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[Color Tex N. 22] Yavapai e altre Storie


LedZepp
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Il 23/11/2022 at 21:29, Piombo Caldo dice:

Io sono rimasto molto soddisfatto delle storie, ma quella di Boselli come al solito è un gradino superiore a tutte le altre.

Anche i disegni tutti di buon livello. 

Volante ha disegnato una storia cittadina, e lo ha fatto bene, ma aspetto di vederlo impegnato con il vero west.

I disegni di Gualandris assomigliano un po' a quelli della Zuccheri.🙋‍♂️

 

Concordo. Quella del Boss un gradino sopra.

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Il 23/11/2022 at 21:29, Piombo Caldo dice:

Io sono rimasto molto soddisfatto delle storie, ma quella di Boselli come al solito è un gradino superiore a tutte le altre.

Anche i disegni tutti di buon livello. 

Volante ha disegnato una storia cittadina, e lo ha fatto bene, ma aspetto di vederlo impegnato con il vero west.

I disegni di Gualandris assomigliano un po' a quelli della Zuccheri.🙋‍♂️

 

Concordo. Quella del Boss un gradino sopra.

Allora...Personalmente una volta l'anno gradisco questo formato di storie brevi. Serve alla casa editrice per testare disegnatori e sceneggiatori ed inoltre noi vediamo sia loro che Tex in un modo diverso.

Scrivere storie brevi secondo me è molto difficile perché devi essere conciso, accattivante e convincente cercando sempre di mantenerti nei limiti di Tex.

 

Quella di Majo mi è piaciuta a livello grafico, tranne qualche vignetta,  e come colori(quelle del bivacco ad esempio). La storia è stata carina.

 

La seconda, quella di Burattini, mi ha convinto meno (un po' forzato il modo in cui hanno beccato il professionista) mentre i disegni di Volante mi sono piaciuti.

 

Quella di Nizzi mi ha convinto poco. Il finale mi è sembrato addirittura allungato per poter concludere le pagine commissionate. Disegni di Gualandris discreti.

 

La storia di Zamberletti ha un bel tocco di malinconia non male. I disegni di Barison un po' meno convincenti degli altri disegnatori.

 

L'ultima storia, quella del Boss, è accattivante con personaggi come al solito ben delineati anche in poche pagine. Con un finale per me sorprendente (spoiler spoiler spoiler)

perché non mi aspettavo il suicidio del possidente/bisnonno.

Disegni di Gomez non male ma il cartonato, con la sua grandezza e i suoi colori, gli hanno reso un miglior servizio. Sul color non male ma Gomez "merita" di più.

 

Letture gradevoli comunque una volta l'anno queste storie brevi.

  • +1 1
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3 hours ago, Diablorojo82 said:

Concordo. Quella del Boss un gradino sopra.

Allora...Personalmente una volta l'anno gradisco questo formato di storie brevi. Serve alla casa editrice per testare disegnatori e sceneggiatori ed inoltre noi vediamo

Quali sceneggiatori da testare? Sfrutto il tuo commento per dir la mia su questa cosa, ma non è una risposta contro di te, lo preciso perché quotandoti potresti percepire una critica nei tuoi confronti, ma non è...anzi mi dai uno spunto sempre interessante.

 

Su 5 storie abbiamo dei veterani di Tex (Nizzi e Boselli), con Nizzi che non collabora più su Tex. Non credo lo si volesse testare e non credo fosse nemmeno nei piani di Nizzi essere testato su una storia breve. Boselli manco a dirlo, fa la premessa in seconda di copertina, il suo apporto non manca mai, ma appunto da curatore e veterano e infatti la sua storia è forse la migliore tra le 5.

 

Poi c'è Majo, che non credo serva fargli fare una storia breve per testarlo su Tex. Anche perché la si è fatta passare come storia di punta del Color, di certo non è un test.

Zamberletti mi pare già pubblicato più volte e anche senza picchi di gloria il suo lo fa, e Burattini non mi pare uno da testare con storie brevi.

 

Il test dello sceneggiatore deve comunque avvenire in modo chiaro nella parole, ed è a monte ed è la casa editrice che deve dire "lo pubblico perché per me vale" andando verso il giudizio del lettore che può essere critico senza sconti o giustificazioni.

Mi preoccupa un po' questa arrendevolezza di dire "Il color Tex serve per testare" (anche se si sotto-intende che la Bonelli lo testa con i lettori che è cosa normale), perché usando queste parole si rischia di deresponsabilizzare e creare come minimo confusione sul tipo di test fatto e su chi se ne assume la responsabilità.

