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TWF - Tex Willer Forum

[Tex Willer N. 41/46] I Guerriglieri di Juan Cortina


MacParland
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<span style="color:red">2 ore fa</span>, MacParland dice:

Ce l'ho io un caso eclatante e riguarda Arkansas Joe. L'ho riportato sopra, spero che nella nuova storia di Giusfredi/Valdambrini ci sia un Arkansas Joe simile agli altri. E' un errore incredibile perchè prima che la storia venga mandata in stampa viene rivista duecento volte. 

Non s8 tratta di un errore ma di una scelta. Il Joe di Galep era troppo simile a Pat. 

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Condor senza meta dice:

Anch'io digerisco poco queste imprecisioni in una saga, capitò pure in passato con personaggi anche più "seriali" di Arkansans Joe: in una storia illustrata da Ortiz, proprio Mac Parland fu rappresentato come un omone arcigno e con i baffi, per non parlare della improponibile versione di Gross Jean che offrì Nicolò nella bonelliana storia del Mondo Perduto.

 

 

 

 

Eppure ce lo rivedrei bene con i baffi anche nel sequel :lol: Comunque, il Joe di Galep era troppo simile a Pat Mac Ryan e ci può stare che possa venire modificato ma non stravolto. Valdambrini, purtroppo, ha preso una cantonata perché quello è il figlio od il nipote di Arkansas Joe, non lui. Quelli precedenti anche anche, ma l'ultimo (che poi ultimo non sarà) mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Peccato, perché la storia, pur non egregia, avrebbe meritato meno approssimazione.

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<span style="color:red">6 minuti fa</span>, Doudou dice:

Eppure ce lo rivedrei bene con i baffi anche nel sequel :lol: 

Passino pure i mustacchi, ma il fisico statuario e arcigno?

 

Il buon Ortiz allora rappresentò un personaggio alquanto anonimo, tanto valeva chiamarlo lo sceriffo Mac Allister e si risolveva qualsiasi incongruenza (d'altronde era presente solo nell'incipit per affibiare la missione ai pards) eppure la redazione se n'infischiò bellamente.

 

A dire il vero pure Mastantuono si è preso una bella "licenza poetica" con Tenera Betulla, ma essendo un personaggio minore non è stato un male vederla in un fisico con maggiore sex appeal  :lol:

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  • Sceriffi
<span style="color:red">17 minuti fa</span>, borden dice:

Non s8 tratta di un errore ma di una scelta. Il Joe di Galep era troppo simile a Pat. 

È sempre errore rimane.:D Se diventa giusto quello di Valdambrini (e non è giusto) il Joe di Brindisi è sbagliato e quindi è sempre un errore. La versione di Valdambrini non si avvicina nemmeno alle altre e la somiglianza con Pat non è importante perché non lo vedremo mai in questa serie, come non vedremo mai Arkansas Joe nella serie regolare. E poi non è uguale ma simile e la versione di Brindisi, secondo me è perfetta. Giusfredi sta alternando buoni lavori ad ottime prestazioni ma non fategli dare indicazioni sulle facce dei protagonisti: Arkansas Joe uguale a Barella, nel 700 di Zagor c’è Lautaro Martinez. 
 

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Condor senza meta dice:

Errore che andava evitato alla fonte, poichè temo diventi oneroso e difficile correggere un personaggio in decine e decine di vignette, una volta che la storia è disegnata.

 

Anch'io digerisco poco queste imprecisioni in una saga, capitò pure in passato con personaggi anche più "seriali" di Arkansans Joe: in una storia illustrata da Ortiz, proprio Mac Parland fu rappresentato come un omone arcigno e con i baffi, per non parlare della improponibile versione di Gross Jean che offrì Nicolò nella bonelliana storia del Mondo Perduto.

 

 

 

Non dico che li accetto ma a quei tempi Tex aveva zero curatori. Adesso ci sono Boselli e Giusfredi come curatori, ma aiutano anche Barbieri e Serra. 

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9 ore fa, MacParland dice:

 la somiglianza con Pat non è importante perché non lo vedremo mai in questa serie, come non vedremo mai Arkansas Joe nella serie regolare.
 

