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TWF - Tex Willer Forum

[Maxi Tex N. 29] Mississippi Ring


MacParland
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Messaggi consigliati/raccomandati

Grazie, Borden, per le esaurienti chiavi di lettura comparate, che venendo direttamente dal creatore rappresentano non una interpretazione bensí una caratterizzazione.

Per gioco, volendo esemplificare i rispettivi stili in ambito cinematografico, possiamo dire che Boselli e le sue trame sono John Ford e "Sentieri selvaggi", mentre gli equivalenti manfrediani sono Sergio Corbucci e "Vamos a matar, compañeros"?

<span style="color:red">1 minuto fa</span>, PapeSatan dice:

Grazie, Borden, per le esaurienti chiavi di lettura comparate, che venendo direttamente dal creatore rappresentano non una interpretazione bensí una caratterizzazione.

Per gioco, volendo esemplificare i rispettivi stili in ambito cinematografico, possiamo dire che Boselli e le sue trame sono John Ford e "Sentieri selvaggi", mentre gli equivalenti manfrediani sono Sergio Corbucci e "Vamos a matar, compañeros"?

P.S. Entrambi mi hanno divertito.

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Beh, gli esempi potrebbero essere adeguati, ma non so se Manfredi approverebbe, non conosco i suoi gusti in fatto di cinema western.Io mi limito a osservare come dipana le sue storie. Compresi Magico Vento e Volto Nascosto etc...

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4 ore fa, borden dice:

L'approfondimento nei FBack (vedi quelli sulla Guerra di Secessione) è fine a se stesso e non ha particolare influenza sulla vicenda. Il comportamento dei personaggi è manfredianamente e postmodernamente imprevedibile e bizzarro (mentre nei miei è psicologicamente determinato)

 

A me è piaciuto molto: un ottimo Maxi e una storia tipicamente manfrediana. Di boselliano c’è forse solo la tendenza - nella seconda parte della storia - a raddoppiare, triplicare gli avversari e gli ostacoli prima del gran finale, un po’ come nel Texone di Villa o in altre avventure, mi pare.

 

E’ tipicamente manfrediano invece l’utilizzo della Storia del West ai fini di critica sociale, in questo caso lo spaccio di whisky scadente, la corruzione dilagante seguita alla fine della Guerra civile, l’insistenza sui massacri del conflitto (ma a me il flash-back non sembra fine a se stesso, anzi serve a dare un passato e un carattere al sicario Drunky e al colonnello Dickinson, oltre che spiegare come capitan Destiny , ufficiale nordista, è diventato un delinquente utilizzando la “rete” creata durante la guerra).

In Boselli l’utilizzo della Storia è più sfumato, meno critico, più inserito nell’intreccio in modo naturale, vedi per es. Lincoln e i suoi discorsi in "Pinkerton Lady". Manfredi vuole alla fine dare sempre un messaggio socio-politico, valido ancora oggi, vedi il bisogno di giustizia contro il malaffare dilagante, vedi l’importanza che dedica alla figura del Giudice nelle ultime pagine e dei collaboratori di giustizia (così come in storie precedenti l’acqua per tutti, il petrolio, i candidati a governatore, ecc).

 

Ma la differenza più grande è nell’utilizzo dei personaggi. Manfredi li caratterizza soprattutto socialmente (il militare, il lavoratore del porto, lo speculatore, l’ispettore del cotone, la vedova proibizionista, ecc.), in questo è un po’ "verista" (visto che qualche giorno fa si parlava di Verga), i suoi personaggi sono condizionati dalla società e dal ruolo che hanno in essa, sono meno complessi di quelli di Boselli, più monodimensionali (in Tex almeno, in altri suoi fumetti secondo me è diverso). Io però non li definirei post-moderni e imprevedibili, in questa storia tutti agiscono con motivazioni ben chiare, psicologicamente motivate (la vendetta del killer, la fame di gloria del militare, il bisogno di avventura dell’armaiolo, la giustizia, i soldi, la vedova che vuole onorare la memoria del marito morto alcolizzato, ecc.).

