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TWF - Tex Willer Forum

Storia dei Maxi Tex


ymalpas
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9 ore fa, Diablero dice:

Credo invece che ci fossero queste considerazioni:

1) Diso è stata una colonna della casa editrice, anche solo per riconoscenza a parte il rapporto personale, non può essere lasciato disoccupato.

2) Diso lavora da decenni per la Bonelli, anche solo con gli "scatti d'anzianità" viene pagato immagino molto bene a tavola.

1+2=3) L'unica serie che può permettersi Diso e andare in attivo è Tex (forza anche Dylan Dog, ma Diso non sarebbe adatto)

4) Sulla serie regolare Diso fa perdere lettori, magari sul Maxi no...

 

C'erano infatti. Aggiungi però anche la quinta. Diso, Repetto, Cossu e Ortiz ti disegnavano una storia di 300 pagine in poco più di un anno con la loro media che oscillava tra le venti e trenta tavole mensili: qui ci si preoccupa che i Cestaro non riescano a farne quindici in quattro mesi, non vedrai mai i Cestaro su un Maxi Tex.

 

9 ore fa, Diablero dice:

Il fatto che fossero finite "le storie rimaste nel cassetto" e che siano state messe in cantiere storie appositamente per il Maxi, non significa assolutamente che non fosse più il ricettacolo di storie ritenute "impubblicabili". Significa piuttosto che dar lavoro a certi autori, a cui Bonelli voleva (o doveva, per riconoscenza e amicizia) dar lavoro, avrebbe prodotto REGOLARMENTE storie "impubblicabili" sulla regolare. Non incidenti di percorso come Oklahoma o Tex il Grande, ma un problema accettato in partenza.

 

Tutto corretto. Sergio non si curava affatto dei Maxi, poco gli importava, per lui esisteva solo la serie regolare e per il prestigio accumulato il Texone. Due collane per cui non guardava in faccia nessuno, nemmeno Diso che dirottò dal Texone al Maxi. Tutte le altre collane come i Color e i Cartonati, la Tex Willer e lo speciale Tex Willer, i due color e i due maxi annuali sono venuti solo dopo la sua morte. Persino il Texone di Seijas. Non parliamo neppure di Alaska, altro aborto di Texone. Tutte queste pubblicazioni fatte spesso a scapito della serie regolare: Nueces Valley sul Maxi Tex invece che sul mensile è solo un esempio eclatante per poi poter dire... ma guardate che sul Maxi Tex non è vero che ci siano solo gli scarti! questo florilegio di speciali nell'ottica di Sergio non lo avremmo mai avuto. Sono quelli che sono venuti dopo che se ne sono fregati della serie regolare e difatti vediamo sul mensile monaci volare tra i tetti e streghe impossessarsi del corpo di Carson. L'unica cosa che conta nella redazione attuale, in un periodo di calo delle vendite, è monetizzare il più possibille. E su Tex vendi tutti e tutto, compresi Diso e Cossu. Quello che ho cercato di spiegare a lungo a Boselli (che dà il meglio di se ovunque scriva e sembra avere qualche reticenza a ammettere quello che è lampante per tutti) è proprio l'idea feticista e intoccabile che Sergio aveva della serie regolare. Non dei Maxi Tex di cui non gliene fregava assolutamente un tubo.

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<span style="color:red">10 ore fa</span>, Diablero dice:

1) Diso è stata una colonna della casa editrice, anche solo per riconoscenza a parte il rapporto personale, non può essere lasciato disoccupato.

 

Ma allora in ultima analisi questa "riconoscenza" pesa solo sulle spalle di noi lettori costretti a sorbirci un pur grande disegnatore che però non piace su Tex. Non ci siamo. Ha senso se fai lavorare Diso perchè ritieni che sia bravo, non per "riconoscenza" da far pagare ai lettori. La casa editrice dovrebbe avere più "riconoscenza" verso i lettori che la "sovvenzionalo" da decenni.

 

Inoltre: se lo fai lavorare per riconoscenza, anche lui, consapevole di questo, ti verrà incontro e non pretenderà di essere pagato come se non fosse per riconoscenza, quindi non serve farlo lavorare su una testata che può permetterselo.

 

Ovviamente tutto cambia se Diso piace alla maggioranza dei lettori di Tex quindi è scelto per quello. 

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1 ora fa, ymalpas dice:

questo florilegio di speciali nell'ottica di Sergio non lo avremmo mai avuto.

Non ne sarei così sicuro. Già con Sergio Bonelli quasi tutte le testate avevano i loro Speciali, Maxi, Almanacchi, ecc. ecc., sia Mister No che Dylan Dog, Martin Mystere, e così via. E questo anche in periodi in cui la casa editrice andava a gonfie vele. Figuriamoci ora che le vendite sono in calo per vari motivi e che l'unico che regge ancora alla grande è Tex: è inevitabile - secondo un'ottica commerciale (che non è la nostra) - che venga "spremuto", e probabilmente avrebbe fatto la stessa cosa anche Sergio Bonelli (magari in modo diverso).

 

1 ora fa, ymalpas dice:

Sono quelli che sono venuti dopo che se ne sono fregati della serie regolare e difatti vediamo sul mensile monaci volare tra i tetti e streghe impossessarsi del corpo di Carson.

1 ora fa, ymalpas dice:

l'idea feticista e intoccabile che Sergio aveva della serie regolare

Mah... si diceva poco sopra che anche nel periodo di crisi di Nizzi post-500 non è che ci fossero sempre delle storie meravigliose sulla regolare e che anzi Sergio non si preoccupava troppo di pubblicare cose come "I fratelli Donegan", "Oltre il fiume" e "Moctezuma", ecc. Storie ben peggiori - a mio avviso - del monaco volante. (Per non parlare di alcune sue storie parecchio indigeste...)

 

Personalmente sono uno di quelli che darebbe sempre la priorità alla serie regolare, per le storie belle, (per es. avrei messo l'avventurosa "Mississippi Ring" al posto della fiacca "Vendetta di Quercia Rossa"), ma a quanto pare la filosofia odierna è quella di distribuire le storie migliori un po' qua, un po' là, per valorizzare tutte le collane extra.

Poi, se uno non è un completista, dopo un po' capisce quali albi può anche saltare (le future storie disegnate da Cossu e Diso, per esempio)... :lol:

 

41 minuti fa, Gunny dice:

Almeno per il Texone si impegnava a onorarne la filosofia di base. Oggi invece...

