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TWF - Tex Willer Forum

[732/735] Alla Ricerca delle Navi Perdute


MacParland
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<span style="color:red">51 minuti fa</span>, ciro dice:

In merito alla scena finale, ovvero al doppio finale , con l'orso che si "mangia" il morituro Tornuak penso che Borden volesse evidenziare "l'ossessione" dell'inuit per L'orso bianco gigantesco in analogia con la balena bianca  Moby Dick . anche in questo caso , letta in questi termini, la scena  mi è piaciuta molto.  

 

Lettura molto interessante, davvero ;).

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Potrebbe anche essere che Tornuak, ormai agonizzante ed in preda al delirio, abbia solo immaginato di vedere l'orso accanto a lui. In realtà l'orso era già morto, ma la sua ossessione resta fino alla fine.

Il finale si presta a libera interpretazione.

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Il 14/1/2022 at 18:53, Carlo Monni dice:

Non pensavo affatto agli Inglesi ma principalmente  ai due indiani ed all'inuit

sono personaggi autoconclusivi...esattamente come il Dingo de "Gli eroi dei Devil Pass"...

mi soffermo su particolari non ancora analizzati ma che a un incallito studioso di Storia come il sottoscritto sono molto piaciuti...

l'innesto dello shotgun (arma effettivamente usata durante la spedizione di Franklin, anche se non era di ordinanza nei Royal Marines, dal momento che a metà Ottocento i fanti di marina utilizzavano il fucile a canna rigata Brunswick, modello  Marina con parti ottonate appositamente studiato per il suo uso in mare aperto: l ottone non si corrodeva con la salsedine,  a differenza del ferro). Chi ha notato che i metis (pag 59 de i Dannati dellArtico) utilizzano non i Winchester ma il fucile a colpo singolo Martini Henry, Fucile di ordinanza dell'esercito di Sua Maestà Britannica fino alla Prima Guerra Anglo Boera? come al solito il curatore è attento a tutti i particolari ;)...essendo membri di una spedizione britannica, infatti, non potevanop che utilizzare il fucile di ordinanza simbolo della colonizzazione dell'Impero Britannico di fine Ottocento (ne parla anche Kipling nel "uomo che volle farsi Re" e in un sacco di altre opere...

le bombardiere Erebus e Terror erano le navi più piccole della Royal Navy, equivalenti come dislocamento ad uno sloop e più piccole di una corvetta. Originariamente progettatte per tirare con mortai a bersagli terrestri, non venivano mai utilizzate per combattimenti navali: in seguito vennero disarmate del tutto ed utilizzate come navi da esplorazione.

 

sulla storia: mi è piaciuto molto il finale, onirico e reale allo stesso tempo: d'altra parte ho trovato esagerato l'innesto di tanti personaggi. Penso (e spero) che la telenovela Dallas/ Mike abbia finalmente trovato un finale...

Dawn ha invece assunto una più chiara fisionomia, bel personaggio femminile in tutti i sensi. Brandon doveva esserci, è la causa effetto dell'intervento di Tex, e Gros Jean avrebbe uleriormente "appesantito" il team di un altro comprimario che non serve. 

Modificato da Barbanera
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Spero che le storie così inutilmente non western siano finite per sempre. L'ho letta adesso, dopo aver raccolto i 4 albi. A me è sembrata soltanto una scusa bella e buona per raccontare la storia dell'Erebus, storia di cui francamente non se ne sentiva nè il bisogno nè l'utilità, su Tex. Completamente avulsa dal contesto del personaggio, forse pure più di Patagonia o di altre fuori ambientazione.

Per il resto è la classica storia boselliana: 3000 personaggi, tre miliardi di parole, Tex che ogni tanto c'è, buonismo a vagonate come al solito (ho perso da decenni la tolleranza su questo punto). Poi a parte le discussioni infinite tra i personaggi non mi ricordo nulla di particolare o di memorabile, se non il ritrovamento della nave. Tanta noia, a dire il vero.

Disegni di Bruzzo però lodevoli, ha fatto davvero un buon lavoro, forse però si nota troppo lo stacco tra la prima parte di tavole in cui prende le misure di Ticci prima maniera e quella dove evidentemente trova finalmente la quadra mettendoci il proprio tocco.

