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TWF - Tex Willer Forum

[Maxi Tex N. 31] I Quattro Vendicatori


Sam Stone
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guarda che in totale se ne parla in un paio di pagine su 330...

 

cioè non capisco il senso fella critica: non si puo' in um paio di pagine scherzare sul cibo? perché? chi lo proibisce? a me non dispiace

Modificato da Grande Tex
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E' assodato che Claudio Nizzi non sia più sui suoi migliori livelli. Ma questa storia è quantomeno discreta, e la sceneggiatura regge più che bene, a mio avviso, le oltre 300 pagine. Come del resto affermato dallo stesso curatore della testata. Tex e Carson sono centrali ed assoluti protagonisti. 

 

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Caro Led, è logico che è impossibile spegnere il cervello, per cui il nostro è un modo di dire. Io per "spento" intendo leggere senza sforzarlo, senza stare a fare conteggi, analisi che vedo qualcun altro (legittimamente) fa. E se (punto di vista mio personale) si deve fare, come sottolinei, anche un discorso economico, rinuncio piuttosto alle strisce o al cartonato brossurato, visto che ripropongono cose che ho già. Ma a una novità che può interessarmi non rinuncio. A costo di restare poi deluso. 

Ovviamente così la vedo io e non condanno certo chi vede e fa le cose in maniera diversa. 

Tutte le imperfezioni che elenchi sulla storia, le colgo anche io e pure altre (per esempio SPOILER che riconoscano i personaggi da una foto di 20 anni prima o che non controllino l'armadio o che riescano a seguire le tracce di un carro anche nel "casino" di una cittadina dove si intersecano con chissà quante altre), però sono  particolari che (almeno per me) vengono coperti dalla "potabilità" dell'albo.  :)

 

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45 minutes ago, Grande Tex said:

guarda che in totale se ne parla in un paio di pagine su 330...

 

cioè non capisco il senso fella critica: non si puo' in um paio di pagine scherzare sul cibo? perché? chi lo proibisce? a me non dispiace

Grande Tex, spero tu non sia serio. Ho forse detto che non si può scherzare sul cibo? Ho detto che io sono a metà albo e già ci sono stati battibecchi sul cibo, e che le mega mangiate sono usate guarda caso per far perdere tempo ai pards. Io lo trovo dopo un po' non più simpatico (una volta ogni tanto anche a me fa sorridere la bistecca ma non ogni tre per due) ma patetico e noioso. A te non dispiace a me onestamente mi fa cadere le braccia questo abuso di cliché.

Un po' come le scoregge nei film di Boldi e De Sica. Alla prima ridi, perché è umano ridere, alla ventesima scoreggia nel ventesimo cinepanettone ti rendi conto che a parte le scoregge c'è ben poco da dire.

Chiamiamola serialità se la cosa da un tocco di eleganza, ma le torte di mele alla lunga stanno a Kit Carson come le scoregge a Massimo Boldi

 

27 minutes ago, Athabaska said:

E' assodato che Claudio Nizzi non sia più sui suoi migliori livelli. Ma questa storia è quantomeno discreta, e la sceneggiatura regge più che bene, a mio avviso, le oltre 300 pagine. Come del resto affermato dallo stesso curatore della testata. Tex e Carson sono centrali ed assoluti protagonisti. 

 

Che Nizzi abbia scritto sceneggiature peggiori non c'è dubbio, non molto tempo fa ho letto I fucili di Shannon, per cui so di cosa si può parlare...

Così una a caso.

Ma se mi guardo intorno rispetto alle storie uscite di recente, persino il Color che non amo per varie ragioni ha tirato fuori a confronto un piccolo gioiellino che sono contento di aver acquistato...

Tex e Carson sono centrali e protagonisti anche nell'ultimo cartonato e non condivido l'opinione che la saga di Mefisto li veda fuori dal contesto. Agiscono insieme ad altri personaggi, ma senza di loro la trama non va da nessuna parte. Sono comunque il cuore del gruppo che porta al duello finale con Mefisto. 

