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TWF - Tex Willer Forum

[Romanzi a fumetti 16] Pearl


MacParland
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Messaggi consigliati/raccomandati

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Gas Gas dice:

 

Un appunto da fare a Boselli:

Non capisco perché scegliere il formato alla francese se poi viene usata quasi sempre ( tranne rare eccezioni) la gabbia bonelliana.

 

Ma perché,  nel formato alla francese non sono previste le gabbie (bonelliane o meno)? Le tavole per essere spettacolari devono essere per forza "incasinate"? 

A me Pearl è piaciuto molto proprio perché la sceneggiatura è stata "ingabbiata", pensa te. E le tavole sono spettacolari lo stesso!

 

 

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Quale "gabbia Bonelliana"? Premesso che il volume devo ancora comprarlo, nelle immagini postate come preview vedo una gabbia di 4 strisce, tipica del "formato album francese" (tutti i grandi classici della BD sono così, anche perchè divisi in mezze tavole)

 

Esempi: Blueberry e Lucky Luke:

giraud-blueberry-l-aigle-solitaire-pl-39  Morris-Bob-de-Groot-b-Lucky-Luke-N%C2%B0

 

 

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Comprato e sfogliato. Non letto perché aprendolo a caso nel primo baloon che leggo c'è Tex che parla di Dime Novels e qualunque sia il motivo per cui lo fa, mi ha messo di cattivo umore.

 

Sui disegni e colori forse essere il primo Cartonato dopo il capolavoro di Gomez penalizza molto, però non sono granché soddisfatto ad un primo sguardo. Trattandosi di due autrici spero di poter ribaltare il giudizio al termine, tra l'altro la colorista è all'esordio su Tex quindi le faccio i migliori auguri per il proseguo, però il precedente pareva davvero di un'altra categoria...

Modificato da Exit
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, mosfra dice:

Ma perché,  nel formato alla francese non sono previste le gabbie (bonelliane o meno)? Le tavole per essere spettacolari devono essere per forza "incasinate"? 

A me Pearl è piaciuto molto proprio perché la sceneggiatura è stata "ingabbiata", pensa te. E le tavole sono spettacolari lo stesso!

 

 

I gusti non li discuto. Anche a me l'albo è piaciuto, ma trattandosi di un'edizione speciale mi aspettavo delle pagine un po' più particolari e non credo che i numeri realizzati da Guera, Font, Gomez o De Vita siano incasinati. Ho espresso solo un mio parere.

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

Quale "gabbia Bonelliana"? Premesso che il volume devo ancora comprarlo, nelle immagini postate come preview vedo una gabbia di 4 strisce, tipica del "formato album francese" (tutti i grandi classici della BD sono così, anche perchè divisi in mezze tavole)

 

Esempi: Blueberry e Lucky Luke:

giraud-blueberry-l-aigle-solitaire-pl-39  Morris-Bob-de-Groot-b-Lucky-Luke-N%C2%B0

 

 

Se guardi bene Pearl ci sono spessissimo tre vignette per striscia che appesantiscono (a mio parere) la pagina.

Il mio è solo un parere e non pretendo di avere ragione. 

<span style="color:red">2 ore fa</span>, borden dice:

 

Guarda i suoi albi francesi, sono così

Si hai ragione, ma spesso vi sono due vignette per striscia e non tre.

Vedere 12 vignette in una tavola oppure 8, cambia l'impatto visivo.

Ma non voglio per forza cercare il pelo nell'uovo e il volume lo trovo ben riuscito lo stesso. 

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<span style="color:red">38 minuti fa</span>, Gas Gas dice:

Se guardi bene Pearl ci sono spessissimo tre vignette per striscia che appesantiscono (a mio parere) la pagina.

<span style="color:red">38 minuti fa</span>, Gas Gas dice:

Vedere 12 vignette in una tavola oppure 8, cambia l'impatto visivo.

Sono d'accordo. Ho già detto che il cartonato mi è piaciuto da tutti i punti di vista e che apprezzo la Zuccheri, ma è vero che alcune pagine, anche se narrativamente funzionano bene, sono poco d'impatto e sono spezzettate in troppe vignette piccole. Per esempio p. 10-11 (quando Pearl conosce Joe Boot) il lettore si trova di fronte da una parte 10 vignette e altrettante dall'altra. Belle, per carità, ma una gabbia un po' troppo tradizionale.

