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TWF - Tex Willer Forum

[745/747] Vancouver


MacParland
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Mi scuso per aver generato un simile "flame". :wacko:

 

il mio innocente commento originale (1 febbraio) esprimeva come sempre una mia opinione e non voleva certo dare la stura a quanto è seguito, su un argomento fra l'altro che essendo legato al gusto personale non ha una fine, tanto nessuno cambia idea.

 

Andava in questa direzione, quella della difesa del gusto personale e della "inesistenza" di una verità assoluta su simili questioni, anche la mia successiva risposta a @Letizia, e dato che non mi interessa portare altri sulle mie posizioni (non sono un testimone di Geova e nemmeno uno a cui piace fare il primo della classe) personalmente la questione per me si è chiusa lì (in sintesi: a qualcuno piace il colore, ad altri il bianco e nero, per altri ancora dipende dai disegni).

 

Faccio solo notare che questo thread ha già dovuto accollarsi una lunga divagazione riguardo la velocità delle canoe e la percentuale di attrito delle acque dei fiumi canadesi, credo che l'ottimo lavoro di Ruju e Mastantuono non si meriti altre battaglie filosofico/scientifiche... :D

 

Mi associo quindi alla richiesta di @Diablero riguardo allo spostamento di tutti gli OT in un altro thread.

 

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<span style="color:red">20 minuti fa</span>, Exit dice:

Forse non ho capito, ma le lunghezze d'onda dello spettro visibile sono un range ben preciso.

Al di sopra, ovvero onde elettromagnetiche più energetiche, abbiamo l'ultravioletto, raggi X e Gamma, non percepibili all'occhio umano, ma con effetti che si posso rilevare (vedi es. l'abbronzatura per gli UV).

Oltre il rosso, abbiamo infrarosso, microonde e onde radio, anche qui fuori portata, salvo per l'infrarosso con visori speciali.

Oltre a queste frequenze non si va, quindi al massimo sono infinite le "sfumature" dal rosso al violetto per differenze infinitesimali d'onda, ma limitate a quell'estensione di nanometri.

Certamente.

A parte il fatto che l'infinito in natura non esiste, la luce visibile all'occhio umano (i colori) sta in un determinato range di frequenze.

Infatti ho detto "le lunghezze d'onda sono teoricamente infinite".

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OT interessante, ma si parla di colore nel fumetto o su un quadro, sul computer, sulla tv o sui muri (di casa o per strada)? Perchè nel fumetto è un conto, su un quadro (di Van Gogh, di Teomondo Scrofalo o di chicchessia) o alla computer graphics è un altro.

Il colore nasce con l'opera, gli è parte integrante e intriseca. Aggiungere colore a qualcosa che non ne deve avere o toglierlo a qualcosa che lo ha di natura è un artificio (e questo è oggettivo), a prescindere dal fatto che il risultato piaccia o no (e questo è soggettivo).

Colorare "Guernica" di Picasso sarebbe un abominio (come lo è stato colorare le comiche di Stanlio e Ollio, seppur con colori virati), togliere il colore alla "Marilyn" di Warhol sarebbe altrettanto un abominio.

Se un fumetto nasce già con l'intenzione del colore:

1) questo deve essere posto dal disegnatore stesso, non da un colorista; qui si vede chi sa anche "dipingere" e non solo disegnare (Galep disegnava ma anche dipingeva, non solo metaforicamente);

2) il disegnatore può sfruttare le opportunità (grafiche, estetiche, narrative) che il colore prospetta; quindi il colore diventa funzionale al racconto; se lo si sa usare e si hanno le idee, ovviamente;

3) la resa finale può piacere o non piacere, ma è oggettivo che è esclusivo frutto dell'autore e come tale va accettato quale parte irrinunciabile dell'opera: avete mai sentito qualcuno sano di mente affermare che i colori della suddetta "Marilyn" sono troppo "sparati", sarebbe stato meglio che fossero più naturali come le ritinteggiature neutre, piatte e insignificanti delle ristampe dei texiani "Spettri" (qui addirittura illogiche), "Ai ferri corti" o "El Paso"?

Concludendo, e rimanendo nel fumetto, il colore di per sè è indispensabile e artisticamente incontestabile se fa parte del "concept" dell'autore ed è frutto della sua stessa mano; è un abominevole artificio che imbratta l'opera dell'autore se apposto da altri a posteriori, peggio che mai se al computer con algoritmi e numeri da programmatore informatico che con il disegno hanno ben poco a che fare, a meno che non si parli di CAD.

