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TWF - Tex Willer Forum

[Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise


MacParland
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Messaggi consigliati/raccomandati

<span style="color:red">39 minuti fa</span>, Letizia dice:

Io non sono né sostenitrice di una tesi né dell'altra.

Però ci sono un paio di considerazioni che vorrei fare.

1) Le ristampe di Tex Willer sono tutte in volume unico. Perché?

2) I cliffhanger vanno a farsi benedire nelle riletture successive, così la curiosità di come andrà a finire la storia, così l'attesa di un mese dell'albo successivo.

Personalmente continuo a pensare che la scelta degli albi a 64 pagine sia dovuta solo ed esclusivamente per motivi logistici e per agevolare i tempi di realizzazione, visto l'elevato numero di uscite che bisogna curare.

 

Ovviamente, scelta la foliazione, un professionista preparato calibra la sceneggiatura a secondo del formato, ma anch'io credo che storie molto belle e intricate come "Il passato di Cochise" si gustano meglio a una seconda lettura più continua e lineare. 

 

Cliffhanger e ritmo a parte, molti ingranaggi e snodi ben curati dall'autore, li cogli con una vista d'insieme, che la spalmatura sui sei mesi, vuoi o non vuoi dilata. Che nel lontano passato la pubblicazione a strisce fosse più frammentaria sarà pur vero, ma i tempi e i gusti dei lettori cambiano: in passato la gente comprava i 45 giri tanto per fare un esempio.

Nonchè vi erano molti ragazzi che le strisce se li scambiavano e magari non le rileggevano più. Oggi, tranne rari casi, non è più così.

 

Comunque la qualità finora espressa, sia nelle storie fiume di Boselli che nei filler di Rauch e Ruju ha attenuato questo aspetto e garantito il successo (ciò è quel che conta!). Certamente ogni lettore ha le sue prerogative e sensibilità che non basta un intervento (anche se preparato e autorevole) a poter far mutare.

 

 

<span style="color:red">47 minuti fa</span>, PapeSatan dice:

Errore mio, chiedo venia. :zzzzzzz:

Grazie per la segnalazione 

Figurati pard, i refusi possono capitare. Io potrei scrivere una trattato in merito, per quanti ne commetto. :D

 

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<span style="color:red">17 ore fa</span>, Diablero dice:

E allora il punto è ancora più chiaro: a te Tex Willer non piace proprio come principio. Non ti piace l'idea di base dell'infilare il passato di Tex nella storia "ufficiale", non ti piace che sia diverso dal Tex quarantenne, non ti piace magari che non ci siano Tiger e Kit Willer...

Non ho nessuna difficoltà ad ammetterlo. O meglio ho frainteso il principio che sta alla base della collana e mi aspettavo qualcosa di molto diverso. Mi spiace che tu abbia una opinione su di me così distorta, ma non sei il solo visto che spesso vengo preso a pesci in faccia allegramente. Non mi aspettavo Tex quarantenne accompagnato da Tiger e Carson, ma il Tex ventenne delle strisce. Io trovo il tex ventenne che ha in testa Boselli, non quello originale.

Come già detto ho ripreso in mano un albo dopo anni che non lo seguivo più e alla fine di quello successivo non era accaduto nulla di così importante da spingermi a proseguire. Non mi ricordavo più come era iniziata e non mi interessava più di come sarebbe andata a finire.

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  • co fondatore

Finita di leggere stamane. Una delle storie più belle della collana, sia per i testi che per i disegni.

Ora qualche appunto:

@Gas Gas, c'è una didascalia che dice che tra la tortura di Tex e l'ultimo scontro con Kirker sono passati alcuni giorni. Quando ho letto non ho percepito alcuna incongruenza in quello che dice Skybuck e me ne sarei anche dimenticato se poi non avessi letto le rimostranze qui sul thread. E non sono un pelouovista, spesso sono abbastanza distratto (se non lo fossi, in passato non ci avrei messo così tanto tempo a capire che Nizzi era diventato un autore bollito, per fare un esempio tanto caro a @Diablero).