16 minutes ago, Angelo1961 said:

Caro Led, è logico che è impossibile spegnere il cervello, per cui il nostro è un modo di dire. Io per "spento" intendo leggere senza sforzarlo, senza stare a fare conteggi, analisi che vedo qualcun altro (legittimamente) fa. E se (punto di vista mio personale) si deve fare, come sottolinei, anche un discorso economico, rinuncio piuttosto alle strisce o al cartonato brossurato, visto che ripropongono cose che ho già. Ma a una novità che può interessarmi non rinuncio. A costo di restare poi deluso. 

Ovviamente così la vedo io e non condanno certo chi vede e fa le cose in maniera diversa. 

Tutte le imperfezioni che elenchi sulla storia, le colgo anche io e pure altre (per esempio SPOILER che riconoscano i personaggi da una foto di 20 anni prima o che non controllino l'armadio o che riescano a seguire le tracce di un carro anche nel "casino" di una cittadina dove si intersecano con chissà quante altre), però sono  particolari che (almeno per me) vengono coperti dalla "potabilità" dell'albo.  :)

 

Che serva un po' di leggerezza nella lettura sono d'accordo, ma con Borden ad esempio non devo sforzarmi troppo o farmi calare giù degli espedienti inverosimili o situazioni da commedia... Per questo trovo la lettura del Tex di Nizzi, proprio nel suo essere terra terra, più difficile, perché devo sforzarmi di credere in quel che leggo e darlo per normale, mentre Borden che a un primo impatto pare cervellotico in realtà per me è molto più facile da leggere perché il suo Tex ha senso e non porta avanti la storia con espedienti al limite del ridicolo. 

 

Per carità viva le bistecche e l'ironia tra pards, ma che un eroe dei fumetti arrivi sempre un passo dopo il nemico perché si è abbuffato di patatine fritte fa abbastanza pena. 

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Sul cervello. Tu ce l'hai a... led per cui consuma poco e puoi permetterti di tenerlo acceso. Il mio ha lampadine vecchio tipo, e devo spegnerlo per risparmiarlo, anche tenendo conto dell'obsolescenza programmata.

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Non ho ancora letto il tomo, che ho preso e leggerò quando lo leggerò, prima devo finire un libro e magari dare precedenza alla Mefisteide.

Comunque, in linea generale le patatine, le bistecche e le torte di mele sono una invenzione di GLB, e sono presenti nella stragrande maggioranza delle storie del medesimo GLB, così come l'ironia tra i pards (poi accentuata da Nizzi, all'inizio in modo anche molto efficace). Non si è inventato niente il Nizzi da questo punto di vista. Persigno gli origlioni sono ben presenti soprattutto nei primi episodi di Tex, e qui davvero Nizzi ne ha abusato.

Poi certo, bisogna anche vedere come si usano questi clichè. Il clichè di suo non è una cosa negativa, ne fanno tutti largo uso. Borden ha quello del nemico grigio e pure questo può venire a noia, o quello dei comprimari a dozzine. Tutti clichè o impronte seriali del proprio stile che dir si voglia.

Mi fate venir voglia di leggere sto maxi per vedere che impressione mi fa, ma prima ho altre cose da leggere. Non vi dico che pila di roba ho sul comodino tra libri e Tex... ieri mi sono riletto anche i ribeli del Canada intanto...per non farmi mancare nulla.

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32 minutes ago, valerio said:

Non ho ancora letto il tomo, che ho preso e leggerò quando lo leggerò, prima devo finire un libro e magari dare precedenza alla Mefisteide.

Comunque, in linea generale le patatine, le bistecche e le torte di mele sono una invenzione di GLB, e sono presenti nella stragrande maggioranza delle storie del medesimo GLB, così come l'ironia tra i pards (poi accentuata da Nizzi, all'inizio in modo anche molto efficace). Non si è inventato niente il Nizzi da questo punto di vista. Persigno gli origlioni sono ben presenti soprattutto nei primi episodi di Tex, e qui davvero Nizzi ne ha abusato.

Poi certo, bisogna anche vedere come si usano questi clichè. Il clichè di suo non è una cosa negativa, ne fanno tutti largo uso. Borden ha quello del nemico grigio e pure questo può venire a noia, o quello dei comprimari a dozzine. Tutti clichè o impronte seriali del proprio stile che dir si voglia.

