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TWF - Tex Willer Forum

Storia dei Maxi Tex


ymalpas
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Chiedo a Boselli se invece di fare il remake di "Alaska non possa imbastire più semplicemente una nuova storia ambientata li che coinvolga alcuni dei personaggi di quel maxi, anche i Tlingit, magari trovando proprio nel maxi del 2013 qualche appiglio narrativo per farli tornare e sfruttare quella leggenda da qualche altro punto di vista e farla disegnare questa volta a delle mani sicure ?

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<span style="color:red">7 minuti fa</span>, ymalpas dice:

Chiedo a Boselli se invece di fare il remake di "Alaska non possa imbastire più semplicemente una nuova storia ambientata li che coinvolga alcuni dei personaggi di quel maxi, anche i Tlingit, magari trovando proprio nel maxi del 2013 qualche appiglio narrativo per farli tornare e sfruttare quella leggenda da qualche altro punto di vista e farla disegnare questa volta a delle mani sicure ?

 

 

Ahimè, il problema è che forse li rivedremo e, rivedendoli, ci tornerà in mente quella ciofeca. 

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:
1 ora fa, ymalpas dice:

Chiedo a Boselli se invece di fare il remake di "Alaska non possa imbastire più semplicemente una nuova storia ambientata li che coinvolga alcuni dei personaggi di quel maxi, anche i Tlingit, magari trovando proprio nel maxi del 2013 qualche appiglio narrativo per farli tornare e sfruttare quella leggenda da qualche altro punto di vista e farla disegnare questa volta a delle mani sicure ?

 

 

Ahimè, il problema è che forse li rivedremo e, rivedendoli, ci tornerà in mente quella ciofeca. 

 

Per come la vedo io, potrebbe essere una occasione per tentare di cancellare il brutto ricordo (o, quantomeno, non del tutto buono) che Alaska! ha suscitato e suscita nella maggior parte dei lettori con una storia che la faccia dimenticare, per quanto è bella ;).

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4 ore fa, MacParland dice:

Se io fossi uno sceneggiatore userei di certo il metodo di Mauro Boselli. Scriverei la sceneggiatura a blocchi, non tutta intera. Ma trovo assurdo che uno sceneggiatore non abbia in mente uno sviluppo dall’inizio alla fine. Almeno una bozza, qualcosa che copra almeno i 2/3 del racconto. E se per caso per una storia x ti blocchi a pagina 170, che fai?

Era tutta una burla, cassi 170 pagine già disegnate e sposti il disegnatore su altro. Perché se poi non sai dove andare a parare ti escono finali come quello di “Alaska” che per me è una storia brutta a prescindere dai disegni

In fondo si è costretti a seguire più disegnatori contemporaneamente, per impedire che rimangano artisti fermi o senza tavole da realizzare, come credo sia ovvio che ogni storia in cantiere abbia una minima idea di base da seguire, tuttavia ritengo che un buon margine di "improvvisazione" sia alla base del mestiere dello sceneggiatore.

Se durante lo svolgimento ti viene un'idea geniale, che fai la accantoni per seguire uno schema rigido? E' arte non una contabilità edile!

 

Poi capita spesso che per esigenze redazionali una sceneggiatura debba essere sforbiciata o ampliata a secondo i casi, quindi anche in questo caso lo sceneggiatore deve essere elastico per trovare la via più adatta per giungere alla meta.

 

Sia chiaro: Alaska non la difendo (obbiettivamente è una storia non riuscita), ma bisogna riconoscere che le basi di soggetto per far bene c'erano, a mio avviso, ma il livello grafico impubblicabile di buoni due terzi di albo, farebbe cascare le braccia a chiunque.

Forse era meglio lasciarla nei cassetti, ma evidentemente bisognava rientrare dalle spese, visto che Fernandez avrà preteso un cachet da artista internazionale, per poi delegare garzoni di bottega "offensivi" per una saga storica come Tex.

 

 

Modificato da Condor senza meta
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Ma da sempre non capisco il disprezzo per questa storia. Ok, il finale è rivedibile, ma è epica, con tanti bei personaggi, azione, avventura. Una bella storia. E, sinceramente, preferisco disegni così a quelli di  Diso che su Tex non c'azzecca.

Modificato da Angelo1961
errore ortografico
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Bah, per quello che ho visto io, Alaska, a parte i disegni osceni, è anche scritta con la mano sinistra. Come ho detto altre volte non sono mai riuscito ad andare oltre la metà (e mi dicono che le brutture peggiori cominciano dopo la metà), non solo per i disegni, ma anche per la vicenda noiosissima e i dialoghi molto pesanti, addirittura irriconoscibili. Io li non riconosco la mano di Mauro.

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<span style="color:red">35 minuti fa</span>, Angelo1961 dice:

Ma da sempre non capisco il disprezzo per questa storia. Ok, il finale è rivedibile, ma è epica, con tanti bei personaggi, azione, avventura. Una bella storia. E, sinceramente, preferisco disegni così a quelli di  Diso che su Tex non c'azzecca.

Concordo.

I disegni nella prima parte di storia non sono poi così male.😼🙋‍♂️

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<span style="color:red">4 minuti fa</span>, LedZepp dice:

Io Alaska non l'ho mai letta e nemmeno ce l'ho. Che dite me la procuro o resto illibato ed innocente ignaro??

Lascia perdere, fidati.

  • +1 1
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4 ore fa, LedZepp dice:

Io Alaska non l'ho mai letta e nemmeno ce l'ho. Che dite me la procuro o resto illibato ed innocente ignaro??

 

Fa veramente cagare.

Disegni inguardabili, dilettanteschi; e un Boselli sotto tono. Anzi, irriconoscibile, come dice @valerio.

Le storie poco riuscite di Boselli si contano sulle dita di una mano, ma anche quelle meno riuscite hanno dei buoni momenti e, comunque, non sono mai da buttare via. Questa non ha un guizzo, è proprio dimenticabile.

