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TWF - Tex Willer Forum

[Maxi Tex N. 29] Mississippi Ring


MacParland
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Intanto, ringrazio Boselli per queste “chicche” che ci regala, e mi esalta la sua sincerità e spontaneità, lontana dagli schemi di ipocrisia che ormai ritroviamo ovunque. Detto questo, anche io, come Ymalpas, avevo capito che correggevi poco, soprattutto agli autori di una certa levatura. Mi sembra che li affermasti parlando di Nizzi. Quindi, la domanda è: a Manfredi sì e a Nizzi no?

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<span style="color:red">5 minuti fa</span>, Andrea67 dice:

Intanto, ringrazio Boselli per queste “chicche” che ci regala, e mi esalta la sua sincerità e spontaneità, lontana dagli schemi di ipocrisia che ormai ritroviamo ovunque. Detto questo, anche io, come Ymalpas, avevo capito che correggevi poco, soprattutto agli autori di una certa levatura. Mi sembra che li affermasti parlando di Nizzi. Quindi, la domanda è: a Manfredi sì e a Nizzi no?

Ora ti risponderà lui, ma io credo che Nizzi conosca Tex e Manfredi NI, non c'è da intervenire sui dialoghi di Nizzi, anche quando dà il minimo...è uno che ha scritto centinaia di storie Nizzi. Manfredi ci infila filosofia, politica, dialoghi strambi...è diverso.

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<span style="color:red">25 minuti fa</span>, Andrea67 dice:

Intanto, ringrazio Boselli per queste “chicche” che ci regala, e mi esalta la sua sincerità e spontaneità, lontana dagli schemi di ipocrisia che ormai ritroviamo ovunque. Detto questo, anche io, come Ymalpas, avevo capito che correggevi poco, soprattutto agli autori di una certa levatura. Mi sembra che li affermasti parlando di Nizzi. Quindi, la domanda è: a Manfredi sì e a Nizzi no?

 

 

Ti assicuro che per quanto concerne i dialoghi e i personaggi a Nizzi si modifica tutt'al più qualche virgola.

C'è stato qualche intervento - qualche vignetta aggiunta o spostata - nella famosa storia della Rupe e del fiume, ma non vi dirò quali né perché. Questo capita a tutti e io pure mi modifico da me. 

 

 

Ma non chiamo certo un Nizzi a lavorare alla serie se penso che le sue storia vadano poi riscritte, visto che è un autore che  ha fatto gran parte della Storia di Tex.

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Resta il fatto che  secondo me "Mississippi Ring" è il doppio più avvincente e originale della storia di Nizzi "La Rupe del diavolo", che avrà anche dei dialoghi perfetti dal punto di vista texiano ma di una noia e di una ripetitività (le solite battutine trite e ritrite) sconfortanti. Per non parlare della trama (vedi solo le prima trenta pagine in cui non succedeva niente se non i pard e Gros-Jean che mangiavano al ristorante), e tralasciamo il resto.

 

Capisco che Manfredi possa sembrare ad alcuni lettori eccentrico rispetto all'ortodossia, ma quante storie e capolavori abbiamo nella serie che non sono texiane al 100%? "Giungla crudele" di Nolitta, "Okhlaoma" di Berardi, la stessa "Fuga da Anderville" - le prime che mi vengono in mente - in cui si avverte subito che i dialoghi sono diversi dal solito e compaiono situazioni non canoniche e inconsuete (per non parlare praticamente di tutte quelle di Nolitta).

 

Questo solo per dire che io, da lettore, preferisco autori che si sforzano di raccontare qualcosa di diverso, che hanno un'idea forte che regge la storia, che sbagliano per eccesso e non per difetto, piuttosto che le minestrine riscaldate e insipide ma texianamente impeccabili (che poi spesso non lo sono neanche...). Ben vengano storie un po' diverse dal solito piuttosto che cloni di cloni - purché ovviamente all'interno dei paletti che un personaggio seriale richiede e che non vanno stravolti (ma allora "Il pistolero vudù" non era per niente da serie regolare, se non lo era questa).

 

Per il resto, fa sorridere sapere che Manfredi scriva ancora tirate politiche, sindacali, filosofiche nelle sue sceneggiature texiane, che Boselli - giustamente - gli sforbicia. Dovrebbe aver capito che su Tex non si fanno, ma dev'essere più forte di lui...:lol:

 

Comunque la frase:

<span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

io pure mi modifico da me

è bellissima!

Mi ricorda Woody Allen:

- "Be’, ma noi siamo persone, solo essere umani, sai? Tu ti credi Dio!”.
– “Io… io a qualche modello dovrò pure ispirarmi!”. :lol:

 

 

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<span style="color:red">18 minuti fa</span>, Poe dice:

Resta il fatto che  secondo me "Mississippi Ring" è il doppio più avvincente e originale della storia di Nizzi "La Rupe del diavolo", che avrà anche dei dialoghi perfetti dal punto di vista texiano ma di una noia e di una ripetitività (le solite battutine trite e ritrite) sconfortanti. Per non parlare della trama (vedi solo le prima trenta pagine in cui non succedeva niente se non i pard e Gros-Jean che mangiavano al ristorante), e tralasciamo il resto.

