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TWF - Tex Willer Forum

[738/740] Il Manicomio del Dottor Weyland


ymalpas
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Messaggi consigliati/raccomandati

Terzo albo letto, dopo aver riletto le prime due parti. Scrivo la mia, anche io ho diversi dubbi, con possibili

 

SPOILER 

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Il terzo albo si mantiene su buoni livelli ma a mio avviso se questa storia avesse l'aspetto di un oggetto sarebbe quello di una campana.

Parte come un diesel, fa scaldare il lettore nel primo albo, introducendo tutto ciò che c'è da introdurre e lo fa bene. Ti fa venir voglia di leggere il continuo e l'attesa di un mese si sopporta davvero a fatica. Disegni belli, giusti per la storia, anzi direi proprio al servizio della storia che per me è uno dei migliori complimenti si possano fare a un disegnatore (in questo caso disegnatori). 

 

Il secondo albo raggiunge vette davvero alte a mio avviso, con tantissima azione, dalla folle corsa sul promontorio con annessa apparizione della morte e di un diavolo, spaventosi, perfetti, scena davvero suggestiva, passando dal rapimento di Devlin, alla trappola quasi fatale per Tex e Carson nel vecchio edificio abbandonato.

Quest'ultima scena del secondo atto è spettacolare, terrificante, angosciante, ma i nostri si battono fino all'ultimo, spettacolare Carson che spezza la corda al secondo colpo di pistola (si contano i millisecondi in questa scena), e il ragazzo che si cala dall'edificio ormai in fiamme dondolando alla campana, i cui rintocchi fanno da eco agli spari. Un richiamo della recente "le navi perdute" con la campana nella nebbia a fare da richiamo? Bello bello.

Dopo le altissime vette, si scivola verso il terzo atto, vissuto in tempo reale o quasi (con i minuti che si sovrappongono alle vignette), quasi per intero nel manicomio. Terzo atto buono, ma più da storia normale che eccezionale (come invece si può supporre leggendo il secondo albo).

 

Nel terzo albo qualche nota stonata a fronte comunque di una storia godibile e con degli ottimi disegni (anche se leggermente tirati via rispetto alla quasi perfezione del secondo albo).

Note stonate che fanno si che per me, questa storia che ha sfiorato un 9 pieno, si assesti su una media di 8 (7 per il primo albo e il terzo, 9 per il secondo+ un bonus per la storia nell'insieme). 

- Si parte con la quasi inutilità di Tiger e Kit Willer. Si battono un po', più Kit che Tiger ma oltre a sfuggire ad un primo rapimento (per merito anche della polizia), comunque poi finiscono per farsi catturare alla seconda occasione utile (pur avendo la certezza di aver a che fare con Mefisto e avendo Tiger capito che Devlin non è chiaramente se stesso), e vengono liberati solo grazie all'intervento dei ragazzi della palestra. Forse invece di dare tanto rilievo a così tanti personaggi secondari, si poteva dare a Tiger e Kit Willer un ruolo maggiore nel liberare Devlin e mettere Mefisto tra due fuochi.

- Tex si libera in modo troppo banale. Bella la tortura di Carson, ma difficile da comprendere il modo di agire di Mefisto, che torna ad essere terrificante per davvero rispetto alla macchietta Nizziana, ma non sembra averci guadagnato poi così tanto in termini di intelligenza. 

Alterna lo scherno e l'amore per il figlio, ma di fatto lo considera un imbecille eppure lo lascia da solo a controllare Tex e Carson. Risultato: Yama è un imbecille per davvero, e comunque il lettore non lo prende mai per un attimo sul serio.

- Mefisto lascia un coltello piantato a pochi centimetri dalla mano di Tex. No no no non ci siamo Steve, mi sa che l'imbecille sei anche un po' tu. Lasciando perdere Tex in versione Hulk, che allunga le cinghie all'inverosimile, forse si poteva trovare un'altra via di fuga.

- Mefisto rivela la sua identità a mezza San Francisco, sicuro di non pagarne le conseguenze. Risultato: tutta la polizia e un'intera palestra di forzuti invadono il suo manicomio. Well done Mefisto. Avrei comunque trovato più poetico vedere i 4 pard districarsi nel covo di Mefisto tra agguati e pazzi assassini senza tutto quel supporto, ma attraverso una sfida giocata tra passaggi segreti di un manicomio che deve averne molti.

-Yama, per me totalmente inutile (almeno per questa prima parte della storia) se non a liberare di fatto i pards con le sue azioni da imbecille. 

Sarà meno forte del padre, ma di fatto non ne è nemmeno l'ombra. Un pazzo come molti altri (anzi meno temibile) all'interno di un manicomio. Ordinario rispetto a tanti criminali presenti nella storia. Tempo dieci minuti e tempo di fare una cazzata di troppo e Yama torna a fare il pazzo.

Finora il peggiore della storia per distacco, sarà una palla al piede anche nel secondo?

Magari Mefisto alla fine della storia in sette albi uscirà sconfitto male ma non morirà del tutto, in modo da poter tornare tra vent'anni. Ma questa rappresentazione di Yama come un pazzo all'ultima spiaggia mi fa pensare che forse almeno lui verrà ammazzato per sempre (e ci starebbe), così da accontentare almeno in parte chi vuole il mondo di Mefisto fuori dal mondo di Tex senza far danni irrimediabili e sacrificando una pedina sacrificabile. Una possibile morte di Yama potrebbe dare a Mefisto una ragione di ritorno tra tanto tempo, con l'odio per il ranger ogni oltre confine immaginabile.

Mefisto dice chiaramente di voler ammazzare l'unico figlio di Tex di fronte al ranger, chissà magari subirà una sorta di beffa subendo proprio lui questa sorte (in fondo Yama è l'unico figlio di Mefisto).

 

Sembrano dettagli abbastanza pesanti per come riportati e dal mio punto di vista lo sono se messi a confronto con la quasi perfezione del secondo albo, ma nonostante questi aspetti che non ho molto gradito, la storia nel complesso è riuscita bene, non era facile infatti trattare il ritorno di Mefisto, e soprattutto andrà rivista in parte dopo averne letto il seguito che sicuramente ci terrà incollati alle pagine!

 

 

Modificato da LedZepp
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Concordo sul disappunto su quel dettaglio (l'unico, a mio avviso, un po' stonato in tutti i tre albi) messo in luce da @Diablero.

 

 

 

 

POSSIBILE SPOILER (?)

 

 

In particolare, ben prima della scena "incriminata", lo stesso Tex aveva espresso un pensiero preciso. A p. 25 "...questi legacci non cedono di un millimetro".

Inoltre, a p. 28 si vede chiaramente che Mefisto inchioda la lama incandescente vicinissima al viso di Tex, tanto da affermare esplicitamente "la lama rovente è a un pelo dalla tua guancia". Ora, fra la guancia di Tex e la posizione della sua mano ci deve essere una distanza notevole, se l'avambraccio di Tex è fissato in modo ortogonale o quasi rispetto al resto del suo braccio. A meno di sostenere che Tex, in un empito di tirchieria (in questo caso, quanto mai provvidenziale) sia dotato di un braccino corto....

Quindi questi elementi sono scarsamente compatibili con la piena verosimiglianza degli sviluppi successivi (e anche i disegni non contribuiscono a dissipare i dubbi, anzi...). 
Detto questo, abbiamo assistito a liberazioni di Tex ben più discutibili (già con GL Bonelli, un Tex che allarga la distanza fra sbarre che dovrebbero essere d'acciaio con le sue mani quasi fossero di burro), per cui io non me la prendo poi tanto ....

Rispetto a quanto osservato da LedZepp, mi sento in disaccordo su un punto.