E anche qui siamo al: "Eh quando c'era Sergio sì che andava tutto meravigliosamente bene!"

La filosofia del Texone era di affidarlo a grandi artisti italiani e internazionali ed è rimasta ancora oggi così.

 

Si critica la presenza di disegnatori della serie regolare? Il Texone n. 3 lo disegnò Galep, il n. 7 Ticci.

Negli ultimi anni abbiamo avuto Casertano, Carnevale, Zuccheri, Majo, tutti grandissimi artisti che non hanno nulla da invidiare a nessuno.

Solo Villa fa parte dello staff di Tex (ma direi che non ci si può lamentare del suo Texone!). E prossimamente Biglia e Dotti (che a detta di Boselli sta facendo un grandissimo lavoro).

Poi ci saranno Palumbo e forse Pedro Mauro, (anche Altuna, se non ci fossero stati problemi).

Per quanto riguarda i Texoni, non so di che cosa ci si lamenti (a livello di disegni almeno).

 

 

 

 

Modificato da Poe
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<span style="color:red">57 minuti fa</span>, Poe dice:

Non ne sarei così sicuro. Già con Sergio Bonelli quasi tutte le testate avevano i loro Speciali, Maxi, Almanacchi, ecc.

 

L'Almanacco è una collana a parte, una sorta di rivista con articoli sul west a cui si è aggiunta una piccola storia. Le vere collane sono la serie regolare e i Texoni. Il maxi nasce per smaltire storie non pubblicabili. Ci puoi girare intorno quanto vuoi, ma è cosi. Dal 2012 si aggiungono due color, due cartonati, dodici numeri della serie Tex Willer, il maxi è pubblicato in due uscite annuali. Aumentano le patacche e i bollini stampati in copertina. Si, insomma, la matematica non è un'opinione.

 

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Poe dice:

Mah... si diceva poco sopra che anche nel periodo di crisi di Nizzi post-500 non è che ci fossero sempre delle storie meravigliose sulla regolare e che anzi Sergio non si preoccupava troppo di pubblicare cose come "I fratelli Donegan", "Oltre il fiume" e "Moctezuma", ecc.

 

La colpa non era di Sergio, ma purtroppo di Nizzi. Dovresti rileggere cosa dice a proposito della storia di Ukasi, che non tenta neanche di difendere sul libro intervista di Guarino: capirai quali erano i loro rapporti allora. Poi Sergio nei primi anni duemila ci aveva provato: Boselli non stava bene, D'Antonio tentennava, poi  Ruju, Faraci e Manfredi ma nessuno di loro in grado di eguagliare le storie migliori di Nizzi degli anni ottanta e in parte novanta, ne tantomeno avvicinarsi ai capolavori di Boselli. Insomma non è che Sergio avesse mollato la serie regolare, pubblicava il meno peggio di quello che il convento passava. Nizzi si è ritirato nel 2008 perché era stufo di vedersi bocciare i soggetti. Ukasi è una storia del 2006 che doveva disegnare Fusco, Nizzi racconta come il soggetto subì una serie di modifiche perché le idee iniziali di Nizzi non piacevano a Sergio. Nizzi non riesce a capacitarsi di come alla fine sia passata la trovata più balorda: ammette che Sergio doveva essere sfinito. Paragonare la situazione di allora a quella delle storie pubblicate nel 2021 è del tutto fuori luogo.

 

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Poe dice:

Per quanto riguarda i Texoni, non so di che cosa ci si lamenti (a livello di disegni almeno).

 

E chi si lamenta?

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1 ora fa, ymalpas dice:

Dal 2012 si aggiungono due color, due cartonati, dodici numeri della serie Tex Willer, il maxi è pubblicato in due uscite annuali. Aumentano le patacche e i bollini stampati in copertina. Si, insomma, la matematica non è un'opinione.

Non voglio certo difendere l'attuale gestione della Bonelli per quanto riguarda le patacche, i bollini e quant'altro, né tantomeno l'attuale tendenza a moltiplicare in modo esponenziale le uscite di Tex (se fosse per me farei uscire solo la serie regolare, il Texone e Tex Willer).

Dico solo due cose:

1) la tendenza ad aumentare le uscite era già iniziata con Sergio Bonelli (il primo color esce nel 2011, non nel 2012, ossia l'anno della sua morte, quindi sicuramente era già stato programmato e approvato da lui). E questo vale per tutte le testate bonelli: basti vedere Dylan Dog (il cui color è del 2007) che, visto il suo successo, veniva già all'epoca "spremuto" in tutti i modi possibili: Dylan regolare, Speciale, Maxi semestrale, Dylandogone, Almanacco, Color fest e varie iniziative collaterali.

2) non possiamo sapere se oggi, con la crisi profonda del settore, Sergio Bonelli non avrebbe moltiplicato anche lui le uscite di Tex (unico fumetto Bonelli che vende molto). Magari senza patacche e altre amenità, ma probabilmente l'avrebbe fatto. Se non altro per non dover lasciare senza lavoro disegnatori e sceneggiatori, com'era giustamente nella sua filosofia.

1 ora fa, ymalpas dice:

La colpa non era di Sergio, ma purtroppo di Nizzi.

1 ora fa, ymalpas dice:

Poi Sergio nei primi anni duemila ci aveva provato:

Nessuno mette in discussione il tentativo di Sergio Bonelli di tenere alta la qualità di Tex. Sta di fatto che anche nella fascia 500-600, quando c'era Sergio, compaiono parecchie storie scadenti e c'è un calo qualitativo della serie regolare. Questo è un dato oggettivo, al di là dei motivi di fondo.

E allo stesso modo anche Boselli oggi potrebbe risponderti così: "Non è colpa mia, ci sto provando". E in effetti non è colpa sua se - oggi come ieri - non ci sono sceneggiatori in grado di scrivere Tex, qualcuno anzi è un po' appannato, e - in più - la crisi costringe la casa editrice a moltiplicare le tavole annuali di Tex ("costringe" dal loro punto di vista).

1 ora fa, ymalpas dice:
3 ore fa, Poe dice:

Per quanto riguarda i Texoni, non so di che cosa ci si lamenti (a livello di disegni almeno).

 

E chi si lamenta?

Non era rivolto a te, mi riferivo al commento di Gunny che si lamenta che i Texoni oggi non rispettano più la filosofia di base di Sergio. E a me non sembra.

Modificato da Poe
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35 minuti fa, Poe dice:

1) la tendenza ad aumentare le uscite era già iniziata con Sergio Bonelli (il primo color esce nel 2011, non nel 2012, ossia l'anno della sua morte, quindi sicuramente era già stato programmato e approvato da lui).

