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TWF - Tex Willer Forum

[750/751] Ritorno a Redrock


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Il fatto stesso che definisci "vecchi" questi lettori, denota la tua poca considerazione. Però... "avevo pochi anni e vent'anni sembran pochi, poi ti volti a guardarli e non li trovi più"... :D

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Rispondo a tutti: "vecchi" non in senso anagrafico ma nel senso di "vecchi lettori", cioè fedeli e affezionati. Ed è proprio l'abitudine che gli fa accettare qualsiasi storia. Non che sia un difetto grave, questo, semplicemente contano più sul rituale dell'acquisto e della semplice lettura "di Tex".

 

Personalmente ritengo che sia un campione più rappresentativo questo forum, dove si discute approfonditamente e nel merito, al di là dei gusti e delle opinioni personali.

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Personalmente ritengo che la differenza tra discutere di Tex su Facebook e su questo forum sia la stessa che vi è tra discutere di medicina a "Domenica In" o a una conferenza del "World Health Summit".

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Gunny dice:

semplicemente contano più sul rituale dell'acquisto e della semplice lettura "di Tex".

 

 

Io penso che questa sia appunto l'essenza del fumetto (se vogliamo, popolare). Lo attedi per un mese, vai in edicola, gioisci se lo trovi (come ho gioito io stamattina trovando con 2 giorni di anticipo il Tex Willer), lo porti a casa e lo riponi in libreria gustando l'attesa di leggerlo. Poi (almeno per me, aspettando le condizioni ideali per leggerlo) lo leggi.  E solo dopo averlo letto potrai essere soddisfatto o deluso. Soddisfatto o deluso dalla lettura ovviamente, non di tutto il resto (l'attesa, l'acquisto, la gioia di trovarlo, etc...) che è la pura magia che si rinnova ogni volta.  :)

Ps. Non ho mai capito quelli che leggono un fumetto in bagno o in treno, cioè come "riempitivo".  Un fumetto io lo leggo solo quando ho creato le condizioni ideali per leggerlo. 

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Gunny dice:

Rispondo a tutti: "vecchi" non in senso anagrafico.

 

Questa è l'unica cosa in cui mi ritrovo. L'anagrafe purtroppo non si può cambiare, io non mi ritrovo in quello che hai scritto dopo. ;)

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Gunny dice:

Rispondo a tutti: "vecchi" non in senso anagrafico ma nel senso di "vecchi lettori", cioè fedeli e affezionati. Ed è proprio l'abitudine che gli fa accettare qualsiasi storia. Non che sia un difetto grave, questo, semplicemente contano più sul rituale dell'acquisto e della semplice lettura "di Tex".

 

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Angelo1961 dice:

 

Ps. Non ho mai capito quelli che leggono un fumetto in bagno o in treno, cioè come "riempitivo".  Un fumetto io lo leggo solo quando ho creato le condizioni ideali per leggerlo. 

Se hai i doppi servizi in casa, sulla tazza del water hai le condizioni ideali: stanza chiusa, ambiente relax, tempo a disposizione, concentrazione assoluta, non esiste citofono o telefono, nessuno può chiederti di portare giù il cane... parlo per esperienza pluriennale.

Invece mi trovi del tuo stesso parere per quanto riguarda il treno: pieno zeppo di seccature e distrazioni.

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<span style="color:red">18 ore fa</span>, Exit dice:

Ok.

Avrei preferito non citarli, ma visto che insisti.

In questi ultimi mesi ho visto esordire sulla serie inedita, Zamberletti, Rauch e Burattini.

 

 

 

Beh, bisognerà pure provare qualche autore, no? Altrimenti si chiude. Ma non mi sembra che i nomi da te citati stiano imperversando.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, PapeSatan dice:

Se hai i doppi servizi in casa, sulla tazza del water hai le condizioni ideali: stanza chiusa, ambiente relax, tempo a disposizione, concentrazione assoluta, non esiste citofono o telefono, nessuno può chiederti di portare giù il cane... parlo per esperienza pluriennale.

