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TWF - Tex Willer Forum

[Speciale Tex Willer N.04] Mefisto: Le origini del male


MacParland
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30 minuti fa, Carlo Monni dice:

 

Con il dovuto rispetto, non hai capito un accidente di quello che ha detto Boselli.

Nel contesto della storia appena narrata ci sta meglio che il dialogo avvenga prima che Tex entri nel saloon, cosa che ha una valenza simbolica perché Tex non entra solo nel saloon ma nella vita stessa di Mefisto e così doveva concludersi la storia. La stessa scena con Tex al bancone che parla con il barista non avrebbe avuto lo stesso impatto. Funziona come scena centrale, come era stata scritta in origine, ma non come scena finale di una storia.

 

 

Lascia perdere. Non avrei dovuto spiegare la scena, , vale la mia prima risposta a Piombo Caldo. Spiegare il perché delle scelte è totalmente inutile , se uno non sa capire le ragioni intrinseche diverse di due DIVERSE storie.

 

Quando farò il remake di quella scena in futuro, probabilmente sarà ancora diversa. :lol: E loro continueranno a non capire il perchè.

Modificato da borden
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Le due storie sono diverse per un motivo ben preciso.

Se volete ve lo spiego.

Non è andata né come ricorda GLB né come ricorda Boselli.

Sapete, è passato un sacco di tempo, non siamo nemmeno arrivati alla guerra di secessione.

Io so come sono andate veramente le cose perché c'ero, mentre GLB e il Bos le hanno sentite come le ha raccontate Tex e, o ricordano male, o non hanno capito bene o ancora Tex, nel raccontare, ha fatto un po' di confusione.

Eppoi come si fa a dire che Tex non è Tex se l'incontro con Mefisto avviene dentro o fuori. 

Se sapeste le palle che ha raccontato Tito Livio per non tacere di Publio Cornelio Tacito.

Va bene, Letizia, visto che sei così ben informata, dicci tu come sono andate veramente le cose, come promesso.

No, davvero, io ho solo detto che vi spiegavo che le le cose erano diverse e perché, ma non ha mai parlato di come o dove o quando.

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1 hour ago, navajo warrior said:

Grazie per la spiegazione, ma (con il dovuto rispetto) anche tu non hai capito un accidente di quello che ho detto io.

Quello che ha scritto Bos nella SUA storia va benissimo, non ho contestato niente, ci mancherebbe.

Ho solo detto che se GLB ha scritto una scena in un modo (facendo dialogare TEX all'interno di un saloon con un barman) e Bos riscrive la stessa scena in un altro contesto, in un altra ambientazione e comunque diversamente, quello non è TEX, ma Tex Willer.

E ripeto, Tex Willer mi piace, ma (pensiero e opinione personale) non lo considero TEX.

Interessante...

 

Quindi tu sei in possesso di un albo inedito di Tex, scritto da GL Bonelli, e che nessuno di noi ha mai visto? Una specie di "primissima edizione prima ancora della non censurata sulle strisce"? E come hai fatto ad impossessartene? Ci puoi fare gli scan?

 

Perché nell'albo numero 3 che ho letto io, che è quello che hanno letto tutti gli altri che non si sono scandalizzati per quella scena, NON SI VEDE cosa fa Tex fuori dal saloon.

 

Mentre invece, se dici che "è diverso" e che "contraddice" la scena fuori dal saloon, vuol dire che tu HAI quella scena scritta di GL Bonelli?

 

Perché se non ce l'hai...  ti stai arrampicando sugli specchi.

 

Sulla base di una conversazione SUCCESSIVA in cui Tex STA LAVORANDO NEL CONTROSPIONAGGIO e quindi È SOTTO COPERTURA, Tex FA CONVERSAZIONE CON UN BARMAN che gli spiega chi sono Mefisto e Lily.

