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TWF - Tex Willer Forum

Storia dei Maxi Tex


ymalpas
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Con 2 speciali Tex Willer quest'anno spenderemo poco meno di 170 euro, salvo aumenti (è aumentato tutto, volete che non aumenti anche la carta stampata?)

Non chiedo di misurarmi il volume di spazio occupato da tutti gli albi previsti quest'anno, basta guardare i nostri scaffali per rendersi conto che lo spazio si esaurisce in un battibaleno.

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1 ora fa, Dix Leroy dice:

13 albi della serie "Gigante"    a 4,40 ciascuno 

12 albi della serie "Tex Willer" a 3,50 ciascuno

2 cartonati                                a 9,90 ciascuno

2 maxi                                        a 8,90 ciascuno

1 Magazine                                 a 8,50

1 speciale Tex Willer                  a 6,40

2 Color Tex                                 a 7,90

1 Texone                                     a 9,90

45 minuti fa, Piombo Caldo dice:

Più 6,40 , visto che quest'anno  gli  speciali Tex Willer saranno due.

 

Se non ho sbagliato i calcoli, fa esattamente:  183,80 euro all'anno, la cifra che un lettore di Tex spenderà nel 2022, comprando tutti gli inediti (se non ci saranno aumenti di prezzo).

Che vuol dire in media circa 15,30 euro al mese. Sergio Bonelli forse direbbe: "Ma sì, in fondo è il prezzo di due pizze farcite!" :lol:

Modificato da Poe
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  • co fondatore
<span style="color:red">38 minuti fa</span>, Poe dice:

Sergio Bonelli forse direbbe: "Ma sì, in fondo è il prezzo di due pizze farcite!" :lol:

Allora facciamo dieta.

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Ricordo che ai bei vecchi tempi (2010) con quaranta euro all'anno mi compravo tutti gli inediti di Tex... Orco boia.

Anche lo spazio che si riempie, come dice giustamente @PapeSatan, non è un fattore secondario (nel mio caso contò parecchio).

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7 hours ago, Poe said:
8 hours ago, Dix Leroy said:

13 albi della serie "Gigante"    a 4,40 ciascuno 

12 albi della serie "Tex Willer" a 3,50 ciascuno

2 cartonati                                a 9,90 ciascuno

2 maxi                                        a 8,90 ciascuno

1 Magazine                                 a 8,50

1 speciale Tex Willer                  a 6,40

2 Color Tex                                 a 7,90

1 Texone                                     a 9,90

7 hours ago, Piombo Caldo said:

Più 6,40 , visto che quest'anno  gli  speciali Tex Willer saranno due.

 

Se non ho sbagliato i calcoli, fa esattamente:  183,80 euro all'anno, la cifra che un lettore di Tex spenderà nel 2022, comprando tutti gli inediti (se non ci saranno aumenti di prezzo).

Hai sbagliato i calcoli. Quelli sono solo 34 Tex, mancano le strisce. Sono 4,99x6=29,94 Euro.

 

Il totale annuale per comprare tutti i Tex inediti (senza contare le ristampe sennò arriviamo a cifre assurde) è quindi 213,74 Euro all'anno, cioè in media circa 18 Euro al mese

 

E questo se compra solo Tex, a quanto arriviamo se aggiungiamo Zagor o Dampyr?

 

(nel 2010 come già ricordato la spesa totale fu di (2,70 x12) + 5,80 + 6 + 5,70 = 49,90 Euro, in 12 anni si è quasi quintuplicata...)

 

I confronti con la pizza? io ieri sera sono uscito con amici e amiche, una birra media mi è bastata per tutta la serata, 5 Euro. Attualmente (anche a causa Covid) spendo più per i fumetti Bonelli, da soli, che per le uscite con gli amici. Forse chi vive a Milano con lo stipendio da Direttore Generale della Bonelli non ha ben chiaro il confronto con le spese reali dei suoi lettori...

 

Vogliamo parlare di cm?

 

Uno scaffale COSTA, la casa dove metterlo costa ancora di più, lo spazio è limitato e non è possibile espanderlo più di un tot.

