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TWF - Tex Willer Forum

[Maxi Tex N.32] La grande congiura


MacParland
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My two cents: credo che ogni lettore, quando si approccia a Tex, cerchi divertimento (non inteso come comicità, ovvio), evasione, avventura, eccetera.

Credo anche che ogni lettore sappia, in cuor suo, che nelle storie d'avventura è normale il colpo di fortuna improbabile, la pistola del cattivo che si inceppa, l'incontro fortuito, ecc.

 

Tuttavia il punto è questi elementi vanno dosati con cautela e che ogni lettore ha il proprio "punto di rottura", dalla serie "il troppo stroppia".

 

Nel mio caso e nel caso di questa storia, così rimaniamo in topic, il punto di rottura è stata la scena del bandito che confessa nel sonno. PRIMA, e nel mio commento lo dico, avevo notato qualche faciloneria, ma, ehi, è avventura, e ci sono passato sopra al punto che la storia mi stava anche piacendo.

DOPO la scena della confessione in fase REM in me qualcosa si è rotto (niente facili battute, plz) e non sono più riuscito a godermi la storia come prima perché lo sfruttamento del colpo di fortuna improbabile era diventato sfrenato.

 

Però, come fa notare @valerio, sui social questa storia è applauditissima, pur con le critiche ai disegni, con commenti del tipo "FINALMENTE una bella storia, basta Mefisto!", ergo fuori da questo forum c'è un pubblico che queste storie le apprezza, probabilmente perché il loro "punto di rottura" è ben diverso e perché di Tex hanno una visione diversa.

Lo stereotipo del lettore che legge Tex ignorando il disegnatore (tranne i soliti) o lo sceneggiatore è reale ed è lo stesso tipo di fruitore che si può riscontrare nei fenomeni di massa (e Tex, con i suoi 150/160.000 lettori ancora lo è), ma non solo. 

 

io stesso (non si dovrebbero MAI usare le esperienze personali per dissertare sulle cose, ma ormai...) ho ereditato la passione per Tex da persone che hanno letto centinaia di numeri e che faticherebbero ad indicare le caratteristiche base di Tex e che lo leggono perché è un western e basta.

 

Evidentemente c'è una fetta di pubblico considerevole che VUOLE la storia con lo sceriffo corrotto e Tex e Carson che parlano per pagine e pagine attorno al fuoco perché per loro Tex è quello.

 

DI fronte a un western bellissimo, ma crepuscolare e antieroico, come "Hostiles" ho sentito una valanga di persone dire "mi ha ricordato molto il nostro Tex", laddove "Hostiles" è un film lontano anni luce come stile e poetica dalle storie del ranger.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Laramie dice:

sui social questa storia è applauditissima, pur con le critiche ai disegni, con commenti del tipo "FINALMENTE una bella storia, basta Mefisto!

@borden, prendi nota: le storie di Tex che piacciono alla stragrande maggioranza dei lettori sono così.

Perché ti ostini a scrivere un Tex che piace solo a dei caxacaxxi come me e @Diablero?

E' vero che ognuno ha un suo stile, che magari piace anche ad altre due o tre persone oltre ai due citati spaccamarroni, ma gli affari sono affari, perbacco.

Que viva Nizzi.

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Nel Tex ideale, le storie "fiume" (o evento) dovrebbero intercalarsi con avventure più leggere (e corte), in modo da accontentare tutti gli appassionati, che giustamente hanno i propri gusti. Se ogni storia di Tex deve per forza protrarsi per mesi, buttando a ogni nuova uscita nuova carne sul fuoco e ambire a diventare quella più lunga, elaborata e complessa, io mi trovo costretto a salutare e concentrarmi su altre letture, se invece la collana diventa una collezione di episodi fatti "col pilota automatico" con un determinato numero di pagine e osservando scrupolosamente un "decalogo" di regole fisse, sicuramente alla fine ne avrò a noia (vedasi la lunga fase calante di Nizzi).

Nel periodo che io definisco "d'oro" c'erano entrambi i modi di raccontare Tex, solo che si riusciva a dosare meglio gli ingredienti; per cui nelle storie epiche non mancavano mai i momenti divertenti e in quella di fascia medio-bassa c'erano ugualmente sequenze interessanti e da ricordare.

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<span style="color:red">53 minuti fa</span>, Letizia dice:

@borden, prendi nota: le storie di Tex che piacciono alla stragrande maggioranza dei lettori sono così.

Perché ti ostini a scrivere un Tex che piace solo a dei caxacaxxi come me e @Diablero?

E' vero che ognuno ha un suo stile, che magari piace anche ad altre due o tre persone oltre ai due citati spaccamarroni, ma gli affari sono affari, perbacco.

Que viva Nizzi.

 

 

Non posso mettermi a scrivere come lui, mi verrebbe una parodia.

 

Posso però provare ogni tanto a fare un'imitazione di GL.

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28 minuti fa, borden dice:

 

 

Non posso mettermi a scrivere come lui, mi verrebbe una parodia.

 

Solo una Borden. Soltanto una.

Per mostrare che si può fare Nizzi meglio di Nizzi.