 

 



POSSIBILE SPOILER

 

 

 

Per me, Mefisto non fa la figura di un uomo poco intelligente. E' un uomo pieno di sé, che presume di essere invincibile e  che vuole tendere tutto sotto controllo. Però viene anche pressato dalle iniziative non perfette, ma comunque incalzanti in primis dei pards di Tex, poi anche di alcuni dei suoi stessi sottoposti. Che senso avrebbe l'episodio di Lorna e Duke, se non quello di costituire un ulteriore elemento di deviazione dell'attenzione di Mefisto dal vero centro di tutta la vicenda? In tutta onestà, pur con una teleologia completamente differente, questo dato mi ha istintivamente fatto venire in mente il tentativo, chiaramente inadeguato e privo di possibilità di successo, svolto da Aragorn e un gruppo di uomini (ovviamente, ne Il signore degli Anelli) per andare ad attaccare il cancello di Mordor, giusto per distrarre Sauron e consentire a Frodo qualche chance in più di riuscita nella sua difficilissima impresa.

Del resto, questo meccanismo di deviazione dell'attenzione del "cattivo", si vede anche con Carson che tenta (con esito positivo) di distrarre Yama. Quindi Mefisto pecca di presunzione, a mio avviso, non difetta di intelligenza. A meno di argomentare che la presunzione, spinta oltre certi limiti, si traduca in un offuscamento dell'intelligenza di una persona che pure non ne sarebbe priva...

Su Yama, poi, mi pare eccessiva la definizione di imbecille. Per me la sua condotta è chiaramente segnata dalla follia da cui è stato da poco estratto, ma che lo mantiene ancora, con quell'efficace immagine impiegata da uno dei demoni su cui ha fatto affidamento, in questa condizione di confine. No, per me Yama ha proprio un comportamento "borderline", da persona instabile, che però, come il padre, è contraddistinto da un ardente orgoglio che non gli fa percepire in modo nitido i suoi limiti. Che certamente, rispetto al suo diabolico genitore, nel suo caso sono nettamente superiori, anche per comprensibili motivi contingenti, stante questa condizione di essere stato da pochissimo sottratto a un periodo lunghissimo di allucinazioni devastanti.

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Da una prima veloce lettura del terzo albo.

Spoiler

Ho trovato notevoli i colpi di scena, in questo terzo albo, con i quali lo sceneggiatore ha portato alla conclusione questa storia di Tex. 

Ed era tutt’altro che facile.

Per come si erano messe le cose si poteva pensare che ci sarebbe voluta una notevole complicità del lettore per accettare un finale nel quale i quattro pards e i loro alleati, ne uscissero quantomeno vivi. 

Come vivi ne dovevano uscire Mefisto e suo figlio.

 Non mi aspettavo che Yama (in questo albo almeno, vedremo nella prossima avventura) fosse l'anello debole della catena, l'anello che non tiene come direbbe Montale.

 E' questo che rende credibile la conclusione.

Non è potente come il padre, nè tantomeno suo degno figlio. 

E’ psicologicamente vittima di un rapporto impari con il genitore e questo lo rende goffo, avventato, rancoroso, raggirabile dai nemici. 

Anche Mefisto è profondamente deluso da lui e non lo nasconde, lo vuole salvare ma ne è imbarazzato. Al punto che Tex è certo di non poter ricattare Mefisto servendosi di Yama. Ma il nostro eroe, invece, utilizzerà abilmente sua debolezza “psicologica”, la sua impazienza nel voler dimostrare che il suo valore ed i suoi poteri non sono inferiori a quelli paterni.

E anche in questo, antitesi totale tra i due grandi nemici.

Mefisto sa bene che la cattura di Kit e, la sua conseguente cruenta uccisione davanti agli occhi di Tex, procurerebbe al suo odiato nemico un dolore lacerante, straziante. L’apoteosi della sua vendetta.

Altrettanto non si può certo dire di Mefisto, il cui interesse a riportare in vita il figlio è, almeno per me, legato unicamente ad avere un alleato dotato di poteri “magici”, che potrebbero rivelarsi utili nella lotta, finale, contro i suoi nemici

Una riga ancora per dire che trovo azzeccatissima in questa storia, la parte assegnata agli energumeni della Palestra Hercules, pronti a menare le mani e a risolvere così situazioni complicate. Suscitano simpatia e sono un elemento di leggerezza in una storia necessariamente cupa.

I disegni dei fratelli Cestaro, sempre a mio avviso, perfetti. Un’ottima prova la loro. Ma che erano bravi lo si sapeva già.

 

 

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Spoiler

Se Nizzi ci fa vedere Tex & Co mangiare bistecche e patatine, qui Kit e Tiger, invece di precipitarsi al manicomio con winchester e dinamite (ogni attimo è prezioso per salvare la vita a Tex e Carson), si gustano un buon caffè aspettando i comodi dei poliziotti che non sono ancora disponibili.

 

Poi però ci ripensano ma, per fortuna, nel frattempo arrivano i rinforzi e, dopo essere scampati ad un attentato e perso ulteriore tempo, che fanno? Si precipitano cercando di recuperare il tempo perduto? Macchè, organizzano un incontro con gli amici della palestra Hercules.

 

Infine si dirigono verso il manicomio, chiacchierando tranquillamente.
Ma i loro propositi sono terribili: piombo caldo, tutto a soqquadro, demolizione del manicomio pietra per pietra.
Tutto vero? Macchè.

 

Come arrivano al manicomio, vedono Devlin che li tranquillizza e non sospettano minimamente che sia manipolato da Mefisto (perché sanno benissimo che c'è lui dietro tutto), anche se Tiger sospetta qualcosa (fatto che aggrava la sua passività).

 

Dunque Kit è tranquillo e non teme più per l'incolumità di Tex e Carson che, nel frattempo sono in guai molto grossi: Tex rischia di essere marchiato come una mucca, Carson viene torturato con un ferro rovente, ecc.
Naturalmente cadono tutti nella trappola e Mefisto si trova vincitore con tutti i suoi nemici nelle sue mani.

 

Meno male che Tex, approfittando dell'imbecilità di Blacky (ma, a proposito, chi glielo ha dato un nome così stupido?) e dell'elasticità delle robustissime ma larghissime cinghie di cuoio dalle quali poteva sfilare le sue manone persino Hulk, si toglie dai pasticci da solo perché, se aspettava aiuto dal figlio, stava fresco.

E così finisce con la fuga di Mefisto e del suo figlio scemo.
Ma i quattro non sono mica quelli di Nizzi e (dopo aver fatto la figura dei pirla) si gettano subito all'inseguimento della diabolica coppia.

 

Faccio però molta fatica a immaginare che la cupa immagine nella prossima copertina sia bau bau Blacky.
Ma forse il buon Yama in questo episodio era sotto gli effetti nefasti del limbo demoniaco da cui non era ancora uscito del tutto.

 

Date le aspettative dei primi due episodi, avrei sperato in qualcosa di più.

 

Brutte, a mio avviso, le tavole dei Cestaro che, tra l'altro, non differenziano di più i comprimari, riconoscibili solo dagli abiti.
 

 

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1 hour ago, dario63 said:

Concordo sul disappunto su quel dettaglio (l'unico, a mio avviso, un po' stonato in tutti i tre albi) messo in luce da @Diablero.

 

 

 

 

POSSIBILE SPOILER (?)

 

 

In particolare, ben prima della scena "incriminata", lo stesso Tex aveva espresso un pensiero preciso. A p. 25 "...questi legacci non cedono di un millimetro".

Inoltre, a p. 28 si vede chiaramente che Mefisto inchioda la lama incandescente vicinissima al viso di Tex, tanto da affermare esplicitamente "la lama rovente è a un pelo dalla tua guancia". Ora, fra la guancia di Tex e la posizione della sua mano ci deve essere una distanza notevole, se l'avambraccio di Tex è fissato in modo ortogonale o quasi rispetto al resto del suo braccio. A meno di sostenere che Tex, in un empito di tirchieria (in questo caso, quanto mai provvidenziale) sia dotato di un braccino corto....