Insomma, alla fine si rivela una storia noiosa, a tratti irritante, e ripeto assolutamente inutile (rimarrò per sempre con il dubbio su cosa davvero c'entri TEX con tutto ciò, e viceversa). Mi sa che è un altro chiodo sulla bara del mio interesse per il personaggio. Alla fine dell'imminente run con Mefisto (che già non mi suscita nessun interesse) l'ardua sentenza.

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<span style="color:red">6 ore fa</span>, Gunny dice:

Spero che le storie così inutilmente non western siano finite per sempre. L'ho letta adesso, dopo aver raccolto i 4 albi. A me è sembrata soltanto una scusa bella e buona per raccontare la storia dell'Erebus, storia di cui francamente non se ne sentiva nè il bisogno nè l'utilità, su Tex. Completamente avulsa dal contesto del personaggio, forse pure più di Patagonia o di altre fuori ambientazione.

 

Credo che qui sia semplicemente una questione di gusti. Molto spesso trovo che, se affrontata in maniera convincente e coerente, una storia di questo tipo sia molto interessante. Non so se sono l'unico ma dopo avventure di questo tipo (o anche più "western" ma legate a reali fatti storici) io mi fiondo su internet a leggere la vera storia di quell'evento. Conoscevo soltanto vagamente la famosa vicenda del passaggio a Nordovest, grazie a questa avventura mi sono incuriosito e ho scoperto parecchi risvolti interessanti. 

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Io sono uno di quelli che gradiscono le storie western classiche, sicuramente un segno dell'eta'. Questa, pero', col Nord artico ma pur sempre canadese, rientra comunque nel canone da me preferito, se non fosse per l'elemento soprannaturale della seconda parte. Ma mi chiedo, e' una cosa sicura che il lettore medio preferisca veramente la soluzione soprannaturale rispetto ad una piu' realistica, che certamente Borden non avrebbe avuto alcuna difficolta' a creare?

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Io invece sono d'accordo nel prendere spunto dalla storia per ideare soggetti su Tex anche perché le idee originali è ovvio che scarseggino dopo 700 e passa numeri.

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  • Sceriffi
<span style="color:red">1 ora fa</span>, Otami dice:

Io sono uno di quelli che gradiscono le storie western classiche, sicuramente un segno dell'eta'. Questa, pero', col Nord artico ma pur sempre canadese, rientra comunque nel canone da me preferito, se non fosse per l'elemento soprannaturale della seconda parte.
 

 

Elemento soprannaturale?

 

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Forse sono io che vedo le cose diversamente, ma i cannibali hanno chiaramente dei superpoteri, tipo starsene bocconi nella neve a temperature polari (letteralmente), belli seminudi e magrolini. Poi da quel che si capisce sono esclusivamente cannibali: non cacciano su terra perche' bestie li' non ce n'e', e non pescano perche' non hanno barche. Cosa mangiano quando non passa di li' una spedizione artica? Meglio lasciar perdere. Insomma a me non sembrano proprio umani. Avrei preferito una soluzione tipo eschimesi disperati perche' la caccia non e' andata bene e stanno morendo di fame (anche qui si poteva fare che si fossero incrociati con qualche marinaio della spedizione, se proprio si voleva).

Visto che ci sono, aggiungo che a parte questo a me la storia e' piaciuta molto: che ci sia tanto testo, naturalmente al livello consueto di Borden, per me e' solo positivo (amo i Tex delle origini); che diversi personaggi abbiano il loro quarto d'ora d'attenzione e poi tornino un po' nell'ombra, cosi' e' la vita; che Tex non sia al centro della vicenda in ogni pagina, ma lo trovo naturale in una storia cosi' complessa. E' forse un po' debole il pretesto per cui i pard sono coinvolti nella vicenda, ma ok. I disegni li ho trovati stupendi. Come ho gia' scritto in precedenza, per la mia personale sensibilita' alla lunga stanca invece il trattamento a cui viene sottoposto Carson, ben poco rispettoso di questo pard storico. Ma chissa', forse tanti lo trovano divertente.