 

Volevo scriverlo prima, ma non ho avuto tempo: non solo il Color fu approvato da Sergio Bonelli (era già in lavorazione nel settembre 2010, quando intervistai Boselli), ma addirittura introdotto da un editoriale a sua firma.

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Il color nasce dal successo di Tex Repubblica a colori. Se da un lato Sergio poteva essere tentato dal lancio di una nuova collana, dall'altro soppesate che oggi abbiamo due color annuali e due maxi annuali. Una nuova serie con il suo speciale di natale. Due cartonati alla francese. State contestando questo? Volete assimilare la gestione prudente di Sergio Bonelli con l'attuale mercificazione del marchio Tex? Davvero non vi capisco. Se volete contestare che il maxi per Sergio era il contenitore per delle storie non pubblicabili fatelo ma spiegatemi con il massimo della chiarezza dove sto sbagliando a pensarla così. Mi dovete spiegare i timori di un editore cui ripugna la pubblicazione del Texone di Seijas in una collana a cui tiene e va fiero con l'andazzo odierno che a casa mia definisco 'spremere i limoni'. Adesso aspetto Diablero che vi demolirà del tutto con le sue argomentazioni.

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Come dice Ymalpas, il grande successo della Collezione Storica a Colori (in una casa editrice dove molti denigravano apertamente G.L. Bonelli ritenendolo "vecchio" e "superato" mentre i loro ripetuti fallimenti erano "fumetto colto") ha sbalestrato parecchi, compresi molti critici modaioli. Visto che non potevano accettare che il "vecchio" e "superato" GL Bonelli avesse ancora tanto seguito, si erano per me convinti che fosse perchè "era a colori", e si sono presi una sbandata grossa come un elefante per il colore e per qualche anno hanno sverniciato di tutto. Salvo rendersi conto che la roba che non vendeva in b/n non vendeva manco a colori...

 

Come ha detto Recchioni in un (raro?) momento di lucidità nella lezione che tenne alla Holden (la trovate su YouTube), "in Italia negli anni 70 GLBonelli vendeva 800.000 copie di ogni numero, Berardi con Ken Parker ne vendeva 40-50.000 (UN VENTESIMO!), ovviamente da quel momento tutti gli autori di fumetti italiani cercano di imitare Berardi e nessuno imita GL Bonelli..." (aggiungendo poi che anche lui non faceva eccezione..). Basta vedere quante "Berardeggiate" sono state pubblicate nei Color Tex Storie Brevi: di fronte alla possibilità di scrivere una storia di Tex, il 99% degli sceneggiatori italiani, vittima di una specie di sindrome di Stoccolma, dicono "oh, finalmente potrò scrivere Ken Parker!"

 

Non è che GLBonelli in particolare sia "fuori moda" nel fumetto italiano, nel fumetto italiano è proprio "fuori moda" e cosa disdicevole il fare fumetti PER I LETTORI e CHE VENDONO. Non è una cosa da "vero autore". Non si fa!

 

Che in una situazione simile per far quadrare i conti si aumentino gli albi di Tex (cioè, praticamente dell'unica cosa che fanno che vende sul serio grossi numeri), nell'incapacità di pagare gli stipendi con "i fumetti colti", è abbastanza ovvio.

 

Però era ovvio dagli anni 80. Certo, nella seconda metà della decade hanno fatto il colpaccio con Dylan Dog, ma prima, nonostante la crisi di tutto il settore, di Tex continuavano ad uscire solo 1 serie (quella regolare) più 1 sola serie di ristampe (la tre stelle). Perché se Sergio Bonelli era tanto favorevole a questa cosa non la fece all'epoca?

 

L'ovvia deduzione, guardando anche alla cautela nel mettere nuovi autori su Tex e alle tante storie nel cassetto, è che Sergio Bonelli non era favorevole per niente a questa proliferazione. Guardava più alla sopravvivenza della casa editrice a lungo termine che all'incasso del mese dopo, e quindi temeva di uccidere la gallina dalle uova d'oro spremendo troppo i lettori di Tex.

 

Il primissimo collaterale di Tex è il Texone, pubblicato nel 1988 in occasione del quarantennale del personaggio. Ed è una scusa per pubblicare una storia di Buzzelli che aveva nel cassetto da anni (all'epoca era una storia leggendaria, nel fandom la notizia di Buzzelli che faceva Tex aveva fatto scalpore tipo il Texone di Magnus, e c'era stata molta delusione quando era stata chiusa in un cassetto). Molte caratteristiche del Texone arrivano semplicemente per caso da quella storia, che era per caso lunga esattamente 224 pagine (se fosse stata lunga 180 pagine tutti i texoni successivi avrebbero avuto 180 pagine...)

 

Idem per il maxi: per smaltire storie impubblicabili. impubblicabili per paura di scontentare un lettore texiano visto come estremamente tradizionalista e ostile ad ogni novità.

 

Questi collaterali sono una serie di "tentiamo la sorte, se va male almeno abbiamo vuotato i cassetti", seguiti dal vedere, fra la sorpresa e il sollievo per lo scampato pericolo, che il pubblico gradiva e vendevano. Solo DOPO aver visto questa cosa "passava la paura che i lettori inferociti rifiutassero di comprarla" ed entrambe sono diventate serie regolari.

 

Ma anche con quelli, si arriva a 14 uscite all'anno.

 

Anche l'almanacco nasce così, ma su un'altra testata, fu un idea di Castelli su Martin Mystere: andò bene, e l'iniziativa si allargò anche agli altri personaggi.  Ma anche con l'almanacco del west, si arriva 15 albi di Tex all'anno.

 

E sono rimasti solo quindici PER 15 ANNI!  Per tanti anni, dal 1996 al 2011, non si aggiunge nemmeno una pagina in più! (vabbè, qualche storia breve qua e là, bazzecole...), nonostante la crisi delle vendite, nonostante la chiusura di tante serie, Sergio Bonelli non aumenta le uscite di Tex. Gli mancano anche gli autori, le continue difficoltà di trovare autori adatti a Tex sono note a tutti qui nel forum.

 

Poi arriva il boom della CSAC, e si lancia il Color Tex. Agosto 2011. Annuale. E siamo a 16 albi di Tex in un anno.

 

Subito dopo Sergio Bonelli muore (settembre 2011, fa appena in tempo a vedere il primo Color Tex), e da quel momento...  INIZIA LA SARABANDA!