 

Nei miei scaffali, abbastanza standard come dimensioni (90cm circa) ci stanno circa 100 albi di Tex regolari. Sono stato abbastanza previdente all'epoca da prenderli abbastanza profondi da farci stare 2 file di albi e sono regolabili in altezza in maniera da non lasciargli nemmeno 1 cm sprecato, quindi in una scaffale da 90 cm per 22 cm di altezza ci stanno circa 200 albi. Nel 1987 mi duravano quindi 16 anni: ci volevano 16 anni perchè Tex occupasse uno scaffale (e infatti all'epoca i Tex occupavano due scaffali solamente e c'era ancora molto posto libero nel secondo)

 

Nel 1994, quando ho iniziato il terzo scaffale, avevo molti altri scaffali occupati da altre serie Bonelli. Oggi ho mantenuto quelle a cui sono più legato (collana Rodeo, Ken Parker, una selezione di Zagor, Mister No e Dylan Dog, etc ) ma ne ho rivenduti CENTINAIA per far posto ai Tex, ma ormai non ci sto più dietro, non riesco a venderli abbastanza velocemente per far abbastanza posto ai Tex (e non so più davvero cosa vendere, vendo i Magico Vento per far posto ai Maxi di Nizzi e Torti? E poi vendo la Storia del West? I Mister No, di cui già ora ho conservato solo i primi fino all'ultimo numero di Nolitta?)

 

Quanto spazio occupano i 40 Tex in un anno? Lasciamo da parte le 6 strisce che possono occupare pochissimo spazio o un sacco a seconda che prendi le anastatiche o meno, ma parliamo degli altri 34. Li ho misurati. 12 albi regolari sono circa 11 cm (e infatti in 8 anni come dicevo raggiungevano i 90 cm circa), ma se aggiungiamo il bis arriviamo a 12 cm.  i 12 Tex willer + speciale arrivano a poco meno di 9 cm (e siamo solo a 26 albi, mancano i più grossi). I due maxi occupano 5 cm, i due color poco meno di 3 cm, i due magazine (dovrebbero essere uno ma fra anniversari e scuse varie spesso ne fanno due) poco più di 3 cm, in tutto (32 albi) sono 32 cm, e mancano Texone e Cartonati!

 

Texoni e cartonati vanno in uno spazio che è ancora più limitato di quello dei Tex, visto che lo scaffale per i cartonati francesi è più alto e stanno in singola fila, ma per usare misure univoche e simulare la situazione di qualcuno che di scaffali liberi non ne ha più, li mettiamo in orizzontale nello scaffale dei Tex regolari.  Sono poco meno di 4 cm, ma occupando due file contano il doppio, quindi 8 cm

 

Attualmente i Tex che escono in un anno occupano 40 cm di scaffale

 

Significa che, invece di durare 16 ANNI, uno scaffale della mia libreria dura 5 anni! E solo perchè ho avuto la previdenza di farli molto profondi, altrimenti duravano 2 anni e mezzo!

 

Ciascuno di noi vive in una casa e ha uno spazio limitato per i fumetti.  TUTTI NOI DOVREMO FARE COME DIX LEROI prima o poi. Però io avevo calcolato, quando ho fatto fare le mie ENORMI librerie (che contengono attualmente decine di migliaia fra libri e fumetti) che mi sarebbero bastate (al ritmo di uscite dell'epoca) tutta la vita. Al ritmo attuale, se non mi vendo i Mister No o i Dylan Dog rimasti, finirò completamente lo spazio fra meno di 1 ANNO!

 

Ho già deciso che taglierò selvaggiamente i Maxi e i Color, e probabilmente andrò a ritroso a vendere gran parte di quelli che ho già, ma sono soluzioni palliative, se la Bonelli comincia ad aumentare anche le uscite regolari come i bis...

 

Ah, e ho dovuto decidere di smettere di comprare i Dampyr.  Sta contendendo con Tex gli ultimi 30 cm ed è attualmente l'unica altra serie Bonelli che compro.

 

Poi si chiedono come mai la gente smette di comprare fumetti...  e ora vogliono arrivare ad un uscita al giorno.. avevano ragione i greci, "Gli Dei fanno prima impazzire, chi vogliono distruggere"*.

 

 

 

*(si lo so che è una citazione molto più recente, ma anche i greci della letteratura moderna sono greci, anzi sono più greci dei greci veri...)

Modificato da Diablero
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8 ore fa, Diablero dice:

Hai sbagliato i calcoli. Quelli sono solo 34 Tex, mancano le strisce. Sono 4,99x6=29,94 Euro.