Lo stesso a p. 16-17 (Pearl e Joe sorpresi a dormire nella grotta), con 11 vignette da una parte e 7 dall'altra che danno un'impressione un po' di pesantezza.

 

C'è anche da dire che Yellow Beard era più spettacolare nei disegni, ma era un po' carente nei dialoghi. Qui il contrario: ci sono più dialoghi e la storia e i personaggi sono maggiormente complessi e interessanti, mentre i disegni sono meno spettacolari ma più al servizio della trama (che sia stato Berardi a condizionare la Zuccheri, quando disegnava per Julia?;)).

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Exit dice:

Comprato e sfogliato. Non letto perché aprendolo a caso nel primo baloon che leggo c'è Tex che parla di Dime Novels e qualunque sia il motivo per cui lo fa, mi ha messo di cattivo umore.

 

 

 

 

E perché mai? Sarebbe interessante capirlo.:mellow:

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1 ora fa, Gas Gas dice:

I gusti non li discuto. Anche a me l'albo è piaciuto, ma trattandosi di un'edizione speciale mi aspettavo delle pagine un po' più particolari e non credo che i numeri realizzati da Guera, Font, Gomez o De Vita siano incasinati. Ho espresso solo un mio parere.

 

Quello di De Vita no, ma  soprattutto quello di Gomez io l'ho trovato inutilmente sopra le righe nel disegno e nella sceneggiatura. 

Poi anche io esprimo solamente un mio parere.

Modificato da mosfra
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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Exit dice:

Non letto perché aprendolo a caso nel primo baloon che leggo c'è Tex che parla di Dime Novels e qualunque sia il motivo per cui lo fa, mi ha messo di cattivo umore.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Dime_novel

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<span style="color:red">6 ore fa</span>, Letizia dice:

 

Se mai nati i Dime Novel forse non ci sarebbero stati film ad ambientazione western e neppure fumetti come Tex. Che fastidio può dare un pò di nozionismo spicciolo, utile comunque per conoscere da dove veniamo? Mi meraviglio come @borden per questa presa di posizione :o

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  • Sceriffi

Bene. Letto e apprezzato, MA pure io concordo con chi pensa che siano troppe le vignette per pagina. Ci sono dei vantaggi ad esempio ho trovato una maggiore introspezione psicologica dei personaggi e una storia più densa, se non erro pure Yellow Bird è una figura realmente esistita ma credo di non essere l'unico che ha preferito la caratterizzazione di Pearl e di Joe Boot. 

 

Però paragonando i disegni di Gomez e della Zuccheri c'è un abisso già vedendo la prima pagina con il classico disegnetto a sè stante. Penso che ci possano essere dei compromessi tra il numero di vignette/pagine particolari e la caratterizzazione dei personaggi, per me sono grandi cartonati: il primo di Alberti, quello di De Vita e di Mastantuono. 

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Jeff_Weber dice:

 

Se mai nati i Dime Novel forse non ci sarebbero stati film ad ambientazione western e neppure fumetti come Tex. Che fastidio può dare un pò di nozionismo spicciolo, utile comunque per conoscere da dove veniamo? Mi meraviglio come @borden per questa presa di posizione :o

Risposta collettiva. Ringrazio Letizia per il link all'amata wikipedia in lingua italiana che frequento da oltre 18 anni :), ma il problema, se di problema si può parlare, non è né nel termine, né che sia scorretto.

Abituato a "sentire" parlare Tex come un italiano di cultura normale mi fa specie che non dica: "legge troppi romanzi" oppure "ha una notevole fantasia".

Si sono sempre usate parole anche insolite che di norma erano accompagnate da un rimando a piè di pagina con una breve spiegazione, però con parsimonia.

Che le dime novels (o i dime novels?) fossero conosciiute come genere letterario dal figlio di un allevatore texiano che non ha frequentato i college e che da essi discenda il fumetto western imho mi importa fino ad un certo punto.

Quello che mi mette di cattivo umore è l'impressione che sia scritto per il lettore iniziato e non per tutti.