 

Boselli è più “romantico” (nel senso più ampio della parola), i suoi personaggi sono mossi soprattutto dalle loro passioni (positive o negative), sono più complessi e padroni di sé, tendono al dramma o alla tragedia, possono cambiare nel corso della vicenda o del tempo. Manfredi in Tex, pur creando storie a volte cupe, tende alla satira, qualche volta alla commedia, o addirittura alla farsa (vedi la storia “Oro nero”), più che alla tragedia, e i personaggi sembrano immobili nei loro difetti, ormai sclerotizzati nel loro ruolo, più cinici e disillusi.

L’esempio perfetto è il personaggio del killer Drunky. All’inizio sembra boselliano, un killer con l’anima, ci appare quasi simpatico nella sua malinconia (nel flash back in lacrime), poi Manfredi se lo perde per strada e alla fine ce lo mostra un semplice killer vendicativo, incapace di cambiare o solo di mostrarsi più umano (Boselli ne avrebbe fatto forse un personaggio alla Mondego, dei “Sabotatori”).

I personaggi di Boselli sono più classici, tendono a umanizzarsi o ad apparire tali, anche quelli malvagi (Ray Clemmons, Bethany, Kid Rodelo, il cacciatore di taglie in “Morte nella nebbia”, ecc.), visti anche nelle loro fragilità e complessità. I personaggi di Manfredi tendono invece a disumanizzarsi, a diventare nel corso della storia antipatici (in questa storia la vedova, il militare non evolvono caratterialmente, anzi), un po’ come il mondo che li circonda, un west crepuscolare, marcio, che corrompe un po’ tutti.

 

Tex e Carson sono visti da Manfredi soprattutto come rangers, uomini di legge, che magari usano a volte metodi poco ortodossi (vedi il finale de “La grande sete” con la diga che salta), ma sempre col distintivo pronto, per far trionfare la legge (addirittura in “Oro nero” Tex diventa pubblico ministero). C’è da dire che per loro la legge - e in questa storia è chiarissimo - non è certo quella al servizio dei potenti, ma al contrario è una salvaguardia per i più deboli (vedi l’ultima pagina: gli eroi veri sono i proletari), anche se la giustizia vera, per Manfredi, è difficile da ottenere.

 

Concludendo, a me questo Maxi è piaciuto, anche i disegni e le atmosfere di Rotundo. La scena più bella è quella della copertina, lo scontro di Tex e del killer Drunky al castello e sulla scogliera. Peccato - come detto - che il personaggio di Drunky con l’armonica a bocca non sia stato poi sviluppato. Notevoli anche le scene sul fiume, tra le nebbie o negli scali portuali, tra la varia umanità che li popola.

In sintesi una delle migliori prove di Manfredi su Tex, secondo me. E la migliore storia di Tex del 2021 (aspettiamo però di leggere “Alla ricerca delle navi perdute”).

Modificato da Poe
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<span style="color:red">22 ore fa</span>, Poe dice:

E la migliore storia di Tex del 2021

Concordo pienamente. L'ho letta ieri sera tutta di fila dalle 11.30 alle 2.30 perchè mi fermavo spesso a riguardare i disegni di Rotundo.

Per me anche la migliore in assoluto di Manfredi, probabilmente influenzato dai disegni di Rotundo.

 

Con questo Maxi e le strisce si è riaccesa in me la fiamma di Tex, che negli ultimi anni si andava sopendo.

 

  • +1 1
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<span style="color:red">3 ore fa</span>, MarrFarr dice:

Bos, puoi dirci se Manfredi sta già lavorando ad altre storie di Tex?

 

 

Ne ha scritte altre, ma ora non ne sta scrivendo.

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Storia che inizialmente ricorda molto il Killer Fantasma, poi l'avventura prende un altra lunga strada e rimane per tutte le 340 pagine godibilissima!

Tanti i personaggi sono interessanti, ma rimangono  insopportabili ( come nel color) i due testimoni che Tex e Carson proteggono dall'inizio alla fine.. ho come la sensazione che Manfredi goda nel mettere i nostri eroi dalla parte di gente odiosa come gli antagonisti, se non di più..

Il 18/10/2021 at 16:27, Poe dice:

 

E la migliore storia di Tex del 2021

Non sono assolutamente daccordo, secondo me Agente Indiano e Snakeman gli sono nettamente superiori

Modificato da laredo
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Devo ancora leggerlo però... il 2021 è pieno di storie buone.  Al tirare delle somme non  ho apprezzato per nulla il Killer fantasma e poco (colpa dei disegni) Manuela Montoja.