 

Capisco che Manfredi possa sembrare ad alcuni lettori eccentrico rispetto all'ortodossia, ma quante storie e capolavori abbiamo nella serie che non sono texiane al 100%? "Giungla crudele" di Nolitta, "Okhlaoma" di Berardi, la stessa "Fuga da Anderville" - le prime che mi vengono in mente - in cui si avverte subito che i dialoghi sono diversi dal solito e compaiono situazioni non canoniche e inconsuete (per non parlare praticamente di tutte quelle di Nolitta).

 

Questo solo per dire che io, da lettore, preferisco autori che si sforzano di raccontare qualcosa di diverso, che hanno un'idea forte che regge la storia, che sbagliano per eccesso e non per difetto, piuttosto che le minestrine riscaldate e insipide ma texianamente impeccabili (che poi spesso non lo sono neanche...). Ben vengano storie un po' diverse dal solito piuttosto che cloni di cloni - purché ovviamente all'interno dei paletti che un personaggio seriale richiede e che non vanno stravolti (ma allora "Il pistolero vudù" non era per niente da serie regolare, se non lo era questa).

 

Per il resto, fa sorridere sapere che Manfredi scriva ancora tirate politiche, sindacali, filosofiche nelle sue sceneggiature texiane, che Boselli - giustamente - gli sforbicia. Dovrebbe aver capito che su Tex non si fanno, ma dev'essere più forte di lui...:lol:

 

Comunque la frase:

è bellissima!

Mi ricorda Woody Allen:

- "Be’, ma noi siamo persone, solo essere umani, sai? Tu ti credi Dio!”.
– “Io… io a qualche modello dovrò pure ispirarmi!”. :lol:

 

 

Ma sicuramente ci mancherebbe. Mi piace l'approccio di Manfredi e questa storia non mi è dispiaciuta soprattutto pensando al Color estivo. Solo che certi dialoghi mi sembrano forzati e certe ottime parti un po' slegate fra loro.

<span style="color:red">3 ore fa</span>, valerio dice:

Bos, quella è una cosa mia, a me nel 2021 non interessa leggere le storie del Tex giovane, mi interessa il Tex maturo.

Comunque non è che la Tex Willer possa prendere il posto della regolare (magari di altre serie si), le storie belle devono andare nella regolare e nei Texoni, poi eventualmente sulle altre serie.

Sui Texoni sono sempre molto soddisfatto, ma, a parer mio, negli ultimi due anni abbiamo avuto storie "che fanno testo" solo sui Texoni e solo tue (ripeto, non posso parlare della Tex Willer).

Sul Maxi, a dire il vero, raramente abbiamo avuto storie eccelse, e questa se vogliamo è anche un pò meglio di tante altre della stessa collana, ma insomma...Manfredi su Tex c'entra come i cavoli a merenda.

Che poi il Maxi è una uscita che aspetto con ansia, sempre, perchè mi piace tantissimo il malloppone. Quindi spero sempre di trovarvi storie che fanno testo.

 

Valerio...Anche io ero scettico ma Tex Willer è veramente un progetto gustoso. Poi serie regolare, Texone, Maxi cioè dove c'è il Tex adulto non devono abbassare il loro livello. Quest'anno non è stato un anno eccelso sicuramente per la regolare.

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Poe dice:

Resta il fatto che  secondo me "Mississippi Ring" è il doppio più avvincente e originale della storia di Nizzi "La Rupe del diavolo", che avrà anche dei dialoghi perfetti dal punto di vista texiano ma di una noia e di una ripetitività (le solite battutine trite e ritrite) sconfortanti. Per non parlare della trama (vedi solo le prima trenta pagine in cui non succedeva niente se non i pard e Gros-Jean che mangiavano al ristorante), e tralasciamo il resto.

 

Capisco che Manfredi possa sembrare ad alcuni lettori eccentrico rispetto all'ortodossia, ma quante storie e capolavori abbiamo nella serie che non sono texiane al 100%? "Giungla crudele" di Nolitta, "Okhlaoma" di Berardi, la stessa "Fuga da Anderville" - le prime che mi vengono in mente - in cui si avverte subito che i dialoghi sono diversi dal solito e compaiono situazioni non canoniche e inconsuete (per non parlare praticamente di tutte quelle di Nolitta).

 

Questo solo per dire che io, da lettore, preferisco autori che si sforzano di raccontare qualcosa di diverso, che hanno un'idea forte che regge la storia, che sbagliano per eccesso e non per difetto, piuttosto che le minestrine riscaldate e insipide ma texianamente impeccabili (che poi spesso non lo sono neanche...). Ben vengano storie un po' diverse dal solito piuttosto che cloni di cloni - purché ovviamente all'interno dei paletti che un personaggio seriale richiede e che non vanno stravolti (ma allora "Il pistolero vudù" non era per niente da serie regolare, se non lo era questa).

 

Per il resto, fa sorridere sapere che Manfredi scriva ancora tirate politiche, sindacali, filosofiche nelle sue sceneggiature texiane, che Boselli - giustamente - gli sforbicia. Dovrebbe aver capito che su Tex non si fanno, ma dev'essere più forte di lui...:lol:

 

Comunque la frase:

è bellissima!