 

MUSICA, MAESTRO!

 

- 2013: IL COLOR DIVENTA SEMESTRALE (17 albi all'anno)

 

- 2015 SI LANCIA LA SERIE DEI CARTONATI ALLA FRANCESE (da subito semestrali) (19 albi all'anno)

 

- 2018: IL MAXI DIVENTA SEMESTRALE (20 albi all'anno)

 

- 2018: PARTE LA SERIE TEX WILLER (che, ricordiamolo sempre a futura memoria, nelle intenzioni di Airoldi doveva essere un reboot delle vecchie avventure tipo "Zagor le Origini" ma con "disegnatori più moderni", tipo quelli dei supereroi...)  (32 albi all'anno)

 

- 2019: PARTE LA SERIE "SPECIALI TEX WILLER" (33 albi all'anno)

 

- 2021 SI AGGIUNGONO GLI ALBI "BIS" (34 albi all'anno)

 

- Nel 2021, esce anche l'anastatica a striscia, a cui vengono allegati 6 albi inediti. Aggiungendoli arriviamo a 40 ALBI DI TEX PUBBLICATI NEL CORSO DEL 2021.

 

(e non finisce qui, cosa si inventeranno prima della fine del 2022? per me fra pochi anni ci arriviamo a 50 albi all'anno...)

 

Quindi...

 

Dal 1957 al 1987 escono, per 30 anni, 12 Tex all'anno.

Dal 1988 al 1993 escono, per 6 anni, 13 Tex all'anno.

Dal 1994 al 1996 escono, per 3 anni, 14 Tex all'anno.

Dal 1997 al 2011 escono, per 15 anni, 15 Tex all'anno.

 

Nel 2021, dopo soli 10 anni dalla morte di Sergio Bonelli, escono 40 Tex in un anno!

 

A me la frattura, lo stacco netto e la giravolta a U col il cambiamento a 180 gradi di direzione, passando da "bisogna stare attenti a non scontentare i lettori, i personaggi devono durare" a "spremiamo quei polli dei lettori, chissenefrega della durata dei personaggi" mi pare più che evidente....

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Poe dice:

Non era rivolto a te, mi riferivo al commento di Gunny che si lamenta che i Texoni oggi non rispettano più la filosofia di base di Sergio. E a me non sembra.

Poi mi spieghi dov'è che mi sarei lamentato dei disegni.

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<span style="color:red">30 minuti fa</span>, Diablero dice:

A me la frattura, lo stacco netto e la giravolta a U col il cambiamento a 180 gradi di direzione, passando da "bisogna stare attenti a non scontentare i lettori, i personaggi devono durare" a "spremiamo quei polli dei lettori, chissenefrega della durata dei personaggi" mi pare più che evidente....

Quando scrivevo del rispetto di Sergio Bonelli per i lettori intendevo questo.

Sul personaggio Tex (e direi anche Dylan Dog) oggi c'è una sorta di "cash cow" sin troppo evidente e la tua analisi lo dimostra.

Non sta a me giudicare se sia una politica giusta o sbagliata.

Non ne ho le competenze e manco mi interessa.

Non abbiamo la controprova che, se ci fosse ancora Sergio al timone, le cose andrebbero diversamente.

Quello che oggi, secondo me, manca è l'attenzione e la cura verso il lettore che sentivo viva anni fa.

L'unica volta che ho potuto incontrare Sergio dal vivo a me ha trasmesso questo.

Ed è bastata la sua presenza, manco ci ho parlato!

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@ymalpas con la sua impeccabile escursione storica ha spiegato una cosa per me importantissima: perché ho smesso di leggere Tex nel 2015. :D

Quell'aumento esponenziale di uscite mi metteva a disagio: leggere Tex era un evento, una storia nuova da leggere circa ogni due mesi, resa ancora più bella dall'attesa. Un rito da godersi con i giusti tempi. Una volta rinunciato alle nuove collane e resomi conto che mi stavo perdendo pezzi fondamentali della continuità e della biografia texiana, chiudere del tutto è stato facile.

Stessa cosa che mi è successa con la Formula 1: quindici-sedici gare in un anno sono più che sufficienti, quando hanno superato quella cifra, a fine anni Novanta-primi duemila, non è che non ho guardato le gare che facevano in più... Ho smesso del tutto. Provavo un senso di sazietà ed eccesso che mi nauseava. Così invece della Formula 1 oggi mi guardo il Turismo Carretera, che posso guardare quando voglio su YouTube. :D

Mi rendo conto che, a differenza di quanto mi accade di solito nella vita, con Tex ho troncato al momento giusto. E mi dispiace un mondo per gli autori, che fanno un lavoro degno di grande rispetto.

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1 ora fa, Gunny dice:

Poi mi spieghi dov'è che mi sarei lamentato dei disegni.

Poi allora ci spieghi il tuo commento sibillino, che a me sembra una lamentela.

9 ore fa, Gunny dice:

Almeno per il Texone si impegnava a onorarne la filosofia di base. Oggi invece...

 

1 ora fa, Diablero dice:

Nel 2021, dopo soli 10 anni dalla morte di Sergio Bonelli, escono 40 Tex in un anno!

 

Ma su questo sono d'accordissimo: si sta spremendo Tex in modo assurdo, aumentando uscite su uscite ogni anno (l'ultima è il bis estivo), con la filosofia del "finché dura continuiamo". (Anche se c'è da dire che a molti lettori va bene così, mi sembra).

 

Dico solo che, anche se non in modo così clamoroso, quando c'era Sergio una moltiplicazione non necessarie delle uscite di Tex era già iniziata: va bene il Texone per la sua qualità e il suo prestigio, va bene anche l'Almanacco per i suoi articoli, ma i Maxi (a parte i primi) e il Color cos'erano, se non albi che servivano solo a far quadrare i conti, non certo a migliorare la qualità della serie?

Di sicuro, poi, era già in corso da un bel po' la "spremitura" di Dylan Dog (ai tempi di Sergio in un anno: 12 albi mensili, 2 Maxi, 1 Dylandogone, 1 Almanacco, 1 Color fest, altre iniziative varie, tipo "Dylan Dog incontra Claudio Baglioni" o cose così), con la pubblicazione di ciofeche sempre più illeggibili (dopo il ritiro di Sclavi), che però non impedivano di moltiplicare le uscite dell'Indagatore dell'Incubo di anno in anno. Mai letto un Maxi o un Color di Dylan Dog dei primi anni 2000, per esempio? Meglio così...