 

Tu, partendo da questa scena, presupponi (perchè te l'ha detto il fantasma di GL Bonelli, immagino) che:

1) Tex se avesse visto il cartello fuori avrebbe INTERROTTO SCORTESEMENTE IL BARMAN per dirgli "GUARDI CHE LO SO GIÀ, STIA ZITTO" in un momento in cui il suo "lavoro" consiste nel FAR PARLARE IL BARMAN.

2) A Tex non può essere accaduto, in nessun caso, che qualcosa lo abbia distratto dall'ingresso al barman. Magari si è fermato venti minuti e si è scordato il manifesto. Nella storia originale si vede solo il dialogo con il barman.

 

A parte tutto... qualunque sceneggiatore te ne trova MILLE di maniere per eliminare la tua presunta "contraddizione".

 

Perché la tua "contraddizione" non si basa su quello che EFFETTIVAMENTE si legge nel fumetto originale, ma sulla TUA PERSONALE IDEA di come è andata quella scena PRIMA CHE INIZI IL FUMETTO. Secondo te (e non secondo GL Bonelli) Tex è entrato dritto come un fuso senza vedere cartelli, e adesso ti lamenti perchè la versione pubblicata non coincide con la tua...

 

Fai così, la prossima volta per non correre rischi, scrivo alla Bonelli come devono svolgersi le scene NON mostrate da GL Bonelli, affinchè Boselli si possa sincronizzare con la maniera in cui le immagini tu...

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Sono quasi certo che @bordenapprezzerà e qualcuno forse meno, ma ho ormai aderito mentalmente al principio di Ponson du Terrail, per la serie Rocambole, quando leggo i TEX, Tex Willer, il suo romanzo, oppure tutto il resto.

 

Le storie di Tex Willer, perché gran parte raccontate "in diretta" o leggermente "in differita" di mesi o pochissimi anni, rappresentano la vera storia di Tex, ovvero quella incardinata alla Storia.

 

Le storie del TEX, come da stessa ammissione di G.L. Bonelli, sono invece il racconto fatto a distanza di parecchio tempo ad interlocutori diversi. Quindi storie anche bellissime, ma talvolta incongruenti con la cronologia degli eventi storici come nel caso delle due Guerre di Secessione, presenza del telefono, ecc.

 

Sono i ricordi di un Tex che può non ricordare esattamente fatti avvenuti molti anni prima, versioni di scrittori e giornalisti diversi che hanno raccolto in momenti successivi e finalità a volte discordanti i racconti del passato di Tex e dei suoi pards. E vi sono anche versioni di un Tex che, alla stregua del Buffalo Bill storico, ama raccontare intenzionalmente fatti mai avvenuti o modificati e abbellito ad arte.

 

Ciò riguarda anche il romanzo di @borden che differisce già con la serie Tex Willer, riguarda i Texoni, Maxi, Cartonati alla francese, fino ad arrivare ai Color Tex che ... chissà potrebbero essere soltanto il frutto della fantasia d'altri.

 

Soltanto così se ne può uscire senza diventare degli ossessionati compulsivi.

 

Ciò non scredita Bonelli padre e figlio, Nizzi, Boselli e tutti gli altri abbiano scritto per le testate in cui compare Tex.

 

Quindi nessun problema se Tex entra e parla prima o dopo in un saloon, se nell'incendio che coinvolge Coffin la lampada cade in un certo modo oppure in altro, ecc.

 

Si possono così apprezzare ad un tempo le storie dei racconti fatti da Tex a parecchi anni di distanza, quelli totalmente di fantasia e ... ovviamente quelli del Tex Willer "tendenzialmente" più aderenti alla realtà storica perchè in presa diretta o quasi.

 

Cadono così cronologia radicate come quella di @Carlo Monni o di altri appassionati storici ? Fa nulla. E possiamo così soltanto sorridere e non sorbirci gravemente le pur ben articolate relazioni tecniche di @Diablero di come facilmente Tex si liberi dalla cinghia legata strettamente nell'ultima storia contro Mefisto.

