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TWF - Tex Willer Forum

[738/740] Il Manicomio del Dottor Weyland


ymalpas
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<span style="color:red">34 minuti fa</span>, Diablorojo82 dice:

Una musica irlandese mi sta chiamando

 

Una nenia, semmai, magari cantata dalla voce suadente di una banshee. O di Shan Van Vocht, il cui unico ruolo, per me, da anni, non è la personificazione dell'isola, ma sta nel riportare...a casa... un eroe feniano di nostra conoscenza. A proposito di grandi avversari...

 

Vai Diablo, non la fare aspettare...

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9 hours ago, Leo said:

Ma l'avversario western è pur sempre un uomo, anche se spesso molto in gamba, ed è nell'ordine delle cose che, sperabilmente dopo mille difficoltà e patemi, venga sconfitto. Ma Mefisto invece no: alleato con gli angeli neri, sodale del Diavolo, è un avversario troppo pompato nelle premesse, troppo "caricato", per poter finire ogni volta come finisce. È lì, a un passo dalla vittoria, grazie alla profusione di incredibili arti magiche, ed ecco che poi alla fine l'idiozia di Yama, o altre inezie, ne vanificano l'opera. 

E infatti, per me è un errore "pompare" troppo Mefisto.

 

Il Mefisto di GLBonelli è potente e sano di mente solo in "incubi", e lì viene sconfitto da un mago più forte di lui. Eppure credo che tutti i lettori di Tex concordino che la storia in cui è più minaccioso, apparentemente invincibile e dove Tex e pards se la passano peggio è "la gola della morte" dove non era tanto potente.

 

Ma in quelle storie, Mefisto è come Yama. Fa errori, perde la testa, è "il vecchio pazzoide" come lo chiama Tex.

 

Leggendo quelle storie non ho mai percepito come "strano" che Tex vincesse. Mefisto sembrava potente, ma non invincibile. I suoi poteri erano variabili, incostanti, limitati, la sua sanità mentale discutibile.

 

GLBonelli si rende conto benissimo per me che a perdere sempre Mefisto viene sminuito, e punta tutto sull'effetto contrario: lo ingigantisce facendolo morire. Nel capolavoro "il figlio di Mefisto" Mefisto non viene ucciso da Tex, viene abbandonato dalle potenze infernali, fa una fine "epica" e spaventosa, e trasmette la sua eredità al figlio. Non è mai stato prima così epico, potente e sinistro come in quel momento.  GLBonelli crea la leggenda di Mefisto proprio mentre lo elimina. E crea un avversario dichiaratamente "fallibile" in Yama, che paradossalmente, come ho già descritto in diversi post...  dimostra di avere molti più poteri di Mefisto! Se stai a guardare quello che fanno nelle storie, Yama è molto, molto più potente di Mefisto! Ma può esserlo, perchè viene caratterizzato come uno che può fare tranquillamente tutte le cazzate necessarie per far vincere Tex. "Mica come suo padre" (che le faceva anche lui le cazzate, ma adesso tutto è dimenticato, con la sua morte Mefisto è entrato nella mitologia).

 

Io onestamente fino al "figlio di Mefisto" compreso non ho MAI avvertito questa cosa che "sono troppo potenti per essere sconfitti". Mefisto non è mai stato poi così potente, Yama viene mostrato fare errori su errori da subito, è uno "studente" e viene tradito ripetutamente dai suoi stessi uomini.

 

Purtroppo nelle due storie successive Yama non è caratterizzato così bene, da "studente" diventa semplicemente "coglione" e viene troppo sminuito come villain. Così si fa tornare Mefisto come demone fra i demoni, elevandolo ancora di più a "mito"...

 

Mi si accuserà ancora una volta di avercela con Nizzi (in realtà è lui che se le tira, come si fa a fare tanti danni per tanti anni?), ma il problema attuale nasce da lui e dalla Mefistolata. Anche se poi lo fa agire da guardone nascosto in un sottoscala usando come complici semplici banditi da strada come se fosse un normalissimo signorotto locale (è chiaro per me che Nizzi all'epoca già sceneggiava a macchinetta senza manco pensare a che scriveva), ha fatto l'emerita cazzata di far risorgere Mefisto potentissimo e senza debolezze.