Gli anglicismi in eccesso tipo cacciatori di scalpi ormai sostituito da scalphunters, il linguaggio troppo forbito in bocca a Tex e soci, e altro, stanno IMHO rendendo pedante e saccente questo fumetto, che proprio nei dialoghi corretti si ma popolari (nel senso migliore del termine) aveva uno dei suoi punti di forza.

Poi capisco che possa piacere e non discuto l'appropriatezza dell'uso che ne ha fatto l'autore, la cui competenza non è in discussione.

 

p.s. amo l'inglese pur non essendoci portato e i romanzi d'avventura quindi è una questione legata solo a questo specifico ambito.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Exit dice:

Risposta collettiva. Ringrazio Letizia per il link all'amata wikipedia in lingua italiana che frequento da oltre 18 anni :), ma il problema, se di problema si può parlare, non è né nel termine, né che sia scorretto.

Abituato a "sentire" parlare Tex come un italiano di cultura normale mi fa specie che non dica: "legge troppi romanzi" oppure "ha una notevole fantasia".

Si sono sempre usate parole anche insolite che di norma erano accompagnate da un rimando a piè di pagina con una breve spiegazione, però con parsimonia.

Che le dime novels (o i dime novels?) fossero conosciiute come genere letterario dal figlio di un allevatore texiano che non ha frequentato i college e che da essi discenda il fumetto western imho mi importa fino ad un certo punto.

Quello che mi mette di cattivo umore è l'impressione che sia scritto per il lettore iniziato e non per tutti.

Gli anglicismi in eccesso tipo cacciatori di scalpi ormai sostituito da scalphunters, il linguaggio troppo forbito in bocca a Tex e soci, e altro, stanno IMHO rendendo pedante e saccente questo fumetto, che proprio nei dialoghi corretti si ma popolari (nel senso migliore del termine) aveva uno dei suoi punti di forza.

Poi capisco che possa piacere e non discuto l'appropriatezza dell'uso che ne ha fatto l'autore, la cui competenza non è in discussione.

 

p.s. amo l'inglese pur non essendoci portato e i romanzi d'avventura quindi è una questione legata solo a questo specifico ambito.


Prendo atto, ma ormai da quarant'anni o più neppure i titoli dei film popolari vengono  tradotti!  :) Va bene essere vintage, ma non si può esagerare! Un tempo c'era chi traduceva RANGERS in CAVALIERI. Anche in questo GL è stato un MODERNISTA. Vogliamo essere come lui o no?;)

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Veramente soddisfatto da questa lettura...I disegni della Zuccheri (che già mi piacquero sul Texone) sono deliziosi e sono valorizzati dal colore della Leoni. Magari ci sono vignette di minore "impatto " rispetto ad altri cartonati (penso a quello di Gomez ma non solo) però ci sono cura e stile.

Per la sceneggiatura il Bos imbastisce, partendo da un personaggio storico, una trama ricca di sfaccettature e con almeno un paio di  personaggi veramente incisivi (Pearl e il suo fidanzato Boot). Tex e Carson fanno il loro e non solo con le armi, inoltre la sceneggiatura strizza l'occhio a noi lettori con un paio di citazioni che oscillano tra Buffalo Bill e il penitenziario di Yuma. Temi sociali e legali sullo sfondo ci accompagnano in queste pagine.

Piacevolissima lettura.

<span style="color:red">3 ore fa</span>, MacParland dice:

Bene. Letto e apprezzato, MA pure io concordo con chi pensa che siano troppe le vignette per pagina. Ci sono dei vantaggi ad esempio ho trovato una maggiore introspezione psicologica dei personaggi e una storia più densa, se non erro pure Yellow Bird è una figura realmente esistita ma credo di non essere l'unico che ha preferito la caratterizzazione di Pearl e di Joe Boot. 

 

Però paragonando i disegni di Gomez e della Zuccheri c'è un abisso già vedendo la prima pagina con il classico disegnetto a sè stante. Penso che ci possano essere dei compromessi tra il numero di vignette/pagine particolari e la caratterizzazione dei personaggi, per me sono grandi cartonati: il primo di Alberti, quello di De Vita e di Mastantuono. 

Sì rispetto a quello di Gomez "perde" come impatto però sono funzionali alla storia, curati e precisi. 