Quindi questi elementi sono scarsamente compatibili con la piena verosimiglianza degli sviluppi successivi (e anche i disegni non contribuiscono a dissipare i dubbi, anzi...). 
Detto questo, abbiamo assistito a liberazioni di Tex ben più discutibili (già con GL Bonelli, un Tex che allarga la distanza fra sbarre che dovrebbero essere d'acciaio con le sue mani quasi fossero di burro), per cui io non me la prendo poi tanto ....

Rispetto a quanto osservato da LedZepp, mi sento in disaccordo su un punto.

 

 



POSSIBILE SPOILER

 

 

 

Per me, Mefisto non fa la figura di un uomo poco intelligente. E' un uomo pieno di sé, che presume di essere invincibile e  che vuole tendere tutto sotto controllo. Però viene anche pressato dalle iniziative non perfette, ma comunque incalzanti in primis dei pards di Tex, poi anche di alcuni dei suoi stessi sottoposti. Che senso avrebbe l'episodio di Lorna e Duke, se non quello di costituire un ulteriore elemento di deviazione dell'attenzione di Mefisto dal vero centro di tutta la vicenda? In tutta onestà, pur con una teleologia completamente differente, questo dato mi ha istintivamente fatto venire in mente il tentativo, chiaramente inadeguato e privo di possibilità di successo, svolto da Aragorn e un gruppo di uomini (ovviamente, ne Il signore degli Anelli) per andare ad attaccare il cancello di Mordor, giusto per distrarre Sauron e consentire a Frodo qualche chance in più di riuscita nella sua difficilissima impresa.

Del resto, questo meccanismo di deviazione dell'attenzione del "cattivo", si vede anche con Carson che tenta (con esito positivo) di distrarre Yama. Quindi Mefisto pecca di presunzione, a mio avviso, non difetta di intelligenza. A meno di argomentare che la presunzione, spinta oltre certi limiti, si traduca in un offuscamento dell'intelligenza di una persona che pure non ne sarebbe priva...

Su Yama, poi, mi pare eccessiva la definizione di imbecille. Per me la sua condotta è chiaramente segnata dalla follia da cui è stato da poco estratto, ma che lo mantiene ancora, con quell'efficace immagine impiegata da uno dei demoni su cui ha fatto affidamento, in questa condizione di confine. No, per me Yama ha proprio un comportamento "borderline", da persona instabile, che però, come il padre, è contraddistinto da un ardente orgoglio che non gli fa percepire in modo nitido i suoi limiti. Che certamente, rispetto al suo diabolico genitore, nel suo caso sono nettamente superiori, anche per comprensibili motivi contingenti, stante questa condizione di essere stato da pochissimo sottratto a un periodo lunghissimo di allucinazioni devastanti.

A mio modo di vedere l'eccesso di arroganza e presunzione se ti portano a distorcere la realtà, sottostimando i tuoi avversari o sovrastimando te stesso, sono una via attraverso la quale si manifesta se non la stupidità ma l'assenza di un'intelligenza degna di nota. Mefisto per me è un super cattivo ma non così tanto intelligente e lo dimostra non solo ora ma anche in passato. 

Rimane atipico, in generale Tex incontra nemici bravi con le pistole o con la violenza, altre volte incontra uomini intelligenti che risultano anche più pericolosi di quelli che menano le mani e usano le armi. 

Mefisto non rientra in nessuna delle due categorie, non è un genio del male, ma il male puro, spesso incontrollato. Nel senso che dopo aver ordito piani quasi perfetti, tutto va in vacca per errori anche banali e in una serie di eventi che sfuggono al controllo di Mefisto. 

Non lo definirei certamente più intelligente di nessuno dei 4 pards, forse scaltro in alcune circostanze ed ingannevole, ma non più intelligente. Ordinario e umano da quel punto di vista. 

Yama lo si giustifica con la storia della follia quando ammazza gente senza rendersene conto. Evidentemente alterna momenti di lucidità a momenti in cui torna ad uno stato di allucinazioni.

Ma quando poco prima tortura Carson e lo libera dall'incubo è abbastanza lucido da capire come liberare un uomo dall'ipnosi, agisce seguendo una logica (seppur facendo la figura dell'idiota), sa cosa sta facendo, si impegna per conseguire il risultato ed è evidentemente abbastanza forte mentalmente da imporre la sua volontà al demone e da liberare Carson dall'ipnosi di Mefisto.

Per cui è capace di intendere e di volere in quel frangente, ed in uno stato di lucidità piuttosto evidente si comporta comunque da imbecille. 

Se dovesse, nel proseguo della storia tornare lucido in pianta stabile, credi che Yama potrebbe essere un serio nemico? Per me risulterebbe davvero difficile da credere, sarebbe inferiore a Mefisto di molto e Mefisto è già stato in parte sconfitto. Ergo, Yama è davvero inutile se non per diventare sacrificabile o per creare qualche danno. 

MI stupirei e sarebbe grottesco se Yama fosse capace di dar noia ai nostri pards, svilirebbe i pards

Modificato da LedZepp
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Per quanto riguarda l'eventuale "incongruenza" su come Tex si libera della cinghia, seppur vero che poco prima il suo pensiero era che essa..."non cedeva neanche di un millimetro", è anche vero che la lama incandescente che procura un poco simpatico  calore al volto di Tex,  può benissimo far "cedere" di quel tanto che basta la cinghia, grazie al calore che sprigiona, da consentire al nostro di liberarsi.

 

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6 minutes ago, Lety said:

Per quanto riguarda l'eventuale "incongruenza" su come Tex si libera della cinghia, seppur vero che poco prima il suo pensiero era che essa..."non cedeva neanche di un millimetro", è anche vero che la lama incandescente che procura un poco simpatico  calore al volto di Tex,  può benissimo far "cedere" di quel tanto che basta la cinghia, grazie al calore che sprigiona, da consentire al nostro di liberarsi.

 

Bisogna accettarlo e darlo per buono, senza guardare troppo alla realtà. Una lama tanto incandescente da far allentare una cinghia di cuoio prima inamovibile, ma che al tempo stesso non provoca dolori, ustioni, nulla che sia veramente degno di nota sul volto o le mani di Tex (che sono a contatto con li cinghia e alla stessa distanza dalla lama)? Evidentemente Tex ha la faccia di cuoio (per citare una recente storia di Mister No ristampata nelle Grandi storie Bonelli). 

Sono stratagemmi che si accettano, ma tra tutti quelli evidenziati, è un po' il punto debole  della storia. Ma comunque resta un'ottima e piacevole avventura per me

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Una rilettura complessiva dei tre albi, mi permetterà di metabolizzare meglio la trama e provare a esprimere un giudizio più articolato. 

 

La sensazione a bruciapelo provata è che la storia sia valevole, ma perde qualcosa nel terzo albo. 

Gli appunti mossi da Diablero e Letizia mi trovano d'accordo, in effetti qualche passaggio andava maggiormente "oliato", al netto di una sceneggiatura con ritmi adeguati e coinvolgente.

 

Credo che bisognerà attendere il secondo capitolo della minisaga, per farsi un'idea complessiva.

 

Finora il primo atto (a mio modesto avviso) non arriva a eguagliare l'epicità raggiunta dalla storia delle "Navi Perdute", ma ripeto, potrei essere smentito dalla seconda parte. L'ambientazione comunque mi è molto piaciuta e Mauro dimostra sempre di essere un soggettista con fiocchi. 

 

Spoiler

Dopo la scena dello scorso albo, in cui Devlin dialogava con un vicino di cella che asseriva di essere il vero direttore del manicomio, mi ha un po' stupito che scopriamo sul finale che Mefisto lo ha ucciso prima di prendere il suo posto. Incongruenza o le frasi udite da Tom erano i vagheggiamenti di un folle qualsiasi? E se così, quanta importanza aveva quel dialogo nell'economia della trama?

 

Un'altra frase mi ha lasciato perplesso: Mefisto a pag. 24, bacchetta il figlio con le seguenti parole "Non dimentico che è per vendicare me che ti sei messo in testa, pur non avendone le forze, di seguire il mio percorso sulla via tenebrosa della mano sinistra".