Modificato da Dix Leroy
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A proposito di nizzate.

 

«Mamie, ce l'avresti un bel paio di bistecche con una montagna di patatine fritte?»

«Niente da fare, Kit. Quelle vanno bene per due omaccioni senza palato come

tuo padre e quel cammello di Carson, come lo chiama lui. Per te e per miss

Linda ho qualcosa di molto meglio. Un arrosto di montone tenero come il burro

e naturalmente una bella montagna di patate al forno.»

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1 ora fa, Dix Leroy dice:

Solo una Borden. Soltanto una.

Per mostrare che si può fare Nizzi meglio di Nizzi.

Lo farei peggio di sicuro. Lo trovo inimitabile 

Modificato da borden
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<span style="color:red">45 minuti fa</span>, borden dice:
2 ore fa, Dix Leroy dice:

Solo una Borden. Soltanto una.

Per mostrare che si può fare Nizzi meglio di Nizzi.

Lo farei peggio di sicuro. Lo trovo inimitabile 

 

Nel bene e nel male.:D

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3 ore fa, borden dice:

Posso però provare ogni tanto a fare un'imitazione di GL.

Una storia alla "a sangue freddo" ogni tanto in effetti non sarebbe male! B)

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4 hours ago, borden said:

Non posso mettermi a scrivere come lui, mi verrebbe una parodia.

 

Perfetto! Una parodia di Tex esattamente come le sue! :P

 

A parte le battute, se un fumetto dà al lettore "solo quello che vuole" (che siano patatine e bistecche su Tex o L'uomo Ragno che picchia Goblin), i fumetti sarebbero tutti roba mediocre e priva di inventiva e non varrebbe la pena leggerli. 

 

Paghiamo apposta dei PROFESSIONISTI per darci DI PIÙ di quello che saremmo capaci di fare da soli. Se un autore vede il pubblico che vuole Tex che mangia patatine, e sceneggia solo Tex che mangia patatine, più le altre scene "tipo" chieste dal pubblico...   cosa ci ha messo di suo?

 

(sulla gente felice su Facebook, io ci "farei la tara", molte sono maniere per lamentarsi di nuovo della storia di Mefisto, acclamano le storie "semplici" di Nizzi per dire a Boselli di farle "più semplici" (per me i problemi di quella storia erano altri ma non divaghiamo), non so se sarebbero così contenti a leggere Nizzi mese dopo mese per anni, io me li ricordo i commenti online degli ultimi anni di Nizzi prima dell'abbandoni...  e in ogni caso, Facebook non è rappresentativa perchè i commenti negativi vengono semplicemente cancellati dai moderatori delle pagine Bonelli)

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I più bravi non sono neanche professionisti, sono artisti con la A maiuscola.

GLB (o Moore o Barks o Trillo, solo per citarne alcuni) sono qualcosa ancora di più. Sono gli Italo Calvino o i Pink Floyd del fumetto, ovvero dei fuoriclasse.

Non fanno compitini, creano qualcosa di unico.

 

Nizzi al più è stato un onesto artigiano e solo all'inizio. Lavoro rispettabilissimo e con la sua parte di creatività, ma il livello è un altro.

 

Io non mi sono mai iscritto a Facebook, però non capisco l'importanza data ai giudizi favorevoli lì e l'insignificanza delle critiche attribuite in questa sede.

Sotto il regno di Bonelli da zero si è passati a 700.000 lettori, sotto quello di Nizzi come minimo gli acquirenti sono dimezzati. E molti dei rimasti, come me, non hanno smesso certo non per merito suo.

Poi ci si può attaccare a tutto,tipo Belushi nel monologo "le cavallette", ma la realtà resta.

Modificato da Exit
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<span style="color:red">6 ore fa</span>, Diablero dice:

 

Perfetto! Una parodia di Tex esattamente come le sue! :P

 

A parte le battute, se un fumetto dà al lettore "solo quello che vuole" (che siano patatine e bistecche su Tex o L'uomo Ragno che picchia Goblin), i fumetti sarebbero tutti roba mediocre e priva di inventiva e non varrebbe la pena leggerli. 

 

Paghiamo apposta dei PROFESSIONISTI per darci DI PIÙ di quello che saremmo capaci di fare da soli. Se un autore vede il pubblico che vuole Tex che mangia patatine, e sceneggia solo Tex che mangia patatine, più le altre scene "tipo" chieste dal pubblico...   cosa ci ha messo di suo?

 

(sulla gente felice su Facebook, io ci "farei la tara", molte sono maniere per lamentarsi di nuovo della storia di Mefisto, acclamano le storie "semplici" di Nizzi per dire a Boselli di farle "più semplici" (per me i problemi di quella storia erano altri ma non divaghiamo), non so se sarebbero così contenti a leggere Nizzi mese dopo mese per anni, io me li ricordo i commenti online degli ultimi anni di Nizzi prima dell'abbandoni...  e in ogni caso, Facebook non è rappresentativa perchè i commenti negativi vengono semplicemente cancellati dai moderatori delle pagine Bonelli)

Almeno io non stavo parlando dei commenti sulla pagina Bonelli, su cui non sono nemmeno iscritto, ma sulle varie pagine di Tex aperte da lettori. Le critiche negative ci sono, ma raramente su Nizzi.