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Dovevo ancora commentarla ! Questo per me è un capolavoro mastodontico...summa totale e apice (probabilmente insuperabile) di tutto l'universo e la mitologia del Grande Nord che è passata su Tex. Da "Sulle Piste del Nord", passando per "Nei Territori del Nordovest", fino ai "Demoni del Nord"...Un viaggio che ha il respiro epico dei più grandi romanzi d'avventura...dagli scenari "familiari" delle foreste e tundre Canadesi, approdando-per dirla con Lovercraft- al "grande continente sconosciuto, e al suo mondo insondabile di gelida morte".

A coronare il tutto, il capolavoro grafico di Bruzzo, che definirei una magnifica sintesi di Ticci ed Esposito Bros, se non sapessi di fare un torto alla personalità del suo tratto e alla potenza evocativa delle sue tavole.

Voto : 10

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Si tratta di una storia che mi ha appassionato e molto emozionato. Mi ricordo che per diversi anni tendevo a tediare chiedendo la data della pubblicazione di questa epica vicenda. Devo prendermi il tempo per commentare. Posso al momento dire: bravo Borden!! 

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E' una storia che è riuscita a scardinare( considerando il numero dei personaggi ),anche una mentalità Texintegralista come la mia,gran bella avventura,che si innalza verso gli allori del capolavoro.Solo oggi stiamo a fare le pulci sui particolari se sono credibili o meno,una volta poteva scendere anche l'alieno dallo spazio..... :)

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Il 19/1/2022 at 10:24, Otami dice:

Poi da quel che si capisce sono esclusivamente cannibali: non cacciano su terra perche' bestie li' non ce n'e', e non pescano perche' non hanno barche. Cosa mangiano quando non passa di li' una spedizione artica? Meglio lasciar perdere

 

Mangiano anche buoi muschiati, se non ricordo male i pards ne vedono le carcasse. Sul fatto che siano seminudi nell'artico non mi scandalizzerei molto, mentre ciò che a mio parere è soprannaturale è l'orso che arriva a comando, a mangiare solo ciò che gli porgono i suoi "adepti", invece di avventarsi incontrollabilmente su tutto e tutti. Tuttavia, l'orso è un antagonista a tutto tondo, a mio parere sovrannaturale ma non per questo meno bello come figura.

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Non parlerei di "soprannaturale", quanto piuttosto di "mostruoso". I "Mahaha" non sono soprannaturali, ma hanno sicuramente caratteristiche fisiche mostruose, e in una certa misura sovraumane...capacità di resistenza a temperature e condizioni di vita proibitive per comuni esseri umani, ma a loro derivate dall'adattamento a tali condizioni, nell'arco di numerose generazioni...allo stesso modo Taqugak è "solo" un orso polare incredibilmente grosso e vecchio, ma è anche trasfigurato in un'entità mostruosa, dotata di una volontà forte-e malvagia- allo stesso modo della Balena di Melville, lo Squalo di Spielberg, e il Bisonte Bianco di J.Lee Thompson...

Nel momento in cui i protagonisti abbandonano gli scenari conosciuti delle foreste e tundre Canadesi, per avventurarsi nel mare e nel pack artico, entrano in un mondo ignoto e disorientante...e a quel punto, a mio avviso, la storia entra nei territori del "fantastico"...ma è un "fantastico" sottile e insinuante...

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Testa di Vitello dice:

Non parlerei di "soprannaturale", quanto piuttosto di "mostruoso". I "Mahaha" non sono soprannaturali, ma hanno sicuramente caratteristiche fisiche mostruose, e in una certa misura sovraumane...capacità di resistenza a temperature e condizioni di vita proibitive per comuni esseri umani, ma a loro derivate dall'adattamento a tali condizioni, nell'arco di numerose generazioni...allo stesso modo Taqugak è "solo" un orso polare incredibilmente grosso e vecchio, ma è anche trasfigurato in un'entità mostruosa, dotata di una volontà forte-e malvagia- allo stesso modo della Balena di Melville, lo Squalo di Spielberg, e il Bisonte Bianco di J.Lee Thompson...