Ammetto di non aver capito il rimbrotto, Mefisto accusa il figlio di smisurata ambizione senza averne le capacità? Ci sta, in effetti Yama non è mai riuscito a essere alla sua altezza, ma l'investitura l'ha avuta dal padre: è stato lui, in punto di morte a passargli i poteri e dargli la missione della vendetta, senza quella scena basilare Blacky avrebbe continuato a vagare sul carrozzone in compagnia della madre, ignorando la presenza del genitore stregone, quindi accusarlo di aver seguito il suo percorso mi suona stonato. Mefisto ha il dente avvelenato per la precedente sortita boselliana di Yama? Ciò non toglie che io abbia potuto fraintendere il senso del dialogo, in fondo è un periodo di stress lavorativo e la mente è meno recettiva. :lol: 

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, LedZepp dice:

Bisogna accettarlo e darlo per buono, senza guardare troppo alla realtà. Una lama tanto incandescente da far allentare una cinghia di cuoio prima inamovibile, ma che al tempo stesso non provoca dolori, ustioni, nulla che sia veramente degno di nota sul volto o le mani di Tex (che sono a contatto con li cinghia e alla stessa distanza dalla lama)? Evidentemente Tex ha la faccia di cuoio (per citare una recente storia di Mister No ristampata nelle Grandi storie Bonelli). 

Sono stratagemmi che si accettano, ma tra tutti quelli evidenziati, è un po' il punto debole  della storia. Ma comunque resta un'ottima e piacevole avventura per me

Quando ci si accosta ad un fumetto o, ad una narrazione surreale, la cosiddetta sospensione dell'incedulità è una condizione necessaria (e sufficiente) a far sì che, l'inverorimile diventi quanto più possibile....verosimile. L'importante è che lo scrittore  (in questo caso lo sceneggiatore) si avvalga di una azione, di un evento  che renda possibile tutto questo. Deve avere, comunque un senso, come  accade in questo caso. Una lama incandescente vicina sia ad una cinghia che al volto di Tex. Il lettore si potrà pure  domandare se  il calore non provochi una qualche ustione al nostro, ma il riuscire da parte di Tex a liberarsi e riprendere il controllo della situazione (liberare Carson e far fronte ai suoi avversari) diventa predominante .

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5 minutes ago, Lety said:

Quando ci si accosta ad un fumetto o, ad una narrazione surreale, la cosiddetta sospensione dell'incedulità è una condizione necessaria (e sufficiente) a far sì che, l'inverorimile diventi quanto più possibile....verosimile. L'importante è che lo scrittore  (in questo caso lo sceneggiatore) si avvalga di una azione, di un evento  che renda possibile tutto questo. Deve avere, comunque un senso, come  accade in questo caso. Una lama incandescente vicina sia ad una cinghia che al volto di Tex. Il lettore si potrà pure  domandare se  il calore non provochi una qualche ustione al nostro, ma il riuscire da parte di Tex a liberarsi e riprendere il controllo della situazione (liberare Carson e far fronte ai suoi avversari) diventa predominante .

non so nel mio caso si sconfina nella forzatura, soprattutto perché segue due ingenuità di Mefisto (lasciare il coltello a portare e lasciare Yama da solo senza aver dimostrato una gran fiducia nelle sue capacità)... ma capisco ciò che intendi

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Condor senza meta dice:

Dopo la scena dello scorso albo, in cui Devlin dialogava con un vicino di cella che asseriva di essere il vero direttore del manicomio, mi ha un po' stupito che scopriamo sul finale che Mefisto lo ha ucciso prima di prendere il suo posto. Incongruenza o le frasi udite da Tom erano i vagheggiamenti di un folle qualsiasi? E se così, quanta importanza aveva quel dialogo nell'economia della trama?

Si parla di tale  dottore Michaels, che a pagina 98 del secondo albo Ruth a colloquio con Mefisto - anzi: Weyland, perché lei così lo chiama anche se sa bene che non è la sua vera identità - conferma essere "nel reparto furiosi con la sua camicia di forza". Dove di sicuro si fa fatica a credere che il suo stato di salute possa comprendere sempre la lucidità e dove si suppone che subisca anche lui trattamenti ipnotici che inducono a visioni.

Il 7/6/2022 at 23:41, grandeincognito dice:

Tra i tanti spunti che si potrebbero tirare fuori da questo splendido albo voglio segnalare una curiosità che ho notato spesso negli ultimi anni ma che rimuovevo a lettura ultimata. 

Nei momenti ironici il Tex bonelliano chiamava Kit Carson "vecchio cammello", "vecchio gufo" o "satanasso", ma nei momenti più drammatici di pericolo esclamava "KIT!", come viene normale chiamare per nome un amico fraterno. 

Possibile che oggi, nonostante l'omonimia col figlio si preferisca la forma "Kit Carson" o "Carson"?

Sarei curioso di capire se gli autori premino questa formula consapevolmente. 

C'è da essere curiosi anche sulla questione Tiger, visto che ha ripreso l'abitudine di chiamare Tex, Kit e Carson Aquila della Notte, Piccolo Falco e Capelli d'Argento.

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L'albo è uscito da due giorni, magari è meglio che quando trattate elementi della trama usate il tag "spoiler"...

 

Comunque, io vedo due "categorie" di problemi. Quelli relativi alla trama generale, e alcune "cadute" che hanno davvero scarso effetto sulla trama.

 

Alcuni esempi delle seconde:

 

1) La ridicola scena della cinghia di cuoio allungabile, con Tex che fa una fatica immane per raggiungere il coltello quando la sua mano in realtà come si vede dal disegno È GIÀ LIBERA, gli basta sfilarla! (a questo proposito tutte le obiezioni sul calore del coltello che magicamente scioglie il cuoio ma non la faccia di Tex mancano totalmente il bersaglio, è vero che ho criticato anche l'allungabilità di quel cuoio, ma il problema principale è il vedere Tex non riuscire a liberarsi da una cinghia ormai tanto allentata)

Poi, altre cose che mi sono saltate subito agli occhi:

pagina 55: "Tex, attento all'attizzatoio?". Suona davvero "storto". In un momento simile capire un "Tex, attento!" visto che deve avvertirlo in fretta, o al massimo un "Tex! Attento a Yama", che già è lungo ma non eccessivamente e ha più senso (yama è il pericolo", ma...  quando mai di fronte ad un sicario che tendeva un agguato a Tex, Carson ha gridato: "Tex, attento a quella colt 45?"

Pagina 22: "Kit! Kit Carson!". Ora, è verissimo che anche fra amici si si può chiamare per cognome (capita frequentemente in ambienti scolastici o militari), e che avendo due "kit" nel gruppo Carson venga spesso chiamato per cognome. Qui il problema non e quello, non è l'uso del cognome. È l'uso di NOME E COGNOME INSIEME.

Faccio un esempio: un amico di Boselli potrebbe chiamarlo "Mauro". Potrebbe chiamarlo "Boselli" se si sono conosciuti dove si usava il cognome. Potrebbe chiamarlo "Bos", potrebbe usare un altro soprannome, potrebbe chiamarlo "borden" se l'ha conosciuto nel forum. TUTTI questi nome vanno bene e possono essere usati per dimostrare familiarità.

Ma se qualcuno lo chiama "Mauro Boselli", tutto attaccato...  sembra che faccia l'appello a scuola. O che si incontrino dopo trent'anni. È artificiale.

Cos'hanno in comunque questi "errori"? Che sono cazzatine correggibili facilmente senza cambiare la storia.

Bastava scrivere "Kit! Kit! Carson!" spezzando la continuità fra nome e cognome (anche se per me meglio ancora sarebbe stato "Carson! Carson! KIT!" (aumentando la familiarità)

Nella frase sopra bastava scrivere "Tex, attento!" invece di "Tex, attento all'attizzatoio"

Nei disegni della cinghia, bastava chiudere la cinghia di cuoio attorno al polso di Tex, in maniera che non potesse sfilare la mano così facilmente. Una correzione che potevano fare anche in redazione in breve tempo.