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, LedZepp dice:

Io Alaska non l'ho mai letta e nemmeno ce l'ho. Che dite me la procuro o resto illibato ed innocente ignaro??

Un fumetto è bello finchè non  l'hai letto e scopri che è brutto. Ma potrebbe anche rimanere bello.

Insomma, per giudicare devi leggerlo. 

 

 

<span style="color:red">19 ore fa</span>, borden dice:

 

 

Ahimè, il problema è che forse li rivedremo e, rivedendoli, ci tornerà in mente quella ciofeca. 

Ottima notizia. Comunque LedZepp, se ti piacciono le storie del nord, con tante tribù indiane, foreste,  fiumi, è una stori ach epotresti apprezzare come l'h apprezzata io.

 

Ripeto: mille volte meglio disegni così che l'improponibile Diso su Tex he in raltà è un Jerry con il cappello da cow boy.  E, dato che ho sentito citare Fort Sahara, avrebbero potuto affidarlo anche a Galep 30 anni prima, ma ne sarebbe uscita una storia che non vale Alaska!

Giudizio mio ovviamente. 

  • Confuso (0) 1
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Ma per favore, Diso è un dignitosissimo professionista (anzi, un grande del fumetto) che a causa dell'età è calato. Non un pantografatore di feci come i pitori di santini che hanno fatto "Alaska".

D'accordissimo invece su "Fort Sahara", che fa cagare indipendentemente dai disegni pur sufficienti di Diso.

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5 hours ago, Grande Tex said:

A me sinceramente mi sono piaciuti sia i disegni che la storia, finale compreso

Dovresti metterlo come disclaimer prima di ogni flame su un'altra storia di un altro autore, aiuta a contestualizzare...   :lol:

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Mica dico che Diso non è un grande artista, nè che con l'età è calato, ma che non mi piace su Tex e in particolare il suo Tex. Per cui Virgin, preferisco mille volte come è disegnato Alaska piuttosto che Fort Sahara. E anche come storia, meglio Alaska che La belva umana o lo squadrone infernale (oltre all'improponibile Fort Sahara e tante altre).

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  • Sceriffi

Piuttosto che leggere un polpettone con tanti personaggi di cui non mi frega nulla, mi leggo cento volte “Fort Sahara”. Almeno è una morte rapida. Faccio prima a leggere tutti i canti della “Divina commedia” che a finire i dialoghi della storia coi trampoli. Meglio “Fort Sahara”, brutta e veloce da leggere.

Modificato da MacParland
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26 minutes ago, MacParland said:

Piuttosto che leggere un polpettone con tanti personaggi di cui non mi frega nulla, mi leggo cento volte “Fort Sahara”. Almeno è una morte rapida. Faccio prima a leggere tutti i canti della “Divina commedia” che a finire i dialoghi della storia coi trampoli. Meglio “Fort Sahara”, brutta e veloce da leggere.

Ma te l'ha ordinato il dottore di leggere storie brutte?  :blink:

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Il 29/3/2022 at 16:19, Diablero dice:

Ma te l'ha ordinato il dottore di leggere storie brutte?  :blink:

 

Siamo su un forum in cui qualcuno apprezza le storie di Nolitta. Fai un po' tu. :D

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<span style="color:red">9 minuti fa</span>, virgin dice:

Siamo su un forum in cui qualcuno apprezza le storie di Nolitta. Fai un po' tu.

E qualcuno, per anni, ha sognato una storia di Nolitta coi disegni di Montanari&Grassani :wub:

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<span style="color:red">8 ore fa</span>, virgin dice:

l'Adone di Marino

Del Cavaliere mi sono recentemente sorbito tutte le Dicerie Sacre in uno studio sull'ecfrasi. Perdonate l'OT, ma se leggendo la Diceria prima riesco ad immaginarmi perfettamente l'opera artistica che il poeta descrive con arguzia a parole, quando leggo per Diso faccio invece di tutto per dimenticare velocemente ciò che sono stato costretto a guardare per leggere!

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Parte quinta. La rinascita (2017 - 2022)

 

 

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Nel corso del biennio 2015 e 2016 sono messe in lavorazione tra brevi e lunghe almeno cinque storie che figureranno negli anni successivi nei Maxi Tex. Una di queste avventure Mauro Boselli inizia a sceneggiarla intorno al mese di marzo 2015 e ne parla sul forum di Tex come di una storia epocale. "Nueces Valley", disegnata da Pasquale Del Vecchio vede una riduzione del numero delle pagine a 276 (la storia ne ha 254) e un ulteriore aumento di quaranta centesimi sul prezzo di copertina (6,90 euro). Il nuovo Maxi Tex è impreziosito anche da una nuova grafica nella copertina, voluta dalla Direzione per dare una scossa alla serie. Ma è soprattutto la storia incentrata sui pionieri della valle del Nueces, sull'infanzia di Tex, la famiglia e gli amici, i primi amori, le prime avventure e l'incontro con Jim Bridger a essere molto bella, forse troppo per figurare in una collana che fino ad allora non ne aveva ancora conosciuto di così importanti. Eppure la storia in partenza nasce proprio per il balenottero (ma il Tex giovane è già una realtà nella collana dei Cartonati "francesi" e in lavorazione c'è una storia "speciale" di Boselli con De Angelis ai disegni che, ancora i lettori non lo sanno, si appresta a diventare la prima avventura della nuova serie "Tex Willer") e non possiamo non vedere in questa mossa da parte di Boselli un tentativo (riuscitissimo) di riportare i Maxi Tex ai fasti dei primi anni. 