<span style="color:red">40 minuti fa</span>, Exit dice:

I più bravi non sono neanche professionisti, sono artisti con la A maiuscola.

GLB (o Moore o Barks o Trillo, solo per citarne alcuni) sono qualcosa ancora di più. Sono gli Italo Calvino o i Pink Floyd del fumetto, ovvero dei fuoriclasse.

Non fanno compitini, creano qualcosa di unico.

 

Nizzi al più è stato un onesto artigiano e solo all'inizio. Lavoro rispettabilissimo e con la sua parte di creatività, ma il livello è un altro.

 

Io non mi sono mai iscritto a Facebook, però non capisco l'importanza data ai giudizi favorevoli lì e l'insignificanza delle critiche attribuite in questa sede.

Sotto il regno di Bonelli da zero si è passati a 700.000 lettori, sotto quello di Nizzi come minimo gli acquirenti sono dimezzati. E molti dei rimasti, come me, non hanno smesso certo non per merito suo.

Poi ci si può attaccare a tutto,tipo Belushi nel monologo "le cavallette", ma la realtà resta.

Non è proprio così. I lettori sono scesi soprattutto per via della fisiologica fuga dai fumetti in generale e dai fumetti "non manga et similia" in particolare. Tex sarebbe sceso con chiunque al timone, pur concordando ovviamente con il discorso sul decadimento qualitativo del lavoro di Nizzi con il tempo. Poi certo, qualche lettore sarà andato via anche per Nizzi, come magari qualcuno se ne sarà andato (come me) per il decadimento di GLB o altri se ne andranno per Borden.

I commenti su FB, invece, sono molto indicativi. Molto. Intanto sono enormemente di più che qui. E poi danno esattamente il polso del pubblico "medio", quello che rappresenta il grosso degli acquirenti occasionali o fissi di Tex e che leggono in un modo meno specialistico.

Poi chiaro, qui c'è un giudizio più critico, da recensori.

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Se il grosso dei lettori di Tex, come spesso si sente, sono ultrasettantenni, mi risulta difficile pensare che frequentino facebook. Li riterrei piuttosto una maggioranza silenziosa. 

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<span style="color:red">23 minuti fa</span>, Angelo1961 dice:

Se il grosso dei lettori di Tex, come spesso si sente, sono ultrasettantenni, mi risulta difficile pensare che frequentino facebook. Li riterrei piuttosto una maggioranza silenziosa. 

Beh, FB ormai è il social dei vecchi...

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Il 16/4/2023 at 18:34, ymalpas dice:

 

Se leggi le interviste dal 2017, spesso parla di questo aspetto: secondo lui scrive il Tex che il lettore medio si aspetta, cioè un tipo di storia secondo lui ''classica'' che ovviamente è l'opposto di quello che è una storia originale. Nel 1982 quando scrive Tex per la prima volta l'editore gli chiede una copia del Tex bonelliano. All'inizio qualche barlume di originalità si manifesta quando scrive per Ticci e Letteri dei gialli, Sergio Bonelli gli mette subito lo stop. Nizzi gli dice che sente più suo il Tex nolittiano, vorrebbe scrivere il Tex alla Nolitta che allora andava ogni mese in edicola, Sergio Bonelli gli intima di seguire la traccia del Bonelli paterno. Che abbia letto tutti i duecentocinquanta numeri della serie può anche essere vero (anche se materialmente in quel lasso di tempo è impossibile che l'abbia fatto), per me si è letto bene  i numeri dal 100 in su, le storie del Carnicero, Tucson, quelle di Fusco, San Francisco, Il laccio nero. Non inventa nulla, ricalca con brio. E si incazza pure. A un certo punto vede Sergio avallare le storie di Boselli, ne riconosce l'originalità, se la prende, ma come? A lui gliele lasci scrivere e a me hai imposto dei modelli ''classici'' ( lo metto tra virgolette). Ed ecco che ti scrive il Texone dei Parlov, dove lascia parlare i sentimenti, anche se come originalità c'è l'impronta prattiana, giustificata in parte proprio dalla presenza del Croato. Da quel momento Nizzi si lascia andare, è meno rigoroso, smette di guardare del tutto al tex glbonelliano e lo fa come vorrebbe lui, nolittiano, solo che è in vistosa fase calante, quando va bene lo sorregge il mestiere, quando va male scrive storie poco ispirare o insulse. Dopo il 5O0 non si mette freni, scrive svogliatamente il Tex che ha in testa (che ha poco di Bonelliano o nolittiano, è solo un povero sfigato che ne combina una dopo l'altra), gli fa fare figuracce, svarioni, MA gli hanno messo in testa che ha salvato Tex e lui non si mette mai in discussione nelle sue scelte, anche quando gli fanno capire che sbaglia è convinto di scrivere il Tex come va scritto. Nel 2008  lascia, legge di tanto in tanto i Tex di Faraci e Ruju, diversi dal suo Tex, e quelli di Boselli che non riconosce come storie texiane. Ma si morde le mani perché sono belle storie, da qui il suo astio. Nell'autunno 2016 Boselli, che è un signore, da un lato ha bisogno di autori che scrivano Tex in modo accettabile, tanto c'è lui che supervisiona sulle magagne, cosa che Decio e Sergio non facevano più da tempo, dall'altro Boselli ha la scusa di voler scrivere il ritorno della Tigre. Nizzi si lascia tentare, non ci sono più Canzio e Sergio i cui tempi rimpiange (nelle interviste) dimenticando di dire che ormai gli bocciavano tutte le storie (perché facevano schifo), mentre ora con Boselli curatore chissà... In ogni caso torno, incasso un po'di euro, faccio felici i lettori che da dieci anni non leggono più una storia decente di Tex, con me ritorna il Tex dei battibecchi con Carson, le patatine e le bistecche, le storie come questo Maxi che non hanno un bricciolo di originalità ne pretendono di averla, tutto il contrario, e peggio per chi il polpettone non lo digerirà, Boselli lo sopporta anche, perché  lui, cioè nella testa di Nizzi, lui è la primadonna, insomma l'unico in Italia ancora capace di sapere scrivere Tex come va scritto. Solo che in redazione ti correggono alcune cose, poche a sentire Boselli, e non ti danno il disegnatore che vuoi, Biglia, che sta per disegnare il Texone, Guarino che gli sussurra all'orecchio: ma il texone dovresti scriverlo tu per lui, chi meglio di te? E volano gli stracci. Perché in via Buonarroti non manca la pazienza ma nessuno, proprio nessuno ha voglia di passare per il coglione della situazione. E vorrei vedere anche. Questa è la mia chiave di lettura, penso non troppo lontana dalla verità.