@PapeSatan, la tua posizione è ben argomentata e in certi aspetti pure convincente, ma alla fine penso che Carlo e Vincenzo abbiano ragione su tutta la linea. Se ci pensi bene, anche all'epoca delle strisce esistevano trame parallele e diversi fili da seguire in una narrazione più frammentata di quella di Tex Willer. Ad esempio, ne Il grande re seguiamo contemporaneamente il viaggio di Tex verso il powwow delle tribù coinvolte nella rivolta, le indagini di Kit Willer in Canada e le azioni del re e del suo sgherro Pierre Gaul, più sottotrame come quella del furto del misterioso totem. I fili poi si ricongiungono ma il lettore all'epoca dovette aspettare a lungo per vedere la conclusione della storia e tenere tutti i fili insieme. Perché allora andava bene e oggi no?

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<span style="color:red">51 minuti fa</span>, Mister P dice:

 

@Gas Gas, c'è una didascalia che dice che tra la tortura di Tex e l'ultimo scontro con Kirker sono passati alcuni giorni. Quando ho letto non ho percepito alcuna incongruenza in quello che dice Skybuck e me ne sarei anche dimenticato se poi non avessi letto le rimostranze qui sul thread. E non sono un pelouovista, spesso sono abbastanza distratto (se non lo fossi, in passato non ci avrei messo così tanto tempo a capire che Nizzi era diventato un autore bollito, per fare un esempio tanto caro a @Diablero).

 

Nessuna rimostranza, volevo solamente far notare quanto sono bollito io 🤣🤣

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1 ora fa, Mister P dice:

 

@PapeSatan, la tua posizione è ben argomentata e in certi aspetti pure convincente, ma alla fine penso che Carlo e Vincenzo abbiano ragione su tutta la linea. Se ci pensi bene, anche all'epoca delle strisce esistevano trame parallele e diversi fili da seguire in una narrazione più frammentata di quella di Tex Willer. Ad esempio, ne Il grande re seguiamo contemporaneamente il viaggio di Tex verso il powwow delle tribù coinvolte nella rivolta, le indagini di Kit Willer in Canada e le azioni del re e del suo sgherro Pierre Gaul, più sottotrame come quella del furto del misterioso totem. I fili poi si ricongiungono ma il lettore all'epoca dovette aspettare a lungo per vedere la conclusione della storia e tenere tutti i fili insieme. Perché allora andava bene e oggi no?

Non è la frammentazione in sè a rendere poco fluida la lettura, ma la cadenza di frammentazione, cioè la dilatazione della storia nel tempo. Un fatto, ripeto, NECESSARIO, se l'articolazione della trama lo esige e la foliazione di edizione lo impone.

Se, per assurdo, "Il passato di Cochise" fosse uscito non in 6 albi mensili da 64 pagine l'uno ma in 24 albetti settimanali da 16 pagine l'uno (cioè 48 strisce) saremmo ricaduti nella stessa condizione di lettura de "Il grande re" e simili,  cioè maggiore frammentazione quantitativa ma maggiore continuità temporale nella lettura, comprensione e assimilazione (meno intervalli tra un albo e l'altro). Un risultato ancor migliore nella continuità di lettura si sarebbe teoricamente ottenuto con STRIPS giornaliere stile anni '30 (ricordate argutamente da Boselli), oppure, nel caso diametralmente opposto e ottenendo il massimo della fluidità di lettura e comprensione, con un unico grande volumone non frammentato (che probabilmente uscirà). Ovviamente riconosco che nelle varie configurazioni lo sceneggiatore avrebbe dovuto adottare strutture narrative diverse e calibrare in altro modo i "cliffhanger", per adattare il racconto al rispettivo diverso formato.

Concludo ribadendo: il nocciolo della questione non è la frammentazione, cioè la struttura narrativa e di edizione, ma la distribuzione di questa frammentazione in un arco temporale, che più è dilatato e parcellizzato più nuoce alla leggibilità di una storia lunga e complessa. Credo di dire una banalità e quindi fatico a comprendere le obiezioni al mio auspicio che le storie lunghe e complesse dovrebbero essere fruibili dal lettore in modo il più possibile efficiente e "ottimizzato".

 

Modificato da PapeSatan
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SPOILER

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Ciao a tutti, sono nuovo qui al forum. A me questa storia é piaciuta tantissimo ed é la mia preferita tra quelle di questa serie finora. 
Mi é piaciuto come sono stati caratterizzati i cattivi (sia per quanto riguarda i testi che i disegni) ed infatti mi é un po' dispiaciuto che questi in alcuni casi morissero senza tanti complimenti come nel caso di Wess il quale inizialmente non mi sono neppure reso conto fosse morto. Inoltre non ho capito che fine a fatto il pistolero di colore guardiaspalle di Querquer che sembrava un cattivo con una certa importanza dato che era ben caratterizzato ma che da un numero all altro scompare

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Mi sono letto il nuovo albo sia appena uscito che dopo aver ripreso in mano tutti i capitoli precedenti. La sensazione è stata quella di "leggere un film", se mi si passa l'espressione.

