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TWF - Tex Willer Forum

[Maxi Tex N.32] La grande congiura


MacParland
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Come ottimizzare al meglio il weekend pasquale.

 

P.s. Alla fine ho ceduto e acquistato pure il maxi. Spero che almeno meriti una sufficienza. Le minicopertine sono davvero poca cosa, ma in fondo chi se ne frega: possono marcire nel cassetto, a me interessa solo passare qualche ora in compagnia del mio eroe preferito.

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<span style="color:red">9 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

IMG20230407213530.jpg

Come ottimizzare al meglio il weekend pasquale.

 

P.s. Alla fine ho ceduto e acquistato pure il maxi. Spero che almeno meriti una sufficienza. Le minicopertine sono davvero poca cosa, ma in fondo chi se ne frega: possono marcire nel cassetto, a me interessa solo passare qualche ora in compagnia del mio eroe preferito.

 

Il maxi l'avrei acquistato comunque, ma la copertina con i 4 pards è forse la migliore di tutte le testate bonelliane di questo strano mese. La lettura di questo albo può aspettare, continuo in questi giorni di festa la mia terza esperienza con le storie di GL Bonelli, sebbene piuttosto a rilento. Vedo che anche tu sei in modalità "rilettura" dei classici.

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Jeff_Weber dice:

Il maxi l'avrei acquistato comunque, ma la copertina con i 4 pards è forse la migliore di tutte le testate bonelliane di questo strano mese. La lettura di questo albo può aspettare, continuo in questi giorni di festa la mia terza esperienza con le storie di GL Bonelli, sebbene piuttosto a rilento. Vedo che anche tu sei in modalità "rilettura" dei classici.

Io a dire il vero sono rimasto indeciso fino all'ultimo se prenderlo. Nizzi ormai non mi dà tanta fiducia e Alessandrini, sebbene su MM lo apprezzi, non lo vedo adattissimo al west. Tuttavia alla fine ho ceduto, ma è ovvio che prima prediggo altre letture. Sono curioso della nuova storia che porta il secondo soggetto del nostro caro pard @Barbanera:clapping:

 

In quanto alla rilettura degli albi classici di Bonelli, ogni tanto è doveroso e fantastico "tornare alla fonte". Purtroppo anch'io sto procedendo troppo lentamente fra impegni e altre letture, ma mi sto divertendo tantissimo a rileggerle e recensirle. :)

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<span style="color:red">58 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Io a dire il vero sono rimasto indeciso fino all'ultimo se prenderlo. Nizzi ormai non mi dà tanta fiducia e Alessandrini, sebbene su MM lo apprezzi, non lo vedo adattissimo al west.

Ricordo che anche il suo Texone subì parecchie critiche, alcune proprio feroci. Alessandrini io lo vedo un pò come Diso, legato indissolubilmente al personaggio di cui è simbolo; quando cambia soggetto perde parecchio.

 

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Condor senza meta dice:

In quanto alla rilettura degli albi classici di Bonelli, ogni tanto è doveroso e fantastico "tornare alla fonte". Purtroppo anch'io sto procedendo troppo lentamente fra impegni e altre letture, ma mi sto divertendo tantissimo a rileggerle e recensirle. :)

Troppi concerti, caro mio:P:D

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Juan Ortega dice:

Ricordo che anche il suo Texone subì parecchie critiche, alcune proprio feroci. Alessandrini io lo vedo un pò come Diso, legato indissolubilmente al personaggio di cui è simbolo; quando cambia soggetto perde parecchio.

Infatti, oltretutto il suo stile molto caricaturale e minimale, non lo vedo adattisimo alla saga del ranger. Un po' la stessa pecca che riscontro in disegnatori come Torti e Filippucci (che vuoi o non vuoi influenze Alessandrine ne hanno), tuttavia gli ultimi due mi convincono di più su Tex. Impressioni mie personali ovviamente.

<span style="color:red">2 ore fa</span>, Juan Ortega dice:

Troppi concerti, caro mio:P:D

Beh l'ultimo non potevo di certo perdermelo e, visto la magnificenza dello show, ho fatto bene a fare nuovamente una capatina a Milano, dopo dodici anni dal suo scorso concerto.

Un artista immenso che riesce sempre a commuoverti, sia per la celebre storia che si porta dietro (come cofondatore di una delle band più influenti di tutti i tempi) e sia per il suo carisma e potere comunicativo impareggiabili.

 

Le sue idee possono anche non essere comprese e condivise da tutti (e ribadisco "comprese" poichè chi lo critica sconosce completamente le sue origini e i suoi ideali pacifisti), ma ci mette sempre la faccia e l'anima e, onestamente, sono pochissime le rockstar che riescono a muovere una fiumara di fans tale a quasi ottant'anni. :Ave:

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Ho letto il Maxi: per me, storia piuttosto buona con alcune riserve sui disegni.

La storia (CON SPOILER). La vicenda è abbastanza intricata, diciamo che per cogliere tutte le varie fasi ed i personaggi bisogna stare abbastanza "sul pezzo". Ad una seconda lettura si apprezza di più, o meglio, per me è stato così. La storia di base è di base è molto classica: congiura contro gli indiani ordita da un politico di Washington con l'aiuto di affaristi locali, tentativo di far fuori Tex estromettendolo da agente della riserva, intervento dell'esercito con relativo ufficiale ottuso... Insomma, niente di veramente nuovo. La cosa che mi piace è come viene sviluppato il tutto: l'intreccio è valido, i dialoghi interessanti e divertenti, alcune situazioni veramente spassose (Tex che usa la testa del segretario del cattivo di turno per bussare ad una porta è bellissima). Bello poi rivedere Tex in azione contro i militari.

Tex ovviamente è il solito risolutore, anche se pure gli altri pard non sfigurano affatto, così come MacParland e Parker. Valido pure il personaggio di Samuel: non so se sia stato un modo per "allungare il brodo", ma l'ho trovato azzeccato (così come tutta la vicenda che gli gira intorno, con Kit Willer ferito dai due indiani). I vari personaggi, insomma, li ho trovati ben caratterizzati.