 

 

Questo è quello che Nizzi ha sempre ammesso: le storie bonelliane possono essere ridotte a schemi.

 

Dice di aver letto le storie ed essersi ricavato così questi schemi.

 

Ma non dimentichiamo che del 1979 era il libro di due giovani universitari seguaci della scuola russa, di Propp,  quello della ''fiaba'' e dei suoi modelli, tutta la letteratura che può essere ridotta a questi schemi attanziali.

 

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Questo libro, quando tre anni dopo inizia a scrivere Tex, Nizzi lo conosce. Impossibile che non l'abbia letto. Se l'è bevuto, per me. Che dica balle, ormai lo sappiamo. Da qui per me il Tex manierista, per usare un termine che mi è sempre piaciuto poco, perché comunque riduttivo.

 

 

la prima parte del tuo discorso è da incorniciare, Puro Vangelo. la seconda parte è invece più discutibile, dal mio punto di vista.

Sergio e Canzio, tutt'altro che due sprovveduti, dopo il Bornout di Nizzi di inizio anni 90 gli affiancano altri autori. all'inizio, secondo me, solo perchè COSTRETTI DALLA CONTINGENZA (Nizzi ha salvato Tex negli anni 80, qui al solito si dimentica sto PICCOLO E InSIGNIFICANTE PARTICOLARE :lol:..Sergio NON VUOLE rinunciare a un Nizzi rodato, di mestiere: ci sarà stata magari anche una dose di riconosecnza da parte di Sergio, nella volontà FERREA di costringere Nizzi a rimanere su Tex, oppure come qualcuno dice, Sergio non ne voleva sapere di tornare a scrivere Tex come anni prima.) Detto ciò, si riparte con Nizzi che si riprende abbastanza bene, anche se non riesce più a ripetere i fasti degli anni 80 (centinaio capolavoro, checchè se ne dica). Nel frattempo un certo Boselli scrive una bellissima storia, il passato di Carson, che Nizzi ha SEMPRE ELOGIATO (magari ai tempi è stato invidioso, non lo sappiamo). Successivamente, la Casa Editrice capisce che a un Nizzi "classicista e lineare" va affiancato un talentuoso quarantenne, che scrive un Tex decisamente diverso sia da quello di Nizzi ma anche da quello di Glb. Un "rinnovamento nella continuità" di Tex negli anni 90 ci lascia un decennio di storie belle, in cui Boselli innova il personaggio e Nizzi continua a scrivere storie normali, ma a volte ancora belle. L'innesto di Boselli a Nizzi dà col tempo sui nervi, umanamente lo si può capire. A nessuno che si considera prima donna fa piacere essere accostato ad uno più giovane o, peggio ancora, essere messo in discussione. da lì secondo me nasce un'antipatia lavorativa (come accade ovunque, per altro, mica solo alla Bonelli). Ad ogni modo Nizzi lascia Tex. Viene richiamato perchè comunque è un buon conoscitore del personaggio, è un ruscone, è un professionista e anche perchè tanti lettori lo rivogliono su Tex. NIZZI è UNA RISORSA PER TEX (non l'ho scritto io, è un fatto). Si rimette a scrivere piuttosto bene, le sue storie ultime non dispiacciono ai lettori.Ha un curatore cui rendere conto, però...a lungo andare, la cosa a Nizzi non va giù, il "Vecio" ha carattere e non le manda a dire...sbrocca, e se ne va sbattendo la porta. Io non giudico ovviamente fatti che non conosco di persona, e non metto becco sulle motivazioni di una e dell'altra parte. Dico solo che le ultime storie di Nizzi erano buone, e che sono piaciute a molti lettori. me compreso. Per cui, sinceramente, mi spiace che non leggerò più storie di Nizzi su Tex. 

