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TWF - Tex Willer Forum

[748/749] La mesa della Follia


MacParland
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Devo dire che la storia di Burattini  finora non mi dispiaciuta e anche i disegni sono validi. Potendo scegliere, avrei fatto a meno dei chupacabras, di cui non è che si sentisse grande bisogno. Non mi scandalizzo di certo, perché in anni di letture texiane in campo sovrannaturale abbiamo visto un po' di tutto. Solo avrei dato un po' più di tempo  per "riprendersi", dopo la maratona mefistofelica, al lettore, ancora provato dalle ultime quattro verbose ed interminabili tappe, pur alleviate dai disegni di Civitelli (anche se non al suo meglio in questo genere di storie). 

Personalmente preferisco le storie più spiccatamente western, ma il sovrannaturale in Tex, preso a piccole dosi, non mi dispiace affatto: speriamo che il secondo albo mantenga le buone premesse e di aver trovato un nuovo sceneggiatore da inserire nella "rotazione" per dare respiro a quelli attuali, che a volte sembrano un po' a corto di idee.

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Il 8/1/2023 at 17:20, borden dice:

Bravo, Poe, hai ragione. Lo segnalerò a Villa. 

Segnala anche che non è (quasi) sempre necessario che l'inutile fazzoletto al collo sventoli. Ma è ovviamente un dettaglio

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Primo albo piaciuto. Ha un soggetto molto figo...che va a parare sui Chupacabras, come avevo previsto (ma era facile arrivarci), ma con gustosissime vibes Lovecraftiane : l'antico enigmatico libro esoterico, il sottosuolo come labirintico mondo che apre porte su un "altrove" abitato da creature mostruose, e i culti misteriosi che si vengono a creare intorno a questi esseri. Bello anche come è costruita la storia, con le due vicende che si sviluppano parallelamente, destinate sicuramente ad incrociarsi. Ho trovato molto fastidiosi i dialoghi dei pastori a inizio storia, totalmente innaturali, fino a sembrare estratti di wikipedia copia-incollati in bocca ai personaggi. Ma da lì in poi fila tutto bene. Personaggi tutti ben delineati-anche se per il momento nessuno spicca, e nessuno "buca la pagina"- e bene come è descritta la banda di Madera, con gerarchie e scazzi interni. Particolarmente apprezzati :

- Carson piccato quando lodano il magnifico terzetto, dimenticandosi di lui

-I tocchi macabri, nel mostrare i rimasugli delle vittime dei Chupacabras, mi hanno portato alla mente il GLB fantastico

-Le citazioni horror "non invasive" : lo sceriffo Bryan Stoker, e la statuetta del Friedkiniano Pazuzu che fa mostra di sé nello studio del Morisco

Stupendi disegni di Rubini, che si conferma un grande ! Mi ricorda un mix tra il miglior Piccatto e il Casini prima maniera.

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Ed anche qui arrivo a fuochi abbondantemente sparati :D

 

Sospendo per ora l'opinione sui disegni di Rubini, che per ora trovo possa avere grandi margini di miglioramento soprattutto nei primi piani (lo trovo un po' incerto)

 

Trama

Uuuuuuuuuh che sequela di rimandi al passato 'esoterico' texiano: dalle pietre vulcaniche 'essiccanti' del signore dell'abissa alle pozioni di Mitla, ai cactus/fiori della morte (nonchè la pressochè obliata storia delle pietre nere disegnata da Civitelli),  ho il sentore che lo geologo scomparso e i "pumasauri" chupacabras siano strettamente collegati e che questi ultimi siano puma 'mutati' da qualche 'diavoleria' il cui segreto si cela nelle caverne che vedremo nel prossimo albo (magari dopo un bagno in una pozza fumante come gli uomini-giaguaro :lol:)

Burattini (con la supervisione di Borden) con la gag del 'terzetto di eroi' strizza anche l'occhio alla 'carsonomania' che affligge da tempo ormai molti lettori texiani inclusi anche molti partecipanti di questo forum ;)

Per ora, complessivamente, un piacevole 'divertissement'.

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Devo dire che la storia non mi ha particolarmente entusiasmato. Poco pathos, poca suspense, personaggi piuttosto opachi.