 

La ritengo un'ottima storia, come quasi tutte quelle di Tex Willer, sicuramente fra le migliori fra quelle scritte da Boselli (seconda solo alla saga dei Seminoles).

 

La narrazione segue prima un solo snodo narrativo, poi due, poi tre, poi sostanzialmente due nei capitoli finali fino alla conclusione. A ogni linea narrativa è dedicato il giusto spazio e il fatto che più di un punto (la guerra degli Apache e la ricerca di Felix Ward) sia rimasto in sospeso è in linea con lo stile narrativo del Tex giovane.

 

Tra l'altro mi sembra che in Tex Willer Boselli riesca ad essere più conciso e andare dritto al punto di ciò che vuole raccontare nonostante le centinaia di pagine a disposizione. Per dire, sia nella quadrupla "Alla ricerca delle navi perdute" che in "Sierra Nevada" ho avuto l'impressione che tagliuzzando un po'alcuni passaggi si sarebbe potuto ottenere un risultato migliore.

 

Qui no, affatto. Al contrario, forse alcuni passaggi del numero conclusivo avrebbero reso meglio con qualche pagina in più a disposizione (più che altro la fine di Kirkner) e, soprattutto, non ho avvertito il senso di allungamento durante i capitoli precedenti.

 

Leggo che dopo questa ci sarà una doppia di Rauch: ci sta che a una saga lunga e impegnativa si alterni una vicenda più breve per rifiatare. Ciò non significa che sarà per forza meno bella, sia chiaro.

 

De Angelis ottimo come sempre, ormai sempre più inserito nel mondo del West al punto che potrebbe fare qualsiasi cosa. Mi piacerebbe vederlo alle prese con i pittoreschi costumi di Comanche e Sioux, sono convinto che ne uscirebbe qualcosa di memorabile.

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<span style="color:red">8 ore fa</span>, Letizia dice:

Io non sono né sostenitrice di una tesi né dell'altra.

Però ci sono un paio di considerazioni che vorrei fare.

1) Le ristampe di Tex Willer sono tutte in volume unico. Perché?

2) I cliffhanger vanno a farsi benedire nelle riletture successive, così la curiosità di come andrà a finire la storia, così l'attesa di un mese dell'albo successivo.

 

 

Eppure,tu che sei una narratrice, dovresti sapere che le storie si leggono a diversi livelli. Prince Valiant e Terry e i pirati funzionavano alla grande nelle tavole domenicali e nelle strip quotidiane, così come, sia pur diversamente, se raccolti in  grossi volumi. Così come gli albetti di 32 a striscia di GL quando raccolti nel "Tex gigante".Perchè? Perché gli autori sanno scrivere e la storia dunque funziona ugualmente

 

INVECE Jungle Jim di Alex Raymond, se raccolto in volume, dimostra il suo NON essere una storia, ma un'insopportabile accozzaglia di tavole e scene slegate.

 

Ora, spero e credo che le mie lunghe storie appartengano di più alla prima categoria e che funzionino a entrambi i livelli.

<span style="color:red">2 ore fa</span>, nikolai dice:

SPOILER

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Ciao a tutti, sono nuovo qui al forum. A me questa storia é piaciuta tantissimo ed é la mia preferita tra quelle di questa serie finora. 
Mi é piaciuto come sono stati caratterizzati i cattivi (sia per quanto riguarda i testi che i disegni) ed infatti mi é un po' dispiaciuto che questi in alcuni casi morissero senza tanti complimenti come nel caso di Wess il quale inizialmente non mi sono neppure reso conto fosse morto. Inoltre non ho capito che fine a fatto il pistolero di colore guardiaspalle di Querquer che sembrava un cattivo con una certa importanza dato che era ben caratterizzato ma che da un numero all altro scompare

 

 

Bravo! Nel primo caso mi sono reso conto tardi che De Angelis non l'aveva mostrato bene nel momento della morte.

 

Nel secondo davvero non so che fine abbia fatto (eufemismo per dire che me lo sono dimenticato). Volevo inserito nel  finale al posto di un bianco ma non l'ho fatto per non creare un altro "caso Wess". Chissà, questa è una serie, magari torna utile in futuro ed entra nella banda di Raza o qualcuno di simile.