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Abbiate pazienza, tutti. Ma, continuo a leggere di possibili alternative alla narrazione espressa da Mauro Boselli, di ritorni di fiamma per cose trite e ritrite.

 

Claudio Nizzi è stato un grande protagonista su "Tex", senza alcun dubbio: non lo dico io, lo confermano la miriade di storie in archivio. Che ormai, fisiologicamente, sono però il passato. In più, credo fortemente che determinati approcci nel linguaggio, e pertanto nello stile espresso tramite sceneggiatura, appartengano davvero a un periodo che non c'è più; che non è ripetibile. Pensare che GLB e coevi, calati nell'oggi, possano scrivere progetti in linea con quelli di cinquant'anni fa è una discreta follia; per quanto irrealizzabile. Esistono le indoli autoriali, indubbiamente, ma non meno valgono i contesti: periodo storico di pubblicazione e tendenze del momento.

Nizzi è stato un autore che ha espresso la sua autorevolezza percorrendo un cammino simile a molti altri colleghi. Non esiste un Nizzi prima e dopo, concretamente. Ogni scrittore fa tesoro di esperienze, confronti e maturazione artistica. Ebbene, anche per Nizzi è avvenuto tutto questo. Chi lo conosce artisticamente, bene, sa che il suo stile è sempre stato assai caratteristico e coerente. D'altronde, diversamente, non avrebbe potuto incidere così come realmente ha fatto. 

 

Mauro Boselli, invece, è attualmente "Tex". Non può esistere, in una visuale immediata, un'alternativa nemmeno pensabile: ciò, sulla base di valori consolidati e di quelli espressi quotidianamente. Mi pare di dire persino un'ovvietà, ma vorrei esser chiaro.

Boselli è "Tex" anche quando sciorina avventure per Mefisto e ci fa traballare di meraviglia nell'algida sintesi espressa per i cartonati "alla francese". Anche per Boselli sono le storie scritte e sceneggiate a cantare messa: credo che non sia nemmeno difficile valutare, con un'oggettiva e distaccata presa di coscienza,  l'eccelso livello raggiunto dalla sua narrazione negli ultimi periodi.

Poi, certo, ci sono i nostri gusti (traballanti e, quindi, precari); le nostre episodiche voglie di nuovo, le stagionali passioni per un personaggio tra i tanti. Ma, tutto quel che passa nella testa e nel cuore di noi cultori è limitato al nostro cortile. E, in parte, abbastanza fine a se stesso.

 

"Tex", come sempre, è solo uno: fatto di tutto quello che ci aggrada, così come di ciò che ci piace assai meno. 

Lo stile di un autore che, da decenni, scrive migliaia di pagine per un protagonista popolare non può essere confinato stilisticamente: per questioni di ovvia tenuta di mercato della testata, legata a doppio nodo all'offerta variegata. Ma, nondimeno, perché ogni autore che ha raggiunto certe vette apicali libera totalmente il proprio io, nello sfoderare una creatività che spinge come l'acqua sugli argini di un fiume.

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5 ore fa, Barbanera dice:

Sergio e Canzio, tutt'altro che due sprovveduti...

 

A sentire Nizzi che rimprovera ai due la clamorosa figuraccia del numero 450 dobbiamo dedurne che, se non sprovveduti, fossero almeno distratti. Sappiamo in realtà come l'errore, anche quello più marchiano, possa sfuggire agli occhi più attenti. La verità, temo, stia nel mezzo, come sempre avviene. Il controllo sulle sceneggiature di Nizzi che nei primi anni era stato attento, per stessa ammissione dello sceneggiatore, col tempo si sgretola. Negli anni novanta, il controllo è di sola routine. E quando ci si mettono è che che bisogna dare delle risposte al Codacons, cioè censurare il 458, il 476, la copertina del Texone di Milazzo ecc, stare attenti a che Tex non fumi troppo, ma non che si cali le braghe.

 

5 ore fa, Barbanera dice:

Nel frattempo un certo Boselli scrive una bellissima storia, il passato di Carson, che Nizzi ha SEMPRE ELOGIATO

 

In realtà sappiamo solo che ne aveva detto del bene a Sergio quando fu pubblicata e questo lo sappiamo dallo stesso Mauro Boselli. Pubblicamente invece Nizzi non ha MAI speso una parola positiva per l'opera di Boselli, ne ha sempre e solo sparlato. 

 

5 ore fa, Barbanera dice:

Successivamente, la Casa Editrice capisce che a un Nizzi "classicista e lineare" va affiancato un talentuoso quarantenne, che scrive un Tex decisamente diverso sia da quello di Nizzi ma anche da quello di Glb.