 

È un errore da sceneggiatore dilettante. Tutti i grandi sceneggiatori da Caniff in poi si sono sempre preoccupati di creare villain con debolezze sfruttabili, fosse anche solo "è un idiota". Poteva far tornare Mefisto reso folle dall'aver "vissuto" all'Inferno per anni. Poteva essere tormentato dai demoni che reclamavano il suo ritorno negli abissi. Poteva avere la voce del mago di cui aveva preso il posto che cercava di tornare ad avere il controllo. Poteva essere indebolito nel fisico tanto da non avere il pieno controllo dei suoi poteri. O poteva semplicemente copiare GLBonelli anche lì e rendere i suoi poteri incerti in base ad altri fattori. Tutte cose che non avrebbero reso Mefisto meno "larger than life" ma anzi l'avrebbero fatto giganteggiare ancora di più (come sanno tutti gli sceneggiatori bravi: credete che il Dottor Destino sia meno epico perchè è sfigurato?).

 

Ma no, Nizzi di cose inutili come la caratterizzazione dei villain se ne sbatte, deve fare la solita storiellina con il boss di paese che manda come emissari dei cowboys, anche se si chiama Mefisto chissenefrega...

 

Con un Mefisto presentato come nel pieno dei poteri e senza debolezze, allora sì si avverte la cosa che dici. Nella Mefistolata Nizzi risolve con una gara a chi è più idiota fra Mefisto e Tex (faccio idiozie e mi faccio scoprire, ma io sono più idiota di te e non ti inseguo nemmeno). Qui Boselli per non far apparire troppo idiota Mefisto fa apparire come un totale idiota Yama. Avrei preferito un altra soluzione.

 

Mah, nella prossima storia torna il mago più potente di Mefisto, spero che almeno per questo gran finale Mefisto e Yama non debbano mostrarsi troppo idioti per giustificare la sconfitta...

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<span style="color:red">12 ore fa</span>, Leo dice:

Non escludo che il problema non stia nella storia, ma semplicemente in questo lettore che non ha mai amato Mefisto

 

Fidati_ è proprio così. :laugh:

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5 minuti fa, Carlo Monni dice:

 

Fidati_ è proprio così. :laugh:

Ne dubito.

La storia ci mette del suo per far piacere sempre meno Mefisto al nostro pard Leo.

A proposito Leo, bentornato.

Modificato da Letizia
  • Grazie (+1) 1
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In ogni caso Yama, seppure in certe storie più potente/incosciente del padre, non dispone di conoscenze mediche e neppure di capacità di travestimento. O almeno non l'ho mai visto cimentarsi con una di queste due attività. Inoltre è anche visibilmente più brutto del padre, quando aveva la stessa età.

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Mi permetto di fare alcune considerazioni su questa storia e il ruolo di Mefisto. Spezzo perché mi devo dilungare.

 

Parte1: Il ritorno di Mefisto

 

Innanzitutto, ho trovato molto piacevoli questi tre albi. Il punto di forza sono senza dubbio le atmosfere molto dark e ho apprezzato i disegni dei Cestaro (che non conoscevo, ho ripreso da poco la lettura della serie regolare, magari avevano già fatto qualcosa…).

 

È vero, come spesso accade ultimamente, che verso il finale la narrazione subisce un’accelerazione. Può dare un po’ fastidio perché sembra sempre che si voglia chiudere alla svelta per esigenze di “spazio” previsto, nel senso: si è deciso che questa storia dovrà tassativamente occupare tre volumi, che dovranno succedere tot cose, e quindi si arriva alla fine dovendo risolvere tutto in un’unica soluzione. Ci sono anche tanti personaggi, però non mi sembra che necessitassero di chissà quale caratterizzazione in più: Invece che servirsi di un esercito di cavie del tutto anonime, questa volta Mefisto si circonda di questi altrettanto spendibili freak visivamente più impressionanti.

 

Considerato che lo scontro continuerà nelle prossime uscite, non posso che promuovere il ritorno di Mefisto fatto in grande stile e in un’ambientazione inusuale (il manicomio). Ho visto qualche similitudine con le storie del Maestro, ma del resto sono due supervillain della saga, ci sta. Lo scontro finale è un po’ artificioso, ma il vero punto debole secondo me è solo la scelta di Mefisto di lasciare Tex e Carson prigionieri con Yama, malgrado non si fidi affatto del figlio. Proprio del tipo “Mah, che faccio? Lascio ad occuparsi dei miei due peggiori nemici il rampollo che domani ha la visita alla commissione invalidi dell’Asl? Sì, dai, in fondo cosa può succedere? Mica mi si sono mai liberati in passato.” Ah Mefì, ripigliati.