Capitolo colpi di fortuna. Si, Nizzi li ha usati, ma niente di così eclatante, almeno per me. La parte dove il tizio confessa nel sonno concordo che possa essere eccessiva, ma a parte questo è ben costruita. E poi non l'ho trovata così strana: insomma, la gente a volte parla nel sonno :P

I disegni. Ammetto che certe volte mi sembrava di leggere Martin Mystere: i volti mi hanno fatto tornare in mente il BVZM, Java, Dee & Kelly... Una sensazione strana su Tex :D Lo stile è quello, c'è poco da fare. Tuttavia, per me non è quello il problema: se un disegnatore ha un certo stile, cambiarlo è difficile e poi presumo che la cosa sia stata considerata quando gli è stato affidato il lavoro. La vera questione è che certe volte non si distinguono i vari personaggi, che in certi casi sono poco caratterizzati graficamente. Tex ed il figlio Kit in certe scene insieme sono praticamente identici. Stesso discorso per alcuni degli affaristi cattivi, che non riuscivo a distinguere.

Nel complesso una buona storia, che non entrerà in nessuna top ten ma si fa leggere volentieri.

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SPOILER

SPOILER

SPOI

(accidenti al tasto Invio)

 

SPOILER

SPOILER

SPOILER

 

Allora!

La storia parte abbastanza bene. Tutto il piano dei cattivoni mi sembra un po' macchinoso con qualche informazione di troppo in loro possesso (tipo che SANNO GIÀ che Ely Parker ha un memoriale da usare in caso di morte prematura), però ok, la storia regge.

Poi si sviluppa con qualche scena un po' imbarazzante (Tex che dà il dollaro al ragazzino indiano dicendogli di comprarsi dei dolci), ma diciamo che nel complesso la vicenda scorre bene, si legge con piacere.

Al punto che viene da gridare al miracolo: una storia decisamente migliore del Maxi di Casertano (che pure non mi era affatto dispiaciuto a una prima lettura).

 

Poi arriviamo a pagina 151 con la scena della prostituta che scopre il complotto perché il suo cliente confessa nel sonno.

 

Ecco, pur con tutta la buona volontà, lì mi è cascata la faccia e ho passato le 120 pagine seguenti a recuperare i pezzi di faccia che mi erano caduti.

Tutta l'ultima parte l'ho trovata semplicemente noiosa: non tanto perché sia tutto già visto cento volte (se pensassi all'originalità non leggerei Tex), ma proprio perché non c'è più tensione: il ragazzino Navajo trova il covo dei ribelli da solo inseguendo una capra (!), Tex arresta gli indiani perché sono sbronzi e non fanno resistenza (!!), sembra che stia per scoppiare una guerra indiana e poi arriva il generale che salva capra e cavoli (!!!).

 

Una volta imbroccata la strada della, ehm, "botta di fondoschiena una dopo l'altra" è finito anche il mio interesse per la storia.

 

Che pure ha dei pregi: dei buoni dialoghi disseminati lungo le 272 pagine, un Tex ben caratterizzato, delle scene molto riuscite come il pestaggio di Griffith e dei suoi tirapiedi. E dei buoni disegni, che Alessandrini magari non è proprio il più adatto a Tex, ma il suo mestiere lo sa fare e si vede che ci mette l'impegno.

 

Insomma, una storia che mi ha lasciato l'amaro in bocca per l'enorme occasione sprecata e la certezza pressoché assoluta che Nizzi non regge più le storie lunghe.

