzati dalla ostile nebbia gelata. Tavola dopo tavola e sequenza dopo sequenza, l'autore trasmette una tensione narrativa tale che e a ogni cambio di pagina ho trepidato in attesa di insidie e pericoli che quasi mi inducevano a trasalire, neanche fossi io presente accanto allo stuolo dei pards. :D Anche la crudezza di alcune scene, al limite con lo splatter, contribuiscono ad accrescere la strizza. 

Non so come spiegarlo: un simile coinvolgimento durante la lettura di un fumetto non lo provavo da anni e non posso che ritenermi ampliamente soddisfatto.

 

Se, come fatto notare, c'è stata qualche lieve forzatura chilometrica o "licenza poetica", non mi ha affatto infastidito e nel contesto non stride minimamente in questa corale melodia; di conseguenza, per l'ennesima volta, non posso che complimentarmi con Mauro per l'ottimo risultato ottenuto.

 

Se il pensiero di @Leo è corretto, ovvero che Borden mentre compone di tanto in tanto pensa a noi utenti, stavolta mi sa che ha voluto "portare il broncio" a  chi come me, adora Carson e Brandon, visto che nell'occasione sono apparsi un tantino più defilati del consueto :P:D.

A parti le battute, un episodio splendido che rivaluta alla grande la serie regolare dopo qualche appannamento delle ultime prove.

 

Aldilà di una non perfetta uniformità stilistica durante la prova (che merita un'attenuante visto la mole della sceneggiatura e la lunga gestazione, da quanto ho capito) anche Bruzzo merita un plauso. Non era una bazzecola disegnare un tale Kolossal delle "nuvole parlanti" ma tutto sommato se l'è cavata con molta abilità e mestiere. Il mio voto finale è 9 

 

  

 

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Questa è ufficialmente la mia storia preferita letta su Tex sino ad oggi.

I personaggi gestiti alla grande, e considerando la ricchezza di comparse e co-protagonisti, tenerli insieme poteva rivelarsi un boomerang devastante, considerando che l'unica critica che qualcuno rivolge ancora a Boselli è quella delle trame intricate e con tanti personaggi (come se fosse un aspetto negativo).

Si, è vero, Tex non il Deus ex Machina che ci aspettiamo, non è l'attore principale che brilla su tutti, ma in questi 4 albi per me c'è la dimostrazione di cosa sia una sceneggiatura solida. 

Nonostante le linee narrative (almeno 3); i pard che si ricongiungono a Foster, la spedizione (addirittura divisa in due), il cacciatore solitario, c'è spazio per tutti ed in modo credibile. 

Da tempo non mi capitava di leggere una storia ed aver già voglia di rileggerla.

C'è atmosfera, cruda violenza, un Tex umano a tratti di fronte all'ostile Nord. 

Il top per me si raggiunge nella scena del miraggio della nave con il successivo rintocco della campana, da brividi.

Il tutto accompagnato da disegni spettacolari.

L'unico neo, per me, il finale a sorpresa delle ultime vignette, forse ci sarebbe stato meglio qualcosa di più lieto. 

Devo dire che in storie come questa vengono fuori dei personaggi secondari che forse meriterebbero di entrar a far parte di una cerchia stabile di amici di Tex, dei nuovi Jim Brandon. Su tutti penso a Hillary, inglese, pugile, gentiluomo e soldato pronto a sacrificarsi per i suoi uomini, secondo me il miglior personaggio di questa storia.

Sarebbe interessante inventarsi qualcosa per rivederlo in futuro...

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<span style="color:red">3 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

un simile coinvolgimento durante la lettura di un fumetto non lo provavo da anni e non posso che ritenermi ampliamente soddisfatto.

 

Come penso alcuni di voi avranno notato, durante le vacanze natalizie ho letto molto Mister No, tornando a una lettura continuativa dei fumetti come non mi accadeva da un pò di tempo. Per ora, Mister No si è rivelata un'ottima lettura, ma nessuna sua storia mi ha portato al coinvolgimento di questa avventura; l'unica che di recente è stata altrettanto coinvolgente è Fratelli di Sangue, sempre di quel diavolo di Boselli...

 

<span style="color:red">6 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Se il pensiero di @Leo è corretto, ovvero che Borden mentre compone di tanto in tanto pensa a noi utenti, stavolta mi sa che ha voluto "portare il broncio" a  chi come me, adora Carson e Brandon, visto che nell'occasione sono apparsi un tantino più defilati del consueto :P:D.

 

Io ci metto la mano sul fuoco, che ci pensa. Ha molto presenti le idiosincrasie di noi utenti (in termini generali, non associandole ai nomi magari) e le cose che ci piacciono, e sono convinto che quando scrive già pensa, divertito, alle reazioni di noi nerd che ci accapigliamo per le sue scelte narrative :D

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Leo dice:

 

Non la vedo così. Il ghiaccio scivoloso, il pastrano che infagottisce, i guanti, la fatica già fatta per il lungo tragitto percorso, sono tutti elementi che hanno contribuito ad affaticare il Vecchio Cammello. È il mio idolo, ma ha pur sempre quasi 60 anni! ;)

No, Leo.