 

Sono insomma, il classico tipo di problemi che si risolvono facilmente se c'è un editor (diverso dall'autore) che li noti. perchè l'autore, dove aver scritto e riletto la sceneggiatura più e più volte, non riesce più a "vedere" la tavola ed eventuali problemi, vede la versione che si era immaginato. Ci vogliono occhi nuovi, che "leggano" le tavole per la prima volta senza averle "immaginate" prima.

Settimane fa Boselli in un post in questo forum diceva (rimpiangendo Sergio Bonelli e Canzio) che adesso non aveva più nessuno a controllargli le storie. E non lo diceva con il tono da "Bwah ah ah! Adesso io essere patrone di serie Tex! Adesso nessuno fermare miei diabolici piani", ma lo diceva con rammarico. Perché È un problema. Che si nota nell'aumentare dei refusi, e, per lo stesso motivo, per il moltiplicarsi di problemi come questi nelle storie

È vero che il "conservatorismo" di Bonelli e Canzio avrebbe magari impedito storie troppo "originali" (e che spesso gli interventi di Sergio Bonelli su Tex erano assurdi, pareva non conoscere minimamente il personaggio), ma per ogni intervento sgangherato come quello nel finale dei "fucili di Shannon", ci saranno state un sacco di piccole "correzioni", di cui non rimane traccia, su piccole cose come queste.

Anche senza mettere un editor sopra Boselli (chi? Davvero oggi lui non pare solo la scelta migliore, pare proprio l'unica possibile...), bisognerebbe aumentare i controlli su queste cose, facendo leggere le tavole ad occhi "freschi"...  (oh, se proprio sono alla disperazione mi offro io, ma dubito che non si trovi gente per farlo anche più vicino alla redazione...  :laugh: )

Poi non è detto che la correzione sia accettata (l'ultima volta che ho corretto un libro avrò segnalato 70 "errori" e me hanno accettati 50, per una ventina l'editore ha preferito lasciarli così), ma almeno così rimangono le scelte consapevoli, non gli errori!

 

 

Parliamo invece adesso della trama

 

Alcune critiche non le condivido:

 

Il rapporto padre-figlio fra Mefisto e Yama è si contraddittorio, ma purtroppo...  abbastanza realistico.  Lo vedo tutti i giorni fra padri e figli che conosco. Magari il padre fa sacrifici per il figlio (tipo Mefisto che salva Yama) e magari gli vuole bene (o, nel caso di Mefisto, che non mi pare molto sentimentale, in realtà valuta le sue capacità e lo ritiene un valido alleato da avere al fianco), ma quando parlano fra di loro..  per il padre il figlio è SEMPRE un totale incapace imbranato che deve dargli retta in tutto perchè altrimenti farebbe solo disastri! Come se di fronte a lui non riuscisse a controllarsi e lo debba a tutti i costi sminuire, per controllarlo!

Ancora più realistico nel rapporto fra Mefisto e Yama, perchè come ho già fatto notare recentemente nel thread apposito... in realtà guardando quello che hanno fatto già nelle storie di GL Bonelli... Yama appare molto più potente di Mefisto! Mefisto non riesce ad uccidere (cioè, ad agire fisicamente) a distanza, Yama lo fa due volte già nella prima storia. Mefisto ha bisogno di alleati vivi, Yama sa creare Zombie.  Mefisto parla con i demoni, Yama li evoca e li fa agire nel mondo reale.

Avevo ipotizzato, come possibile spiegazione, che Mefisto, avendo maggiore conoscenza e saggezza, fosse solo più prudente e Yama più incosciente e spericolato. È solo una possibile spiegazione, ma vorrei che, se si continua a trattare Yama come un totale deficiente...  prima o poi si spiegasse come mai quel totale deficiente era chiaramente capace di fare cose che al padre non riuscivano... 

Inoltre...  anche se all'apparenza è tornato lucido e razionale, dopo questa storia mi pare ovvio che Mefisto è tornato al tipo di lucida follia che aveva ne "la gola della morte" e "incubi". Guardate come perde il controllo quando percepisce una qualunque mancanza di rispetto anche nelle frasi più innocue (per esempio, pagina 39 del secondo albo). È "guarito" della pazzia provocata dalle allucinazioni di Padma, ma è tornato quello di prima
 

 

 

E anche...

 

Si è parla di un Tex che "aspetta per ore nella merda" nel primo albo, ma è ovvio che non è così.  Guardate la posizione di Carson e del fuggiasco.  Gradmore si sta muovendo sul lato destro della fogna. Carson gli appare ALLE SPALLE.  Segno che si è nascosto in un cunicolo laterale e ha fatto passare Gradmore (visto che la polizia l'ha spinto verso di loro). Perché lo chiama? Se Tex fosse appostato DAVANTI a Gradmore, avrebbe dovuto farlo andare avanti indisturbato perchè Tex lo aggredisse. No, lo chiama e LO FA TORNARE INDIETRO...  segno che ADESSO Tex è in agguato nell'acqua, DIETRO a Gradmore, ma pochi secondi prima, quando Gradmore era passato di lì la prima volta, non c'era, era con Carson. Si è calato nell'acqua in quel momento e Carson ha fatto da esca facendo tornare indietro Gradmore (o Tex si è avvicinato sott'acqua, il risultato finale è lo stesso)


Parlando anche di un altra "attesa" che ha causato polemiche...  quando si vedono Kit e tiger a pagina 9 prendere il caffè, non viene detto quanto tempo è passato dalla scena dell'albo precedente dove hanno frugato fra le macerie. Chiaramente non sono andati a dormire, e quindi il caffè ha il suo perchè.  Aspettano Tony che è andato a raccogliere una squadra di poliziotti, ma quanto tempo ci avrà messo? Per me pochi minuti, e visto che tanto il manicomio richiede un viaggio lungo ci sta che lo aspettino qualche minuto (ricaricandosi con il caffè) prima di partire.  Cioè, in una scena come questa, se appare strano che attendano ore, ma non c'è scritto né indicato che attendono ore... vuol dire che NON attendono ore! Perché dare per ovvia senza prove l'ipotesi più assurda?

 

 

Dove invece devo dare ragione alle critiche...

 

Yama è rappresentato TROPPO come un idiota. Magari l'idea era di rappresentarne la fragilità psichica, dopo la sua terribile esperienza, e ci sta che Tex ne mini l'autostima e lo provochi facendo perso sulla sua fragilità. Ma la sfilza di errori che fa in quella scena è eccessiva, dai, così è troppo. Così si butta via un "villain" che andrebbe invece recuperato, è uno spreco!

 

idem per Kit e Tiger al manicomio...  hanno VISTO demoni e mostri e allucinazioni, SANNO che c'è dietro Mefisto, e Kit sa fin troppo bene che poteri ipnotici abbia 9Gli ha fatto sparare due volte ai suoi amici in due storie diverse...), e NONOSTANTE QUESTO cadono nella trappola?  La scena da pagina 77, dopo che hanno persino espresso i loro dubbi nelle pagine precedenti...  passi Tiger che un minimo sta in guardia, ma Kit sembra scritto da Nizzi...

 

 

Insomma, in definitiva, promuovo a pieni voti l’atmosfera malvagia e malata, la suspense, i disegni dei Cestaro, la rappresentazione di un Mefisto finalmente tornato alla sua statura malvagia e alla sua forma di follia (o meglio, delirio di onnipotenza) originale.  Alcuni dubbi su alcuni snodi narrativi, alcuni errori evitabili con una rilettura prima della stampa, da bocciare, purtroppo, le rappresentazioni di Kit Willer e Yama.

 

 

 

 

 

 

Modificato da Diablero
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<span style="color:red">49 minuti fa</span>, Diablero dice:

Yama è rappresentato TROPPO come un idiota.