 

Altra idea tua. Nizzi torna in campo nel settembre 1992 dopo il periodo di crisi, chiede a Sergio di non essere più lasciato solo. Degli autori che in quel periodo hanno scritto delle storie per i disegnatori che erano rimasti in attesa, solo Boselli è arruolato. Ma Boselli è chiamato a tappare i buchi. Cioè a scrivere le storie per il nuovo speciale (l'almanacco del west 1997, 1998, 2000) mentre il Texone, prestigioso, resta a Nizzi ( unico caso, quello di Font con cui lui si rifiuta di collaborare). È pur vero che Boselli continua a scrivere per la serie regolare ma solo per i disegnatori con cui Nizzi non vuole più collaborare (oltre a Font, Marcello, Letteri, inizialmente anche Ortiz, per il quale Nizzi poi si ricrede e se lo riprende). Altro che talentuoso autore riconosciuto! 

 

5 ore fa, Barbanera dice:

L'innesto di Boselli a Nizzi dà col tempo sui nervi, umanamente lo si può capire. A nessuno che si considera prima donna fa piacere essere accostato ad uno più giovane o, peggio ancora, essere messo in discussione

 

Altra tua fantasticheria. Il fatto è che negli anni novanta Boselli inanella una serie di capolavori, che godono del plauso popolare e della critica, mentre Nizzi fa sbadigliare. Ma lui non si mette mai in discussione, ne allora lo mette in discussione la casa editrice. C'è solo gelosia. Umana gelosia.

 

5 ore fa, Barbanera dice:

 Si rimette a scrivere piuttosto bene, le sue storie ultime non dispiacciono ai lettori.

 

Io non sono un antinizziano. Dell'ultimo Maxi ho detto anche era una lettura godibile. Anche perché negli ultimi vent'anni alle rigorose sceneggiature boselliane  sono succedute storie di Faraci, talvolta Ruju, Manfredi che impeccabili non erano. L'asticella si è abbassata di molto. Ma devo confessarti che se io mi fossi trovato al posto dell'Editore storie come questo Maxi, per la loro faciloneria, le avrei rispedite al mittente senza se e senza ma. Difatti ho scritto che non meritava in alcun modo la serie regolare. Io sono cresciuto con il Tex di GLB, di Nolitta e del primo Nizzi, a cavallo degli anni settanta e ottanta, cioè quando andavano in edicola storie per le quali non occorreva ''spegnere il cervello''. Poche storie su questo.

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4 ore fa, ymalpas dice:

se io mi fossi trovato al posto dell'Editore storie come questo Maxi, per la loro faciloneria, le avrei rispedite al mittente senza se e senza ma. Difatti ho scritto che non meritava in alcun modo la serie regolare. Io sono cresciuto con il Tex di GLB, di Nolitta e del primo Nizzi, a cavallo degli anni settanta e ottanta, cioè quando andavano in edicola storie per le quali non occorreva ''spegnere il cervello''. Poche storie su questo.

Parole d'oro!

 

Il 16/4/2023 at 18:34, ymalpas dice:

Nizzi gli dice che sente più suo il Tex nolittiano, vorrebbe scrivere il Tex alla Nolitta che allora andava ogni mese in edicola, Sergio Bonelli gli intima di seguire la traccia del Bonelli paterno.

Non sapevo che Nizzi avesse dichiarato esplicitamente di preferire il Tex nolittiano (anche se lo sospettavo). Questo spiega molte cose sulla sua tendenza, sin dall'inizio, a farne un personaggio fin troppo facile da gabbare, ossia più nolittiano che glbonelliano.

 

Anzi, sarà un caso ma già nella sua primissima avventura nizziana (la prima scritta, non pubblicata), ossia "Il ritorno del Carnicero" Tex esordisce proprio con un errore di valutazione: nelle prime pagine si fa prendere per il naso da una coppia di locandieri, due mezzecartucce, che lo indirizzano verso la trappola preparata, senza che lui abbia il minimo sospetto, nonostante sappia bene che gli inseguiti avrebbero cercato di ingannarlo in qualche modo (lo sa perché si è accorto che stanno lasciando apposta tracce ben visibili). Insomma, subito un inizio con l'eroe che viene beffato, come "un pollastro" (parole della locandiera). Molto nolittiano. :lol:

 

In questo Maxi, alla fine Tex non riuscirebbe a spuntarla contro il colonnello Grossman e ad evitare la guerra contro i Navajos se non arrivasse il generale Braystone (non Davis perché è in Europa!) a toglierlo dai guai. Tex ha appena detto a Carson: "Quel pomposo tacchino di Grossman ci ha messo con le spalle al muro!", ammettendo così il suo fallimento.

Ed ecco che compare appunto il generale che risolve tutto in quattro e quattr'otto, mette in riga il colonnello e a nome del presidente degli Stati Uniti ringrazia Tex per aver "rallentato l'avanzata" dei soldati, poi se ne va all'improvviso com'è venuto. (Scena molto nizziana.) Commento conclusivo di Tex: "Peste e corna, avresti mai detto che sarebbe finita così, vecchio cammello?" (uguale, uguale al Tex di "Sangue Navajo"! :lol:)

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Personalmente ritengo che (anche se consapevole che la storia non è di certo il massimo e che Nizzi ormai da tempo sia alla frutta), fra tutte le sue ultime storie del cosiddetto "Nizzi bis", questa sia quella che più delle altre meritava la regolare.