 

Quel fanfarone di Tex ha scelto di raccontare di essersi liberato da solo allungando come un elastico la cinghia. Ma chissà cosa sia avvenuto nella realtà !

 

Non lo sapremo mai perché Tex Willer non racconterà nuovamente queste storie.

 

Grandissimo Ponson du Terrail ... e scriveva tra 1857 e 1870 !

 

 

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Boh, sarà che non sto leggendo queste storie, ma ho visto l'interazione @borden-GLB nei primi quattro bellissimi numeri di Tex Willer e... Non mi ha dato il minimo problema.

Sono cresciuto con i miti greci che, ogni volta che vengono raccontati da un nuovo autore, acquisiscono e perdono dettagli, ma mantengono il medesimo spirito e la medesima verità di fondo; solo, la pluralità delle versioni li rende più universali, molteplici, complessi.

Non diciamo sempre che Tex è un mito?

  • Grazie (+1) 1
  • +1 1
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<span style="color:red">9 ore fa</span>, borden dice:

 

 

Lascia perdere. Non avrei dovuto spiegare la scena, , vale la mia prima risposta a Piombo Caldo. Spiegare il perché delle scelte è totalmente inutile , se uno non sa capire le ragioni intrinseche diverse di due DIVERSE storie.

 

Quando farò il remake di quella scena in futuro, probabilmente sarà ancora diversa. :lol: E loro continueranno a non capire il perchè.

No no, invece hai fatto bene a spiegare, così  come è interessante anche l'intervento  di Diablero, che mi fa capire la scena e perché è scritta così.

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Ma secondo me la questione è molto semplice: la serie "Tex Willer" è fatta in parte di nuove avventure del giovane Tex (mai pensate prima da GL Bonelli) e in parte di remake di vecchie storie o di alcune loro scene (l'ha spiegato proprio Boselli qualche post fa). E che cos'è un REMAKE? 

Treccani: "Rifacimento di un film, o anche di uno spettacolo, che a distanza di tempo intende ripeterne le caratteristiche emotive e spettacolari e, possibilmente, il successo, puntando soprattutto su nuove tecniche, su interpreti di richiamo, su dialoghi aggiornati."

 

Per cui finora abbiamo visto il remake de "Il totem misterioso" e in parte de "Il passato di Tex" . Ma le vignette, le inquadrature, i dialoghi mica devono essere per forza identici!

Se vedete il remake di un vecchio film in bianco e nero, mica vi aspettate di ritrovare le stesse identiche scene, gli stessi identici movimenti della macchina da presa, o gli attori che recitano in modo uguale a quelli di una volta!

L'importante è mantenere la fedeltà di fondo ai contenuti, alla trama, ai personaggi, aggiornandoli all'oggi. Ricalcare pedissequamente ciò che ha fatto GL Bonelli nel 1948 non avrebbe senso.

 

E questo vale anche per il carattere dei personaggi: Tex, Mefisto, Lily sono diversi da quelli di GL Bonelli del 1948? Sì, in parte e inevitabilmente, ma di base sono sempre loro, come il Tex di oggi o il Gros-Jean o il Montales di oggi sono in parte diversi ma allo stesso tempo simili a quelli originali. Per cui dire "questo non è Tex, non è Mefisto, ecc." non ha senso, sono interpretazioni.

 

Poi a qualcuno può non piacere, ma questi sono gusti. Personalmente di Tex Willer preferisco le storie totalmente nuove, come quella dei Seminoles o di Carson in Montana, e attendo con curiosità avventure inedite con Montales e durante la guerra civile, mi intrigano un po' meno i remake, come quello annunciato de "La mano rossa", ma in fondo è ovvio che sia così.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, virgin dice:

Boh, sarà che non sto leggendo queste storia, ma ho visto l'interazione @borden-GLB nei primi quattro bellissimi numeri di Tex Willer e... Non mi ha dato il minimo problema.