Se è vero che anche il lettore da un responso importante, il rischio, e lo si  vede anche in queste pagine di forum, è che si finisca per dire "va bè ma il Color storie brevi va preso così, è un bel modo per testare gli autori e quindi se non è un granché ci sta".

 

Che poi avviene anche col Maxi, cito "il Maxi è un regalo, un di più, una storia lunga che altrimenti non avreste avuto". 

 

Un po' come se una casa automobilistica ti vendesse un auto dicendo "il crash test non lo abbiamo fatto ma secondo noi l'auto resiste, se ti accartocci contro un muro però ci può stare, stiamo facendo un test, facci sapere se poi l'auto ti è piaciuta".

 

Esagero, un conto la sicurezza su strada e acquisti per migliaia di euro, un conto un fumetto, ma la qualità parla un linguaggio universale e a me certi discorsi da lettore convincono davvero poco perché spesso anche gli autori dicono cose del tipo "Il Maxi è un di più".

Io pensavo fossero "speciali".

E col termine "speciale" non si intendesse solo "uscita straordinaria". 

 

In generale penso poi che le storie brevi siano forse la cosa peggiore per testare un autore, perché di solito Tex si dipana su sceneggiature molto lunghe (in genere almeno 2 albi regolari), e perché hanno in generale una struttura e un taglio diverso da una storia classica lunga. 

 

Al massimo su sceneggiatori e disegnatori, può essere un modo per farli esordire si.

Poi un prodotto che costa quasi otto euro e che dovrebbe fare anche del disegno e del colore un punto di forza, forse forse lo farei uscire con disegnatori rodati, che magari non hanno tempo per scrivere 220 tavole ma possono dare una loro interpretazione di Tex.

 

Magari disegnatori già noti e testati, anche su altri personaggi, che per Tex possono disegnare poche tavole. 

Che poi mi pare si verifichi anche, peccato che poi quel che conta è la qualità, e non sempre tra disegno, sceneggiatura e soprattutto colore, questa risulti proprio eccelsa.

 

Penso che il problema non sia fare dei test, ma la necessità di saturare le edicole di uscite con marchio Tex. E quando devi produrre tanto, non sempre il risultato è dei migliori.

Le storie o racconti brevi possono essere davvero un bell'espediente, e non per forza storielle.

Si può avere ambizione anche in questo genere di racconto, basta avere ispirazione e qualcosa da raccontare che valga davvero la pena pubblicare.

Per me il Dampyr color sul tema cinema uscito qualche mese fa ne è un ottimo esempio. Molto più ispirato. 

 

Finito di leggere questo Color, per me voto generale tra tutte le storie e quindi dell'intera pubblicazione 6-

Poco entusiasmo, minimo sforzo per un risultato sufficiente (appena)

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, LedZepp dice:

Quali sceneggiatori da testare? Sfrutto il tuo commento per dir la mia su questa cosa, ma non è una risposta contro di te, lo preciso perché quotandoti potresti percepire una critica nei tuoi confronti, ma non è...anzi mi dai uno spunto sempre interessante.

 

Su 5 storie abbiamo dei veterani di Tex (Nizzi e Boselli), con Nizzi che non collabora più su Tex. Non credo lo si volesse testare e non credo fosse nemmeno nei piani di Nizzi essere testato su una storia breve. Boselli manco a dirlo, fa la premessa in seconda di copertina, il suo apporto non manca mai, ma appunto da curatore e veterano e infatti la sua storia è forse la migliore tra le 5.

 

Poi c'è Majo, che non credo serva fargli fare una storia breve per testarlo su Tex. Anche perché la si è fatta passare come storia di punta del Color, di certo non è un test.

Zamberletti mi pare già pubblicato più volte e anche senza picchi di gloria il suo lo fa, e Burattini non mi pare uno da testare con storie brevi.

 

Il test dello sceneggiatore deve comunque avvenire in modo chiaro nella parole, ed è a monte ed è la casa editrice che deve dire "lo pubblico perché per me vale" andando verso il giudizio del lettore che può essere critico senza sconti o giustificazioni.

Mi preoccupa un po' questa arrendevolezza di dire "Il color Tex serve per testare" (anche se si sotto-intende che la Bonelli lo testa con i lettori che è cosa normale), perché usando queste parole si rischia di deresponsabilizzare e creare come minimo confusione sul tipo di test fatto e su chi se ne assume la responsabilità.