 

 "L'assedio di Mezcali" e la "Rupe del Diavolo" sono inferiori in qualità, ma a parer mio, sono state realizzate da disegnatori che davano più garanzie dinanzi al giudizio dei lettori tipici della testata. Alessandrini è un grandissimo professionista, ma con una cifra stilistica particolare che magari non accontenta tutta la platea "classica".

 

Ripeto, non è certo una storia indimenticabile (scorciatoie e sbavature ce ne sono eccome) ma scorrevole e piacevole sì, e se son finite nella programmazione episodi sciapi (se non irritanti) come il Monaco Guerriero, il Pistolero vudù, Il breve riempitivo di Ruju dei gemelli e tante storie senza mordente di Faraci, non vedo perchè si dovesse gridare allo scandalo se ci finiva pure questa.

 

Poco importa in fondo, ormai Nizzi rappresenta il passato, e spero che si possa tornare a leggere tante altre belle avventure futuro. Mauro d'altronde è una garanzia, Ruju sembra in ripresa e confido in Rauch e Giusfredi per un onesto turnover. "L'ottimismo è il profumo della vita" (cit.) :D  

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<span style="color:red">15 ore fa</span>, ymalpas dice:

Altra idea tua. Nizzi torna in campo nel settembre 1992 dopo il periodo di crisi, chiede a Sergio di non essere più lasciato solo. Degli autori che in quel periodo hanno scritto delle storie per i disegnatori che erano rimasti in attesa, solo Boselli è arruolato. Ma Boselli è chiamato a tappare i buchi. Cioè a scrivere le storie per il nuovo speciale (l'almanacco del west 1997, 1998, 2000) mentre il Texone, prestigioso, resta a Nizzi ( unico caso, quello di Font con cui lui si rifiuta di collaborare). È pur vero che Boselli continua a scrivere per la serie regolare ma solo per i disegnatori con cui Nizzi non vuole più collaborare (oltre a Font, Marcello, Letteri, inizialmente anche Ortiz, per il quale Nizzi poi si ricrede e se lo riprende). Altro che talentuoso autore riconosciuto! 

Ovvio che è chiamato, come dici tu "a tappare i buchi". Affianca inizialmente un autore più anziano, di provata esperienza, che si ritiene a torto o ragione non sta nè a me nè a te a dirlo, la Prima Donna in Bonelli. Se Boselli continua a scrivere Tex, non è certo per merito o demerito di Nizzi ma perchè alla casa editrice piacciono le sue storie. e qui viene il punto: Nizzi usato sicuro, Boselli innovazione.

 

<span style="color:red">16 ore fa</span>, ymalpas dice:

A sentire Nizzi che rimprovera ai due la clamorosa figuraccia del numero 450 dobbiamo dedurne che, se non sprovveduti, fossero almeno distratti. Sappiamo in realtà come l'errore, anche quello più marchiano, possa sfuggire agli occhi più attenti. La verità, temo, stia nel mezzo, come sempre avviene. Il controllo sulle sceneggiature di Nizzi che nei primi anni era stato attento, per stessa ammissione dello sceneggiatore, col tempo si sgretola. Negli anni novanta, il controllo è di sola routine. E quando ci si mettono è che che bisogna dare delle risposte al Codacons, cioè censurare il 458, il 476, la copertina del Texone di Milazzo ecc, stare attenti a che Tex non fumi troppo, ma non che si cali le braghe.

(c'è un intervista ad Ubc a Boselli (http://www.ubcfumetti.com/interview/9803.htm) in cui Boselli afferma

 

"

Di quanta libertà lei gode nella stesura dei soggetti e delle sceneggiature di Tex? Esiste, nella figura di Canzio o di qualche altro "bonelliano", una qualche forma di attento controllo o di revisione del suo lavoro, prima del passaggio alla realizzazione grafica ? Se si`, può citare qualche esempio significativo sui lavori gia` editati ?

Per quanto mi riguarda, io racconto a Canzio e a Bonelli un mini soggetto a voce, poi mi metto al lavoro. L'albo arriva sul loro tavolo gia' disegnato e letterato. Le mie storie sono uscite finora (per qualsiasi serie), hanno avuto correzioni davvero minime e mai nessuna scena e' stata rifatta. Si e' discusso per la sfida tra irlandesi e italiani dell'albo "Gli Invincibili", ma alla fine il mio punto di vista e' stato accettato (con riserva) e la scena non e' stata toccata

 

Che vuole dire questo? che anche Boselli presenta un soggetto a voce che, se viene approvato,  poi passa subito alla realizzazione della storia...non è lo stesso metro di controllo utilizzato anche nei confronti di Nizzi dalla Casa Editrice negli anni 90? Nizzi non ha avuto da questo punto di vista un trattamento di favore, ma si è seguita la prassi...o no? D'altra parte, come è giusto che sia, un curatore lascia ampia autonomia realizzativa ad un collaboratore...eventualmente, si correggono con la storia GIà realizzata alcune scene o dialoghi, ma non si può STRAVOLGERE LA TRAMA che si è già accettata in fase di minisoggetto a voce.