 

Ps... Pare che l'oste (c'è un oste?) sia disegnato ispirandosi a un noto collezionista di fumetti romano, amico del disegnatore che lo ha leggermente invecchiato. 

Che ha già ispirato un "cattivone" nella trasferta sudamericana di Zagor! :smile:

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Ripropongo qui il mio commento "normale" ;) (come definito da virgin, che ringrazio sinceramente per la segnalazione della mia gaffe), postata in una nuova discussione sul maxi Tex in questione da me sciaguratamente aperta senza aver fatto una ricerca accurata per vedere se ne esisteva già una. Farò meglio la prossima volta, scusatemi tutti.

 

Non sono neanche a metà, ma condivido qualche impressione: l'inizio mi è parso poco originale e foriero di una storia non eccelsa. Strada facendo, però, mi sta catturando sempre di più, e quelli che all'inizio sembravano luoghi comuni si stanno rivelando come piccoli drammi interni a una storia avvincente, anche se non perfetta.

I disegni di Rotundo fanno il miracolo di trasportare nei posti in cui è ambientata l'azione: i suoi paesaggi, soprattutto quelli cittadini, sono spettacolari. Perdete tutto il tempo che serve a rimirare gli sfondi: non ve ne pentirete.

 

Unica pecca sinora è il comportamento di Tex in uno snodo della vicenda:

 

?: Tex spara al killer con l'armonica, che cade nel fiume. Tex si sporge dal dirupo e vede una barca. Pronuncia una frase a effetto, si gira e se ne va. Il cattivo riaffiora vivissimo, ma Tex non lo sa perché se n'è andato. Pessimo ranger, pessimo!

 

 

Ho cercato di utilizzare il codice per gli spoiler ma pare che non funzioni...

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Nel complesso, ritengo si sia trattato di un Maxi di buon livello, non ai livelli di un capolavoro come Nei territori del Nordovest ma comunque migliore di tante altre storie pubblicate su questa collana. Ho molto apprezzato i disegni di Rotundo, ed anche la trama imbastita da Manfredi mi ha lasciato abbastanza soddisfatto.

 

Assai coinvolgente la corsa di Tex e Carson lungo il Mississippi per mettere in salvo i due testimoni, l'azione non viene praticamente mai a mancare e la storia si fa leggere con attenzione, tuttavia il lavoro di Manfredi a mio avviso non può considerarsi esente da errori o imprecisioni: passi che non sia stato chiarito come mai Tex e Carson si trovino a Houston, dove l'avventura ha inizio, ma ritengo sia stata una mancanza non da poco che, a differenza dei testimoni e dei personaggi di contorno, le personalità meno valorizzate ed approfondire siano state - almeno a mio modo di vedere - quelle del killer (uomo tormentato, reduce della Guerra di Secessione, uscito di scena prima di quanto avrei creduto) e del suo capo (nonché suo ex capitano in guerra).

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Condivido solo in parte l'entusiasmo.

E' una buona trama e una discreta sceneggiatura. Ma il modo di scrivere di Manfredi continua a non sembrarmi del tutto texiano. Ci sono tutte le caratteristiche dei personaggi, il frasario eccetera, ma paiono sempre poco spontanei. In pratica i pard dicono quello che devono dire e fanno quello che devono fare, ma in modo automatico, cosa che non accade con i migliori autori di Tex.

In alcuni punti, poi, si rischia di perdersi un pò. I cambi di scena sono forse troppo repentini e reiterati, rischiando di confondere il lettore.

Comunque apprezzabile lo sforzo di Manfredi di mettere su una storia avvincente e non di routine.

Rotundo io direi molto bene. Più ancora nei paesaggi o negli oggetti di quanto non sia sui volti.

Manfredi 6.50

Rotundo 7.50

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Lette le prime 130 pagine, per ora, e la storia mi sembra sulla piena sufficienza, niente di più. Il modo di sceneggiare di Manfredi mi ricorda molto quello di Segura, sia nella costruzione della trama che nei dialoghi, e non è un complimento. È quanto di più lontano ci sia dal metodo di Boselli, e finanche da quelli di Ruju e Rauch, senza voler scomodare il grande vecchio. 
Vedremo!
Rotundo è bravo, ma un sorriso ogni tanto….