Nel momento in cui i protagonisti abbandonano gli scenari conosciuti delle foreste e tundre Canadesi, per avventurarsi nel mare e nel pack artico, entrano in un mondo ignoto e disorientante...e a quel punto, a mio avviso, la storia entra nei territori del "fantastico"...ma è un "fantastico" sottile e insinuante...

 

 

Bravo, bel post!

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  • Collaboratori

Non ho ancora commentato la storia dopo l'uscita del quarto albo, che per me resta indubbiamente la migliore dell'anno. Ogni tanto qualche avventura che stacchi dal western classico ci vuole e in questo caso l'ambientazione riesce anche a tenerti costantemente col fiato sospeso senza cali di tensione.

 

Il punto di partenza era il ritrovamento dell'Erebus, la spedizione di Franklin è un fatto storico che serve da motore dell'azione come avveniva in tantissime storie scritte da GLB. Mentre la storia era in fase di realizzazione le navi furono tuttavia effettivamente ritrovate e questo anche a causa della lentezza di Bruzzo, che a un certo punto si interrompe anche nei lavori!

 

Borden se ne era lamentato ed è molto probabile che per questi due fattori (ritrovamento delle navi e lentezza del disegnatore), se il numero delle tavole già disegnate non fosse stato comunque di una certa importanza, questa storia non l'avremmo mai letta.

 

E' un fatto che l'autore proprio in questo forum, rassicurandoci sulla sua continuazione, avesse parlato anche di perdita d'interesse da parte sua: per fortuna a lettura ultimata non abbiamo avuto modo di accorgercene.

 

Borden si dimostra buon profeta, le navi sono state ritrovate più o meno dove lui le fa scoprire a Tex - il fatto contrario avrebbe portato inevitabilmente alla cancellazione della storia o a una sua importante revisione con un certo numero di tavole da ridisegnare. Tutto sommato ci è andata bene.

 

Il ritrovamento delle due navi non cadde certamente a proposito: toglieva infatti un palmo di atmosfera alla storia che Boselli stava scrivendo. Volete mettere il fascino della scoperta da parte di Tex (e del lettore) di navi da allora mai ritrovate? Se ci mettiamo nei suoi panni non deve essere stato facile. Lui stesso ha dichiarato che queste storie al Nord tra i ghiacci sono quelle per lui meno interessanti da scrivere perché tra la neve non c'è niente e non succede praticamente niente, a pensarci bene sono lande sterminate e desolate dove la presenza dell'uomo è quasi impercettibile.

 

C'è chi si è lamentato, ingeneroso, che in questa storia succede poco o niente: provate voi a scrivere 440 tavole ambientandole sul pack e poi vediamo il risultato! C'è da dire che Mario Boselli c'è riuscito e c'è riuscito benissimo, mantenendo sempre la tensione alta e usando i pochi elementi che aveva a disposizione (la natura e la fauna) scatenandoli contro la spedizione, che conta numerose perdite e parecchio sangue versato. Pretendere che Tex giganteggi in questo quadro spaziale è un po' troppo, eppure è lui il fulcro dell'azione in quasi tutte le sequenze, a differenza di un Jim Brandon che sembra messo lì un po' a caso.

 

La vera regina della storia è però Dawn che in quell'ambiente ci vive. Questa storia contribuisce molto a farla crescere come personaggio (era la sua prima volta sulla serie regolare) tanto che ormai possiamo considerarla un pard aggiunto alla stregua dello stesso Brandon, Gros-Jean, Devlin, El Morisco e tutti gli altri. In un sondaggio di qualche mese fa vi chiedevo se foste d'accordo nell'allargare la famiglia dei personaggi cosiddetti "amici". Guardate che ce l'abbiamo già, è una donna e ha un caratterino niente male, solo per lei la storia sarebbe da ricordare (applauso a Bruzzo, che è riuscito nell'impresa di disegnarla meglio anche di quel Font che l'aveva comunque  splendidamente disegnata.

 

Menzione speciale anche per Tornuak che narrativamente prende il posto dell'assente Gros-Jean. Il bestione riesce a captare molte delle nostre simpatie e che da temibile nemico si dimostra infine un decisivo alleato per i nostri pards. Un looser che riesce a cogliere la sua vendetta. La sua morte onirica, nell'ultima tavola della storia, è il colpo di genio che chiude degnamente questa lunga escursione al polo.