 

Nessuno nega che Sergio Bonelli fosse un bravo editore, attento e rispettoso dei suoi lettori, ma era un imprenditore non un benefattore, e se in passato non ha moltiplicato le uscite di Tex più di tanto era anche perché non ce n'era bisogno, visto che Tex vendeva centinaia di migliaia di copie, e così anche Zagor, Mister No, Dylan Dog, Nathan Never, ecc. ecc. Tutte serie di successo. Quando le vendite sono calate (non solo quelle di Tex, ma soprattutto quelle degli altri personaggi) è stato lui per primo a iniziare a moltiplicare le uscite annuali di Tex (e di Dylan e di Zagor), senz'altro controvoglia, senz'altro a malincuore, ma l'ha fatto. 

 

Ora lo stacco rispetto al passato c'è, le uscite di Tex e di Dylan si sono raddoppiate negli ultimi anni, per tenere in piedi una casa editrice che negli ultimi anni ha visto chiudere un sacco di serie e crollare le vendite di quelle che ci sono (già in crisi quando c'era Sergio). Però, rispetto a prima, io ci vedo soprattutto una incapacità di creare nuovi personaggi di successo e una difficoltà (o impossibilità oggettiva) di far durare quelle che ci sono: è questo il motivo principale per cui si "spreme" Tex. Almeno finché dura. 

 

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<span style="color:red">52 minuti fa</span>, Poe dice:

 Almeno finché dura. 

Ma per quanto tempo ancora potrà durare?

 

Anche Tex, senza adeguati ricambi generazionali tra gli autori, non potrà resistere in eterno; finora la presenza di Borden, come autore e curatore, è stata una garanzia, ma un domani? 

 

Se non si imbecca una scelta vincente alternativa (vedi Dylan Dog anni 80) sarà un continuo navigare a vista, ma si è più in grado di trovarla un'idea vincente in mezzo a gadget e bollini? C'è più interesse a rischiare quando si può contare ancora sul tranquillizzante bacino di acquirenti sicuri di Tex?

 

Per tornare in topic, molto interessanti, come di consueto, gli interventi di @ymalpas relativi ai vari retroscena sui maxi.

Personalmente ritengo che sia scellerata la programmazione semestrale di un tale formato, ma ormai la quantità ha preso il sopravvento su tutto e non mi stupirebbe che qualcuno in redazione lo rendesse addirittura trimestrale. :D 

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@Condor senza meta, che cosa hai fatto! Non dare idee, per favore... :D

Certo che, se spostassero Mignacco e Chiaverotti in pianta stabile su Tex, ci sarebbero anche gli autori per farlo.

Ciò mi ricorda il Maxi di Mignacco, al riguardo del quale ero molto curioso, ma che non ho mai comprato. Non vedo l'ora che la retrospettiva di @ymalpas arrivi lì.

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12 ore fa, Diablero dice:

Come dice Ymalpas, il grande successo della Collezione Storica a Colori (in una casa editrice dove molti denigravano apertamente G.L. Bonelli ritenendolo "vecchio" e "superato" mentre i loro ripetuti fallimenti erano "fumetto colto") ha sbalestrato parecchi, compresi molti critici modaioli. Visto che non potevano accettare che il "vecchio" e "superato" GL Bonelli avesse ancora tanto seguito, si erano per me convinti che fosse perchè "era a colori", e si sono presi una sbandata grossa come un elefante per il colore e per qualche anno hanno sverniciato di tutto. Salvo rendersi conto che la roba che non vendeva in b/n non vendeva manco a colori...

 

Come ha detto Recchioni in un (raro?) momento di lucidità nella lezione che tenne alla Holden (la trovate su YouTube), "in Italia negli anni 70 GLBonelli vendeva 800.000 copie di ogni numero, Berardi con Ken Parker ne vendeva 40-50.000 (UN VENTESIMO!), ovviamente da quel momento tutti gli autori di fumetti italiani cercano di imitare Berardi e nessuno imita GL Bonelli..." (aggiungendo poi che anche lui non faceva eccezione..). Basta vedere quante "Berardeggiate" sono state pubblicate nei Color Tex Storie Brevi: di fronte alla possibilità di scrivere una storia di Tex, il 99% degli sceneggiatori italiani, vittima di una specie di sindrome di Stoccolma, dicono "oh, finalmente potrò scrivere Ken Parker!"

 

Non è che GLBonelli in particolare sia "fuori moda" nel fumetto italiano, nel fumetto italiano è proprio "fuori moda" e cosa disdicevole il fare fumetti PER I LETTORI e CHE VENDONO. Non è una cosa da "vero autore". Non si fa!

 

Che in una situazione simile per far quadrare i conti si aumentino gli albi di Tex (cioè, praticamente dell'unica cosa che fanno che vende sul serio grossi numeri), nell'incapacità di pagare gli stipendi con "i fumetti colti", è abbastanza ovvio.

 

Però era ovvio dagli anni 80. Certo, nella seconda metà della decade hanno fatto il colpaccio con Dylan Dog, ma prima, nonostante la crisi di tutto il settore, di Tex continuavano ad uscire solo 1 serie (quella regolare) più 1 sola serie di ristampe (la tre stelle). Perché se Sergio Bonelli era tanto favorevole a questa cosa non la fece all'epoca?

 

L'ovvia deduzione, guardando anche alla cautela nel mettere nuovi autori su Tex e alle tante storie nel cassetto, è che Sergio Bonelli non era favorevole per niente a questa proliferazione. Guardava più alla sopravvivenza della casa editrice a lungo termine che all'incasso del mese dopo, e quindi temeva di uccidere la gallina dalle uova d'oro spremendo troppo i lettori di Tex.

 

Il primissimo collaterale di Tex è il Texone, pubblicato nel 1988 in occasione del quarantennale del personaggio. Ed è una scusa per pubblicare una storia di Buzzelli che aveva nel cassetto da anni (all'epoca era una storia leggendaria, nel fandom la notizia di Buzzelli che faceva Tex aveva fatto scalpore tipo il Texone di Magnus, e c'era stata molta delusione quando era stata chiusa in un cassetto). Molte caratteristiche del Texone arrivano semplicemente per caso da quella storia, che era per caso lunga esattamente 224 pagine (se fosse stata lunga 180 pagine tutti i texoni successivi avrebbero avuto 180 pagine...)

 

Idem per il maxi: per smaltire storie impubblicabili. impubblicabili per paura di scontentare un lettore texiano visto come estremamente tradizionalista e ostile ad ogni novità.