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Comincio dalla fine, cioè con il mio voto alla sceneggiatura: 3.
Vado a motivare.
Quando c'è stata l'occasione, non ho mai mancato di elargire a profusione lodi sperticate ma assolutamente meritate (l'ultimo caso si è verificato con il cartonato "Pearl", peraltro quasi unanimamente giudicato in questo forum come un albo superbo), ma qui purtroppo mi sento di dover stroncare "La grande congiura" senza "se" e senza "ma". La definirei "La grande delusione".
Il motivo è che una storia può anche essere telefonata (e questa lo è), può anche sapere di dejá vú (e questa lo sa), ma comunque trasmettere emozione, coinvolgimento, curiosità, interesse, empatia, insomma una qualche sensazione positiva, quindi risultare comunque apprezzabile e apprezzata.
Ma con questa storia più andavo avanti nella lettura e più il fastidio aumentava. E quando, finalmente giunto alla fine, mi sono reso conto di averla letta per inerzia (seppur, ci tengo a precisarlo, con molta attenzione e senza distrazioni, anche perchè la trama fila via liscia), ebbene, una storia che si legge senza provare il piacere della lettura è da insufficienza grave, anzi gravissima.
Nello specifico, vediamo cosa non è mi è andato giù, premettendo che leggo Tex come svago, non mi ritengo affatto un esegeta critico o pignolo come altri, quindi se espongo una dura critica è perchè davvero ho trovato insopportabile questa storia.
*
SPOILER *** SPOILER *** SPOILER
*
1) La sagra della fortuna (o della casualità)
Le situazioni "deus ex machina", i jolly già confezionati, le semplificazioni risolutive di comodo, che non costano sforzo creativo all'autore, si sprecano:
● I rapitori di Parker fanno abilmente sparire le loro tracce, Tex brancolerebbe nel buio o comunque spenderebbe tempo prezioso per ritrovare la loro pista, ma ecco che appare la versione spione dell'origlione, il bambino pastore che tutto vede e tutto riferisce a Tex. Soluzione di comodo, troppo comodo.
● Si pianifica un attentato a Tex all'uscita del ristorante, i banditi reputano infallibile il piano (e lo sarebbe anche...), invece Tex scansa tutti i colpi e fa fuori gli attentatori, l'unico bandito superstite si dà alla fuga e invece di inseguirlo e catturarlo quale testimone per incastrare il mandante, Tex dice di lasciarlo perdere. Questo esito è in palese contrasto con il finale dell'albo, dove il capo della congiura Wallace viene incriminato non quale mandante della congiura (che, ricordiamolo, avrebbe previsto l'uccisione di Parker e una guerra indiana con chissà quanti morti) ma come semplice mandante di un furto in villa costato la vita alla padrona di casa e al suo maggiordomo; e come viene inchiodato Wallace? Grazie alla testimonianza dell'unico sgherro prezzolato sopravvissuto all'irruzione in villa.
● Il capo della congiura, Wallace, dice di essere venuto a sapere FORTUNOSAMENTE il nome del notaio dove Parker ha depositato il memoriale che lo incastrerebbe.
Inoltre, sempre Wallace dice di aver pagato i segretari del notaio per farsi dire che il memoriale è nella cassaforte di casa, non in quella del suo studio. Ma Wallace è l'orditore di una sofisticata congiura o un babbeo che non sa dove i notai tengono i documenti scottanti?
Come se non bastasse questo a stendere i tappeti rossi al progetto di Wallace di impadronirsi del memoriale di Parker, "si dà il caso che il notaio sia a Boston per affari e la moglie è andata a trovare certi parenti a Chicago. La sua casa sarà dunque vuota ad eccezione dell'ANZIANO maggiordomo SORDO. Tu [rivolgendosi al complice] ci sei già stato una volta per portargli dei documenti, dunque troverai lo studio A COLPO SICURO".
● Il ladro scassinatore, gravemente ferito nell'incursione in casa del notaio dal maggiordomo ANZIANO e SORDO, ha bisogno urgente di un dottore e chi incontra nel cuore della notte, nella strada isolata e deserta fuori paese? Il dottore!
● Il capo indiano riferisce a Tex che "il covo della banda di Corvo Rosso è stato scoperto da un pastore della nostra tribù PER CASO, mentre inseguiva una pecora che si era allontanata dal gregge."
● Kit Willer deve far giungere un messaggio a Parker nello scantinato dove è tenuto prigioniero: "Nelle tasche ho sempre della carta e una matita".
● Bisogna trovare il nascondiglio dove è prigioniero Parker. Il bandito che lo ha condotto là parla nel sonno e dice "solo io so dove si trova Parker", la prostituta che è nel letto con lui (ma con tutto quel ben di dio che si vede nella vignetta, quello dorme?) ascolta e lo va a riferire a Carson, attratta dalla taglia per chi fornirà informazioni utili al ritrovamento di Parker. Il bandito, sorpreso nel sonno da Carson, sfugge all' inebetito vecchio cammello, che gli spara a una gamba, ma quello cade dal balcone e muore sul colpo! Addio informazioni. Ma il peggio deve ancora venire: saputo della fine del suo uomo, Wallace si rende conto di non avere più nessuno che sappia dirgli dove è tenuto prigioniero Parker! Ma come! Il mandante che ordina un rapimento non si fa dire dai suoi prezzolati dove avrebbero nascosto il suo pericoloso e odiato avversario?
Kit Willer è svenuto dopo uno scontro con alcuni assalitori, sotto il sole cocente sta per tirare le cuoia ma ecco che un vecchio di passaggio in quel luogo sperduto trova Kit, lo cura sul posto dall'insolazione con una pomata che ha con sè e infine lo conduce a casa sua per la convalescenza.
2) La sagra della ridondanza
Innumerevoli vignette sprecate a dirci, in telecronaca mentale, quello che l'immagine già ci mostra con chiarezza. Esempi:
"Appesantirò il biglietto con un sasso" mentre si vede Kit che avvolge un sasso con un foglio di carta.
"Sta bruciando il biglietto perchè non glielo trovino addosso" mentre si vede Parker che brucia il messaggio lanciatogli col sasso da Kit.
"In questo punto ci sono delle fessure in cui si può piazzare la dinamite in profondità" mentre si vede Tex che piazza i candelotti.
"E' una miccia a combustione lenta, avrò tutto il tempo di mettermi al riparo": fosse anche stata a combustione rapida, essendo la dinamite collocata in zona nascosta e senza necessità che scoppi ad un preciso momento, Tex avrebbe potuto predisporla lunga quanto bastava; ma a che serve farci sapere una cosa non solo visibile ma anche totalmente scontata?
3) La sagra dell'inutilità
Nel corso della storia, le domande banali e inutili con risposte altrettanto inutili non si contano. Una tra tutte:
Tiger: "Dove avranno condotto Parker?" Kit Willer: "In un luogo dove possano nasconderlo e sorvegliarlo".
Quando certe domande/risposte non sono banali sono scontate e comiche:
Tex (prima di partire d'urgenza nel cuore della notte): "Prenderò con me della dinamite"
Carson: "Dove trovi la dinamite a quest'ora di notte?"
Tex: "Vado a tirare giù dal letto il proprietario dell'emporio"

Carson: "Già, me lo immaginavo..."
4) La sagra del piccione
● Tex in mutande disarmato che chiede scusa ai banditi non è stato sufficiente. Ora vediamo anche Carson che, dopo un "toc toc" alla porta della sua stanza d'albergo nel cuore della notte, non solo non chiede "chi è?" per rassicurarsi o in caso contrario prendendo precauzioni, ma anzi va direttamente ad aprire la porta in mutande e disarmato.
Carson in questa storia è proprio maldestro: mentre sta penetrando di soppiatto nel covo dove è prigioniero Parker, spezza con un piede l'unico rametto secco presente nel raggio di miglia e il "crack" allerta i banditi, che danno il via allo scontro a fuoco con i nostri.
Scontro duro? Macchè! I banditi, rinforzati dai numerosi complici di ritorno dai pascoli richiamati dagli spari, vengono fatti fuori come tordi uno dopo l'altro da quattro gatti accerchiati e barricati in casa, di cui peraltro sparano solo in due (i due Kit): i pochi superstiti se la danno a gambe.
● La banda di indiani ribelli che aveva assalito il treno e preso Parker viene catturata senza colpo ferire, anzi, in quanto addormentati per la sbronza presa vengono  comodamente trasbordati, ancora dormienti, dal loro accampamento alle canoe per essere condotti dai militari con cui Tex si era impegnato.
*
FINE SPOILER *** FINE SPOILER *** FINE SPOILER
*
Capitolo disegni: lo stile di Alessandrini è molto personale e non richiama a mia memoria nessun disegnatore storico di Tex, ma a me non piace. Il tratto è troppo "martinmysterico": Parker sembra spesso il sosia di Java, Tex in alcune vignette iniziali sembra la versione mora del biondo Martin Mystere e si distingue dal figlio, quando appaiono insieme, solo per la diversa altezza. Le vignette sono comunque pulite e leggibili.
Voto specifico ai disegni: 5