<span style="color:red">14 ore fa</span>, Poe dice:

Sono d'accordo. Ho già detto che il cartonato mi è piaciuto da tutti i punti di vista e che apprezzo la Zuccheri, ma è vero che alcune pagine, anche se narrativamente funzionano bene, sono poco d'impatto e sono spezzettate in troppe vignette piccole. Per esempio p. 10-11 (quando Pearl conosce Joe Boot) il lettore si trova di fronte da una parte 10 vignette e altrettante dall'altra. Belle, per carità, ma una gabbia un po' troppo tradizionale.

Lo stesso a p. 16-17 (Pearl e Joe sorpresi a dormire nella grotta), con 11 vignette da una parte e 7 dall'altra che danno un'impressione un po' di pesantezza.

 

C'è anche da dire che Yellow Beard era più spettacolare nei disegni, ma era un po' carente nei dialoghi. Qui il contrario: ci sono più dialoghi e la storia e i personaggi sono maggiormente complessi e interessanti, mentre i disegni sono meno spettacolari ma più al servizio della trama (che sia stato Berardi a condizionare la Zuccheri, quando disegnava per Julia?;)).

Concordo.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Exit dice:

il linguaggio troppo forbito in bocca a Tex e soci, e altro, stanno IMHO rendendo pedante e saccente questo fumetto, che proprio nei dialoghi corretti si ma popolari (nel senso migliore del termine) aveva uno dei suoi punti di forza

Non ho capito perché il linguaggio popolare debba essere anche corretto (gli albi di Tex non devono certo insegnare la grammatica).

Corretto sì ma non forbito, un giusto compromesso tra l'analfabetismo imperante, specialmente dei fuorilegge, e il doppio dottorato in letteratura italiana e inglese.

Viva il verismo con un errato uso dei congiuntivi e frasi del tipo: "non è che non vuole, è proprio che non puole".

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Exit dice:

Risposta collettiva. Ringrazio Letizia per il link all'amata wikipedia in lingua italiana che frequento da oltre 18 anni :), ma il problema, se di problema si può parlare, non è né nel termine, né che sia scorretto.

Abituato a "sentire" parlare Tex come un italiano di cultura normale mi fa specie che non dica: "legge troppi romanzi" oppure "ha una notevole fantasia".

Si sono sempre usate parole anche insolite che di norma erano accompagnate da un rimando a piè di pagina con una breve spiegazione, però con parsimonia.

Che le dime novels (o i dime novels?) fossero conosciiute come genere letterario dal figlio di un allevatore texiano che non ha frequentato i college e che da essi discenda il fumetto western imho mi importa fino ad un certo punto.

Quello che mi mette di cattivo umore è l'impressione che sia scritto per il lettore iniziato e non per tutti.

Gli anglicismi in eccesso tipo cacciatori di scalpi ormai sostituito da scalphunters, il linguaggio troppo forbito in bocca a Tex e soci, e altro, stanno IMHO rendendo pedante e saccente questo fumetto, che proprio nei dialoghi corretti si ma popolari (nel senso migliore del termine) aveva uno dei suoi punti di forza.

Poi capisco che possa piacere e non discuto l'appropriatezza dell'uso che ne ha fatto l'autore, la cui competenza non è in discussione.

 

p.s. amo l'inglese pur non essendoci portato e i romanzi d'avventura quindi è una questione legata solo a questo specifico ambito.

 

Grazie, ho compreso adesso il tuo punto di vista, forse allora li chiamavano "romanzacci" i dime novels, come successivamente i pulps e prima i penny dreadfuls chiamati anche bloods. Certo però @borden deve essere attuale e proiettato anche verso il futuro.

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Preso e letto. Veramente bello. Storia, dialoghi, disegni, colori ... mi è piaciuto tutto. Ho notato - e la cosa non mi ha affatto disturbato - che nel descrivere la vita da prostituta della protagonista, si è scelto un approccio "realistico" (vedi vignetta in cui Pearl distoglie lo sguardo dal cliente durante il coito).

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Albo eccezionale.

Emana un'aura di leggiadra poesia dalla prima all'ultima pagina, un lirismo classico ma mai retorico o pomposo, una storia che credo piacerebbe anche a chi non si sognerebbe mai di leggere un fumetto, meno che mai Tex.