 

In ultimo, i Mahaha che ricordano i cannibali del numero 600 come è gia stato fatto notare. Sono forse l'anello più debole della lunga storia ma non ne pregiudicano la sua riuscita. In effetti difficile pensare ad altro senza voler scivolare nel soprannaturale. Se ripenso al fatto che ci sono autori che invece questo confine tra realtà e irrealtà lo oltrepassano tranquillamente per consegnarci storie come quella recente del pistolero vudu, un applauso sincero va a Mauro Boselli per aver resistito alla tentazione di ricorrere a facili espedienti, a maggior ragione considerando che non aveva praticamente niente tra i suoi soliti atout narrativi da usare sul pack dell'Artico.

 

Dare un voto ora a caldo è difficile, mi auguro che la stessa ricchezza di contenuti noi lettori la si possa ritrovare anche nelle storie oggi in fase di realizzazione con due dei più grandi personaggi della serie: la Tigre Nera e il capitano Barbanera. Nell'attesa mi gusterò sicuramente il ritorno di Mefisto e della sua famiglia.

 

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Io non sarei proprio capace di scrivere un post cosi, ma lo condivido in pieno.

Spero  che Boselli tiri fuori   qualche altra storia ambientata nel nord, anche se dice che è difficile.

Intanto attendo quella di Barbanera, sperando che si svolga un po' anche da quelle parti.🙋‍♂️

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Una storia bellissima. Bisogna fare i complimenti a Boselli che ha scritto uno dei capolavori assoluti della serie, ottimamente realizzato da Bruzzo. Forse era dai tempi di Oklahoma! che non leggevamo su Tex un'avventura così coinvolgente. Qui e altrove mi è capitato di leggere le critiche più velenose, ridicole o stupide (del resto non mi stupisco più di niente, c'è gente, e sarete tutti professoroni, che crede che i Pink Floyd di Gilmour o i Deep Purple facciano musica interessante o che i film li facesse J. Wayne invece che J. Ford o H. Hawks - lo so, provoco, ma non risponderò a nessuno...), ma invece questa storia ha tutto del buon fumetto, del buon Tex e persino del buon western. C'è naturalmente la frontiera, la solitudine dell'eroe, e l'avventura. L'incastro dei personaggi è perfetto, così come viene dato il giusto rilievo ad ognuno di loro. In particolare mi è piaciuto l'approccio alla rappresentazione dei vari indigeni presenti, che potrebbe essere tacciato di politicamente corretto, ma che invece propone una visione del mondo e dei rapporti umani che condivido pienamente e trovo sommamente meritevole di elogio. Dawn, Tornuak, Yotimo e Aquila sono personaggi meravigliosi. Molti personaggi hanno un evoluzione nel corso della storia, cosa che, seppur frequente in Boselli, in questo caso è particolarmente ben gestita.

Lo stesso Tex pare avere una consapevolezza superiore rispetto a quella già elevata imposta dal creatore.

Piccola pesantezza, molto piccola rispetto all'insieme della storia, è il richiamo agli eventi passati (Dallas e Mike) ma i due si incastrano perfettamente nell'insieme.

Nell'ultimo albo si entra poi nel territorio dell'estremo e del fantastico e ci si entra, se si ha cuore e fantasia, perfettamente convinti che sia andata proprio così.

Questo dev'essere Tex.

Infine un plauso per la copertina dei Dannati dell'Artico, fino a quando non l'ho avuta in mano non mi ero reso conto della sua bellezza. Una delle migliori.di Villa.

  • +1 1
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Finalmente l'ho letta tutta! 4 grandi albi, una grandissima storia!! I miei complimenti a Boselli (e a Bruzzo), veramente un Maestro, grazie. Spero che anche in futuro avremo storie di così largo respiro e avvincenti, in 3, 4 anche 5 albi; mi piacciono le storie lunghe, con trame complesse, intrecci avvincenti. Boselli è una garanzia, ancora grazie.

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L ho letta tutta assieme . Boselli ha voluto sfidare se stesso ambientando la storia in luoghi estremi . Sfida vinta alla grande . Un paio di difettucci : terzo albo a tratti lento e i personaggi di Dallas e Mike sostanzialmente ridondanti . Bruzzo ottimo all inizio , più anonimo nella parte finale . 