Modificato da PapeSatan
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In coda al mio intervento precedente, la rilettura di "Taglia: duemila dollari" propedeuticamente a "Ritorno a Redrock" mi fornisce l'esempio, per curiosa combinazione, di come una stessa identica sputata situazione - agguato a Tex al ristorante da sicari piazzati fuori - sia trattata magistralmente da GLB in "Taglia: duemila dollari" e puerilmente da Nizzi ne "La grande congiura": nel primo caso Tex schiva il colpo, mettendosi poi al riparo, perchè compie un improvviso gesto di richiamo verso il cameriere e ciò lo sposta dalla traiettoria di tiro (casualità motivata), mentre nel secondo caso Tex, a figura intera spianata di fronte ai sicari, esce indenne dalla gragnuola di proiettili sparati dai molti tiratori scelti...  scelti, sì, ma al luna park nello stand della pesca miracolosa dei bambini (casualità immotivata). 

Non è da questi particolari che si giudica un giocatore... ma uno sceneggiatore sì.

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Le congiure, Nizzi le sa proprio fare, si muove bene tra politicanti, intrallazzatori e militari corrotti. Da Le rapide del Red River a La Congiura, da Fiamme sull'Arizona a Attentato a Santa Fe, dalla splendida saga messicana a Gli Uomini che uccisero Lincoln, lo sceneggiatore modenese dimostra sempre di avere la penna felice, quando coinvolge Tex in simili trame.

 

Certo, La grande congiura non è esente da pecche. I colpi di fortuna si sprecano, alcune situazioni sono tiratissime, come quella del bandito che parla nel sonno. Tecnicamente non sarà la sua migliore sceneggiatura, ma è una storia divertente, briosa, con alcuni momenti semplicemente spassosi. Con i quattro pards che si dividono (Kit e Tiger da un lato, Tex e Carson dall'altro, poi anche questi ultimi due sono costretti dalle circostanze a dividersi), c'è praticamente spazio - e in qualche misura gloria - per tutti. A leggere queste pagine, sembra di respirare la fragranza, la freschezza, di certi Nizzi d'antan, quando l'autore di Fiumalbo era al vertice della sua vena artistica. E fatemi dire che quando una storia fila liscia così, quando dimostra una frizzantezza e così tante "bollicine" - sorprendenti se si pensa all'età anagrafica di chi ha scritto l'avventura in questione - beh, un po' me ne infischio di alcune situazioni border line, di alcuni snodi sui quali Nizzi avrebbe potuto impegnarsi di più. Mi ha divertito, e tanto mi basta, e lo ha fatto con una storia piena zeppa di suoi "déjà vu", con una sceneggiatura talmente trita e ritrita da essere quasi oltraggiosa, tanto che non mi capacito come una variante di una trama così abusata possa ancora farmi passare un'ora e mezza di appagamento.

 

Sono forse diventato io più di bocca buona? Stanco dai mille impegni quotidiani, spengo il cervello e leggo col pilota automatico?  Sono domande che mi pongo un po', da quando mi accorgo di essere un po' più pigro, come lettore, e meno pignolo. Ma è solo la mia pigrizia, solo la mia stanchezza, a farmi appassionare a una trama vecchia e stravecchia? O è l'abilità dell'ottuagenario sceneggiatore, a consentirmi di procurarmi del sano divertimento con una trama old style così ben condita di siparietti divertenti, di bei dialoghi, di tanta azione resa in maniera appassionante?

 

La verità è che gli ultimi due maxi di Nizzi mi sono davvero piaciuti. Non capisco i tre alla sceneggiatura, opinioni naturalmente ma per me incomprensibili, limite mio. Condivido chi ne vede i difetti, tanti, ma non tali da guastarmi il piacere di una lettura fresca, dissetante. Ed è da qui che vedo che Borden ci aveva visto giusto, a richiamare questo veterano che in passato ce ne ha fatte vedere di tutti i colori. Ha quasi ammazzato Tex, nella fascia post 500, e il suo arruolamento mi aveva fatto pensare a un Boselli alla canna del gas. E invece Mauro ci aveva visto giusto: non aveva, purtroppo, previsto le bizze di una persona incontenibile, incontenibile anche nel fatto di parlare a sproposito. Questo è stato il vero peccato di Borden, questo il vero limite di Nizzi. Ma come autore, a quest'età è ancora un vecchio leone. Peccato, davvero.

Modificato da Leo
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Che bravo @Leo !:clapping:

Non è solo un commento alla storia in questione ma un bel ritratto dell'autore di Fiumalbo o almeno di un aspetto del suo rapporto con Tex e, mi permetto di dire, anche con te stesso.

Le sue bizze mi hanno sempre infastidito, sia nel passato più remoto (tipo l'intervista di anni fa da me postata) che in quello più recente (il pubblico attacco frontale a Boselli).

Episodi inutili e francamente patetici.

Ma come autore io continuerò a vedere il bicchiere mezzo pieno, per le tante belle storie che ci ha regalato, mettendo da parte invece quelle deludenti, che non sono poche.

Non credo che stanchezza e pigrizia possano "ammorbidire" un giudizio; passare un'ora e mezza di appagamento come dici tu, oggi è tutt'altro che scontato per un fumetto, così come un libro o un film.

A volte c'è voglia di capolavori, a volte di "semplici" letture rilassanti.

Mi hai fatto venire voglia di acquistarlo: magari lo stroncherò con un bel 3 ma non me ne pentirò;)

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Questo Maxi, secondo me, invece è l'ennesima dimostrazione di come Nizzi non abbia più niente da dire su Tex (e questo da un bel pezzo, diciamo una ventina d'anni). 

Se gli altri sceneggiatori, da Boselli a Ruju, a Giusfredi si sforzano di trovare idee (in parte) nuove, location inedite, personaggi originali (ispirandosi magari alla Storia del West), a volte riuscendoci, a volte no (ma comunque provandoci sempre), Nizzi invece si limita a riciclare i vecchi cliché del passato, sempre identici, sempre uguali, senza variazioni, senza nemmeno uno straccio di idea o situazione nuova. E senza nemmeno prendersi la briga di cercarla.