 

Perdona Diablero: le strisce sono inedite solo per il fatto che non le abbiamo comprate originali, ma non le conto (anche se le compro).

A tutto questo accumulo di carta c'è il fatto che gli albi hanno troppe pagine e il tempo che possiamo dedicare alla lettura (almeno per quello che mi riguarda) è sempre meno.

Quindi al fatto che ogni anno lo spazio dentro casa viene occupato dagli albi c'è anche il rammarico di non poter star dietro alla lettura o dare ai fumetti il giusto tempo per gustare il loro contenuto. L'unica pratica percorribile è prendere, leggere e buttare, anche perché è chiaro che ormai non si tratta più di letteratura disegnata ma di un prodotto commerciale a brevissima scadenza.

In questo caso ogni volta che ho "fame" di Tex basterebbe andare in edicola e prendere il primo albo che capita e andrebbe bene anche una Nuova Ristampa o un TuttoTex di cui mi sono sempre tenuto alla larga. Il problema è che nel 90 percento dei casi alla fine del volume c'è scritto "continua"!

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<span style="color:red">20 minuti fa</span>, Dix Leroy dice:

Perdona Diablero: le strisce sono inedite solo per il fatto che non le abbiamo comprate originali, ma non le conto (anche se le compro).

 

Si riferisce alle strisce inedite allegate alle anastatiche prima serie, infatti ha moltiplicato per 6 il prezzo di ogni uscita che ne conteneva una. Ricordati che @Diablero su queste cose deterministiche non sbaglia!

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11 minuti fa, PapeSatan dice:

Si riferisce alle strisce inedite allegate alle anastatiche prima serie, infatti ha moltiplicato per 6 il prezzo di ogni uscita che ne conteneva una. Ricordati che @Diablero su queste cose deterministiche non sbaglia!

Ah, quello che è giusto è giusto. Della "Silver Star" non avevo tenuto conto.

A voler essere puntigliosi però tra una serie a striscia inedita e l'altra passeranno 60 settimane. Il calcolo sulla spesa di Tex mensile andrebbe così centellinato sulle pagine e non più sugli albi. Con la mia media scolastica in matematica che oscillava tra il 3 e il 4 non mi posso permettere di essere così preciso!

Tornando al tema (altrimenti poi ci tirano le orecchie) la collana Maxi era partita come Texone all'incontrario, e poi siamo finiti con l'avere uno specialone semestrale con quello che al momento poteva essere pubblicato. Lo adoro per la sensazione che si ha nel tenerlo tra le mani, ne ho soggezione perché raramente ho la predisposizione per passare così tanto tempo a star seduto a leggere, lo odio perché non so mai dove ficcarlo una volta terminato. Non ne ho mai riletto uno, tranne forse Oklahoma.

Modificato da Dix Leroy
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10 ore fa, Diablero dice:

 

Ciascuno di noi vive in una casa e ha uno spazio limitato per i fumetti.  TUTTI NOI DOVREMO FARE COME DIX LEROI prima o poi.

Io sto cominciando a valutare di comprare una economica ma pratica e capiente libreria Billy alla Ikea e piazzarla in cantina per archiviare parte del materiale. Con il complemento di buste trasparenti (che oggi non uso) nei vari formati per proteggere gli albi (pochissimi originali sotto il 100, ma tutti uniformi con costola bianca) da polvere e umidità che in cantina purtroppo non mancano. E anche i costi di questa scaffalatura aggiuntiva e delle buste vanno aggiunti ai costi di acquisto degli albi, costi una tantum oggi ma ammortizzabili negli anni di saturazione stimata di questi scaffali e di utilizzo dei pacchi di buste.

Comincia a diventare materia da commercialisti e da trasportatori...