 

Il fatto che Mefisto prima tenti di far fuori pulitamente i suoi avversari sulla carrozza mentre in seguito li vuole -di nuovo- vivi per divertirsi è un’incongruenza, ma ci può stare la sospensione dell’incredulità, altrimenti non si fa più nulla. Diciamo che ha fatto un tentativo (senza neppure troppa convinzione di riuscire, mi pare) e poi gli è capitato di prenderli vivi dopo. Amen.

 

Telefonata anche la cattura di Kit e Tiger, benché tratti in inganno da Devlin. L’avevano capito che era una trappola… vabbé. Un appunto che potrei fare è che, visto che stanno in un manicomio e ci sono state delle (belle) tavole per mostrare i metodi ottocenteschi di (sigh) cura delle malattie mentali, sarebbe stato più opportuno utilizzare questi strumenti sui pards prigionieri, invece che il solito tavolo della tortura (come ha detto qualcuno). Altrimenti l’ambientazione fa da sfondo e basta. Ho trovato invece geniale la rivolta dei pazienti della clinica contro i loro aguzzini.

Parte 2: Ha senso Mefisto?

E qui vengo al nocciolo della questione: ha ancora senso Mefisto? L’esito degli scontri è scontato, e questi errori da matita rossa che commette (e che DEVE commettere, altrimenti vince e Tex finisce, ma ci torno poi) alla lunga lo rendono una macchietta più che un supercattivo.

 

In realtà questo è un problema di ogni saga duratura: ad esempio, il Darth Fener di Star Wars è potentissimo e un combattente formidabile a capo di un esercito superattrezzato, ma non vincono manco contro i pupazzetti. La Marvel risolve la questione della sfida infinita giocando sporco: la nemesi magari trionfa e sconfigge\uccide l’eroe. Per congiunzioni astrali favorevoli l’eroe resuscita, oppure continua ad esisterne una versione in una delle migliaia di dimensioni possibili e la sfida si rinnova. Ma tra Tex e Mefisto questa via di fuga non è contemplata.

 

La nemesi ricorrente serve ad impegnare l’eroe a 360°, perché lo scontro affonda nel passato del protagonista. I “cattivi di passaggio” raramente possono svolgere questa funzione, mentre le nemesi alternative non hanno lo stesso spessore (anche il Maestro, la Tigre Nera o Proteus finiscono sempre sconfitti). Il problema di Mefisto sta nel fatto che ha riportato solo due (2) vittorie concrete in questa epopea, per altro effimere: 1) agli albori, quando incastra Tex, costretto a ridiventare fuorilegge e fuggire in Messico (quindi deve affrontare un vero e proprio cambiamento); 2) quando al secondo incontro, dopo aver causato grandi disgrazie ai Navajos, riesce a catturare Kit e Carson lasciando Tex nella convinzione di averli persi per sempre. Un Tex in quello stato lo si vede, se ben ricordo, solo altre due volte in tutta la saga: quando muore Lilyth e quando Kit viene dato per morto in “Nella terra degli Utes”. Aggiungo ora lo strazio di Tex sotto ipnosi e vede Carson morto, ma è solo un momento (anche se quel “Amigo!” ce urla nella disperazione è davvero toccante).

 

Tolti questi episodi, in cui Tex e pards sono veramente messi al limite sia fisicamente che psicologicamente, Mefisto (e Yama) non è più riuscito a colpire nel profondo Tex. Al confronto di storie come “Il Grande Intrigo”, quelle con Mefisto e Yama si sono spesso rivelate delle passeggiate. Qualche volta Tex rischia qualcosa, magari invece che schivare pallottole avrà a che fare con qualche allucinazione o forza demoniaca, ma il giorno dopo se ne andrà a letto senza avere nessuna “cicatrice psicologica” in più. Insomma: non è cambiato nulla per Tex e i suoi, è solo una nuova sfida col nemico di turno.

 

Il guaio è che questo “cambiamento” che secondo me sarebbe necessario non solo per ridare un senso a Mefisto, ma anche per donare una ventata di nuovi stimoli all’intera saga, sarebbe del tenore della morte di Lilyth: una rivoluzione narrativa e una mazzata tremenda per Tex e pards. Questi plot twist in Tex ci sono stati solo nei primissimi numeri, perché poi il canone si è stabilizzato, e temo che la maggior parte dei lettori non approverebbero cambiamenti epocali come la perdita di un personaggio principale (perché morto o perché decide di intraprendere una nuova vita, o perché costretto a reinventarsi a seguito di circostanze drammatiche). La Marvel può permettersi queste per varie ragioni, ma se i lettori di Tex si incazzano perché il loro idolo viene sconfitto (non sia mai!) o un personaggio chiave sparisce o cambia in modo drastico per la Bonelli invece sarebbero guai!