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Ho aspettato l'uscita dell'ultimo albo per leggere la storia tutta d'un fiato e devo dire di non essere rimasto deluso.

Personalmente ho sempre amato molto le storie di Tex "con la neve", mentre temo un po' quando i nostri incontrano "la Storia" come in questo caso. Alla fine penso che ne sia uscita fuori un'avventura originale e scorrevole a dispetto delle 440 pagine, con tanti personaggi che riescono a ritagliarsi tutti uno spazio degno inclusi i Mahaha. La "riuscita" di questi ultimi non era infatti scontata, perché quando "si maneggiano" personaggi del genere il rischio di scadere involontariamente di qualità esiste.

Sul fronte dei disegni, ho paradossalmente apprezzato di più la seconda parte della storia, in cui Bruzzo si allontana dal citazionismo pedissequo del Ticci di "Sulle piste del Nord" prima e di Villa poi per camminare con le proprie gambe e talento.

Complessivamente una storia che, scolasticamente, potrei sintetizzare con un 7,5. In chiusura di giostra mi rimane infatti la sensazione di un possibile capolavoro che, imho, alla fine non c'è stato, pur trovandoci di fronte ad una storia di qualità, tra le migliori del centenario 700.

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  • 2 settimane dopo...

Una lunghissima storia di Boselli che si può riassumere con un solo aggettivo: splendida.
Innanzitutto, magnifica l'ambientazione, che mi ha ricordato soprattutto le memorabili atmosfere della storia che diede inizio al "Rinascimento" zagoriano, "L'esploratore scomparso", ma anche ovviamente le storie texiane "Sulle piste del nord", "Nei territori del Nordovest", "I demoni del nord" e "Alaska!", tutti episodi a cui questa vicenda si collega in un modo o nell'altro.
Come al solito, è la coralità a fare da padrona nella vicenda creata da Boselli. Indimenticabile, in particolare, il personaggio di Tornuak, che da temibile e tenebroso avversario si rivelerà un importante alleato dei nostri nel finale. Ho però trovato anche un difetto (cosa alquanto strana) nella gestione dei personaggi, perché mi è parso che Jim Brandon sia un po' troppo trascurato e per niente protagonista della vicenda.
Come al solito, invece, sono rimasto affascinato dalla magistrale gestione delle sottotrame attuata dal Bos. Non ne ho ancora parlato, ma ovviamente l'idea alla base di quest'avventura (la ricerca delle navi "perdute" Erebus e Terror) è originale e alquanto intrigante. Bellissima la parte in cui viene letto il diario del capitano della Terror, in cui Boselli e Bruzzo rievocano con grande realismo parte della storia dei marinai delle due navi.
Bei nemici i Mahaha (che ricordano un po' i Demoni del Nord dell'omonima storia), anche se era facile dedurre la loro origine. Ho apprezzato moltissimo l'atto finale di questa lunga epopea: splendida la resa dei conti al campo dei Mahaha, con il duello tra Tornuak e l'orso bianco; spettacolare, poi, la scena in cui la Terror si inabissa. Ma non è finita qui: magistrali e indimenticabili le due tavole finali, un grandissimo colpo di genio del Bos! Impossibile pensare a un epilogo più spettacolare.
I disegni di Bruzzo mi hanno un po' spiazzato, perché li ho trovati privi di uno stile unico e definito: dopo un primo albo di forte ispirazione ticciana (comunque apprezzabile l'omaggio al Ticci di "Sulle piste del nord"), nel secondo ho visto un alternarsi di volti ticciani e villiani. Forse solo negli ultimi due albi si è visto uno stile più uniforme e caratteristico del disegnatore. Pur avendo dunque trovato i disegni un po' altalenanti, devo dire che sono più che discreti. Auguro a Bruzzo di trovare uno stile più personale e "definitivo".
Superlative le quattro cover di Villa. Difficilissimo scegliere la migliore: forze quella che preferisco è la prima (che mi ricorda la copertina di "Tamburi di guerra"), ma anche le altre tre non scherzano!

Storia: 9+
Disegni: 7,5

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