Invece mi trovi del tuo stesso parere per quanto riguarda il treno: pieno zeppo di seccature e distrazioni.

Non sono multitasking come le donne. Riesco a concentrarmi su un'unica operazione. La lettura ideale è essere soli in casa, fuori piove e c'è la nebbia e io sono seduto in poltrona davanti al fuoco.

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<span style="color:red">5 minuti fa</span>, Angelo1961 dice:

Non sono multitasking come le donne. Riesco a concentrarmi su un'unica operazione. La lettura ideale è essere soli in casa, fuori piove e c'è la nebbia e io sono seduto in poltrona davanti al fuoco.

Un'unica operazione?

Leggere e girare le pagine non lo sai fare?

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No, naturalmente no. E' Halyna, la mia badante ucraina, a girarmi le pagine...

Ma se c'è lei, non sono più solo, quindi non  ci sono le condizioni ideali per la lettura.

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Non voglio prendere le difese di nessuno ma...a quanti di noi possono piacere storie che magari a qualcun altro sono risultati indigeste od indimenticabili? A volte addirittura le pietre miliari della saga di Tex potrebbero non piacere a qualcuno. Sono gusti. Poi, come ha scritto Barbanera, col quale mi scuso per averlo in questo istante citato, ha letto quella storia insieme ad una persona a lui cara e gli è rimasto impresso il personaggio di Sam Spring. A quanti di noi può essere capitata una cosa del genere? Sulla storia in sè, diciamo che è una continuazione forzata dopo il finale alla quale fa da sequel. Però ci ha provato, ha avuto la fortuna, l'entusiasmo e la bravura di provarci e di vedere non una ma ben due storie pubblicate. A volte basta uno spunto, un qualcosa, un qualcuno da voler rivedere ed il gioco è fatto. Secondo la mia modesta opinione, è un racconto riuscito a metà, che non ha suscitato grandi emozioni ed ha saputo di già visto. Però se al curatore è andato bene avrà avuto i suoi motivi ed oggi siamo qui a giudicare queste loro proposte e queste loro scelte. Quindi tanto di cappello a Barbanera, a Ruju, a Boselli ed a chiunque ha avuto modo di lavorare a questo sequel. A volte poi basta qualche passaggio sbagliato o frainteso, di un soggetto quando viene trasformato in sceneggiatura, che subito si rischia di accusare un qualsiasi autore di aver rovinato il lavoro altrui. La piattezza della storia è evidente, ci sarebbe voluto qualche risvolto più energizzante, più vivace. Non so se nel 2023 potremo mai abituarci a ritmi così blandi su Tex, però speriamo sempre nella prossima che possa migliorare questo inizio d'annata così così.

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Molte ingenuità, molte forzature, però, ora che l'ho letta, posso dire che si è lasciata a leggere. Non è un capolavoro e neanche una storia memorabile, però, assolutamente non la boccio. Bello il finale!

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Letto il #751

 

A questo giro parto dalla fine, la faccenda viene risolta come mi aspettavo e auguravo, la sparatoria c'è stata ma è stato un qualcosa di più ricercato di come me l'aspettassi per cui promossa.

Però ci sono anche tante cose che purtroppo non tornavano già dallo scorso numero, e non sono state ben sviluppate neanche in questo. Un vero peccato, ho trovato troppo poco sviluppo nella personalità dei personaggi in sostanza mi è sembrato tutto molto "piatto" solo Tex e Carson alla fine sono veramente caratterizzati (come al solito) ed è un pò poco visto che la storia non dovrebbe girare solo su di loro, forse la storia doveva essere sviluppata per più di due albi per farlo ? Non lo so ma a me ha dato questa sensazione di Incompiuta, di vorrei ma più di così non posso.

Un plauso a Rossi che ho trovato molto migliorato ai disegni. 