Sono cresciuto con i miti greci che, ogni volta che vengono raccontati da un nuovo autore, acquisiscono e perdono dettagli, ma mantengono il medesimo spirito e la medesima verità di fondo; solo, la pluralità delle versioni li rende più universali, molteplici, complessi.

Non diciamo sempre che Tex è un mito?

 

Grazie @virgin, con il tuo riferimento ai miti greci, sempre diversi eppure in ogni versione interessanti, confermi la mia visione delle storie di Tex che raccontate mille volte da persone diverse, compreso lo stesso protagonista, giovane, maturo, anziano e perfino inventore del suo stesso mito, danno luogo a questo articolato affresco nel quale non possono trovare spazio certe contestazioni sui particolari ... talvolta, anche se non sempre, banali.

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5 ore fa, Piombo Caldo dice:

No no, invece hai fatto bene a spiegare, così  come è interessante anche l'intervento  di Diablero, che mi fa capire la scena e perché è scritta così.

 

 

Splendido.

 

Comunque io la penso come Virgin e Jeff Weber. Sono abituato a leggere storie di Ulisse, Giasone, Edipo, Zorro, Cyrano, Sherlock Holmes, Paperino, Tarzan, Rocambole, James Bond e compagnia in parziale contraddizione l'una con l'altra. In confronto Tex è un capolavoro di coerenza. Le maggiori incoerenze (è un fatto incontestabile) risalgono proprio a G.L . Bonelli...

Modificato da borden
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Anch'io  preferisco le storie di Tex Willer completamente nuove.

Intanto adesso mi sono letto in sequenza la parte finale de Le origini del male con l'apparizione di Tex, e l'inizio di quella di Mefisto, della serie regolare, con l'entrata  di Tex al saloon, e tutto fila.

 

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<span style="color:red">38 minuti fa</span>, Piombo Caldo dice:

Anch'io  preferisco le storie di Tex Willer completamente nuove.

Intanto adesso mi sono letto in sequenza la parte finale de Le origini del male con l'apparizione di Tex, e l'inizio di quella di Mefisto, della serie regolare, con l'entrata  di Tex al saloon, e tutto fila.

 

 

Quando rileggo o soltanto ripenso alla saga di @borden dedicata ai Seminoles su Tex Willer, mi tremano praticamente le vene per la perfezione assoluta raggiunta. Lì c'è proprio tutta la letteratura mondiale concentrata in pochi albi. Trovi l'epica, il romanzo di formazione, quello popolare di Dumas e Salgari, ecc. E tutto perfettamente rappresentato da magnifici disegni. Un capolavoro !

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  • 2 settimane dopo...

Devo premettere che io non seguo “Tex Willer”, e questo, credo, può aver in qualche modo limitato il mio godimento della storia, soprattutto della seconda parte, quella in cui si fa riferimento a storie e personaggi che non conosco. Tuttavia a me questa storia di Mefisto è molto piaciuta, e soprattutto mi è piaciuto il modo in cui Boselli ha trattato una materia allo stesso tempo classica e inedita, il che non deve essere stato facile.
Mefisto e Lily ne escono come personaggi molto interessanti, soprattutto Mefisto: è già cattivo e astuto, certamente, ma appare come un personaggio non ancora definito, ancora in crescita e come indeciso; per metà albo è alla ricerca delle arti magiche e non ha alcuna voglia di essere un semplice prestigiatore, per poi ritrovarsi, dopo il grande sforzo dell’allucinazione di massa, ad accontentarsi della vita da spia. Insomma, questo giovane Mefisto è un personaggio che mi sembra ha tanto da dire e da sviluppare – anche se pur sempre nei limiti di quanto già fatto da GL Bonelli. Lily invece “buca la pagina” fin dalla sua prima entrata in scena, mostrandosi, per astuzia e cattiveria, ben degna del fratello; ma lei mi pare più definita, scontata, non è un personaggio che ha i dubbi e le incertezze (e le grandi potenzialità) di Mefisto.
Insomma, devo ammettere che, pur non essendo un grande fan delle storie mefistofeliche, ho molto apprezzato l’albo principalmente per la caratterizzazione dei personaggi; e aggiungo, a ulteriore merito di Boselli, che questa lettura mi ha lasciato davvero la voglia di recuperare, piano piano, la serie Tex Willer.