Mi ricorda Woody Allen:

- "Be’, ma noi siamo persone, solo essere umani, sai? Tu ti credi Dio!”.
– “Io… io a qualche modello dovrò pure ispirarmi!”. :lol:

 

 

Si, ma deve essere una eccezione, non è che puoi scrivere SEMPRE storie eccentriche e dialoghi strambi. Le storie che citi sono delle gloriose eccezioni. Berardi non ha scritto altro, Nizzi ha fatto un fuori programma e Nolitta scriveva invece sempre così, ma infatti può essere considerato un autore storico di Tex solo parzialmente. Molto parzialmente.

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablorojo82 dice:

Ma sicuramente ci mancherebbe. Mi piace l'approccio di Manfredi e questa storia non mi è dispiaciuta soprattutto pensando al Color estivo. Solo che certi dialoghi mi sembrano forzati e certe ottime parti un po' slegate fra loro.

Valerio...Anche io ero scettico ma Tex Willer è veramente un progetto gustoso. Poi serie regolare, Texone, Maxi cioè dove c'è il Tex adulto non devono abbassare il loro livello. Quest'anno non è stato un anno eccelso sicuramente per la regolare.

Non è che sono scettico, anzi sono certo che sarà una serie bellissima, sono proprio io che non sono in alcun modo interessato al Tex giovane. Il Tex giovane l'ho letto 50 anni fa e sto a posto.

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Niente male la storia. Peccato soltanto aver dovuto assistere ad un finale che pretenderebbe di lanciare un "messaggio" di critica sociale. Molto discutibile e piuttosto forzato. Sembra un'eco delle storie di Ken Parker...

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Poe dice:

Resta il fatto che  secondo me "Mississippi Ring" è il doppio più avvincente e originale della storia di Nizzi "La Rupe del diavolo", che avrà anche dei dialoghi perfetti dal punto di vista texiano ma di una noia e di una ripetitività (le solite battutine trite e ritrite) sconfortanti. Per non parlare della trama (vedi solo le prima trenta pagine in cui non succedeva niente se non i pard e Gros-Jean che mangiavano al ristorante), e tralasciamo il resto.

 

 

 

Puro Vangelo, Poe!:inch:

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<span style="color:red">5 ore fa</span>, Poe dice:

Resta il fatto che  secondo me "Mississippi Ring" è il doppio più avvincente e originale della storia di Nizzi "La Rupe del diavolo", che avrà anche dei dialoghi perfetti dal punto di vista texiano ma di una noia e di una ripetitività (le solite battutine trite e ritrite) sconfortanti. Per non parlare della trama (vedi solo le prima trenta pagine in cui non succedeva niente se non i pard e Gros-Jean che mangiavano al ristorante), e tralasciamo il resto.

per me sono pari,ma dubito che qualcuno ne dubitasse:D

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  • Collaboratori

Mi fa piacere vedere che del Tex di Manfredi io e Boselli pensiamo un po' le stesse cose, certo io non ho accesso alla sceneggiatura originale e non conosco gli interventi redazionali, valuto solo il prodotto finito e ripulito. Ora se ogni volta resto sorpreso dai tempi e dal ritmo della narrazione del Tex giovane e mi dico tra me e me che diavolo sì, è propria una versione moderna  delle prime storie a striscia, ma il Tex glbonelliano è quello (male, molto male chi ammette di non leggere la collana Tex Willer), ora con Manfredi e qualche volta anche con Ruju, non ritrovo più quel!a narrazione. Picaresca, per l'appunto, in questo Maxi, aggettivo azzeccato. Magari ritoccata ancor un po' di più, sforbiciata qui e là, ma se Mauro ci dice che il massimo è già stato fatto, ne prendiamo atto. Più sobria e meno rocambolesca l'ultima di Manfredi apparsa sulla regolare, e quindi più texiana.

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Il 25/10/2021 at 21:13, valerio dice:

Si, ma deve essere una eccezione, non è che puoi scrivere SEMPRE storie eccentriche e dialoghi strambi. Le storie che citi sono delle gloriose eccezioni. Berardi non ha scritto altro, Nizzi ha fatto un fuori programma e Nolitta scriveva invece sempre così, ma infatti può essere considerato un autore storico di Tex solo parzialmente. Molto parzialmente.

Non è che sono scettico, anzi sono certo che sarà una serie bellissima, sono proprio io che non sono in alcun modo interessato al Tex giovane. Il Tex giovane l'ho letto 50 anni fa e sto a posto.

:D Ok ok...C'è sempre tempo. Io sto leggendo ora Ken Parker pensa...

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Il 25/10/2021 at 21:13, valerio dice:

Si, ma deve essere una eccezione, non è che puoi scrivere SEMPRE storie eccentriche e dialoghi strambi. Le storie che citi sono delle gloriose eccezioni. Berardi non ha scritto altro, Nizzi ha fatto un fuori programma e Nolitta scriveva invece sempre così, ma infatti può essere considerato un autore storico di Tex solo parzialmente. Molto parzialmente.

Non è che sono scettico, anzi sono certo che sarà una serie bellissima, sono proprio io che non sono in alcun modo interessato al Tex giovane. Il Tex giovane l'ho letto 50 anni fa e sto a posto.

 

Pensa che persino alla TV su RAI 2, cosa mai successa, hanno fatto una recensione entusiastica del volume Nella terra dei Seminoles.

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24 minuti fa, borden dice:

 

Pensa che persino alla TV su RAI 2, cosa mai successa, hanno fatto una recensione entusiastica del volume Nella terra dei Seminoles.

Stupefacente! Ma allora in RAI c'è ancora qualcuno che ha del mestiere! Per curiosità, in quale programma?