 

Non sono d'accordo con te in questo caso perchè allora, nel Texwiller avrebbero potuto disegnarci un Tex biondo o con la barbetta. Il personaggio (qualunque sia la sua importanza, principale, ricorrente, raro..), ribadisco un mio credo, deve essere lo stesso in tutte le serie. Se ci sono state interpretaziomni errate in Tex Willer, basta ripristinare da qui in avanti. Come è stato abbondantemente evidenziato, anche nella mensile ci sono interpretazioni "diverse". Ma devono restare eccezioni. L'imprtante è che poi si trovi una linea uniforme.

Ps. In Zagor, per esempio, Digging Bill è stato disegnato sia con, che senza capelli... Amen,,,

Errare è umano. E' il perseverare che.... :D

9 ore fa, MacParland dice:

 Arkansas Joe uguale a Barella, nel 700 di Zagor c’è Lautaro Martinez. 
 

 

Queste sono mancanze di rispetto gravissime. Purtroppo Arkansas Joe non è un personaggio negatvo, ma mi auguro che l'indianoLautaro del 700 di Zagor sia  il cattivo, perfido, crudele della storia.

Modificato da Angelo1961
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<span style="color:red">16 ore fa</span>, MacParland dice:

 

Non dico che li accetto ma a quei tempi Tex aveva zero curatori. Adesso ci sono Boselli e Giusfredi come curatori, ma aiutano anche Barbieri e Serra. 

 

 

No, no. Ci siamo solo io e Giusfredi.

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  • 2 mesi dopo...
Il 3/11/2022 at 21:38, Condor senza meta dice:

in una storia illustrata da Ortiz, proprio Mac Parland fu rappresentato come un omone arcigno e con i baffi

 

Mii sono accorto di non aver risposto a questa osservazione a suo tempo rimedio adesso.

Ortiz ha sostanzialmente ritratto il vero James McParland che fu realmente a capo della sede di Denver della Pinkerton tra il 1885 ed il 1919 circa. Con il Mac Parland di Tex ha in comune solo il nome anzi, tutto sommato, nemmeno quello, visto che i loro cognomi sono scritti in modo leggermente diverso.

Evidentemente nessuno aveva mandato a Ortiz informazioni e soprattutto immagini relative a Mac Parland e lui si è rifatto al McParland storico. La somiglianza è troppo forte perchè si sia trattato di una coincidenza.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Carlo Monni dice:

Evidentemente nessuno aveva mandato a Ortiz informazioni e soprattutto immagini relative a Mac Parland e lui si è rifatto al McParland storico. La somiglianza è troppo forte perchè si sia trattato di una coincidenza.

Suppongo tu abbia ragione Carlo, tuttavia l'incongruenza rimane ed è piuttosto fastidiosa trattandosi di un personaggio alquanto seriale per la saga. Comprendo che non avendo ricevuto documentazione relativa al personaggio, Ortiz abbia attinto a fonti storiche, ma una volta arrivate in redazione le tavole perchè non correggere l'errore? Non si voleva ridisegnare le poche vignette in cui appariva l'omone, e allora perchè non cambiare il nome e renderlo un agente "anonimo" dell'agenzia? Evidentemente non fu fatto alcun editing e ciò rende ancora più preziosa l'opera dei curatori attuali, che prestano molta più attenzione in questi aspetti.

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  • 5 mesi dopo...

Continuo l’affannato inseguimento nel tentativo di mettermi in pari con il giovane Tex, imbattendomi in questa ottima avventura, riuscita miscela di fantasia e realtà (più che “verità”) storica.

 

Nel turbinare di personaggi reali ed inventati*** Boselli è bravissimo a dipingere con ritratti in chiaroscuro anche i protagonisti positivi, ad esempio Cortina e Faver, mettendo in evidenza non solo gli aspetti eroici ed onorevoli, ma anche le contraddizioni, le debolezze ed i pregiudizi.

 

In compenso, mentre gli slanci di un adrenalinico Tex non sempre ottengono i risultati sperati, mettendolo anzi a volte in situazioni quasi disperate, per tutta lo storia il nostro giovane eroe non perde la bussola morale rimanendo sempre un faro di giustizia e tolleranza (probabilmente sono condizionato, ma nei dialoghi ho trovato alcuni “messaggi” particolarmente attuali).