Se confrontata con "L'uomo con il fucile", in edicola in questi giorni, la storia di Zagor è quasi l'opposto: un piccolo capolavoro di atmosfera, con personaggi forti, scene altamente drammatiche e un intreccio che ti tiene incollato sino alla fine, facendoti trepidare per i protagonisti.

Qui, invece è tutto texianamente corretto, ma troppo lineare e non molto appassionante.

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<span style="color:red">15 ore fa</span>, Poe dice:

la storia non mi ha particolarmente entusiasmato. Poco pathos, poca suspense, personaggi piuttosto opachi.

 

<span style="color:red">15 ore fa</span>, Poe dice:

tutto texianamente corretto, ma troppo lineare e non molto appassionante.

 

Concordo con Poe, storia abbastanza piatta, peccato.

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Letto ora il 749 e rimasto deluso: la storia si sviluppa in maniera meccanica, perdendo l'aura di mistero della prima parte (albo 748). Burattini non ha il talento di Bonelli padre nello scandire le storie con sotto-trame e momenti drammatici intermedi e significativi. Bonelli non sprecava piombo, il suo Tex non sprecava piombo. In questa storia, invece, viene sprecata un'intera polveriera nel tentativo meccanico di dare corpo alla scena. Tex rimane legato al suo creatore, gran narratore, venato di misoginia, ma maestro di storie.

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Finito di leggere anche il secondo albo, esprimo il mio parere:

Storia godibile nel complesso anche se credo che Tex e pards debbano presto ordinare una cassa di munizioni su Amazon; mentre nel primo numero un messicano uccide un chupacabras con tre pallottole, i nostri eroi devono scaricare interi caricatori per scalfirne uno.

Forse alcune situazioni e personaggi potevano essere gestiti meglio per dare più drammaticità ad alcune scene, però come "debuttante" Burattini se l'è cavata discretamente.

 

Storia: 6,5

Disegni: 8

( personaggi ben caratterizzati, bei cavalli e un tratto che mi piace tantissimo)

Copertine: 5,5

( ultimamente sono un po' severo con Villa perché lo vedo poco ispirato rispetto al passato e la copertina del 749 mi pare troppo abbozzata)

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A margine della lettura della seconda parte devo ammettere che, pur mantenendosi su buonissimi standard, che almeno per quanto mi riguarda il prosieguo della storia è stato meno frizzante di quanto mi sarei aspettato, di certo meno rispetto al precedente albo. Ed anche un tantino prevedibile, sin da quando Tex e company si fanno sorprendere dai bandoleros e dai loro alleati apaches, salvo venire paradossalmente "salvati" dai chupacabras, per finire allorquando viene svelato l'arcano circa la sorte della spedizione perduta (arcano forse dal sapore un po' zagoriano, ma che ho comunque trovato coerente nel contesto di tale sceneggiatura) e della conseguente eliminazione di tutte le creature.

 

Nel complesso, dunque, per quanto mi riguarda la storia può dirsi promossa, pur essendosi un po' spenta nella sua seconda parte.

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La storia non è sicuramente memorabile, ma si fa ben leggere. La prima parte era più promettente, mentre il secondo albo secondo me va un pò calando. La trama in generale mi è piaciuta, anche perchè le tematiche "misteriose" le ho sempre apprezzate. Storia tutto sommato originale, con forti elementi fantastici che però non diventano mai eccessivi e non vanno a snaturare le caratteristiche dei personaggi. Vado di spoiler.