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7 hours ago, Letizia said:

1) Le ristampe di Tex Willer sono tutte in volume unico. Perché?

Perché oggi la Bonelli ha deciso di puntare sulle librerie. E quindi la ristampa la fa in libreria (con l'ulteriore vantaggio "economico" che così puoi fare la ristampa dopo pochi mesi e rivenderla alle stesse persone, mentre una volta facevano la ristampa dopo anni e anni)

 

Prima di questa decisione editoriale, la ristampa sarebbe stata fatta in edicola con lo stesso formato (negli anni 70, con ristampe indistinguibili se non all'occhio di un esperto, se non cambiava il prezzo. Dagli anni 90 con una collana tipo "TuttoTex Willer")

 

Notare che, insieme allo sfruttamento delle librerie, in qualcosa si è tornati agli anni 70: le ristampe "nascoste". Come all'epoca gli albi di Tex Willer vengono ristampati ogni volta che si esauriscono (chissà se ristamperanno anche i gadget) per mantenerli sempre disponibili. Sono già diversi numeri che si sono esauriti e poi sono "magicamente" riapparsi senza nessun annuncio in proposito. Segno che alla Bonelli vogliono mantenere questa collana sempre disponibile come all'epoca (ed è un buon segno, significa che vende: negli anni 70 la pratica era dovuta al fatto che le vendite di Tex aumentavano tanto velocemente che le vecchie tirature avevano bisogno di continui "rabbocchi", oggi tengono così pochi arretrati che si esauriscono molto prima ma costa anche meno fare ristampe limitate)

 

Che la serie di cartonati non sia una "edizione definitiva" lo dimostra il semplice fatto che non ristampano TUTTE le storie. Chi seguisse quella avrebbe proprio SOLO le storie lunghe di Boselli, che quindi anche per gli acquirenti sono le uniche degne di essere ristampate...  :laugh:

 

E Boselli stesso ha dichiarato più volte che "l'edizione di riferimento", quella per cui scrive, è quella in albi di 62 pagine. Per questo poi trovi i cliffhanger dentro il cartonato.

 

Non è una scelta ovvia: quando negli USA con la crisi di vendita degli albetti in formato Comic Book vent'anni fa hanno iniziato a ristampare TUTTO sei mesi dopo l'uscita in formato trade paperback (volume brossurato) bastava leggerli per capire che le storie erano fatte per il ristampa in TPB. In un solo albetto non succedeva più niente, c'erano albi di soli dialoghi, gli albi finivano tranquillamente senza cliffhanger (ci sono sia motivi tecnici - i comic book sono davvero troppo corti, 22 pagine per volta sono poche per gli sceneggiatori moderni sbrodolanti - , sia motivi artistici - l'autore di punta era Bendis, che ci metteva dialoghi di 30 pagine - sia commerciali, gli autori guadagnavano di più dalla vendita dei TPB e quindi spingevano quelli). Oggi non la fanno più la ristampa immediata di tutta una serie, credo abbiano visto che danneggiava troppo le vendite degli albi, ristampano dopo più tempo solo alcuni cicli e sono tornati a scrivere per il formato albo

 

8 hours ago, Letizia said:

2) I cliffhanger vanno a farsi benedire nelle riletture successive, così la curiosità di come andrà a finire la storia, così l'attesa di un mese dell'albo successivo.

E non ti dico appunto che è meglio leggere albo per albo? Cosa scrivo a fare allora se non mi date retta? :laugh:

 

Io i cartonati li compro (solo quelli in b/n) per i disegni e perchè delle storie più belle voglio avere anche l'edizione in volume, ma mi rendo conto mentre lo leggo che la storia letta così in un unico blocco "rende meno" (anche se credo che questa di Cochise funzionerà meglio di per esempio quella dei Seminoles in cartonato, APPUNTO perchè è più sincopata e rapida con i cliffhanger. Quando leggi in volume quella dei Seminole ti rendi conto che i Seminole non li vedi fino a quasi metà volume e che sono più vicende collegate solo cronologicamente e dalla figura dell'inseguitore)

 

Scrivere per un albo di 62 pagine non è la stessa cosa che scrivere per un cartonato di 380 pagine, e NON È POSSIBILE scrivere per ENTRAMBI i formati contemporaneamente. Borden scrive per l'albetto, gli americani vent'anni fa scrivevano per il volume. In entrambi i casi la cosa è evidente quando li leggi.

