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TWF - Tex Willer Forum

[738/740] Il Manicomio del Dottor Weyland


ymalpas
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Di recente sul forum abbiamo abbondantemente discusso sul fatto che la qualità della regolare sia "pericolosamente" scesa; si è riempito un post fra commenti pessimistici, eventuali cause  e medie matematiche dei voti, ma di fatto, dopo la convincente prova dell'Agente Indiano, il gioiellino ambientato nell'Artico alla ricerca dell'Erebus e l'ottimo prologo, di questa lunga avventura, che si preannuncia un autentico Kolossal texiano, Mauro ci ha prontamente risposto sul campo. 

Trovo che l'autore sia in un'ottima fase d'ispirazione, peccato solo che Ruju non stia altrettanto tenendo il passo.

 

Un incipit di notevole spessore, ben scritto e coinvolgente. 

Mefisto tornato a essere il villain freddo e temibile (per ciò che se ne dica, la rappresentazione nizziana era alquanto improponibile a mio modo di vedere).

Ho letteralmente divorato l'albo e ni sono immerso completamente nell'atmosfera asfittica e cupa, perfettamente creata dall'autore.

 

Complimenti a Borden pure per la scelta azzeccatissima dei Cestaro Bros: il tratto nervoso e sporco dei due talentuosi gemelli campani è perfetto per creare quell'alone di mistero che si sposa perfettamente con la fervida fantasia dello sceneggiatore. Gli scorci di San Francisco emanano una indefinita sensazione di ansia, i cieli foschi fanno da sfondo alla tensione narrativa, ben rese le temibili espressioni di Mefisto, ed eccezionale l'esito della scena del ristorante, col povero banchiere "schiacciato" dal peso opprimente di decine di occhi malvagi e minacciosi.   

 

Sarà che il sottoscritto ha da sempre un debole per la narrativa gotica, ma ammetto di essere totalmente entusiasta di questo primo albo; un antipasto sfizioso che preannuncia un lauto pasto. D'altronde se Mauro è riuscito a mantenere questo livello altissimo nel proseguo, con ancora una folta schiera di personaggi e ritorni pronti a essere schierati sulla scacchiera, credo proprio che il divertimento è assicurato e questi sette mesi rischiano di marchiare a fuoco la storia della saga.

 

 

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Se devo giudicare dal primo albo, direi che avremo una storia epocale! L'idea di Boselli, quanto ad ambientazione, è veramente geniale. E Mefisto è come deve essere, non,certo il mascherone orripilante e isterico della sua ultima apparizione. Credo che questa due storie, in sette albi, lasceranno il segno. Enigmatico l'accenno di Boselli ad un possibile trionfo finale di Mefisto... Mah, non certo nel senso della sconfitta e morte di Tex & Co., però ... chissà .... forse qualche altro epilogo che possa rappresentare un "trionfo" di Mefisto, Boselli potrebbe averlo trovato davvero!

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Il Dottor Weyland non solo esiste davvero (pensate solo a che fatica avrebbe dovuto fare Mefisto per creare da zero una persona con titoli accademici tali da avere una simile nomina, e poi OTTENERE la nomina con generalità finte: perchè fare un simile assurdo lavoro quando puoi semplicemente prendere il posto del vero direttore?), ma penso che lo incontreremo nel corso della storia...

 

Riflettete un attimo: perchè tirare fuori tutta la sottotrama della fotografia, se non per far sì che i pards al momento opportuno possano riconoscerlo?

  • +1 1
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Anche io mi ero fatto un'idea simile, @Diablero ;). A parte le enormi complicazioni sul piano pratico che tu hai opportunamente osservato, Mefisto non avrebbe avuto alcun interesse ad eliminare definitivamente un medico che, a quanto sembra, nel suo campo di studi ha fama di essere un luminare; sarebbe stato anzi controproducente. Assai più probabile che si sia limitato a prenderne il posto ma tenendolo prigioniero in qualche ala del manicomio, da cui poterlo all'occorrenza rispolverare.

Modificato da juanraza85
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Non leggo MAI le storie a pezzi ma aspetto sempre di avere la storia completa.

Questa volta, in modo eccezionale ho violato la regola.