Modificato da PapeSatan
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Parte quarta. Gli anni di Faraci e Ruju (2011 - 2016)

 

 

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Quello uscito nell'ottobre 2011 è il primo Maxi Tex pubblicato dopo la scomparsa dell'editore. I lettori sanno già anche che sarà l'ultimo sceneggiato dallo spagnolo, il quinto in coppia con l'amico Ortiz. A confermarlo, appena pochi mesi dopo, nel gennaio 2012, sarà anche la morte dello stesso Segura avvenuta a Valencia. Se guardiamo la programmazione dei Maxi Tex di quegli anni, osserviamo che tra il 2007 e il 2008 sono messi in lavorazione tre Maxi Tex (ma uno è in realtà il Texone di Fernandez che viene dirottato subito sul balenottero) che copriranno le uscite tra il 2011 e il 2013, mentre nel biennio 2009 e 2010 non viene avviata nessuna nuova avventura destinata a questo speciale. Tra il 2011 e il 2015 solo la velocità di disegnatori come Diso e Cossu permetterà la regolare uscita dei Maxi Tex con delle storie che riscontreranno il consenso dei lettori ma risulteranno anche penalizzate sotto il punto di vista grafico. Ritornando a parlare dello speciale "L'ora del massacro" il cui soggetto risale all'autunno del 2008, è una storia cupa e crepuscolare che vede un convoglio di cinque pendagli da forca diretto a Phoenix e scortato da Tex e da un gruppo di Rangers attaccato da misteriosi assalitori che liberano i prigionieri, che in breve tempo, dopo essersi dispersi, fanno perdere le loro tracce. La trama della storia ricalca un po' quella del precedente Maxi Tex di Segura, la sceneggiatura è rivista da Canzio e Boselli, si parla anche di 24  pagine con sequenze lunghe e troppo dispersive che vengono tagliate in fase redazionale. A peggiorare il tutto dei disegni di Ortiz non all'altezza!

 

 

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Le 324 pagine del Maxi Tex "La legge di Starker" (il titolo di lavorazione della storia pare fosse "La legge di Starkey", se c'è stato un cambiamento finale nel nome dell'antagonista questo potrebbe essere dovuto alla presenza in un recente Almanacco del West di Boselli e Danubio intitolato "La città del male" di un cattivo che aveva lo stesso cognome) sembra essere l'ultimo lavoro di Repetto che si è messo a lavorare sulla storia nell'autunno del 2007 e l'ha faticosamente portata a conclusione solo più di  quattro anni dopo nei primi mesi del 2012.  Si scopre poi un po' a sorpresa che si è messo al lavoro su una storia breve commissionata a Ruju per un Almanacco del West e ambientata a Chicago, anche questa sarà segnata da una lavorazione ancora più sofferta - il disegnatore resterà a lungo fermo a causa della malattia quando mancavano poche pagine dalla fine - sarà poi pubblicata proprio su un Maxi Tex nel 2019 di cui parleremo nell'ultima parte). Il protagonista del secondo Maxi Tex di Faraci è il temuto sceriffo Gregory Starker che rappresenta la legge a Blackfalls nella cui main street troneggia un cappio appeso a una forca. Tex, giunto in città, non tarderà a sentire puzza di bruciato. Il balenottero mediamente piace ai lettori che lo giudicano come uno dei migliori degli ultimi anni! Passa quasi inosservato l'aumento di trenta centesimi in copertina.

 

 

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Intorno al 2008 Boselli si mette al lavoro su un Texone per l'argentino Lito Fernandez intitolato provvisoriamente "Alaska" (il titolo sarà poi confermato in fase di stampa) che si ricollega un po', per la sua ambientazione, allo storico Maxi Tex di Boselli e Font "Nei territori del Nord Ovest" (non a caso della storia fanno parte sia Gros-Jean che Kathy Dawn). L'avventura imbastita da Boselli tra i fiordi  dell'Alaska  vede contrapposti da una parte la curma del capitano Roscoe e dall'altra i nativi Tlingit e il motivo del contendere è la misteriosa scomparsa di alcune giovani indiane... Quando Boselli è arrivato a circa pagina 50 giungono in redazione le prime venti tavole disegnate in modo alquanto scadente e poco professionale. Il fatto è che il disegnatore dirige una scuola ed è solito assegnare ai suoi allievi le matite delle sue storie che poi lui inchiostra. Sergio, che per ragioni contrattuali non può rispedire al mittente quelle prime tavole inguardabili (monetizzando un Texone costa all'editore non meno di 100000 euro) ordina a Boselli di proseguire con la sceneggiatura che diventa però, allungata di un centinaio di pagine, quella di un Maxi Tex. In un'intervista Fernandez giunge addirittura a lamentarsi della lunghezza della storia che per lui non finiva mai! In fase redazionale i disegni sono anche rivisti e corretti dai grafici della Bonelli: i personaggi sono per esempio uniformati a livello dei volti e dei vestiti che originariamente cambiavano da una tavola all'altra. Anche la storia che beneficiava di un soggetto originale che Boselli aveva tratto dai miti e dalle leggende del Nord risulta fiacca, l'autore mostra manifestamente difficoltà a lavorare partendo dal presupposto che le tavole saranno poi illustrate in un modo ai limiti dell'infantile, è l'unica storia di cui si pente, anni dopo dichiara che se mai si manifestasse l'occasione, sarebbe pronto a riscrivere e a farla ridisegnare, per esempio da Font. Tra i lettori si discute molto sull'opportunità della pubblicazione di un albo come questo,  tenuto conto che c'era almeno un Maxi Tex disegnato da Diso pronto (e che sarà pubblicato l'anno successivo), alla fine valgono le ragioni meramente economiche e nelle edicole va il peggiore dei Maxi Tex, tra l'incredulità generale che si può leggere nei volti dei lettori per esempio nelle varie fiere del Fumetto del 2013.