Mi fate venir voglia di leggere sto maxi per vedere che impressione mi fa, ma prima ho altre cose da leggere. Non vi dico che pila di roba ho sul comodino tra libri e Tex... ieri mi sono riletto anche i ribeli del Canada intanto...per non farmi mancare nulla.

Cliché è un termine generalmente usato con accezione negativa ed indicante scarsa originalità.

Il punto non  sono le bistecche e le patatine, ma l'utilizzo all'interno della storia e il comportamento ridicolo di un eroe che si strafoga di patatine fritte mentre il nemico ne anticipa le mosse. 

Eppure credo di aver scritto in modo comprensibile.... 

GLB aveva un repertorio molto vasto di espressioni e usanze per i pards, poi davvero ridotto all'osso e alla ripetizione nauseante di quelli che sono divenuti dei cliché con Nizzi, come le poche e ripetitive espressioni, figlie di un impoverimento del vocabolario di GLB, alle stra-abusate patatine e bistecche.

GLB ha creato la varietà, Nizzi praticamente l'ha ridotta portando Tex ad una caricatura del Tex originale.

Questo Maxi a mio avviso non fa eccezione.

A qualcuno piace, bene così, io critico lo stile povero di questo Tex che si riduce a lettura di poco spessore

 

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43 minuti fa, valerio dice:

ne fanno tutti largo uso. Borden ha quello del nemico grigio e pure questo può venire a noia, o quello dei comprimari a dozzine. Tutti clichè o impronte seriali del proprio stile che dir si voglia.

Ma io non li metterei sullo stesso piano. Non farei questo paragone.

Gli origlioni di Nizzi (il loro abuso) sono un modo per portare avanti una storia nel modo più facile, senza fare troppa fatica a trovare un espediente narrativo diverso (ma secondo me sono anche una sua ossessione personale, forse da piccolo lo spiavano di nascosto :lol:).

Le patatine e le torte di mele servono un po' per riempire le pagine e arrivare a 114 o anche per far contenti quei lettori che amano queste gag, perché li fanno sentire "a casa".

 

In Boselli l'utilizzo di molti personaggi (tra cui spesso anche nemici "grigi") è, all'opposto, un modo per rendere più interessante una storia, per differenziarla dalle altre che l'hanno preceduta, per rendere più complessa la trama e la psicologia dei villain di turno e non annoiare il lettore.

Boselli si complica il lavoro con tanti comprimari e sottotrame, Nizzi se lo facilita.

Quello di Boselli è un suo stile narrativo, un modo di raccontare una storia, quelli di Nizzi sono puri cliché (riferito sempre solo agli origlioni e alle patatine).

 

Poi, il fatto che Boselli fa sempre personaggi negativi che poi si redimono non è vero. A volte sì, a volte no: nei 7 albi della Mefistoleide nessuno si redime, per esempio. In generale, le redenzioni a me non danno fastidio, a meno che - come può qualche volta capitare - siano improbabili e non ben preparate.

Modificato da Poe
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  • Sceriffi
<span style="color:red">17 minuti fa</span>, Poe dice:

In Boselli l'utilizzo di molti personaggi (tra cui spesso anche nemici "grigi") è, all'opposto, un modo per rendere più interessante una storia, per differenziarla dalle altre che l'hanno preceduta, per rendere più complessa la trama e la psicologia dei villain di turno e non annoiare il lettore.

Ma mica la rende più complessa. Oltre ad essere prevedibile, perché se lo fai in una storia su due diventi prevedibile, perdi anche la verosimiglianza storica. Non si redimono oggi le persone e lo facevano i cowboys nel Sud dell’America a fine ‘800? Non credo.

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<span style="color:red">15 ore fa</span>, Poe dice:

Nessuno ha parlato della splendida prova di Casertano.

Mi interessava questo punto, visto che non compro il Maxi.

Sulla pagina FB di Tex Willer, ho letto molti appunti sul suo lavoro, dove spesso si lamentano errori di proporzione e diversi primi piani mal riusciti.

Premesso che ultimamente nella suddetta pagina è un coro di lamenti tanto da rendere difficoltoso capire quando sono fondati oppure no, ero interessato alle valutazioni sul lavoro di Casertano, per me un vero fuoriclasse.