 

 

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Nel 2018 il Maxi Tex raddoppia! Ne usciranno ormai due numeri all'anno, uno primaverile e uno (come di consueto) autunnale. Anche questa decisione parte dai piani alti della Sergio Bonelli Editore e l'intento è chiaramente quello di raddoppiare le vendite annuali della collana. La storia "La grande corsa", che ricorda il film western "Bite the bullet" di Richard Brooks, incentrata su una gara organizzata dal San Francisco Examiner (il giornale di Sam Brennan) da Tucson fino alla California con un ricco premio in palio, è abilmente sceneggiata da Ruju che è affiancato, come già sappiamo, da Diso che l'ha disegnata nel 2015. Il disegnatore romano è proprio la nota negativa di questo Maxi Tex, però va considerato che la redazione ne ha preso atto, a oggi non è stata infatti pubblicata ne la storia breve ne la storia "La guerra di Owl Creek" (entrambe con le sue chine) la cui pubblicazione è certa ma sarà diluita, per così dire, negli anni, e dopo aver realizzato le tavole di questa storia Diso è tornato su Mister No.

 

 

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Il secondo Maxi Tex del 2018 comporta due storie (com'era già successo nel 2000 e nel 2015). Il tentativo si ripeterà anche con i due Maxi Tex del 2019 e con quello autunnale del 2020 e primaverile del 2021 e del 2022. La redazione si preoccupa evidentemente di garantire l'uscita regolare di due balenotteri semestrali ogni anno. La formula delle due storie permette di non affidare le tavole a dei velocisti come Diso e Cossu, lasciando spazio a altri disegnatori che sono in grado di garantire una migliore resa grafica senza doverli tenere impegnati anni e anni su un'unica lunga storia. Un altro ostacolo non di poco conto per il curatore Boselli è il trovare degli sceneggiatori capaci di scrivere due sceneggiature all'anno di oltre trecento pagine! Per esempio uno di quelli a cui l'ha allora proposto è Recchioni che ha rifiutato, un altro è Claudio Nizzi allora di ritorno su Tex che nel 2017 imbastisce invece un Maxi Tex lungo per Alessandrini. Nel Maxi Tex "Deserto Mohave"  troviamo dunque una storia di due albi che dà il titolo all'albo (come nel caso di quello del 2016 il titolo inglese "Mohave Desert" originario verrà italianizzato in fase di stampa), l'avventura è sceneggiata da Manfredi dal 2016 e disegnata nel suo piccolo scantinato di Casalnuovo da Nespolino (come racconta divertito in un'intervista a La Repubblica). L'altra storia breve è sceneggiata dalla primavera del 2011 da Faraci e disegnata da Ginosatis (il cui titolo è "L'ultimo treno da Stonewell"). Se la prima storia nasce per la serie regolare ed è dirottata sul Maxi Tex perché, come la giudicano sul forum di Tex i lettori, è interessante ma anche un po' "bizzarra" e "cervellotica", la seconda di Faraci, molto più vecchia, era stata pensata per un Almanacco del West, una storia rimasta in giacenza dunque, è anche l'ultima pubblicata di Faraci (in attesa, ovviamente, del Texone di Altuna ancora in fase di perenne realizzazione). In copertina troneggia il bollino sui settant'anni del personaggio e un fastidioso triangolino sul bordo superiore che pubblicizza le figurine allegate in regalo.

 

 

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Il Maxi Tex "Il cavallo di ferro" contiene due classiche storie western (l'altra è intitolata "La carovana dei Cherokee") di Mignacco illustrate entrambe da Cossu. Nell'autunno del 2017 Mauro Boselli ha infatti deciso di provare la carta dello sceneggiatore ligure che aveva in precedenza scritto una breve storia per un Color Tex. La prima avventura che inizia come il classico di GL Bonelli "Sangue Navajo" e finisce come l'altrettanto classico "Canyon Diablo", vede un giovane Dakota preparare la sua personale vendetta contro la compagnia ferroviaria per cui lavora. La trama si intona bene sulle note della canzone di Guccini "La locomotiva". La seconda storia con una pacifica carovana di Cherokee in balia degli Utes che sono sul sentiero di guerra ricorda una altro capolavoro bonelliano, "Terra Promessa" illustrato negli anni settanta da Ticci. Non citiamo a caso simili capolavori, il fatto è che entrambe le storie di questo Maxi Tex restano tiepide e lo sceneggiatore se non bocciato è per lo meno rimandato (non risultano in lavorazione altre sue storie).

 

 

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Il secondo Maxi Tex del 2019, il venticinquesimo della collana, ripropone la formula delle due (entrambe buone) storie questa volta di Pasquale Ruju. La prima è disegnata da Miguel Angel Repetto e segna un suo ritorno sulla collana (dove mancava dal 2012). La storia è pubblicata appena qualche mese dopo la morte dell'artista argentino che si è spento a Lujan all'età di quasi novant'anni qualche mese prima il 10 maggio 2019. La sceneggiatura, provvisoriamente intitolata "Il re di Chicago" (il titolo è poi leggermente modificato in fase di stampa), nasceva da un soggetto della primavera del 2012 destinato all'Almanacco del West. Repetto, che a causa di problemi di salute aveva notevolmente rallentato i tempi di lavorazione già con la precedente storia da lui illustrata(per l'appunto il Maxi Tex "La legge di Starker" di Faraci), dà il benestare solo per una storia di un albo, ne disegna novanta tavole e dopo appena qualche anno deve però fermarsi. La storia è completata da Bruzzo dopo la sua morte (nell'albo interviene a pagina 97 cercando di imitare il tratto del maestro argentino): è la seconda volta che nei Maxi Tex assistiamo a un avvicendamento di disegnatori dovuto alla morte di uno di essi, era già successo nel Maxi Tex del 2006 con Della Monica che aveva completato la storia precedentemente illustrata da Letteri. L'altra storia del Maxi Tex è intitolata "Tempesta" e nasce all'inizio del 2015 con il titolo di lavorazione "Sull'orlo dell'abisso" per la serie regolare con i disegni di Rossi. Il balenottero subisce un ulteriore rincaro, questa volta piuttosto pesante, addirittura di un euro ed è perciò ora venduto a 7,90 euro!