 

Questi collaterali sono una serie di "tentiamo la sorte, se va male almeno abbiamo vuotato i cassetti", seguiti dal vedere, fra la sorpresa e il sollievo per lo scampato pericolo, che il pubblico gradiva e vendevano. Solo DOPO aver visto questa cosa "passava la paura che i lettori inferociti rifiutassero di comprarla" ed entrambe sono diventate serie regolari.

 

Ma anche con quelli, si arriva a 14 uscite all'anno.

 

Anche l'almanacco nasce così, ma su un'altra testata, fu un idea di Castelli su Martin Mystere: andò bene, e l'iniziativa si allargò anche agli altri personaggi.  Ma anche con l'almanacco del west, si arriva 15 albi di Tex all'anno.

 

E sono rimasti solo quindici PER 15 ANNI!  Per tanti anni, dal 1996 al 2011, non si aggiunge nemmeno una pagina in più! (vabbè, qualche storia breve qua e là, bazzecole...), nonostante la crisi delle vendite, nonostante la chiusura di tante serie, Sergio Bonelli non aumenta le uscite di Tex. Gli mancano anche gli autori, le continue difficoltà di trovare autori adatti a Tex sono note a tutti qui nel forum.

 

Poi arriva il boom della CSAC, e si lancia il Color Tex. Agosto 2011. Annuale. E siamo a 16 albi di Tex in un anno.

 

Subito dopo Sergio Bonelli muore (settembre 2011, fa appena in tempo a vedere il primo Color Tex), e da quel momento...  INIZIA LA SARABANDA!

 

MUSICA, MAESTRO!

 

- 2013: IL COLOR DIVENTA SEMESTRALE (17 albi all'anno)

 

- 2015 SI LANCIA LA SERIE DEI CARTONATI ALLA FRANCESE (da subito semestrali) (19 albi all'anno)

 

- 2018: IL MAXI DIVENTA SEMESTRALE (20 albi all'anno)

 

- 2018: PARTE LA SERIE TEX WILLER (che, ricordiamolo sempre a futura memoria, nelle intenzioni di Airoldi doveva essere un reboot delle vecchie avventure tipo "Zagor le Origini" ma con "disegnatori più moderni", tipo quelli dei supereroi...)  (32 albi all'anno)

 

- 2019: PARTE LA SERIE "SPECIALI TEX WILLER" (33 albi all'anno)

 

- 2021 SI AGGIUNGONO GLI ALBI "BIS" (34 albi all'anno)

 

- Nel 2021, esce anche l'anastatica a striscia, a cui vengono allegati 6 albi inediti. Aggiungendoli arriviamo a 40 ALBI DI TEX PUBBLICATI NEL CORSO DEL 2021.

 

(e non finisce qui, cosa si inventeranno prima della fine del 2022? per me fra pochi anni ci arriviamo a 50 albi all'anno...)

 

Quindi...

 

Dal 1957 al 1987 escono, per 30 anni, 12 Tex all'anno.

Dal 1988 al 1993 escono, per 6 anni, 13 Tex all'anno.

Dal 1994 al 1996 escono, per 3 anni, 14 Tex all'anno.

Dal 1997 al 2011 escono, per 15 anni, 15 Tex all'anno.

 

Nel 2021, dopo soli 10 anni dalla morte di Sergio Bonelli, escono 40 Tex in un anno!

 

A me la frattura, lo stacco netto e la giravolta a U col il cambiamento a 180 gradi di direzione, passando da "bisogna stare attenti a non scontentare i lettori, i personaggi devono durare" a "spremiamo quei polli dei lettori, chissenefrega della durata dei personaggi" mi pare più che evidente....

 

 

Dico solo due cose, per mancanza di tempo e di logorrea... :lol:

 

I tempi erano diversi, Tex vendeva di più, TUTTO vendeva di più. Quindi credo che Sergio avrebbe rivisto certe sue convinzioni, già le stava rivedendo. E dice bene Poe sulla proliferazione di Dylan e Nathan con Sergio ancora al timone...

 

Contesto che la qualità sia così scaduta. Ci sono annate di Tex del passato che io da lettore ho ritenuto mediocri per non dir di peggio. Pur consapevole di alcuni difetti, mi sembra che teniamo botta, è quasi un miracolo. In particolare sono contento di Tex Willer, serie a cui come sai ero contrario, perché, secondo logica, la pensavo come te. Ma ho dovuto farla per forza di cose e ora trovo che stia funzionando e, per ora, non abbia troppo danneggiato la serie regolare (nella quale senza TW sarebbe uscita qualche mia storia in più, claro qui  sì, hombre.. ma non è detto automaticamente che sarebbero state storie così buone...)

 

Avete letto l'ultimo ROBINSON?  Se vogliamo stare a galla, questo è...

 

 

Modificato da borden
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33 minuti fa, borden dice:

 

Contesto che la qualità sia così scaduta. ..

 

 

Sono d'accordo con te. La qualità percepita (dei contenuti, tralasciamo le vesti editoriali estetiche)  è una conseguenza del gradimento, che su Tex mi pare che rimanga ancora mediamente alto (e lo spessore degli interventi in questo forum ne è la riprova).

Cosa dovrebbe dire allora uno storico lettore di testate storiche quali Alan Ford e Diabolik (e io ero tra quelli, ERO!) quando prende in mano uno qualsiasi dei numeri usciti negli ultimi 20 anni (ad essere buoni)?

Quello che forse non piace ai più è la dispersione delle storie in una moltitudine di pubblicazioni (tralasciando le ristampe) che sempre più vanno intrecciando trame e personaggi, talvolta sembra a forza per trovare gli spunti che ormai cominciano a scarseggiare. 

Modificato da PapeSatan
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1 hour ago, borden said:

 

 

 

Contesto che la qualità sia così scaduta. Ci sono annate di Tex del passato che io da lettore ho ritenuto mediocri per non dir di peggio. Pur consapevole di alcuni difetti, mi sembra che teniamo botta, è quasi un miracolo. In particolare sono contento di Tex Willer, serie a cui come sai ero contrario, perché, secondo logica, la pensavo come te. Ma ho dovuto farla per forza di cose e ora trovo che stia funzionando e, per ora, non abbia troppo danneggiato la serie regolare

 

 

Questa è una cosa che non sapevo. Pensavo Boselli avesse voluto Tex Willer, considerando che dalla qualità della serie e delle sue storie su questa serie, fosse una sorta di figlio prediletto (ma non a scapito della regolare). E invece.... Beh possiamo solo essere contenti che il successo della serie abbia "smentito" le intenzioni iniziali. 