Al netto di poche tavole con alcuni visi obiettivamente bruttini, ho apprezzato moltissimo il suo Texone dove mi è sembrato molto a suo agio in ambienti western.

 

Promosso nel Maxi?

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Nonostante i comportamenti derivati da clichè, alla fine SPOILER Tex e Carson vincono, mica perdono. E nessuno dei loro amici/protetti si fa male. Tutto finisce bene. Magari, se non si tuffavano su bistecche, patatine, torte di mele e caraffe di caffè, fermavano i 5 prima, in sole 200 anzichè  oltre 300 pagine. E' logico che ogni passaggio è finalizzato a scrivere una storia così lunga. 

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Poe dice:

Quello di Boselli è un suo stile narrativo, un modo di raccontare una storia, quelli di Nizzi sono puri cliché (riferito sempre solo agli origlioni e alle patatine).

guarda che amche quello di Nizzi è un modo di raccontare una storia.

Te ne accorgi leggendo le sue storie su Nick Raider

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Personalmente, ho trovato questa storia appena sufficiente, nulla di più. Nulla contro Nizzi, come ho più volte detto e ribadito fino ad nauseam, ma davvero ritengo che ormai Nizzi non abbia più nulla da dare come autore, e questa storia all'insegna della prevedibilità e piena di situazioni uguali a sé stesse - o almeno piuttosto simili tra loro - ne è lapalissiana dimostrazione.

 

Tacendo del primo incontro col capostazione, quando seppure dinanzi all'evidenza delle tracce che il carro con i cani aveva lasciato sul terreno Tex e Carson si bevono le balle rifilate loro dall'omuncolo andandosene via come nulla fosse (e tornando indietro per interrogarlo più energicamente solo dietro imbeccata di un simpatico perdigiorno), quel che più mi ha colpito in negativo sono stati gli incontri casuali col vecchio amico ingegnere prima e col boscaiolo poi (quest'ultimo, in particolare, oltremodo fortunoso per Nostri), incontri che permettono ai due pards di avere la meglio sugli avversari (tutti messi sull'avviso prima del loro arrivo sui rispettivi luoghi). Ho notato inoltre la sequenza del rapimento della ragazza spiccicata nelle modalità e nelle finalità a quella del rapimento della pulzella in Tex il grande!: un po' di fantasia in più non avrebbe guastato.

 

Per cui, mi spiace ma decisamente ho letto di meglio.

Modificato da juanraza85
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  • Rangers

Concordo con JuanRaza85.

 

Io non ho nulla contro Nizzi, anzi ho apprezzato in passato storie che moltissimi continuano a definire delle ciofeche (Montezuma a me piace)!

Non ho nulla neanche contro le bistecche e le patatine, anzi in questo Maxi le ho apprezzate.

I problemi sono altri.

Una storia che si trascina stancamente, origlioni e Tex che a volte si stenta a riconoscerlo.

 

Bello il personaggio del cattivo principale e bello l'inizio, ma per il resto mi sono annoiato abbastanza, purtroppo! :(

Anche il finale amaro, l'avevo praticamente previsto.

 

SPOILER

Nizzi ha cercato di auto - imitarsi, con il Colonnello malato di cancro (che ricorda troppo lo zio assassino di Fuga da Anderville).

 

Mi aspettavo di più sinceramente... ovvio che a quell'età non è facile scrivere, ma non credo si sia divertito neanche lui a scriverla questa storia.

Non so perchè ma mi ha lasciato quest'impressione.

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Juan Ortega dice:

Mi interessava questo punto, visto che non compro il Maxi.

Sulla pagina FB di Tex Willer, ho letto molti appunti sul suo lavoro, dove spesso si lamentano errori di proporzione e diversi primi piani mal riusciti.

Premesso che ultimamente nella suddetta pagina è un coro di lamenti tanto da rendere difficoltoso capire quando sono fondati oppure no, ero interessato alle valutazioni sul lavoro di Casertano, per me un vero fuoriclasse.

Al netto di poche tavole con alcuni visi obiettivamente bruttini, ho apprezzato moltissimo il suo Texone dove mi è sembrato molto a suo agio in ambienti western.