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Storiella di ordinaria amministrazione che sembra scritta dall’ultimo Nizzi, anche se sappiamo che gli autori sono altri. Troviamo, infatti, tutti i cliché del genere western, come un compitino studiato a tavolino, come lo sceriffo ambiguo (il Vice), il boss del paese (anche se segreto), il cattivo di turno (ripreso da una vecchia storia, così come il boss), il giudice corrotto, e, per chi non ne avesse abbastanza, anche la banda di indiani reietti. Tutti quanti liquidati con irrisoria facilità dai due pards uno dopo l’altro, come birilli. Chiederei a chi ha scritto il soggetto e a chi ha sceneggiato un po' più di impegno, augurandomi che sia solo quello che manca, nella consapevolezza che non si può avere tutti i mesi una storia di Boselli, ma non vorremmo neanche tornare indietro di qualche decennio. I disegni, invece, sono promossi a pieni voti e, a questo punto, anche un po' sprecati.  

Voto alla storia: 6,3

Voto ai disegni: 8,5

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Storia che si lascia leggere volentieri, senza grosse pretese ma più che sufficiente.

Peccato per alcuni refusi nei balloons, ne ho trovato uno a pagina 93 ed uno a pagina 114, più un altro che ora non ricordo.

Una storia da 6,5 complessivamente.

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  • 2 settimane dopo...

A parte l'improponibile sequenza del processo, che non è credibile nemmeno con il più grande sforzo di sospensione dell'incredulità, la storia è leggibile. Anzi, è preferibile a quella precedente, che tanto mi ha annoiato che non ho avuto nemmeno la voglia di commentarla.

 

Solo che questa storia in due albi va a legarsi a una vecchia storia, di cui altera il finale al solo scopo di riproporne il modello. Un'operazione francamente incomprensibile, visto che il modello di narrazione si sarebbe ben potuto riproporre senza scomodare quei personaggi e quella storia.

 

Ciò rende la valutazione della storia negativa.

 

I disegni, molto ispirati dal tratto di Civitelli, non mi sono parsi malvagi.

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La storia che questa riprende non era una delle migliori di Bonelli. Mi ha sorpreso quindi questo sequel, anche se Barbanera ha spiegato proprio qui che lui, per ragioni personali, era affezionato a quella storia e questo chiarisce le ragioni di questo seguito.

 

Il soggetto, come detto da altri di voi, non aveva in realtà questa necessità di riprendere i vecchi personaggi, perché propone una soluzione tutto sommato autonoma, e nemmeno molto originale. Anzi, il ritorno di quasi tutti i vecchi antagonisti (compreso un alter ego del Tuerto) non l'ho trovata una scelta molto azzeccata. Tuttavia, non mi sento qui di dare un giudizio sull'operato di Barbanera, forumista peraltro per sua scelta ormai silente qui da noi. Non do un giudizio perché credo che la sceneggiatura sia fondamentale per valorizzare un soggetto, e quindi qui non saprei proprio dove iniziano i demeriti di Ruju e dove finiscono quelli del soggettista. 

 

Tendo a credere, tuttavia, che la piattezza della vicenda, la sua scarsa capacità di coinvolgimento, siano ascrivibili soprattutto allo sceneggiatore. Non vorrei che il dover innestare un suo intervento su un soggetto che magari non lo appassionava, abbia portato Ruju a penalizzare anche quanto di buono c'era in esso. In fin dei conti, qui non è l'idea di partenza ad essere necessariamente infelice (anche se ribadisco che il ritorno di tutti i personaggi di una storia bonelliana che io non avevo apprezzato magari non mi avrà ben disposto nella lettura) ma la sua realizzazione concreta, tutta imputabile allo sceneggiatore. 

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<span style="color:red">12 ore fa</span>, Leo dice:

 

Tendo a credere, tuttavia, che la piattezza della vicenda, la sua scarsa capacità di coinvolgimento, siano ascrivibili soprattutto allo sceneggiatore. Non vorrei che il dover innestare un suo intervento su un soggetto che magari non lo appassionava, abbia portato Ruju a penalizzare anche quanto di buono c'era in esso. 