 

 

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Due storie di Ruju finiscono anche nel Maxi Tex primaverile del 2020. La prima, illustrata da Cossu e intitolata "Caccia a Tiger Jack", risale come soggetto ai primi mesi del 2019 ed è disegnata velocemente dall'artista romano. La storia ha il pregio di dare spazio al pard navajo di Tex, coinvolto in una storia tra le nevi che lo vede alle prese con la tratta di alcune giovani indiane. L'ambientazione invernale riesce anche a rendere più gradevoli le tavole di Cossu per via del suo tratto "pulito".  La seconda è invece disegnata dal quasi ottantenne Mangiarano in arte Felmang. Nella primavera del 2016 Ruju inizia a sceneggiare la storia provvisoriamente intitolata "Abissi di follia" per l'Almanacco del West. Con il personaggio principale, molto particolare, una chiromante (la bella Alithia che ricorda una giovane Gina Lollobrigida) l'autore omaggia il classico di Tex "La dama di Picche". Con la chiusura degli Almanacchi del West cambia anche la destinazione di questa storia che è pubblicata nel balenottero con il titolo "Il veleno della Zingara". Come è avvenuto negli ultimi anni queste rimanenze  pensate per l'Almanacco sono pubblicate affiancate a una storia di due albi destinata alla serie regolare (vedi tra gli ultimi Maxi Tex le storie "Desert Mohave" o "Tempesta"), non è il caso comunque di "Caccia a Tiger Jack" che nasce destinata proprio a questa collana. Felmang termina solo a ridosso della pubblicazione e le tavole vedono ripetuti interventi di Germano Ferri, per esempio nelle pp. 269/274 o in 304/318. Sul conteggio totale del numero delle pagine ne mancano tre, due tavole sono state tolte dalla storia illustrata da Cossu mentre per errore Ruju scrive una tavola in meno per la storia disegnata invece da Felmang!

 

 

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I tre fratelli Bill, Sam, Kid e Black sono dei personaggi creati da G.L. Bonelli negli anni cinquanta (le prime strisce uscirono più precisamente nel 1952) che conobbero un certo favore popolare negli anni settanta quando le loro storie furono ristampate negli albi della collana Rodeo. L'idea di un team-up con Tex è almeno dal 2016 nella testa dello sceneggiatore e si concretizza da parte di Mauro Boselli nell'autunno del 2017 un po' come una scommessa, la redazione infatti ritiene quelle vecchie storie ormai sorpassate. Il Maxi Tex ha anche un'altra particolarità, si ricollega infatti alla storia "Netdahe" appena uscita sulla serie regolare con i disegni di Seijas che per l'appunto aveva un finale aperto sulla quale la storia del balenottero disegnata da Piccinelli si innesta. Simpatici, spericolati ma anche sopra le righe, i tre fratelli riescono nella sceneggiatura di Boselli a rimanere loro stessi e a convivere, senza troppo rubargli la scena, con Tex che come tutti i personaggi nati dalla penna di Bonelli padre a loro somiglia. La storia non è un capolavoro ma una di quelle che comunque segnano positivamente la collana dei Maxi Tex, tanto che l'autore ha pensato a un nuovo team-up con un altro personaggio bonelliano, questa volta il detective Rick Master, in una storia attualmente in fase di realizzazione con i disegni di Benevento e destinata a uno dei Maxi Tex dei prossimi anni.

 

 

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Nella primavera del 2021 si ritorna a un Maxi Tex con due storie. La prima è di Claudio Nizzi e nasce da un soggetto approvato nell'autunno 2018 con il titolo di lavorazione di "Dragoon Mountains". I disegni sono di Rodolfo Torti che per lui ha già illustrato una breve storia di 32 pagine per un Color Tex. Questo è il sesto Maxi Tex di Nizzi che mancava nella collana dal 2008, è infatti uno di quegli autori rari che conoscono Tex e hanno il favore del pubblico richiamati nello staff da parte di Boselli proprio per la sua capacità di produrre storie lunghe da destinare al balenottero (dalla primavera del 2017 infatti è in lavorazione "La grande congiura" una sua lunga e complessa avventura ambientata in parte in Arizona e in parte a Washington con i disegni di Alessandrini che sarà pubblicata molto probabilmente nel prossimo ottobre, mentre un'altra storia da tre albi da lui sceneggiata nel 2021 e quasi ultimata dal velocissimo Casertano potrà essere pubblicata già dal prossimo anno forse proprio su un Maxi Tex). L'altra storia "Neve rossa" è un'altra di quelle destinate originariamente all'Almanacco del West e rimaste a lungo in giacenza per essere poi pubblicate con una storia di due albi (come già "Caccia a Tiger Jack" anche "Il segreto della missione spagnola" nasce commissionata però per il Maxi, anche per via dei disegni che troverebbero difficilmente spazio nella serie regolare). Il soggetto di Ruju nasce nell'autunno del 2013 per José Ortiz che prima di morire fa appena in tempo a realizzare le matite di due tavole, viene quindi affidata a De Luca, qui alla sua prima storia western. Per Boselli sarà una storia destinata a restare unica, se infatti ne riconosce la bontà dei disegni, li ritiene poco adatti a Tex. Ancora una volta dobbiamo mettere in risalto da una parte gli interventi di una grafica invasiva con il bollino degli ottant'anni della Casa editrice e lo strillo triangolare che pubblicizza nel bordo superiore la medaglia in omaggio, dall'altra invece il cospicuo aumento di prezzo ancora di un euro, con il costo portato a 8,90 euro (erano 6,50 euro appena cinque anni prima).