Modificato da PapeSatan
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Io questa storia l'ho apprezzata parecchio.
Indubbiamente risente di una certa "manfredianità", specialmente nella costruzione dei due protagonisti che poco si allineano col dettame glbonelliano che dovrebbe esser sempre il riferimento, e da cui ormai si diverge vistosamente.
Per quanto gli sguardi siano sempre tra l'austero e il truce, ci scappano anche un paio di battute divertenti e riuscite.
Amo Manfredi e ne ho seguito con ammirazione sia la serie a più ampio respiro (MV) sia le ottime mini succedutesi (Volto Nascosto resta l'apice, ma ho apprezzato anche Shanghai Devil e Coney Island). Non mi convinse molto Adam Wild, mentre il suo Cani Sciolti devo dire che meritasse più di quanto avessi pensato di primo acchito. 

Ciò detto, la storia, pur non perfetta, possiede a mio avviso un ottimo bilanciamento fra azione e parti parlate: le scene movimentate sono moltissime, avvengono a cadenza regolare e mantengono viva l'attenzione e saldo il coinvolgimento del lettore. 
Kit Carson ha qualche sequenza tutta sua, svincolata da Tex, a cui non si limita quindi a far da controcanto, e la caratterizzazione dei personaggi secondari è riuscita e non ruba la scena all'immenso duo. 
Quanto agli antagonisti, anche io avrei voluto un maggior spazio dedicato al killer con l'armonica, ma tant'è... le sue pagine le ha avute e la cesellatura della sua psicologia anche. 
I disegni di Rotundo non sono riusciti ad appassionarmi, invece, ma solo perché li vedo poco affini al personaggio: sono dettagliati, dinamici e anche abbastanza espressivi, ma eccessivamente "carichi" e sporchi. Va detto, tuttavia, che la storia stessa lo richiedeva e questo è un aspetto che vorrei sottolineare perché trovo che nei mesi scorsi si siano sprecate un paio di buone possibilità mancando di abbinare il giusto disegnatore ad alcune sceneggiature. È ovvio che io stia esprimendo giusto miei gusti personali, ma il Maestro Casertano, ad esempio, che su Dylan Dog credo abbia dato vita da solo ad almeno un terzo degli albi realmente imprescindibili della serie, avrebbe senza dubbio dato il meglio su una storia del filone orrorifico.

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Maxi ben riuscito, ho letto nei commenti precedenti degli interventi redazionali, ma quelli fanno parte del lavoro complessivo che alla fine porta il prodotto in edicola e se è interessante leggere quel che è successo a livello di aneddoto, per me l'importante e quel che mi ritrovo fra le mani. Il giudizio complessivo è positivo, autore, curatore e disegnatore hanno fatto un buon lavoro. Quel che ho apprezzato di più sono i disegni di Massimo Rotundo, dopo l'ottimo Texone ho dovuto aspettare un bel pò prima di rivederlo in edicola, considerato la lunghezza della storia che gli è stata affidata e lo speciale di Brendon fatto ancor prima, ma ne è valsa la pena. Mi piacerebbe vedere un suo cartonato a colori, magari in una storia in cui c'è qualche coprotagonista femminile che lui riesce a caratterizzare molto bene come d'altronde fa con i pard. Inutile aggiungere commenti sui disegni eseguiti per i luoghi, in questo Rotundo è un maestro indiscusso, non per niente ha lavorato spesso per il cinema in film di grande successo.

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Il pensiero di Carson, a proposito di interventi redazionali, dopo aver sentito salutare la prostituta da parte dell'ex militare, dicendo che non ha tempo, per fare un esempio, mi è parso forzato. Mi sarei aspettato un Carson pensante sul fatto che, pur uscendo di rado, qualche occasione di piacere se la sia comunque concessa, o una cosa del genere.

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Lettura del Maxi terminata ieri sera.

Un albo con luci e ombre a parer mio.

Però dico subito chiaramente che mi ha divertito e intrattenuto: da questo punto di vista, obbiettivo raggiunto.

La storia scorre senza pause forzate o eccessive lungaggini, ci presenta sempre "qualcosa di nuovo" che ci spinge a girare pagina e non annoia.

Tutto questo Manfredi e Rotundo riescono a farlo nonostante sia una storia decisamente poco texiana, come è già stato detto.

Che non sia una sceneggiatura di Boselli si sente (legge) lontano chilometri. I personaggi si esprimono più con battute fulminanti, brevi botta e risposta piuttosto che con reali discussioni.

I personaggi sono tagliati con l'accetta e ben calati in un ruolo preciso. Chi è borioso lo è dalla prima all'ultima vignetta in cui appare :)

Poco texiana sì. I nostri due pards sono cupi che più cupi non si può per 340 pagine. Mai un sorriso, una vera battuta... Sono incarogniti e duri non stop.

Detestano palesemente in due testimoni e si preoccupano solo di trasportarli fino alla metà.

Non mi hanno troppo disturbato gli accenni più "sociali": Tex non è la sede più adatta ma essendo il nostro un raddrizzatore di ingiustizie, potremmo anche concedere queste divagazioni.

L'unica scena che proprio mi è parsa stonata è quando Tex,guidando il carro fiammeggiante di whisky, apre per primo il fuoco sui nemici... Così, "debbotto".