Se è vero che anche il lettore da un responso importante, il rischio, e lo si  vede anche in queste pagine di forum, è che si finisca per dire "va bè ma il Color storie brevi va preso così, è un bel modo per testare gli autori e quindi se non è un granché ci sta".

 

Che poi avviene anche col Maxi, cito "il Maxi è un regalo, un di più, una storia lunga che altrimenti non avreste avuto". 

 

Un po' come se una casa automobilistica ti vendesse un auto dicendo "il crash test non lo abbiamo fatto ma secondo noi l'auto resiste, se ti accartocci contro un muro però ci può stare, stiamo facendo un test, facci sapere se poi l'auto ti è piaciuta".

 

Esagero, un conto la sicurezza su strada e acquisti per migliaia di euro, un conto un fumetto, ma la qualità parla un linguaggio universale e a me certi discorsi da lettore convincono davvero poco perché spesso anche gli autori dicono cose del tipo "Il Maxi è un di più".

Io pensavo fossero "speciali".

E col termine "speciale" non si intendesse solo "uscita straordinaria". 

 

In generale penso poi che le storie brevi siano forse la cosa peggiore per testare un autore, perché di solito Tex si dipana su sceneggiature molto lunghe (in genere almeno 2 albi regolari), e perché hanno in generale una struttura e un taglio diverso da una storia classica lunga. 

 

Al massimo su sceneggiatori e disegnatori, può essere un modo per farli esordire si.

Poi un prodotto che costa quasi otto euro e che dovrebbe fare anche del disegno e del colore un punto di forza, forse forse lo farei uscire con disegnatori rodati, che magari non hanno tempo per scrivere 220 tavole ma possono dare una loro interpretazione di Tex.

 

Magari disegnatori già noti e testati, anche su altri personaggi, che per Tex possono disegnare poche tavole. 

Che poi mi pare si verifichi anche, peccato che poi quel che conta è la qualità, e non sempre tra disegno, sceneggiatura e soprattutto colore, questa risulti proprio eccelsa.

 

Penso che il problema non sia fare dei test, ma la necessità di saturare le edicole di uscite con marchio Tex. E quando devi produrre tanto, non sempre il risultato è dei migliori.

Le storie o racconti brevi possono essere davvero un bell'espediente, e non per forza storielle.

Si può avere ambizione anche in questo genere di racconto, basta avere ispirazione e qualcosa da raccontare che valga davvero la pena pubblicare.

Per me il Dampyr color sul tema cinema uscito qualche mese fa ne è un ottimo esempio. Molto più ispirato. 

 

Finito di leggere questo Color, per me voto generale tra tutte le storie e quindi dell'intera pubblicazione 6-

Poco entusiasmo, minimo sforzo per un risultato sufficiente (appena)

Stavolta non ci sono sceneggiatori ma disegnatori "nuovi".

Cioè in questo caso se non erro c'è uno preso da Dampyr ad esempio. Come in passato scrisse forse la prima storia Giusfredi.

Io la faccio più semplice...La casa editrice una volta l'anno (e per me è una distanza temporale perfetta) pubblica queste storie brevi. Per "riempire" l'albo o usa sceneggiatori e disegnatori di scuderia o usa sceneggiatori e disegnatori che potrebbero essere sviluppati.

Poi naturalmente il mercato ne darà il responso. Da quello che ho capito il color Storie Brevi ha poca vita ancora.

Boselli se non erro in un post faceva il punto proprio su questo formato, sulla difficoltà a trovare i collaboratori tra sceneggiatori e disegnatori.

 

Ti dirò...Il questo verbo "testare" non lo intendo con connotazione negativa e credo che già ci sia un filtro (Boselli) su quello che giungerà in edicola.

Poi io non mi aspetto poco dal Color storie brevi...Cioè spero di trovare storie sfiziose ed è capitato. Naturalmente le devi prendere per quello che sono.

 

Detto questo e non faccio nomi...Ho trovato più interessanti alcune storie brevi su qualche Color che alcune della regolare di un albo o due.;)

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Un Color complessivamente tra i meno apprezzati da me tra tutti quelli pubblicati. Perchè una storia breve, non potendosi sviluppare in modo arioso e articolato, si dovrebbe caratterizzare per soggetto, spunto o idea che sia un guizzo creativo, anche non convenzionale (per fare un esempio, il celebre episodio dell'alieno è un'ottima storia breve e si sono viste storie brevi guizzanti anche nella serie "Romanzi a fumetti" o in alcune pubblicazioni fuori serie del passato).