Narrazione esaltata dai sapienti disegni della Zuccheri e dalla colorazione morbida, dove predominano il calore intenso del giallo e l'onirico blu (il colore della notte ma, nello specifico, è il colore del sogno, inteso come auspicio o desiderio di speranza, che caratterizza molte scene in notturna). Due colori che, oltretutto, si abbinano perfettamente tra loro.

Boselli è stato certamente agevolato dall'ispirarsi a fatti veri (e si sa che la realtà spesso supera la fantasia) ma, si badi bene, questa non è affatto una limitazione o un difetto di creatività: infatti, il Bos ha saputo aggiungere alla connotazione realistica della vicenda, di cui ha interpretato e ampliato alcuni passaggi, una veste romantica e romanzata che le fonti (almeno quelle che sono riuscito a rintracciare sul web) ci hanno invece trasmesso come fredda cronaca o, all'opposto, come esagerazione del mito (Calamity Jane docet).

Il risultato è un'alchimia perfetta tra le parole e le immagini, tra la Storia e il Mito, tra la realtà e la fantasia. Contrariamente a quanto sostenuto da altri, trovo che il formato "alla francese" abbia contribuito significativamente a rendere quest'albo una gemma, sia perchè "veste" il racconto con un abito degno di tanta poesia, sia perchè, con il suo numero ridotto di pagine ma con l'ampia superficie sfruttabile mediante le "gabbie" bonelliane, asseconda la narrazione fatta di tanti piccoli episodi concatenati ma densi di contenuti che perciò richiedono spazio (leggi vignette) sulla pagina.

Se proprio dovessi trovare delle stonature in quest'albo, ne cito due, peraltro marginali nell'economia complessiva:

- l'inverosimiglianza di notare da lontano il riflesso del calcio in madreperla di una pistola in una notte buia senza luna;

- in contrasto con il lirismo di tutta la narrazione (nonchè con il lessico tradizionalista di "Tex"), quel paio di "put..." pur interrotti sul nascere in bocca al villano di turno, quando meno prosaicamente si poteva optare per "sgual..." o "donnacc...", tanto più che il meretricio di Pearl è stato rappresentato in modo perfetto: delicato, mai volgare, in fondo compassionevole.

Non ho parlato di Tex e Carson, non perchè non ci siano o siano rappresentati banalmente, ma semplicemente perchè non sono i protagonisti e NON DOVEVANO esserlo: la scena non poteva essere rubata a Pearl. Giusto così!

In conclusione, una storia che è il sogno divenuto realtà della protagonista, una storia che anche agli uomini dalla scorza più dura non può non smuovere sentimenti.

E una storia che produce un intenso coinvolgimento emotivo e un'empatia verso la protagonista (in teoria la "cattiva" della vicenda) non può che avere un voto altissimo, disegni compresi: il mio è 9.

Modificato da PapeSatan
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<span style="color:red">24 minuti fa</span>, PapeSatan dice:

Albo eccezionale.

Emana un'aura di leggiadra poesia dalla prima all'ultima pagina, un lirismo classico ma mai retorico o pomposo, una storia che credo piacerebbe anche a chi non si sognerebbe mai di leggere un fumetto, meno che mai Tex.

Narrazione esaltata dai sapienti disegni della Zuccheri e dalla colorazione morbida, dove predominano il calore intenso del giallo e l'onirico blu (il colore della notte ma, nello specifico, è il colore del sogno, inteso come auspicio o desiderio di speranza, che caratterizza molte scene in notturna). Due colori che, oltretutto, si abbinano perfettamente tra loro.

Boselli è stato certamente agevolato dall'ispirarsi a fatti veri (e si sa che la realtà spesso supera la fantasia) ma, si badi bene, questa non è affatto una limitazione o un difetto di creatività: infatti, il Bos ha saputo aggiungere alla connotazione realistica della vicenda, di cui ha interpretato e ampliato alcuni passaggi, una veste romantica e romanzata che le fonti (almeno quelle che sono riuscito a rintracciare sul web) ci hanno invece trasmesso come fredda cronaca o, all'opposto, come esagerazione del mito (Calamity Jane docet).