Un bell'inizio. Per precauzione voglio volare basso, in fondo anche il 501 era un albo di ottima qualità e poi la storia è andata abbastanza a finire maluccio (ma qui c'è Boselli che pare davvero in una forma stratosferica). 

Bei disegni, anche se non nelle mie corse, ma obiettivamente adatti alla storia; Mefisto è sicuramente caratterizzato meglio che nell'ultima apparizione in cui era protagonista. 

Non è folle, ma è lucido nelle parole e nell'aspetto e ciò lo rende più pericoloso a prescindere.

Quando viene a sapere dei pards ha certamente un moto di rabbia e decide per la vendetta, ma non perde la brocca, ricorda che i 4 pards sono i suoi più acerrimi nemici, ma sembra capace di tenere la testa anche su altre questioni senza andare in vacca col cervello. Direi che non c'è il rischio di ridurre Mefisto ad una macchietta. 

Chissà che Mefisto non finisca col precipitare negli stessi luoghi mentali in cui si trova Yama pensando, e credendo, come il figlio, di averla avuta vinta sui pards in una sorta di realtà distorta (sarebbe un trionfo) 

 

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Attendevo con molta curiosità e interesse questo “epocale” ritorno di Mefisto dopo il ventennale oblìo del personaggio dovuto, probabilmente, alle scorie lasciate dalla, come definita da molti, mefistolata di Nizzi e devo dire che il primo albo non mi ha assolutamente deluso, anzi, mi pare che ci siano tutte le premesse per per una storia di grande respiro, visti i sette albi che la comporranno, con tutte le carte in regola per rivelarsi avvincente. Giusto per fare qualche considerazione su questa storia, devo dire che come impostazione mi ha ricordato “Black Baron” e cioè: il Black Mountain Asylum è altrettanto grande e maestoso come il castello nelle paludi della Florida di quella mitica storia;  il Dott. Crane, nel ruolo di collaboratore/braccio destro di Mefisto mi ricorda, con le dovute differenze, la figura del Barone Lafayette; l’infermiera Ruth mi sembra una versione rivista e aggiornata di Loa la sacerdotessa del vodoo; il macellaio, probabilmente, avrà un ruolo alla Dambo come fedele esecutore e tramite del manipolo di maniaci e serial killer, alle dipendenze del Dott. Weyland/Mefisto, che sostituiscono i seguaci del vodoo. Naturalmente sono semplici considerazioni che non cambiano assolutamente il giudizio, più che positivo, che ho espresso anche perché, per quanto mi riguarda, sono un lettore, sostanzialmente, molto “credulone” e se in una storia soddisfacente trovo disegnati degli asini volanti non mi faccio tante domande sulla funzionalità della loro presenza, al contrario, se la storia si rivela una boiata pazzesca, come la corazzata Potëmkin di fantozziana memoria, allora qualche dubbio sull’utilità di quei ciuchi alati me lo faccio venire ma, se leggo storie Fantasy, con stregoni, dèmoni e curanderi, mi faccio dominare da una buona dose di sospensione d’incredulità e non mi faccio tante domande sulla plausibilità di certe situazioni come Mefisto che si ritrova, senza tante spiegazioni, (almeno per ora, probabilmente Boselli ci spiegherà anche questa) a capo di un manicomio criminale o sulle coincidenze che hanno portato Tex prima a Frisco e poi al Black Mountain Asylum  in bocca ad un inconsapevole Steve Dickart che a tutto stava pensando tranne che di dover incontrare per l’ennesima volta i quattro pards. A questo tipo di precisazioni, se non leggessi sul forum le recensioni di utenti più attenti e critici di me (ed infatti grazie a loro è cambiato, leggermente, anche il mio senso critico), ci farei a malapena caso, senza soffermarmici più di tanto, perché parto dal presupposto che, nei fumetti, la plausibilità ed un certo rigore storico possano essere benissimo bypassati se la storia risulta complessivamente ben scritta ed avvincente, e questo primo albo lo è e penso che anche i prossimi sei albi non mi deluderanno come, sono convinto, che Borden abbia pensato ad un finale in grande stile  per quello che potrebbe essere l'ultimo ritorno? (io spero di no) della nemesi per eccellenza di Tex.

