Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

[Romanzi a fumetti 16] Pearl


MacParland
 Share

Messaggi consigliati/raccomandati

29 minutes ago, Letizia said:

Se accettiamo il Carson di Tex, non c'è limite alle varianti letterarie dei personaggi realmente esistiti presenti su Tex.

No.

 

Il limite non solo c'è, ma la presenza di Carson non lo sposta di una virgola. Dipende dal tipo di serie, non da Carson (e infatti è molto diverso su Tex Willer, serie con una continuity "storica", anche se c'è Carson).

 

Se domani in una storia di Tex c'è in pieno 1885 un generale chiamato Custer che si fa sterminare dagli indiani di Cavallo Pazzo e Toro Seduto, la cosa deve avere senso (o non averlo) autonomamente, dire "c'è Carson, quindi nel prossimo numero Tex combatte contro un cubano chiamato Fidel Castro alleato a Pancho Villa e ai conquistadores spagnoli di Cortez, che si porta dietro Giulio Cesare, c'è Carson quindi non c'è limite" non ha alcun senso.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

No.

 

Il limite non solo c'è, ma la presenza di Carson non lo sposta di una virgola. Dipende dal tipo di serie, non da Carson (e infatti è molto diverso su Tex Willer, serie con una continuity "storica", anche se c'è Carson).

 

Se domani in una storia di Tex c'è in pieno 1885 un generale chiamato Custer che si fa sterminare dagli indiani di Cavallo Pazzo e Toro Seduto, la cosa deve avere senso (o non averlo) autonomamente, dire "c'è Carson, quindi nel prossimo numero Tex combatte contro un cubano chiamato Fidel Castro alleato a Pancho Villa e ai conquistadores spagnoli di Cortez, che si porta dietro Giulio Cesare, c'è Carson quindi non c'è limite" non ha alcun senso.

Ho parlato di varianti e non di stravolgimenti.

Comunque GLB ha infilato un Carson tutto suo in Tex perché se ne strafregava della coerenza storica.

E un Custer, magari vincitore nel 1898 (anno in cui GLB schiaffò la Mano Rossa) su Toro Seduto, il grande vecchio lo avrebbe dipinto volentieri.

Non dimentichiamo poi come il grande Guido Martina stravolse nel suo Pecos Bill due personaggi storici: Davy Crockett e Calamity Jane.

Machissenefrega.

 

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red">9 ore fa</span>, Letizia dice:

Ho parlato di varianti e non di stravolgimenti.

Comunque GLB ha infilato un Carson tutto suo in Tex perché se ne strafregava della coerenza storica.

E un Custer, magari vincitore nel 1898 (anno in cui GLB schiaffò la Mano Rossa) su Toro Seduto, il grande vecchio lo avrebbe dipinto volentieri.

Non dimentichiamo poi come il grande Guido Martina stravolse nel suo Pecos Bill due personaggi storici: Davy Crockett e Calamity Jane.

Machissenefrega.

 

 

La saga di Tex era stata coscientemente ambientata nel 1898, dieci anni prima della nascita del suo autore.

 

E tutto funzionava perfettamente e risultava congruo con il periodo (al netto di qualche libertà o scarsa disponibilità di fonti da cui attingere) per diversi anni.

 

Poi quando la serie cominciò ad avere successo e iniziarono a mancare nuovi soggetti originali, GL Bonelli fece comparire indiani che ancora scalpano e altre situazioni retrodatabili di parecchi decenni, fin quando Tex si ritrova a vivere con un figlio già abbastanza adulto le vicende della Guerra di Secessione.

 

Quindi nessun errore iniziale, ma una retrodatazione successiva, in cui probabilmente ci fu lo zampino anche del figlio Sergio, di Galleppini e di Tea Bonelli che vedevano progressivamente morire le altre serie, mentre Tex si imponeva all'attenzione generale.

 

E dato che GL Bonelli non si curava più di tanto di queste cose, Tex fini' per essere una serie quasi atemporale prima che intervenisse @borden a mettere un pò d'ordine e poi rivoluzionare tutto, ma in maniera storicamente congrua, nella sua serie Tex Willer.

 

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Sono falsi problemi. Come ha incontrato Butch Cassidy Tex può avere incontrato anche Pearl.

 

Le sue avventure si situano tra il 1860 e il 1900. Con elasticità. La stessa elasticità che talvolta, oggigiorno, manca ai suoi lettori... 