 

Promosso nel Maxi?

 

Disegni di Casertano sicuramente promossi, concordo su qualche volto un pò distorto, ma nessuna tavola prodotta di fretta pur considerando che fosse destinata ad un maxi.

Per la sceneggiatura, per adesso non mi esprimo non avendo avuto finora il tempo di leggere l'albo. Spero di farlo prestissimo. 

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Attenzione spoiler

 

Solo la parte iniziale e  finale di questa storia mi sono piaciute, per il resto  alcune situazioni non mi hanno proprio convinto, a partire dai militari che non riescono a trovare, non dico i rapitori, ma almeno  il colonnello,  e del perditempo che salta fuori opportunamente a dire che il capostazione ha raccontato una balla.

Poi cè anche un origlione bello lungo.

 

La parte centrale si lascia comunque leggere tra bistecche e sparatorie.

I disegni di Casertano non sono tra i miei preferiti, ma sono comunque buoni.🖐

 

 

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SPOILER

SPOILER

SPOILER

SPOILER

SPOILER

 

Storia discreta, a tratti anche noiosa, che si dipana per 330 pagine durante le quali si ripropongono più o meno le stesse situazioni: Tex e Carson arrivano nel luogo X, incontrano un amico/alleato, si avvicinano al covo del cattivone, agguato fallito e poi resa dei conti. E si passa al prossimo, che i vendicatori del titolo sono quattro.

 

Tuttavia ci sono diverse cose che funzionano: la parte iniziale, le battute fra i due pards, la figura del colonnello Hamilton (che mi ha moooolto ricordato un altro ben noto sudista nizziano) e perfino alcune autocitazioni. Le scene d'azione sono tutte abbastanza simili, ma il tiro al piccione è sempre un piacere.

 

Insomma un Maxi che testimonia il fatto che Nizzi, sotto l'ala di Boselli, avrebbe avuto ancora delle frecce al proprio arco, ma anche che ormai sulla lunga distanza il vecchio leone non ce la fa più.

 

È andata come è andata e, purtroppo, da lettore leggerò le ultime storie di Nizzi pensando sempre quel video al festival del giallo.

 

Casertano sempre in gran forma: qualche volto e qualche vignetta che mi hanno convinto poco ci sono, ma nel complesso si tratta di una buona prova, chiara e leggibile.

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No, sul serio. C'è anche qualcuno che ritiene leggibile questo Maxi?

Ragazzi miei non avete mai letto un VERO fumetto d'avventura.

Me lo sono fatto prestare da un amico, perché un Maxi di Nizzi è farsi del male, ma a pagina 53 - e i due pards sono comparsi attorno a pagina 20 - ed è un concentrato di assurdità così spinta che neanche un bambino dell'asilo poteva scriverlo peggio.

SPOILER 

Per l'assoluto riconoscimento del cadavere c'è bisogno delle mostrine! E chi diavolo poteva essere?

Mancava una freccia in alto con scritto SONO PROPRIO IO.

Con Carson che non sa che farsene dei resti :lol:

Forse potrebbe lasciarli divorare dagli avvoltoi...

FINE SPOILER

 

Ed è un solo esempio.

Arrampicarsi sugli specchi non è impossibile basta munirsi di ventose alla James Bond, ma sta roba è scritta coi i piedi (per non dire di peggio).

 

Mi sorprende che il curatore qualche thread da dichiarava che fosse almeno passabile.

 

Questa roba è indifendibile, se si è mai letto un Tex fatto come Dio comanda.

 

Poveri noi...

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Ieri mi sono sorbito altre 100 pagine di questo Maxi Tex e sono arrivato ai circa 2/3 del tomo. Nel frattempo c'è stato spazio per un'altra abbuffata di bistecche e patatine con.. SPOILER

.

..

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.

.

.

attentato a Carson nel mentre cerca di fiondarsi sulla bistecca. Un bel classico agguato nel sonno faceva schifo? No, dato che quello viene riservato al testimone scomodo, mi immagino l'autore che cerca una nuova idea su come sorprendere i nostri due pards.....serve un altro escamotage... qualcosa di originale!