Quelli sono i cattivi quindi io arrivo e massacro.

Ho trovato molto più in linea coi personaggi che conosciamo Carson, che perlomeno si premura di intimato loro di gettare le armi prima di fare una carneficina.

Ultima nota negativa: sarò forse io che devo smettere di leggere a tarda sera, ma alcuni passaggi di sceneggiatura non li ho capiti.

Perché padre e figlio "perdono" la Duchess? Tex è su un suo battello noleggiato di fresco quando li raggiunge, poi nell'ultima parte ne hanno di nuovo due. Da dove esce il secondo?

 

I miei 2 cents su questa storia :)

 

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  • 1 mese dopo...

Per me, il miglior Manfredi Texiano di sempre-e chi se lo aspettava più, a questi livelli !-...avventura a rotta di collo, ritmo assatanato, coralità con personaggioni allo stesso tempo insopportabili e simpatici (il colonnello e la vedova), cinismo & disillusione, azione esaltante ed eslposiva...Tex & Carson monumentali, durissimi, incazzati e sarcastici !!

Splendidi i disegni di Rotundo...qui a tratti ricorda un Ortiz appena un po' meno "sporco" e spigoloso...e possiede una dote che oggidì manca a moltissimi, anche dei più bravi : il dinanismo.

Voto : 9

 

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Che gran mal di testa!

E soprattutto, quanti personaggi barocchi e situazioni al limite...e altre cose che non credo di aver capito appieno...

 

Un killer uccide un testimone e si mette in bella evidenza con la sua armonica: vabbè, è uno spostato, ci può stare... più tardi si scopre che è un ex soldato della guerra civile e che quel conflitto gli deve aver provocato qualche trauma mal riassorbito. 

 

Ma come poteva avere la lista dei testimoni del processo contro il Mississippi Ring? Beh, arguiscono i nostri, sarà stato dei servizi segreti: deduzione del tutto fuori contesto, e quel che è peggio è che è azzeccata: questo ex soldato era stato infatti in passato utilizzato dai servizi segreti, anche se ora le informazioni le ha ottenute semplicemente ingrassando gli impiegati dell'ufficio del telegrafo! Forse all'origine di questa incredibile ed errata ma alla fine corretta veggenza dei pards deve esserci qualche scelta di sceneggiatura corretta in corso d'opera, altrimenti non si spiega la bizzarria di parlare sin da subito di servizi segreti totalmente a sproposito, salvo poi capire che i servizi comunque c'entrano qualcosa...

 

Il secondo testimone è un Colonnello a riposo, vestito sempre in divisa, anche nel suo magnifico castello. È lui, dice lo stesso Colonnello, ad aver denunciato il Ring, e non con accuse ma con prove! Più tardi, però, mentre sta spalando carbone nella Duchesse, pensa al capitano Dunley, il cui nome gli è evocato dalla rivelazione di Tex circa l'ex soldato con l'armonica: "che ci sia lui, dietro a questa faccenda?". Quindi Dickynson non sapeva nemmeno che dietro ci fosse Dunley, non conosceva nemmeno Talbot, il primo testimone ucciso; come dice Carson a un certo punto, questo ufficiale non sa niente di niente, cosa può avere denunciato e perché è considerato una minaccia così potente? Tutto quello che sa, la stessa lettera che scrive, riguardano elementi appresi DURANTE la storia, non prima. Che minaccia può mai rappresentare sto fanfarone, per volerlo mettere a tacere a tutti i costi? Mistero...

 

Poi entra in scena la vedova Evans, matta col botto, per non farci mancare un altro personaggio pazzoide. Nemmeno lei sa niente, di fatto viene messa in pericolo solo dall'intervento di Tex! Il quale peraltro va a dire a destra e a manca che è un ranger del Texas, provocando reazioni clamorose in tutta la città, quando avrebbe potuto fare tutto con maggiore discrezione. Una di queste reazioni clamorose è quella di Boswell: viene a conoscenza che la vedova deve testimoniare? Bene! Radiamo al suolo l'Eldorado Hotel, ragazzi, la polizia non interverrà! Bisogna mettere a tacere quella megera che non sa nulla una volta per sempre. Evviva la congrega dei mattoidi!

 

O sono esagitati e iper reattivi o sono voltabandiera per vocazione: il sedicente ispettore del porto, più tardi il socio di Capitan Destiny, salgono tutti sul carro del vincitore con una facilità disarmante. Per non parlare del mercante d'armi che traffica con i delinquenti della città, salvo mettersi contro di loro per la bella faccia di un ranger che non ha mai visto prima.

 

Tra gli esaltati non sfigura Carson, che sbrindella la collezione di bottiglie della taverna del pesce marcio senza alcuna motivazione: era andato a capire se Boswell commerciasse con quelli? Ma perché, di grazia? Che senso aveva a quel punto della storia? Cosa aggiunge alla trama una scena così carica e gratuita? 

 

La cosa più assurda di tutte, è che mi sia pure divertito a leggere questa storia, che non abbia trovato inaccettabili le macchiette (perché personaggi non sono) del Colonnello e della Vedova, entrambi motori di una vicenda di cui in soldoni non sanno nulla di nulla! La verità è che sono gli avversari ad andare incontro ai ranger, quasi per istinto suicida. Ma che storia è? E io che mi ci diverto pure???

Modificato da Leo
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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Leo dice:

Che gran mal di testa!