Quindi, per me: OK al colore di Tex Romanzi a fumetti, NO assoluto a Tex serie mensile (a meno di numeri speciali pastellati o acquarellati dal disegnatore), NI a Tex Color (che è un puro espediente commerciale per ampliare il numero di collane sul mercato: sono storie a cui il colore aggiunge differenziazione di offerta ma, salvo rarissimi casi, "cartoonizza" il disegno rendendolo topolinesco).

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, PapeSatan dice:

"cartoonizza" il disegno rendendolo topolinesco

Se vuoi un Tex topolinezzato, non hai che da chiedere: basta usare il secchiello di photoshop.

Un artista del colore può fare di meglio, è solo questione di soldi.

Se vuoi Topolino ti accontenti del secchiello di Letizia e a colorare una pagina ci vuole meno che a ricordare il colore della camicia del bandito che stava 10 pagine prima.

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<span style="color:red">15 minuti fa</span>, Letizia dice:

Se vuoi un Tex topolinezzato, non hai che da chiedere: basta usare il secchiello di photoshop.

Un artista del colore può fare di meglio, è solo questione di soldi.

Il mio concetto è semplicemente che il Tex Color, che ho definito essere spesso "topolinesco" (o cartoonizzato), potrebbe benissimo uscire in b/n perchè il colore non aggiunge nulla al disegno se non il cromatismo fine a se stesso, cioè non è funzionale alle storie, non serve ad evidenziare soggetti o scenari, non è evocativo... in poche parole, non serve a nulla se non a differenziare la proposta commerciale per dare vita a una nuova collana le cui storie, rimanendo in b/n, potrebbero benissimo comparire in un Tex Magazine se non addirittura nella serie regolare. E sempre commercialmente parlando, all'editore ovviamente non interessa dare una colorazione d'artista a un comune albo seriale quale il Tex Color, costerebbe troppo in tempo e denaro. Infatti, per me l'unica serie di Tex che funziona a colori e di cui si giustifica il prezzo più alto della media è quella dei Romanzi a fumetti alla francese.

In ogni caso, sono assolutamente convinto che siano in maggior numero coloro che acquisterebbero il Tex Color anche se uscisse in b/n (che si chiamerebbe "T-ex color" 😄) rispetto a coloro che lo acquisterebbero con colorazione d'artista a prezzo maggiorato. Segno che il colore "generalista" su un fumetto come Tex non ha granchè valore, e chi acquista il Tex Color lo fa principalmente per leggere storie inedite e lo farebbe anche se le storie fossero in b/n.

  • Grazie (+1) 1
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  • 4 settimane dopo...
  • co fondatore

Ho letto solo ora l'ultimo albo. I mesi scorsi mi son "perso" l'ennesima polemica scoppiata su questo thread per evitare spoiler e non ho la minima intenzione di rileggermi pagine di post arretrati, quindi commento questa parte finale: davvero buona. Ruju non rinuncia alla sua marca stilistica ma non trasborda. Tamarrate evidenti non ne ho viste, pur essendo qualche sequenza vagamente sopra le righe. Ha tenuto in mano la trama sino all'ultimo, anche se il colpo di scena del poliziotto travestito da Kircher si può considerare l'unica nota vagamente eccessiva dell'albo.

Nella riuscita della storia è stato aiutato da un Mastantuono in stato di grazia, che ha disegnato stupendamente anche le scene d'azione più difficili.

La storia si guadagna un 7,5 ai testi e un 9,5 ai disegni.

Dixi.

  • +1 1
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  • 3 settimane dopo...

Buonasera a tutti.