P.S. La battuta “conosco solo la borsa o la vita, preferisco la vita “ credo sia una delle peggiori mai apparse su un albo Bonelli.

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Il 20/10/2021 at 09:34, Angelo1961 dice:

Ps... Pare che l'oste (c'è un oste?) sia disegnato ispirandosi a un noto collezionista di fumetti romano, amico del disegnatore che lo ha leggermente invecchiato. 

Che ha già ispirato un "cattivone" nella trasferta sudamericana di Zagor! :smile:

 Sicuro di non confonderti con la storia tripla di Tex Willer dove l'oste di cui parli appare invecchiato ma simile alla persona di cui parli?

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Tutto sommato, storia che non dispiace e che, al netto delle scelte di sceneggiatura, si guadagna una più che piena sufficienza. Qui, Manfredi assomiglia molto a Segura, sia nella costruzione della storia che nei dialoghi, lontano quindi anni luce dallo stile di Boselli oltre che da quello degli altri autori che si mantengono all’interno dei canoni texiani. Non mi piace, infatti, la caratterizzazione dei due pards ne’ la motivazione che li spinge ad entrare in scena, per non parlare della facilità con cui si sbarazzano delle decine di nemici che gli si parano davanti. Detto questo, avvincenti le scene d’azione e coinvolgente il viaggio sul fiume, sempre ad effetto. 
Molto bravo Rotundo nel ricostruire i particolari delle città visitate e le scene d’azione, molto ben movimentate. Un po’ meno con i due pards,  mai così  musoni.
Voto alla storia: 6,7
Voto ai disegni: 8

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E' una storia che si lascia leggere, ma al netto delle assurdità che vengono raccontate e che in alcune situazioni rasentano (e anche la raggiungono) la comicità (per esempio l'irruzione della signora nel bar armata di bastone o il fatto che Carson con 2 pistole, 12 colpi in totale, riesca a rompere tutte le bottiglie esposte. Avversari impalpabili, usa e getta. Mi è dispiaciuto il fatto che SPOILER su Goldwater Tex non spenda neanche una parola.

I disegni non mi sono piaciuti,m ma piuttosto che Diso..

 

 

<span style="color:red">21 ore fa</span>, Doudou dice:

 Sicuro di non confonderti con la storia tripla di Tex Willer dove l'oste di cui parli appare invecchiato ma simile alla persona di cui parli?

No, è lui. E l'ho anche riconosciuto. Sto parlando dell'oste dell'attracco, dove di fermano con la barca il capitano e il figlio. Se guardi l'inquadratura che dice "E questo chi è?" riferendosi a Tex, capirai...

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Il 23/10/2021 at 15:52, valerio dice:

Condivido solo in parte l'entusiasmo.

E' una buona trama e una discreta sceneggiatura. Ma il modo di scrivere di Manfredi continua a non sembrarmi del tutto texiano. Ci sono tutte le caratteristiche dei personaggi, il frasario eccetera, ma paiono sempre poco spontanei. In pratica i pard dicono quello che devono dire e fanno quello che devono fare, ma in modo automatico, cosa che non accade con i migliori autori di Tex.

In alcuni punti, poi, si rischia di perdersi un pò. I cambi di scena sono forse troppo repentini e reiterati, rischiando di confondere il lettore.

Comunque apprezzabile lo sforzo di Manfredi di mettere su una storia avvincente e non di routine.

Rotundo io direi molto bene. Più ancora nei paesaggi o negli oggetti di quanto non sia sui volti.

Manfredi 6.50

Rotundo 7.50

Allora....Concordo con te Valerio. Manfredi mi ha spesso fatto divertire su Magico Vento (e con storie di un albo) ma con Tex c'è sempre qualcosa che stona. La base di eventi storici (abbiamo un po' di Guerra Civile ma soprattutto whiskey, commercio fluviale, speculazioni) è interessante, i personaggi sono vari e variegati. Però tutta questa roba non sembra fluida ma sembrano ottime scene prese singolarmente. Inoltre i pards non sono naturali come capita spesso con Boselli o con Nizzi. E' difficile da spiegare ma è la sensazione che ho avuto. I disegni di Rotundo non sono malvagi e sono perfetti per l'atmosfera fluviale. E' un MAXI da 6+ per me ma mi aspetto di meglio da Manfredi, però sicuramente è una storia molto più calibrata del Color estivo.