p.s.: in merito all’identità di Ruth mi sono fatto un’idea bislacca…. ma niente, niente è la nipote di Mefisto, ossia la figlia di Lily? Chi leggerà vedrà :D

  • +1 1
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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Bob Rock dice:

Attendevo con molta curiosità e interesse questo “epocale” ritorno di Mefisto dopo il ventennale oblìo del personaggio dovuto, probabilmente, alle scorie lasciate dalla, come definita da molti, mefistolata di Nizzi e devo dire che il primo albo non mi ha assolutamente deluso, anzi, mi pare che ci siano tutte le premesse per per una storia di grande respiro, visti i sette albi che la comporranno, con tutte le carte in regola per rivelarsi avvincente. Giusto per fare qualche considerazione su questa storia, devo dire che come impostazione mi ha ricordato “Black Baron” e cioè: il Black Mountain Asylum è altrettanto grande e maestoso come il castello nelle paludi della Florida di quella mitica storia;  il Dott. Crane, nel ruolo di collaboratore/braccio destro di Mefisto mi ricorda, con le dovute differenze, la figura del Barone Lafayette; l’infermiera Ruth mi sembra una versione rivista e aggiornata di Loa la sacerdotessa del vodoo; il macellaio, probabilmente, avrà un ruolo alla Dambo come fedele esecutore e tramite del manipolo di maniaci e serial killer, alle dipendenze del Dott. Weyland/Mefisto, che sostituiscono i seguaci del vodoo.

Trovo interessanti queste similitudini! Ciò avvicina l'atmosfera di questa storia a "Black baron"... rimanendone al contempo parecchio distante; lì infatti Mefisto era mentalmente instabile con tutte le rotelle fuori posto e circondato da un clima di sconfitta.

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Rimasto entusiasta anch'io della premessa di questo ciclo. In genere sono un accanito fautore delle storie ambientate a Frisco ed ancor di più delle storie ad ampio respiro che, salvo rare eccezioni, sono una garanzia. Se poi a tutto ciò ci aggiungiamo Mefisto e Yama... 

Vero è che se a sviluppare questa trama fosse stato Sergio Bonelli, probabilmente il ciclo sarebbe durato 2 anni. 

I disegni, non mi entusiasmano, forse per i volti troppo emaciati. A mio parere solo la figura di Mefisto è rappresentata bene. 

Per quanto riguarda l'indizio della foto del dottor Weyland sono d'accordo solo in parte con Diablero. Per me sarà rivelatrice per scoprire quello che bolle in pentola perché consentirà un confronto fisiognomico con gli agenti che hanno scortato il "macellaio" e non per il confronto con il vero dottore, ammesso che esista realmente e che Mefisto vi si sia sostituito. 

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11 minutes ago, grandeincognito said:

I disegni, non mi entusiasmano, forse per i volti troppo emaciati. A mio parere solo la figura di Mefisto è rappresentata bene. 

io devo dire che ho trovato i disegni splenditi e perfettamente adatti alla storia, SEMPRE, non capisco le critiche alla rappresentazione dei pards per esempio, siamo ampiamente dentro la variabilità ormai accettata nella serie.

 

12 minutes ago, grandeincognito said:

Per quanto riguarda l'indizio della foto del dottor Weyland sono d'accordo solo in parte con Diablero. Per me sarà rivelatrice per scoprire quello che bolle in pentola perché consentirà un confronto fisiognomico con gli agenti che hanno scortato il "macellaio" e non per il confronto con il vero dottore, ammesso che esista realmente e che Mefisto vi si sia sostituito. 

E come lo fai "il confronto fisiognomico" se la foto ce l'ha ancora l'infermiera?

 

Oltretutto... per me Tex non ha bisogno della foto per riconoscere Mefisto dalla descrizione (eventuale) degli agenti! :lol:

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Il 9/4/2022 at 22:32, Garet dice:

 

In alcune vignette noto qualche incertezza sul volto di Tex, ma ci si passa tranquillamente sopra.

 

Per quanto riguarda la storia, per ora che abbiamo solo un primo albo mi limito a dire che è una storia che promette di essere epocale e che (come detto da altri) per lasciare il segno deve fare in modo che anche Mefisto ne esca a suo modo vittorioso. Vedremo.