Spoiler

I dialoghi li ho trovati simpatici, anche se in certi casi il linguaggio utilizzato mi è sembrato troppo "forbito". Anche i vari personaggi secondo me sono riusciti: i due fratelli, i vari antagonisti e pure Esteban, che non esita a raccontare i fatti del suo ex capo dopo che questi l'ha pubblicamente umiliato... Va detto che alcune situazioni potevano essere IMHO gestite meglio (Morisco che guardando tre secondi un mucchio di ossa capisce che sta di fronte ad una specie sconosciuta, i pard che hanno bisogno di una cassa di proiettili per abbattere un chupacabra quando al messicano erano bastati tre colpi), ma l'insieme è comunque godibile. Piuttosto originale, poi, almeno per i canoni texani, l'idea di esseri umani trasformati in mostri per il contatto con sostanze chimiche e/o alchemiche (una tematica molto più presente in Zagor).
Vorrei poi fare due osservazioni sul lavoro di Burattini.
La storia fin da subito aveva parecchia carne al fuoco. Diciamo che sarebbe stato facile, tra mostri, indiani, banditi e misteri vari arrivare a tre albi allungando il brodo. Burattini riesce invece a concentrare il tutto in due soli albi, senza riempitivi o scene aggiunte solo per occupare tavole. Alcune situazioni si potevano approfondire di più? Forse, ma già così la storia non ha tempi morti o "accelerazioni finali" per chiudere. O almeno, questa è la mia impressione.
Altra cosa che ho apprezzato parecchio, Burattini ha resistito alla tentazione di spiegarci tutto. In effetti, noi dei chupacabras sappiamo pochissimo: non abbiamo idea di come siano stati creati, nè abbiamo visto la stanza dove sono stati sottoposti al gas, per non parlare dei vari rituali alchemici di Tamaimo o dell'elemento sovrannaturale (il laboratorio di Morisco che "reagisce" alla presenza dei resti)... Insomma, certe cose l'autore non ce le spiega e le lascia alla nostra immaginazione. E questo mi è piaciuto.


Storia: 7
Disegni: 8

 

@juanraza85metti spoiler :D

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Ciao, ragazzi.

A me la storia è piaciuta. E non poco.

Da zagoriano mi pare che il Moreno abbia ben caratterizzato i personaggi principali, i comprimari e anche i "cattivi usa e getta". Certo, qualche dialogo è risultato un pelino ricercato per uscire dalla bocca di un addetto alla pastorizia, ma non ne farei una tragedia. Anche il ritmo della storia mi pare giusto e nel secondo albo c'è qualche colpo di scena ben calibrato, che ho gradito.

Ho trovato eccellenti i disegni. Se devo cercare qualcosa che non mi ha convinto, direi qualche volto di Tex disegnato in maniera troppo personale, ma davvero tutto il resto è favoloso.

Insomma una storia che mi ha spinto a iscrivermi al forum per dire la mia.

  • Mi piace (+1) 2
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<span style="color:red">39 minuti fa</span>, Il sassaroli dice:

 

Insomma una storia che mi ha spinto a iscrivermi al forum per dire la mia.

Benvenuto a bordo :smile:

  • Grazie (+1) 1
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Come capita sempre più spesso, la storia presenta un netto calo nella parte finale. E inizio a chiedermi perchè. Gli cala l'interesse mentre la scrivono? Non si ricordano più le idee iniziali e quindi concludono meccanicamente senza ispirazione? Sono semplicemente più bravi a creare situazioni che a risolverle? Insomma, da quanto tempo è che non leggete una storia di Tex che abbia un crescendo nel finale, magari salvando un inizio un po' sottotono? Invece ormai i commenti alle storie potrebbero tutti avere lo stesso incipit copia-incollato: "Il finale tradisce le attese"... :rolleyes:

 

In questa specifica storia nella seconda parte rimangono i difetti (il linguaggio forbito e spiegazionistico) e spariscono i pregi. L'atmosfera si perde (e non perchè non siano presenti ambienti adatti: antri di alchimisti, arene, tunnel, etc.) ma perchè il tutto viene raccontato in maniera abbastanza piatta. Soprattutto si torna a "sceneggiare unendo i puntini da 1 a 47",  Con i soliti "colpi di scena" con i pards in pericolo che vengono sempre salvati all'ultimo momento da un "colpo di scena". A sottolineare la mancanza di fantasia e varietà, lo stesso identico colpo di scena viene usato due volte nello stesso albo, con gli eroi ogni volta salvati dai mostri (e come fai a mantenere un alone di minaccia se ogni volta ti vengono ad aiutare?)