 

 

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La china si risale lentamente anche con un Maxi Tex come quello pubblicato nel 2014. Infatti la storia di Ruju ottiene mediamente il consenso dei lettori, alle matite e inchiostri c'è invece il veterano Diso al suo quarto Maxi Tex, che ha iniziato a disegnare nella primavera del 2011 e con la sua media di una tavola disegnata al giorno ha finito poco più di un anno dopo. Tanto per chiarire le idee sulla velocità del disegnatore romano, sempre su testi di Ruju nell'autunno del 2012 si mette al lavoro su una storia di 146 tavole ancora inedita, nell'autunno del 2013 inizia un altro Maxi Tex intitolato provvisoriamente "La guerra di Owl Creek" ancora inedito, alla fine del 2014 inizia infine la sua ultima storia per Tex, è "La grande corsa"che finirà sul Maxi Tex dell'aprile 2018. L'avamposto dell'infamia, incentrato su un gruppo di disertori che dopo aver ucciso a tradimento il loro capitano per appropriarsi delle paghe dell'esercito, si rifugia in pieno territorio indiano in un avamposto abbandonato che dà il titolo alla storia, è la prima storia lunga di tre albi scritta da Ruju per Tex. Nuovo aumento in copertina di venti centesimi, Il Maxi Tex costa ora 6,50 euro.

 

 

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Nel 2015 Il Maxi Tex ritorna alla formula già sperimentata nel 2000, contiene infatti due storie che Faraci sceneggia nel 2013 per due disegnatori diversi. La prima a figurare nell'albo è quella di Cossu, "La rabbia di Rick Melville", un soggetto che ha la stessa base di partenza di altre storie sceneggiate da Faraci, in cui vediamo Tex giungere in aiuto del protagonista che pur di vendicarsi rischia di cadere in una spirale di sangue. La seconda storia intitolata "Il prezzo dell'odio" (che era anche il titolo di lavorazione) è illustrata (male) da Ortiz che morirà a Valencia il 23 dicembre del 2013 dopo averla finita. Il soggetto, più incalzante e meno prevedibile del primo, vede questa volta Tex riscattare da un'accusa falsa una banda di ribelli apache. La bella copertina di Claudio Villa, che riscuote parecchi consensi tra i lettori, presenta un titolo diverso "La giustizia di Tex" che, come spiega Tito Faraci, è stato scelto opportunamente per il filo conduttore che le due storie hanno in comune, per l'appunto il concetto di giustizia per Tex.

 

 

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Blackbull Bridge, ai tempi della guerra civile, fu il teatro di una sanguinosa battaglia. Quello che ne fu l'eroe, il maggiore sudista Sizemore, tenta ora di accaparrarsi le terre al di là del fiume e del ponte, dove sorge la cittadina di Bellefolk abitata da ex schiavi neri. La storia sceneggiata da Ruju nel 2015 per il veloce Cossu è, non a caso, intitolata provvisoriamente "Battle bridge", titolo che poi conserva nella copertina dell'albo tradotto però in italiano. La storia del ventesimo Maxi Tex del 2016 con un soggetto trito e ritrito convince i lettori senza però destare entusiasmi particolari, nelle 288 pagine mancano infatti guizzi e scene a sorpresa degne di nota e i disegni dell'onesto mestierante Cossu non soddisfano tutti i palati!