Nulla da eccepire sulla storia e sui disegni in generale MA il volto di Tex è praticamente stravolto..!! Ogni disegnatore ha il suo stile, ma quì siamo quasi al paradosso, sembra quasi una rockstar con quei capelli al vento e gli occhi spiritati..

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<span style="color:red">4 minuti fa</span>, Diablero dice:

io devo dire che ho trovato i disegni splenditi e perfettamente adatti alla storia, SEMPRE, non capisco le critiche alla rappresentazione dei pards per esempio, siamo ampiamente dentro la variabilità ormai accettata nella serie.

 

E come lo fai "il confronto fisiognomico" se la foto ce l'ha ancora l'infermiera?

 

Oltretutto... per me Tex non ha bisogno della foto per riconoscere Mefisto dalla descrizione (eventuale) degli agenti! :lol:

Il confronto è proprio nella descrizione degli agenti, che non corrisponderà a quanto visto dai pards. Magari la scintilla scaturira' da un commento di un agente alla presenza di qualcuno dei nostri. D'accordo con te che da tale descrizione Tex ci metterà poco a risalire a Mefisto 

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Riletto: una atmosfera splendida, gotica, mi sembra che tutto sia al posto giusto. Poi l'ambiente di Frisco fa venire in mente molte situazioni: i cinesi, la malavita, le nebbie, gli amici della palestra, altri nemici storici come Ah-Toy, il Maestro, la Tigre Nera, Castle. Il manicomio costituisce una trovata veramente succulenta. 

Sì respira una certa inquietudine e mi fa piacere vedere Mefisto come personaggio alpha fra gli antagonisti. Mi pare proprio padrone di sé e della situazione non solo grazie ai suoi poteri ma anche alle sue conoscenze mediche, che Yama per esempio non dispone, ma questo lo sapevamo già quando si celava sotto l'identità del Dr. Fiesmot. Avete notato un piccolo particolare ossia che porta i guanti? Penso per celare le unghie lunghe, quando entra in contatto con persone diverse dai suoi "collaboratori" o meglio subordinati. Sicuramente un albo molto ben riuscito.

Un weekend che anche per altri motivi, penso che ricorderò a lungo, come quel sabato del 2002 dal mio ritorno dalla Spagna: non vedevo l'ora di calarmi nella lettura dell'albo 501, peccato però per gli albi successivi.

Penso proprio che Boselli ci abbia preparato una storia di cui si parlerà per tanto tempo e speriamo con pathos. 

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  • co fondatore

SECONDA PARTE

 

DISEGNI: 9.5

Il lavoro dei Cestaro si caratterizza per uno stile particolareggiato e ricco d'ombre, adatto per le atmosfere da gotoco ottocentesco della storia. Certo, in ambiente urbano ci avrei visto meglio Civitelli, ma anche i due fratelli se la cavano egregiamente.

Particolare cura è riservata agli ambienti, qui si vede il talento.

Le atmosfere mefistoane sono rispettate, se lo stregone è inquietante lo si deve molto a loro, in piena sintonia con lo sceneggiatore.

 

Lo sguardo di Mefisto

L'unica cosa non riuscita perfettamente, almeno secondo me, è lo sguardo dello stregone. Dovrebbe bucare la pagina ma non ci riesce del tutto. Per motivi personali non mostro l'esempio di "sguardo che ti trafigge" che ho in mente ma, comunque, rappresenta l'unica (mezza) pecca di un lavoro altrimenti eccellente.

Modificato da Mister P
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On 4/10/2022 at 9:31 PM, Condor senza meta said:

Di recente sul forum abbiamo abbondantemente discusso sul fatto che la qualità della regolare sia "pericolosamente" scesa; si è riempito un post fra commenti pessimistici, eventuali cause  e medie matematiche dei voti, ma di fatto, dopo la convincente prova dell'Agente Indiano, il gioiellino ambientato nell'Artico alla ricerca dell'Erebus e l'ottimo prologo, di questa lunga avventura, che si preannuncia un autentico Kolossal texiano, Mauro ci ha prontamente risposto sul campo. 