Sono al mio esordio qui sul forum anche se, a dirla tutta, mi sento tutto fuorché novizio. Leggo, ormai da tempo, ciò che pensate; la passione che mettete in ogni commento. Di qualcuno dei forumisti conosco attitudini, competenza e predilezione texiana. E, proprio per questo, mi permetto di dirvi di andarci assai piano con le critiche verso uno dei protagonisti del fumetto italico e internazionale. Credetemi, ve lo dico ben sapendo che il maestro non ha bisogno di alcun supporto, siete fuori strada. Ma, proprio alla grande! Brevemente, cercherò di spiegare perché affermo questo. In sintesi, fatti salvi i gusti su lineamenti graditi e non dei nostri protagonisti, il giudizio su un maestro non può essere condizionato da profili non "belli" o da mani realizzate diversamente da come vorremmo. Se così fosse, nessuno dei maestri delle tavole sarebbe all'altezza di "Tex": passati, presenti e futuri. Quello che esprime una caratterizzazione professionale non può che essere una visione d'insieme, che non può derivare da un approccio soggettivo o sulla base di simpatie del momento. No, non può funzionare così. Altrimenti, ridurremmo l'arte a un mercato dove chi più urla meglio approccia. La maestria espressa sulle tavole, invece, richiede un apprezzamento che si fonda su requisiti oggettivi: tecnici rispetto al montaggio della composizione, all'aderenza al genere, all'efficacia di quanto delineato; di conformità alle esigenze editoriali in ordine a quanto previsto per la tipizzazione di specie. Insomma, Tex è un personaggio immaginario e, da che mondo è mondo, ognuno lo ha rappresentato come ha voluto. Poi, certo, ci sono maestri più attenti all'espressione ricavata da linee e profili più compiacenti e tendenti al bello. Ma, l'arte sulle tavole è ben altro. Mastantuono è un gigante nella resa d'ambiente, nell'espressivitá di personaggi fuor da ogni canone critico, nella stilizzazione data tramite ambientazioni coinvolgenti e dalla forza intrinseca. I suoi pards sono "suoi", non meno di quelli di altri maestri delle tavole. Ma, da una lettura articolata e tecnica di quello che il maestro romano esprime si svelano capacità di narrazione che solo pochissimi, anche su Tex, hanno saputo e tuttora sanno avvicinare. 

Se poi, quel che più conta nell'economia di un fumetto sono i volti che devono essere "quelli" e solo quelli (quali, poi, non è dato saperlo), beh allora il mio invito sarà stato vano. 

Ma, conoscendo la preparazione di molti forumisti, auspico di aver almeno dato un piccolo spunto di riflessione. 

Difendiamo a spada tratta i grandi maestri, finché abbiamo l'opportunità di averceli sulle nostre amate pagine.

Per inciso, non occorre nemmeno spiegare il motivo di qualche disomogeneità di forme e posture: chi pratica Tex con una certa conoscenza sa cosa sa fare Mastantuono e cosa (poco) può essere paragonabile alla sua altissima capacità di emozionare e descrivere.

Viva Mastantuono, grandissimo interprete. Viva Tex e la qualità autoriale.

Buona serata. E, grazie per l'attenzione.

  • +1 1
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  • 1 mese dopo...

Riletti consecutivamente i tre albi di questa storia, senza la pausa mensile della prima volta tra un albo e l'altro.

Il mio giudizio è ampiamente positivo, con un "ma" che dirò alla fine.

La vicenda è ben costruita e voglio dimenticare alcune pecche di svolgimento di alcune scene, preferendo dare prevalenza al significato delle scene stesse più che al modo in cui le scene si manifestano: per esempio, Warberg deve morire arso vivo per contrappasso con l'incendio che ha provocato ma voglio dimenticare che prende fuoco meglio della "diavolina" dei barbecue; Carson deve reagire "da uomo" alle provocazioni di Kircher aventi a oggetto la "sua" donna, ma voglio dimenticare che un vero "macho" avrebbe riempito di botte il rivale e non lo avrebbe sfidato a duello come un affettato parrucchino settecentesco; Tex deve inseguire Kircher via fiume in una agonisticamente avvincente caccia al fuggitivo ma voglio dimenticare di aver assistito ad una regata con vogatori e timonieri esperti di tattica e dinamica.

I personaggi sono ottimamente caratterizzati, sia psicologicamente sia graficamente: Kircher, in particolare, mi trasmette un naturale senso di ribrezzo da tipico panzone sudato arricchitosi a malefatte.

Veniamo al "ma" che ho lasciato per ultimo: Carson al cospetto di Angela. Sono troppe le scene in cui il vecchio cammello sembra uno spasimante in bambola, vorrei ma non oso, mi ospita a casa ma preferisco dormire sul divano, la saluto quando sta per partire per Toronto ma come se andasse un attimo a fare la spesa... E tutto questo nonostante sotto sotto si percepisca chiaramente quel pruriginoso sentore di "la vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono": ecco, con l'aggiunta del duello rusticano contro Kircher, il vecchio cammello non esce virilmente da questo suo confrontarsi con l'altro sesso.