<span style="color:red">16 ore fa</span>, ymalpas dice:

Altra tua fantasticheria. Il fatto è che negli anni novanta Boselli inanella una serie di capolavori, che godono del plauso popolare e della critica, mentre Nizzi fa sbadigliare. Ma lui non si mette mai in discussione, ne allora lo mette in discussione la casa editrice. C'è solo gelosia. Umana gelosia

Ah certo, Nizzi si "doveva mettere in discussione" da solo :lol:...

Sul fatto della gelosia umana, potrebbe anche essere come dici tu. ma secondo me non c'è gelosia sul fatto di ritenere Boselli "migliore di lui", ma solo che ritiene Boselli col  tempo un competitor pericoloso che scrive un Tex diverso dal suo. La cosa ovviamente non gli fa piacere, e lo porta a sclerotizzarsi sulla sua visione di Tex.

<span style="color:red">16 ore fa</span>, ymalpas dice:

Io non sono un antinizziano. Dell'ultimo Maxi ho detto anche era una lettura godibile. Anche perché negli ultimi vent'anni alle rigorose sceneggiature boselliane  sono succedute storie di Faraci, talvolta Ruju, Manfredi che impeccabili non erano. L'asticella si è abbassata di molto. Ma devo confessarti che se io mi fossi trovato al posto dell'Editore storie come questo Maxi, per la loro faciloneria, le avrei rispedite al mittente senza se e senza ma. Difatti ho scritto che non meritava in alcun modo la serie regolare. Io sono cresciuto con il Tex di GLB, di Nolitta e del primo Nizzi, a cavallo degli anni settanta e ottanta, cioè quando andavano in edicola storie per le quali non occorreva ''spegnere il cervello''. Poche storie su questo.

Questo è ancora un tuo punto di vista. Ai lettori le storie di Nizzi stanno piacendo, ed è un bene sia per la Casa Editrice sia per Tex...

"spegnere il cervello" significa dal mio punto di vista rilassare il cervello. Personalmente, passo già una vita infremale fitta di impegni e letture molto complesse (ultima lettura svolta, tutta l'opera de i "Quaderni dal carcere" di Gramsci, tuo conterraneo, e tanti libri sul Movimento Operaio). Anzi, mi sovviene un motto gramsciano che ho sempre ritenuto attuale. L'intellettuale deve saper parlare alla massa della gente, e rendere le cose semplici (non semplicistiche), Il che vuol dire, con le dovute differenze ovviamente, che Tex deve essere fruibile dalla massa dei lettori , per evitare di diventare un fenomeno di nicchia. Storie che tu definisci "facilone" possono piacre meno a te, ma piacere di più a tanti lettori odierni. 

 

 

 

 

 

<span style="color:red">9 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

Ripeto, non è certo una storia indimenticabile (scorciatoie e sbavature ce ne sono eccome) ma scorrevole e piacevole sì, e se son finite nella programmazione episodi sciapi (se non irritanti) come il Monaco Guerriero, il Pistolero vudù, Il breve riempitivo di Ruju dei gemelli e tante storie senza mordente di Faraci, non vedo perchè si dovesse gridare allo scandalo se ci finiva pure questa.

appunto...e qui di nuovo torniamo al punto: perchè è di Nizzi

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  • co fondatore
<span style="color:red">1 ora fa</span>, Barbanera dice:

L'intellettuale deve saper parlare alla massa della gente, e rendere le cose semplici (non semplicistiche)

Semplici: GLB

Semplicistiche: Nizzi

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Off topic parziale, e pubblicità progresso:)

 

Mi permetto di dire a chi volesse leggersi storie semplici e dal gusto antico, avventurose e con buon ritmo, di fare come me: leggete la serie dall’inizio, se già non l’avete fatto.Se dal 100 in poi ho letto tutto, del primo centinaio finora conosco direttamente molto poco, principalmente storie verso la fine dello stesso. Confesso di avere sempre avuto un po’ di timore reverenziale nell’avvicinarmi alle prime mitiche vicende, timore legato anche al fatto di poter restare deluso trovandole magari troppo datate. Invece in questi giorni mi è presa l’ispirazione e ho attaccato dal numero 1. Che dire, le storie filano lisce e le sto leggendo con mucho gusto! Magari altri lettori meno stagionati come il sottoscritto sono titubanti ad affrontare le prime pionieristiche avventure per  il mio stesso motivo, per cui mi sento di rassicurarli.                                   Certo, le storie hanno un impostazione differente da quelle moderne e presentano soluzioni che probabilmente oggi non sarebbero proponibili pari pari, ma non per questo, almeno a mio giudizio, risultano antiquate.  E poi sono ottime per una lettura rilassata, “a cervello spento”, tanto discussa ultimamente e salita agli onori della cronaca ;)

Troverete un Tex molto più manesco e letale, svariate affascinanti donnine e incontrerete “per la prima volta” tanti topoi della serie che si ripeteranno nei lunghi anni a venire.         

Io ho vinto la mia storica e magari generazionale ritrosia e per il momento posso dire di essere soddisfatto!

 

 

 

Modificato da Il Biondo
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