 

 

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E veniamo a "Mississipi Ring", l'ultimo Maxi Tex, il ventinovesimo, uscito nell'ottobre 2021 con i testi di Manfredi e i disegni di Rotundo il cui Texone è andato in edicola nel mese di giugno. La storia è in lavorazione dall'autunno 2015 e con il titolo di lavorazione "Sulle rive del Mississipi" è prevista inizialmente per la serie regolare. Mauro Boselli a proposito della trama, dà un'analisi esemplificativa dello stile di Manfredi: "[...] è un viaggio lineare diviso in tre capitoli relativi ai diversi testimoni. In ogni capitolo appaiono nuovi personaggi e quelli precedenti (vedi il sicario delle prime cento pagine) vengono quasi accantonati [...]  Il comportamento dei personaggi è manfredianamente e postmodernamente imprevedibile e bizzarro e i dettagli sono coloriti e barocchi [... ] Anche i motivo del contendere è complesso e poco limpido, con dettagli politico-sociali postmodernisti". Lo stesso curatore, sempre nel forum di Tex, parla anche di una sceneggiatura pesantemente riscritta nei dialoghi: "Le sequenze dinamiche sono  tutte salve, mentre i  dialoghi totalmente anacronistici, filosofici, politici o semplicemente "strani" e fuori centro sono stati eliminati o ridotti all'osso" e spiega anche perché alla fine la storia sia stata pubblicata sul balenottero: "Con questo andamento bizzarro e picaresco andava letta tutta assieme e non era adatta alla regolare". In effetti il dirottamento è reso possibile anche soprattutto dalla certezza della pubblicazione sulla serie regolare della storia in quattro albi di Boselli e Bruzzo.  Con le correzioni apportate resta alla fine buon Maxi Tex da leggere e che riesce anche a divertire, certo Manfredi non è Boselli e anche i disegni di Rotundo sono forse un po' troppo personali.

 

 

***

 

 

E con questo abbiamo concluso la breve, ma spero esauriente, storia di questa collana. Sulle nuove storie in lavorazione Mauro Boselli non si è voluto sbottonare e custodisce gelosamente i segreti della redazione, non ci provo nemmeno a tentare di tracciare il futuro di questa collana di cui abbiamo notizie solo frammentarie. Voglio però soffermarmi su due aspetti che generano un po' di preoccupazione:

 

a ) il primo è l'aumento di prezzo biennale di un euro che ci porterà ben presto a pagare il Maxi Tex dieci euro e va bene quando le storie sono di tre albi e pensate in grande da Boselli, va molto meno bene quando le storie sono due per albo e risultano prive di "mordente" e illustrate da disegnatori che sono ormai vecchie glorie poco adatte a Tex e forse poco adatte al western in generale.

 

b ) Anche se le storie di un albo in giacenza dovrebbero essere quasi finite (con il prossimo Maxi Tex ne eliminiamo altre due di Scascitelli dalla lista di quelle in giacenza da tempo, incombe però sempre la minaccia di una storia breve di Diso che ha disegnato circa dieci anni fa) resta il grande problema delle storie lunghe di tre albi. Il Maxi Tex è nato come contenitore di un'unica lunga storia di trecentotrenta pagine che i lettori potevano leggere in una volta sola, nel 2000 c'è stato il caso del Maxi Tex con le due storie di Repetto ma doveva restare un'eccezione e lo è rimasta a lungo! Negli ultimi dieci anni però i Maxi Tex  hanno ospitato invece spesso due storie e questo può piacere e non piacere. Le storie lunghe le abbiamo avute con Boselli (e che storie!) ma Ruju ha evidenti difficoltà nel confrontarsi con le storie di più di 220 tavole. Su Nizzi sappiamo di poter contare con almeno altre due storie lunghe da pubblicare, ma anagraficamente... Manfredi resta lontano dalla Bonelli e le sue storie sono oggetto di correzioni profonde, revisioni che a leggere le parole di Boselli in redazione non sembrano più volersi fare carico.

 

Venendo al dunque, la Direzione vuole i due Maxi Tex annuali, ce li farà pagare dieci euro, ci scorderemo le storie di tre albi se non con pubblicazioni una tantum (conto quattro storie lunghe più quella di Altuna se mai la finirà). Ho voluto intitolare quest'ultima parte "La rinascita" perché innegabilmente non si possono non cogliere i tentativi finora fatti per rimettere in sesto la collana, ma gli interrogativi restano pesanti e sono nodi difficili da sciogliere. Se questo è un discorso troppo pessimista lo diranno, spero, i commenti in questa discussione. E lo dirà una programmazione editoriale sulla quale per il momento Boselli non vuole sbilanciarsi, spero possa almeno rassicurarci su queste nere previsioni.

  • +1 4
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La bellezza del Maxi Tex è per me avere una storia completa ed inedita in un unico balenottero che puoi rileggerti quando vuoi. La scelta della Direzione su i due Maxi annuali può essere controproducente perché gli autori saranno più impegnati a sceneggiare sempre più pagine(vale anche per i Color Tex, il Tex bis ecc.). Però io ho fiducia nella gestione Boselli che negli ultimi anni ha portato nuova linfa vitale alla serie, pensiamo a storie bellissime come "Nueces Valley" e "I Tre Bill". Io poi volevo ringraziare @ymalpasper lo splendido lavoro di ricerche e aneddoti sulla storia dei Maxi Tex poiché sono da pochi anni che ho iniziato ad acquistarli e della loro genesi sapevo ben poco. 

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Anche se personalmente ho tutti i numeri della serie maxiTex, neanch'io conoscevo tutti i retroscena o comunque tutto quello che precede l'uscita in edicola degli albi.

 

Di questo volevo ringraziare Ymalpas e tutti quelli che integrano le informazioni aggiungendo le proprie conoscenze in merito.

 

A mio modestissimo parere questo tipo di argomenti meriterebbe in futuro di essere inserito nel sommario di un prossimo TWMagazine.