 

Tex per certi versi vive in una bolla da circa 700 numeri, e Mefisto DEVE fare sempre gli stessi errori, perché se non li fa quella bolla si rompe. Carson muore? Io adoro Carson, vorrei campasse fino a cento anni come da profezia della strega hopi (o quello che era), ma sarebbe una mazzata tale da cambiare tutto. Kit litiga col padre perché per sconfiggere Mefisto Tex deve prendere una decisione contestata? Potrebbe andare un po’ alla ventura per conto suo (con storie che lo valorizzino, magari con relazioni che lo portino ad essere un individuo a sé, e non il comprimario che vive solo per il padre e lo zio adottivo). Drastico, ma lo troverei intrigante. Tiger viene ferito gravemente al punto da perdere l’uso di una gamba (sto inventando) e affrontare una dura “riabilitazione”? Verrebbe accettato? Qui ho letto fior di discussioni (interessanti, sia chiaro!) su qualche espressione di Tex un po’ fuori dagli schemi in “Verso l’Oregon”: non voglio immaginarmi cosa accadrebbe di fronte ad eventi come quelli che ho ipotizzato.

 

In conclusione, e mi scuso per il mattone, i casi sono due: o si predilige la tradizione e Mefisto rompe periodicamente il cazzo ai pards in modo più o meno creativo per poi tornare a leccarsi le ferite all’inferno o dove meglio crede, oppure dovrebbe essere il vero supervillain che colpisce duro, e la saga subirebbe una rivoluzione (in meglio o in peggio a seconda dei gusti). Alla redazione l’ardua decisione.

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  • 1 mese dopo...

Credo ci siano tre modi per dare un bilancio di questi tre albi.

 

Il primo è considerarli “solo” come metà di una storia ancora ben lungi dal finire: e per me questo è il modo giusto, al di là del cambio di disegnatori e della parola “Fine” in chiusura dell’albo “Bedlam” (è lo stesso discorso, insomma, che si fa per “L’uomo con la frusta”). Quindi una storia a metà, per ora molto bella ma ovviamente ingiudicabile nel suo insieme.

Il secondo è considerarla come una storia isolata di Tex, a prescindere dal nemico: e in questo caso siamo di fronte a una storia bellissima, una delle più cupe e horror di Tex, con un’ ambientazione da brividi (il manicomio, quasi un protagonista a sé) e un nemico, tal Mefisto, che ha messo in difficoltà i pards come forse mai si era visto. Tutta la lunga scena della cattura di Tex e Carson è magnifica, un crescendo di tensione che culmina quasi nel puro horror: Boselli, accompagnato alla grandissima dai Cestaro, ci mostra qui tutta la sua maestria di sceneggiatore.

C’è poi il terzo modo, che porta a considerare questa storia per quello che è: l’ennesimo ritorno di Mefisto. E allora, ecco il solito problema – almeno mio – coi ritorni di Mefisto e Yama: alla fine della fiera tutto questo dispiegamento di orrori e allucinazioni, demoni infernali e ipnosi, a cosa ha condotto? Chiudi “Bedlam” e i pards sono salvi, Tom Devlin non è impazzito, anche Mike Tracy è sopravvissuto a una coltellata in pancia. Insomma, tutta la terribilità di Mefisto si conclude nella scontata fuga rocambolesca, a mostrare un nemico che come al solito a Tex non riesce a fare nulla; e anzi, non solo a Tex, il che è ovvio, ma anche a comprimari di secondo piano come appunto un Tracy (e qui, per me, va fatta una tirata d’orecchi a Boselli: la scena dell’accoltellamento, bella senza dubbio, si rivela solo fine a se stessa e gratuita, e anzi il fatto che Tracy si salvi sottolinea ancor di più la sostanziale inconsistenza, la non pericolosità, di Mefisto).
Insomma, il problema è che quando arrivi alla fine di “Bedlam”, ripensi al terribile Mefisto e ti viene uno sbadiglio: e i reiterati ritorni di un personaggio sempre più terribile e infernale ma in realtà sempre solitamente non pericoloso, non fanno che renderlo sempre più noioso.