 

Il risultato è una storia che a mano a mano che procede (col pilota automatico) tra luoghi comuni, frasi fatte e personaggi di cartone, si trasforma sempre più in una commedia, fino a diventare, spesso e volentieri, comica. Volutamente comica. Come se lo sceneggiatore, dopo aver raccontato per la centesima volta la stessa trama non si sforzasse nemmeno più di renderla credibile, ma strizzasse l'occhio al lettore come per dirgli: "dai, ridiamoci su!".

 

La scena del rapitore che parla nel sonno NON è una caduta di stile o una scorciatoia narrativa (scorciatoia di cosa, visto che non ha alcuna conseguenza a fini narrativi?), è VOLUTAMENTE una gag comica che Nizzi ha inserito per ravvivare una sceneggiatura noiosa, e per divertirsi un po' lui stesso. Se ci fate caso la scena è totalmente da fumetto comico: la prostituta bussa alla porta di Carson che sta dormendo e che apre a torso nudo scusandosi se si presenta così. La prostituta risponde: "Oh, ci sono abituata!" . Poi spiega a Carson che l'uomo con cui ha dormito parla nel sonno dicendo: "Solo io so dove si trova Ely Parker. Solo io!". Naturalmente lei vuole una ricompensa per l'informazione. Carson allora va nella stanza dell'imbecille che, assonnato, lo accoglie con un: "Sei tu Lola?". Poi, vedendo invece Carson, cerca di scappare dalla finestra, ma colpito da una pallottola alla gamba cade goffamente in strada e si rompe l'osso del collo. La gag si conclude con la prostituta delusa perché non avrà i cento dollari di ricompensa...

 

Ma le scene comiche continuano: gli assassini uccidono la moglie del notaio che li sorprende e si arrabbiano perché in casa - secondo le informazioni avute - non doveva esserci nessuno. Poi arriva il maggiordomo e fanno secco anche lui, e loro commentano scocciati: "Pure il maggiordomo!". Una scena di humour nero più da Torpedo (il personaggio di Abuli e Bernet) che da Tex.

 

Il colonnello Grossman è poi una caricatura totale (a partire dal nome), dovrebbe essere un ammazzaindiani ma non ne becca una, e si fa prendere in giro persino dallo scout indiano che gli consiglia di non accamparsi nella vallata perché rischia un'alluvione, poi, quando il torrente d'acqua arriva e travolge comicamente i soldati, lo scout se ne sta con la sua tenda all'asciutto in un luogo rialzato, e il famigerato colonnello inzuppato pensa tra sé: "Morte e dannazione! Non avrei mai creduto di dover inghiottire questa umiliazione da un indiano pidocchioso!".

Tutte scene comiche.

Come il capo della congiura che a un certo punto non sa neppure lui dov'è nascosto il rapito, oppure Tex e Carson che si perdono di vista e non sanno più cosa sta facendo l'uno e cosa l'altro, oppure i terribili rapitori indiani ritrovati ubriachi da Tex in una caverna e portati via di peso ancora addormentati per usarli come prova, oppure come il finale ridicolo in cui il grande congiurato si suicida buttandosi dalla finestra solo per la paura della testimonianza di un suo sottoposto insignificante! 

 

Questo non è una storia di Tex, è una sua versione comica. Non una parodia, o una presa in giro, questo no, ma una specie di fumetto post-moderno, in cui il lettore non si deve immedesimare nei personaggi e nella vicenda, ma divertirsi a leggere situazioni già viste che, raccontate così, fanno solo sorridere. E i disegni di Alessandrini sono perfetti per una simile storia: totalmente inadatti a un albo "serio" di Tex, sono invece perfettamente funzionali a una sua versione comica.

 

Insomma, per me negli ultimi anni Nizzi invece di Tex avrebbe dovuto scrivere storie di Leo Pulp, l'ironico investigatore hard-bolide da lui inventato. Sarebbero state storie divertentissime.  E lui e noi ne saremmo stati soddisfatti e appagati. Perché invece ci si è accaniti a fargli sceneggiare Tex, un personaggio di cui chiaramente si è stufato e che non gli accende nemmeno una scintilla di fantasia?

 

 

Modificato da Poe
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Juan Ortega dice:

Che bravo @Leo !:clapping:

Non è solo un commento alla storia in questione ma un bel ritratto dell'autore di Fiumalbo o almeno di un aspetto del suo rapporto con Tex e, mi permetto di dire, anche con te stesso.

Le sue bizze mi hanno sempre infastidito, sia nel passato più remoto (tipo l'intervista di anni fa da me postata) che in quello più recente (il pubblico attacco frontale a Boselli).

Episodi inutili e francamente patetici.

Ma come autore io continuerò a vedere il bicchiere mezzo pieno, per le tante belle storie che ci ha regalato, mettendo da parte invece quelle deludenti, che non sono poche.

Non credo che stanchezza e pigrizia possano "ammorbidire" un giudizio; passare un'ora e mezza di appagamento come dici tu, oggi è tutt'altro che scontato per un fumetto, così come un libro o un film.

A volte c'è voglia di capolavori, a volte di "semplici" letture rilassanti.

Mi hai fatto venire voglia di acquistarlo: magari lo stroncherò con un bel 3 ma non me ne pentirò;)

 

Grazie Juan per l'apprezzamento :) . Non credo che lo stroncheresti con un 3, a mio parere non lo merita. Resta il fatto che la storia potresti anche disprezzarla, come accaduto a Poe, che non capisce come ci si possa accanire a far scrivere Tex a Nizzi.

 

Circa il mio modo di essere lettore, mi rendo conto di essere effettivamente meno attento, leggo con maggiore velocità. Prima non ero così, davo molta importanza alla coerenza dei singoli snodi narrativi. Non voglio dire di essere radicalmente cambiato, ma leggo con più... accondiscendenza, e non so questa mia nuova predisposizione da dove derivi.