 

Bello rivedere Pedro e Miguel, con il primo che funge da spalla principale al protagonista (quasi un po’ Carson ed un po’ Cico), mentre il secondo conferma la sua solidità ed il suo valore, dimostrato dal suo ruolo come uno dei principali collaboratori di Cortina.

Mi inquieta, riguardo al futuro dei nostri due amici, l’apparizione finale al momento dei saluti con Tex di una misteriosa e indefinita figura a cavallo, che ricorda fin troppo la Sinistra Mietitrice, temo che Boselli ci abbia voluto dare un antipasto di funeste vicende future.

 

Passando alla parte grafica, egregia performance di Brindisi, a mio parere riuscitissima sintesi tra essenzialità e dettaglio, con un tratto molto western che ben sostiene scene di massa, paesaggi magistrali e bellissime sequenza notturne, il tutto sposato ad una grande leggibilità e costruzione delle inquadrature.

 

E finalmente, con mia grande soddisfazione, le mani sanguinano quando le pallottole fanno saltare le pistole e il nostro buon Tex, suonato come un tamburo, porta i segni del “trattamento centrifuga”, senza mostrare i superpoteri wolveriniani delle ultime storie (unica parziale eccezione il volo dal lucernario, dove tra vetri acuminati e altezza della caduta se la cava decisamente a buon mercato ;) )

 

In conclusione, gran bella storia, ottimi disegni, aspetto con ansia il cartonato… :wub:

 

*** Pur sapendo di far arrabbiare @borden e @Diablero, io leggo le storie solo una volta che si sono concluse (e di solito in forte ritardo). In questo caso, se avessi adottato la lettura mese-per-mese mi sarei assolutamente perso nella marea di personaggi e non avrei ricordato nulla da un albo all’altro.

Sono filosoficamente a favore della modalità “tanti personaggi”, trovo che aggiunga spessore e sapore alle storie, ma ancor di più questo mi obbliga alla lettura “tutto insieme”, l’unica che mi permette di tenere i vari personaggi sotto controllo… la memoria non è più quella di una volta :old:

Modificato da Augustus McCrae
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<span style="color:red">14 ore fa</span>, Augustus McCrae dice:

l’apparizione finale al momento dei saluti con Tex di una misteriosa e indefinita figura a cavallo, che ricorda fin troppo la Sinistra Mietitrice, temo che Boselli ci abbia voluto dare un antipasto di funeste vicende future.

 

Non far galoppare troppo la fantasia e non seguire strane suggestioni: è semplicemente Gala che ha deciso di seguire Tex perché innamorata di Milton Faver. La sua figura è indistinta solo perché c'è la polvere ma chi sia lo si capisce poche pagine dopo. Rileggi bene la sequenza.

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  • 3 mesi dopo...

Storia molto bella, per l'azione continua che richiama - nello stile della collana - il Tex d'antan e per i tanti personaggi che animano questa avventura. Come spesso accade con Boselli, abbiamo a che fare non con personaggi tagliati con l'accetta, ma con esseri umani, con le loro contraddizioni. E così, di Cortina non vengono taciute le sanguinose rappresaglie dopo la morte dell'amico Cabrera, per quanto vengano solo narrate in via mediata e non fatte vivere in presa diretta (così che Cortina resta, agli occhi del lettore, quella figura cavalleresca che si vede per i primi due albi), mentre i ranger cospiratori, pur macchiatisi di colpe imperdonabili, sanno riscattarsi nel momento della loro morte. L'unico personaggio che non si riscatta, e che si copre di ridicolo, è il Capitano Mcculloch, troppo ingenuo e senza spina dorsale, chiede perdono ma non sembra voler pagare dazio. 

 

Nella fase finale, Cortina si vede molto poco, lasciando spazio alla vicenda degli indiani, e forse è questo l'unico aspetto che un po' mi è dispiaciuto, avendo trovato la parte di Fort Phantom sì bella ma troppo lontana dagli esordi della vicenda, incentrati su Cortina, Faver e sull'avvincente congiura contro Callahan.

 

I disegni di Brindisi sono eccellenti.   

Modificato da Leo
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