 

 

 

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Avevo letto dell'intenzione del curatore della testata di far ridisegnare la storia "Alaska!" ma anche le sue stesse perplessità nel far ridisegnare una storia già pubblicata pari pari a come è stata pubblicata. Per cui, da parte mia, spero che non venga fatta ridisegnare e che la stessa storia possa rimanere disegnata da Lito Fernandez o chi per lui. Magari potrebbe anche diventare, in futuro, una sorta di pezzo raro per i collezionisti...ma forse sto sognando.

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Sulla genesi e sullo sviluppo di Alaska! se ne sono dette di ogni, di certo i disegni di Fernandez - o meglio, dei suoi allievi - si rivelarono palesemente inadeguati ad una sceneggiatura che, a mio parere, Boselli aveva comunque curato in maniera più che dignitosa.

 

Per quanto riguarda Il ponte della battaglia, invece, ricordo benissimo l'espressione che si formò sul mio volto non appena, già in prima o seconda pagina, vidi l'ufficiale confederato incitare i suoi uomini alla battaglia gridando "Per l'Unione!". La topica mi fece presagire e temere una lettura tribolata, che invece nel complesso trovai comunque dignitosa anche se non eccezionale.

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1 ora fa, Angelo1961 dice:

Maxi Tex Willer e Color Tex Willer? MAGARI!!!! Chissà che in futuro...

La serie "Tex Willer" si svolge lungo un arco temporale piuttosto ristretto in cui la continuity rigorosamente cronologica e la concatenazione degli eventi dà un senso allo svolgimento delle trame. Estrapolare parte degli episodi per raccoglierli nei Maxi e nei Color che auspichi vorrebbe dire costringere i lettori a seguire l'evoluzione del personaggio e delle vicende su più serie intrecciate, a meno di non riuscire a portare su quegli extra delle storie perfettamenre isolabili e fuori continuity, il che però snaturerebbe il senso della serie sul giovane Tex. Lo abbiamo già visto con "Nueces Valley", che per l'importanza del soggetto doveva entrare, a mio modestissimo avviso, nella serie regolare oppure in "Tex Willer".

Forse si potrebbe trovare un compromesso al tuo auspicio se una volta all'anno il numero di "Tex Willer" contenesse non 64 ma 256 pagine (in modo da leggere una storia tutta d'un fiato e non spezzata in più mesi) e che i numeri 50 e 100 fossero a colori (probabilissimo il centenario, auspicabile il 50 con una storia breve che inizia e finisce). Altrimenti lasciamo tutto così com'è, ne abbiamo già abbastanza (tranne lo spazio negli scaffali).

Modificato da PapeSatan
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Il 27/3/2022 at 10:19, juanraza85 dice:

Sulla genesi e sullo sviluppo di Alaska! se ne sono dette di ogni, di certo i disegni di Fernandez - o meglio, dei suoi allievi - si rivelarono palesemente inadeguati ad una sceneggiatura che, a mio parere, Boselli aveva comunque curato in maniera più che dignitosa.

 

A mio avviso, il problema di Alaska non sono soltanto i disegni pessimi. La trama ad un certo punto diventa troppo dilatata e la trovata finale del "pupazzo gigante" è tanto deludente quanto poco credibile. Probabile che le vicissitudini con i disegni abbiano alla fine demotivato anche lo sceneggiatore.

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Jim Brandon dice:

Probabile che le vicissitudini con i disegni abbiano alla fine demotivato anche lo sceneggiatore.

Fu proprio così e lo stesso Mauro lo ha ammesso sul forum.

 

D'altronde come biasimarlo? Ti prepari un soggetto e un ambientazione ambiziosa, recuperi un personaggio ben riuscito come Dawn e metti in cantiere un stuolo di comprimari interessanti e poi ti ritrovi al cospetto di tavole "amatoriali" per usare un eufemismo.

 

Dover continuare una collaborazione con un esito simile, suppongo sia stato una tortura e non mi stupisce che il proseguo della sceneggiatura sia stato completato solo per dovere contrattuale e senza un briciolo d'ispirazione.