Capitolo disegni (Mastantuono): splendidamente profondi e taglienti nei neri e nei chiaroscuri, specialmente nei primi piani e nelle scene paesaggistiche, però quasi tirati via a mo' di schizzo nelle scene in campo lungo popolate da molti personaggi (es. alcune scene nel campo indiano e nell'evacuazione degli abitanti dalla città in fiamme). Strepitosa la rappresentazione di Warberg: tratteggiato con pochissime linee, il volto appena accennato con i soli contorni, eppure mi trasmette istintivamente e immediatamente un senso di schifosa ripugnanza.

I miei voti:

soggetto: 7

sceneggiatura: 7

disegni: 8

  • +1 1
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<span style="color:red">16 minuti fa</span>, PapeSatan dice:

Riletti consecutivamente i tre albi di questa storia, senza la pausa mensile della prima volta tra un albo e l'altro.

Il mio giudizio è ampiamente positivo, con un "ma" che dirò alla fine.

La vicenda è ben costruita e voglio dimenticare alcune pecche di svolgimento di alcune scene, preferendo dare prevalenza al significato delle scene stesse più che al modo in cui le scene si manifestano: per esempio, Warberg deve morire arso vivo per contrappasso con l'incendio che ha provocato ma voglio dimenticare che prende fuoco meglio della "diavolina" dei barbecue; Carson deve reagire "da uomo" alle provocazioni di Kircher aventi a oggetto la "sua" donna, ma voglio dimenticare che un vero "macho" avrebbe riempito di botte il rivale e non lo avrebbe sfidato a duello come un affettato parrucchino settecentesco; Tex deve inseguire Kircher via fiume in una agonisticamente avvincente caccia al fuggitivo ma voglio dimenticare di aver assistito ad una regata con vogatori e timonieri esperti di tattica e dinamica.

I personaggi sono ottimamente caratterizzati, sia psicologicamente sia graficamente: Kircher, in particolare, mi trasmette un naturale senso di ribrezzo da tipico panzone sudato arricchitosi a malefatte.

Veniamo al "ma" che ho lasciato per ultimo: Carson al cospetto di Angela. Sono troppe le scene in cui il vecchio cammello sembra uno spasimante in bambola, vorrei ma non oso, mi ospita a casa ma preferisco dormire sul divano, la saluto quando sta per partire per Toronto ma come se andasse un attimo a fare la spesa... E tutto questo nonostante sotto sotto si percepisca chiaramente quel pruriginoso sentore di "la vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono": ecco, con l'aggiunta del duello rusticano contro Kircher, il vecchio cammello non esce virilmente da questo suo confrontarsi con l'altro sesso.

Capitolo disegni (Mastantuono): splendidamente profondi e taglienti nei neri e nei chiaroscuri, specialmente nei primi piani e nelle scene paesaggistiche, però quasi tirati via a mo' di schizzo nelle scene in campo lungo popolate da molti personaggi (es. alcune scene nel campo indiano e nell'evacuazione degli abitanti dalla città in fiamme). Strepitosa la rappresentazione di Warberg: tratteggiato con pochissime linee, il volto appena accennato con i soli contorni, eppure mi trasmette istintivamente e immediatamente un senso di schifosa ripugnanza.

I miei voti:

soggetto: 7

sceneggiatura: 7

disegni: 8

E rispetto a Redrock questa è un paio di spanne sopra per me.

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, PapeSatan dice:

Concordo nel paragone.

 

Non c'è neppure paragone. Questa per me è stata un'ottima storia, letta con estremo piacere e deliziata da disegni particolari. La storia di Redrock, forse perché il soggetto non era dello stesso Ruju, mi ha lasciato indifferente. Vicenda di cui potevamo assolutamente fare a meno, anche se non indigesta come quella precedente di Burattini.

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<span style="color:red">20 minuti fa</span>, Jeff_Weber dice:

 

Non c'è neppure paragone. Questa per me è stata un'ottima storia, letta con estremo piacere e deliziata da disegni particolari. La storia di Redrock, forse perché il soggetto non era dello stesso Ruju, mi ha lasciato indifferente. Vicenda di cui potevamo assolutamente fare a meno, anche se non indigesta come quella precedente di Burattini.