«Io non sono cattiva. E' che mi disegnano così». Cit. Jessica Rabbit.
Infatti io avevo scritto che la patente di idiota ormai non gliela leva nessuno, ma la battuta più cattiva su di lui l'ho letta altrove. Non corrisponde alla situazione ma rende l'idea della diffusa considerazione residua (poi, aspettiamo comunque i prossimi quattro albi): «Yama è in possesso di una laurea albanese ottenuta per corrispondenza». 

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Spoiler
<span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

Parlando anche di un altra "attesa" che ha causato polemiche...  quando si vedono Kit e tiger a pagina 9 prendere il caffè, non viene detto quanto tempo è passato

Vero, non sono passati che pochi minuti, Kit e Tiger non hanno dormito e il caffè ci può stare (anche se non lo vedo necessario: perché il Bos ci fa vedere una pausa caffè? Se lo avesse fatto Nizzi, ci sarebbe stata sicuramente l'intenzione di ridicolizzare i due pard).

Ma non è questo il punto.

 

Il punto è la mancanza di fretta, il continuo perdere tempo in chiacchiere, il "dimenticare" che Tex e Tiger sono in guai molto seri e il farsi raggirare da Mefisto con i suoi trucchi arcinoti invece di fare esplodere qualche candelotto di dinamite (senza naturalmente accoppare qualche matto innocente).

Le esplosioni avrebbero ottenuto il duplice scopo di avvisare T&T dell'arrivo dei nostri e distogliere Mefisto dai suoi propositi torturatori.

 

 

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34 minutes ago, Letizia said:
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Vero, non sono passati che pochi minuti, Kit e Tiger non hanno dormito e il caffè ci può stare (anche se non lo vedo necessario: perché il Bos ci fa vedere una pausa caffè? Se lo avesse fatto Nizzi, ci sarebbe stata sicuramente l'intenzione di ridicolizzare i due pard).

Ma non è questo il punto.

 

Il punto è la mancanza di fretta, il continuo perdere tempo in chiacchiere, il "dimenticare" che Tex e Tiger sono in guai molto seri e il farsi raggirare da Mefisto con i suoi trucchi arcinoti invece di fare esplodere qualche candelotto di dinamite (senza naturalmente accoppare qualche matto innocente).

Le esplosioni avrebbero ottenuto il duplice scopo di avvisare T&T dell'arrivo dei nostri e distogliere Mefisto dai suoi propositi torturatori.

 

 

 

Non la vedo così indifendibile, ma è vero che la scena poteva essere costruita meglio.


Ci vedo la rappresentazione della stanchezza di Kit e Tiger, che sono stanchi morti dopo aver smosso le macerie rimaste dall'incendio, e il rispetto della pericolosità di Mefisto, nell'aspettare rinforzi. E inoltre, serve a Boselli per preparare la scena dell'agguato e quindi far "avvertire" Mefisto del loro arrivo, in anticipo.

Però...  hai ragione che non quadra del tutto. Sarebbe diverso se kit e Tiger avessero bisogno dei poliziotti per entrare nel manicomio, oppure se non sapessero dove sono Tex e Carson e attendessero notizie. Oppure, anche se semplicemente avessero bisogno dei poliziotti per guidarli in fretta al manicomio e non sanno dov'è.  Cioè se ci fosse un motivo che gli IMPEDISCE di partire subito. Ma la strada per il manicomio l'hanno già vista il giorno prima, e sanno che non ci sono poi tante guardie da impedirgli di entrare se vogliono. Così, a trattenerli c'è solo la stanchezza e la prudenza, ed entrambe non sono motivi sufficienti con gli altri due pards nelle mani di Mefisto.

Anche qui, la scena poteva essere praticamente identica, senza modificare la trama: bastava vederli da subito decisi a non aspettare la polizia, "col cavolo che aspettiamo, beviamo il caffè e partiamo, ci raggiungeranno poi", invece di farselo dire poi da Tiger. Poi la scena filava identica, con l'arrivo dei finti poliziotti e l'agguato.

 

 

 

Modificato da Diablero
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SPOILER

SPOILER

SPOLIER

 

La storia è ad alti livelli nei primi due albi, ma zoppica nel terzo per colpa soprattutto... dei figli (ah, le giovani generazioni :lol:). Sono infatti Yama e Kit, in modo diverso, che deludono parecchio. Yama più che pazzo sembra un imbecille complessato, Kit si fa sorprendere come un pivello in modo incredibile (come se non conoscesse i poteri di condizionamento e di trasformismo di Mefisto, che tra l'altro ha sperimentato più volte di persona), risultando inutile e incapace (se ne parlava proprio di recente in un altro topic, di come Kit andrebbe valorizzato: be' questa non è certo la sua storia!).

I due personaggi rovinano le scene più importanti del terzo albo, che invece di andare in crescendo perde così molto dell'atmosfera drammatica, gotica e malata che si era creata fino a quel momento.

Aggiungerei anche un finale concitato con troppi personaggi che affollano il manicomio (io avrei tolto tutti gli amici della palestra e i poliziotti, per dare maggior spazio ai pazzi reclusi), e con poche scene memorabili (contrariamente alle due splendide scene del secondo albo, quella della carrozza "indemoniata" e della trappola a Tex e Carson nel vecchio edifico). Anche i super assassini di Mefisto mi sembra che non buchino molto la pagina.

 

Non condivido invece chi vede un calo dei Cestaro (per me bravissimi fino all'ultima vignetta), che anzi danno un contributo decisivo per la credibilità della storia. Il loro tratto è in evoluzione, ma mi sembrano tutt'altro che privi di un'identità precisa.

 

Per quanto riguarda la trama generale, la fine del primo albo mi aveva fatto pensare a un'evoluzione diversa, visto che si conclude con Mefisto che, dopo aver presentato la sua collezioni di strangolatori, avvelenatori e maniaci vari, si reca con alcuni di loro a San Francisco a svaligiare una banca e una gioielleria. L'idea sembrava quella di voler rappresentare una specie di calata di lupi feroci in città, per creare terrore e impadronirsene (una specie di assalto su grande scala alla Jack Thunder e compagni), con i nostri eroi che devono "tamponare" questi criminali efferati uniti alla magia di Mefisto. Invece poi il secondo albo vira verso una trama più classica, quella della trappola architettata a Tex e company, ossia la situazione tipica di quasi tutte le storie di Mefisto.  Nonostante questo, il secondo albo funziona alla grande, anzi c'è un bellissimo crescendo di tensione e paura.

Nel terzo invece  la paura quasi non si percepisce, c'è azione ma poca drammaticità, secondo me. La scena di Tex e Carson in balia dei nemici, a parte la stupidità di Yama, è poco riuscita e oltretutto già vista altre volte. La location del manicomio poteva essere sfruttata meglio (non si rivedono per esempio le camere e gli strumenti di "tortura" ben rappresentate nel primo albo), ci voleva qualche idea in più, e anche più horror, secondo me, visto che la storia era stata impostata così.

 

Resta il fatto che la curiosità e l'interesse per il seguito rimangono inalterati. La nuova ambientazione mi sembra molto adatta per i disegni di Civitelli. Vedremo...

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Spoiler

C'è un'altra cosa che non mi torna.
La strategia di Mefisto è sempre stata quella di catturare vivi i 4 pard per poterli poi uccidere di persona e gioire nel vederli soffrire lentamente.
Nel secondo albo ci sono due episodi che sembrano  andare però in senso  contrario.

 

La scena della carrozza in cui Tex e pard rischiano seriamente la pelle, dove Mefisto, che osserva da lontano nel suo specchio magico, non si capisce se sia contento o dispiaciuto e, stizzito, arriva perfino a dubitare che i suoi nemici siano aiutati dagli Angeli Neri.

 

Nella seconda scena, la vecchia stazione dei pompieri, c'è almeno il beneficio del dubbio.
Il Macellaio tenta un paio di volte di accoppare Tex.
Agisce di testa sua disobbedendo al suo capo?
E, in questo caso, Mefisto è stato tanto ingenuo da fidarsi di lui?