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<span style="color:red">8 ore fa</span>, ymalpas dice:

Parte quinta. La rinascita (2017 - 2022)

 

 

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Nel corso del biennio 2015 e 2016 sono messe in lavorazione tra brevi e lunghe almeno cinque storie che figureranno negli anni successivi nei Maxi Tex. Una di queste avventure Mauro Boselli inizia a sceneggiarla intorno al mese di marzo 2015 e ne parla sul forum di Tex come di una storia epocale. "Nueces Valley", disegnata da Pasquale Del Vecchio vede una riduzione del numero delle pagine a 276 (la storia ne ha 254) e un ulteriore aumento di quaranta centesimi sul prezzo di copertina (6,90 euro). Il nuovo Maxi Tex è impreziosito anche da una nuova grafica nella copertina, voluta dalla Direzione per dare una scossa alla serie. Ma è soprattutto la storia incentrata sui pionieri della valle del Nueces, sull'infanzia di Tex, la famiglia e gli amici, i primi amori, le prime avventure e l'incontro con Jim Bridger a essere molto bella, forse troppo per figurare in una collana che fino ad allora non ne aveva ancora conosciuto di così importanti. Eppure la storia in partenza nasce proprio per il balenottero (ma il Tex giovane è già una realtà nella collana dei Cartonati "francesi" e in lavorazione c'è una storia "speciale" di Boselli con De Angelis ai disegni che, ancora i lettori non lo sanno, si appresta a diventare la prima avventura della nuova serie "Tex Willer") e non possiamo non vedere in questa mossa da parte di Boselli un tentativo (riuscitissimo) di riportare i Maxi Tex ai fasti dei primi anni. 

 

 

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Nel 2018 il Maxi Tex raddoppia! Ne usciranno ormai due numeri all'anno, uno primaverile e uno (come di consueto) autunnale. Anche questa decisione parte dai piani alti della Sergio Bonelli Editore e l'intento è chiaramente quello di raddoppiare le vendite annuali della collana. La storia "La grande corsa", che ricorda il film western "Bite the bullet" di Richard Brooks, incentrata su una gara organizzata dal San Francisco Examiner (il giornale di Sam Brennan) da Tucson fino alla California con un ricco premio in palio, è abilmente sceneggiata da Ruju che è affiancato, come già sappiamo, da Diso che l'ha disegnata nel 2015. Il disegnatore romano è proprio la nota negativa di questo Maxi Tex, però va considerato che la redazione ne ha preso atto, a oggi non è stata infatti pubblicata ne la storia breve ne la storia "La guerra di Owl Creek" (entrambe con le sue chine) la cui pubblicazione è certa ma sarà diluita, per così dire, negli anni, e dopo aver realizzato le tavole di questa storia Diso è tornato su Mister No.

 

 

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Il secondo Maxi Tex del 2018 comporta due storie (com'era già successo nel 2000 e nel 2015). Il tentativo si ripeterà anche con i due Maxi Tex del 2019 e con quello autunnale del 2020 e primaverile del 2021 e del 2022. La redazione si preoccupa evidentemente di garantire l'uscita regolare di due balenotteri semestrali ogni anno. La formula delle due storie permette di non affidare le tavole a dei velocisti come Diso e Cossu, lasciando spazio a altri disegnatori che sono in grado di garantire una migliore resa grafica senza doverli tenere impegnati anni e anni su un'unica lunga storia. Un altro ostacolo non di poco conto per il curatore Boselli è il trovare degli sceneggiatori capaci di scrivere due sceneggiature all'anno di oltre trecento pagine! Per esempio uno di quelli a cui l'ha allora proposto è Recchioni che ha rifiutato, un altro è Claudio Nizzi allora di ritorno su Tex che nel 2017 imbastisce invece un Maxi Tex lungo per Alessandrini. Nel Maxi Tex "Deserto Mohave"  troviamo dunque una storia di due albi che dà il titolo all'albo (come nel caso di quello del 2016 il titolo inglese "Mohave Desert" originario verrà italianizzato in fase di stampa), l'avventura è sceneggiata da Manfredi dal 2016 e disegnata nel suo piccolo scantinato di Casalnuovo da Nespolino (come racconta divertito in un'intervista a La Repubblica). L'altra storia breve è sceneggiata dalla primavera del 2011 da Faraci e disegnata da Ginosatis (il cui titolo è "L'ultimo treno da Stonewell"). Se la prima storia nasce per la serie regolare ed è dirottata sul Maxi Tex perché, come la giudicano sul forum di Tex i lettori, è interessante ma anche un po' "bizzarra" e "cervellotica", la seconda di Faraci, molto più vecchia, era stata pensata per un Almanacco del West, una storia rimasta in giacenza dunque, è anche l'ultima pubblicata di Faraci (in attesa, ovviamente, del Texone di Altuna ancora in fase di perenne realizzazione). In copertina troneggia il bollino sui settant'anni del personaggio e un fastidioso triangolino sul bordo superiore che pubblicizza le figurine allegate in regalo.

 

 

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Il Maxi Tex "Il cavallo di ferro" contiene due classiche storie western (l'altra è intitolata "La carovana dei Cherokee") di Mignacco illustrate entrambe da Cossu. Nell'autunno del 2017 Mauro Boselli ha infatti deciso di provare la carta dello sceneggiatore ligure che aveva in precedenza scritto una breve storia per un Color Tex. La prima avventura che inizia come il classico di GL Bonelli "Sangue Navajo" e finisce come l'altrettanto classico "Canyon Diablo", vede un giovane Dakota preparare la sua personale vendetta contro la compagnia ferroviaria per cui lavora. La trama si intona bene sulle note della canzone di Guccini "La locomotiva". La seconda storia con una pacifica carovana di Cherokee in balia degli Utes che sono sul sentiero di guerra ricorda una altro capolavoro bonelliano, "Terra Promessa" illustrato negli anni settanta da Ticci. Non citiamo a caso simili capolavori, il fatto è che entrambe le storie di questo Maxi Tex restano tiepide e lo sceneggiatore se non bocciato è per lo meno rimandato (non risultano in lavorazione altre sue storie).