:rolleyes:

 

 

E dire che i personaggi storici non si possono liberamente usare con licenze, contraddice DUEMILA ANNI DI FICTION. Omero fu il primo a prendersi libertà con i personaggi della guerra di Troia e dopo di lui tutti senza eccezione, da Shakespeare a Walter Scott, da Dumas a Salgari, hanno fatto quel che volevano della Storia, sia che conservassero i nomi o che li cambiassero.

 

 

 

 

 

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

Sono falsi problemi. Come ha incontrato Butch Cassidy Tex può avere incontrato anche Pearl.

 

Le sue avventure si situano tra il 1860 e il 1900. Con elasticità. La stessa elasticità che talvolta, oggigiorno, manca ai suoi lettori... 

:rolleyes:

 

 

E dire che i personaggi storici non si possono liberamente usare con licenze, contraddice DUEMILA ANNI DI FICTION. Omero fu il primo a prendersi libertà con i personaggi della guerra di Troia e dopo di lui tutti senza eccezione, da Shakespeare a Walter Scott, da Dumas a Salgari, hanno fatto quel che volevano della Storia, sia che conservassero i nomi o che li cambiassero.

 

 

 

 

 

Bravo.

Troia era una città talmente piccola che Ettore, inseguito da Achille, ne percorse il perimetro tre volte.

Non vi pare leggermente assurdo che il suo assedio sia durato 10 anni?

Omero, a quanto pare, ne ne infischiò.

 

  • +1 1
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Se non è OT.

Omero narra gesta compiute alcuni secoli prima quindi, che da generazioni venivano riportate oralmente, quindi trattandosi di una vicenda che tanto aveva colpito generazioni, è quasi naturale che fosse qualcosa di straordinario anche per dimensione temporale.

Che poi gli assedi durassero tanto non è così strano. Non è che gli eserciti combattessero ininterrottamente. C'erano tregue (i greci si sono inventati quella olimpica anche se non so se già in voga), c'era l'inverno, le carestie e le pestilenze e tanto altro, che imponevano delle sospensioni e può benissimo essere che il computo complessivo sia valido, ma le ostilità vere e proprie siano durate molto meno.

Le dimensioni ridotte non sono in contraddizione perché al tempo Troia era una megalopoli del periodo miceneo. Era come cinese d'assedio una Parigi del 2023...

Foss'anche tutto inventato, Omero dimostra che la fantasia è più affascinante della mera cronaca e vale la pena non essere troppo fedeli alla realtà se i risultati letterari sono questi.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red">15 minuti fa</span>, Exit dice:

Se non è OT.

Omero narra gesta compiute alcuni secoli prima quindi, che da generazioni venivano riportate oralmente, quindi trattandosi di una vicenda che tanto aveva colpito generazioni, è quasi naturale che fosse qualcosa di straordinario anche per dimensione temporale.

Che poi gli assedi durassero tanto non è così strano. Non è che gli eserciti combattessero ininterrottamente. C'erano tregue (i greci si sono inventati quella olimpica anche se non so se già in voga), c'era l'inverno, le carestie e le pestilenze e tanto altro, che imponevano delle sospensioni e può benissimo essere che il computo complessivo sia valido, ma le ostilità vere e proprie siano durate molto meno.

Le dimensioni ridotte non sono in contraddizione perché al tempo Troia era una megalopoli del periodo miceneo. Era come cinese d'assedio una Parigi del 2023...

Foss'anche tutto inventato, Omero dimostra che la fantasia è più affascinante della mera cronaca e vale la pena non essere troppo fedeli alla realtà se i risultati letterari sono questi.

 

O forse tutta quella storia, come ha scritto qualcuno, non si è svolta in ambito mediterraneo, ma bensì molto più a nord ... nel Baltico in territori molto più vasti. Soltanto quando gli Achei occuparono la Grecia e le zone limitrofe adottarono quelle loro vecchie storie alla nuova patria e Omero fu tra gli ultimi cantori di questa rimaneggiata storia, inconsapevolmente o forse con convinzione come sta facendo @borden.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red">3 ore fa</span>, Exit dice:

Le dimensioni ridotte non sono in contraddizione perché al tempo Troia era una megalopoli del periodo miceneo. Era come cinese d'assedio una Parigi del 2023...

???

<span style="color:red">3 ore fa</span>, Exit dice:

Foss'anche tutto inventato,

E' una domanda, magari retorica?

L'unica cosa non inventata è la geografia.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Accidenti ai correttori automatici. La parola era "cingere".

Intendevo che a quei tempi la grandi città erano di quelle dimensioni. Tanto per fare un parallelo in Italia del nord c'erano i villaggi dei terramare al cui confronti Troia doveva sembrare imponente. O così credo io.