Il risultato è un'alchimia perfetta tra le parole e le immagini, tra la Storia e il Mito, tra la realtà e la fantasia. Contrariamente a quanto sostenuto da altri, trovo che il formato "alla francese" abbia contribuito significativamente a rendere quest'albo una gemma, sia perchè "veste" il racconto con un abito degno di tanta poesia, sia perchè, con il suo numero ridotto di pagine ma con l'ampia superficie sfruttabile mediante le "gabbie" bonelliane, asseconda la narrazione fatta di tanti piccoli episodi concatenati ma densi di contenuti che perciò richiedono spazio (leggi vignette) sulla pagina.

Se proprio dovessi trovare delle stonature in quest'albo, ne cito due, peraltro marginali nell'economia complessiva:

- l'inverosimiglianza di notare da lontano il riflesso del calcio in madreperla di una pistola in una notte buia senza luna;

- in contrasto con il lirismo di tutta la narrazione (nonchè con il lessico tradizionalista di "Tex"), quel paio di "put..." pur interrotti sul nascere in bocca al villano di turno, quando meno prosaicamente si poteva optare per "sgual..." o "donnacc...", tanto più che il meretricio di Pearl è stato rappresentato in modo perfetto: delicato, mai volgare, in fondo compassionevole.

Non ho parlato di Tex e Carson, non perchè non ci siano o siano rappresentati banalmente, ma semplicemente perchè non sono i protagonisti e NON DOVEVANO esserlo: la scena non poteva essere rubata a Pearl. Giusto così!

In conclusione, una storia che è il sogno divenuto realtà della protagonista, una storia che anche agli uomini dalla scorza più dura non può non smuovere sentimenti.

E una storia che produce un intenso coinvolgimento emotivo e un'empatia verso la protagonista (in teoria la "cattiva" della vicenda) non può che avere un voto altissimo, disegni compresi: il mio è 9.

 

 

Grazie. Poetica ed emotivamente coinvolgente anche la tua recensione! :)

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Soldi ben spesi, quando si arriva ad avere tra le mani un racconto del genere. Il punto sta nel chiedersi se essa sia una storia, per citare il Maestro Nizzi, "di Tex" o "con Tex".

 

SPOILER SPOILER SPOILER

 

Praticamente Tex fa le seguenti cose, con Carson ed un poco col figlio Kit:

- Si incarica personalmente di trovare Pearl e Joe Boot dopo aver saputo che i cacciatori di taglie sono alle loro calcagna fregandosene di volerli riportare vivi e vegeti con loro;

- Sventa un tentativo di stupro e fa mettere in galera chi voleva stuprarla, rendendo di fatto quest'ultimo un fuorilegge;

- Legge sui giornali le imprese di Pearl Hart;

- Smaschera la nuova vita ed il nuovo lavoro di quest'ultima e sventa il suo omicidio per mano della banda dell'ex cacciatore di taglie-neo-fuorilegge insieme ad un vecchio complice ed a due nuovi;

- Aiuta Pearl ad ottenere un ingaggio da parte di Buffalo Bill nel "Wild West Show".

 

Tex non è protagonista, il titolo sul cartonato è per la ragazza. Ce ne fossero di storie così, ma il pubblico vuole veramente solo belle storie o storie belle con protagonista Tex? In poche pagine è sicuramente risultato decisivo ma non è una storia completamente Texiana. E me ne dispiace, da una parte, perché il rischio è quello di metterlo davvero come co-protagonista, o peggio ancora comprimario, in una serie a lui intitolata. E va bene pure che sono storie fuori serie, però rimane sempre quel minimo di amaro in bocca per non aver potuto leggere altro con lui più protagonista.

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<span style="color:red">8 ore fa</span>, Doudou dice:

Soldi ben spesi, quando si arriva ad avere tra le mani un racconto del genere. Il punto sta nel chiedersi se essa sia una storia, per citare il Maestro Nizzi, "di Tex" o "con Tex".