Trovo che l'autore sia in un'ottima fase d'ispirazione, peccato solo che Ruju non stia altrettanto tenendo il passo.

Davvero pensi che questa storia sia una confutazione al livello... delle altre storie?

 

Io la vedo diversamente. Questa storia (o almeno, questo albo, per adesso) è un esempio di COME POTREBBE ESSERE SEMPRE TEX.

 

Su Tex ci sono i migliori disegnatori della casa editrice... ma da soli non fanno oltre 3000 pagine all'anno, quindi lo disegnano anche altri. Molti altri. Ormai mi sa che basta saper disegnare i cavalli in maniera decente...

 

Su Tex c'è Boselli che garantisce una quantità di tavole mostruosa, ma che ormai non copre nemmeno il 25% della produzione texiana. Quindi servono anche Nizzi e molti altri.

 

Ma con una minore produzione (che alleggerirebbe anche il lavoro redazionale, magari dando il tempo a Boselli di sceneggiare di più), potremmo avere (immaginando 12 tex, 12 tex willer, 1 texone, totale circa 2300 pagine) il 60-70% delle storie scritte da Boselli, e disegnate dai Cestaro, da Civitelli, da Villa, etc. e non da Torti, Cossu, Danubio, etc.

 

Io mi sono "innamorato" della serie di Tex nel "periodo d'oro". Quando ogni anno uscivano 12 albi (e solo 12) di GLBonelli (tutti) e disegnati da Ticci, Letteri, Nicolò, Galep, etc...

 

Se all'epoca fossero usciti 40 Tex all'anno, scritti anche da Lavezzolo, da Nolitta e da Canzio, e disegnati anche da Gamba, dalla Buffolente, da Polese...  pensi che oggi lo chiameremmo ancora "periodo d'oro"?

 

Poi, lo so anch'io che oggi è improponibile calare davvero la produzione, è nell'ordine delle cose che la produzione aumenterà sempre. Così com'è nell'ordine delle cose che anch'io, come tanti altri, un giorno smetterò di prenderlo...  la vedo dura cercare di spremere come limoni degli ex-lettori, a quel punto...

  • +1 2
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Non so qual è la modalità per citare i messaggi, ma condivido pienamente questa frase di Diablero.

Io mi sono "innamorato" della serie di Tex nel "periodo d'oro". Quando ogni anno uscivano 12 albi (e solo 12) di GLBonelli (tutti) e disegnati da Ticci, Letteri, Nicolò, Galep, etc...

È quello che è successo anche a me e credo a molti altri. Pochi albi, stile riconoscibile dei disegnatori i cui nomi erano fra l'altro ignoti ai lettori e uno sceneggiatore al massimo delle sue possibilità.

 

In merito all'albo in questione è ancora troppo presto per esprimere un giudizio. Io mi limito a dire che ci sono aspetti interessanti che val la pena seguire. E di questi tempi è grasso che cola.

 

Mi metto invece tra coloro che non riescono ad apprezzare davvero i gemelli. Questione di gusti personali. Bravi sono bravi e nelle scene ambientate del manicomio non trovo nulla da ridire. Ma se sei, come me, un fan del Tex alla Nicolò (e alla Letteri), forse non riesci proprio a immaginarteli come quelli visti in questo albo. Il discorso di Diablero sulla ormai vastissima variabilità di versioni mostrate è innegabile, tuttavia io rimango legato a quelle dei cinque storici. O meglio quattro perché al povero Muzzi non è stato concesso se non in via eccezionale mostrarci il suo Tex. Trovo giusta la scelta di Boselli di sceglierli per una storia tenebrosa e mefistofelica.

Modificato da Exit
Corretto refuso
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<span style="color:red">11 ore fa</span>, Mister P dice:

SECONDA PARTE

 

DISEGNI: 9.5

Il lavoro dei Cestaro si caratterizza per uno stile particolareggiato e ricco d'ombre, adatto per le atmosfere da gotoco ottocentesco della storia. Certo, in ambiente urbano ci avrei visto meglio Civitelli, ma anche i due fratelli se la cavano egregiamente.

Particolare cura è riservata agli ambienti, qui si vede il talento.