 

Dopo 15 minuti di atroci dolori nel partorire un'idea, arriva il colpo di genio, bistecche e patatine e battutina alla locandiera per le sue bistecche che si tagliano come il burro con annesso attentato e via con la terza scenetta sorretta da bistecche e patatine! Di nuovo, se qualcuno vuole far passare il messaggio che questo sia uno stile di scrittura ricercato, elegante, al pari dei nemici "grigi" o dei tanti comprimari di Borden, parliamo lingue diverse.

Da un lato c'è un autore che prova a introdurre più fattori per arricchire una trama, complicandosi forse la vita, a volte anche troppo, dall'altra c'è il ricorso a cliché (ovvero situazioni abusate e poco originali) per far scorrere la storia senza porsi troppe domande e/o rischi.

Sapete a cosa ho pensato quando ho visto per la terza volta in 200 pagine vignette e scenette legate a bistecche e patatine? 

 

 

 

Mi chiedo soltanto se nelle prossime 100 pagine ci sarà spazio per un'altra bistecca da tagliare come il burro! 

Modificato da LedZepp
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Spoiler

Nizzi non si smentisce.

Poiché bistecche e patatine non sembrano sufficienti, aggiungiamo anche sei uova, pancetta abbrustolita, pane tostato e una cascata di caffè e magari, tanto per cambiare, anche un bell'arrosto di tacchino.

Se togliamo le pagine in cui se magna o se parla de magnà, facciamo un atto di salvaguardia delle risorse naturali del pianeta limitando la deforestazione.

 

Tralasciamo poi le scene un cui Tex fa la figura del pirla (ma poi si ravvede quasi subito) e le scene di incredibili coincidenze come i telegrammi lasciati lì appositamente (perché,  se Tex deve scoprire da solo i colpevoli, ci vogliono altre cento pagine con almeno un pranzo e una cena, così invece si fa prima) e l'incontro molto casuale con l'imprenditore boscaiolo (in un puzzolente treno a caldaia che sbuffa come ... una locomotiva, gli dava fastidio il fumo di un passeggero).

 

Naturalmente ci sono poi gli agguati dove gli avversari non colpirebbero una mucca a un metro di distanza: lo sparo dalla finestra, lo sparo a Carson in piena luce sulla porta del saloon, per non parlare di 12 attentatori 12 che non colpiscono neanche uno dei quattro stipati in una barchetta (se davano una pistola a una schiappa come me e mi bendavano, su sei colpi nel tamburo, almeno tre andavano a segno).

 

La ciliegina sulla torta è poi la scena del rapimento di Liza: meno male che quando Luke racconta la scena al padre della ragazza c'erano anche Tex e Carson.

La scena che è stata ripetuta, vignetta per vignetta (per allungare il numero delle pagine? per spiegarla meglio al lettore poco attento che non l'aveva capita bene?) poteva essere ripetuta di nuovo (e ce la saremmo sorbita per la terza volta) se Ethan avesse dovuto raccontarla ai ranger.

 

Non ritengo invece un difetto il fatto che di storie analoghe se ne sono viste a ettolitri e così per il duello/suicidio con la pistola scarica: visto e rivisto.

Ma ci può stare.

 

I disegni di Casertano, non lapidatemi, non mi piacciono.

Ben caratterizzati i volti, anche dei comprimari, ma un po' al limite del grottesco con occhi a palla e labbra troppo pronunciate.

Ma gli sfondi sembrano delle costruzioni lego in miniatura: si veda la pagina 269.

 

Dissento sul prezzo per nulla eccessivo.

Sono 328 pagine di fumetto, l'equivalente di tre albi mensili.

Quanto sarebbe costata la storia se fossero stati tre mensili?

 

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13 minutes ago, Letizia said:
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Dissento sul prezzo per nulla eccessivo.

Sono 328 pagine di fumetto, l'equivalente di tre albi mensili.

Quanto sarebbe costata la storia se fossero stati tre mensili?

 

Qui dissento. Il prezzo per il formato è più che onesto, ma non vale per questa storia.