 

Non credo che uno sceneggiatore di casa Bonelli sia costretto con la forza a scrivere a partire da un soggetto che non lo convince. Probabilmente Boselli ha sottoposto il soggetto a Ruju e Ruju lo ha ritenuto sceneggiabile. E in effetti la sceneggiatura è ben scritta se, come ho già scritto, si considera "Ritorno a Redrock" un'opera prima (cioè non avendo mai letto "Taglia: duemila dollari" di GLB), diversamente i suoi difetti maggiori sono l'aver sconfessato il finale dato da GLB e, azzerato quello, aver riproposto la stessa storia praticamente in fotocopia.

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  • 2 settimane dopo...
Il 18/6/2023 at 07:32, PapeSatan dice:
Il 17/6/2023 at 18:27, Leo dice:

 

Non credo che uno sceneggiatore di casa Bonelli sia costretto con la forza a scrivere a partire da un soggetto che non lo convince. Probabilmente Boselli ha sottoposto il soggetto a Ruju e Ruju lo ha ritenuto sceneggiabile.

 

A ritenerlo sceneggiabile è stato Boselli, è lui che approva i soggetti e che quindi decide che si possono trasformare in sceneggiatura. Non lo ha sottoposto a Ruju, lo ha assegnato a Ruju, è diverso. Ovviamente Ruju avrebbe anche potuto rifiutarsi ma non accade quasi mai così come non accade quasi mai che un disegnatore rifiuti un incarico e ne preferisca un altro. Gli esempi in tal senso si contano sulle dita di una mano, credo.

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  • 1 mese dopo...

Arrivo tardi a parlare di questa storia che sembra aver sollevato un notevole dibattito “filosofico”.

 

Prima di tutto faccio i complimenti al buon Antonello @Barbanera (che purtroppo ha deciso di prendersi un periodo sabbatico dal forum), non è da tutti avere un soggetto pubblicato, figuriamoci due.

 

Aggiungo come premessa che non sono un “hater” di Ruju (ho votato “Vancouver” storia dell’anno nel 2022 e mi piace molto Cassidy, solo per fare due esempi).

 

Prima di leggere gli albi ho approfittato di Bonelli Digital per rileggermi la storia originale e sono d’accordo sul fatto che la storia può essere giudicata su due livelli, quello di “sequel” e quello di “storia indipendente”.

Il problema in questo caso è che entrambi i livelli di lettura non sono soddisfacenti, anche se in maniera diversa.

 

Purtroppo non ho letto il post di @Barbanera in cui spiegava i retroscena che l’hanno portato a scrivere il soggetto. Li ho in parte dedotti dai commenti del thread e credo che siano comprensibili e molto personali, qualcosa che ognuno di noi a livello “emozionale” può capire.

 

Ciò non toglie che la storia originale non appartenesse ai capolavori di GLB, non riguardasse antagonisti memorabili e che il finale GLBonelliano fosse “compiuto”, di conseguenza per chi non è coinvolto “emozionalmente” c’erano pochi motivi per renderla meritevole di una seconda parte.

 

E non una “normale” seconda parte, perché siamo di fronte a un ribaltamento ingiustificato, una negazione totale, quasi umiliante (per Tex), del finale di GLB.

 

Corrompere una giuria ci può anche stare, salvarsi dalle acque ci può anche stare, corrompere una giuria E salvarsi dalle acque (nella stessa storia) è davvero troppo.***

 

La cosa procede poi con situazioni “carta carbone” molto poco fantasiose (Mandero è il fratellastro di El Tuerto? Holmer vuole ancora impossessarsi delle concessioni minerarie? Spring è sempre il suo scagnozzo che sistema le cose con le cattive maniere? Rick Sander viene di nuovo falsamente accusato d’omicidio?) che ne fanno alla fine più un “remake” che un “sequel” e questo non mi è piaciuto.

 

Mi spiace essere forse troppo netto ma sotto questo aspetto, non tanto nell’idea quanto nello sviluppo definitivo, il giudizio finale non può che essere decisamente negativo.