 

Ai vari problemi dei dialoghi si aggiunge la tendenza ad avere Tex che dà ordini assolutamente inutili ai suoi pard, che non capisco come facciano a non rispondergli male, quando gli ordina di fare cose che stanno già facendo...  :rolleyes:

 

Alla fine, una storia molto dimenticabile, nel bene e nel male. Non la userò come esempio di nefandezze ma nemmeno avrò altri motivi per ricordarla. Rimane l'impressione generale di una storia che con poco (una sforbiciata ai dialoghi, meno ordini inutili durante le azioni di Tex e dei pards, ed evitare di usare la stessa idea per "salvare" i pards due volte in poche pagine come se non ti ricordassi più che l'hai già usata) si sarebbe potuta salvare.

 

P.S.: Non mi ricordavo che i Chupacabras fossero già apparsi in un Color (parlando di storie dimenticabili...). La cosa diventa segnalabile se ci rendiamo conto che essendo "cattivi" pre-esistenti... Borattini in questa storia ne ha narrato le "origini"...  :laugh:

 

Davvero, ormai è una patologia....  :laughing:

Modificato da Diablero
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Letto anche questo secondo numero e come per il primo, posso infatti soltanto ripetermi, colossale spreco grafico di altissimo livello per una storia anonima, flaccida e che non lascia traccia di emozione.

 

Tutto prevedibile sin dalle prime pagine del precedente albo e francamente ... inutile.

 

Che noia :furiosi75:

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Letto. Buona storia, anche se un po' banale soprattutto nel finale e forse accelerata.  Ma è fresca, piena di brio, con un briciolo di mistero.  Meglio di tanti western classici. 

L'unica ENORME assurdità è sentire un pastore (che evidentemente prima faceva il docente all'università di Città del Messico) parlare di "raggio d'azione".  Passi Burattini, che ritiene sempre che quel che decide lui è giusto, ma il curatore, come ha lasciato una cosa così? :)

Diablero. Io penso che le storie calino nel finale perchè l'autore deve darci una spiegazione al mistero. FInchè si regge sul mistero, la storia resta "sospesa" e quindi aperta a tutto. Quando la chiudi subentra la delusione perchè la chiusura non è mai pari all'attesa. 

 

Pensa (al netto dei disegni) alla vituperata Alaska! di Boselli. Fino a che non sai che c'è il "manichino gigante", la storia resta intrigante perchè si fonda sull'incertezza e il mistero... Poi però...

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A proposito dei dialoghi: il Morisco a Tex: "... i miei consigli eruditi potrebbero esserti preziosi etc etc". Va bene che il Morisco faccia il ganzino, ma insomma per me questo stona.

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Sì, anche questa frase è decisamente fuori luogo...

Piuttosto... Non ho capito l'utilità del 

Spoiler

"tradimento" del giovane che libera il bandito.

Serve ad allungare il brodo di qualche pagina o a togliere di mezzo una figura che però poteva anche essere fatta morire dopo...

Perchè le motivazioni del gesto non reggono. Chissenefrega per Tex e pard quale fosse il motivo che aveva spinto...

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Angelo1961 dice:

.  Passi Burattini, che ritiene sempre che quel che decide lui è giusto, ma il curatore, come ha lasciato una cosa così? 

Che brutto vizio in cui sei ricascato… Davvero dovrei modificare tutti i dialoghi e lo stile  di un altro sceneggiatore? Il curatore non è un riscrittore, altrimenti dovrebbe mettere la firma. Ma la firma non c’è.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Angelo1961 dice:

Sì, anche questa frase è decisamente fuori luogo...

Piuttosto... Non ho capito l'utilità del 

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"tradimento" del giovane che libera il bandito.

Serve ad allungare il brodo di qualche pagina o a togliere di mezzo una figura che però poteva anche essere fatta morire dopo...

Perchè le motivazioni del gesto non reggono. Chissenefrega per Tex e pard quale fosse il motivo che aveva spinto...

Ma no! È proprio nello stile di Burattini sorprendere il lettore con un cambio di prospettiva nelle azioni di uno dei protagonisti. È il suo animo di giallista che viene fuori: uno dei personaggi ha sempre qualcosa da nascondere. In questo caso specifico magari non sarà funzionale allo sviluppo della trama, ma lo è per la caratterizzazione dei personaggi.