 

Capitolo disegni: bellissimi. Ricordavo De Angelis per il Texone, secondo me sottotono, e qui davvero mi ha sorpreso; bellissime le ambientazioni, le caratterizzazioni dei personaggi, i chiaroscuri... veramente un gran bel disegnatore!

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23 minutes ago, paco ordonez said:

Capitolo disegni: bellissimi. Ricordavo De Angelis per il Texone, secondo me sottotono, e qui davvero mi ha sorpreso; bellissime le ambientazioni, le caratterizzazioni dei personaggi, i chiaroscuri... veramente un gran bel disegnatore!

E 11 albi di Tex Willer (finora) li ha disegnati lui  :P

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<span style="color:red">38 minuti fa</span>, paco ordonez dice:

ho molto apprezzato l’albo principalmente per la caratterizzazione dei personaggi; e aggiungo, a ulteriore merito di Boselli, che questa lettura mi ha lasciato davvero la voglia di recuperare, piano piano, la serie Tex Willer.

 

Capitolo disegni: bellissimi.

Concordo col giudizio. Secondo me questo albo è una delle cose migliori di Tex e Tex Willer degli ultimi periodi.

Se non l'hai mai letta, "Pinkerton Lady" è la storia che fa per te (è intrecciata a questa, anche se scritta prima), albi n. 10-11-12-13 di Tex Willer, sempre con un grandissimo De Angelis.

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<span style="color:red">11 ore fa</span>, paco ordonez dice:

Devo premettere che io non seguo “Tex Willer”, e questo, credo, può aver in qualche modo limitato il mio godimento della storia, soprattutto della seconda parte, quella in cui si fa riferimento a storie e personaggi che non conosco. Tuttavia a me questa storia di Mefisto è molto piaciuta, e soprattutto mi è piaciuto il modo in cui Boselli ha trattato una materia allo stesso tempo classica e inedita, il che non deve essere stato facile.
Mefisto e Lily ne escono come personaggi molto interessanti, soprattutto Mefisto: è già cattivo e astuto, certamente, ma appare come un personaggio non ancora definito, ancora in crescita e come indeciso; per metà albo è alla ricerca delle arti magiche e non ha alcuna voglia di essere un semplice prestigiatore, per poi ritrovarsi, dopo il grande sforzo dell’allucinazione di massa, ad accontentarsi della vita da spia. Insomma, questo giovane Mefisto è un personaggio che mi sembra ha tanto da dire e da sviluppare – anche se pur sempre nei limiti di quanto già fatto da GL Bonelli. Lily invece “buca la pagina” fin dalla sua prima entrata in scena, mostrandosi, per astuzia e cattiveria, ben degna del fratello; ma lei mi pare più definita, scontata, non è un personaggio che ha i dubbi e le incertezze (e le grandi potenzialità) di Mefisto.
Insomma, devo ammettere che, pur non essendo un grande fan delle storie mefistofeliche, ho molto apprezzato l’albo principalmente per la caratterizzazione dei personaggi; e aggiungo, a ulteriore merito di Boselli, che questa lettura mi ha lasciato davvero la voglia di recuperare, piano piano, la serie Tex Willer.

 

Capitolo disegni: bellissimi. Ricordavo De Angelis per il Texone, secondo me sottotono, e qui davvero mi ha sorpreso; bellissime le ambientazioni, le caratterizzazioni dei personaggi, i chiaroscuri... veramente un gran bel disegnatore!