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Un buon maxi che riesce anche a divertire, certo Manfredi non è Boselli e anche i disegni di Rotundo sono forse un po' troppo personali, però resta una bella lettura, tutto sommato una bella lettura anche inaspettata, se vogliamo, anche considerando che Manfredi non è per me un autore da Tex, troppo diverso stilisticamente da G. L. Bonelli, c'è poco da fare. Da Manfredi non avremo mai la storia "classica" di Tex, come sarebbe stato vano aspettarsela da Segura. Quando gli autori hanno una "storia" lunga e prestigiosa alle loro spalle è folle aspettarsi la loro metamorfosi sulle pagine di un personaggio di un altro autore con cui poco hanno da spartire. 

 

Questa storia che si svolge "Sulle rive del Mississipi" per citare il titolo di lavorazione, l'avrei vista bene sulla serie regolare magari al posto di quella di Ruju incentrata sul killer vudu dai fantomatici poteri, anche se capisco che serviva una tripla per colmare questo maxi autunnale. Certo sarebbe servito soprattutto un lavoro di editing, anche pesante, da parte della redazione almeno su certe parti, così sarebbe stata però davvero una bella storia da serie regolare. Ma Boselli non è Canzio e non è nemmeno SB, questi sono i limiti del suo ruolo di curatore e li ammette anche candidamente, se c'è da sforbiciare e riscrivere lo fai, pazienza per l'ego di certi autori. E' il prodotto finale che conta alla fine, quello che mandi in edicola, dovrebbero rendersene conto tutti.

 

Sorvolando su quelle sequenze un po' così, quella con il killer che vola dall'alto e che riesce lo stesso a correre, atenere a bada i cani (poi nel seguito della vicenda non è che serva a poi molto, l'avrei lasciato in pasto alle due belve) e poi a sfidare in un duello singolare persino Tex che lo becca solo di striscio, oppure quella dello speronamento del barcone della polizia fluviale che tira anch'esso un po' la manica al lettore e mi sa tanto di armata brancaleone, non mancano le note positive a cominciare dai personaggi pittoreschi come il generale e la vedova, personaggi che in generale appaiono "freschi" anche nelle figure dei due adolescenti che non sfigurano affatto, per finire con il narrare liscio e continuo dell'autore infarcito di battute dei personaggi a volte pienamente riuscite e a volte che stridono, poi comunque quello che per me è il merito principale: una trama che non è il solito brodino, dietro cui c'è un'idea e si vede, una storia che non arranca mai e ti porta dritto all'ultima pagina senza che ci sia bisogno di aggiunte. Il finale che è proprio la conclusione della storia, non hai questa volta la sensazione che sia tirato via come spesso accade e che abbia bisogno di un altro mezzo albo (come la "Guatemala" di Ruju dove l'autore finisce letteralmente per sgonfiarsi privando di un finale scoppiettante la storia).

 

Non so, un 2021 che si trascina un po' così. Vediamo a dicembre cosa ne viene fuori dall'incontro tra Zagor e Tex. Certo vedere Tex e Cico uno di fronte all'altro per me è proprio fantascienza, e un autore che si sorprende quando propongo team up tra personaggi di pin up dei primi numeri (come Tesah e Lilyth) e poi non esita a far incontrare Tex e Zagor e a dichiarare di voler ripetere quest'esperienza anche in altri numeri, bah, aspettiamo e vediamo, però un po' preoccupato lo sono, lo ammetto. Anche perché sulla serie Tex Willer non stanno sbagliando un colpo!

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9 minuti fa, ymalpas dice:

Un buon maxi che riesce anche a divertire, certo Manfredi non è Boselli e anche i disegni di Rotundo sono forse un po' troppo personali, però resta una bella lettura, tutto sommato una bella lettura anche inaspettata, se vogliamo, anche considerando che Manfredi non è per me un autore da Tex, troppo diverso stilisticamente da G. L. Bonelli, c'è poco da fare. Da Manfredi non avremo mai la storia "classica" di Tex, come sarebbe stato vano aspettarsela da Segura. Quando gli autori hanno una "storia" lunga e prestigiosa alle loro spalle è folle aspettarsi la loro metamorfosi sulle pagine di un personaggio di un altro autore con cui poco hanno da spartire. 