 

Per questo i discorsi "sarebbe meglio se Tex Willer avesse 110 pagine" o "sarebbe meglio avesse 16 pagine settimanali" non hanno senso. In entrambi i casi non sarebbe più Tex Willer. Non QUESTO Tex Willer. Guardate "La cella della morte" e "il tranello". Sono entrambe storie pubblicate nell'arco di 5 mesi, ma sono state pubblicate in formati diversi. Non notate nessuna differenza nella maniera in cui sono scritte? (a chi ribatterebbe che è solo il tempo passato fra le due storie, a mia volta ribatto che allora possono guardare la differenza fra "La gola della morte" e "il figlio di mefisto", passano solo 10 anni circa fra le due storie...)

 

Sul fatto che Boselli abbia voluto questo formato per fare la serie (immagino che Airoldi spingesse per il formato di Zagor le origini, visto che era il progetto "gemello" nato dalla stessa idea di fare dei remake di vecchie storie) non stento a crederlo. Albi da 110 pagine sarebbe stato troppo, altre 600 pagine oltre a quelle che già faceva all'epoca (o faceva fare) sarebbe stata una follia (anche se ala fine quasi ci sono arrivati fra special, bis e raddoppi di periodicità di serie speciali)

 

Ma, chiunque abbia avuto l'idea... alla fine per me si è rivelata un ottima idea. Mantiene il prezzo relativamente basso (rispetto agli altri Bonelli, ovvio) e visto che la narrazione si deve adeguare al formato vediamo un ritmo più rapido rispetto al Tex "regolare".

 

Il formato di pubblicazione non è mai "neutrale", influisce SEMPRE sul tipo di narrazione. E in questo caso è stata un influenza molto positiva.

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<span style="color:red">40 minuti fa</span>, Diablero dice:

Sul fatto che Boselli abbia voluto questo formato per fare la serie (immagino che Airoldi spingesse per il formato di Zagor le origini, visto che era il progetto "gemello" nato dalla stessa idea di fare dei remake di vecchie storie) non stento a crederlo

 

Veramente, se non ricordo male, Boselli ci aveva detto che Airoldi avrebbe voluto albi di 112 pagine con 110 di fumetto come la serie classica (ha ancora senso chiamarla regolare?) ma lui aveva replicato che non era fattibile ed alla fine lo stesso Boselli avrebbe proposto il compromesso degli albi di 64 pagine con 62 di fumetto.

Se sbaglio qualcuno mi correggerà, suppongo.:D

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[Wess]

1 hour ago, borden said:

Bravo! Nel primo caso mi sono reso conto tardi che De Angelis non l'aveva mostrato bene nel momento della morte.

Ho riletto l'ultimo albo, e mi pare muoia a pagina 52, giusto?  o è in un'altra scena?

 

54 minutes ago, Carlo Monni said:

Veramente, se non ricordo male, Boselli ci aveva detto che Airoldi avrebbe voluto albi di 112 pagine con 110 di fumetto come la serie classica (ha ancora senso chiamarla regolare?) ma lui aveva replicato che non era fattibile ed alla fine lo stesso Boselli avrebbe proposto il compromesso degli albi di 64 pagine con 62 di fumetto.

E ribadisco che ha fatto benissimo! :laugh:

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<span style="color:red">57 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

 

Veramente, se non ricordo male, Boselli ci aveva detto che Airoldi avrebbe voluto albi di 112 pagine con 110 di fumetto come la serie classica (ha ancora senso chiamarla regolare?) ma lui aveva replicato che non era fattibile ed alla fine lo stesso Boselli avrebbe proposto il compromesso degli albi di 64 pagine con 62 di fumetto.

Se sbaglio qualcuno mi correggerà, suppongo.:D

 

 

No, Airoldi voleva puntare sul formato 62 e io ero d'accordo perché altrimenti non ce l'avrei fatta. Tutti d'accordo sul formato.

 

 

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5 minutes ago, borden said:

No, Airoldi voleva puntare sul formato 62 e io ero d'accordo perché altrimenti non ce l'avrei fatta. Tutti d'accordo sul formato.

Ma voleva il formato "audace" che stavano lanciando in quel periodo e poi era stato usato per Zagor Le origini, o era dall'inizio di dimensioni simili alla serie regolare di Tex?