E soprattutto, quanti personaggi barocchi e situazioni al limite...e altre cose che non credo di aver capito appieno...

 

Tipico di Manfredi imbastire trame incredibilmente complesse o addirittura contorte, oltretutto non disdegnando di accentuare non poco le bizzarrie dei personaggi che vi introduce.

 

Un autore che può piacere o non piacere, senza via di mezzo. E tutto sommato, a mio parere, questo Maxi è uno dei suoi lavori texiani meglio riusciti.

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6 minuti fa, juanraza85 dice:

 

Tipico di Manfredi imbastire trame incredibilmente complesse o addirittura contorte, oltretutto non disdegnando di accentuare non poco le bizzarrie dei personaggi che vi introduce.

 

Un autore che può piacere o non piacere, senza via di mezzo. E tutto sommato, a mio parere, questo Maxi è uno dei suoi lavori texiani meglio riusciti.

 

Concordo, Juan. Solo che i personaggi bizzarri, troppo carichi o caricaturali, finiscono per essere macchiette. Ce ne fosse uno andrebbe pure bene, ma qui è una congrega di pazzi e la bontà della trama va un po' a farsi benedire...

Modificato da Leo
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Io non ho trovato ne troppo intricata la storia (cosa di cui alcuni accusano mediamente Boselli, e anche li non sono d'accordo), ne macchiettistici i personaggi...che sono, si, sul limite del grottesco, ma corrispondono-esasperati- a tipi umani e sociali, che vedo del tutto coerenti con l'ambientazione della storia. Storia che è mantenuta sul registro di un'avventura cinica ai confini della black comedy...registro che apprezzo moltissimo. Altra cosa : i dialoghi sono pazzeschi...un fuoco di fila di sarcasmo e battute memorabili...per me, i migliori dialoghi da molto tempo a questa parte.

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<span style="color:red">51 minuti fa</span>, Testa di Vitello dice:

Io non ho trovato ne troppo intricata la storia (cosa di cui alcuni accusano mediamente Boselli, e anche li non sono d'accordo), ne macchiettistici i personaggi...che sono, si, sul limite del grottesco, ma corrispondono-esasperati- a tipi umani e sociali, che vedo del tutto coerenti con l'ambientazione della storia. Storia che è mantenuta sul registro di un'avventura cinica ai confini della black comedy...registro che apprezzo moltissimo. Altra cosa : i dialoghi sono pazzeschi...un fuoco di fila di sarcasmo e battute memorabili...per me, i migliori dialoghi da molto tempo a questa parte.

 

Sono grotteschi ed esasperati, entrambi i testimoni. Sembravano i tanti fratelli interpretati da Toto' in Toto' Diabolicus, commedia nera anch'essa. 

Ma non è solo questo: è che con i loro comportamenti da mattoidi, sono loro a fare andare avanti la storia, in maniera alquanto improbabile. Sono due testimoni che non sanno nulla, eppure è per fermare loro che i nemici vengono allo scoperto, quasi porgendo il proprio collo a Tex e Carson. In questo senso la storia è contorta: se tutti si comportassero normalmente, accadrebbe poco, e invece qua son tutti mezzi matti: la vedova che spacca le bettole che smerciano whisky (e poi ci si mette anche Carson), il Colonnello vanaglorioso che denuncia tutto non sapendo niente, il boss della città che decide di fare una strage per il sospetto che la vedova possa nuocergli, ecc. 

 

Poi sono il primo a dire che la storia è non solo divertente, ma è anche originale, come ambientazione e svolgimento: se i comportamenti dei personaggi fossero stati un po' più razionali, avrei però apprezzato di più ;)

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Testa di Vitello dice:

Io non ho trovato ne troppo intricata la storia (cosa di cui alcuni accusano mediamente Boselli, e anche li non sono d'accordo), ne macchiettistici i personaggi...che sono, si, sul limite del grottesco, ma corrispondono-esasperati- a tipi umani e sociali, che vedo del tutto coerenti con l'ambientazione della storia.

Sono d'accordo. La storia non è per niente intricata, anzi più lineare di così! Ci sono dei testimoni chiave in un importante processo che devono essere fermati a tutti i costi dai delinquenti. Tex e Carson devono proteggerli. Cosa c'è di complicato?

 

<span style="color:red">22 minuti fa</span>, Leo dice:

i loro comportamenti da mattoidi, sono loro a fare andare avanti la storia,

Veramente la trama è basata su un viaggio lungo il Mississippi per giungere al luogo dove dovranno testimoniare davanti a un giudice. Che poi questi testimoni non sappiano assolutamente nulla a me non risulta, anzi... Non credo che Manfredi scriverebbe mai (e Boselli suo curatore accetterebbe) una storia con dei delinquenti che vogliono uccidere a tutti i costi testimoni che non sanno nulla. Forse bisognerebbe rileggere la storia con più attenzione... 

 

<span style="color:red">24 minuti fa</span>, Leo dice:

se tutti si comportassero normalmente, accadrebbe poco, e invece qua son tutti mezzi matti:

 

Mah!... Forse abbiamo letto due storie diverse: i personaggi sono dei tipi umani (l'ufficiale borioso, la vedova acida, il venditore di armi spavaldo...) un po' più caricati del solito, volutamente non troppo approfonditi psicologicamente. Sono appunto dei tipi, che servono alla trama e che sono rappresentanti di una categoria sociale che Manfredi vuole criticare, satireggiare. Sinceramente di solito su Tex si vedono personaggi ben più stereotipati di questi (e senza neanche l'alibi della satira) che invece riscuotono grande successo.