 

Questa storia che si svolge "Sulle rive del Mississipi" per citare il titolo di lavorazione, l'avrei vista bene sulla serie regolare magari al posto di quella di Ruju incentrata sul killer vudu dai fantomatici poteri, anche se capisco che serviva una tripla per colmare questo maxi autunnale. Certo sarebbe servito soprattutto un lavoro di editing, anche pesante, da parte della redazione almeno su certe parti, così sarebbe stata però davvero una bella storia da serie regolare. Ma Boselli non è Canzio e non è nemmeno SB, questi sono i limiti del suo ruolo di curatore e li ammette anche candidamente, se c'è da sforbiciare e riscrivere lo fai, pazienza per l'ego di certi autori. E' il prodotto finale che conta alla fine, quello che mandi in edicola, dovrebbero rendersene conto tutti.

 

Sorvolando su quelle sequenze un po' così, quella con il killer che vola dall'alto e che riesce lo stesso a correre, atenere a bada i cani (poi nel seguito della vicenda non è che serva a poi molto, l'avrei lasciato in pasto alle due belve) e poi a sfidare in un duello singolare persino Tex che lo becca solo di striscio, oppure quella dello speronamento del barcone della polizia fluviale che tira anch'esso un po' la manica al lettore e mi sa tanto di armata brancaleone, non mancano le note positive a cominciare dai personaggi pittoreschi come il generale e la vedova, personaggi che in generale appaiono "freschi" anche nelle figure dei due adolescenti che non sfigurano affatto, per finire con il narrare liscio e continuo dell'autore infarcito di battute dei personaggi a volte pienamente riuscite e a volte che stridono, poi comunque quello che per me è il merito principale: una trama che non è il solito brodino, dietro cui c'è un'idea e si vede, una storia che non arranca mai e ti porta dritto all'ultima pagina senza che ci sia bisogno di aggiunte. Il finale che è proprio la conclusione della storia, non hai questa volta la sensazione che sia tirato via come spesso accade e che abbia bisogno di un altro mezzo albo (come la "Guatemala" di Ruju dove l'autore finisce letteralmente per sgonfiarsi privando di un finale scoppiettante la storia).

 

Non so, un 2021 che si trascina un po' così. Vediamo a dicembre cosa ne viene fuori dall'incontro tra Zagor e Tex. Certo vedere Tex e Cico uno di fronte all'altro per me è proprio fantascienza, e un autore che si sorprende quando propongo team up tra personaggi di pin up dei primi numeri (come Tesah e Lilyth) e poi non esita a far incontrare Tex e Zagor e a dichiarare di voler ripetere quest'esperienza anche in altri numeri, bah, aspettiamo e vediamo, però un po' preoccupato lo sono, lo ammetto. Anche perché sulla serie Tex Willer non stanno sbagliando un colpo!

Io, che non compro e non leggo la Tex Willer (di cui si dicono belle cose), comincio ad essere sconfortato dall'andazzo generale.

Non vorrei deporre ancora le armi.

Modificato da valerio
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, valerio dice:

Io, che non compro e non leggo la Tex Willer (di cui si dicono belle cose),  

 

Chi è causa del suo mal...

 

 

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<span style="color:red">2 minuti fa</span>, borden dice:

 

Chi è causa del suo mal...

 

 

Bos, quella è una cosa mia, a me nel 2021 non interessa leggere le storie del Tex giovane, mi interessa il Tex maturo.

Comunque non è che la Tex Willer possa prendere il posto della regolare (magari di altre serie si), le storie belle devono andare nella regolare e nei Texoni, poi eventualmente sulle altre serie.

Sui Texoni sono sempre molto soddisfatto, ma, a parer mio, negli ultimi due anni abbiamo avuto storie "che fanno testo" solo sui Texoni e solo tue (ripeto, non posso parlare della Tex Willer).

Sul Maxi, a dire il vero, raramente abbiamo avuto storie eccelse, e questa se vogliamo è anche un pò meglio di tante altre della stessa collana, ma insomma...Manfredi su Tex c'entra come i cavoli a merenda.

Che poi il Maxi è una uscita che aspetto con ansia, sempre, perchè mi piace tantissimo il malloppone. Quindi spero sempre di trovarvi storie che fanno testo.