 

SPOILER SPOILER SPOILER

 

Praticamente Tex fa le seguenti cose, con Carson ed un poco col figlio Kit:

- Si incarica personalmente di trovare Pearl e Joe Boot dopo aver saputo che i cacciatori di taglie sono alle loro calcagna fregandosene di volerli riportare vivi e vegeti con loro;

- Sventa un tentativo di stupro e fa mettere in galera chi voleva stuprarla, rendendo di fatto quest'ultimo un fuorilegge;

- Legge sui giornali le imprese di Pearl Hart;

- Smaschera la nuova vita ed il nuovo lavoro di quest'ultima e sventa il suo omicidio per mano della banda dell'ex cacciatore di taglie-neo-fuorilegge insieme ad un vecchio complice ed a due nuovi;

- Aiuta Pearl ad ottenere un ingaggio da parte di Buffalo Bill nel "Wild West Show".

 

Tex non è protagonista, il titolo sul cartonato è per la ragazza. Ce ne fossero di storie così, ma il pubblico vuole veramente solo belle storie o storie belle con protagonista Tex? In poche pagine è sicuramente risultato decisivo ma non è una storia completamente Texiana. E me ne dispiace, da una parte, perché il rischio è quello di metterlo davvero come co-protagonista, o peggio ancora comprimario, in una serie a lui intitolata. E va bene pure che sono storie fuori serie, però rimane sempre quel minimo di amaro in bocca per non aver potuto leggere altro con lui più protagonista.

 

Ma cambia qualcosa? Prendi ad esempio Dampyr, sempre di @borden; parecchie volte è anche meno protagonista di Tex, eppure se la storia è buona e i disegni altrettanto, va bene comunque.

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Ho apprezzato l'albo nel suo complesso, quindi complimenti a chi lo ha sceneggiato, disegnato e colorato ottenendo un prodotto equilibrato e in grado di trasmettere, come non sempre avviene - anzi - una forte emozione nei confronti di quella che alla fine è la protagonista, una Pearl della quale si comprende la vita agra, per dirla alla Bianciardi. Uno splendido ritratto, se vogliamo, di un West diverso, altre volte solo accennato, qui quasi tangibile. Narrazione mai sopra le righe, pard mai sottotono per una volta che la fanno da coprotagonista. Ho gradito anche la scelta di Laura di "riempire" le pagine con molte vignette, che non hanno spezzettati la rama, ma hanno arricchito un albo che è come se avesse un terzo, calcolo approssimativo nemmeno fatto, di un terzo di pagine in più, e l'ottima colorazione.
Non do voti, perché non siamo a scuola e perché gli insegnanti sono Boselli, Zuccheri e Leoni (quest'ultima alla prima "cattedra").

<span style="color:red">19 ore fa</span>, PapeSatan dice:

Contrariamente a quanto sostenuto da altri, trovo che il formato "alla francese" abbia contribuito significativamente a rendere quest'albo una gemma, sia perchè "veste" il racconto con un abito degno di tanta poesia, sia perchè, con il suo numero ridotto di pagine ma con l'ampia superficie sfruttabile mediante le "gabbie" bonelliane, asseconda la narrazione fatta di tanti piccoli episodi concatenati ma densi di contenuti che perciò richiedono spazio (leggi vignette) sulla pagina.

Che poi, qualche "licenza" Laura se la prende, vedi la prima scena dell'assalto alla diligenza.

<span style="color:red">22 ore fa</span>, borden dice:

Prendo atto, ma ormai da quarant'anni o più neppure i titoli dei film popolari vengono  tradotti!  :) Va bene essere vintage, ma non si può esagerare! Un tempo c'era chi traduceva RANGERS in CAVALIERI. Anche in questo GL è stato un MODERNISTA. Vogliamo essere come lui o no?;)

Ah, e poi c'è stata anche la Daim Press...