 

Sta di fatto che l'usuale strategia di Mefisto di catturare vivi i suoi nemici è qui poco convincente.
 

 

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28 minuti fa, Letizia dice:
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C'è un'altra cosa che non mi torna.
La strategia di Mefisto è sempre stata quella di catturare vivi i 4 pard per poterli poi uccidere di persona e gioire nel vederli soffrire lentamente.
Nel secondo albo ci sono due episodi che sembrano  andare però in senso  contrario.

 

La scena della carrozza in cui Tex e pard rischiano seriamente la pelle, dove Mefisto, che osserva da lontano nel suo specchio magico, non si capisce se sia contento o dispiaciuto e, stizzito, arriva perfino a dubitare che i suoi nemici siano aiutati dagli Angeli Neri.

 

Nella seconda scena, la vecchia stazione dei pompieri, c'è almeno il beneficio del dubbio.
Il Macellaio tenta un paio di volte di accoppare Tex.
Agisce di testa sua disobbedendo al suo capo?
E, in questo caso, Mefisto è stato tanto ingenuo da fidarsi di lui?

 

Sta di fatto che l'usuale strategia di Mefisto di catturare vivi i suoi nemici è qui poco convincente.
 

 

Tornando indietro c'è qualcos'altro che mi ha prima sorpreso e poi naturalmente fatto riflettere. Il nuovo incontro con i pards appare del tutto incidentale, preso com'è Mefisto dal suo progetto alla Moriarty (ecco, ci sono arrivato, il paragone con l'altro grande genio del male finalmente l'ho usato) con base San Francisco. Non costituiscono più un progetto primario e della loro presenza nelle vicinanze ha conoscenza solo dopo la "notte istruttiva" successiva al ricovero del banchiere Morrison. Eppure si sta prendendo cura da tempo del figlio, salvo poi rassegnarsi all'impotenza della medicina e della magia nera e dunque avocando a sé il desiderio di vendetta per quella "intera esistenza ossessionata da quelle quattro ombre". Anche in questo Yama torna ad essere subalterno. Resta la curiosità per quello che gli accadrà nei prossimi quattro numeri e la certezza che non avrà un ruolo macchietta o comunque da predestinato ad un nuovo oblio. Da Borden mi aspetto un colpo d'ala e che non sia della portata di quelli di un... Aryman .

Modificato da San Antonio Spurs
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Comunque, per riprendere una vecchia discussione sul se avesse senso leggere gli albi uno ad uno, tutti e 7 insieme alla fine o spezzando la storia in due parti leggendo 3 e poi 4 albi....fermo restando che ognuno fa come gli aggrada, dalla lettura di Bedlam per me è chiaro che si può tranquillamente leggere questa prima parte di 3 albi come una storia a se, senza aspettare gli altri 4.

Certo, ci sarà una certa continuazione nei prossimi 4 albi, si sapeva, ma questi primi 3 albi possono essere letti senza dover aspettare davvero 7 mesi. 

Io, appagato dal metodo che ho scelto per i primi tre albi, proseguirò allo stesso modo con i successivi 4 della storia Sierra Nevada. 

Li leggerò di mese in mese e poi prima dell'ultimo (il quarto) rileggerò i precedenti (a partire da Sierra Nevada) come ripasso

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  • co fondatore

 Uhm, finale un po' sotto tono.

 

Dopo un inizio scoppiettante (quando ho visto Mike colpito dalla lama mi è scappato un "no!" 

:laugh:) c'è la prima stranezza di uno Yama che più che soggiogato dal padre è un idiota. La seconda di Tex che si libera in un modo poco verosimile. La terza di un Kit Willer ingenuo (perché non ha ascoltato Tiger?). Nonostante la bellezza dei disegni e il ritmo complessivo, queste scelte narrative un pochettino inficiano il giudizio finale. I primi due albi sono da dieci, questo "solo" da otto e mezzo.

Comunque Borden ha un robusto mestiere e la storia è bella.

Modificato da Mister P
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13 hours ago, San Antonio Spurs said:

Tornando indietro c'è qualcos'altro che mi ha prima sorpreso e poi naturalmente fatto riflettere. Il nuovo incontro con i pards appare del tutto incidentale [...] Non costituiscono più un progetto primario e della loro presenza nelle vicinanze ha conoscenza solo dopo la "notte istruttiva" successiva al ricovero del banchiere Morrison. Eppure si sta prendendo cura da tempo del figlio, salvo poi rassegnarsi all'impotenza della medicina e della magia nera e dunque avocando a sé il desiderio di vendetta per quella "intera esistenza ossessionata da quelle quattro ombre".

 

Beh, in qualche modo Boselli doveva spiegare perchè Mefisto aveva aspettato VENT'ANNI prima di ricomparire...  :lol:

 

Perché il "finale tarallucci e vino" della Mefistolata (termine che ho coniato io quasi vent'anni fa e di cui ho il copyright e concedo di usarlo solo per la storia di Nizzi, chi ha orecchie per capire intenda...) non ridicolizza solo Tex e pards, ridicolizza pure Mefisto. Ridotto a fare scherzi e dispettucci ma anche ad essere tanto inoffensivo che Tex la lascia andare in giro tranquillo...

 

Cosa ha fatto Mefisto per vent'anni (per noi, ovvio) invece di vendicarsi? Si vede qui che ha pensato di crearsi un suo "impero del male" prendendo poco a poco e con estrema prudenza prima il controllo del Manicomio e trasformandolo nella sua fortezza personale, poi riempiendola con criminali ai suoi ordini, con l'intenzione poi di prendere tatta San Francisco.

 

Ricordiamoci che già una volta Mefisto era scappato cercando di "rifarsi una vita" lontano da Tex, e che perdeva il controllo quasi a sentire il suo nome (Black Baron). Credo che sia chiaro che "prima o poi" intende vendicarsi, ma prima vuole rafforzare il suo dominio e i suoi poteri (e, per me, ha chiaramente timore di essere fermato di nuovo)

 

Il fatto che cerchi di "guarire" Yama con la tecnologia e la magia invece di catturare Tex mi pare conseguente: Mefisto è proprio nel logo dove, in teoria, si curano i matti.  Non è disposto a perdere tutto di nuovo "solo" per salvare Yama...

 

Quando (pagina 72 del primo albo) scopre non solo di avere davanti Tex, ma che con le sue azioni l'ha già messo in allarme, la cosa lo fa infuriare. Se la prende con il folle assassino che ha fatto scarcerare, perchè "è colpa sua", questo scontro con Tex che vorrebbe evitare. È furioso. Perché? Anche se lo avesse saputo, il farlo scarcerare avrebbe comunque allarmato Tex. È chiaro invece che Mefisto avrebbe, con il senno di poi, preferito evitare lo scontro con Tex, a costo di lasciare in carcere la sua ultima recluta.

 

Ma qui, forse perchè ha avuto anni di tempo per agire lontano da Tex, è ancora razionale. Si fanno spesso battute sul cliché del "cattivo" che tiene vivo l'eroe "perchè per lui una morte rapida è troppo poco", consentendogli di fuggire e di vincere.  All'inizio Mefisto non fa questo errore, decide freddamente di uccidere Tex e Carson senza tante lungaggini.

 

Ma si vede anche, a pagina 75-84, che sta perdendo l'autocontrollo. Fino a questo momento, a parte Medina, nessuno dei suoi sottoposti sa il suo vero nome. Tiene segreta la sua identità e i suoi piani. Dopo aver rivisto Tex, inizia a fare scene da "mad doctor", esclamando a destra e sinistra che lui, il potente Mefisto, compirà una vendetta terribile sui pards. il fatto che a parte Medina, il più fidato, nessuno, nemmeno la sua fida Ruth, fino a questo memento sappia che è Mefisto, fa capire come non gli sia capitato prima d'ora di fare simili discorsi di fronte ai suoi sottoposti...