 

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1 ora fa, ymalpas dice:

Un buon maxi che riesce anche a divertire, certo Manfredi non è Boselli e anche i disegni di Rotundo sono forse un po' troppo personali, però resta una bella lettura, tutto sommato una bella lettura anche inaspettata, se vogliamo, anche considerando che Manfredi non è per me un autore da Tex, troppo diverso stilisticamente da G. L. Bonelli, c'è poco da fare. Da Manfredi non avremo mai la storia "classica" di Tex, come sarebbe stato vano aspettarsela da Segura. Quando gli autori hanno una "storia" lunga e prestigiosa alle loro spalle è folle aspettarsi la loro metamorfosi sulle pagine di un personaggio di un altro autore con cui poco hanno da spartire. 

 

Questa storia che si svolge "Sulle rive del Mississipi" per citare il titolo di lavorazione, l'avrei vista bene sulla serie regolare magari al posto di quella di Ruju incentrata sul killer vudu dai fantomatici poteri, anche se capisco che serviva una tripla per colmare questo maxi autunnale. Certo sarebbe servito soprattutto un lavoro di editing, anche pesante, da parte della redazione almeno su certe parti, così sarebbe stata però davvero una bella storia da serie regolare. Ma Boselli non è Canzio e non è nemmeno SB, questi sono i limiti del suo ruolo di curatore e li ammette anche candidamente, se c'è da sforbiciare e riscrivere lo fai, pazienza per l'ego di certi autori. E' il prodotto finale che conta alla fine, quello che mandi in edicola, dovrebbero rendersene conto tutti.

 

Sorvolando su quelle sequenze un po' così, quella con il killer che vola dall'alto e che riesce lo stesso a correre, atenere a bada i cani (poi nel seguito della vicenda non è che serva a poi molto, l'avrei lasciato in pasto alle due belve) e poi a sfidare in un duello singolare persino Tex che lo becca solo di striscio, oppure quella dello speronamento del barcone della polizia fluviale che tira anch'esso un po' la manica al lettore e mi sa tanto di armata brancaleone, non mancano le note positive a cominciare dai personaggi pittoreschi come il generale e la vedova, personaggi che in generale appaiono "freschi" anche nelle figure dei due adolescenti che non sfigurano affatto, per finire con il narrare liscio e continuo dell'autore infarcito di battute dei personaggi a volte pienamente riuscite e a volte che stridono, poi comunque quello che per me è il merito principale: una trama che non è il solito brodino, dietro cui c'è un'idea e si vede, una storia che non arranca mai e ti porta dritto all'ultima pagina senza che ci sia bisogno di aggiunte. Il finale che è proprio la conclusione della storia, non hai questa volta la sensazione che sia tirato via come spesso accade e che abbia bisogno di un altro mezzo albo (come la "Guatemala" di Ruju dove l'autore finisce letteralmente per sgonfiarsi privando di un finale scoppiettante la storia).

 

Non so, un 2021 che si trascina un po' così. Vediamo a dicembre cosa ne viene fuori dall'incontro tra Zagor e Tex. Certo vedere Tex e Cico uno di fronte all'altro per me è proprio fantascienza, e un autore che si sorprende quando propongo team up tra personaggi di pin up dei primi numeri (come Tesah e Lilyth) e poi non esita a far incontrare Tex e Zagor e a dichiarare di voler ripetere quest'esperienza anche in altri numeri, bah, aspettiamo e vediamo, però un po' preoccupato lo sono, lo ammetto. Anche perché sulla serie Tex Willer non stanno sbagliando un colpo!

 

 

Ymalpas, per   favore... Ma che ne sai di che cosa c'è a monte?

 

La storia E' STATA in effetti pesantemente riscritta NEI DIALOGHI però senza intervenire quasi mai sui disegni e sulle sequenze.  

 

Una storia in lavorazione dello stesso autore sta subendo tagli pesanti di dialoghi e pagine. Succede!

 

Quello che leggete è comunque sempre effetto di un lavoro di redazione. Se fosse stata pubblicata così com'era, le stranezze sarebbero state maggiori. Con buona pace di chi crede che l'autorialità sia sacra. In Tex è sacro il Personaggio.