Le atmosfere mefistoane sono rispettate, se lo stregone è inquietante lo si deve molto a loro, in piena sintonia con lo sceneggiatore.

 

Lo sguardo di Mefisto

L'unica cosa non riuscita perfettamente, almeno secondo me, è lo sguardo dello stregone. Dovrebbe bucare la pagina ma non ci riesce del tutto. Per motivi personali non mostro l'esempio di "sguardo che ti trafigge" che ho in mente ma, comunque, rappresenta l'unica (mezza) pecca di un lavoro altrimenti eccellente.

condivido.. MA se in una storia di rilevanza come questa, mi devo sorbire un Tex irriconoscibile..!!! i conti non tornano..

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2 ore fa, carletto dice:

condivido.. MA se in una storia di rilevanza come questa, mi devo sorbire un Tex irriconoscibile..!!! i conti non tornano..

Non c'é bisogno di guardarlo in faccia per capire se quello é Tex. E d'altronde ogni disegnatore ha sempre interpretato il volto di Tex a modo suo (e non parlo solo della serie regolare, ma anche dei Texoni, dei Maxi, ecc.).

Nel 2022 é anacronistico (e svilente per il disegnatore) chiedere che Tex venga disegnato da eccelsi artisti della matita come copia del Tex di GLB di oltre mezzo secolo fa. Qualcuno  :) si é pure lamentato che Tex ha i capelli troppo lunghi o arruffati: ma a voi, augurandovi di non essere già calvi, i capelli non crescono? E rimangono sempre incollati sulla testa con chili di gel o di lacca? 

Modificato da PapeSatan
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45 minutes ago, PapeSatan said:

Non c'é bisogno di guardarlo in faccia per capire se quello é Tex. E d'altronde ogni disegnatore ha sempre interpretato il volto di Tex a modo suo (e non parlo solo della serie regolare, ma anche dei Texoni, dei Maxi, ecc.).

Nel 2022 é anacronistico (e svilente per il disegnatore) chiedere che Tex venga disegnato da eccelsi artisti della matita come copia del Tex di GLB di oltre mezzo secolo fa. Qualcuno  :) si é pure lamentato che Tex ha i capelli troppo lunghi o arruffati: ma a voi, augurandovi di non essere già calvi, i capelli non crescono? E rimangono sempre incollati sulla testa con chili di gel o di lacca? 

Concordo.

 

Per me spesso si confondono 3 diversi concetti:

1) Aderenza alle caratteristiche del personaggio

2) stile del disegnatore

3) stile della serie

 

Sulla (1): Prima che smettessi di comprarlo, una cosa che mi irritava degli ultimi decenni di storie di Zagor è che diversi disegnatori sembravano infischiarsene del suo costume, alterandolo per semplificarsi il lavoro o forse magari per noncuranza.

Guardate le prime pagine di questo albo dove si vedono tutti e quattro i pards insieme: c'è un qualcosa di sbagliato in come sono vestiti? Nel pizzetto di Carson? Nella fascia di Tiger?

Direi che non solo sono perfettamente riconoscibili (non è che ti chiedi chi cavolo sono), ma sono anche rappresentati con cura e precisione.

L'accusa di "Tex irriconoscibile" per me qui è evidentemente, platealmente assurda.  Qualcuno può dirmi, onestamente, che in qualche vignetta ha fatto fatica a capire chi erano Tex o uno degli altri pards?

 

Anzi, qui i Cestaro sono stati molto, molto più curati e precisi di altri disegnatori che vedo molto lodati, ma che al posto del volto di Tex o dei pards mettono attori cinematografici...

 

Dov'è quindi il vero problema che fa storcere il naso di molti? Per me sulla 2 e la 3

 

Lo stile dei Cestaro non è "fotografaro", i loro volti non sono impassibili perchè copiati da fotografie, come avviene purtroppo sempre più spesso oggi, e sono anzi molto animati ed espressivi, ed ecco che questa espressività (che non dovrebbe stupire o lasciare perplesso qualcuno che ha apprezzato il primo Ticci per cui si poteva dire la stessa cosa, ma sono passati decenni da allora e magari si è persa l'abitudine...) lascia perplessi.