Non cercare giustificazioni quando non ce ne sono.

Il tuo idolo ha quasi 60 anni da molti lustri (beato lui che non invecchia) e non ha mai mostrato minimamente i segni dell'età, anzi ha sempre surclassato manigoldi molto più giovani di lui.

E' sempre stato una roccia. Ma qui è un vecchierel canuto e stanco.

No, non ci sto.

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Ho provato diverse volte a scrivere la mia opinione finale e sempre mi venivano fuori lunghe serie di considerazioni (detto da me, notoriamente logorroico ma riluttante all'idea di esserlo...). Così cancello tutto, faccio un sospiro, metto un punto.
E la sintetizzo così: se nel complesso di sceneggiatura e disegni, "Sulle piste del Nord" era sul podio delle mie avventure preferite, "Alla ricerca delle navi perdute" più di cinquant'anni dopo le si affianca ex aequo. 
La motivazione, che rappresenta e aggiunge una lode nel voto di Boselli, è che trovo questa storia una pietra miliare lungo il cammino texiano, per le numerose e a volte innovative variazioni sul tema: dal numero dei coprotagonisti all'umanizzazione di un Tex mai visto così "quasi" insicuro; dal perfetto mixaggio di vicende all'inizio parallele e poi convergenti al finale in stile "Dopo i titoli di coda".
Mi viene da parafrasare quello che un illustre critico scrisse di "Twin Peaks", sostenendo che dopo quella serie la TV non sarebbe mai più stata la stessa. Per me vale la stessa convinzione: che siano piaciuti o meno, questi quattro episodi rappresentano un qualcosa che ha profondamente inciso sul canone. Boselli non ha cancellato le vecchie regole, ma sicuramente - per usare un termine cestistico - ha proposto nuovi fondamentali dei quali tenere conto in futuro.

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Peccato che l'avventura sia finita. Sarebbe stato bello vederla continuare con un quinto albo, e sarebbe diventata una storia ancora più epica, ancora più drammatica e indimenticabile.

Le premesse per un ulteriore sviluppo c'erano tutte: un gruppo numeroso di personaggi che poteva essere maggiormente approfondito, un ambiente naturale estremo in capo al mondo in cui difficilmente i nostri eroi torneranno ancora, un crescendo di difficoltà e di avversari che poteva essere sfruttato per un ultimo tragico capitolo: bastava rendere le scialuppe di salvataggio meno in buono stato e creare un ritorno a casa assai più problematico di quello che lascia intendere il finale, trasformandolo magari in una vera e propria odissea tra i ghiacci (ecco il possibile titolo: "Odissea tra i ghiacci"!), tra difficoltà naturali, pericoli di nuovi nemici, vecchi avversari sopravvissuti, o quant'altro la fantasia di Boselli poteva inventare. (Insomma una specie di zagoriana "marcia della disperazione".)

 

Sarebbe stato un modo anche per valorizzare di più il buon Jim Brandon, così come Mike Foster (entrambi un po' in ombra), ma soprattutto per un chiarimento tra i pards e Dallas, che a mio parere  è di fatto mancato.

Date le premesse del primo albo, in cui i Nostri si soffermano molto nei loro discorsi sul rancore covato da Dallas nei loro confronti, ci si aspettava un incontro/scontro tra la sorella di Kid Rodelo e Tex, invece tutto si risolve in una paginetta in cui Dallas commenta: "Potevano starsene qui al caldo... e invece rischiano di nuovo la vita". E Jim Brandon e Mike che in sostanza le dicono: eh non li conosci, sono in gamba, fai bene a rinunciare al tuo odio... Un po' pochino per una risoluzione del conflitto: io mi sarei aspettato un dialogo chiarificatore tra Tex e Dallas o addirittura una situazione di pericolo in cui loro due si trovano insieme, da soli, e Tex la leva dai guai (o qualcosa di simile...).

 

Comunque queste sono solo mie fantasie. Forse semplicemente avrei voluto che questa storia continuasse ancora a lungo, regalando altre emozioni e altro divertimento. Non un capolavoro, a mio avviso, ma pur con imperfezioni (sia nei disegni che nella sceneggiatura) sicuramente un capitolo memorabile della saga di Tex, un'avventura classica ma di piacevolissima lettura (il migliore è il terzo albo). Voto complessivo: 8,5

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Condivido l'osservazione sul fatto che, dopo le premesse iniziali, il rancore di Dallas nei confronti dei Pards si sia risolto in maniera troppo semplicistica con due vignette. La soluzione sarebbe stata però, a mio avviso, non quella di sviluppare questo aspetto, ma quella di eliminare sia Dallas che Mike (quest'ultimo praticamente irrilevante) da questa storia troppo affollata.

Modificato da Jim Brandon
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Sono contento che questa storia sia finita.

Come messo in evidenza in alcuni interventi precedenti ho trovato diverse cose che non mi hanno entusiasmato. Ne elenco solo alcune.