 

Cosa aspettarsi dal resto della storia? In cosa consisterà questo “trionfo di Mefisto” dell’ultimo albo a cui, credo, nessun lettore un minimo scafato crede? Boselli ci stupirà e avrà il coraggio di azzardare o assisteremo all’ennesima fuga con giuramento di vendetta? In questo caso il commento giusto sarebbe un laconico “che palle”!

 

Menzione speciale per i disegni dei Cestaro, soprattutto per il gemello autore delle pagine dispari, che secondo me mantiene un maggior equilibrio tra dettaglio e sintesi (in soldoni, mi sembra che l'altro abbia alcune volte la tendenza a tirare un po' via).

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Accidenti, @paco ordonez ... non sapevo che i Cestaro avessero diviso equamente il loro lavoro fra pagine pari e dispari.

 

Io sto preferendo questa prima parte alla seconda, sebbene sia prematuro ad oggi dare un giudizio definitivo. In ogni caso, il presunto "trionfo" di quelli megalomane imbecille di Mefisto potrebbe essere stato pensato da @borden come quello di Jafar in Aladino, otrenere il massimo del potere per rimanerne intrappolato, in quel caso nella lampada ... qui sicuramente in una bolla dimensionale dell'inferno.

 

Non vedo alternative più credibili, credo anche di conoscere un pò le scelte di @borden, ma spero che Mefisto resti confinato lì per almeno 10-15 anni del contatore terrestre :lol:

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  • 3 mesi dopo...

A mesi dall'uscita e dalla conclusione, ho deciso di reimmergermi nelle atmosfere gotiche ed esoteriche di questa prima parte del ritorno di Mefisto. Bravissimo Boselli, che ci ha riportato un Mefisto "relativamente rinsavito" rispetto al suo ritorno in vita di diversi anni addietro (è sempre il solito folle, ma ha evidentemente ritrovato lucidità e relativo metodo nel suo agire), ed altrettanto saggia si è rivelata la sua decisione di affidare i disegni di questa storia ai fratelli Cestaro, che sono riusciti a rendere impeccabilmente le atmosfere ed il contesto in cui "il fu" Steve Dickart tesse le sue folli trame criminose.

 

Di primissimo acchito, devo ammettere di aver provato non poca sorpresa nel constatare come, rispetto ai trascorsi, in questa circostanza non è Mefisto ad attirare più o meno esplicitamente a sé Tex ed i suoi pards, ma al contrario di come il negromante, trasferitosi a San Francisco sotto l'identità fittizia dello psichiatra Stephen Weyland, apprenda in maniera assolutamente casuale della presenza in città dei suoi acerrimi nemici; e questo aspetto, analizzandolo un po' più a freddo, oltre a rappresentare un evidente segno di rottura rispetto al passato credo possa essere considerato una delle chiavi dell' ottima riuscita della storia e, in senso più stretto, della perfetta resa del Mefisto "boselliano": non più, dunque, un individuo condotto nell'abisso della follia dalle forze oscure che evoca e bazzica ormai da una quarantina d'anni, frustrato dalle ripetute sconfitte subìte ad opera di Tex e, quindi, perennemente ansioso di ottenere la propria vendetta, tanto da finire vittima di un circolo vizioso da egli stesso creato ed alimentato (sconfitta, propositi di vendetta, affinamento delle arti magiche, nuova sconfitta, e si riparte da capo), bensì un criminale ormai non più del tutto umano, ma piuttosto ormai un tutt'uno con le forze oscure, che ha acquisito una tale lucidità da anteporre i propri progetti criminali al proprio desiderio di vendetta, comunque tutt'altro che sopita.

 

Non a caso, del resto, non appena viene a sapere della presenza a Frisco dei quattro pards, Mefisto non si lascia sfuggire l'occasione di regolare i conti con le proprie nemesi e non lascia nulla di intentato pur di riuscire nell'intento, senza però per questo porre in stand-by - a prova suprema della "maturità" raggiunta dal personaggio - la sua "grande opera" criminosa, consistente in rapine efferate e, al contempo, nell'internamento più o meno coatto di facoltosi individui presso il manicomio del quale esercita il ruolo di direttore dietro il nome di Stephen Weyland. Piccolo particolare non irrilevante, per portare avanti la propria opera il dottor Weyland si avvale della collaborazione di alcuni dei suoi pazienti, assassini e/o psicopatici della peggior risma (tutti caratterizzati ad hoc da Boselli) che ha chiesto ed ottenuto di poter sottoporre a cure psichiatriche, oltre che della perfida infermiera Ruth Wilson. Come non bastasse, parallelamente Mefisto si adopera per ridestare nell'abisso di follia in cui è precipitato il figlio Yama, mai ripresosi dal suo ultimo scontro con Tex. Un quadro quanto mai contorto ma tutt'altro che confuso, che ci mostra un Mefisto palesemente più pericoloso rispetto al passato, inevitabilmente molto più ostico da affrontare per Tex e compagni, i quali rischiano la sanità mentale e la vita come forse mai prima, finendo prigionieri presso il Black Mountain Asylum, ma venendone fuori con la consueta determinazione, un pizzico di buona sorte e grazie anche al supporto fornito dagli amici di Frisco, da Tom Devlin (che più di tutti rischia di perdere il senno) ai frequentatori della palestra Hercules. 