E comunque la storia non va avanti grazie a loro, di fatto la trama è basata su un inseguimento, mi sembra evidente...

 

<span style="color:red">7 ore fa</span>, Leo dice:

La verità è che sono gli avversari ad andare incontro ai ranger, quasi per istinto suicida. Ma che storia è?

Gli avversari non mi sembrano degli aspiranti suicidi (?) solo perché cercano di fermare i rangers. La trama è quella: devono fermare i rangers e i testimoni! E' così insolito? :dubbioso:

<span style="color:red">6 ore fa</span>, Leo dice:

Tra gli esaltati non sfigura Carson, che sbrindella la collezione di bottiglie della taverna del pesce marcio senza alcuna motivazione: era andato a capire se Boswell commerciasse con quelli? Ma perché, di grazia? Che senso aveva a quel punto della storia? Cosa aggiunge alla trama una scena così carica e gratuita? 

Anche qui non capisco... Quante decine, centinaia di volte abbiamo visto Tex e Carson dare fuoco a magazzini di whisky, trading post di commercianti di alcol per gli indiani, o di armi di contrabbando. Quante volte abbiamo visto spaccare un locale o sparare alle bottiglie per dare una lezione al proprietario corrotto del saloon o semplicemente per eliminare (come in questo caso) delle merci avariate (stiamo parlando di whisky che praticamente è veleno)?

Mi viene in mente tra le tante una scena di "Sulle tracce di Tom Foster" in cui i Nostri in un saloon sparano a tutte le bottiglie dietro il bancone, mentre un altro personaggio dice (vado a memoria): "E pensare che questi sono dei rappresentanti della legge!". 

<span style="color:red">6 ore fa</span>, Leo dice:

Boswell: viene a conoscenza che la vedova deve testimoniare? Bene! Radiamo al suolo l'Eldorado Hotel, ragazzi, la polizia non interverrà! Bisogna mettere a tacere quella megera che non sa nulla una volta per sempre. Evviva la congrega dei mattoidi!

Anche qui... sembra che sia la prima volta in Tex che vediamo delinquenti (qui un ring ben organizzato e spavaldo) fare il bello e il cattivo tempo, fregarsene della legge, distruggere saloon, ammazzare giornalisti o qualunque altro intralcio in pieno giorno, sparare per le strade, ecc. Direi anzi che è la scena più tipicamente texiana fin dai tempi di "Uno contro venti" (n. 2 della serie).

 

<span style="color:red">6 ore fa</span>, Leo dice:

il sedicente ispettore del porto, più tardi il socio di Capitan Destiny, salgono tutti sul carro del vincitore con una facilità disarmante.

Il bello è che Manfredi di solito viene accusato di essere troppo poco texiano, poi in questa storia inserisce i classici topoi di GL Bonelli e lo si critica proprio per quelli! In questo caso: quante milioni di volte abbiamo visto personaggi che (per calcolo, per paura, perché sbatacchiati da Tex, perché vedono che la partita è persa, ecc. ) tradiscono i propri complici e cambiano subito casacca pur di salvare la pelle o non finire in galera!

Tutte cose normalissime in Tex, ma che in questa storia improvvisamente sembrano incredibili!

Usando lo stesso metro con altre storie, sai quanti mattoidi si troverebbero.

 

Poi, per carità, una storia può non piacere, ci mancherebbe, si può non gradire il tono, Carson e Tex che sono troppo cupi e seriosi, il killer con l'armonica poco sviluppato come personaggio, ecc. ecc., ma trovare difetti e buchi di sceneggiatura dove non ci sono...

Il 10/12/2021 at 14:10, Testa di Vitello dice:

avventura a rotta di collo, ritmo assatanato, coralità con personaggioni allo stesso tempo insopportabili e simpatici (il colonnello e la vedova), cinismo & disillusione, azione esaltante ed eslposiva...Tex & Carson monumentali, durissimi, incazzati e sarcastici !!

Sono d'accordo.

Può non piacere, ripeto, ma non è un pastrocchio con tanti mattoidi, è una storia che ha un senso e, volendo, anche una morale.

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1 ora fa, Poe dice:

Non credo che Manfredi scriverebbe mai (e Boselli suo curatore accetterebbe) una storia con dei delinquenti che vogliono uccidere a tutti i costi testimoni che non sanno nulla. Forse bisognerebbe rileggere la storia con più attenzione...

 

Di fatto il colonnello comincia a sospettare di Dunlay solo dopo aver saputo da Tex che il suo sicario era l'ex soldato con l'armonica; prima non sapeva granché (ed era un testimone chiave tanto da dover essere ucciso!), mentre la vedova sa forse anche meno. E tra l'altro l'ufficiale sospetta di Dunlay non perché sappia davvero qualcosa su di lui, ma solo perché molti anni prima aveva addestrato quel soldato: è solo a quel punto che si domanda se abbiano approfittato di quella squadra, creata tanti anni prima nel contesto della guerra civile, per darsi al traffico di cattivo whisky. Anche qui, c'è quasi una sorta di veggenza nel trarre le conclusioni. Concedo però che il colonnello possa avere sospetti su basi ben più fondate che Manfredi non ha ritenuto di esplicitare: pur non essendo io un fan dello spiegazionismo, non mi sarebbe dispiaciuto qualche elemento in più. 