 

Certo, mi sembra ora di essere più vicino agli utenti di facebook, che prima criticavo per la superficialità di certi giudizi, che ai pards del forum. Da quello che leggo su FB, anche questa storia è piaciuta molto (e in questo senso continuo a credere che Borden non si accanisca a far scrivere Nizzi, ma abbia invece le sue ragioni), mentre qui leggo dissensi anche molto aspri. Continuo a ritenere che il forum sia frequentato da utenti mediamente più competenti e più attenti, e in questo senso più meritevoli di attenzione da parte mia. Però, certe stroncature, se pure mi paiono convincenti sul piano razionale e per la qualità con cui sono scritte, nel fondo del mio "inconscio" non mi convincono, perché io mi sono divertito, e tutti questi difetti - che ci sono - non mi sono parsi così gravi, non tali almeno da comminare a questa fatica nizziana una stroncatura netta. Non è un capolavoro, continuo a ritenere, ma assolve perfettamente al suo compito di divertire, proponendo un buon Tex. E' una storia senza "nemmeno una scintilla di fantasia", come dice Poe, ma proprio questo la rende ai miei occhi più attraente, perché nonostante proponga situazioni straviste, pure riesce ancora a divertirmi. E non diverte solo me, a giudicare ai commenti sui social. E credo si sia divertito anche Nizzi. 

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Se questo Maxi va giudicato per il divertimento (inteso come comicità o, meglio, ridicolaggine) che procura, allora è da 8 in pagella. Il commento di @Poe è ineccepibile al riguardo.

Ma se lo giudichiamo per quella che deve essere una storia degna del Tex vero, duro e puro, con una sceneggiatura all'altezza, allora mi spiace ma per me è un albo da 3 secco. Basta leggere la sfilza di emerite topiche che sono state ben individuate e descritte da vari commentatori, oltre a me stesso. Se compro un biglietto del cinema con l'aspettativa di gustarmi un western di John Ford o di Howard Hawks (di tal lignaggio alcuni reputano che Nizzi debba considerarsi ancor oggi) non posso poi ritrovarmi a sorbirmi "Ciccio perdona... io no", divertentissimo film nel suo genere, per carità, ma non mettetemelo in una rassegna di cinema Western con la W maiuscola come deve essere Tex. 

Sono davvero amareggiato dopo aver letto questo Maxi, perchè pur riconoscendomi (e l'ho pure scritto nel mio post) nello spirito leggero, di puro svago, con cui @Leo approccia la lettura di Tex, mi sono sentito trattato da lettore allocco a cui si può rifilare qualunque boiata buttata lì a caso, senza idee, tanto chi se ne frega...

Modificato da PapeSatan
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Sembra di essere tornati indietro di una ventina di anni, soliti soggetti, solite sceneggiature, solito Nizzi. Sì, sembra proprio una delle tante avventure scritte dallo stesso autore in passato, e mi riferisco al secondo Nizzi, ovviamente. Non manca, infatti, l’origlione, il politicante corrotto, i suoi complici pezzi grossi, l’ufficiale idiota, il solito oro dei Navajos a completare la sagra del “tutto facile” per Tex e co., che se la cavano, alla fine, soltanto grazie ad un generale arrivato sul posto non si sa come e perché (e con che velocità), il quale addirittura degrada l’ufficiale idiota (questa è la prima volta che mi capita, non credo sia possibile) spedendolo in Florida ( questo si può fare). Il tutto farcito da disegni quasi improponibili, ai quali do, però, la sufficienza, per rispetto. Insufficienza piena, invece, per il buon Boselli (ed è la seconda, dopo quella per la storia di Burattini), che permette la pubblicazione di simili storie. Come dire che, non avendone mai presa una sulle sue storie, le prende su quelle altrui. Ma anche questo è il mestiere del curatore.

  • +1 1
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Andrea67 dice:

Sembra di essere tornati indietro di una ventina di anni, soliti soggetti, solite sceneggiature, solito Nizzi. Sì, sembra proprio una delle tante avventure scritte dallo stesso autore in passato, e mi riferisco al secondo Nizzi, ovviamente. Non manca, infatti, l’origlione, il politicante corrotto, i suoi complici pezzi grossi, l’ufficiale idiota, il solito oro dei Navajos a completare la sagra del “tutto facile” per Tex e co., che se la cavano, alla fine, soltanto grazie ad un generale arrivato sul posto non si sa come e perché (e con che velocità), il quale addirittura degrada l’ufficiale idiota (questa è la prima volta che mi capita, non credo sia possibile) spedendolo in Florida ( questo si può fare). Il tutto farcito da disegni quasi improponibili, ai quali do, però, la sufficienza, per rispetto. Insufficienza piena, invece, per il buon Boselli (ed è la seconda, dopo quella per la storia di Burattini), che permette la pubblicazione di simili storie. Come dire che, non avendone mai presa una sulle sue storie, le prende su quelle altrui. Ma anche questo è il mestiere del curatore.

E ci risiamo. Un altro che non capisce quale siano le responsabilità di un editor. Ci sono decine di migliaia  di lettori a cui Nizzi piace.  Questo dovrebbe essere sufficiente a farti capire il motivo della scelta. Anche qui a qualcuno la storia è 

 piaciuta.  Per fare uscire solo le storie che piacciono a te non ci vorrebbe un curatore, bensì un mago mentalista. :D

Ma tanto Nizzi se ne è andato sbattendo la porta.. Da questo dovresti arguire che qualche minimo necessario intervento c’è stato. Non sufficiente per te.  Ma troppo per Nizzi. 

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

Ma tanto Nizzi se ne è andato sbattendo la porta.. Da questo dovresti arguire che qualche minimo necessario intervento c’è stato. Non sufficiente per te.  Ma troppo per Nizzi. 

 

Ma quindi Nizzi avrebbe sbattuto la porta per qualche intervento redazionale su questa storia?

 

In attesa della risposta, intervengo nuovamente sulla querelle Nizzi. Diversi utenti hanno detto che la storia sarebbe impubblicabile, o hanno dato voti pessimi. Nizzi qui è stato bocciato anche per l'altro maxi sulla missione spagnola, anche in quel caso mi pare di ricordare con critiche molto marcate. L'assunto è che si trattasse di storie antitexiane, con un personaggio stravolto, per l'appunto impubblicabili. In quanto tali, si tira per la giacchetta anche il curatore, reo di aver fatto uscire simili scempi. Giudizi così tranchant non sono un'offesa solo per il curatore (non parliamo dell'autore) ma anche per quanti hanno invece apprezzato. Pare quasi che siano dei minus habens, per essersi fatta piacere simile sbobba. Anch'io in passato sono stato abbastanza tagliente in alcuni miei giudizi, e guardavo quasi con disprezzo gli utenti di facebook, il cui entusiasmo me li faceva apparire come gente senza palato, senza spirito critico, ciechi che non si avvedono di quanto schifo facciano determinate storie, di quanto danneggino il personaggio.