 

Fermo restando che tutta la storia, dalla prima all'ultima pagina, merita scroscianti applausi, la parte migliore in assoluto è a mio giudizio rappresentata dall'epilogo presso il Black Mountain Asylum, dai ritmi ben cadenzati e dunque non affrettato, in cui tutti gli equilibri vengono meno: Yama riacquista - o, almeno, sembra riacquistare - un minimo di padronanza di sé (salvo dimostrarsi ancora una volta non all'altezza del padre, e venendo quindi messo ancora una volta alla berlina da Tex), la polizia con Kit e Tiger fa irruzione nel manicomio e si scontra con la masnada agli ordini di Mefisto, Tex e Carson riescono a liberarsi dalla prigionia ed a liberare Tom Devlin dal diabolico influsso di Mefisto, senza però evitare che questi all'ultimo riesca ad eclissarsi, in compagnia del redivivo Yama, dell'infermiera Wilson e di un pugno di altri fedelissimi. Una vittoria di Pirro, forse, quella conseguita da Tex e compagni in questa circostanza, in linea di principio non facilissima da accettare ma estremamente funzionale in termini narrativi.

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  • 7 mesi dopo...

A volte mi chiedo quale sarà il futuro dei Dickart: quasi sicuramente rivedremo Lily in solitaria o accompagnata da qualche spalla criminale, socio o socia in affari poco leciti. Di Yama chissà quali notizie, per diversi anni molto probabilmente anche di Mefisto nella serie regolare mensile non ci sarà traccia se non indirettamente. C'é sempre un però...

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  • 4 mesi dopo...
  • 3 settimane dopo...

Finalmente ho letto questa prima parte (in 3 albi) del ritorno di Mefisto e devo dire che sono molto soddisfatto...

 

Inizio col parlare dei disegni che a mio avviso sono magnifici e perfetti per la storia... i Cestaro sono decisamente a loro agio con le ambientazioni a tinte horror!

 

Per quanto riguarda la storia i primo 2 albi sono veramente bellissimi e ti incollano alla lettura.

Il terzo albo è forse il più debole, ma le pecche evidenziate nei post precedenti a mio avviso sono comunque poca cosa di fronte ad una sceneggiatura ricchissima di personaggi, di situazioni action, di scene horror e anche di momenti divertenti sempre legati a Lefty e co.

 

Non manca veramente nulla ed anche il finale "non finale" è a mio avviso gestito benissimo; con Mefisto che scappa col bottino e portandosi dietro Yama e con i nostri che partono subito all'inseguimento, imparando dall'errore fatto nella storia di Nizzi.

 

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, cuervojones dice:

Finalmente ho letto questa prima parte (in 3 albi) del ritorno di Mefisto e devo dire che sono molto soddisfatto...

 

Inizio col parlare dei disegni che a mio avviso sono magnifici e perfetti per la storia... i Cestaro sono decisamente a loro agio con le ambientazioni a tinte horror!

 

Per quanto riguarda la storia i primo 2 albi sono veramente bellissimi e ti incollano alla lettura.

Il terzo albo è forse il più debole, ma le pecche evidenziate nei post precedenti a mio avviso sono comunque poca cosa di fronte ad una sceneggiatura ricchissima di personaggi, di situazioni action, di scene horror e anche di momenti divertenti sempre legati a Lefty e co.

 

Non manca veramente nulla ed anche il finale "non finale" è a mio avviso gestito benissimo; con Mefisto che scappa col bottino e portandosi dietro Yama e con i nostri che partono subito all'inseguimento, imparando dall'errore fatto nella storia di Nizzi.

 

 

Quello fu un bel trittico sotto tutti i punti vista, vincente per una storia di Tex ma anche, sostituendo la fisionomia dei personaggi di questa testata, per una storia di Dampyr con un Maestro della Notte al posto di Mefisto.

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