 

Rimango dell'idea che, se l'opera fosse stata assegnata a un artista degno di apparire sulle pagine Bonelli, il risultato finale sarebbe stato decisamente diverso e oggi staremmo qui a parlare di un'altra storia. 

 

Per assurdo, gran parte delle tavole apparse su quel maxi quasi sarei riuscite a farle meglio io che non sono un professionista. Lito Fernandez fu alquanto scorretto con la casa editrice e il blasone di Tex e Sergio fu un signore a non portarlo in tribunale. 

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  • Sceriffi

Boh, per me rimane nella top 5 storie peggiori di sempre. Oltre alla trovata assurda, scopiazzata da una storia scritta da Boselli su Zagor (o ricordo male?), tutti sti problemi “se l’avesse disegnata Tintoretto sarebbe stata meglio” non me li pongo. Mica sento “oh, povero Nizzi, chissà come sarebbe Fort Sahara se l’avesse disegnata un altro”. 

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<span style="color:red">51 minuti fa</span>, MacParland dice:

Boh, per me rimane nella top 5 storie peggiori di sempre. Oltre alla trovata assurda, scopiazzata da una storia scritta da Boselli su Zagor (o ricordo male?), tutti sti problemi “se l’avesse disegnata Tintoretto sarebbe stata meglio” non me li pongo. Mica sento “oh, povero Nizzi, chissà come sarebbe Fort Sahara se l’avesse disegnata un altro”. 

 

 

Ricordi male. Era tratta da un romanzo di Rider Haggard. E ovviamente resto del mio parere.La sceneggiatura non ha particolari problemi per gran parte dell'albo. Che sul finale crolli è evidente, ma sarebbe stato difficile che così non fosse, e non mi prendo assolutamente il demerito.

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5 hours ago, PapeSatan said:

Forse si potrebbe trovare un compromesso al tuo auspicio

No. Nessun compromesso con chi sogna dei Tex Willer scritti da Chiaverotti e disegnati da Montanari e Grassani...  Capisco chi vuole snaturare Tex per guadagnarci sopra, ma chi vuole di peggio per pagare di più proprio non arriverò mai a capirlo...

 

1 hour ago, MacParland said:

Mica sento “oh, povero Nizzi, chissà come sarebbe Fort Sahara se l’avesse disegnata un altro”. 

Davvero? Devi essere un po' sordo, io l'ho sentito dire un saco di volte. Da gente che ogni volta si dimentica che I fucili di Shannon l'ha disegnato uno dei migliori disegnatori di tutta la Bonelli e la Mefistolata addirittura l'ha disegnata Villa.

 

Un bravo disegnatore può migliorare una storia, ma non può cavare sangue da una rapa...  (a meno che non faccia come Magnus e cambi totalmente la storia...)

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1 ora fa, MacParland dice:

Boh, per me rimane nella top 5 storie peggiori di sempre. Oltre alla trovata assurda, scopiazzata da una storia scritta da Boselli su Zagor (o ricordo male?), tutti sti problemi “se l’avesse disegnata Tintoretto sarebbe stata meglio” non me li pongo. Mica sento “oh, povero Nizzi, chissà come sarebbe Fort Sahara se l’avesse disegnata un altro”. 

 

Ovvio che nessuno, credo, qui intenda sottintendere che sia sempre e comunque valido un tentativo di equazione del tipo "bruona sceneggiatura + buoni disegni = bella storia", e lo stesso dicasi di conseguenza per quanto concerne la possibile asserzione secondo cui "buona sceneggiatura + brutti disegni (o anche viceversa, ndr) = storia brutta/così così".

 

Gli esempi che sono stati portati e/o che tu stesso hai portato (Fort Sahara) a mio avviso non dimostrano ciò, al massimo costituiscono di fatto una riconferma di un concetto tanto banale quanto sacrosanto (peraltro già illustrato con esempi estremamente pertinenti da @Diablero nel post appena precedente il mio), ovverosia che una storia può piacere o non piacere a seconda delle sensazioni che può suscitare nel lettore X piuttosto che in quello Y. Allo stesso modo, può accadere che di una storia possa piacere - in varia gradazione, non credo all'esistenza di concetti assoluti - una sceneggiatura ma si ritenga che i disegni non siano stati all'altezza (è per l'appunto un po' il caso, per quanto mi riguarda, di Alaska!, anche se non posso certo considerarla una storia tra le più riuscite in assoluto), così come magari può succedere che di una storia si possano apprezzare molto i disegni ma molto meno la sceneggiatura.