Il mio "concordo nel paragone" significa che concordo con il confronto fatto da Diablorojo82 che pone "Vancouver" ben sopra a "Ritorno a Redrock", non che le due storie si equivalgono.

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<span style="color:red">6 ore fa</span>, PapeSatan dice:

Il mio "concordo nel paragone" significa che concordo con il confronto fatto da Diablorojo82 che pone "Vancouver" ben sopra a "Ritorno a Redrock", non che le due storie si equivalgono.

 

E infatti, sto dicendo anch'io la stessa cosa. La differenza tra le due storie è talmente importante da non sussistere nessun paragone, benché sceneggiate entrambe da Ruju  :D

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  • 4 mesi dopo...

Storia che ho finito di leggere a inizio anno e che ho apprezzato per alcune parti divertenti, (quella iniziale :lol: - devo dire che ha ragione chi dice che gli occhi delle ragazze e di Carson siano dei fanali troppi accesi a tratti, ma va beh: i disegni di Mastantuono mi sono piaciuti perché danno una sensazione di dura e onesta genuinità), e per altre scene più orientate al pathos, (mi ha emozionato l'omicidio di Bart Barlow verso la fine del 746, come ha aumentato la suspense l'assassinio di Robert Flynn nel numero precedente e, tal a proposito, la tragica suggestione che ne è derivata me lo ha fatto associare analogicamente a Ted Mallory - si chiamava così se non ricordo male, in caso contrario veniam quaero - dei Giustizieri di Vegas: entrambe figure intelligenti, in gamba con un grande senso onesto, ma che, all'occorrenza, non sanno bloccare i loro avversari molestatori, (infatti Ted Mallory fu freddato da Ice mentre gli andava incontro dicendogli: "aspetta!" mentre Flynn fa la stessa fine mentre si rivolge con veemenza allungando la faccia verso Zack Dooley e Bud Weldwell...) Un'altra associazione del genere mi è venuta spontanea quando è entrato in gioco Kircher tra lui e Wolfman... E la sensazione che ne è scaturita è che Kircher, rispetto a Wolfman, sia una specie di "ranocchio gonfiato stereotipato", (tante urla e tanti denti digrignati e facce scure per poi farsi infilzare la mano artigliosa mentre Wolfman si è pure salvato dopo aver dato filo da torcere ad una città... Detto questo, dico che anche a me certi colpi di scena fatti troppo a fagiolo non vanno tanto a genio... Ci sta che Barlow si salvi dall'orso - per poi venire ammazzato da Kircher :unsure2:, che scherzo del destino - ma che Carson ferito faccia preoccupare Tex alla fine del 746 - e, come ha fatto notare qualcuno, con la copertina del numero successivo con lui bello e vegeto in canoa - non mi sembra credibile, anzi piuttosto - come ha detto qualche altro utente - telefonato per creare suspense. Ma, tutto sommato, questi difetti - cui in ultima istanza aggiungo Kit Willer che sul finale si fa sfuggire Warberg - non rovinano troppo l'episodio che, nonostante un bel po' di personaggi ne escano stereotipati, mi ha preso: il rapporto tra Carson e Angela l'ho trovato quasi geniale, (poi un giorno incontra Lena :mellow::D), e la fine di Warberg mi ha fatto l'impressione di essere stata azzeccatissima, (viva il Contrappasso! :clapping:). Gradevoli anche i personaggi storici come Stewart, Joe Mathias Capilano e quello che si era presentato a Kit e Tiger dopo l'incendio il cui nome al momento mi sfugge :(. Spiace un po' per Angela che vive una vera e proprio scissione pirandelliana, (ora è alla terza identità), e, forse, l'apprezzamento che ho per Pirandello mi ha fatto apprezzare il personaggio che a tratti avevo trovato estremamente stereotipato, (eh, preferisco le valchirie :lol:, anche se nel terzo albo mi è sembrata più coriacea dei precedenti). Voto 7.5

 

P.S. Mi ha fatto ridere molto l'analessi di una vignetta in cui vediamo Tex che fredda Kircher, che muore sul colpo come un pollo. Ahahahahahah 

Modificato da Tenente Castillo
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