Tra l'altro questa storia non credo sarebbe stata pubblicata sulla regolare, dove avrebbe richiesto tra l'altro due copertine aggiuntive, che avranno un costo, in aggiunta alla distribuzione di tre albi anziché uno e altri costi che ora non mi sovvengono ma sicuramente ci sono. Se poi è vero che Nizzi è ancora oggi tra i più pagati sceneggiatori, così ho letto da qualche parte qui nel forum, se questo Maxi pur equivalendo a tre albi mensili in termini di impegno di disegnatore e sceneggiatore, costa al pubblico come due albi, o ci sono ampi margini di guadagno sulla regolare tra costi di realizzazione e guadagni (il prezzo finale di 330 pagine è di 4.40*3) o più probabilmente sul Maxi si pubblicano davvero le cose non all'altezza della regolare anche a costo di realizzare margini di profitto molto minori (sia per le minori vendite dei Maxi, sia per il prezzo finale al consumatore sulla singola pagina che è inferiore a parità di costo per disegnatore e sceneggaitore, che tra l'altro non mi sembrano proprio dei pivelli e quindi pagati quattro becchi per oltre 300 tavole).

Ma al di là del prezzo, per te alla fine questa storia vale il tempo impiegato a leggerla? Per me nì, solo per i disegni

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<span style="color:red">45 minuti fa</span>, LedZepp dice:

Qui dissento. Il prezzo per il formato è più che onesto, ma non vale per questa storia.

Non mi è chiaro il concetto.

Il prezzo di un albo deve essere proporzionale al gradimento riscontrato?

Al gradimento di chi?

Del lettore medio?

<span style="color:red">47 minuti fa</span>, LedZepp dice:

Ma al di là del prezzo, per te alla fine questa storia vale il tempo impiegato a leggerla? Per me nì, solo per i disegni

Per me sì e non per i disegni.

La storia mi ha dato qualcosa?

Sì, ha arricchito il mio spirito critico, la mia capacità di giudizio.

Sì, mi ha dato un paio d'ore di relax (a cervello acceso: perdonatemi, non so come si fa a spegnerlo).

Poteva darmi di più?

Sì, ma per quel prezzo non posso certo pretendere di più.

Ah certo, per quella cifra, e anche meno, si trova sicuramente di meglio, alcune Bibbie ad esempio.

Ma, a dire il vero, sono edizioni di riedizioni di riediz... e i diritti d'autore sono leggermente scaduti.

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43 minutes ago, Letizia said:

Non mi è chiaro il concetto.

Il prezzo di un albo deve essere proporzionale al gradimento riscontrato?

Al gradimento di chi?

Del lettore medio?

Non capisco cosa ci sia di difficile nel concetto. Il mercato si basa su domanda e offerta. Ma come ti spiego poi, hai frainteso quanto da me scritto, ma la premessa voglio farla comunque.

L'offerta è 8.90 euro per il Maxi Tex. 

Ora, non faccio le indagini di mercato per la Bonelli ma immagino che il prezzo finale al consumatore tenga conto dei costi per realizzare l'albo (per quanto questa storia difficilmente fosse da regolare non credo che la politica sia di dirottarla sul Maxi anche a perderci per cui i costi si coprono, almeno in questa mia ipotesi generale), dei costi connessi (distribuzione etc.,) e di quanto, secondo le indagini di mercato, il prezzo si collochi in una fascia accettabile per il consumatore, disposto a pagarlo, e che massimizzi il profitto. Quindi domanda e offerta si incrociano ma non sono la stessa cosa e come ti chiarirò poi, il mio commento non pretende di imporre alla Bonelli il prezzo dell'albo.

 

Ma si, seppur indirettamente è ovvio che il prezzo finale al consumatore, pur tenendo conto dei costi di produzione, tiene conto anche del gradimento, ovvero della disponibilità del consumatore ad acquistare a quel prezzo sulla base anche del gradimento delle storie precedenti, delle anteprime, degli autori coinvolti etc.,.

 

O come nel caso delle vendite a stock e dei residui di magazzino, e magari siamo in quella casistica, si accetta di recuperare il costo di produzione o addirittura di andare in perdita sulla singola uscita per recuperare però qualcosa, se al tempo stesso altri prodotti garantiscono un buon margine, in modo che nel complesso Tex sia comunque in positivo. Questo non lo so, dovrei conoscere informazioni riservate, ma qui si parlava di altro.