 

Ma è soprattutto il terzo il punto dolente: se guardiamo la prima tavola dell'albo, e ci dimentichiamo che quelli sono i quattro pard, e chiedessimo da che fumetto viene fra Tex e Ken Parker, credo che quasi tutti diremmo Ken Parker.  Un fumetto che aveva uno stile di disegno molto diverso da quello che c'era all'epoca su Tex, dove dominavano tre "raymondiani di ferro" come Galep, Letteri e Nicolò.

 

Ma se all'epoca un disegno simile sarebbe stato fuori luogo su Tex...  ma oggi? Oggi davvero si vede di tutto. Anche cose molto, molto più estranee ad ogni tradizione Texiana (tipo Cossu, tanto per non far nomi). Oggi un Milazzo (con più voglia di lavorare e impegnarsi e meno vezzi da primadonna, però) o un Frisenda su Tex lo vedrei benissimo. E quindi vedo benissimo anche i Cestaro. Ce ne fossero, di altri disegnatori simili su Tex...

 

  • +1 3
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Testa di Vitello dice:

Devo ancora leggerlo, ma che figata è la copertina del prossimo "I misteri di San Francisco" ? Villa in grazia totale, in sto periodo...

Concordo, una copertina che esprime potenza e dinamismo, espressiva ed originale, tra le top 5 di Villa.

Rimarrebbe forse da compiere un ultimo passo, che però per esigenze di marketing e riconoscibilità del personaggio (nonchè per tradizione) non credo che vedremo mai: le sfumature nel colore giallo-evidenziatore uniforme della camicia di Tex. Ne "I misteri di San Francisco" tutto è sfumato (la carrozza, il cavallo, il diavolo, lo sfondo) tranne che la solita camicia di Tex (e nell'occasione anche quella di Kit). La cosa appare ancor più un pugno nell'occhio nella copertina de "Il manicomio del dottor Weyland", dove la penombra dell'ambiente avvolge tutto tranne che la solita camicia pennellata di Tex. Colpa del colorista, si badi bene, non di Villa.

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<span style="color:red">10 ore fa</span>, Diablero dice:

Davvero pensi che questa storia sia una confutazione al livello... delle altre storie?I

Essendo sulla regolare e seguendo di fatto altre due ottime storie apparse sul mensile negli ultimissimi mesi, non vedo perchè non si debbano considerare in una eventuale valutazione della media.

 

Potresti obiettare, con ragione, che tutte le tre storie, da me prese in considerazione sono scritte da Mauro, difatti nel mio commento ho pure considerato questo punto (Ruju purtroppo sta faticando a tenere il passo), ma nelle valutazioni dei mesi scorsi anche alcune prove del curatore sono state aspramente criticate (su tutte il ritorno di Manuela Montoya e in parte anche quella dei Nethade, anche se nel secondo caso, a mio avviso, l'esito non era affatto malvagio) di contro, perchè non evidenziare questo netto cambio di passo? 

 

Sul sopraffollamento di uscite e pubblicazioni ne abbiamo parlato fino alla nausea e sai bene che sono perfettamente d'accordo con te, Diablero. E' ovvio che un ritmo lavorativo serrato e pieno di scadenze non aiuta minimamente un autore a mantenere un livello altissimo nel tempo; nessuno sostiene il contrario e d'altronde come darti torto. 

 

Tuttavia le scelte redazionali non dipendono dai consigli di pochi utenti, per quanto appassionati e preparati di un forum (che rappresentano comunque una percentuale risibile fra gli acquirenti della testata), ma dal mercato e se purtroppo la situazione di vendita costringe l'editore a incrementare le uscite per tenere botta, a chi la pensa come noi non resta che prenderne atto e fare le dovute scelte. 

 

Richiedere al giorno d'oggi una riduzione di uscite per preservare la qualità delle stesse, sebbene rappresenti una soluzione valida per la qualità del prodotto, sembra una crociata contro i mulini a vento. Così come è ormai inutile rivangare continuamente i tempi d'oro del passato: le dinamiche cambiano, così come gli usi e i consumi.