 

 

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Il secondo Maxi Tex del 2019, il venticinquesimo della collana, ripropone la formula delle due (entrambe buone) storie questa volta di Pasquale Ruju. La prima è disegnata da Miguel Angel Repetto e segna un suo ritorno sulla collana (dove mancava dal 2012). La storia è pubblicata appena qualche mese dopo la morte dell'artista argentino che si è spento a Lujan all'età di quasi novant'anni qualche mese prima il 10 maggio 2019. La sceneggiatura, provvisoriamente intitolata "Il re di Chicago" (il titolo è poi leggermente modificato in fase di stampa), nasceva da un soggetto della primavera del 2012 destinato all'Almanacco del West. Repetto, che a causa di problemi di salute aveva notevolmente rallentato i tempi di lavorazione già con la precedente storia da lui illustrata(per l'appunto il Maxi Tex "La legge di Starker" di Faraci), dà il benestare solo per una storia di un albo, ne disegna novanta tavole e dopo appena qualche anno deve però fermarsi. La storia è completata da Bruzzo dopo la sua morte (nell'albo interviene a pagina 97 cercando di imitare il tratto del maestro argentino): è la seconda volta che nei Maxi Tex assistiamo a un avvicendamento di disegnatori dovuto alla morte di uno di essi, era già successo nel Maxi Tex del 2006 con Della Monica che aveva completato la storia precedentemente illustrata da Letteri. L'altra storia del Maxi Tex è intitolata "Tempesta" e nasce all'inizio del 2015 con il titolo di lavorazione "Sull'orlo dell'abisso" per la serie regolare con i disegni di Rossi. Il balenottero subisce un ulteriore rincaro, questa volta piuttosto pesante, addirittura di un euro ed è perciò ora venduto a 7,90 euro!

 

 

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Due storie di Ruju finiscono anche nel Maxi Tex primaverile del 2020. La prima, illustrata da Cossu e intitolata "Caccia a Tiger Jack", risale come soggetto ai primi mesi del 2019 ed è disegnata velocemente dall'artista romano. La storia ha il pregio di dare spazio al pard navajo di Tex, coinvolto in una storia tra le nevi che lo vede alle prese con la tratta di alcune giovani indiane. L'ambientazione invernale riesce anche a rendere più gradevoli le tavole di Cossu per via del suo tratto "pulito".  La seconda è invece disegnata dal quasi ottantenne Mangiarano in arte Felmang. Nella primavera del 2016 Ruju inizia a sceneggiare la storia provvisoriamente intitolata "Abissi di follia" per l'Almanacco del West. Con il personaggio principale, molto particolare, una chiromante (la bella Alithia che ricorda una giovane Gina Lollobrigida) l'autore omaggia il classico di Tex "La dama di Picche". Con la chiusura degli Almanacchi del West cambia anche la destinazione di questa storia che è pubblicata nel balenottero con il titolo "Il veleno della Zingara". Come è avvenuto negli ultimi anni queste rimanenze  pensate per l'Almanacco sono pubblicate affiancate a una storia di due albi destinata alla serie regolare (vedi tra gli ultimi Maxi Tex le storie "Desert Mohave" o "Tempesta"), non è il caso comunque di "Caccia a Tiger Jack" che nasce destinata proprio a questa collana. Felmang termina solo a ridosso della pubblicazione e le tavole vedono ripetuti interventi di Germano Ferri, per esempio nelle pp. 269/274 o in 304/318. Sul conteggio totale del numero delle pagine ne mancano tre, due tavole sono state tolte dalla storia illustrata da Cossu mentre per errore Ruju scrive una tavola in meno per la storia disegnata invece da Felmang!

 

 

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I tre fratelli Bill, Sam, Kid e Black sono dei personaggi creati da G.L. Bonelli negli anni cinquanta (le prime strisce uscirono più precisamente nel 1952) che conobbero un certo favore popolare negli anni settanta quando le loro storie furono ristampate negli albi della collana Rodeo. L'idea di un team-up con Tex è almeno dal 2016 nella testa dello sceneggiatore e si concretizza da parte di Mauro Boselli nell'autunno del 2017 un po' come una scommessa, la redazione infatti ritiene quelle vecchie storie ormai sorpassate. Il Maxi Tex ha anche un'altra particolarità, si ricollega infatti alla storia "Netdahe" appena uscita sulla serie regolare con i disegni di Seijas che per l'appunto aveva un finale aperto sulla quale la storia del balenottero disegnata da Piccinelli si innesta. Simpatici, spericolati ma anche sopra le righe, i tre fratelli riescono nella sceneggiatura di Boselli a rimanere loro stessi e a convivere, senza troppo rubargli la scena, con Tex che come tutti i personaggi nati dalla penna di Bonelli padre a loro somiglia. La storia non è un capolavoro ma una di quelle che comunque segnano positivamente la collana dei Maxi Tex, tanto che l'autore ha pensato a un nuovo team-up con un altro personaggio bonelliano, questa volta il detective Rick Master, in una storia attualmente in fase di realizzazione con i disegni di Benevento e destinata a uno dei Maxi Tex dei prossimi anni.

 

 

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Nella primavera del 2021 si ritorna a un Maxi Tex con due storie. La prima è di Claudio Nizzi e nasce da un soggetto approvato nell'autunno 2018 con il titolo di lavorazione di "Dragoon Mountains". I disegni sono di Rodolfo Torti che per lui ha già illustrato una breve storia di 32 pagine per un Color Tex. Questo è il sesto Maxi Tex di Nizzi che mancava nella collana dal 2008, è infatti uno di quegli autori rari che conoscono Tex e hanno il favore del pubblico richiamati nello staff da parte di Boselli proprio per la sua capacità di produrre storie lunghe da destinare al balenottero (dalla primavera del 2017 infatti è in lavorazione "La grande congiura" una sua lunga e complessa avventura ambientata in parte in Arizona e in parte a Washington con i disegni di Alessandrini che sarà pubblicata molto probabilmente nel prossimo ottobre, mentre un'altra storia da tre albi da lui sceneggiata nel 2021 e quasi ultimata dal velocissimo Casertano potrà essere pubblicata già dal prossimo anno forse proprio su un Maxi Tex). L'altra storia "Neve rossa" è un'altra di quelle destinate originariamente all'Almanacco del West e rimaste a lungo in giacenza per essere poi pubblicate con una storia di due albi (come già "Caccia a Tiger Jack" anche "Il segreto della missione spagnola" nasce commissionata però per il Maxi, anche per via dei disegni che troverebbero difficilmente spazio nella serie regolare). Il soggetto di Ruju nasce nell'autunno del 2013 per José Ortiz che prima di morire fa appena in tempo a realizzare le matite di due tavole, viene quindi affidata a De Luca, qui alla sua prima storia western. Per Boselli sarà una storia destinata a restare unica, se infatti ne riconosce la bontà dei disegni, li ritiene poco adatti a Tex. Ancora una volta dobbiamo mettere in risalto da una parte gli interventi di una grafica invasiva con il bollino degli ottant'anni della Casa editrice e lo strillo triangolare che pubblicizza nel bordo superiore la medaglia in omaggio, dall'altra invece il cospicuo aumento di prezzo ancora di un euro, con il costo portato a 8,90 euro (erano 6,50 euro appena cinque anni prima).