Paco fai spazio in libreria e recupera Tex Willer...😉

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In questa storia Lily mi sembra un po' diversa rispetto alla vicenda narrata in Pinkerton Lady: l'ho trovata più risoluta, manipolatrice mentre nell'altra apparizione l'ho trovata più fragile, non ancora del tutto votata al male e al crimine. Mi è parsa più degna del fratello, già quando si trovava nell'istituto per sole ragazze. Voi come l'avete percepita?

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  • co fondatore

Ancora non avevo commentato lo speciale. Un'ottima storia in cui scopriamo come nasce il sodalizio tra i due perfidi fratelli.

Secondo me è credibile che il giovane Mefisto abbia momenti di blackout in cui si affievoliscono le capacità ipnotiche, però la frase che era tutto nella sua mente è uno scivolone (l'unico peraltro). Troverei più logico che Steve avesse detto "l'ipnosi è il passato, forse in futuro ne farò ancora uso se necessario, ma adesso mentre recupero le forze mentali, preferisco lavorare di cervello e non con dei trucchi".

Farzan, che è omonimo di un mio caro amico i cui genitori sono farsi (:lol:) è un bel personaggio.

I disegni di De Angelis sono ottimi come sempre.

 

VOTO: 9.5

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Il 13/7/2022 at 12:19, ElyParker dice:

In questa storia Lily mi sembra un po' diversa rispetto alla vicenda narrata in Pinkerton Lady: l'ho trovata più risoluta, manipolatrice mentre nell'altra apparizione l'ho trovata più fragile, non ancora del tutto votata al male e al crimine. Mi è parsa più degna del fratello, già quando si trovava nell'istituto per sole ragazze. Voi come l'avete percepita?

 

Certo, una Lily molto risoluta perché in questo albo il focus non è su Tex,  ma su Mefisto e sua sorella.

 

Anzi, non ho idea se qualcuno se ne sia accorto, in questa storia @bordenlascia affermare a Mefisto che in collegio la sorella non abbia ammaliato soltanto quel professore che si è suicidato, ma anche qualcuna delle sue stesse compagne ... introducendo perfino una velata vena lesbo.

 

Per il resto che dire? A me l'intera storia è piaciuta, sebbene appaia soprattutto come introduzione a tutto il resto.

 

Ma vi sono anche altri ingredienti, come la storia delle attrazioni di Barnum, compreso il falso Gran Mogol, collegando l'albo alla Storia quella con la S maiuscola.

 

Si è anche tanto parlato di incongruenze con i poteri che possiede Mefisto. Non ho idea se tutti abbiano letto l'albo per intero, vignetta dopo vignetta, ma @borden quasi ad ogni stacco temporale ci informa dello stato attuale dei poteri di Mefisto (illusionismo, ipnotismo individuale da solo oppure potenziato da droghe, ipnotico collettivo, poi di nuovo soltanto illusionismo per scarico dei poteri e maggiore interesse per il denaro rispetto al potere, infine ancora blando ipnostismo). Quindi ... dove stanno i problemi?

 

Confermo che vedere Tex a fine albo fuori dal saloon incuriosito dal manifesto del prestigiatore, rende meglio la scena quasi a preannunciato cose ... da pazzi!

 

Unica critica, l'assenza del classico pagliaccetto dell'epoca a coprire le chiappe (... e non solo) di Lily, forse un pò penalizzato in termini di spazio il personaggio di Farzan, ma forse meglio così per evitare che fosse quasi un doppione di Mefisto.