 

Secondo me, con questo andamento bizzarro e picaresco andava letta tutta assieme e non era adatta alla regolare. Punto. Ma le sequenze dinamiche sono  tutte salve, mentre i  dialoghi totalmente anacronistici, filosofici, politici o semplicemente "strani" e fuori centro sono stati eliminati o ridotti all'osso. Cambiare altro non si poteva. Nè si doveva.

 

E come ho GIA' detto altrove (non sei stato attento) io riscrivo e correggo dieci volte più di Bonelli e Canzio. Loro non ne avevano bisogno, perché i loro autori erano Bonelli, Nizzi,   Sergio stesso e io. Diamine, sei l'unico a non sapere che vengo  considerato "superinterventista".

Modificato da borden
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<span style="color:red">5 minuti fa</span>, borden dice:

 

 

Ymalpas, per   favore... Ma che ne sai di che cosa c'è a monte?

 

La storia E' STATA in effetti pesantemente riscritta NEI DIALOGHI però senza intervenire quasi mai sui disegni e sulle sequenze.  

 

Una storia in lavorazione dello stesso autore sta subendo tagli pesanti di dialoghi e pagine. Succede!

 

Quello che leggete è comunque sempre effetto di un lavoro di redazione. Se fosse stata pubblicata così com'era, le stranezze sarebbero state maggiori. Con buona pace di chi crede che l'autorialità sia sacra. In Tex è sacro il Personaggio.

 

Secondo me, con questo andamento bizzarro e picaresco andava letta tutta assieme e non era adatta alla regolare. Punto. Ma le sequenze dinamiche sono  tutte salve, mente i  dialoghi totalmente anacronistici, filosofici, politici o semplicemente "strani" e fuori centro sono stati eliminati o ridotti all'osso. Cambiare altro non si poteva. Nè si doveva.

 

E come ho GIA' detto altrove (non sei stato attento) io riscrivo e correggo dieci volte più di Bonelli e Canzio. Loro non ne avevano bisogno, perché i loro autori erano Bonelli, Nizzi,   Sergio stesso e io. Diamine, se l'unico a non sapere che vengo  considerato "superinterventista".

Ma magari prendere coscienza che Manfredi non è adatto a Tex?

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8 minuti fa, valerio dice:

Ma magari prendere coscienza che Manfredi non è adatto a Tex?

Sembra che oggi vogliate tutti insegnarmi il mestiere... :rolleyes: Potrei pensarla come te, poi ci  sono quelli a cui il Tex di Manfredi piace, però.

 

Il punto non è questo, ma anche che Manfredi ha preso recentemente e pubblicamente alcune posizioni ostili nei confronti della Casa editrice. Ogni tanto gli salta il ghiribizzo, proprio come capita ai suoi personaggi. Di solito torna a Canossa e gli viene aperto il portone., ma può darsi che alla fine il ponte levatoio non si alzi più e lo si lasci fuori nella neve... L'impegno gravoso che ultimamente le sue storie richiedono alla redazione potrebbe far decidere di non alzare più quel ponte.   A maggior ragione, visto che stavolta a Canossa non sta tornando...

Modificato da borden
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<span style="color:red">22 minuti fa</span>, borden dice:

 

Sembra che oggi vogliate tutti insegnarmi il mestiere... :rolleyes: Potrei pensarla come te, poi ci  sono quelli a cui il Tex di Manfredi piace, però.

 

Il punto non è questo, ma anche che Manfredi ha preso recentemente e pubblicamente alcune posizioni ostili nei confronti della Casa editrice. Ogni tanto gli salta il ghiribizzo, proprio come capita ai suoi personaggi. Di solito torna a Canossa e gli viene aperto il portone., ma può darsi che alla fine il ponte levatoio non si alzi più e lo si lasci fuori nella neve... L'impegno gravoso che ultimamente le sue storie richiedono alla redazione potrebbe far decidere di non alzare più quel ponte.   A maggior ragione, visto che stavolta a Canossa non sta tornando...

Lungi da me insegnarti il mestiere, lo fai egregiamente tra l'altro, sono solo riflessioni da lettore.

Riflessioni portate anche da quello che hai detto prima, riguardo al grande lavoro di pulitura delle sue storie, che, francamente, mi fanno sospettare ancor di più che sia poco adatto.

Che fatica scrivere Tex!

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