 

La gran parte degli eventi o forse tutti è invenzione, però non si può escludere che oltre ai luoghi (e anche qui non è che c'è unanimità), anche il conflitto sia avvenuto e tra quei contendenti. :P

Modificato da Exit
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Sicuramente Ifigenia non c'entra nulla e neanche gli dei dell'Olimpo schierati un po' di qua e un po' di là come in un derby Roma-Lazio.

Che ci fu una guerra per motivi commerciali invece è molto plausibile.

E anche se, dalla rovine scoperte Troia non risultava essere molto grande, per percorrere il suo perimetro anche solo una volta ci volevano ore.

P.S. In effetti i cinesi non c'entravano molto. :lol2:

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • co fondatore

Ma che bell'album. Anche qui c'è un buon equilibrio tra eventi storici e di fantasia. Inevitabilmente la protagonista della storia è Pearl, ma l'inserimento di Tex non è posticcio.

I disegni della Zuccheri sono davvero stupendi.

 

A proposito di west atemporale di Tex, è già strano vedere un fonografo modello Edison di metà anni Novanta dell'Ottocento, per un secondo ho temuto che nell'ultima parte a Kansas City comparisse pure un'automobile :lol:.

  • +1 1
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Finalmente, ora che Pearl e' arrivato anche in libreria, sono riuscito a riceverlo anche io (grazie alla mitica fumetteria Alessandro Distribuzioni di Bologna....). 

 

Trovo l'impostazione della storia molto simile a trame di alcune storie di Ken Parker (penso ad Adah per esempio) in cui il protagonista principale e' quasi un osservatore esterno ma che alla fine gioca un ruolo risolutore di "deus ex machina".

Nota a parte sul formato. Io sono un fan dei volumi alla Francese e di questa serie, ma in questo caso credo che il format abbia un po' penalizzato lo sviluppo della storia e dei personaggi. Un 10 o 15 pagine in piu' avrebbero consentito di approfondire un po' meglio la story line e di caratterizzare piu' a fondo Pearl e anche Joe. 

Comunque l'albo mi e' piaciuto e sono contento di avere scoperto un personaggio storico che non conoscevo.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Ho letto Pearl immediatamente dopo la sua comparsa nelle edicole, ma non avevo ancora avuto modo di commentarlo.

 

Ritengo che sia, valutato complessivamente per soggetto, sceneggiatura, disegni e colorazione, una dei più begli albi degli ultimi anni.

Mi è piaciuto molto l'accento su Tex e Carson come uomini giusti, piuttosto che come poliziotti efficienti; altrettanto apprezzabile e il lavoro di introspezione psicologica che, pur nel limitato numero di pagine, è stato fatto sui personaggi.

 

Se proprio volessimo fare qualche appunto, visto che qualcosa si deve pur scrivere, non mi è piaciuto l'uso dell'espressione "Dime novel", cui avrei preferito, nel contesto in cui è adoperata, "Romanzetti rosa". E mi sarebbe piaciuto che il disegno della Zuccheri fosse meno ingabbiato.

 

  • +1 1
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

1 ora fa, F80T dice:

 

 

 

 

Se proprio volessimo fare qualche appunto, visto che qualcosa si deve pur scrivere, non mi è piaciuto l'uso dell'espressione "Dime novel", cui avrei preferito, nel contesto in cui è adoperata, "Romanzetti rosa". E mi sarebbe piaciuto che il disegno della Zuccheri fosse meno ingabbiato.

 

Ma perché mai rosa?  :rolleyes: Pearl legge le avventure di Davy Crockett, Jesse James e Buffalo Bill! :lol:

 

Comunque grazie dell'apprezzamento.;)

bnydl-0691.thumb.jpg.fba3ca71690b99f731ef2c8ffd4bdf2c.jpgmd31119344841.thumb.jpg.5b08f47cc8c5e9e8ad74461a0a234b28.jpg

 

Modificato da borden
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red">6 ore fa</span>, F80T dice:

Ho letto Pearl immediatamente dopo la sua comparsa nelle edicole, ma non avevo ancora avuto modo di commentarlo.

 

Ritengo che sia, valutato complessivamente per soggetto, sceneggiatura, disegni e colorazione, una dei più begli albi degli ultimi anni.

Mi è piaciuto molto l'accento su Tex e Carson come uomini giusti, piuttosto che come poliziotti efficienti; altrettanto apprezzabile e il lavoro di introspezione psicologica che, pur nel limitato numero di pagine, è stato fatto sui personaggi.