 

Ti ricordi di chi è stata l'idea di recuperare l'elegante titolo azzurro su bianco in costa come nella serie Tex Gigante invece delle coste colorate che vanno di moda oggi?

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  • Rangers

Se non sbaglio, ricordo di aver letto da qualche parte che Airoldi avrebbe voluto una riscrittura totale delle origini di Tex, con modifiche anche clamorose.

Mauro si è opposto proponendo invece quello che poi abbiamo letto e leggiamo su Tex Willer.

 

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4 hours ago, nikolai said:

Inoltre non ho capito che fine a fatto il pistolero di colore guardiaspalle di Querquer che sembrava un cattivo con una certa importanza dato che era ben caratterizzato ma che da un numero all altro scompare

Io non ci avevo dato molta importanza, mi era sembrato un pistolero come gli altri, si notava solo perchè era di colore, ma non c'è nella scena dell'incontro fra Querquer e Tex. Ci sono solo Wess e gli indiani a lui fedeli, segno che sono le persone più fidate. Può essere andato via altrove a fare qualcosa per Querquer o morire come tanti altri pistoleri "fuori scena", non c'era motivo per mostrare la morte di tutti...

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Diablero dice:

Ti ricordi di chi è stata l'idea di recuperare l'elegante titolo azzurro su bianco in costa come nella serie Tex Gigante invece delle coste colorate che vanno di moda oggi?

 

 

Il grafico Banfi d'accordo con me e Giusfredi.

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Diablero dice:

Ho riletto l'ultimo albo, e mi pare muoia a pagina 52, giusto?  o è in un'altra scena?

 

*54

 

 

<span style="color:red">2 ore fa</span>, Diablero dice:

 

Io non ci avevo dato molta importanza, mi era sembrato un pistolero come gli altri, si notava solo perchè era di colore, ma non c'è nella scena dell'incontro fra Querquer e Tex. Ci sono solo Wess e gli indiani a lui fedeli, segno che sono le persone più fidate. Può essere andato via altrove a fare qualcosa per Querquer o morire come tanti altri pistoleri "fuori scena", non c'era motivo per mostrare la morte di tutti...

 

 

comunque sì, hai ragione... mi faccio troppe paranoie :lol:

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<span style="color:red">5 ore fa</span>, borden dice:

le mie lunghe storie appartengano di più alla prima categori

È ovvio che le tue storie funzionano in qualsiasi modo le si leggano.

Se una storia è stata fatta per funzionare nel formato striscia, non è detto che non funzioni anche in altri formato più corposi.

E se funziona, vuol dire che è fatta bene.

 

<span style="color:red">5 ore fa</span>, Diablero dice:

Perché oggi la Bonelli ha deciso di puntare sulle librerie.

Ohibò, scelta sbagliata.

Gli albi sono nati a 62 pagine e si doveva continuare su questa strada, invece di ucciderli in un volumone unico.

 

<span style="color:red">5 ore fa</span>, Diablero dice:

E non ti dico appunto che è meglio leggere albo per albo? Cosa scrivo a fare allora se non mi date retta?

E chi non ti dà retta?

Io non resisto cinque minuti con un Tex intonso in casa, figuriamoci cinque mesi.

Però, dopo che ho letto un albo non faccio cambio di giornaletti come una scolaretta nè lo ficco in una busta di plastica, in uno scatolone, in cantina.

Me lo leggo e me lo rileggo, me lo assaporo e me lo riassaporare, scruto le immagini e le riscruto ecc.

La 32ma volta che leggo i sei albi di Cochise, i cliffhanger mi fanno un baffo e sono costretta a leggere tutti i sei albi di fila (non vorrai mica pretendere che, letto un albo, aspetti un mese per leggere il successivo!).

Forse ti è sfuggito il fatto che al punto 2 parlavo di riletture.

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Anch'io rileggo gli albi, anche perchè così noto cose che non avevo notato prima. E stavolta ho notato una cosa...

 

Pagina 64: come fa Cochise a sapere che Kirker è l'assassino di suo padre? Lui non sapeva nemmeno che era lì, sta solo cercando Delkay e Tahzay. Non sa nemmeno che c'è Tex (Tex può averlo visto da lontano sulla rupe, ma riconoscere Kirker, invecchiato di 15 anni in mezzo ad un gruppo di bianchi? Senza che nulla l'abbia fatto sospettare che sia lì?

 

Cochise fa segnali a Tex con il fumo, ma Tex non può rispondere, sarebbe visto. Quindi non può dirglielo.