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Può essere. Ma è ininfluente, sia per la storia che per l'eventuale caratterizzazione del personaggio. Ma pure l'eventuale caratterizzazione del personaggio è ininfluente ai fini della storia. In sostanza personalmente lo ritengo un inutile orpello. Perchè questo "qualcosa da nascondere" è proprio una bazzecola. Tant'è che, caduto l'altarino, viene "confessato" subito senza conseguenze.  

Resta il fatto che la tua puntualizzazione è interessante. :)

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3 ore fa, Angelo1961 dice:

Penso che più che "ri", ci sia "cascato".  :)

 

Ok, mi sta benissimo la risposta. 

 

 

Ho messo il ri perché ti accomuno agli altri forum isti che di tanto in tanto lo dicono. Ma è un ragionamento debole. Se Il dottor Zivago non ti piace la colpa è  di Pasternak o di Feltrinelli? :rolleyes:

Modificato da borden
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<span style="color:red">5 minuti fa</span>, borden dice:

Ho messo il ri perché ti accomuno agli altri forum isti che di tanto in tanto lo dicono. Ma è un ragionamento debole. Se Il dottor Zivago non ti piace la colpa è  di Pasternak o di Feltrinelli? :rolleyes:

 

La colpa è sempre di Mondadori ;)

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Tipica storia burattiniana dell'ultimo periodo zagoriano, che appunto sarebbe stata più calzante nella collana "Zagor". Non lo Zagor del periodo d'oro boselliano-burattiniano (tantomeno quello nolittiano) ma quello degli ultimi anni, in cui buone idee di base scivolano però lungo un piatto e canonico canovaccio. I pochi guizzi, sorretti da un suggestivo alone di mistero, si ravvisano nel primo albo, che crea buone premesse (espresse nel mio post precedente) purtroppo disattese nel secondo albo.

In Zagor probabilmente la storia avrebbe funzionato meglio: addirittura, leggendola, ho avuto l'impressione che la sceneggiatura fosse stata scritta proprio per Zagor, in puro stile Burattini, e successivamente adattata per Tex mediante la semplice aggiunta di sparatorie a tutto andare in luogo di colpi di scure e convertendo in Morisco quello che in Zagor avrebbe potuto essere il dottor Metrevelic. Lo scontro finale nell'arena tra i chupacabras e Tex (+Carson) sembrava fatto apposta per un duello all'arma bianca tra il gladiatorio Zagor e le belve assetate di sangue, invece che un semplice e poco drammatico tiro ripetuto al bersaglio del cacciatore alla preda.

Si ravvisa certamente uno studio e un mestiere dietro l'intreccio di trama e sottotrame, con numerosi personaggi che finiscono per incontrarsi al culmine della vicenda, tuttavia nessuno di essi ha uno spessore tale da lasciare il segno: addirittura avevo ipotizzato che i due giovani alla ricerca dello scomparso rascondessero qualcosa di più oscuro o losco riguardo alla motivazione della loro ricerca e la cosa avrebbe dato più pepe e magari avrebbe potuto indirizzare il finale in modo meno telefonato.

I disegni per larghi tratti non mi sono piaciuti: uno stile troppo ruvido, spigoloso, dove i tratti curvi sono resi con una successione di piccoli segmenti retti, uno stile certamente personale ma a mio gusto inadatto a rendere le atmosfere torbide e offuscate, morbide ed eteree, che dovrebbero pervadere una storia di mistero. A titolo di esempio, ho fatto fatica a individuare l'imboccatura circolare dell'arena, resa appunto mediante spezzettatura in piccoli tratti rettilinei. Anche i chupacabras mi sono apparsi rappresentati squadrati come certi mostri dei cartoni animati giapponesi a cavallo tra gli anni '70 e '80.

In conclusione, una storia che si lascia leggere ma che non lascia il segno. Peraltro, la contemporanea meravigliosa storia del cartonato "Pearl", pur molto diversa, mette in cattiva luce quest'altra storia letta a ridosso di quella.

I miei voti: 

soggetto e sceneggiatura: 6

disegni: 5

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