 

Se proprio volessimo fare qualche appunto, visto che qualcosa si deve pur scrivere, non mi è piaciuto l'uso dell'espressione "Dime novel", cui avrei preferito, nel contesto in cui è adoperata, "Romanzetti rosa". E mi sarebbe piaciuto che il disegno della Zuccheri fosse meno ingabbiato.

 

 

Il termine Dime Novel è esatto, semmai in quel contesto, in un dialogo informale, sarebbe stato più opportuno scrivere "libercoli" o "carta straccia", termini da accompagnare con il titolo di qualcuna di queste testate.

 

Romanzetto rosa, non ha nulla da spartire con questo genere, sebbene esistessero anche quelli, ma si trattava non di storie autoconclusive come i Dime Novel, ma di un unico romanzo ... anche di migliaia di pagine, suddiviso in puntate come una moderna soap-opera o telenovela.

 

Ovviamente @borden, volendo un pò anche istruire i lettori sulle abitudini di quel periodo storico, ha preferito utilizzare un termine meno gergale e generico, inserendo il soprannome ufficiale di questi libriccini.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

In realtà "dime novel" _È_ "gergale e generico", visto che era un soprannome che faceva riferimento non al contenuto, ma al...   prezzo!  (il "dime" è la moneta da 10 centesimi, come la "numero uno" di Paperone...)

 

Era usato in maniera sprezzante per indicare tutti quei libri economici da 5 o 10 cents, anche se era davvero il nome di una collana, "Beadle's Dime Novels", un po' come successe alcuni anni fa quando Baraghini lanciò la collana dei "mille lire" e per qualche anno le edicole furono inondati da libri economici da mille o duemila lire)

 

Esattamente come negli anni 90 si parlava dei "mille lire" e nessuno in un discorso informale avrebbe mai usato "sai, vado a comprarmi un romanzo economico venduto come allegato ad un quotidiano ad un prezzo di mille lire", tutti avrebbero detto "vado a comprarmi un millelire", immagino che anche i contemporanei di Tex avrebbero detto "ha letto troppe dime novels" piuttosto che "ha letto troppa carta straccia" o "ha letto troppi libercoli"... il termine DAVVERO informale e quotidiano è "mille lire" o "dime novels"...

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Emersa la mia ignoranza sul genere Dime Novel, in realtà rimane la sostanza della mia (del tutto trascurabile) osservazione.

 

Possibile che l'espressione non fosse traducibile in italiano?

 

Comprendo la volontà di Boselli di essere il più accurato possibile, ma Tex è una saga italiana, fatta per essere primariamente letta in Italia. Ciò è tanto vero che il nostro eroe parla in italiano con i texani, i messicani, i canadesi, i navajos, gli apaches...

Dunque, si usa il termine generico di sceriffo, anziché distinguere tra sheriff marshal; si parla di tenente, e non di first liuetenant; conosciamo Toro Seduto, non Tatanka Yotanka.

 

Certo, poi di recente c'è un albo di Tex Willer dedicato agli scalphunter, anziché ai cacciatori di scalpi...

 

P.S. - A scanso di equivoci, ritengo che conoscere più lingue sia una enorme ricchezza umana e culturale, ancor prima che professionale. Mi informo quotidianamente dai siti di informazione angolosassoni, cerco di leggere libri e guardare film e serie TV in lingua originale, maneggio l'inglese sufficientemente bene da fare esperienze lavorative all'estero; inoltre, ormai adulto, ho deciso di riprendere a studiare seriamente il francese. Quindi, ho la presunzione di ritenere che la mia osservazione non sia dovuta a una sciocca idea di superiorità linguistica dell'italiano...

 

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red">1 ora fa</span>, F80T dice:

 

Possibile che l'espressione non fosse traducibile in italiano?

 

No, perché non esiste un equivalente. Non puoi tradurlo con romanzi d'appendice perché sono un'altra cosa, un altro genere narrativo e non puoi nemmeno usare il termine feuilleton perché anche quello non c'entra nulla e per giunta è pure francese.

I Dime Novels non sono solo un formato, ma un genere narrativo, non possono essere tradoti.

Gli altri esempi da te citati, poi, non sono calzanti perché se è vero che per tradizione nata dai primi film western non si distingue lo Sceriffo di Contea dal Town Marshal, i gradi militari sono tradotti correttamente perché al second lieutenant ed al first lieutenant anglosassoni corrispondono rispettivamente i nostri sottotenenti e tenente .