 

Possibile soluzione: Cochise ha sentito il dialogo fra Tex e Kirker. Stanno gridando, ad una certa distanza (sono un po' troppo vicini per il "realismo" della scena, perchè Kirker dovrebbe rischiare di far avvicinare a pochissimi metri un uomo armato di fucile, che poi infatti glielo punta addosso? La scena sarebbe stata meno melodrammatica ma più sensata se si fossero parlati al coperto o comunque abbastanza distanti...)

 

Ma per sentire tutto il dialogo, Cochise deve essere già appostato dietro le spalle dei banditi, pronto per ucciderli. perchè non lo fa appena Tex attira la loro attenzione? Se aspetta che Tex scenda lo mette in pericolo inutilmente.

 

Si potrebbe fermare e ascoltare se avesse sentito Tex gridare il nome del suo antico nemico. E questo darebbe a Tex un motivo migliore per scendere: deve avvertire Cochise che quello è Querquer.

 

Solo che Tex scendendo grida "James Kirker". Un nome che Cochise non conosce. Cochise conosce il nome di Santiago Querquer.

 

Suggerisco quindi per la prossima ristampa di far gridare a Tex "Santiago Querquer!", così che Cochise abbia una ragione per drizzare le orecchie e stare ad ascoltarli invece di sparare subito... :laugh:

 

 

 

-------------

C'è però anche una questione etica e morale: Tex in passato non ha mai fatto davvero torturare nessuno dagli indiani. l'ha minacciato, ha fatto iniziare torture per spaventare qualcuno, ma non ha mai abbandonato nessuno agli indiani per farli uccidere lentamente.  Vedere per esempio anche il finale del numero 201 dove li convince ad affidare la punizione al Grande Spirito (cioè alle acque del Colorado). Tex sa che moriranno quasi sicuramente, ma almeno non saranno torturati. inoltre per la mentalità di Tex avergli dato comunque una possibilità, per quando infima, è meglio dell'ucciderli a sangue freddo.

 

In questo caso, ovviamente una volta che Querquer è a terra ferito Tex sa che non può levare a Cochise la sua vendetta.

 

Ma sarebbe bastato che Tex non fosse sceso, e Querquer sarebbe stato semplicemente ucciso come gli altri. Tex poteva informare DOPO Cochise che quello era Querquer.  La vendetta sarebbe stata compita ma senza tortura.

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<span style="color:red">12 ore fa</span>, Diablero dice:

Anch'io rileggo gli albi, anche perchè così noto cose che non avevo notato prima. E stavolta ho notato una cosa...

 

Pagina 64: come fa Cochise a sapere che Kirker è l'assassino di suo padre? Lui non sapeva nemmeno che era lì, sta solo cercando Delkay e Tahzay. Non sa nemmeno che c'è Tex (Tex può averlo visto da lontano sulla rupe, ma riconoscere Kirker, invecchiato di 15 anni in mezzo ad un gruppo di bianchi? Senza che nulla l'abbia fatto sospettare che sia lì?

 

Cochise fa segnali a Tex con il fumo, ma Tex non può rispondere, sarebbe visto. Quindi non può dirglielo.

 

Possibile soluzione: Cochise ha sentito il dialogo fra Tex e Kirker. Stanno gridando, ad una certa distanza (sono un po' troppo vicini per il "realismo" della scena, perchè Kirker dovrebbe rischiare di far avvicinare a pochissimi metri un uomo armato di fucile, che poi infatti glielo punta addosso? La scena sarebbe stata meno melodrammatica ma più sensata se si fossero parlati al coperto o comunque abbastanza distanti...)

 

Ma per sentire tutto il dialogo, Cochise deve essere già appostato dietro le spalle dei banditi, pronto per ucciderli. perchè non lo fa appena Tex attira la loro attenzione? Se aspetta che Tex scenda lo mette in pericolo inutilmente.

 

Si potrebbe fermare e ascoltare se avesse sentito Tex gridare il nome del suo antico nemico. E questo darebbe a Tex un motivo migliore per scendere: deve avvertire Cochise che quello è Querquer.

 

Solo che Tex scendendo grida "James Kirker". Un nome che Cochise non conosce. Cochise conosce il nome di Santiago Querquer.