 

Per cui albo sicuramente promosso con lode ... nonostante lo svarione di citare Lord Ruthven nel 1850 :mazza: 

Modificato da Jeff_Weber
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1 ora fa, Jeff_Weber dice:

 

 

Per cui albo sicuramente promosso con lode ... nonostante lo svarione di citare Lord Ruthven nel 1850 :mazza: 

 

 

Svarione? Quale svarione?:blink:

Modificato da borden
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Il 19/5/2022 at 15:47, Testa di Vitello dice:

Non mi è piaciuto il Mefisto visto in "Pinkerton Lady"... aveva poteri decisamente spropositati in proporzione a quanto visto nella sua prima apparizione ("Fuorilegge", che è cronologicamente posteriore a quella storia). Spero che in questo speciale troveremo un Mefisto più simile al cialtronesco prestigiatore doppiogiochista delle origini GLBonelliane, piuttosto che al potentissimo e già sovrannaturale ipnotista della rilettura Boselliana.

Piuttosto, e a rischio palesare la mia ignoranza : nelle tavole in anteprima mi incuriosisce il riferimento all'apparizione del vampiro Dracula...ora, se il libro di Bram Stoker esce nel 1897...esisteva forse già una tradizione orale che identificava Vlad III con un vampiro ? Si tratta invece di una spiritosa boutade Boselliana ? 

 

Scusami, ricordavo questo post e ciò che ti era stato fatto notare @borden a proposito di Dracula e lord Ruthwen. In effetti l'albo stampato non contiene alcun errore (sei riuscito a far correggere prima della stampa?) dato che si fa riferimento al racconto Il Vampiro di Polidori pubblicato nel 1819 e non di Dracula ... per cui perfettamente inserito nella cronologia di questa storia con inizio nel 1850. :azz:

 

3 minuti fa, Jeff_Weber dice:

 

 

Quindi albo promosso con due lodi.

Modificato da Jeff_Weber
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<span style="color:red">41 minuti fa</span>, Jeff_Weber dice:

 

Scusami, ricordavo questo post e ciò che ti era stato fatto notare @borden a proposito di Dracula e lord Ruthwen. In effetti l'albo stampato non contiene alcun errore (sei riuscito a far correggere prima della stampa?) dato che si fa riferimento al racconto Il Vampiro di Polidori pubblicato nel 1819 e non di Dracula ... per cui perfettamente inserito nella cronologia di questa storia con inizio nel 1850. :azz:

 

 

Quindi albo promosso con due lodi.

:laugh:

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Per il resto @borden ... in quest'albo ancora più accentuata graficamente la somiglianza di Mefisto con Mandrake, in qualche scena poi Steve sottolinea la sua "non violenza" sembrando a mio parere un pò quel ladro-gentiluomo di Arsenio Lupin, mentre quando fa leggere a Lily le sue pupille ... mi è tornata in mente una scena di Rocambole in cui attraverso l'esame della retina di un cadavere, si risaliva all'autore del delitto. 

 

E ancora su Rocambole ... anche se non strettamente legata l'informazione a questo albo, ma piuttosto alla saga del Mefisto attuale, il manicomio di Bedlam compare anche nell'ultimo romanzo della saga integrale di Rocambole, quindi 1869/1870 interrotto per la morte dell'autore Alexis Ponson du Terrail.

Modificato da Jeff_Weber
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Nota speciale per @borden: risiedo a Baltimore dal 1994 e ho notato con piacere che hai correttamente collocato l'abitazione dell'altolocato colonello il cui ricevimento viene rapinato da Mefisto nel quartiere di Mount Vernon. All'epoca dei fatti era realmente il quartiere dei ricchi...

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<span style="color:red">16 ore fa</span>, Lucero dice:

Nota speciale per @borden: risiedo a Baltimore dal 1994 e ho notato con piacere che hai correttamente collocato l'abitazione dell'altolocato colonello il cui ricevimento viene rapinato da Mefisto nel quartiere di Mount Vernon. All'epoca dei fatti era realmente il quartiere dei ricchi...


 

Lo so, in una mia precedente vita lo ammiravo dal basso, dalla mia casa in Amity Street.

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