Io ho re-iniziato a leggere Tex dopo tantissimi anni, l'ultimo albo che avevo comprato era La cripta o giù di li. 

Trovo che Tex sia oggi ancora in forma strepitosa, anche se forse qualche pubblicazione in meno non guasterebbe perché permetterebbe di pubblicare davvero roba di alta qualità mentre spesso le storie sembrano uscire per tappare delle necessità... Forse i maxi sono troppo frequenti, io vedrei di buon occhio il Maxi, il cartonato e il Color come annuali, in modo da far uscire i fuori serie principali a distanza di 3 mesi ognuno, comunque un'elevata frequenza ma con prodotti diversi e di maggior qualità. 

Ma capisco la necessità di far cassa anche, perché Tex è probabilmente una delle poche testate che regge il peso anche di altre...

Dico anche che con meno uscite ma di maggior qualità, forse qualcuno potrebbe leggere anche altro (io ad esempio leggo Zagor ma forse avrei spazio per seguire un'altra serie), sono frenato dal fatto che non ho tempo e soldi da investire, oltre Tex e Zagor con le vagonate di uscite che comunque ci tengo a prendere, speranzoso di trovare belle (non per forza strepitose) storie (e non sempre capita)

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<span style="color:red">12 ore fa</span>, Poe dice:

Poi allora ci spieghi il tuo commento sibillino, che a me sembra una lamentela.

Sibillino? Credo che sia noto a tutti il mio pensiero sui texoni, visto che l'ho espresso più volte in vari topic (specie quelli d'anteprima). Non voglio allungare il brodo qui per non andare OT, se vuoi sapere come la penso puoi cercare quei miei post.

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<span style="color:red">14 ore fa</span>, Diablero dice:

 

Come ha detto Recchioni in un (raro?) momento di lucidità nella lezione che tenne alla Holden (la trovate su YouTube), "in Italia negli anni 70 GLBonelli vendeva 800.000 copie di ogni numero, Berardi con Ken Parker ne vendeva 40-50.000 (UN VENTESIMO!), ovviamente da quel momento tutti gli autori di fumetti italiani cercano di imitare Berardi e nessuno imita GL Bonelli..." (aggiungendo poi che anche lui non faceva eccezione..). Basta vedere quante "Berardeggiate" sono state pubblicate nei Color Tex Storie Brevi: di fronte alla possibilità di scrivere una storia di Tex, il 99% degli sceneggiatori italiani, vittima di una specie di sindrome di Stoccolma, dicono "oh, finalmente potrò scrivere Ken Parker!"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Io penso che GLB sia impossibile da imitare o comunque molto difficile. Molto difficile anche perchè il substrato culturale era il feuilleton, o Salgari, Verne, Stevenson, Cooper, john Ford...  Non ci sono più autori che hanno il substrato di GLB perchè Salgari e Cooper non li hanno letti. Mancano le basi. 

Berardi, sinceramente, mi sembra più facile all'apparenza. All'apparenza, sottolineo apparenza, uno pensa: ci metto due-tre cose di sensibilità o di denuncia sociale ed ecco fatto. Cioè intendo dire che uno può pensare (poi, riuscirci, è un'altra cosa) di imitare Berardi, mentre GLB (proprio perchè non ha la stessa base culturale),

  • +1 2
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  • Collaboratori

Sulla questione dei Maxi e della loro utilità (disegnatori che non beneficiano di una vera e propria pensione e sono costretti a campare inchiostrando tavole su tavole fino a ottant'anni) ne abbiamo discusso fino allo sfinimento già in passato quando avevo aperto un topic con un titolo che diceva più o meno se non era giunta l'ora di chiuderlo questo Maxi Tex. Lo scopo di questo topic però è un altro, è quello di tracciarne una storia e quindi anche di puntualizzarne gli aspetti negativi. Ho finora scritto tre parti delle cinque previste e sono arrivato al 2010. Seguiranno prossimamente la quarta parte intitolata "Il breve interregno di Faraci e Ruju" in cui probabilmente dovrò ancora parlare di certi aspetti negativi, per poi passare alla quinta parte intitolata "Gli ultimi anni" in cui partirò dal nuovo look della copertina, dalla decisa conduzione di Mauro Boselli e dal futuro che si prospetta per questa collana, in cui i toni della discussione ritorneranno a essere positivi (cercherò di strappare qualche informazione al curatore se, come ha sempre fatto finora, avrà la compiacenza di rispondere a qualche mia domanda).

  • +1 1
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15 hours ago, Diablero said:

Come dice Ymalpas, il grande successo della Collezione Storica a Colori (in una casa editrice dove molti denigravano apertamente G.L. Bonelli ritenendolo "vecchio" e "superato" mentre i loro ripetuti fallimenti erano "fumetto colto") ha sbalestrato parecchi, compresi molti critici modaioli. Visto che non potevano accettare che il "vecchio" e "superato" GL Bonelli avesse ancora tanto seguito, si erano per me convinti che fosse perchè "era a colori", e si sono presi una sbandata grossa come un elefante per il colore e per qualche anno hanno sverniciato di tutto. Salvo rendersi conto che la roba che non vendeva in b/n non vendeva manco a colori...

 

Come ha detto Recchioni in un (raro?) momento di lucidità nella lezione che tenne alla Holden (la trovate su YouTube), "in Italia negli anni 70 GLBonelli vendeva 800.000 copie di ogni numero, Berardi con Ken Parker ne vendeva 40-50.000 (UN VENTESIMO!), ovviamente da quel momento tutti gli autori di fumetti italiani cercano di imitare Berardi e nessuno imita GL Bonelli..." (aggiungendo poi che anche lui non faceva eccezione..). Basta vedere quante "Berardeggiate" sono state pubblicate nei Color Tex Storie Brevi: di fronte alla possibilità di scrivere una storia di Tex, il 99% degli sceneggiatori italiani, vittima di una specie di sindrome di Stoccolma, dicono "oh, finalmente potrò scrivere Ken Parker!"

 

Non è che GLBonelli in particolare sia "fuori moda" nel fumetto italiano, nel fumetto italiano è proprio "fuori moda" e cosa disdicevole il fare fumetti PER I LETTORI e CHE VENDONO. Non è una cosa da "vero autore". Non si fa!