 

 

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E veniamo a "Mississipi Ring", l'ultimo Maxi Tex, il ventinovesimo, uscito nell'ottobre 2021 con i testi di Manfredi e i disegni di Rotundo il cui Texone è andato in edicola nel mese di giugno. La storia è in lavorazione dall'autunno 2015 e con il titolo di lavorazione "Sulle rive del Mississipi" è prevista inizialmente per la serie regolare. Mauro Boselli a proposito della trama, dà un'analisi esemplificativa dello stile di Manfredi: "[...] è un viaggio lineare diviso in tre capitoli relativi ai diversi testimoni. In ogni capitolo appaiono nuovi personaggi e quelli precedenti (vedi il sicario delle prime cento pagine) vengono quasi accantonati [...]  Il comportamento dei personaggi è manfredianamente e postmodernamente imprevedibile e bizzarro e i dettagli sono coloriti e barocchi [... ] Anche i motivo del contendere è complesso e poco limpido, con dettagli politico-sociali postmodernisti". Lo stesso curatore, sempre nel forum di Tex, parla anche di una sceneggiatura pesantemente riscritta nei dialoghi: "Le sequenze dinamiche sono  tutte salve, mentre i  dialoghi totalmente anacronistici, filosofici, politici o semplicemente "strani" e fuori centro sono stati eliminati o ridotti all'osso" e spiega anche perché alla fine la storia sia stata pubblicata sul balenottero: "Con questo andamento bizzarro e picaresco andava letta tutta assieme e non era adatta alla regolare". In effetti il dirottamento è reso possibile anche soprattutto dalla certezza della pubblicazione sulla serie regolare della storia in quattro albi di Boselli e Bruzzo.  Con le correzioni apportate resta alla fine buon Maxi Tex da leggere e che riesce anche a divertire, certo Manfredi non è Boselli e anche i disegni di Rotundo sono forse un po' troppo personali.

 

 

***

 

 

E con questo abbiamo concluso la breve, ma spero esauriente, storia di questa collana. Sulle nuove storie in lavorazione Mauro Boselli non si è voluto sbottonare e custodisce gelosamente i segreti della redazione, non ci provo nemmeno a tentare di tracciare il futuro di questa collana di cui abbiamo notizie solo frammentarie. Voglio però soffermarmi su due aspetti che generano un po' di preoccupazione:

 

a ) il primo è l'aumento di prezzo biennale di un euro che ci porterà ben presto a pagare il Maxi Tex dieci euro e va bene quando le storie sono di tre albi e pensate in grande da Boselli, va molto meno bene quando le storie sono due per albo e risultano prive di "mordente" e illustrate da disegnatori che sono ormai vecchie glorie poco adatte a Tex e forse poco adatte al western in generale.

 

b ) Anche se le storie di un albo in giacenza dovrebbero essere quasi finite (con il prossimo Maxi Tex ne eliminiamo altre due di Scascitelli dalla lista di quelle in giacenza da tempo, incombe però sempre la minaccia di una storia breve di Diso che ha disegnato circa dieci anni fa) resta il grande problema delle storie lunghe di tre albi. Il Maxi Tex è nato come contenitore di un'unica lunga storia di trecentotrenta pagine che i lettori potevano leggere in una volta sola, nel 2000 c'è stato il caso del Maxi Tex con le due storie di Repetto ma doveva restare un'eccezione e lo è rimasta a lungo! Negli ultimi dieci anni però i Maxi Tex  hanno ospitato invece spesso due storie e questo può piacere e non piacere. Le storie lunghe le abbiamo avute con Boselli (e che storie!) ma Ruju ha evidenti difficoltà nel confrontarsi con le storie di più di 220 tavole. Su Nizzi sappiamo di poter contare con almeno altre due storie lunghe da pubblicare, ma anagraficamente... Manfredi resta lontano dalla Bonelli e le sue storie sono oggetto di correzioni profonde, revisioni che a leggere le parole di Boselli in redazione non sembrano più volersi fare carico.

 

Venendo al dunque, la Direzione vuole i due Maxi Tex annuali, ce li farà pagare dieci euro, ci scorderemo le storie di tre albi se non con pubblicazioni una tantum (conto quattro storie lunghe più quella di Altuna se mai la finirà). Ho voluto intitolare quest'ultima parte "La rinascita" perché innegabilmente non si possono non cogliere i tentativi finora fatti per rimettere in sesto la collana, ma gli interrogativi restano pesanti e sono nodi difficili da sciogliere. Se questo è un discorso troppo pessimista lo diranno, spero, i commenti in questa discussione. E lo dirà una programmazione editoriale sulla quale per il momento Boselli non vuole sbilanciarsi, spero possa almeno rassicurarci su queste nere previsioni.

Veramente una bella iniziativa la tua. Personalmente preferisco la storia unica e preferirei solo un Maxi all'anno, come il Texone (tranne l'eccezione del 2020 se non erro). Il "problema ", come ben argomentato da altri del forum, è l'eccesso di pubblicazioni. Io sono per la varietà ma di pezzi unici. In un anno vorrei il maxi, il texone, il color e il cartonato, solo uno per tipo insomma.😀

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