 

Letta invece come storia indipendente, come immagino sarà capitato a molti (in fondo la storia originale è del 1979), la storia si fa leggere, è appoggiata da disegni adeguati, ma non va oltre la sufficienza a causa dei difetti già evidenziati da altri: l’assoluta casualità della presenza a Redrock dei pards, l’impalpabilità degli apaches e dei pistoleri avversari, Tex che folgorato agli occhi sulla via di Damasco capisce che Holmer è vivo, l’incredibile processo, i cambi di bandiera dei cittadini verso lo sceriffo e così via.

 

Come accennato invece il reparto grafico è all’altezza.

A mio parere, sia pure con una visibilissima influenza civitelliana, Rossano Rossi fa la sua parte in maniera più che onorevole (meglio nei paesaggi e nelle atmosfere che in alcune scene dinamiche) e sono curioso di vedere altre sue prove.

 

In conclusione, sinceramente ho cercato di leggerla in modalità “storia indipendente” (più che altro per evitare che il fastidio per lo “svergognamento” del finale GLBonelliano mi portasse a mettere via gli albi senza leggerli) e alcune cose durante la lettura hanno fatto suonare il mio personale “radar delle cose stonate”.

 

Alla fine non posso dire che sia una storia “brutta”, ma per me rappresenta il “minimo sindacale” accettabile e devo dire che mi aspettavo qualcosina in più.

 

 

 

*** Senza contare che il numero di avversari di Tex dati per morti e che tornano poi dal presunto aldilà alla loro consueta vita di malefatte sta diventando un po’ eccessivo (vedi Wolfman a ruota di Holmer), su questo concordo con @Diablero (e altri).

 

 

 

 

 

 

Modificato da Augustus McCrae
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  • 2 mesi dopo...
Il 13/5/2023 at 12:44, Arthur Morgan dice:

Concordo con la maggior parte dei commenti di questo topic, "Ritorno a Redrock" è una storia di normale amministrazione in cui Tex e Carson svolgono il loro lavoro senza particolari ostacoli. Come detto da qualcuno questa storia sembra proprio un "remake" della storia di Glb, abbiamo gli stessi cattivi, un altra banda di apaches ribelli e la stessa persona accusata ingiustamente (solo che Sander adesso è anche sceriffo).

Faccio mio questo intervento su questa storia, forse il difetto maggiore sta nell'essere una storia di normale amministrazione che i lettori storici di Tex leggono, spero con attesa e piacere solo per essere una nuova avventura di Tex, ma che non "acchiappa" nuovi lettori. Dovendo iniziare un nuovo lettore di Tex o un ex lettore questa non sarebbe un storia da proporre. Almeno a mio modesto parere.

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  • 3 mesi dopo...

Storia esemplificativa di una tendenza che ultimamente noto sempre più spesso sulla collana, quella di andare a manomettere i classici del passato per poi presentarne degli pseudo-remake narcotizzati.

L’originale di GL Bonelli era un piccolo gioiellino facente parte del filone minerario/cittadino, perfettamente compiuto e che non lasciava spazio a seguiti (sarebbe da ridere se una storia del genere venisse pubblicata oggi visto che Tex e Carson passano metà del tempo tra saloon e ristoranti a bere birra e mangiare bistecche). A che pro andarne a recuperare i personaggi (uno dei quali era morto alla fine della storia e l’altro finito a spaccare pietre a Yuma), dimostrando che i nostri avevano di fatto fallito completamente nella loro opera di "pulizia", per fare una storia che ripresenta a grandi linee lo stesso canovaccio (l’unico cattivo che era morto e non poteva essere resuscitato, il predone apache, viene sostituito con uno uguale facente le medesime funzioni)?

L’idea mi pare pessima anche perché espone Ruju al massacrante confronto con l’opera originale: l’ineguagliato page turning di GLB viene sostituito da una narrazione soporifera e anestetizzata e i dialoghi taglienti e briosi da scambi di battute forzati e legnosi.

Ciliegina sulla torta il finale 'faraciano' con i nostri che fanno fuori da soli una ventina di uomini, chiosa imbarazzante su una storia che per me non doveva essere scritta.

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