 

Che in una situazione simile per far quadrare i conti si aumentino gli albi di Tex (cioè, praticamente dell'unica cosa che fanno che vende sul serio grossi numeri), nell'incapacità di pagare gli stipendi con "i fumetti colti", è abbastanza ovvio.

 

Però era ovvio dagli anni 80. Certo, nella seconda metà della decade hanno fatto il colpaccio con Dylan Dog, ma prima, nonostante la crisi di tutto il settore, di Tex continuavano ad uscire solo 1 serie (quella regolare) più 1 sola serie di ristampe (la tre stelle). Perché se Sergio Bonelli era tanto favorevole a questa cosa non la fece all'epoca?

 

L'ovvia deduzione, guardando anche alla cautela nel mettere nuovi autori su Tex e alle tante storie nel cassetto, è che Sergio Bonelli non era favorevole per niente a questa proliferazione. Guardava più alla sopravvivenza della casa editrice a lungo termine che all'incasso del mese dopo, e quindi temeva di uccidere la gallina dalle uova d'oro spremendo troppo i lettori di Tex.

 

Il primissimo collaterale di Tex è il Texone, pubblicato nel 1988 in occasione del quarantennale del personaggio. Ed è una scusa per pubblicare una storia di Buzzelli che aveva nel cassetto da anni (all'epoca era una storia leggendaria, nel fandom la notizia di Buzzelli che faceva Tex aveva fatto scalpore tipo il Texone di Magnus, e c'era stata molta delusione quando era stata chiusa in un cassetto). Molte caratteristiche del Texone arrivano semplicemente per caso da quella storia, che era per caso lunga esattamente 224 pagine (se fosse stata lunga 180 pagine tutti i texoni successivi avrebbero avuto 180 pagine...)

 

Idem per il maxi: per smaltire storie impubblicabili. impubblicabili per paura di scontentare un lettore texiano visto come estremamente tradizionalista e ostile ad ogni novità.

 

Questi collaterali sono una serie di "tentiamo la sorte, se va male almeno abbiamo vuotato i cassetti", seguiti dal vedere, fra la sorpresa e il sollievo per lo scampato pericolo, che il pubblico gradiva e vendevano. Solo DOPO aver visto questa cosa "passava la paura che i lettori inferociti rifiutassero di comprarla" ed entrambe sono diventate serie regolari.

 

Ma anche con quelli, si arriva a 14 uscite all'anno.

 

Anche l'almanacco nasce così, ma su un'altra testata, fu un idea di Castelli su Martin Mystere: andò bene, e l'iniziativa si allargò anche agli altri personaggi.  Ma anche con l'almanacco del west, si arriva 15 albi di Tex all'anno.

 

E sono rimasti solo quindici PER 15 ANNI!  Per tanti anni, dal 1996 al 2011, non si aggiunge nemmeno una pagina in più! (vabbè, qualche storia breve qua e là, bazzecole...), nonostante la crisi delle vendite, nonostante la chiusura di tante serie, Sergio Bonelli non aumenta le uscite di Tex. Gli mancano anche gli autori, le continue difficoltà di trovare autori adatti a Tex sono note a tutti qui nel forum.

 

Poi arriva il boom della CSAC, e si lancia il Color Tex. Agosto 2011. Annuale. E siamo a 16 albi di Tex in un anno.

 

Subito dopo Sergio Bonelli muore (settembre 2011, fa appena in tempo a vedere il primo Color Tex), e da quel momento...  INIZIA LA SARABANDA!

 

MUSICA, MAESTRO!

 

- 2013: IL COLOR DIVENTA SEMESTRALE (17 albi all'anno)

 

- 2015 SI LANCIA LA SERIE DEI CARTONATI ALLA FRANCESE (da subito semestrali) (19 albi all'anno)

 

- 2018: IL MAXI DIVENTA SEMESTRALE (20 albi all'anno)

 

- 2018: PARTE LA SERIE TEX WILLER (che, ricordiamolo sempre a futura memoria, nelle intenzioni di Airoldi doveva essere un reboot delle vecchie avventure tipo "Zagor le Origini" ma con "disegnatori più moderni", tipo quelli dei supereroi...)  (32 albi all'anno)

 

- 2019: PARTE LA SERIE "SPECIALI TEX WILLER" (33 albi all'anno)

 

- 2021 SI AGGIUNGONO GLI ALBI "BIS" (34 albi all'anno)

 

- Nel 2021, esce anche l'anastatica a striscia, a cui vengono allegati 6 albi inediti. Aggiungendoli arriviamo a 40 ALBI DI TEX PUBBLICATI NEL CORSO DEL 2021.

 

(e non finisce qui, cosa si inventeranno prima della fine del 2022? per me fra pochi anni ci arriviamo a 50 albi all'anno...)

 

Quindi...

 

Dal 1957 al 1987 escono, per 30 anni, 12 Tex all'anno.

Dal 1988 al 1993 escono, per 6 anni, 13 Tex all'anno.

Dal 1994 al 1996 escono, per 3 anni, 14 Tex all'anno.

Dal 1997 al 2011 escono, per 15 anni, 15 Tex all'anno.

 

Nel 2021, dopo soli 10 anni dalla morte di Sergio Bonelli, escono 40 Tex in un anno!

 

A me la frattura, lo stacco netto e la giravolta a U col il cambiamento a 180 gradi di direzione, passando da "bisogna stare attenti a non scontentare i lettori, i personaggi devono durare" a "spremiamo quei polli dei lettori, chissenefrega della durata dei personaggi" mi pare più che evidente....

Da stampare, leggere e rileggere. Sono d'accordo su tutto. Per carità, se c'è una idea buona per una nuova serie (Tex Willer come è oggi secondo me) è un bene che esca, la moltiplicazione di uscite è evidente. 

Tra l'altro nel tuo conto non inserisci il Color Tex, che se da un lato è una ristampa, può comunque essere visto per molti aspetti come un prodotto diverso (foliazione, copertine e colori), non so quanto in linea con la tradizione.

Non critico le ristampe, anzi, come non critico qualche albo in più se di qualità, ma è un dato di fatto che si usa Tex il più possibile per tenere in piedi la  baracca

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<span style="color:red">6 ore fa</span>, virgin dice:

@Condor senza meta, che cosa hai fatto! Non dare idee, per favore... :D

Hai perfettamente ragione pard: "Boccaccia mia statti zitta!" :D

Non sia mai che venga preso in parola e oltre al maxi trimestrale, ci ritroviamo pure il cartonato bimestrale, l'albo tris a Natale e la raccolta punti sugli albi per vincere il modellino della diligenza. :P:D

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