 

1 ora fa, Poe dice:

Mah!... Forse abbiamo letto due storie diverse: i personaggi sono dei tipi umani (l'ufficiale borioso, la vedova acida, il venditore di armi spavaldo...) un po' più caricati del solito, volutamente non troppo approfonditi psicologicamente. Sono appunto dei tipi, che servono alla trama e che sono rappresentanti di una categoria sociale che Manfredi vuole criticare, satireggiare. Sinceramente di solito su Tex si vedono personaggi ben più stereotipati di questi (e senza neanche l'alibi della satira) che invece riscuotono grande successo.

E comunque la storia non va avanti grazie a loro, di fatto la trama è basata su un inseguimento, mi sembra evidente...

 

 I personaggi troppo carichi non sempre riesco ad apprezzarli. Se ce ne fosse stato uno solo, per me sarebbe stato più tollerabile, ma qui entrambi i testimoni sono grotteschi. Se poi ci fosse intento di satira, questo non saprei dirlo, né l'ho colto francamente durante la lettura. Il colonnello, peraltro, ha qualche momento in cui cerca di riscattarsi, come quando vuole partecipare all'azione per non essere accusato di restare sempre nelle retrovie o come quando, sul finire, mette a repentaglio la sua vita dimostrando di non essere un vigliacco. Comunque, li avrei preferiti entrambi più equilibrati: io questi non li vedo stereotipati, li vedo un po' troppo border line...

 

1 ora fa, Poe dice:

Anche qui non capisco... Quante decine, centinaia di volte abbiamo visto Tex e Carson dare fuoco a magazzini di whisky, trading post di commercianti di alcol per gli indiani, o di armi di contrabbando. Quante volte abbiamo visto spaccare un locale o sparare alle bottiglie per dare una lezione al proprietario corrotto del saloon o semplicemente per eliminare (come in questo caso) delle merci avariate (stiamo parlando di whisky che praticamente è veleno)?

Mi viene in mente tra le tante una scena di "Sulle tracce di Tom Foster" in cui i Nostri in un saloon sparano a tutte le bottiglie dietro il bancone, mentre un altro personaggio dice (vado a memoria): "E pensare che questi sono dei rappresentanti della legge!".

 

Probabilmente non sono stato chiaro: la scena è molto texiana e ho anche gustato il fatto che sia stato Carson l'autore della "goliardata": tuttavia, da come è costruita la scena, pare che Carson sia andato alla taverna solo per appurare che Boswell fosse il fornitore di quella topaia. Nulla di male in quello che fa Carson, ma la sequenza è slegata dalla storia, non c'è alcuna finalità reale nel distruggere quel veleno, a meno che non si pensi che i lunghi tentacoli della mala del Mississippi smercino i loro intrugli solo in quella topaia e quindi, distrutta quella, gli stomaci della brava gente sono salvi. Questo intendevo: ma la scena è piaciuta anche a me.

 

1 ora fa, Poe dice:

Il bello è che Manfredi di solito viene accusato di essere troppo poco texiano, poi in questa storia inserisce i classici topoi di GL Bonelli e lo si critica proprio per quelli! In questo caso: quante milioni di volte abbiamo visto personaggi che (per calcolo, per paura, perché sbatacchiati da Tex, perché vedono che la partita è persa, ecc. ) tradiscono i propri complici e cambiano subito casacca pur di salvare la pelle o non finire in galera!

Tutte cose normalissime in Tex, ma che in questa storia improvvisamente sembrano incredibili!

Usando lo stesso metro con altre storie, sai quanti mattoidi si troverebbero.

 

Certo, ma infatti tra i mattoidi non inserisco questi ultimi.

 

1 ora fa, Poe dice:

Può non piacere, ripeto, ma non è un pastrocchio con tanti mattoidi, è una storia che ha un senso e, volendo, anche una morale.

 

Io ho detto pure che mi ci sono divertito, e che la storia è originale. Tuttavia, non ho ancora capito di quali prove disponesse il colonnello, che invece pare sapere poco o nulla durante tutta la storia, tanto che anche di Dunley comincia a sospettare a storia abbondantemente avviata. E' solo in quel frangente che scrive una lettera, in cui arguisce, a mio parere molto forzatamente, che, per il semplice fatto che il sicario era uno dei soldati di Capitan Destiny, i suoi ex commilitoni hanno messo su una gang che spaccia whisky venefico: la cosa mi pare troppo tirata, poco verosimile.

Da qui, da questa lettera forzata e tardiva (se aveva già fatto denunce con prove, a che pro una ulteriore lettera?) un fuoco di sbarramento spaventoso da parte degli avversari per difendersi da una minaccia che continuo a trovare labilissima. In questo senso ho detto che i nemici si son "buttati" loro nelle braccia dei ranger.

 

Quanto ai mattoidi, quei due lo sono per davvero, la vecchia che va a scassare le bettole che smerciano whisky e il colonnello che vive nel passato vestendo sempre la sua divisa immacolata. Poi a me è piaciuta pure Poe, che ti devo dire, sarò mattoide anch'io a parlarne male e a ricordarla come una bella lettura? :D

Modificato da Leo
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