 

Ma pare solo un momentaneo attacco di megalomania. Il giorno dopo è di nuovo lucido. Progetta di uccidere Tex lontano dal manicomio, e non fare nulla contro di lui finché si trova fra quelle mura (confrontare il suo comportamento nel terzo albo). Si preoccupa di creare la messinscena per i pards.  Se il suo piano avesse successo, la morte di Tex e degli altri sembrerebbe un "normale" incidente, senza portare sospetti su di lui.

 

Il fallimento di quel piano provoca un 'altro scatto d'ira. Accusa gli Angeli Neri, che gli ribattono le sue colpe e i suoi errori, facendolo infuriare.

 

Diventa più imprudente. Rapisce personalmente Devlin, e nel farlo dichiara un'altra volta la sua identità non solo a Devlin ma anche ai suoi sottoposti. Stavolta LASCIA una traccia fatta di diversi testimoni che potrebbero condurre le indagini fino al suo manicomio (e infatti, le sbrigative indagini dei forzuti amici della palestra giungono subito al suo nome).

 

Poi tenta di nuovo di uccidere i pards. Ed effettivamente, se il piano riuscisse perfettamente, il "macellaio" li ucciderebbe, ma dubito che Mefisto lo ritenga in grado di farlo. E infatti ha subito pronto il piano b, il gas. Che gli consegna Tex e Carson vivi.

 

Notare che Mefisto è sempre meno razionale. Lascia sempre più tracce. Fa sempre più errori. Come se la presenza di Tex gli impedisse di ragionare razionalmente.  Alla fine del secondo albo, anche se ha lasciato troppi indizi e la polizia indagherà al manicomio, almeno contro Tex e Carson ha vinto.  La scena successiva con Yama fa vedere che solo uno stregone che comanda i demoni può risvegliare Carson (e quindi anche Tex)

 

Ma è Mefisto stesso a svegliare Tex. Perchè non può bastargli sconfiggere Tex, ha BISOGNO che Tex veda il suo VERO trionfo. Così risveglia il suo peggior nemico.

 

Di fronte a Tex, Mefisto regredisce man mano alla sua "solita" folle megalomania. Ricomincia a comportarsi da "mad docton". Tenta di far rapire Kit e Tiger in città, di fronte a numerosi testimoni, dai riconoscibilissimi criminali che ha "salvato" dal carcere, travestiti da poliziotti. Dopo progetterà di sterminare tutta la pattuglia di poliziotti che arriva al manicomio, anche se al comando sicuramente sanno dove sono andati.

 

Più si infuria, più Mefisto diventa irrazionale, imprudente, e fa errori. E nulla lo fa arrabbiare più di Tex.

 

Per questo le sue azioni alla fine non collimano con quelle iniziali. Perché dopo anni di totale segretezza fa cose così appariscenti? Perché sta perdendo la testa. Perché prima razionalmente tenta di uccidere Tex senza creare sospetti, e poi lo cattura e addirittura lo libera dal sogno e gli lascia una lama vicina? Perché sta sempre più perdendo la testa.

 

Per questo non condivido la critica sul fatto che il suo piano sia "incoerente". La sua discesa nell'irrazionalità invece è perfettamente coerente e progressiva. Sarebbe incoerente se Mefisto alternasse azioni razionali a folli senza un ordine preciso, ma qui l'ordine c'è, e abbastanza evidente...

 

 

 

 

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Storia che possiede luci e ombre notevoli, per mio conto.

Diciamo subito che potrebbe esserci qualche spoiler, quindi se non l'avete letta non andate avanti in queste righe.

I primi due albi sono, a mio parere, magistrali.

L'atmosfera malata del manicomio (coadiuvata dai notevoli disegni dei Cestaro), è davvero convincente. I pazzi sono da brividi. Mefisto, più invasato e deciso che mai, fa davvero paura e la vicenda è snodata con grande padronanza di ogni momento narrativo....per i primi due albi.

Si arriva all'ultimo albo con entrema curiosità, ma qui avviene ciò che talvolta accade con Borden, ovvero la vicenda si intrica, succedono troppe cose che lasciano anche confusi e soprattutto si cade a capofitto in incongruenze od errori che invece non sono consueti.

Intanto la polizia, gli amici della palestra, Kit e Tiger, Tex, Carson, Mefisto e Yama tutto assieme in questo albo finale, dentro il manicomio, è troppa roba. Borden perde a volte il senso della misura e qui ci cade a capofitto.

Poi...ok che Yama è un pirla, ma qui si esagera. Sa fare solo danni. Addirittura risveglia Carson da un sonno ipnotico che lo avrebbe certamente portato alla follia permanente e permette a Tex di liberarsi (in modo comico...tramite un pugnale incandescente che va a sciogliere dei legacci che solo pochi minuti prima aveva definito praticamente impossibili da far cedere, e ovviamente senza bruciarsi lui, non sia mai...).

Yama chiamato inetto anche dal padre, un vero e proprio ragionier Ugo Fantozzi che si aggira per la storia cone un deficiente.

Mefisto fa due errori capitali. Il più importante è quello di aver richiamato al mondo reale Yama, vera sciagura. Ma anche lasciare il pugnale di fianco a Tex è una bella boaiata.

Ovvio, Mefisto DEVE sbagliare, sennò vince, coi suoi poteri, ma magari non finire nel mondo del Ragionier Ugo sarebbe meglio.

Ma la figura peggiore la fa il povero Kit Willer. Mi perdoni Borden, ma quando l'ho visto avvicinarsi al finto pazzo sul letto, incalzato da "non ti preoccupare, per il riconoscimento ti devi avvicinare", mi sono sentito più o meno come nel famoso "Tex sei tu?" del Mefisto! di Nizzi.

Una scena surreale, che il figlio di Tex non si dovrebbe consentire. A questo punto ho davvero faticato a proseguire con l'ultimo albo, al punto che nella parte finale sono anche andato di corsa per concluderlo.

Yama deficiente totale e combinaguai di professione, Mefisto che se ne va e lascia Tex con un pugnale a un centimetro dalle mani, Carson che viene svegliato in quel modo dagli inferi della pazzia, Kit che fa la figura del fesso completo e tutto quel casino assurdo quando arrivano gli amici della palestra disarmati, che non subiscono nemmeno un graffio, mi hanno proprio tolto le sensazioni positive dei primi due albi, bellissimi.

 

I disegni molto bene, a parte i volti dei pards che non mi convincono pienamente.

Villa, però, e il miglior Galep, nelle storie di Mefisto, la spuntano decisamente.

 

Storia da 9 nei primi due albi e da 5 nel terzo.

Modificato da valerio
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Uno degli aspetti che più mi ha colpito di questa storia è stato proprio il rapporto tra il padre Mefisto ed il figlio Yama, ed i sentimenti ambigui che il primo mostra nei confronti del secondo. Se è pur vero che Mefisto si prodiga con abnegazione per ridestarlo dalla follia in cui il figlio è precipitato dopo il suo precedente scontro con Tex (in occasione del quale, come ricordiamo, contribuì a trascinarlo fuori dal crollo del tempio), mostrando a suo modo una sorta di affetto, è ancor più vero che non gli perdona i suoi passati fallimenti ed il carattere debole, ed una volta raggiunto l'obiettivo di ridestarlo non esita ad insultarlo e minimizzarlo, quasi a volergli rimarcare la sua condizione di sottoposto e ricordargli di stare al proprio posto.

 

Nel momento in cui Yama viene messo alla prova dal padre, lasciato solo a fare la guardia a Tex e ad un ancora incosciente Carson, fallisce miseramente, propiziando la fuga dei due pards e costringendo il genitore a darsi nuovamente alla macchia. Tuttavia, a nuova dimostrazione del legame che comunque sente di avere col figlio, Mefisto lo recupera e se lo porta dietro.

 

Inutile sottolineare come, nella prossima avventura, l'evoluzione (o, chissà, l'involuzione) di questo atipico rapporto padre/figlio rappresenterà per me ulteriore motivo di attesa ed interesse.

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