 

Il gradimento però, e concludo la premessa, che è parte della domanda, di chi è se non dal lettore medio che paga a quel prezzo oppure non paga? E questo, cali o aumenti di vendite, non influiscono sui prezzi costringendo ad aumenti o a valutazioni di altro tipo?

 

 

Provo a riscrivere quanto da me scritto e vengo al punto!

 

" Il prezzo per il formato è più che onesto [sono d'accordo con te, per un Maxi in generale 8.90 sono un buon prezzo, le pagine sono tante c'è tanto lavoro dietro etc., etc.,], ma [per me] non vale [valore attribuito e prezzo sono concetti molto diversi] per questa storia [il contenuto e la qualità di una storia non equivalgono alla quantità di pagine].

 

Mi pare chiaro che il valore che un potenziale consumatore di un bene attribuisce al bene e quindi anche la sua disponibilità a pagare per acquistare, non equivalgano al prezzo! Non capisco quindi così ti abbia confuso in un commento dove si parla di prezzo e di valore.

Tu confondi quindi la mia disponibilità a pagare 8.90 per una storia (e li ritengo troppi per quanto vale questa storia) con il prezzo attribuito.

 

Il prezzo lo fa la Bonelli, il valore lo attribuisco io (e ogni lettore a modo suo), il mio commento parlava di entrambi ma mi pare in modo distinto.

Il prezzo è onesto, ma questa storia per me non vale quei soldi anche se ci sono voluti quei soldi per produrla.

In altre parole, la Bonelli farebbe bene, per i miei gusti, a spendere quei soldi per creare altre storie e fatte diversamente e magari un Maxi lo pagherei anche di più, ma le prossime di Nizzi sugli speciali per me restano in edicola!

Ecco la differenza tra il prezzo (offerta) e il mio gradimento da lettore medio (domanda)

 

 

 

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<span style="color:red">7 minuti fa</span>, LedZepp dice:

Ecco la differenza tra il prezzo (offerta) e il mio gradimento da lettore medio (domanda)

 

Hai fatto un'attenta analisi, che io condivido pienamente, che però non sposta il concetto di una virgola.

La SBE pubblica qualcosa e stabilisce il prezzo a monte, prima di un riscontro più o meno positivo dell'utenza.

Come stabilisce il prezzo?

In base a dei criteri che non hanno nulla a che vedere con la qualità del prodotto.

 

E' evidente che la SBE ha tutto l'interesse che ogni suo prodotto sia di qualità perché  la soddisfazione dell'utente medio incide prepotentemente sull'incasso.

Ma se la soddisfazione media risulta sufficientemente alta da garantire un buon margine di guadagno, questo non vuol dire che il tuo (o il mio) gradimento sia altrettanto alto.

Anzi è probabile che due utenti, esigenti come noi due, non risultino per nulla o poco soddisfatti.

 

Il prezzo di un singolo albo non può essere proporzionale al gradimento che riscontrerà.

E' questo che intendevo.

E non può essere neanche essere proporzionale al gradimento riscontrato dall'albo immediatamente precedente (unico confronto possibile) perchè la differenza qualitativa può essere abissale.

Pagare di più per un capolavoro e di meno per una ciofeca?

Oggettivamente non si può.

Inoltre sarebbe difficilissimo stabilirlo: l'unica cosa che si può stabilire con assoluta precisione è il gradimento medio a posteriori, leggendo i dati sulle vendite e le rese.

 

Se tu, invece di scrivere "Il prezzo per il formato è più che onesto, ma non vale per questa storia", avessi scritto "Il prezzo per il formato è più che onesto, ma questa storia non vale il prezzo pagato" sarebbe stato più chiaro.

La frase "non vale per questa storia" presuppone che il soggetto sia "il prezzo", cioè "il prezzo non vale per questa storia" mentre il soggetto sarebbe dovuto essere "la storia" che non vale il prezzo.

Sarò anche pignola e avrei dovuto capirlo subito, il concetto.

Ma per me "il prezzo non vale per questa storia" è un concetto poco chiaro.

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