POSSIBILI SPOILER

Troppo scialba la figura di Brandon, uno che a mio parere quando viene messo in campo deve avere un ruolo importante e qui non lo ha avuto.

Le due ragazze che sembravano dover essere il perno della vicenda a mio parere sono state soltanto il pretesto per mettere in movimento tutta la compagnia - e questo al netto della "sospensione dell'incredulità" molto pesante per vederle agire in un contesto così estremo. Anche per loro il finale le relega a un ruolo di mero contorno.

L'evoluzione della vicenda di Tornuak era ampiamente prevedibile (almeno io l'ho previsto con largo anticipo). Lo stesso personaggio mi sembrato troppo in bilico fra credibile/incredibile per essere affascinante come avrebbe potuto essere. Di fatto relega Tex e soci in secondo piano. 

L'inabissamento finale della Terror appena abbandonata mi è parsa soluzione "telefonatissima" e avrei preferito lasciarla dov'era.

In conclusione, senza alcun intento polemico, a me sembra che la storia del ritrovamento delle navi non richiedeva la presenza di Tex, i suoi pards e compagni occasionali. Mentre ho apprezzato tantissimo le escursioni di Tex e soci nelle foreste e i laghi del grande nord per aiutare Brandon e Gros Jean, spero di non rivederlo più fra i ghiacci perché - come detto da altri - le condizioni ambientali - distanze, rumori, ecc. - non mi pare consentano di dare il meglio di sé. Attendo perciò con gioia il prossimo numero con il ritorno dei Nostri sul terreno loro più congeniale. 

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2 ore fa, Red Arrow dice:

 

 

In conclusione, senza alcun intento polemico, a me sembra che la storia del ritrovamento delle navi non richiedeva la presenza di Tex, i suoi pards e compagni occasionali.  

 

 

Giusto ! Avrei dovuto pubblicarla sulle Storie, e lasciare a Tex il compito di ritrovare una mandria rubata o pestare uno sceriffo corrotto.  Come ho fatto a non pensarci?

Modificato da borden
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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Red Arrow dice:

POSSIBILI SPOILER

Troppo scialba la figura di Brandon, uno che a mio parere quando viene messo in campo deve avere un ruolo importante e qui non lo ha avuto.

Le due ragazze che sembravano dover essere il perno della vicenda a mio parere sono state soltanto il pretesto per mettere in movimento tutta la compagnia - e questo al netto della "sospensione dell'incredulità" molto pesante per vederle agire in un contesto così estremo. Anche per loro il finale le relega a un ruolo di mero contorno.

 

Per simpatici che possano risultare, ed a me Brandon e Dawn lo sono molto (un po' meno, devo dire, la pur bellissima Dallas), ci sta che tendano ad assumere ruoli di secondo piano, se non proprio di mero contorno, dinanzi ad un personaggio come Tex, assoluto protagonista della testata cui dà il nome.

 

Se così non fosse, del resto, parleremmo di storie CON Tex, ma non DI Tex. E non credo vorremmo questo ;).

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Personalmente sono soddisfatto di questa lunga saga artica, vi ho trovato numerosi echi bonelliani (la tribù misteriosa, l'attenzione e la cura per gli aspetti geografici, un senso di grande avventura che ci accompagna dall'inizio alla fine), mescolati alle consuetudini boselliane, in primis la presenza di tantissimi personaggi (forse in questa occasione troppi davvero).

A parere mio l'avventura decolla definitivamente a partire dal terzo albo, dopo un secondo numero, per i miei gusti, fin troppo verboso e statico.

Forse è stato risolto un po' troppo sbrigativamente l'affare Dallas ma, non essendo quest'ultima uno dei miei personaggi preferiti, la cosa non mi ha dato particolarmente fastidio. 

 

In ogni caso penso che la sifda per lo sceneggiatore e, di conseguenza, il divertimento per il lettore, sia anche quella di calare il protagonista in un ambiente a lui poco congeniale, e vedere se e come ne è capace di tirarsi fuori dagli impicci e dagli imprevisti... :indianovestito:

Per questo trovo al limite del ridicolo alcune critiche lette in rete relative, ad esempio, ai salti sul ghiaccio compiuti da Tex e Tiger... Come se fosse una bazzecola per tutti compiere, in ambienti proibitivi, salti di 4 metri atterrando incolumi dall'altra parte. :deserto:

 

Buoni anche i disegni di Bruzzo, che man mano si stacca dal modello ticciano di "Sulle piste del nord" per pervenire ad un'interessante e personale versione di Tex e del suo mondo. :)

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

lasciare a Tex il compito di ritrovare una mandria rubata o pestare uno sceriffo corrotto.  Come ho fatto a non pensarci?

Beh a memoria è da un po' che non si vede una storia del genere, perchè no?:P

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<span style="color:red">21 minuti fa</span>, Il Biondo dice:

Beh a memoria è da un po' che non si vede una storia del genere, perchè no?:P

 

Vero, ma ammetto, di  non aver la minima voglia di scriverla. E neppure di leggerla.:rolleyes:

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