 

Poi mi accorgo che i due maxi di Nizzi mi sono piaciuti. A leggere molti utenti di qui, sarei nel torto: cavolo, Nizzi tradisce Tex, troppe piccionate, troppi snodi narrativi sciatti, troppi colpi di fortuna. Poi però ricordo che è Boselli che ha chiesto a Nizzi di tornare, e addirittura ricordo un suo parere positivo sulla storia della missione spagnola. Il Bos da qualche parte si è "lasciato andare", dicendo che trovava la storia buona, e non credo che lo abbia fatto solo per ragioni di bottega. Credo che Boselli (a proposito, Bos, ti sei per caso iscritto su facebook? se sei tu il Mauro Boselli che ho appena visto, sappi che ti ho chiesto l'amicizia) stimi davvero le capacità autoriali di Nizzi, del Nizzi di oggi, intendo, non di quello di trent'anni fa. Sa che c'è un certo pubblico che ama certi cliché, certe impostazioni narrative, alcuni tipi di dialoghi. Non è un Tafazzi masochista, lo richiama perché crede che sia utile alla causa. Molti lettori approvano, tra questi - sorprendentemente anche per me stesso - anch'io. 

 

Che razza di lettore sto diventando? Uno che legge col pilota automatico? Uno che si fa andare bene tutto? Uno che in Tex vede solo "il bagno caldo" di cui Nizzi parla in una sua intervista? Ricordi, caro Leo, quando il vedere il nome di Nizzi sul tamburino ti faceva venire l'orticaria? Cos'è, la tua, forse una certa nostalgia di quando eri ragazzo? O forse, come pure teorizzavo, sono i tanti e pressanti impegni quotidiani che mi fanno pretendere da Tex solo un po' di spensieratezza? Su FB, un utente oggi ha scritto: "Grazie Tex, 80 minuti di spensieratezza". Questo pubblico c'è, Boselli lo sa. E' forse composto tutto da deficienti? Non è che forse Tex è "solo" un fumetto, dal quale dobbiamo pretendere che sia ben scritto, certo, ma accettando che c'è chi viviseziona ogni singola vignetta e chi invece guarda al risultato complessivo? Che ci sono modi di leggere diversi, livelli di lettura alternativi, e che un fumetto che nasce e resta popolare deve soddisfare i palati più svariati?  E che anche palati esigenti (quale io continuo tutto sommato a ritenermi) in determinati momenti vogliono un paninozzo ignorantone alla mortadella, dal profumo e gusto familiari, e stanno bene così? 

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Trovo che la qualità complessiva intera sceneggiatura possa essere simbolicamente e/o sinteticamente giudicato grazie alle pagine da 49 a 63.
Corvo Rosso sa che Tex è sulle sue tracce e fa di tutto per confonderle o nasconderle prima di consegnare Elly Parker ai suoi custodi, però eseguito il compito se ne torna indietro cavalcando allo scoperto e senza preoccupazioni, come se andasse a fare una scampagnata. I pard lo intercettano e lui si nasconde in un canyon, dove si infilano tutti e quattro i suoi inseguitori. Secondo logica, almeno uno avrebbe dovuto aggirare la montagna per presidiare l'altro lato, invece mentre il pirlone si infila nella gola, Tex dice: "Dobbiamo tagliarli la strada", quando l'altro è a dieci metri dall'imbocco del canalone e infatti la battuta successiva è "E' in vantaggio su di noi". Ma va?
Poi, Kit sta per essere aggredito alle spalle e Tiger, da una roccia più in alto, anziché estrarre al volo la Colt  spicca un balzo e coltello alla mano atterra sul ribaldo. Ne nasce una collutazione, con Kit che non interviene pensando che sparando rischia di colpire l'amico. Poi ci ripensa, ma da due metri non pensa a colpire Corvo Rosso alla mano che brandisce un coltello, ferendolo e disarmandolo, ma lo uccide pentendosene subito dopo e facendo la faccia mogia temendo la sculacciata del padre, che invece lo difende. Mi aspettavo gli desse cinque dollari per comprarsi dello zucchero filato al trading post di Kayenta.
Nel complesso i quattro fanno la figura dei fortunelli che beccano per caso un cretino, pensano di catturarlo cavalcando Varenne e i suoi figli mentre Corvo Rosso è sul nipote del somaro di Sancio Panza, giocano alla caccia al puma sulle rocce l'unico a sparare lo fa nervoso, seguendo un istinto.
Era dai tempi de "I forti di Forte Coraggio" che non vedevo protagonisti così sprovveduti.

Modificato da San Antonio Spurs
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Finito ora il nuovo Maxi. Non una storia memorabile, ma una piacevole lettura texiana, dove Nizzi ha dosato, invero senza grandi guizzi di fantasia, alcune componenti classiche delle storie del nostro ranger, con un certo mestiere.  Capisco che ormai Nizzi venga spesso criticato a prescindere, ma a me, sinceramente, questo Maxi non è dispiaciuto e lo trovo più che decoroso. Personalmente mi rammarico che sia uscito dalla Bonelli sbattendo la porta e rilasciando delle dichiarazioni spiacevoli, che non gli hanno certo fatto onore. Non mi sarebbe dispiaciuto leggere ogni tanto qualche altra sua storia, probabilmente non particolarmente originale, ma lineare, priva di dialoghi tanto fitti quanto stremanti e di "sottotrame e controtrame", che costringono talvolta il lettore a tornare indietro di diverse pagine per riprendere il filo della storia.

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Non ho nulla contro la "spensieratezza". Ma porre la questione in questi termini mi pare fuorviante e vuol dire non voler vedere l'elefante rosa in mezzo alla stanza.

 

Ci sono un sacco di storie di Tex "spensierate", nel senso di non troppo drammatiche, divertenti, e personalmente non capisco a volte le critiche a storie dove Tex magari non ammazza nessuno come "Sangue sui Pascoli" (una storia per me divertentissima.