Quanto all'uso di scalphunters in un titolo, può essere dovuto al fatto che "Cacciatori di scalpi" era già stato usato su Tex. Peraltro, ti informo, nel caso ti fosse sfuggito, che lo stesso GLB usava nelle sue storie termini anglosassoni tra cui, se non sbaglio, proprio scalphunters alneno un paio di volte.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Rangers
<span style="color:red">2 ore fa</span>, F80T dice:

Emersa la mia ignoranza sul genere Dime Novel, in realtà rimane la sostanza della mia (del tutto trascurabile) osservazione.

 

Possibile che l'espressione non fosse traducibile in italiano?

 

Comprendo la volontà di Boselli di essere il più accurato possibile, ma Tex è una saga italiana, fatta per essere primariamente letta in Italia. Ciò è tanto vero che il nostro eroe parla in italiano con i texani, i messicani, i canadesi, i navajos, gli apaches...

Dunque, si usa il termine generico di sceriffo, anziché distinguere tra sheriff marshal; si parla di tenente, e non di first liuetenant; conosciamo Toro Seduto, non Tatanka Yotanka.

 

Certo, poi di recente c'è un albo di Tex Willer dedicato agli scalphunter, anziché ai cacciatori di scalpi...

 

P.S. - A scanso di equivoci, ritengo che conoscere più lingue sia una enorme ricchezza umana e culturale, ancor prima che professionale. Mi informo quotidianamente dai siti di informazione angolosassoni, cerco di leggere libri e guardare film e serie TV in lingua originale, maneggio l'inglese sufficientemente bene da fare esperienze lavorative all'estero; inoltre, ormai adulto, ho deciso di riprendere a studiare seriamente il francese. Quindi, ho la presunzione di ritenere che la mia osservazione non sia dovuta a una sciocca idea di superiorità linguistica dell'italiano...

 

Serie italiana, certo.

Ma Gl Bonelli agli albori e per anni e anni ha mischiato parole italianissime come nespole, peste, vecchio cammello, ecc ai vari pards, gunman, colt, killer... ecc.

Mai nessun si è lamentato penso.

Oggi invece si passa tutto sotto i raggi x: tra un pò uscirà qualcuno che dirà che è impossibile che Tex venga ferito e nella storia successiva non abbia neppure una cicatrice.... mah

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Sam Stone dice:

Oggi invece si passa tutto sotto i raggi x: tra un pò uscirà qualcuno che dirà che è impossibile che Tex venga ferito e nella storia successiva non abbia neppure una cicatrice.... mah

 

Colgo la tua osservazione e la faccio mia.

 

In altra discussione, d'altra parte, ho osservato che le mie bimbe guardano incantate Cenerentola della Disney, senza farsi troppe domande sul perché del tardivo, parziale e condizionato intervento della Fata Madrina. Dunque, affermo con forza anche io che non è giusto passare sotto i raggi x ogni singola scena di ogni singolo albo di Tex.

 

Solo che... Solo che questo è un forum di discussione proprio sui fumetti di Tex, sicché, dopo aver valutato Pearl come una delle più belle storie dell'ultimo anno, mi pareva interessante proporre due riflessioni: una sull'impostazione delle tavole della Zuccheri, una sull'uso della lingua, tema che mi stuzzica particolarmente.

 

Ed effettivamente, le risposte che ho avuto mi faranno riflettere su quest'ultimo tema, perché da una parte si afferma che l'italiano non sia sufficientemente versatile da consentire la traduzione dell'espressione Dime Novel; dall'altro, si sostiene - non senza ragioni - che la capacità dell'italiano di contaminarsi con parole provenienti da altre lingue sia uno dei suoi punti di forza, non a caso utilizzato da un Maestro della scrittura come GLBonelli.

 

Prima di tacermi, rinnovo gli apprezzamenti per il bell'albo che ho letto; apprezzamenti che, evidentemente, non sono riuscito a esprimere con adeguato rilievo.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 2 settimane dopo...
  • 2 mesi dopo...

Letto con colpevole ritardo, ma apprezzato davvero tanto! La protagonista ovviamente è Pearl, con i nostri eroi più osservatori che altro! Avrei preferito qualche pagina in più, ma in fondo l'albo funziona anche così!

 

Ottimi anche i disegni!

Devo dire che tra quelli "alla francese" letti, questo è l'albo che ho preferito, finora ^_^

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

 Share

  • Recentemente attivi qui   0 Membri

    • Nessun membro registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.