 

Se negli anni 60-70' si poteva benissimo sopravvivere con 12 uscite l'anno per via di una valanga di copie vendute, oggi non è più possibile, né lontanamente immaginabile. Lo ammetto è triste, ma è così. Anch'io mi sono innamorato dell'indimenticabile Milan degli olandesi, ma adesso come potrei pretendere che tornasse, dopo quasi quarant'anni, arco di tempo in cui anche le dinamiche del calcio e del mercato sono cambiate? Piaccia o no, indietro non si può tornare.

 

Comunque, siccome siamo in O.T., forse è meglio tornare a parlare della storia in questione.  

 

 

 

 

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Diablero dice:

Guardate le prime pagine di questo albo dove si vedono tutti e quattro i pards insieme: c'è un qualcosa di sbagliato in come sono vestiti? Nel pizzetto di Carson? Nella fascia di Tiger?

Direi che non solo sono perfettamente riconoscibili (non è che ti chiedi chi cavolo sono), ma sono anche rappresentati con cura e precisione.

L'accusa di "Tex irriconoscibile" per me qui è evidentemente, platealmente assurda.  Qualcuno può dirmi, onestamente, che in qualche vignetta ha fatto fatica a capire chi erano Tex o uno degli altri pards?

Hai perfettamente ragione. Aggiungo di essere rimasto colpito dalla prima tavola, una di quelle che troppo spesso, forse perché introduttive rischiano di essere sottovalutate anche se sono capolavori come nel caso del Texone di Laura Zuccheri.
Guardate i quattro pards nelle due vignette "cinematografiche", in avvicinamento. C'è l'idea precisa in che tipo di luogo si trovano e, nella seconda, la trasmissione forte del concetto di entrata in un ambiente che è una sorta di imbuto pericoloso, rafforzata dal passaggio del chiaro in alto alla fascia scura dell'ombra sul terreno. Ma a sorprendere è la riconoscibilità immediata dei personaggi, anche se si tratta di miniature, che però non lasciano adito a dubbi: sappiamo chi sono non sulla fiducia, ma grazie alla resa perfetta dei particolari anche su figure piccolissime.

<span style="color:red">1 ora fa</span>, PapeSatan dice:

Colpa del colorista, si badi bene, non di Villa.

Rilievo giustissimo:  i colori delle opere originali di Villa sono molto spesso penalizzati (eufemismo) dagli interventi successivi. Dicono che per la copertina sia un passaggio obbligato, ma è come mangiare i tortellini fatti dalle sfogline o da Giovanni Rana. Per il resto, usando la stessa metafora, nemmeno i tortellini in brodo sono tutti uguali fra di loro e dunque si può comprendere che il Tex di Galep sia inimitabile come ricetta tradizionale e che nel corso del tempo ci sia stato chi ne ha proposto varianti più o meno ben distinte, ma ugualmente valide. Certo, se penso all'ultima interpretazione di Laurenti mi vengono in mente i tortellini alla panna e penso che non ci sia bisogno di precisare quale valore negativo significhi per me questo accostamento.

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<span style="color:red">6 ore fa</span>, PapeSatan dice:

Concordo, una copertina che esprime potenza e dinamismo, espressiva ed originale, tra le top 5 di Villa.

Rimarrebbe forse da compiere un ultimo passo, che però per esigenze di marketing e riconoscibilità del personaggio (nonchè per tradizione) non credo che vedremo mai: le sfumature nel colore giallo-evidenziatore uniforme della camicia di Tex. Ne "I misteri di San Francisco" tutto è sfumato (la carrozza, il cavallo, il diavolo, lo sfondo) tranne che la solita camicia di Tex (e nell'occasione anche quella di Kit). La cosa appare ancor più un pugno nell'occhio nella copertina de "Il manicomio del dottor Weyland", dove la penombra dell'ambiente avvolge tutto tranne che la solita camicia pennellata di Tex. Colpa del colorista, si badi bene, non di Villa.

Infatti, ecco la bozza di Villa con le indicazioni per il colorista

E la copertina per come è stata realizzata: l'UNICA INDICAZIONE NON RISPETTATA è proprio la camicia

 

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<span style="color:red">22 minuti fa</span>, Enrico dice:

Ecco! Quella colorata da Villa è una signora camicia, in tono con il resto. Quella in stampa ha il riempimento che fanno i bambini nei quaderni con i disegni da colorare.

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