Qua invece abbiamo 4 soggetti classicissimi (che non è affatto denigratorio) ma banali e telefonati (bello, tuttavia, il finale poetico de "Il sicario") e non basta la quinta e ultima storia, quella di Boselli, a risollevare una media che senza l'ultima storia (voto 6,5) è da 5 scarso. 

I picchi in negativo si raggiungono con:

******* SPOILER ********

- lo spiegazionismo delle ultime due pagine de "Il professionista" (praticamente tutto lo sviluppo del piano di cattura del sicario, piano totalmente aleatorio, viene fatto passare per deterministico e infallibile);

- in "Falsa accusa", Tex, in fuga con lo scampato all'impiccagione, non viene fermato perchè il capo della combriccola che aveva ingiustamente accusato l'innocente intima al suo uomo che sta per sparare sui due in fuga di non farlo perchè potrebbe colpire un innocente! E, puntualmente, dopo essersi lanciati (con molta calma...) al loro inseguimento, i componenti della combriccola non li ritrovano più;

- sempre in "Falsa accusa", Tex che tra sè e sè si vanta di essere un infallibile baro mai scoperto.

******* FINE SPOILER ********

La storia di Boselli, come suo solito ricca di personaggi e dalla trama non banale e non priva di sorprese, avrebbe meritato un albo completo, forse anche due, sulla serie regolare, per meglio sviluppare le sottotrame appena accennate per esigenze di brevità: così concisa, appare castrata, "vorrei ma non posso".

I disegni in generale non mi sono dispiaciuti (voto medio 6,5), con un picco ampiamente positivo (voto 7) per Gomez e Volante.

Modificato da PapeSatan
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A me il color complessivamente è piaciuto, sia a livello di sceneggiatura (dalla quale non mi aspetto mai niente di particolare nel caso di storie brevi) che di disegni e colori. Soprattutto i disegni, mi sono parsi tutti convincenti e solidi. 

 

Le storie più riuscite ritengo siano state quelle di Boselli e Nizzi; circa il pensiero di Tex su sé stesso "celebre baro" è la pura verità: magari non è celebre, ma di sicuro è un baro :D

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Nel complesso, anche io ho apprezzato le storie di questo Color, ad ennesima conferma - per quanto mi riguarda - di come questo formato sia molto migliore di quello estivo destinato ad un'unica storia.

 

Mi è particolarmente piaciuta Yavapai, la prova in quadrupla veste (soggettista, sceneggiatore, disegnatore e colorista) di Majo, in grado di regalarci una storia molto classica ma pressoché inappuntabile, in cui Tex - nell'occasione affiancato dal solo Tiger - sfodera il suo repertorio di paladino della giustizia riuscendo ad evitare uno spargimento di sangue minacciato dell'errore e dall'ostinazione di un ufficiale ottuso (per fortuna, va riconosciuto, fino ad un certo punto). Ho parimenti apprezzato le sfumature dei personaggi di Johnny il mezzosangue, di Boselli e Gomez, ove un Tex solitario contribuisce ad evitare l'ennesima ingiustizia, nonché Il professionista di Burattini e Volante, in cui Tex - se si eccettua il classico sbatacchiamento del prepotente di turno - Ci viene mostrato nell'inconsueta veste di esca, a beneficio di Tom Devlin.

 

Un gradino sotto, seppur nient'affatto disprezzabili, Falsa accusa di Nizzi e Gualandris e Il sicario di Zamberletti e Barison, entrambe piuttosto classiche ma ambedue contraddistinte, dal mio punto di vista, da trame che si dipanano in maniera un filino troppo prevedibile.

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  • MacParland changed the title to [Color Tex N. 22] Yavapai e altre Storie
  • 4 mesi dopo...

La storia che mi è piaciuta di più è quella scritta da Boselli, generalmente non mi piacciono le storie brevi o i libri di racconti, quindi l'avrei preferita sviluppata nel Tex serie regolare.

I disegni che mi sono piaciuti meno sono quelli di Gualandris, bene Gomez, Barison e Majo nella duplice veste.

Personalmente non mi dispiace il colore nei Tex, a volte sembra un di più, messo lì per caso altre è un valore aggiunto, però non lo trovo completamente estraneo a Tex forse perché uno dei miei primi libri di Tex è "Il mio nome è Tex" edito da Mondadori.

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