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Un albo che rafforza la mia convinzione : il "Cartonato alla Francese" è-al netto di incidenti di percorso tipo "Aguas Negras"- di gran lunga lo speciale Texiano più interessante, al momento, in circolazione. Un Boselli ispiratissimo narra le vicissitudini della "Lady Bandit" Pearl Hart con scanzonata empatia, recuperando quella sottile ironia che sa così ben maneggiare, ma che ultimamente, vuoi per la natura più "seriosa" delle storie, vuoi per altri motivi, era un po' venuta a mancare. Il risultato è qualcosa a metà tra il "romanzo-breve-di formazione", e quel western "sociale" (inteso come indagatore dei rapporti interpersonali e gerarchici nelle comunità dell'epoca...niente lezioncine moralistiche qui, grazie al cielo) che ebbe la sua stagione d'oro, anche fumettistica, negli anni 70. In tutto questo Tex e Carson hanno quasi ruolo di guest star...ma il "quasi" qui ha importanza macroscopica, in quanto ben due volte il loro aiuto ha un ruolo fondamentale nel risolversi della vicenda. Tra i momenti più memorabili, il processo è un gioiello di ironia adorabile, in cui Boselli mostra il "rovescio della medaglia" della società maschilista Ottocentesca, che Pearl sa-qui come altrove- sfruttare agevolmente a suo favore. Ne esce il ritratto di un'eroina volitiva, che tiene le redini della sua vita con le armi dell'astuzia e della "faccia tosta". E per una volta non sono invogliato ad andare ad approfondire quanto di vero e quanto di fiction-inclusa l'evasione da Yuma in quel modo- ci sia, perché sento che la storia che mi è stata raccontata "basta a se stessa", almeno per il momento. E come non dar ragione, una volta di più, alla massima Fordiana-stavolta restituita per bocca di Buffalo Bill- del finale. E a proposito : anche i fiori di cactus nell'ufficio del direttore di Yuma mi sono sembrati un richiamo-magari inconscio ?- a Liberty Valance... Bellissimi i disegni di Laura Zuccheri, ulteriormente valorizzati dalla colorazione di Annalisa Leoni (a quando anche il nome del colorista in copertina ?). Col suo stile classico ed elegante che calza a pennello alla storia : rispetto alla prova di "Doc" risultano nel complesso meno atmosferici (ma quella era una storia crepuscolare) ma nel complesso qui mi sono piaciuti di più. Complessivamente : un Cartonato magnifico, sicuramente nella top 5.

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Un'altra personale considerazione su questo cartonato è relativa all'epoca fittizia in cui si svolge l'azione di Tex e Carson. Se, paradossalmente, si fa riferimento alla Storia con la S maiuscola per contestualizzare al meglio i ripetuti incontri dei due pards con Lady Bandit, questi hanno luogo nel "futuro prossimo" texiano, tenendo come riferimento "cronologico" la serie regolare: Pearl Hart, infatti, ottenne la grazia nel 1902 dall'allora governatore dell'Arizona Alexander Oakes Brodie (lo stesso che Tex definisce amico suo e di Carson, e che nella realtà dei fatti rivestì la carica dal 1902 al 1905). Un altro elemento che mi piace considerare un ulteriore indizio in tal senso, l'assenza nella storia di Kit e Tiger Jack (probabilmente in altre faccende affaccendati, sempre lavorando di fantasia ;)).

 

E' ovvio che la mia considerazione intendeva essere un ulteriore attestato di gradimento per questa storia, non a caso pubblicata su una collana speciale che ritengo, per l'appunto, si contraddistingua oltre che per un'impostazione grafica alla francese di per sé già originale, anche e soprattutto per la sua tendenza ad ospitare storie non convenzionali del Ranger, che spesse volte sono state ambientate nel burrascoso passato del Nostro e, personalmente, mi piace avere l'impressione possano essere ambientate anche nel suo "futuro", seppure è probabile si tratti di una mia fissazione al limite della visionarietà o di una fantasia che galoppa un po' troppo :D.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, juanraza85 dice:

Un altro elemento che mi piace considerare un ulteriore indizio in tal senso, l'assenza nella storia di Kit

Kit c'è, manifesta interesse e viene rimproverato da Carson che conosce bene i flop sentimentali del figlioccio. Certo, è solo una fugace apparizione e quindi il tuo discorso resta valido. I quattro pard insieme hanno un senso nelle storie lunghe.

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<span style="color:red">44 minuti fa</span>, San Antonio Spurs dice:
2 ore fa, juanraza85 dice:

Un altro elemento che mi piace considerare un ulteriore indizio in tal senso, l'assenza nella storia di Kit

Kit c'è, manifesta interesse e viene rimproverato da Carson che conosce bene i flop sentimentali del figlioccio. Certo, è solo una fugace apparizione e quindi il tuo discorso resta valido. I quattro pard insieme hanno un senso nelle storie lunghe.

 

Mea culpa, avevo rimosso la sua fugace comparsata :azz:. Del resto, il suo apporto alla trama è stato appunto impalpabile. 

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