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, MacParland dice:

Boh, per me rimane nella top 5 storie peggiori di sempre. Oltre alla trovata assurda, scopiazzata da una storia scritta da Boselli su Zagor (o ricordo male?), tutti sti problemi “se l’avesse disegnata Tintoretto sarebbe stata meglio” non me li pongo. Mica sento “oh, povero Nizzi, chissà come sarebbe Fort Sahara se l’avesse disegnata un altro”. 

Sai Mac, se Mauro avesse scritto tutta l'intera sceneggiatura prima di affidarla al "Circo" Fernandez, era un conto ma si dà il caso che l'autore componga un blocco di tavole per volta, e in alcuni casi passano anche lunghi intervalli fra un blocco e l'altro. 

 

Quando ti arrivano in redazione tavole orrende e disomogenee come quelle che costituiscono il famigerato maxi, sfido io a conservare la concentrazione adatta e la voglia per chiudere la prova. Anche la trovata finale (oggettivamente discutibile) del mostro sui trampoli può essere figlia di una palese disaffezione per una storia iniziata male (neanche tanto in fondo, perchè in effetti la prima parte è alquanto dignitosa) e conclusa peggio. 

 

In quanto a Nizzi, da te citato, ti sei mai chiesto per quale motivo, durante la sua leadership, pretendeva di scegliere i disegnatori con cui collaborare?

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<span style="color:red">7 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Sai Mac, se Mauro avesse scritto tutta l'intera sceneggiatura prima di affidarla al "Circo" Fernandez, era un conto ma si dà il caso che l'autore componga un blocco di tavole per volta, e in alcuni casi passano anche lunghi intervalli fra un blocco e l'altro. 

 

Quando ti arrivano in redazione tavole orrende e disomogenee come quelle che costituiscono il famigerato maxi, sfido io a conservare la concentrazione adatta e la voglia per chiudere la prova. Anche la trovata finale (oggettivamente discutibile) del mostro sui trampoli può essere figlia di una palese disaffezione per una storia iniziata male (neanche tanto in fondo, perchè in effetti la prima parte è alquanto dignitosa) e conclusa peggio. 

Se io fossi uno sceneggiatore userei di certo il metodo di Mauro Boselli. Scriverei la sceneggiatura a blocchi, non tutta intera. Ma trovo assurdo che uno sceneggiatore non abbia in mente uno sviluppo dall’inizio alla fine. Almeno una bozza, qualcosa che copra almeno i 2/3 del racconto. E se per caso per una storia x ti blocchi a pagina 170, che fai?

Era tutta una burla, cassi 170 pagine già disegnate e sposti il disegnatore su altro. Perché se poi non sai dove andare a parare ti escono finali come quello di “Alaska” che per me è una storia brutta a prescindere dai disegni

<span style="color:red">13 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

 

In quanto a Nizzi, da te citato, ti sei mai chiesto per quale motivo, durante la sua leadership, pretendeva di scegliere i disegnatori con cui collaborare?

È giusto che lo sceneggiatore veterano decida chi avere e chi non avere come disegnatore. 
Civitelli, Piccinelli, Villa, Brindisi Dotti e Andreucci (escludendo un storia ospite a testa, per gli ultimi due) sono tutti disegnatori che hanno disegnato solo storie di Mauro Boselli da quando quest’ultimo è curatore di Tex. Addirittura Piccinelli non sa nemmeno come sceneggino altri scrittori ha disegnato solo per Boselli sia su Zagor che su Tex (sta per rompere il tabù solo con Zagor 700 che uscirà l’anno prossimo). Ma nessuno si è mai lamentato, anzi è giusto così.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

No. Nessun compromesso con chi sogna dei Tex Willer scritti da Chiaverotti e disegnati da Montanari e Grassani...  Capisco chi vuole snaturare Tex per guadagnarci sopra, ma chi vuole di peggio per pagare di più proprio non arriverò mai a capirlo...

 

Il "filosofo" Catalano era un dilettante al confronto... :lol2: Chi è quel pazzo che vorrebbe pagare di meno (o al massimo lo stesso) per avere di meglio? :laugh:

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