 

Suggerisco quindi per la prossima ristampa di far gridare a Tex "Santiago Querquer!", così che Cochise abbia una ragione per drizzare le orecchie e stare ad ascoltarli invece di sparare subito... :laugh:

 

 

 

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C'è però anche una questione etica e morale: Tex in passato non ha mai fatto davvero torturare nessuno dagli indiani. l'ha minacciato, ha fatto iniziare torture per spaventare qualcuno, ma non ha mai abbandonato nessuno agli indiani per farli uccidere lentamente.  Vedere per esempio anche il finale del numero 201 dove li convince ad affidare la punizione al Grande Spirito (cioè alle acque del Colorado). Tex sa che moriranno quasi sicuramente, ma almeno non saranno torturati. inoltre per la mentalità di Tex avergli dato comunque una possibilità, per quando infima, è meglio dell'ucciderli a sangue freddo.

 

In questo caso, ovviamente una volta che Querquer è a terra ferito Tex sa che non può levare a Cochise la sua vendetta.

 

Ma sarebbe bastato che Tex non fosse sceso, e Querquer sarebbe stato semplicemente ucciso come gli altri. Tex poteva informare DOPO Cochise che quello era Querquer.  La vendetta sarebbe stata compita ma senza tortura.

Sulla questione di Cochise concordo, anche se è spiegabile, pur con un po'di sforzo.

 

Tex fa il nome di Kirker, il quale alla fine è quasi un calco fonetico dallo spagnolo all'inglese (Querquer si pronuncia "kerker") e Cochise, essendo persona intelligente, nonché pacifista e non violenta, si dice "Uhm, gli altri li ammazzo, ma questo lo lascio in vita che voglio vederci chiaro".

 

Poi, nello spazio bianco tra una vignetta e l'altra (semi cit.) Tex gli rivela che Kirker e Querquer sono la stessa persona.

 

È un'arrampicata sugli specchi degna dell'Uomo Ragno, però per me fila.

 

Riguardo alla questione tortura, io la vedo nell'ottica del Tex giovane: è un eroe in divenire, quindi magari è proprio la morte atroce di Kirker (che di certo non è stata né rapida né indolore) a far nascere in lui il rigetto per simili pratiche.

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<span style="color:red">15 minuti fa</span>, Laramie dice:

Sulla questione di Cochise concordo, anche se è spiegabile, pur con un po'di sforzo.

 

Tex fa il nome di Kirker, il quale alla fine è quasi un calco fonetico dallo spagnolo all'inglese (Querquer si pronuncia "kerker") e Cochise, essendo persona intelligente, nonché pacifista e non violenta, si dice "Uhm, gli altri li ammazzo, ma questo lo lascio in vita che voglio vederci chiaro".

 

Poi, nello spazio bianco tra una vignetta e l'altra (semi cit.) Tex gli rivela che Kirker e Querquer sono la stessa persona.

 

È un'arrampicata sugli specchi degna dell'Uomo Ragno, però per me fila.

 

Riguardo alla questione tortura, io la vedo nell'ottica del Tex giovane: è un eroe in divenire, quindi magari è proprio la morte atroce di Kirker (che di certo non è stata né rapida né indolore) a far nascere in lui il rigetto per simili pratiche.

 

 

Non c'è nessuno sforzo. Tex parla in modo che Cochise  senta. Punto. E' tutto chiaro.

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16 minutes ago, borden said:

Non c'è nessuno sforzo. Tex parla in modo che Cochise  senta. Punto. E' tutto chiaro.

 

Ma se vuole avvertire Cochise che Querquer è nel gruppo che li sta assediando, perchè lo chiama con il nome che Cochise non conosce? Alla fine, è Querquer stesso che dice chi è, non Tex.

 

Il fatto che Tex alla fine NON DICA che è Querquer ma sia lo stesso Querquer a farlo, fa pensare che Tex stia cercando semplicemente di distrarli, mentre invece è Querquer che si mette a raccontare cosa ha fatto e a chi proprio mentre Cochise è pochi metri alle sue spalle...

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<span style="color:red">48 minuti fa</span>, borden dice:

 

 

Non c'è nessuno sforzo. Tex parla in modo che Cochise  senta. Punto. E' tutto chiaro.

Ben mi sta che ho risposto senza prima andare a controllare, chiedo venia :ops:

 

In effetti è lo stesso Kirker a confessare apertamente a pag. 63 e durante la lettura dell'albo avevo anche avuto pietà (si fa per dire) per il poveretto per il modo in cui si è scavato la fossa da solo.

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