 

Ecco, "sangue sui pascoli" è una storia spensierata. Leggere Tex che mangia bistecche ogni 30 pagine come nell'ultima storia di Nizzi sulla regolare non è spensierato, è una palla, noiosissima, ti fa passare la voglia di leggere. "Spensierato" non è sinonimo di "noioso, pesante, insostenibile, irritante, molesto, indigeribile"

 

Nizzi non è "spensierato", perchè NON È POSSIBILE (almeno per me e tanti altri) LEGGERE CERTE COSE E DIVERTIRSI!

 

È come se c'è un tipo che ti punzecchia continuamente con uno spillone, fastidiosissimo, irritante, e c'è gente che passa e ti dice "ma fatti una risata ogni tanto", "dovresti divertirti di più", "non ti piace il sano divertimento" e ti chiedi se per questi il "divertimento" debba prevedere per forza irritazione, fastidio, mancanza di rispetto,

 

E mi chiedo se si sono dimenticati cos'è davvero il "divertimento".

 

Comunque, liberissimi di amare un Tex che preferisce mangiare torte invece che fare giustizia. Ma se la mettete sul piano della "spensieratezza", poi non lamentatevi se si fanno apprezzamenti sul tipo di lettori che ama Nizzi. Perché siete i primi a farlo su chi non va in brodo di giuggiole per certa roba.

 

Chi non ama Nizzi non è perchè "non sa divertirsi". Forse vi suonerà strano, ma ci sono maniere di divertirsi che non comprendono leggersi le torte di Nizzi. Il prossimo che ne parla in questi termini, gli rispondo che c'è gente che non sa leggere!

  • Confuso (0) 1
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<span style="color:red">11 minuti fa</span>, Diablero dice:

liberissimi di amare un Tex che preferisce mangiare torte invece che fare giustizia. Ma se la mettete sul piano della "spensieratezza", poi non lamentatevi se si fanno apprezzamenti sul tipo di lettori che ama Nizzi. Perché siete i primi a farlo su chi non va in brodo di giuggiole per certa roba.

 

Mi dispiace molto leggere questo messaggio, sinceramente. Il Tex che mangia torte (sul color storie brevi) l'ho criticato esattamente come te. Quando dici: "siete i primi a farlo" mi attribuisci una patente, mi cataloghi (con quel "Voi") in una categoria (quale sarebbe? Quella dei Nizziani?) a cui invece io non mi sento né credo di appartenere. Poi che cosa io farei per primo? Mi lamenterei perché altri non vanno in brodo di giuggiole? Davvero il senso del mio post può essere così travisato? Io non pretendo niente da nessuno, né mi lamento se altri non vanno in brodo di giuggiole. Il senso del mio post era: piano col definire le storie impubblicabili, perché ciò che per te è una ciofeca per altri non lo è, e dire che il curatore sbaglia è un'opinione e come tale dovrebbe essere esposta, non come una certezza assoluta con una sicumera a mio parere fuori posto. 

 

<span style="color:red">20 minuti fa</span>, Diablero dice:

Chi non ama Nizzi non è perchè "non sa divertirsi". Forse vi suonerà strano, ma ci sono maniere di divertirsi che non comprendono leggersi le torte di Nizzi. Il prossimo che ne parla in questi termini, gli rispondo che c'è gente che non sa leggere!

 

Anche qui. Io non volevo dire che chi non ama Nizzi non sa divertirsi. Ho detto un'altra cosa, e cioè che io con Nizzi mi ci diverto, e tu devi rispettare me come io rispetto te che non ti ci diverti. Non mi pare proprio di aver detto quello che tu mi imputi; inoltre, attribuirmi patenti come mi pare abbia fatto tu mi fa capire che anni di frequentazione forumistica e di confronti anche serrati non sono serviti a far capire chi io sia; anzi, si ha probabilmente di me una percezione molto lontana da quella che io credo di dare, e questo mi lascia come un senso di inutilità: se scrivere tanto e argomentare pareri non mi evita l'attribuzione di patenti, evidentemente non riesco proprio a far capire che tipo di lettore, o di persona, io sia, e allora se con la parola scritta non si superano certe barriere di incomunicabilità, il forum forse è davvero inutile... perdonate la malinconia di questa fine Pasquetta, ma vi dico con sincerità cosa penso in questo momento di fronte al post del Diablo, che pensavo avesse imparato a conoscermi come io credo di conoscere lui. Forse, però, non sono poi così significativo, come utente, da restare impresso :D

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Allora non ci siamo capiti, Leo, perchè diversi pezzi del tuo post per me dicono proprio le cose che stigmatizzo nel mio post.

 

Per esempio:

1 hour ago, Leo said:

Non è che forse Tex è "solo" un fumetto, dal quale dobbiamo pretendere che sia ben scritto, certo, ma accettando che c'è chi viviseziona ogni singola vignetta e chi invece guarda al risultato complessivo?

 

Questo non accusa, implicitamente, chi accusa Nizzi di "vivisezionare ogni vignetta" mentre invece si dovrebbe guardare al "risultato complessivo"?

 

Quando in realtà le critiche alle storie di Nizzi sono praticamente tutte non a un dettaglino qua e là, ma al fatto che complessivamente scrive storie in cui Tex è un mangione incapace, borioso e stupido?

 

Io non avrei nulla da dire su un post che dica semplicemente "a me questa storia di Nizzi è piaciuta, per questi motivi"

 

Ma non è MAI così: ogni singola volta, non so come mai, pare che sia obbligatorio mettere punzecchiature, accuse alla maniera altrui di leggere, commenti sulla capacità di divertirsi, e altre amenità varie...

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48 minuti fa, Diablero dice:

NON È POSSIBILE (almeno per me e tanti altri) LEGGERE CERTE COSE E DIVERTIRSI!

meno male che hai messo le parentesi

Quello che a te non piace magari ad altri si

 

Comunque credo che ognuno sia libero di leggere come gli pare

Analizzando o no

Io vado a istinto

Se mi piace lo sento

Se non mi piace ,lo sento

Poi a volte noto anche io dei dettagli screditanti o dei pro e contro ma di solito preferisco farmui guidare dalle pure sensazioni che mi da la lettura

Modificato da Grande Tex
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